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Gesù …


Ges첫, detto il Cristo, fu figlio di Maria e di suo marito Giuseppe


Giuseppe fu figlio di Giacobbe e Giacobbe di Mattan


Mattan fu generato da Eleazaro, che a sua volta fu generato da Eliud


Eliud fu figlio di Achim, Achim di Sadoc e Sadoc di Azor


Azor fu generato da Zorobabele e Zorobabele da Salatiel


Salatiel fu figlio di Ieconia e Ieconia della deportazione di Babilonia...


cioè, no! Ieconia fu generato da Giosia ai tempi della deportazione di Babilonia


Giosia era fratello di Zara e Tamar e tutti e tre furono figli di Giuda


Giuda fu generato da Giacobbe, Giacobbe da Isacco ed Isacco fu figlio di Abramo.


Abramo fu generato da‌


Abramo… fu figlio… di…


Me lo sono scordato!


No, finisce lĂŹ e basta.


Sì, finisce lì.


Cioè, inizia lì.


Ma come? Finisce lĂŹ o inizia lĂŹ?


Ma Abramo deve avere pur avuto un padre, se no, non sarebbe nato.


Siamo pronti!


No! Manca la musica!


Canto io.


Ma quanto tempo pensate di metterci per preparare la scena! Spegni il riflettore!


Ăˆ che a questo punto, tu, Giuda, mi devi baciare.


Ma non ci riesco!


Ma, se tu non lo baci, non possiamo farlo prigioniero.


E dobbiamo farlo prigioniero, per poi consegnarlo


processarlo e frustarlo, affinchĂŠ poi cammini con la sua croce,


cada, ricada e torni a cadere di nuovo


per essere poi crocefisso e infine risusciti e si sieda alla destra di Dio Padre!


Ma vi ho giĂ detto che non ci riesco!


Perch茅 a questo punto Crist贸bal, che era il narratore, diceva ben chiaro:


«Allora Giuda bacia Cristo e così i soldati sanno chi è il Messia»,


ma siccome Cristóbal non c’è, io non so quando devo dare il bacio a questo qua.


Ha ragione. Non è colpa di Rubén, è colpa di Cristóbal, perché è lui il narratore e, se lui non c’è, non si può fare nulla.


Bisogna parlare con quella ragazza, la segretaria, e dirle semplicemente che si sospende lo spettacolo!


No, Tulio, Crist贸bal non ci ha mai piantati in asso, gli deve essere successo qualcosa.


Inoltre, Cristóbal è l’unico che sa come muovere questa scenografia di cartone


perchĂŠ bisogna riconoscere che questi giovani hanno tanta buona volontĂ , ma non hanno la minima idea di come muovere le casse.


Da quanto tempo dovrebbe essere arrivato Crist贸bal?


Pi첫 o meno da tre o quattro ore.


E quanto manca allo spettacolo?


Una quindicina di minuti.


Senti, fallo chiamare al telefono da Tulio!


Lupita, tu hai il telefono di Crist贸bal?


Ma lo chiamiamo a casa o a uno di quei walkie talkie?


Ah! Ce l’avevo in memoria!


Pronto? ‌Buonasera, sono Tulio, chiamo da qua, dalla Residenza‌


Stiamo cercando Cristóbal… vediamo, aspetta un attimo… Non c’è, cosa gli dico?


Il problema è che Cristóbal conduce il laboratorio di teatro della Residenza per Anziani…


e noi oggi abbiamo una rappresentazione, la Via Crucis… e lui è il narratore…


e Giuda deve baciare Cristo… e lui dice «bacialo, bacialo!»…


… Pronto? …Pronto? … Ha messo giù.


Eccolo! È lì Cristóbal!


Ah! Intendi dire che dovremmo usare quella figura di cartone come se fosse Crist贸bal!


Lo mettiamo al posto di Cristóbal nella nostra rappresentazione‌


E voi credete che la gente sia talmente stupida da credere a un fatto cosĂŹ inverosimile?


Da credere che un mucchio di scatole accatastate sia Crist贸bal?


Anche perch茅 Crist贸bal era il narratore e, per quanto ne so, il cartone non parla.


Ho io la soluzione. Possiamo usare il mio registratore, che registra e riproduce.


