Il sole 24 ore / Progetti e Concorsi

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ATLANTE Architettura

PROGETTI E CONCORSI

TORRE MARINA A VADO LIGURE (SV)

4-9 MARZO 2013

SP10

«Ciminiera» contemporane La torre recupera l’area ex industriale È firmata Sp10 studio l’opera realizzata in prossimità della futura piattaforma Maersk a Vado Ligure. Alta 45 metri e distribuita su 13 livelli, la nuova struttura è rivestita da un involucro a quadrati bicromi DI

VALERIO PAOLO MOSCO

S

p10 realizza a Vado Ligure un’opera di estremo interesse. Essa si trova in un’area industriale in corso di riconversione adiacente all’autostrada A10, in prossimità della futura piattaforma marina Maersk. Ha 25 metri di lato ed è alta 45, ed è rivestita da un involucro a quadrati ognuno dei quali ha un metro di lato. Il rivestimento presenta 4 tipi di soluzione: con vetrocamera leggermente riflettente, con pannello cieco di lamiera di alluminio, con pannello apribile e con solo telaio non tamponato per gli affacci del porticato e della copertura. Da notare la sospensione di questa architettura elementare sulla pavimentazione del piano terra, quasi un appello alla smaterializzazione dei volumi voluta da Mies nella sua paradigmatica ricerca di un’architettura assoluta. E dopo anni di dimenticanza torna l’architettura assoluta, invocata tra i primi da Pier Vittorio Aureli nel suo libro manifesto di alcuni anni fa. La torre è assoluta perché è ieratica, monumentale ed anti-pittoresca, perché propende all’oggettivo più che al soggettivo, perché è immediatamente percettibile e non cambia se vista da vicino o da lontano. Inoltre è assoluta perché è un oggetto arcaico (nel senso greco etimologico del termine, arké) in quanto intende porsi alla scaturigine

delle cose, quando ancora le stesse non erano scivolate nei particolari. È assoluta infine perché è generica e oggettiva e come tale si rende disponibile a essere esportata ovunque. Attenzione: è assoluta ma non anonima, o meglio la sua presenza indaga quella sottile linea che distingue i due termini, quasi a volerci ricordare che l’ovvio è infinitamente meno ovvio di quanto possa apparire, specialmente se ambientato in determinate situazioni. Ha ragione Pierpaolo Tamburelli, membro di Baukuh, un altro gruppo essenziale dell’architettura assoluta italiana, a scrivere su Abitare che in definitiva la torre è molto meno radicale di quanto possa sembrare. Essa infatti si relaziona direttamente al panorama industriale che gli sta attorno, basti pensare alla bicromia alternata tipica delle ciminiere. Ma questa relazione non è diretta, è per analogia, ed è proprio l’analogia che permette di evitare la citazione e così di non assoggettarsi al contesto. In un contesto più ampio invece, nel paesaggio italiano, la torre acquista ben altri valori. Stiamo considerando non il paesaggio nazionale ideale, quello del grand tour, ma quello reale, quello “preoccupante”, fatto in gran parte da un continuo consumo di suolo da parte di un’edilizia brulicante e insensata di cui subiamo la gratuita ridondanza semantica, sfacciatamente priva di qualità e sempre uguale a se stessa nella sua ossessione diversificante. Quel paesaggio magistralmente descritto da Paolo Desideri nel 1997 nella sua Città di latta, un libro dedicato alla conurbazione senza soluzione di continuità, anarchica, non progettata, spesso abusiva, pittoresca e iper-pop che aveva saturato gran parte della costiera adriatica. Ma mentre Desideri faceva all’epoca un’apologia della città di latta e della sua vitalità, la torre di Sp10 inverte il giudizio: dice no alla stessa, allo spreco estensivo del suolo, alla ridondanza e al kitsch. Muta, essenziale, generica sembra ribadire un fatto ovvio: l’architettura, specialmente in Italia, specialmente in un momento di crisi e di collasso del paesaggio costruito, deve presentarsi non come figura, ma come sfondo.

Questa scelta agisce per contrasto con il costruito deturpante, definendo nei confronti di esso un’alternativa radicale di estremo vigore. Un’architettura civile dunque, nel senso del termine dato da Boito e specialmente da Pagano, che apre una vertenza in favore di quella che potremmo definire un’ecologia estetica; un’ipotesi che non ha nulla a che fare con il minimalismo, con la composizione e il gioco figurativo fine a se stesso propri di quella tendenza, ma si pone oltre il linguaggio in quel territorio in cui quest’ultimo incontra l’impegno e la volontà dello stesso di configurare un’alternativa alla condizione esistente. Pier Vittorio Aureli, Baukuh, Dogma, Salottobuono, Sp10 e 2a+p, e tutto il gruppo che ha dato vita a San Rocco, la rivista rivelazione degli ultimi anni, gravitano intorno a questa ipotesi, dando vita oggi una delle tendenze europee più vitali in quanto capace di una sempre più strutturata rilevanza teorica. In quindici anni dunque, dalla città di latta di Desideri a oggi, le cose non solo sono cambiate, ma hanno invertito il segno. Sintomo di un post-moderno ormai agli sgoccioli, che vede in questa architettura ieratica, elementare e di sfondo il proprio definitivo declino. © RIPRODUZIONE RISERVATA


4-9 MARZO 2013

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PROGETTI E CONCORSI

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LO STUDIO SP10 è stato fondato a Genova nel 2002 da Carlo Bagliani, Vittorio Caponetto, Antonio Norero e Valter Scelsi

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■ Sp10 svolge fino al 2011 attività di studio associato di progettazione negli ambiti dell’architettura, della museografia, dell’allestimento di mostre, del design. Compongono lo studio – che nel 2010 contrae il nome in Sp10 – Carlo Bagliani, Vittorio Caponetto, Antonio Norero, Valter Scelsi. Il lavoro di Sp10 è stato pubblicato su riviste internazionali e presentato in conferenze e workshop. Nel 2007 lo studio viene premiato per il Museo Mineralogico di Brugnato (premio Intraluoghi, con baukuh); nel 2009 vince il concorso per la biblioteca della Camera di commercio di Genova. La voce Sp10studio è presente nel Dizionario Biografico Illustrato del catalogo della X Biennale di Architettura di Venezia. Attualmente, anche proseguendo linee di studio comuni e condivise, i quattro componenti sono impegnati in autonome attività progettuali e di ricerca.

I CREDITI Progettisti: Carlo Bagliani, Vittorio Caponetto, Antonio Norero, Valter Scelsi Collaboratori: Jacopo Avenoso, Sara Grignani, Nicola Lunardi, Alberto Marcenaro, Raffaella Parodi, Alessandro Perotta, Andrea Spinetti, Raluca Solomon Direzione lavori: Sp10 Coordinamento: Paolo Villata Progetto strutture: Bruno Ballerini Progetto impianti: Studio FBF Strutture: Edilstrade Building Spa, Olindo Liberalon (responsabile cantiere) Rivestimenti e strutture metalliche: Stahlbau Pichler Committente: La Torre Marina Srl Periodo: 2009-2011 Dati dimensionali: 45 m altezza (13 livelli) 8.354 mq superficie commerciale totale; 5.994 mq parcheggi.


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