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Pubblicazione bimestrale in abbonamento - Anno 4 #20 - APRILE-MAGGIo 2012

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idee, prodotti, applicazioni e tendenze per la casa

In un’era dove immagini e informazioni circolano liberamente, velocemente e in abbondanza, il progetto attuale di CASAINMENTE living way è quello di cercare in modo costante nuovi argomenti relativi al settore casa, senza più porre l’enfasi su quali siano gli strumenti di comunicazione più adatti, ma cercando di valorizzare e ordinare quanto di meglio ci circonda a partire dalla nostra realtà locale che è molte volte essa stessa anche realtà nazionale. Nostro compito sarà quello di farvi conoscere sempre meglio e di più le opportunità che la conoscenza mette a disposizione sia delle imprese sia dei privati interessati all’abitazione, nuove tecnologie dunque ma non solo. Vi invitiamo a leggere l’articolo post fiera Spaziocasa dove la redazione ha chiuso importanti collaborazioni con enti e aziende rilevanti per competenze professionalità e innovazione. Vedremo i primi frutti di queste sinergie già dal prossimo numero!

CALLEIDOS S.r.l. Via Aldo Moro, 54 36035 Marano Vicentino (VI) Tel. 0445.560709 Fax 0445.1920319 www.calleidos.it info@calleidos.it

Rivista di informazione del settore casa Aprile - Maggio 2012 - ANNO 4 #20 Iscrizione Tribunale di Vicenza n. 1217

Società editrice / redazione: Calleidos S.r.l. via Aldo Moro, 54 - 36035 Marano Vicentino TEL. 0445 560709 - 624978 FAX 0445 1920319 www.calleidos.it info@calleidos.it direttore reSponSabile: Giuseppe Grolla direttore editoriale: Stefano Battistella stefano.battistella@calleidos.it Stampa: Industrie Grafiche Vicentine S.p.A. hanno collaborato: Daniele Berlato Enrico Ruffato Giuseppe Grolla Lorenzo Grassotto Mara Capitanio Maria Vitella Silvia Sella Stefano Battistella Stefano Bogotto Teresa Dardo

Diffusione

E’ vietata la riproduzione anche parziale del contenuto pubblicitario senza autorizzazione dell’editore. L’editore non è responsabile del contenuto pubblicitario stampato ed è sollevato in qualsiasi caso da responsabilità civile o penale nei confronti dei lettori o di terzi. Web: www.casainmente.it/magazine/living e-mail: info@casainmente.it Voip: casa in mente - calleidos

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rUbriche

12 Il legno 18 Serramenti 20 Coibentare per risparmiare 24 CASAINMENTE living way a Spaziocasa 2012 28 Il cartongesso 44 Arena del design 55 Curiosità dell’abitare nel mondo 58 Dialogo Redazione - Lettori 60 Libri 62 Fiere Italia 2012 professionisti

14 HOME RELOOKING. Interno elaborato in favore della luce 46 Conviene ancora comprare casa oggi?

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aziende

02 FPL 03 Diquigiovanni 08 Alpina Immobiliare 16 Tendaggi Zanrosso 17 Linea ceramica 21 Tiemme

Sfumare i contorni fra esterno e interno

22 Residence Laguna Blu 32 Sfumare i contorni fra esterno e interno 34 Architettura della casa...alla ricerca del “grado zero” 36 Sardegna 38 Pergole 40 NG tendaggi 41 IGVI

arena del desing

42 Energia solare ed energia elettrica 48 Cambiano i tempi anche per la sicurezza nei cantieri 6

50 Cazzola Stefano. Impianti elettrici 51 Ongaro Casa 52 WI-FI…WIRELESS o semplicemente…Senza Fili 54 FONIA 63 Arredamenti Rossi

