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Barefoot hiking

CAMMINARE SCALZI NELLA NATURA PER FARE BENE ALL’ANIMA. CE NE PARLA ANDREA BIANCHI, FONDATORE DELLA PRIMA SCUOLA DI BAREFOOT HIKING D’ITALIA E AUTORE DEL LIBRO “CON LA TERRA SOTTO I PIEDI”.

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Perché al giorno d’oggi, in un mondo in cui non facciamo più un passo senza il nostro smartphone, dovremmo camminare scalzi in montagna? Forse proprio per questo, perché in un mondo iperconnesso abbiamo in realtà perso la connessione con ciò che sta alla base della nostra vita, sia dal punto vista biologico che psichico, abbiamo perso il contatto con la fonte primaria da cui riceviamo energia e vitalità: la Terra, la Natura. Come specie - Homo Sapiens, ma prima ancora Neanderthal e tutti gli ominidi che ci hanno preceduto - ci siamo evoluti camminando, fin da quando milioni di anni fa siamo scesi dagli alberi. Oggi gli studiosi di paleoantropologia sono concordi nel ritenere che il bipedismo fu una delle nostre conquiste evolutive più importanti. La capacità di muoverci su due gambe ci permetteva spostamenti su distanze sempre più lunghe e liberava braccia e mani consentendoci di utilizzarle per manipolare oggetti.

Al contempo, l’assunzione di una postura eretta ci dava nuovi vantaggi, tra cui la possibilità di esporre meno superficie corporea al calore solare. Da quando abbiamo cominciato a camminare, non abbiamo più smesso. Spinti a più riprese da cambiamenti climatici e fasi di inaridimento alternate a fasi umide, abbiamo abbandonato la nostra culla primigenia, l’Africa, per attraversare il Medio Oriente e risalire fino alla Georgia, colonizzare l’Europa fino alle latitudini più settentrionali e spingerci a oriente fino alle coste dell’Asia, dell’Oceano Indiano e in Cina, e a occidente fino all’estremità del Sud America attraversando il Nord e il Centro America. E tutta questa strada l’abbiamo percorsa a piedi nudi: sono state rinvenute delle camminate fossili - quella più antica in assoluto si trova sulle sponde del lago Laetoli, in Tanzania, e risale a 3,75 milioni di anni fa - che ci mostrano impronte di piedi nudi, morfologicamente molto simili a quelle di un camminatore odierno. Non siamo quindi così diversi, come possiamo pensare, da quei nostri antenati. Camminare scalzi in Natura è un’abilità che abbiamo appreso come specie nella nostra infanzia evolutiva - così come ognuno di noi la apprende individualmente nei primi anni di vita - e che oggi vive “assopita” nel nostro DNA e nelle strutture più profonde della nostre psiche. Così, durante un’escursione in montagna, posso togliermi le scarpe e proseguire a piedi nudi lasciandomi guidare poco alla volta dalla mia saggezza innata, e mi trovo a passare ripetutamente dagli stimoli acuti dei sassi appuntiti sotto la pianta dei piedi alla carezza dell’erba, e poi nel fresco di pozze d’acqua piovana recente o nell’acqua fredda dei torrenti che scendono dai nevai. Si risvegliano sensazioni che conoscevo magari da bambino, ma che in realtà sono in me da prima ancora di nascere, in quanto messaggi di un patrimonio genetico comune a tutti gli esseri umani, e che ora ricominciano nuovamente a raggiungere il mio cervello e il mio cuore. È grazie a questa riattivazione di una memoria antica, che quando trascorriamo del tempo nella Natura, a contatto con gli elementi, ci sentiamo meglio, rigenerati: camminare a piedi nudi, abbracciare gli alberi, “immergerci” in una foresta (il forest bathing, o shinrin yoku per i giapponesi) con una lunga camminata, sono tutte attività che favoriscono questa esperienza.

Dopo aver condotto una personale ricerca di camminatore scalzo sui terreni naturali più diversi - dai sentieri delle Dolomiti alla Via Francigena, alla macchia mediterranea delle isole greche - e aver accompagnato molte persone ad avvicinarsi a questa esperienza così ricca di emozioni positive e salutari, ho sviluppato una didattica necessaria proprio per rendere tale esperienza, con un approccio graduale, accessibile a tutti. È nata così la prima scuola in Italia di cammino a piedi nudi in Natura, o barefoot hiking, che ha preso il nome dal mio primo libro su questo tema, “Il silenzio dei passi”. Proponiamo workshop che vanno dall’esperienza di due ore al seminario residenziale di due giorni, sempre in ambienti naturali e soprattutto in montagna, e non disdegniamo l’inverno, quando camminare a piedi nudi sulla neve regala spesso emozioni intense e corroboranti. Può sembrare strano parlare di “scuola di cammino”, ma nonostante camminare scalzo sia per l’uomo un’abilità innata, l’utilizzo assiduo delle calzature fin da bambini fa sì che sia comunque necessario riconquistare questa pratica con la dovuta gradualità, concedendo al nostro corpo e alla nostra mente tutto il tempo necessario per riappropriarsi degli schemi psicomotori adeguati.

Il cammino a piedi nudi in Natura è per tutti, fa bene al corpo e all’anima, ed è nostro dall’origine dei tempi: non resta che toglierci le scarpe per riscoprirlo!

Il cammino a piedi nudi

Il cammino a piedi nudi, in particolare, porta con sé numerosi altri benefici, su diversi piani: favorisce un risveglio sensoriale e la microcircolazione grazie alle centinaia di migliaia di terminazioni nervose che risiedono nel piede, e all’effetto del massaggio plantare; riattiva componenti del piede che sono fondamentali dal punto di vista meccanico e che sono generalmente sfavorite dall’uso delle calzature, come l’arco plantare o le dita stesse del piede, con importanti benefici sulle ginocchia e sulla colonna vertebrale, sulla postura, e più in generale sull’equilibrio e sulla propriocezione; ci riporta in contatto diretto con la carica elettromagnetica della Terra, i cui effetti positivi sulla salute sono stati ormai dimostrati da numerose ricerche scientifiche; ci consente di recuperare la funzione di naturale “sonda termica” dei piedi, che è alla base dei principi di tecniche come la terapia Kneipp o in generale l’idroterapia.

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