30-03-2018 IL CASO SKRIPAL Il Consiglio di sicurezza del governo si riunisce per ascoltare Boyko Kotsev Il premier Boyko Borissov ha convocato per oggi una riunione straordinaria del Consiglio per la sicurezza del suo gabinetto per discutere con l’ambasciatore bulgaro a Mosca, Boyko Kotzev, richiamato a Sofia in seguito al caso Skripal, e fare un punto della situazione sulla vicenda. Il Consiglio per la sicurezza include membri del governo responsabili dei servizi speciali e rappresentanti del presidente della Repubblica. Kotzev, arrivato all’aeroporto di Sofia, non ha voluto commentare con i giornalisti la questione. La Bulgaria ha richiamato il suo ambasciatore a Mosca per consultazioni nei giorni scorsi ma non ha annunciato alcuna espulsione di diplomatici russi, come hanno fatto altri paesi europei riguardo al caso di avvelenamento in Gran Bretagna della spia doppia russa Serghey Skripal e della figlia Yulia. Il leader del gruppo parlamentare del partito al governo Gerb, Tsvetan Tsvetanov, ha dichiarato che la questione dei diplomatici russi sarà affrontata in una riunione dei rappresentanti della coalizione di governo. Tsvetanov, commentando la dichiarazione del capo dello Stato Rumen Radev, secondo cui il richiamo dell’ambasciatore non era stato concordato con la presidenza, ha rilevato che la competenza su questo tipo di iniziative spetta, secondo la costituzione bulgara, all’esecutivo. Il Partito socialista bulgaro (Bsp), principale forza di opposizione nel parlamento, ha chiesto che il primo ministro Borissov riferisca all'Assemblea nazionale sulla questione motivando il richiamo dell'ambasciatore bulgaro a Mosca. L'ambasciatore della Russia a Sofia, Anatoly Makarov, ha dichiarato di non essere preoccupato della scelta di richiamare Kotzev aggiungendo di considerare la posizione della Bulgaria “molto ragionevole”, ovvero quella di “ottenere prima le prove e poi prendere una decisione, e non il contrario”. SICUREZZA I socialisti chiedono le dimissioni di Valentin Radev Il Partito socialista bulgaro (Bsp) ha chiesto le dimissioni del ministro dell’Interno Valentin Radev per il fatto che alcuni giorni fa la polizia di frontiera all’aeroporto di Sofia non ha controllato i documenti di decine di passeggeri provenienti da Parigi. Secondo i socialisti, il caso dimostra che la sicurezza dei confini della Bulgaria è minacciata. Il 20 marzo scorso sette agenti di polizia di frontiera, dislocati presso l’aeroporto internazionale di Sofia, hanno abbandonato i loro posti di lavoro senza chiudere gli sportelli, omettendo così il controllo dei documenti di 42 passeggeri provenienti dalla Francia. È in corso un'indagine interna al dipartimento di polizia di frontiera per fare luce su quanto accaduto, chiarendo che a diversi passeggeri a bordo del volo della Bulgarian Air, partito dalla Francia e atterrato a Sofia, non sono stati controllati i passaporti al loro arrivo allo scalo.