Editoriale: a me sarebbe piaciuto una bellissima giornata di sole: Maurizio Landini
Piove, governo Draghi A me sarebbe piaciuto una bellissima giornata di sole: Maurizio Landini Io so di non sapere, diceva Socrate. E se lo diceva lui posso a maggior ragione dirlo io, un microbo. Ma non è importante chi lo dice o chi l’abbia detto, io mi sento così. Non solo, mi ritengo il due di coppe con la briscola a oro. So di non sapere e quindi le cose che dirò vanno prese attraverso questa ottica. Io so di non sapere, ma una cosa la so e voglio dirla subito e a scanso di equivoci: a me interessano pochissimi punti: sconfiggere la pandemia, fare una buona campagna vaccinale e portare a casa tutti ’sti soldi che ci hanno accordato. Una volta tanto che l’Europa è benevola nei nostri confronti bisogna sfruttare al massimo l’occasione. Fare dei bei progetti. Proposte praticabili per creare posti di lavoro e risolvere alcuni problemi. Se tutto ciò fosse possibile mi sembrerebbe molto rivoluzionario Io so di non sapere e provo fastidio per i tuttologi, anche se si potrebbe ridere di tutte queste persone che sanno tutto. Sono immunologi, virologi… praticamente scienziati. Qualche cosa la “so ma non ho le prove”, quindi vado avanti timidamente senza sermoni o comizi. Sono come tutti dentro il caos. Caos politico, caos sanitario, caos economico. Tuttavia, pur
essendo dentro lo stesso caos, posso io mai capire la disperazione di chi sta pagando un prezzo più alto? Di chi ha difficoltà a mettere insieme pranzo e cena? Quelli che hanno perso il lavoro, quelli che a casa non hanno il computer per far fare ai loro figli la didattica a distanza? ESCLUSI! Estromessi dalla democrazia, dal diritto alla vita. Ci sarebbero decine e decine di tipologie degli estromessi, ma non mi risulta una rappresentanza degli esclusi. Né nelle istituzioni né nella politica. Appunto, la politica, quella che non esiste più. Scomparsa. Morta, ci dicono gli ultimi bollettini. Oggi le varie fazioni politiche sembrano tutte uguali. Le connotazioni di destra e sinistra si sono perse strada facendo. C’è molta confusione e definire di sinistra il M5S è stata la cosa più logica. Diciamo che è sintomatico dei tempi. Tempi confusi. La sinistra è stata totalmente abrogata e non ho mai capito perché; il centro sinistra – o per lo meno ciò che rimane del centro sinistra – impegnato a inseguire le destre. Sul loro territorio. Gli sfasciacarrozze fanno e hanno fatto il resto. Ma lo sfasciacarrozze può definirsi un politico? ha sostenuto la sua LeSiciliane Casablanca 3
ascesa? Il suo passaggio da una pista a un’altra? Ci sarebbe bisogno di una politica all’altezza della sua funzione, che parlasse chiaro, desse delle indicazioni e strade da percorrere. Insomma un pacchetto di valori, visioni del mondo, progetti e proposte (io tutto questo lo chiamo ideologia, ma un altro nome va bene lo stesso). Una politica con una sinistra (mi chiedo dove ci siamo rintanati, perché sono sicura che non siamo morti tutti) che facesse proposte affascinanti, da far sognare, come obbiettivo e come percorso collettivo. Che proponesse idee degne di essere scelte e votate, e soprattutto molto diverse dagli altri partiti non di sinistra. Insomma ci sarebbe bisogno di politica di sinistra, una sinistra non timida, anzi superba per la sua diversità. Incisiva. Ardimentosa. Capace di capire i problemi dell’oggi, e l’importanza di non sbandare a destra. Anche quando questa strada sembra più facile e meno ostacolata. IO PONGO DOMANDE Se si riuscisse a capire ciò, questa élite che occupa abusivamente quello spazio politico spostandolo a destra (a iniziare da quando? Da Renzi? Da prima?), tutta questa gente