Curiosità dell’abitare

contenuti

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Franco Albini Philip Johnson Carlo Scarpa Luigi Moretti Isidore Kahn Scharoun Alvar Aalto Giuseppe Samonà Louis Alberto Sartoris Piero Bottoni Mario Ridolfi Giuseppe Terragni Aldo Rossi Peter Einsenman Nicola Pagliata Michael Graves Hans Hollein Richard Meier Norman Foster Frank Owen Gehry Arata Isozaki Alessandro Mendini Imre Makovecz Meinhard von Gerkan Renzo Piano Augusto Romano Burelli Ricardo Bofill Robert A.M. Stern Tadao Ando Franco Purini Emilio Ambasz Francesco Cellini Christian de Portzamparc Jean Nouvel Léon Krier Bruno Minardi Demetri Porphyrios Paolo Zermani Otto Wagner Charles Moore Frei Otto Ricardo Porro Robert Venturi Oswald Mathias Ungers Roberto Gabetti e Aimaro Isola Gio Ponti

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Pubblicazione bimestrale in abbonamento - Anno 3 #17 - oTToBRE -noVEMBRE 2011

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Pubblicazione bimestrale in abbonamento - Anno 3 #16 - Agosto -settembre 2011

Antoni Gaudì Hendrik Petrus Berlage Ernesto Basile Victor Horta Claude Fayette Bragdon Hector Guimard Joseph Maria Olbrich Peter Behrens Charles Rennie Mackintosh Hans Poelzig Frank Lloyd Wright Josef Hoffman Adolf Loos Joze Plecnic Henri Sauvage Armando Brasini Bruno Taut Marcello Piacentini Hugo Haring Walter Gropius Michel de Klerk Erik Gunnar Asplund Ludwig Mies van der Rohe Le Corbusier Erich Mendelsohn Gerrit Thomas Rietveld Antonio Sant'Elia Konstantin Mel'nikov Giovanni Michelacci Pier Luigi Nervi Giovanni Muzio Hans Eero Saarinen Kenzo Tange Jorn Utzon Mario Botta

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Per ogni edificio abbiamo proceduto ad una rilevazione diretta e meticolosa di tutta la superficie muraria esterna, per giungere alla formazione di un disegno in scala ridotta, dove abbiamo avuto cura di riportare tutte le tracce ancora leggibili di decorazioni e di figure; registravamo i colori ed eventuali particolarità caratteristiche dell’intonaco. La seconda fase del lavoro per l’elaborazione dei bozzetti è consistita nel rilievo prospettico di ogni edificio allo scopo di riportare in scala, il paramento decorativo risultante dalla restituzione effettuata.

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Pubblicazione bimestrale in abbonamento - Anno 3 #15 - giugno-luglio 2011

Il lavoro di rilevamento, iniziato molti anni fa, non sempre è stato facile; innanzitutto a motivo dei disagi incontrati per accedere alle superfici murarie da esaminare, collocate spesso in posizioni assai disagevoli e raggiungibili soltanto con l’ausilio di scale. Non poche difficoltà ha riservato la lettura della decorazione pittorica ridotta talvolta ad esigue tracce riconoscibili a fatica e con colori appena percettibili, prossimi a scomparire sotto l’azione delle intemperie. Nonostante le lacune ci sembra che il materiale raccolto ed elaborato offra nel suo complesso una documentazione non disprezzabile e componga una messe di informazioni utili per i futuri, si spera, restauri.

