26.01.2016 LETTERA APERTA In Bulgaria “poco stato di diritto”, a rischio gli investimenti Nove partner commerciali denunciano la situazione La Bulgaria rischia di perdere milioni di euro di investimenti stranieri a causa dei problemi nel rafforzamento dello stato di diritto e la mancata riforma del sistema giudiziario. Le Camere di commercio bilaterali di nove partner commerciali europei, tra cui l'Italia, hanno diffuso un comunicato congiunto in cui si denuncia “l'impressione crescente, tra gli investitori locali e stranieri, che non ci sia abbastanza stato di diritto in Bulgaria”, condizione che porterà alla riduzione degli investimenti esteri e all'erosione della fiducia nel Paese, il più povero del blocco UE. I firmatari della lettera aperta indirizzata al primo ministro Boyko Borissov sono Italia (la Camera di commercio italiana in Bulgaria e Confindustria Bulgaria), Stati Uniti, Germania, Olanda, Francia, Svizzera, Belgio, Gran Bretagna e Spagna. Gli sforzi del Premier di rifondare un sistema giudiziario inefficiente e di sradicare la corruzione dilagante sono sprofondati nella palude dei battibecchi politici degli ultimi mesi. A dicembre il ministro della Giustizia Hristo Ivanov si è dimesso accusando i parlamentari di voler minare gli sforzi per le riforme. Gli investitori stranieri in Bulgaria “sono delusi” dalle mancate riforme, in particolare del sistema giudiziario, e il perdurante clima di incertezza potrebbe portare tante aziende, anche italiane, a non investire nel Paese. È il parere del Presidente della Camera di Commercio Italiana in Bulgaria, Marco Montecchi, uno dei firmatari della lettera aperta al premier bulgaro Boyko Borissov. “Non sono fiducioso, la mancata riforma del sistema giudiziario impatta oltre che sugli investimenti futuri anche su quelli passati. Ci sono molti investitori italiani che vedono la Bulgaria come un mercato appetibile per la vicinanza, per i bassi costi di manodopera e perché ha il costo più basso per l'energia elettrica. Ma la mancanza di questa riforma crea incertezza”, ha aggiunto Montecchi. Da questo la decisione di scrivere al Governo e al Parlamento una lettera aperta perché “se non ci sarà una riforma e il governo non dimostrerà la sensibilità necessaria, gli investitori se ne andranno”, ha spiegato Montecchi rilevando che la Bulgaria ha molto da perdere: “Sofia, tra il 2014 e il 2020, riceverà 15,8 miliardi di euro di fondi strutturali che, però, senza una riforma, andranno a poche aziende bulgare che godono dei favori di alcune lobby”. Si tratta di centinaia di milioni di euro di possibili investimenti persi: i fondi strutturali riguardano “progetti e programmi operativi a cui diverse aziende italiane potrebbero essere interessate, grandi opere che vincendo le aste internazionali, farebbero crescere la presenza dell'eccellenza italiana in Bulgaria”. La lettera aperta è stata promossa dalla Camera di commercio bulgarosvizzera. La Bulgaria, nel corso degli ultimi cinque anni, ha visto circa il 63% degli investimenti esteri diretti (IDE) dai Paesi di appartenenza delle Camere firmatarie. Fonte: Askanews