Allora registriamo la narrazione col registratore‌


E la trasmettiamo dagli altoparlanti! Giusto! Allora dobbiamo spostare il Crist贸bal di cartone e collocarlo dove si metteva il vero Crist贸bal. Che forte!



Buonasera, avete appena assistito a una rappresentazione, basata su una storia vera


di un gruppo di anziani che costruÏ una figura di cartone che‌ come posso dire


alla fine si trasformò in un’immagine davvero miracolosa per il paese di Curimón…


Forse sarebbe meglio partire dall’inizio e spiegarvi perchÊ ci interessa raccontarvi questa storia


La prima cosa che facemmo fu andare su internet e digitare la parola «Cristo» nel motore di ricerca «Google».


Google visualizzò all’incirca dodici milioni di risultati, tra i quali figurava «il Cristo cileno».


In questa pagina venivano raggruppati diversi fenomeni popolari di venerazione religiosa accaduti in Cile


Nella pagina era scritto che questa figura di cartone era stranamente molto miracolosa


La domanda che ci ponemmo fu ÂŤCome mai, se questo fenomeno accadde in Cile, nessuno di noi cinque ne aveva mai sentito parlare?Âť


Proprio per questo, decidemmo di andare in giro per strada a chiedere alla gente se conoscesse Curim贸n e il fenomeno ad esso connesso


Lei sa dove si trova Curim贸n?


San Felipe, vicino a San Felipe, nella Quinta Regione


E perchÊ ci è andato?


Ci siamo andati perchÊ eravamo in zona con un amico che è credente.


E ha mai sentito parlare per caso dei miracoli di Curim贸n?


No, a dire il vero non ho mai sentito parlare del Cristo de Curim贸n.


Ha a che fare con degli anziani, mi sembra, ma non so‌ me ne parlò mia nonna ma, oltre a quello, non so altro.


Como avrete potuto osservare, non riuscimmo a raccogliere molte informazioni per strada.


Per cui decidemmo di continuare a indagare e ci imbattemmo nella tesi di uno studente di Sociologia, redatta nel 1995 , che trattava proprio del Cristo cileno


Purtroppo non riuscimmo a rintracciarlo, perchÊ si trovava all’estero per motivi di studio


ma trovammo il relatore di questa tesi, il sociologo Gast贸n Molina, che possedeva moltissime informazioni al riguardo


ÂŤLa storia è la seguente: in una Residenza per Anziani, un gruppo di anziani allestiva una volta all’anno una rappresentazione, che per loro era un grande evento.


Nel 麓92 volle rappresentare la Passione di Cristo, sia in strada, sia nella loro struttura, su suggerimento di un giovane, dal grande spirito sociale, chiamato Crist贸bal.


Fu lui ad allestire questa rappresentazione ma, il giorno della messa in scena, scomparve


Gli anziani si ritrovarono spiazzati, alla fine però decisero di andare comunque in scena e di raffigurare Cristóbal con un’immagine di cartone


E mi sembra che questa immagine di cartone si sia convertita pian piano in un’immagine miracolosa capace di fare favori e concessioni


e che per questo essa abbia preso il nome, per estensione di «Cristóbal», del «Cristo de Curimón».


E mi sembra anche che questa immagine si trasformi via via nel tempo,


perchĂŠ c’è da considerare che ogni cultura fornisce la propria immagine del personaggio di Cristo, che ha ben duemila anni, e loro hanno cercato di esprimerla in questo modo


Come gruppo di lavoro, sentimmo il bisogno di raccogliere ulteriori dati e fu proprio per questo che ci recammo direttamente a Curim贸n


PiĂš avanti condivideremo con voi una sorta di documentario o ÂŤmaking ofÂť del nostro viaggio


Curim贸n si trova a 120 chilometri da Santiago lungo la Strada Nord-Sud.


Ma il luogo che attirava di piÚ la nostra attenzione, il luogo che ad ogni costo volevamo conoscere, era la Residenza per Anziani San Francesco d’Assisi


luogo dove risiedevano gli anziani che voi avete appena visto rappresentati da noi e dove avvenne questo fenomeno


Purtroppo non ci fu permesso di riprendere dentro la Residenza, ma avemmo la fortuna di poter conversare con il signor AnĂ­bal MuĂąoz


l’attuale portinaio ed assistente della Residenza. Questa è la testimonianza che il signor Aníbal ci offrì:


Cosa ne sa del Cristo de Curim贸n?


