Il catturastelle
Scritto da Chicco Padovan
Illustrato da Marianna Balducci
Il catturastelle Copyright © 2015 Chicco Padovan Copyright © 2015 illustrazioni Marianna Balducci Progetto grafico © 2015 Claudia Carbini
2
S
tella non è davvero una stella. Beh, per me lo è, ma non nel senso letterale del termine, ovviamente. Vedete? Stella è la mia bambina. In realtà non si chiama nemmeno proprio Stella. Il suo vero nome è
F-9.223.584, ma suona un po’ freddino, vi pare? Eppure gli Illuminati hanno stabilito che per noi Esterni sia più igienico chiamarsi così. Un’emme o un un’effe maiuscole per indicare il sesso del soggetto, un trattino per dividere e una pratica cifra progressiva, giusto per non fare confusione. Sarà,
ma
personalmente
non
mi
convince
molto.
Senza
offesa
agli
Illuminati, ché quelli sono imparati, ma io la mia bambina preferisco chiamarla Stella. Forse a voi sembrerà presuntuoso, ma dovreste vederla. Quando sorride s’illumina tutta e le si formano due fossette sulle guance che, ecco, è un tesoro. E quando legge alla luce delle candele i suoi occhi brillano come le costellazioni lontane nello spazio infinito. Del resto anche gli Illuminati hanno dei nomi che assomigliano a delle parole. C’è chi si chiama Luigi, chi Veronica, chi Pietro, perché noi no? Io credo che se
Cara F-0.020.009, sono passati cinque anni post-solari da quando non sei piú tornata dalle Fabbriche per il Riscaldamento e l’Ossigenazione Terrestre e ti penso
sempre. Beh, magari non proprio sempre. Quando faccio la pipì o esco a caccia di stelle non sei esattamente in cima alla lista dei miei pensieri. Ma sei comunque con me, ti porto dentro. È uno strano sentimento, non so definirlo. Ci vorrebbe una parola speciale, da dire a una sola persona speciale, per spiegare quello che sento. E quella persona speciale per me sei tu. È così frustrante non avere la parola adatta per esprimere quello che si prova. La nostra bambina sta bene. Cresce in fretta e ti assomiglia moltissimo. Ha la pelle bianca bianca come la tua e sa già a memoria il “Manuale del Perfetto Esterno”. Saresti orgogliosa di lei. Oh, e vuoi sapere una cosa? Le ho dato un nome: ora si chiama Stella (sono certo che approveresti). Ieri controllando i fili azzurri del motore dell’astronave mi è tornata in mente una cosa. Da bambino qualcuno mi ha detto che ai tempi del sole il cielo era azzurro. Te lo immagini? Che storie si inventa la gente. Però sarebbe bello, no? Se fosse vero, probabilmente se ne stavano tutto il tempo a naso in su a guardarlo, un miracolo del genere. A me sarebbe piaciuto vederlo con te e Stella. Ancora tuo, M-1.110.111
Ninna nanna di un catturastelle per la sua bambina:
Dormi, dormi stellina mia, sogna solo cose belle,
labbra che sorr i d o n o ,
stringono, uomini che fanno la pace. mani che si
9
Il
seguito è facilmente intuibile: le voci corrono e in men che non si dica tanti saluti al grande segreto. In fondo non poteva essere altrimenti: certe cose sono troppo importanti e troppo belle per tenerle solo per sé, la luce
deve essere di tutti. Confesso, però, di essere pieno di dubbi. E se qualcuno ci tradisse? Ma la notizia continua a passare di persona in persona e non succede nulla. La gente si reca da mamma e chiede di poter vedere la stella. Lei li accontenta, che altro dovrebbe fare? Alcuni ritornano più volte e ormai sono di famiglia. Stella mi parla di loro e dà un nome a tutti. «È così bello avere degli amici» mi ha detto ieri via computer. Ha ragione, siamo tutti così soli laggiù. Chi lo sa? Forse è proprio questo quello di cui abbiamo bisogno: un amico che ci chiami per nome quando ci sentiamo un po’ giù. Ma tremo al pensiero di quello che potrebbe accadere. Mi chiedo: è possibile vivere? Non avere paura? Essere felici? Lo vorrei, lo vorrei con tutto il mio cuore.
Epilogo Caro papà, oggi un fattorino mi ha portato questo diario ritrovato nei magazzini della vecchia prigione di Nuova Luce, l’ex Città delle Milleluci. La cosa mi ha sorpreso molto. Dopo tutti questi anni, chi se lo aspettava? E poi non ti avrei mai pensato un tipo da diario, ma a quanto pare mi sbagliavo. Te lo confesso, è stato un momento di grande emozione. A lettura conclusa avvertivo la tua presenza intorno a me. Mi sono accorta, però, che c’è ancora qualcosa da fare, così eccomi qui, a risponderti sulle tue stesse pagine.
Sì papà, ho capito. Il tuo messaggio è arrivato forte e chiaro, non mi ha abbandonato un solo istante, è diventato la ragione della mia esistenza. E non solo della mia, ma di tanti, tanti altri. Di tutti gli amici che avevano ricevuto il dono di un nome e un bagliore di luce a illuminare il buio delle loro vite. Li abbiamo sconfitti, sai? È stata una lotta dura, una guerra terribile, ma alla fine insieme ce l’abbiamo fatta. Il governo degli Illuminati è caduto! Finalmente la libertà è stata ripristinata. Ora in ogni casa brilla il lume di una stellina e c’è luce per tutti. E di me, che ne è stato? Beh, ho avuto anch’io il mio bel da fare, diciamo
Io mi inginocchio vicino a lei, in modo da poterla guardare negli occhi. «L’ho fatto per te, capisci? Perché tu possa avere un briciolo di luce. La vita non può essere solo una notte infinita.»