La Responsabilità e il ruolo
La responsabilità e il ruolo Dora Bonifacio L’Avvocatessa Rovere ha rifiutato di difendere Giuseppe Forniciti nel processo che lo vede accusato di aver ucciso la propria compagna a Roveredo in Piano, in provincia di Pordenone. Un avvocato può scegliersi i clienti senza che questo possa suscitare clamore? Per taluni sì, per altri no. Perché non tutti abbiamo ben chiari i ruoli che ricopriamo e che altri ricoprono. A quali responsabilità ogni ruolo debba rispondere. Capire il senso di un gesto anziché un altro. Il dubbio personale è legittimo ma la legge va rispettata. Leggendo gli articoli sul caso dell’Avvocatessa di Pordenone, l’Avv. Rosanna Rovere, mi sono trovata a dibattere con alcuni amici avvocati sul senso del suo gesto e sul ruolo dell’Avvocato. Innanzitutto tutti eravamo d’accordo sul fatto che ogni avvocato è libero di scegliere il cliente: sono scelte insindacabili qualsiasi possa esserne la motivazione. La vera questione, invece, è circa l’opportunità di dare al gesto dell’Avvocatessa Rovere una pubblicità che sembra sconfinare dalle scelte personali e professionali. L’Avvocatessa Rovere (mi piace di più di Avvocata e credo sia anche più corretto dal punto di vista linguistico) era stata scelta da Giuseppe Forniciti come legale difensore nel processo che lo vede accusato di aver ucciso la propria compagna a Roveredo in Piano, in provincia di Pordenone.
Lei ha rifiutato. Taluni hanno criticato l’esposizione mediatica dell’avvocatessa di Pordenone che ha rifiutato la difesa, ritenendo che sbandierare il rifiuto può essere inteso o interpretato come il gesto di chi non sa difendere anche chi sbaglia o addirittura possa far pensare che chi accetterà di difenderlo possa essere considerato un degenere se non addirittura un complice. Credo che il tema sia interessante: è una riflessione che accompagna molti, soprattutto quelli che sono meno pratichi del “diritto”, i quali si chiedono spesso come un avvocato possa decidere di difendere anche dei rei confessi o comunque soggetti che si sono macchiati di nefandezze inimmaginabili. Ed è questo il primo punto che merita di essere chiarito. Ci sono alcuni capisaldi del diritto e della nostra LeSiciliane - Casablanca 32
Costituzione e certamente uno dei primi (se non il primo) è il principio di non colpevolezza: non si può essere ritenuti colpevoli sin tanto che non si venga giudicati con una sentenza definitiva. Mi piace ricordarlo in un “giornale”, perché sempre più spesso ce ne dimentichiamo e troppo di frequente i media sono portati a dare risalto alle indagini e molto meno ai loro esiti giudiziari. E invece è questo principio (sancito dall’art. 27 della Carta Costituzionale) che risponde alla domanda che ci siamo posti. Non v’è dubbio che taluni comportamenti possano comportare delle valutazioni in termini etici: spesso ci troviamo di fronte a condotte che, sebbene non siano punibili dal punto di vista penale, dovrebbero trovare altrove le loro sanzioni. Un politico, un magistrato o in generale chi