Dunque, io venni a lavorare qui alla Residenza solo cinque anni fa, per cui quello che so è semplicemente quello che dice la gente, che il Cristo era miracoloso e che faceva miracoli.


Venivano da tutte le parti a portargli cose, i bambini gli portavano peluche, gli adulti gli lasciavano denaro affinchĂŠ facesse dei miracoli


C’era una signora, ad esempio, che aveva un problema, aveva un problema qui..


in questa parte nel corpo... dentro il corpo, e il Cristo la curò.


E continua ad arrivare gente?


No, no. Ormai non viene più nessuno, perché lì, dove c’era il Cristo, dopo la ristrutturazione della Residenza, è stato fatto un bagno.


L’assistente ci procurò anche una serie di disegni che i bambini di Curimón avevano fatto ispirandosi nel Cristo di cartone.


Un’altra informazione fondamentale per la nostra ricerca fu una fotografia che ci diede l’assistente degli anziani, dove compare il Cristo de Curimón, l’originale, e che voi ora potete osservare qui nella foto


La foto non è di buona qualità perché la dovemmo ricavare da una scodella…


CosĂŹ come i bambini vollero fornire la loro rappresentazione, noi volemmo fornire la nostra,


ma con l’obiettivo di essere il piÚ possibile fedeli all’originale, che voi potete osservare qui nella foto.


Cercammo di procurarci allora le casse originali e di riprodurre o copiare quelle che non riuscimmo a trovare‌


Le credenze sono le ricerche del senso che non spiegano né le azioni, né gli avvenimenti, né le cose più materiali di ogni giorno


L’oggetto in questione, Cristóbal che si converte nel Cristo de Curimón, è la concretizzazione di quella ricerca in qualcosa di tangibile


Certo che stava rappresentando un’immagine. Chi ha fede riesce a vedere molte cose.


Mi sembra stupido, ridicolo, che credano che un pezzo di cartone faccia miracoli.


Loro vedono il volto del Signore nel cartone proprio come se lo immaginano, mentre io riesco a vedere chiaramente, non a immaginarlo, il volto del Signore nella cordigliera.


Anche se la cordigliera è senza neve, il volto del Signore è lÏ, come se quella neve non si fosse mai sciolta.


Questo tipo di fenomeni sociali, soprattutto in materia di credenze, è il risultato dell’accumulo di esperienze diverse


è la somma di queste persone che credono obiettivamente a queste cose, creando così una realtà per la comunità


Bisogna sottolineare il fatto che questo fenomeno ebbe una durata brevissima nel tempo, perchÊ l’immagine di cartone, una volta costruita, dopo sei o sette mesi, prese fuoco in strane circostanze


Dobbiamo ricordare che questo avvenne nel 1992, quando il Cile,


che faceva la sua ricomparsa nel mondo dopo 17 anni di dittatura


si ritrovò all’Expo di Siviglia con l’iceberg. Tutti i media erano concentrati su ciò che succedeva in quel luogo e non in un piccolo paese come Curimón.


Bene, ora passiamo alla seconda parte della nostra dissertazione, dove vedremo il documentario, o il ÂŤmaking ofÂť, come preferite chiamarlo


DopodichĂŠ, apriremo un dibattito in cui risponderemo alle vostre domande, dubbi o commenti. Ora, va in onda il filmato.


Perch茅 non raccontate il motivo per cui andiamo a Curim贸n?


A Curim贸n ci andiamo per raccogliere informazioni. Nonostante le interviste fatte al sociologo e alla gente in strada su quanto avvenne a Curim贸n, ci mancano informazioni.


Ăˆ vero, non abbiamo informazioni fondate, è per questo che andiamo alla fonte, nel luogo dei fatti, a cercare testimonianze vere.


Arriviamo a Curim贸n!


L’assistente, il signor Aníbal Muñoz, ci mostrerà tutte le strutture della Residenza…


Gli impianti sportivi… Il campo da pallacanestro …Il tavolo del domino…


La Residenza per anziani è la prima tappa, chiaro?


Ciao! Perché non raccontate come è andato il viaggio a Curimón?


Ăˆ stato positivo andarci, molto positivo.