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Il Legno Natura ed artigianato insieme per creare uno dei più perfetti materiali. Legno: materiale ricavato dai fusti delle piante, in particolare dagli alberi ma anche dagli arbusti, dicono le definizioni enciclopediche. Si tratta del materiale di origine vegetale che forse più ha influito sullo sviluppo delle tecnologie e della qualità di vita dell’uomo, e senza il quale non si sarebbero potuti raggiungere risultati nella fabbricazioni di utensili, di strutture abitative, di macchinari e mezzi di trasporto. Tale materiale si può classificare principalmente in due macrogruppi, a loro volta infinitamente suddivisibili. Ad ogni modo, inizialmente possiamo definirlo legna se fornisce combustibile, e legname da lavoro, costruzione, industria se indirizzato verso impieghi strutturali. La successiva suddivisione avviene tra legni morbidi e duri, anche se tale denominazione deriva dai termini inglesi softwood e hardwood, tesa a distinguere semplicemente fra conifere e latifoglie. Le caratteristiche di classificazione e valutazione del legno poi, sono essenzialmente tre: in base al colore, che può andare dal bianco del frassino al rosso scuro del mogano; sull’odore, diverso per ogni legname; e in relazione alle venature, ossia la direzione in cui sono disposte le fibre del legno. Le proprietà meccaniche prese in considerazione per la valutazione del materiale, invece, sono quattro: durezza, resistenza, elasticità e relisienza. La durezza riguarda la capacità del materiale nel resistere alla penetrazione di corpi più duri; la resistenza tratta invece alla capacità del legno nel sopportare flessioni e alle compressioni senza rompersi; elasticità e relisienza sono invece inerenti alle capacità del legno. Rispettivamente: di riprendere la forma primitiva dopo essere stati sottoposti a sollecitazioni; e di resistere a bruschi sforzi o cambi di stato. Queste quattro caratteristiche permettono bene di capire come mai oggi il legno sia al centro di studi che analizzano la possibilità di creare architetture antisismiche. Oggi è interessante notare come la scienza e l’architettura si stiano orientando verso la creazione di progetti che studiano, oltre alla composizione chimica, anche le varie possibilità di applicazione innovativa del legno nelle costruzioni. In questi giorni, a Venezia, attualmente capitale dell’architettura futuribile, più di un progetto (Mostra Beyond Entropy, vari Padiglioni Nazionali) presenta strutture perfettamente stabili e resistenti costruite in legno e senza l’ausilio di un solo chiodo: questo avviene perché gli studiosi si sono soffermati ad analizzare l’energia potenziale del legno e delle sue caratteristiche elastiche, e a considerare lo spazio come risultante di forze opposte che si sostengono e si adattano all’ambiente circostante. 10

Il legno comunque, ti consistenza spugnosa o compatta, può essere utilizzato anche per creare strutture che vanno dai modellini ai mobili, agli intagli, a strumenti industriali. Grazie alla sua composizione naturale, sia da bagnato che da secco (anche se a seconda della situazione risulta più o meno adatto ad uno scopo o ad un altro

materiali e tecnologie

materiali e tecnologie – interessante l’uso di utensili di legno da parte dei maestri vetrai, grazie alla sua capacità di resistere al calore del vetro fuso), il legno permette una varietà enorme di utilizzi anche esterni al settore costruttivo. Le caratteristiche del legno sono anche legate a potenziali applicazioni tecniche e materiali non fibrose, utili quindi per analizzare le possibilità di completamento di strutture realizzate con l’ausilio di altri materiali: dagli infissi agli scuri e alle veneziane, grazie alla loro totale opacità e alla possibilità di essere resi impermeabili, alla pavimentazione e rivestimento di locali, grazie alla notevole bassezza di dispersione termica che il legno permette. Non è possibile in queste poche righe descrivere l’infinità di usi che del legno si possono fare (storicamente, si sarebbero dovuti analizzare anche quella quantità infinita di reperti di cultura materiale che oggi, nei loro esemplari superstiti, sono esposti nei musei di storia locale di tutto il mondo): dalle prime armi ai telai per la filatura, agli strumenti musicali – il legno permette anche una risonanza ed una elasticità impareggiabili per la creazione di suoni limpidi – e alla fabbricazione della carta. Possiamo invece, proprio facendo risultare in negativo tutto ciò che qui non è stato possibile analizzare, l’enorme importanza di un materiale naturale che, se pure per certi utensili e strutture è stato rimpiazzato nel suo utilizzo più economico, rimane ad oggi indispensabile per altri usi, e preferito nel caso si voglia affidarsi alla soluzione più costosa per determinate strutture ed oggetti. Più costosa perché, ancora oggi, insuperabile nel risultato che dà. Enrico Ruffato.

