News CCIB 17.07.2019

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17-07-2019 HACKER Attacco informatico contro la Nap, allarme per la sicurezza nazionale Il premier Boyko Borissov ha convocato d'urgenza i responsabili per la sicurezza nazionale a seguito di un attacco hacker senza precedenti nel paese, che ha colpito uno dei server dell'Agenzia nazionale per le entrate (Nap), struttura del ministero delle Finanze. Dopo la seduta, il ministro delle Finanze, Vladislav Goranov, ha precisato che è stato colpito il 3% del database della Nap, comprendente dati personali e informazioni di carattere fiscale e assicurativo. Il ministro dell'Interno, Mladen Marinov, ha confermato che l'informazione dell'avvenuto attacco è stata inviata ad alcuni media bulgari da un domain russo. A suo dire, l'attacco hacker in tutti i casi avrebbe un effetto politico riguardante la sicurezza nazionale. In un'intervista stamane all'emittente televisiva Btv, Marinov è andato oltre, ipotizzando una connessione dell'attacco con la decisione dell'esecutivo di presentare in Parlamento la proposta di ratifica del contratto per l'acquisto dagli Stati Uniti di otto velivoli militari F-16. I media di Sofia informano che l'attacco avrebbe colpito oltre cinque milioni di files della Nap contenenti informazioni personali riservate e rilevano che l'attacco avrebbe seguito un iter graduale iniziato nel 2018, prima di colpire il server della Nap. VETO Rumen Radev respinge le modifiche alla legge del bilancio statale Il presidente Rumen Radev ha posto il veto sui testi della proposta di legge per modificare la legge sul bilancio statale del 2019. Lo ha reso noto l’ufficio stampa del capo di Stato. La proposta di legge permetterebbe finanziamenti a partiti politici da parte di imprese e persone giuridiche. A suo avviso queste revisioni alla legge sul bilancio “sono in contrasto con la base costituzionale della democrazia bulgara”. Infatti, si vorrebbe cambiare, secondo il presidente, il modello del sistema politico senza alcuna modifica alla Costituzione. Nei motivi del veto si afferma anche che i partiti diventerebbero dipendenti dalle aziende che li finanziano, e che la democrazia potrebbe essere messa in discussione se i partiti non saranno più responsabili di fronte alla popolo, ma di fronte ai loro finanziatori. Secondo l’ufficio del presidente, questo tipo di finanziamenti creerebbe numerose possibilità di corruzione. Inoltre, realisticamente i finanziamenti verrebbero forniti solo ai partiti al potere, perché sono questi che distribuiscono i fondi pubblici e determinano i vincitori di appalti e concessioni pubbliche. Gli altri partiti, specialmente quelli piccoli, rimarrebbero per sempre alla “periferia” della vita politica.


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