10.02.2015 GAS Gruppo Ue Sud-Est, primo incontro a Sofia tra ex paesi South Stream Un piano d'azione entro l'inizio dell'estate con una serie di progetti infrastrutturali concreti da realizzare per rendere la regione dell'Europa Sudorientale sicura dal punto di vista delle forniture di gas. È quanto deciso dalla prima riunione a Sofia del Gruppo di alto livello sui collegamenti gas nell'Europa Centrorientale e meridionale (Cesec), composto da tutti gli ‘ex’ paesi South Stream, tra cui l'Italia oltre ad Austria, Bulgaria, Croazia, Grecia, Ungheria, Romania, Slovenia e Slovacchia. L'obiettivo è che ciascuno Stato abbia accesso ad almeno tre diverse fonti di gas. Le discussioni, con la guida del Vicepresidente e del Commissario Ue responsabili per l'energia Maros Sefcovic e Miguel Canete, si sono concentrate sulle interconnessioni e l'uso ottimale delle infrastrutture già esistenti nella regione, mentre un'ulteriore analisi verrà sviluppata in sottogruppi guardando ai corridoi specifici per identificare connessioni mancanti e altre barriere all'integrazione del mercato. È stato inoltre convenuto di coinvolgere anche i paesi vicini dell'Ue, in un approccio regionale transfrontaliero. Inoltre verranno coinvolte, per avere una valutazione solida del da farsi, anche i regolatori nazionali dell'Entsog, la Comunità dell'Energia, i promotori dei progetti e le istituzioni finanziarie internazionali. Il prossimo incontro del Gruppo di alto livello si terrà a inizio estate per valutare il lavoro tecnico svolto sino ad allora e stabilire quindi il Piano d'azione. SWISSLEAKES Bulgaria coinvolta con quasi 400 mln di dollari Anche la Bulgaria è coinvolta, con quasi 400 milioni di dollari, nello scandalo Swissleaks, rivelato dal quotidiano francese Le Monde, per il quale la filiale svizzera della banca inglese Hsbc risulta essere protagonista di un capillare sistema di evasione fiscale praticata da clienti prestigiosi di tutto il mondo. I media bulgari danno particolare rilievo alla notizia che dal 1988 al 2006 oltre 380 milioni di dollari furono versati nella filiale svizzera su conti di 95 persone fisiche e organizzazioni bulgare. Nel dossier non vengono indicati nominativi concreti ma secondo la Radio nazionale bulgara (Bnr) le autorità di Sofia avrebbero un elenco dettagliato di questi clienti. Alcuni analisti ricordano che gli anni tra il 1988 (alla vigilia della caduta del regime totalitario del partito comunista bulgaro, avvenuta il 10 novembre 1989) e il 2006 (poco prima dell’ingresso della Bulgaria nell’Ue, avvenuto il primo gennaio 2007) furono un periodo oscuro di ripartizione sotto banco degli attivi del paese, una specie di ‘ruba e scappa’, e non escludono che nella Founded in 2003 and acknowledged by Italian Government in law no.518/70 Member of the Association of Italian Chambers of Commerce Abroad Bul. Knyaghinya Maria Luisa, 2, Business Center TZUM, fl.5 – Sofia 1000 – Bulgaria Tel: +359 2 8463280/1–Fax: +359 2 9440869 info@camcomit.bg –www.camcomit.bg
somma complessiva di 380 milioni di dollari versati vi fosse anche denaro dalle casse del partito comunista bulgaro. AMNESTY INTERNATIONAL Stop all’impunità dei crimini d'odio in Bulgaria L'impunità per chi in Bulgaria commette crimini che alimentano l'odio nei confronti di immigrati, musulmani, gay, lesbiche e transessuali, sta alimentando un clima di paura, discriminazione e violenza. La denuncia arriva dall'ultimo rapporto di Amnesty International, che documenta il grave impatto dei cosiddetti ‘crimini d'odio’ sulle vittime e mette in luce il fallimento delle autorità bulgare nel perseguire i colpevoli. “Centinaia di persone di gruppi di minoranze hanno subito crimini d'odio e molti altri non hanno fiducia nella protezione da parte delle autorità” spiega Marco Perolini, ricercatore di Amnesty International sulla discriminazione in Europa. “Le autorità bulgare - aggiunge il ricercatore - devono prendere urgentemente posizione e assicurare il rispetto delle leggi nazionali e internazionali, tutelando i diritti umani di tutti”. Non c'è nessuna legislazione in Bulgaria che persegua i crimini di odio nei confronti degli omosessuali, attualmente considerati semplicemente come atti di hooligan. Secondo una recente indagine Ue, l'86% di lesbiche, gay, bisessuali e transessuali in Bulgaria che hanno subito violenze, poi non hanno denunciato i fatti alla polizia. Circa un terzo di questi ha parlato del timore di reazioni omofobiche o di transfobia da parte della stessa polizia bulgara come motivo della propria riluttanza a presentare denuncia. Fra quelli che poi trovano il coraggio di farlo, pochi ricevono giustizia in tribunale o risarcimenti danni. DIFESA Solomon Passy: la Nato non vuole un conflitto militare con la Russia Il presidente del Club Atlantico Bulgaro, Solomon Passy, ha ribadito che nessuno vuole un conflitto militare con la Russia, ma limitare l’aggressività di Mosca. Le parole dell’ex ministro degli esteri bulgaro si riferiscono alla decisione della Nato di istituire un totale di sei centri di comando in tutta l'Europa orientale, di cui uno in Bulgaria. Secondo Passy la cyberdefense sarà fra i compiti principali delle nuove strutture di coordinamento. A suo dire, il nuovo centro di comando in Bulgaria creerà circa 40 posti di lavoro, di cui 20 saranno riservati ai cittadini bulgari e altri venti per i restanti cinque paesi partecipanti (Polonia, Romania, Lituania, Lettonia, Estonia). “Costruire infrastrutture militari non ti rende un bersaglio. Vengono create se sei già diventato un bersaglio… Sarebbe come non mettere una recinzione attorno al vigneto per timore che qualcuno la salti”, ha proseguito Passy, secondo il quale si tratta di un segnale forte per la Russia. “Abbiamo visto quello che è successo in Ucraina e non consentiremo che ciò accada nel resto d'Europa”, ha affermato l’ex Ministro secondo il quale in questo Founded in 2003 and acknowledged by Italian Government in law no.518/70 Member of the Association of Italian Chambers of Commerce Abroad Bul. Knyaghinya Maria Luisa, 2, Business Center TZUM, fl.5 – Sofia 1000 – Bulgaria Tel: +359 2 8463280/1–Fax: +359 2 9440869 info@camcomit.bg –www.camcomit.bg
caso “è valido il vecchio detto: se si vuole la pace, è necessario prepararsi per la guerra”. TRASPORTI Nel Porto di Russe opererà una linea ferroviaria regolare con la Germania Il complesso del Porto di Russe sul Danubio opererà una linea ferroviaria regolare che collegherà Bulgaria e Germania. È quanto si legge in una nota del ministero dei trasporti bulgaro, secondo cui il progetto pilota prevede un trasporto combinato strada-rotaia. Il treno avrà una capacità di 68 rimorchi ed eseguirà un viaggio di andata alla settimana. A fine 2015 transiteranno circa 3 mila rimorchi. Il progetto rientra negli sforzi dell’operatore del Porto di Russe per sviluppare il trasporto intermodale e introdurre nuovi metodi di trasporto combinato strada-fiume.
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