HOME RELOOKING Interno elaborato in favore della luce Come si può capire quanto spazio abbiamo a disposizione quando abbiamo davanti una piantina in bianco e nero o se in cantiere siamo circondati da muri in mattoni rossi bucati dove ci saranno porte e finestre e dove camminiamo su mucchietti di sabbia e cemento? E come si possono scegliere i materiali e i colori partendo da campioncini di dimensioni troppo piccole per rendere l’idea.

Eppure è proprio questa la fase costruttiva dove si può fondere la struttura a disposizione con i percorsi funzionali che riflettono il gusto e il piacere di vivere la casa di chi ci abiterà.

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Le immagini che vi presentiamo in questo numero sono il punto d’arrivo del percorso progettuale e il punto di partenza per la realizzazione pratica di una zona giorno, che inizierà fra qualche mese ma che non presenterà sorprese. Con l’aiuto del modello 3d abbiamo risolto lo studio dell’arredamento inteso come elementi e percorsi che devono rispettare le abitudini e i gusti del cliente, la pavimentazione con 2 finiture diverse accompagna attraverso le zone delimitando senza creare barriere.

Priorità alla luminosità e agli spazi aperti in un living ricco di idee innovative.

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La pannellatura, su disegno, dell’ingresso scherma dal divano ma lascia che lo sguardo abbracci tutto lo spazio fino al giardino.

Le pannellature in vetro danno sempre un tocco di eleganza e raffinatezza e possono essere personalizzate in diversi modi: possono essere colorate, si possono eseguire disegni originali o riprodurre foto e immagini, possono semplicemente avere un’anima in tessuto del quale risalterà la trama...

Il controsoffitto che sottolinea il percorsi serve anche a contenere i faretti, altre luci sono state incassate anche a soffitto così anche senza il sole sembra che la luce appartenga allo spazio.

La strada dell’illuminazione ad incasso a scomparsa totale, dove si vede solo la luce, è facilmente percorribile quando il cantiere è in fase di costruzione, si possono passare cavi, fare incassi a filo, collegare interruttori, prevedere prese a pavimento ilontane dai muri.

Una volta stabilita la disposizione della cucina l’impianto elettrico ed idraulico sono risolti nei dettagli, dalla posizione del lavello a dove sarà possibile accendere le luci sottopensili.

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Serramenti Le porte e finestre sono responsabili per circa un terzo delle dispersioni termiche totali di un edificio, appare quindi importante avere dei serramenti con basso valore di trasmittanza termica al fine di ridurre al minimo le dispersioni di calore. Ogni elemento che costituisce il serramento contribuisce alla prestazione globale in termini di trasmittanze (Uw) e i due più importanti sono il vetro (Ug) ed i profili (Uf). Analizziamo ora questi due importanti elementi:

Termografia di una parete di un edificio. Si può notare che le maggiori dispersioni di calore (gradazioni di giallo/rosso) sono localizzate nei serramenti.

VETRO I serramenti di ultima generazione sono dotati di vetrocamera composta da due o più lastre di vetro separate da un’intercapedine di aria o gas. Esistono diverse tipologie di vetrocamera: - chiara: vetri semplici e con aria secca nell’intercapedine; - basso emissiva: vetri rivestiti di ossidi metallici che ne rafforzano le proprietà di isolamento termico e di controllo solare; - basso-emissiva con gas isolante: l’utilizzo di un gas isolante (argon o kripton) nell’intercapedine rende questo tipo di vetrocamera particolarmente performante dal punto di vista dell’isolamento termico ed acustico. Il valore di trasmittanza Ug è definito secondo tre parametri ovvero dallo spessore dell’intercapedine, dall’utilizzo di vetri basso emissivi e dal riempimento dell’intercapedine se con aria o gas isolante.

