07.01.2015 EMERGENZA PROFUGHI Rossen Plevneliev: sarebbe un grave errore inviare l’esercito al confine con la Turchia L’idea di inviare rinforzi dell’esercito bulgaro per proteggere la frontiera con la Turchia dal flusso migratorio sarebbe un grave errore e potrebbe provocare uno scandalo internazionale. Lo ha dichiarato il Presidente Rossen Plevneliev, che è anche comandante supremo delle forze armate, a margine della cerimonia di benedizione della bandiera nazionale in occasione dell’Epifania. Il Capo dello Stato si è rivolto al Governo con la richiesta di rivedere questa idea ed ha ricordato che la sicurezza delle frontiere bulgare rientra esclusivamente nelle competenze del Ministero dell’Interno. Secondo Plevneliev, tra l’altro Ankara potrebbe interpretare il dislocamento di truppe militari bulgare lungo il confine come un atto ostile. Vesselin Vuchkov: nessun ostacolo per il controllo congiunto delle frontiere tra esercito e polizia Non vi è alcun ostacolo giuridico che impedisca all’esercito di pattugliare la frontiera insieme ai reparti della polizia. Lo ha dichiarato il Ministro dell’Interno, Vesselin Vuchkov, che ha sottolineato, inoltre, la necessità di aumentare i controlli lungo i confini. “Probabilmente nel breve periodo avremo bisogno di altro personale, che potremo selezionare dalle regioni di confine, dove c’è grande richiesta di lavoro”, ha aggiunto il Ministro. Il flusso migratorio, prevalentemente di profughi siriani, dalla Turchia verso la Bulgaria si aggira intorno a 150 persone al giorno. La Commissione europea si è impegnata ufficialmente di fornire appoggio supplementare alla Bulgaria per andare incontro alla pressione migratoria. Esperti della Commissione seguiranno l’evoluzione della situazione al confine con la Turchia e in caso di emergenza Sofia potrà ottenere sussidi urgenti dai fondi Ue. DIFESA In Afghanistan restano 110 consiglieri militari e istruttori bulgari Nel corso degli anni, oltre 8.000 militari bulgari hanno servito nella missione International Security Assistance Force (Isaf) in Afghanistan. Il primo contingente bulgaro era stato schierato in Afghanistan nel 2002, mentre l'ultimo è tornato in patria nel dicembre 2014. L'ultimo contingente bulgaro era stato schierato a protezione dell'aeroporto di Kandahar, principale centro nel sud del paese e capoluogo dell'etnia Pashtun. Dopo la fine della missione Isaf a guida Nato, solo 110 consiglieri militari bulgari e istruttori sono rimasti nel paese.
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