LeSiciliane n.68

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Femministe del possibile o utopiche, ma sempre femministe

Femminismi “Altri” Giovanna Minardi In America Latina non si è mai verificata nessuna scissione del movimento, il femminismo ha svariate origini – donne povere, campesinas, indigene, afroamericane, neoliberali – tutte ugualmente donne di fronte all’aggressione patriarcale. Rifiutano i modelli coloniali, secondo i quali si sono originati e si perpetuano tutte le xenofobie e un mercato economico che esige la distruzione ambientale, le trasgressioni dei diritti umani e la cultura della conquista. Tra il femminismo latinoamericano e le cosiddette “esperte” esiste un conflitto di fondo, poiché queste ultime rispondono al sistema di globalizzazione che poggia sul lucro, sulla grande economia di mercato e sul consumismo. Dal 1987 frequento l’America Latina, soprattutto il Perù e il Messico, ma questo grande (in tutti i sensi) continente continua a riservarmi gradite sorprese, tra le quali gli svariati volti del movimento femminista latinoamericano, sui quali ho conversato a lungo con l’amica femminista italo-messicana Francesca Gargallo. Nella seconda metà del ’900 le femministe latinoamericane si sono sentite in qualche modo in debito con i movimenti europei e nordamericano di liberazione delle donne, sia perché questi le avevano precedute, sia perché, nel 1975, in Messico si inaugura la “Década de la Mujer” sul modello del femminismo imposto loro dall’Organizzazione delle

Nazioni Unite. Cosicché, si videro quasi obbligate a emulare i due modi di essere femminista che si manifestavano in Europa e negli Stati Uniti, tuttavia li declinarono in forme teoriche e pratiche particolari, correlandoli alla loro realtà nazionale e continentale, alla loro appartenenza etnica e al loro attivismo politico. Sia agli albori del movimento di liberazione, così come durante la tappa emancipazionista, le donne latinoamericane non sono mai state così visibilmente radicali come le europee e nordamericane, sia perché dovevano comportarsi “in modo degno e decente” per ottenere il riconoscimento delle correnti politiche progressiste, LeSiciliane - Casablanca 26

sia perché la repressione interiorizzata e/o le convenzioni machiste le esponeva a una violenza immediata e brutale. Nonostante ciò, negli anni ’60 si fa avanti una politica della liberazione intesa come processo di costruzione del soggetto politico-critico, un soggetto individuale, ma impegnato con la comunità di appartenenza, intrinsecamente legato a questa. Bisogna dire che le critiche ai concetti e alle categorie europee e nordamericane hanno accompagnato l’intera storia del pensiero in America Latina. Le idee filosofiche femministe hanno portato il femminismo latinoamericano a cercare al suo interno, dentro di sé, le diverse “anime” che lo


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