Comunque non mi è sembrato carino che l’assistente non ci abbia permesso di riprendere.


Ora che abbiamo fatto chiarezza sugli argomenti che abbiamo, non sarebbe meglio pensare a qualcosa per l’inizio? Non so, a qualcosa di diverso.


La dissertazione in sÊ è già una noia. Immagina: quattro o cinque testimoni, i poveretti che stanno seduti ad ascoltare noi fermi in piedi.


Penso che all’inizio dovrebbe esserci qualcosa di più creativo…


Non so, qualcosa che fin dall’inizio coinvolga la gente nella storia‌


E se facessimo noi i vecchi?


Come «facciamo» i vecchi?


Facciamo la parte dei vecchi.


Facciamo la parte dei vecchi! No!


Ăˆ una buona idea. Prima facciamo la rappresentazione e poi la dissertazione.


Ciao! Perché non raccontate come è andato il viaggio a Curimón?


Ăˆ stato positivo andarci, molto positivo.


Non so se sia proprio una buona idea!


A me sembra incredibile che l’assistente non ci abbia permesso di riprendere.


E se facessimo noi i vecchi?


Come «facciamo» i vecchi?


Facciamo la parte dei vecchi.


Facciamo la parte dei vecchi! No!


Ăˆ una buona idea. Prima facciamo la rappresentazione e poi la dissertazione.


Non so se sia proprio una buona idea!


Nico, il testo


Me lo dimentico e, dato che devo fare due cose contemporaneamente‌


Per favore, se usi la macchina da presa, puoi fare attenzione?


Si potrebbe spegnere quel riflettore, per favore?


Cosa stai riprendendo?


Sto facendo il ÂŤmaking ofÂť.


Prima fai un’opera e poi fai il «making of». Ci siamo? Lo rifacciamo?


Io non capisco… cioè… come se, ciò che noi… cioè, non so come se… vediamo…


Avevamo detto che avremmo fatto un’opera di Cristo, cioè su Cristo


e mi sono perso, perch茅 ora stiamo inventando una scena di un viaggio verso Curim贸n


e che in realtĂ potrebbe essere verso qualsiasi parte, che realizza un gruppo di gente, che sta facendo una ricerca


sta andando a cercare informazione su un Cristo di cartone, che abbiamo inventato noi stessi


Concordo‌ concordo con quello che dici. Ma‌ credo che non possiamo mettere continuamente tutto in dubbio.


Avevamo detto di voler fare una versione……che fosse la nostra versione… nostra propria…


Anch’io concordo con ciò che dice Juan. Perché non fare un’opera su Cristo e basta?


Perché non fare la storia originale e basta, invece di una versione nostra o di qualcun’altro. La storia così com’è.


Ma, come? Tu dici di metterci delle tuniche bianche, lunghe‌?


Ma quello è Jesus Christ Superstar.


Sì, quello è un musical. Ciò che intendo dire è di fare la storia così com’è, con i poveretti dalle barbe lunghe


anche con la tunica, gli scialli, non so, ma come nella foto.


Ma Juan, ci sono migliaia di foto di Cristo.


È vero, Juan, ho fatto una ricerca su Google ed è esagerato, è abissale. Ce ne sono a migliaia.


E non va neanche bene perchĂŠ non si possono salvare file con lo stesso nome.


Allora ti chiede tutto il tempo: ÂŤSostituire il file?Âť E, dato che lo stesso nome non va bene, bisogna cambiarglielo


Ed è molto blasfemo. Te lo giuro! Sono partita ovviamente da «Cristo» e da lì l’ho cambiato:


Cristos Cristof Cristors


Cristel, Cristal!


Cristin.


Cristina.


Cristiรกn


Crisis …Crisis? … Crisis…


Giusto! E perchĂŠ non torniamo alla cosa piĂš essenziale, ragazzi


Alla cosa più semplice, all’originale, e facciamo l’Ultima Cena


Quel poveretto, cioè Cristo, è al centro, seduto, il tavolo è rettangolare, la scena è frontale, ci sono tutti gli apostoli intorno a lui


c’è l’apostolo che piange, l’altro che tiene il dito alzato, quello che sbriciola il pane e, che ne so, magari si riescono ad aggiungere anche le aureole nel disegno…


Ma, ehi, Juan! Questa è la stessa scena del film di Zeffirelli.


