29.02.2016 GIALLO Morto a Sofia un palestinese ricercato da Israele Trovato morto nel giardino dell'Ambasciata palestinese a Sofia, in Bulgaria. Diventa un giallo internazionale la fine di Omar Nayef Zayed (52 anni), il palestinese, membro del Fronte Popolare per la Liberazione della Palestina (FPLP), ricercato da Israele per omicidio e fuggito alcuni anni dopo la cattura e la condanna all'ergastolo. Una morte che il presidente dell'Autorità Nazionale Palestinese (ANP) Abu Mazen ha definito un "crimine atroce" e per la quale l' FPLP e Issa Qaraqe, capo del Comitato palestinese per gli affari dei prigionieri, hanno evocato una responsabilità del Mossad. Un'ipotesi respinta seccamente da Israele. Da Gaza, un portavoce di Hamas, Sami Abu Zuhri, ha chiesto le dimissioni immediate del ministro degli Esteri palestinese Riad al-Maliki, il licenziamento dell'Ambasciatore a Sofia e la sua incriminazione per "corruzione". Originario di Jenin, nel 1986 Zayed, all'epoca 22enne, insieme al fratello ed altri, accoltellò nella Città Vecchia uno studente ebreo religioso. Catturato dopo i fatti, nel 1990 iniziò uno sciopero della fame che lo portò ad essere ricoverato in un ospedale di Betlemme dal quale riuscì a fuggire dileguandosi in alcuni Paesi arabi. Arrivato in Bulgaria nel 1994 sposò una donna bulgara e prese la residenza a Sofia. Nello scorso dicembre Israele ne ha chiesto l'estradizione e le autorità bulgare hanno cominciato le ricerche per dare esecuzione alla richiesta. Inutilmente però, visto che Zayed nel frattempo era riparato nell'Ambasciata palestinese di Sofia chiedendo protezione e asilo. Una vicenda che nei giorni scorsi, secondo alcuni media, è stata affrontata anche dal Premier, Boyko Borissov, in visita in Israele e nei Territori Occupati. Zayed è stato trovato nel giardino posteriore dell'Ambasciata ferito gravemente nella parte superiore del corpo. Messo su un'ambulanza, l'uomo è morto durante il tragitto verso l'ospedale. Fonti della Procura, citate dall'agenzia BTA, hanno parlato di "morte violenta". Ynet ha riportato notizie della stampa bulgara secondo le quali Zayed sarebbe "stato spinto giù dal quarto piano dell'Ambasciata". Issa Qaraqe, capo del Comitato palestinese per gli affari dei prigionieri, dopo aver tirato in ballo il Mossad ha spiegato all'agenzia Maan che si tratta di un atto di "pirateria internazionale". Israele ha rigettato l'accusa: fonti a conoscenza della vicenda, riportate da Ynet, hanno rilevato che "non c'è alcuna connessione" con lo stato ebraico ed hanno ipotizzato la possibilità che Zayed abbia invece fatto "arrabbiare" le autorità palestinesi o quelle locali. Il ministero degli Esteri a Gerusalemme ha rilevato di "aver appreso la notizia dai media". La famiglia di Zayed ha sostenuto, secondo la Maan, di "ritenere responsabile l'ANP" per non aver protetto il congiunto. Secondo Ahmad Nayef Zayed, il fratello "è stato direttamente e indirettamente minacciato da alcuni individui dell'ambasciata, specialmente dall'Ambasciatore, i quali gli chiedevano di lasciare il posto dove si era rifugiato dopo essere stato minacciato dal Mossad". Abu Mazen ha istituito una Commissione di inchiesta sull'intera vicenda che è giunta a Sofia ieri sera.