E nemmeno, questa scena di Zeffirelli è a sua volta copiata dall’Ultima Cena di Da Vinci.


Certo, e Da Vinci è una finzione, è un’altra versione…


No, dài… Da Vinci non è una finzione.


Forse, chi lo sa, dicono che Shakespeare non sia mai esistito, per cui anche Da Vinci potrebbe essere una finzione.


No, ma Héctor, quello è un quadro vero.


Sì, ma è una versione quella di Da Vinci.


Ma tu l’hai visto? Il quadro? Ovvio! Ma… il quadro vero?


Cioè, l’ho visto su internet.


Allora non è l’ultima cena reale.


No, perché l’ultima cena reale, reale, reale, reale, è la prima cena.


La prima ultima cena. Come? Prima ultima?


Senti, io ho cercato ÂŤUltima CenaÂť su Google, sai? Ma si tratta della prima cena?


Si tratta dell’Ultima Cena. No, quella è l’ultima cena di Da Vinci. Sì, ma non di quella di Da Vinci.


E chi lo sa come fu l’ultima cena di Da Vinci!


Io ho cercato «Da Vinci» su Google e c’è più di un Da Vinci, ci sono una quindicina di Da Vinci,


e poi ci sono i falsificatori di Da Vinci e infine c’è il film «Il Codice Da Vinci»…


E c’è un documentario che si chiama «Il vero Codice Da Vinci».


Senti, ma se vogliamo fare la storia vera, perchĂŠ non portiamo in scena la Bibbia?


Allestiamo la Bibbia, cosĂŹ come sta scritta, alla lettera, tale e quale.


Già , ma Juan, ti rendi conto che ci sono quattro vangeli nella Bibbia? Quattro cose scritte in modo diverso‌


SÏ! Ci sono quattro crocifissioni, ci sono quattro Ultime Cene, ci sono quattro cadute‌


no, ce ne sono tre, cioè, quattro per tre‌ ci sono dodici cadute!


E inoltre, ci sono tutte le traduzioni in tutte le lingue del mondo.


E ci sono cinquanta vangeli apocrifi che non vennero inclusi nella Bibbia.


E, se a tutto questo ci aggiungi anche tutti i quadri e i film, è caduto piÚ di un milione di volte, no?


E comunque sia, le cose che abbiamo citato sono semplicemente versioni di una stessa storia.


Cioè, tutte le cose che ci vengono in mente, in fin dei conti, non sono altro che rappresentazioni.


Sì, ma quello che noi stiamo cercando di trovare è la storia reale che c’è dietro tutte queste versioni, che c’è dietro tutte queste rappresentazioni di cui abbiamo parlato.


Praticamente ci sono solo rappresentazioni‌


Allora è chiaro! Facciamo una scena che non sia mai stata rappresentata finora.


Come facciamo a sapere se è avvenuta davvero se non l’ha mai rappresentata nessuno?


È come quel detto citato da Woody Allen in un’opera, intitolata «Dio», che dice che


se un albero cade in mezzo al bosco e nessuno l’ha visto, come facciamo a sapere se ha fatto rumore?


Non sappiamo se ha fatto rumore‌


Ma crediamo che abbia fatto rumore‌


Cioè, vogliamo credere…


Certo, e a forza di volerci credere, crediamo di sapere che ha fatto rumore‌


Perché sappiamo credere…


Se c’è qualcosa che sappiamo fare è credere…


E come potrebbe essere altrimenti? Se cosĂŹ non fosse, metteremmo continuamente tutto in dubbio.


Bene, allora non ci resta che credere.


Per quello dicevo prima di avere un po’ di fede‌


Allora facciamo una scena che non sia mai stata rappresentata finora‌ crediamo che la stiamo facendo proprio cosÏ come avvenne.



Non capisco! Pur sforzandomi, non riesco a trovare il significato delle sue parole!


Egli ha detto: Resterò con voi ancora per poco, io torno a colui che mi ha mandato. Dove io vado, voi non potete venire


ÂŤIo torno a colui che mi ha mandatoÂť?


Forse, non bisogna capire.


Ma io ho bisogno di capire!


Fratelli miei, il Maestro ha sempre agito cosĂŹ. Quante volte abbiamo compreso le sue parole o le sue azioni dopo giorni e perfino settimane?


Tra poco arriveranno coloro che mancano alla cena e, assieme a loro, potremo discuterne.


Ma questa volta è diverso. Si sta riferendo a se stesso.


Inoltre, quando mai non abbiamo potuto seguirlo? E perchĂŠ vorrebbe recarsi in un luogo in cui non possiamo farlo?


Io non posso che confessare il mio timore, fratelli.


Quelle parole e i fatti di ieri nel tempio‌ tanta violenza, tanta violenza‌


È vero. Non l’avevo mai visto così.


Nemmeno io.


Né io.


Cos’è quello, Giuda?!


Monete d’argento?


Sì… trenta monete d’argento.


Da dove le hai tirate fuori? Chi te le ha date? Cosa hai venduto?


Hai venduto qualcosa? Sono per i poveri? Rispondi, Giuda!


Da dove sono saltate fuori? Diccelo! Diccelo, Giuda!


I sacerdoti! ‌


Un’offerta… un’offerta dei sacerdoti.


Ăˆ un’offerta o una ricompensa?


Giuda, deve esserci una spiegazione.


Il Maestro mi fece chiamare tre giorni fa e disse che aveva qualcosa di molto importante da dirmi.


Disse, in poche parole, che egli doveva morire‌ e che io dovevo consegnarlo ai sacerdoti affinchÊ lo crocifiggessero.


Cosa?! AffinchĂŠ lo crocifiggessero, Giuda?!


Ma con che capo d’accusa, se non hanno prove per giudicarlo?


Non importa che non ci siano capi d’accusa contro di lui, lo metteranno sotto processo e lo uccideranno! Ma che cosa hai fatto, Giuda!


Gli ubbidii!


Lo tradisti!


No! Gli ubbidii! Egli mi chiese di tradirlo e gli ubbidii!


Vediamo, Giuda, che cosa ti disse esattamente?


L’ho già detto, Pietro, che lo tradissi.


No! Frase per frase, parola per parola, che cosa ti disse esattamente, Giuda.


Egli mi disse: ÂŤSo che mi vuoi consegnare, vai e fallo prestoÂť.


Ma quello non è un ordine, Giuda!


Tu non dovevi farlo, tu volevi farlo!


No, io dovevo farlo, fu lui a chiedermelo!


Egli non te lo chiese! Eri tu che volevi farlo!


No! Io dovevo volerlo fare! Egli mi disse di sapere che io lo volevo, pertanto, io dovevo volere.


Allora eri tu che volevi farlo!


SĂŹ! Ma perchĂŠ dovevo volere, non perchĂŠ volessi!


Allora, se dovevi volere, hai obbedito e hai voluto, Giuda!


Sì! Sì? Sì, sì volevo!


Egli mi disse che doveva sparire, perchĂŠ la gente credeva troppo in lui.


Ma si tratta proprio di questo, che la gente creda in lui!


No! Che la gente creda in Dio.


Ma egli non è Dio?


No. Egli è il rappresentante di Dio in terra.


Esatto. E il problema è che la gente confonde in un attimo le rappresentazioni con la realtà .


Adorano lui. Adorano il rappresentante?


No! State capendo tutto male. Egli non è una rappresentazione, egli è reale.


Stavi dicendo che, se sparisse il rappresentante, in teoria ci resterebbe Dio?


Io preferisco il rappresentante!


Esatto. Il rappresentante torna a colui che rappresenta. Il figlio torna al padre.


Come? Il figlio torna al padre? Come?


Vi faccio un esempio. Lei sarà colei che è rappresentata.


E immaginiamo che da questa parte ci sia una sua fotografia a grandezza naturale che sarebbe il‌ rappresentante.


Ora, immaginiamo che la fotografia si disistampi, cioè, che la forma,


i colori e la luce tornino, passando attraverso la macchina fotografica, all’oggetto originale.


Non si può. Prendiamo, per esempio, un quadro: il colore con cui è stato dipinto un paesaggio non può essere restituito alla realtà.


Sarebbe come gettare del colore azzurro in un fiume‌


‌o dipingere le foglie verdi con del colore verde‌


E cosa succederebbe se ad esistere fosse stato solo il rappresentante?


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