Sezione vetrocamera con doppia lastra.

A titolo di esempio riportiamo i valori Ug di tre vetri. I primi numeri indicano lo spessore del vetro e dell’intercapedine: - 4/15/4 (4 mm vetro esterno, 15 mm intercapedine, 4 mm vetro interno) vetro chiaro, intercapedine aria: Ug=2,7 W/m2K - 4/15/4 vetri basso emissivi, intercapedine argon: Ug=1,1 W/m2K - 4/12/4/12/4 vetri basso emissivi, intercapedine argon: Ug=0,7 W/m2K E’ interessante notare nei primi due esempi la differenza sostanziale del valore di trasmittanza, notevolmente inferiore nel caso di utilizzo con gas isolante e vetri basso emissivi.

Quando si sceglie un vetro oltre alla trasmittanza bisogna considerare anche i seguenti parametri: - il fattore solare che fornisce il valore percentuale della quantità di radiazione solare che passa attraverso il vetro; - la trasmissione luminosa indica la capacità del vetro di far passare la radiazione luminosa (in pratica è il rapporto tra il flusso luminoso trasmesso ed il flusso luminoso incidente); - l’indice di selettività è il rapporto tra la trasmissione luminosa e il fattore solare; ne segue che hanno elevato indice di selettività i materiali caratterizzati da alta trasparenza e bassa propensione alla trasmissione del calore. Un vetrocamera con prestazioni energetiche ottimali avrà pertanto valori di trasmittanza luminosa alti (80% circa), di fattore solare bassi (40% circa) e trasmittanza Ug attorno a 1/1,5 W/m2K.

PROFILI I serramenti possono essere suddivisi in base al materiale con cui sono costruiti: - serramenti in pvc: molto diffuso per l’economicità rispetto le altre tipologie, presenta buone caratteristiche di isolamento termico/acustico, di resistenza all’intemperie, all’usura e non richiede particolare manutenzione; - serramenti in legno: ottime proprietà di isolamento termico ed acustico, buona resistenza agli agenti atmosferici se sottoposto ad opportuno trattamenti prima dell’installazione. Essendo un materiale naturale ha bisogno di una regolare e periodica manutenzione, per rallentarne l’usura nel tempo; - serramenti in alluminio: l’alluminio, a differenza del legno, ha una migliore resistenza agli agenti atmosferici, a fronte però di una maggiore conducibilità termica, che rende necessario l’inserimento nel profilato di un materiale isolante e di una particolare lavorazione del profilato stesso ovvero i profilati a taglio termico, un tipo di lavorazione che garantisce una migliore tenuta nei confronti delle dispersioni termiche. I serramenti in alluminio richiedono inoltre una minore manutenzione. La sostituzione dei serramenti, in quanto intervento teso a migliorare l’efficienza energetica dell’edificio, rientra nelle casistiche previste dalla normativa specifica per la detrazione pari al 55% ed il recupero della stessa in dieci anni con un limite massimo della detrazione di € 60.000. La sostituzione dei serramenti è l’intervento più risolutivo per abbattere le dispersioni ma si può ricorrere anche ad altri interventi, meno costosi ma comunque efficaci per ottenere un miglioramento del comfort abitativo ovvero: - sostituire le guarnizioni dei serramenti; - inserire nel cassonetto sopra al serramento un pannello isolante. Esistono in commercio soluzioni specifiche per tale utilizzo, materassini conformati per la posa all’interno del cassonetto; - nel caso di presenza di un solo vetro sostituire il vetro, se il profilo lo consente, con un vetrocamera senza dover ricorrere all’intera sostituzione del serramento.

Sezione serramento con profilo in PVC

Sezione serramento con profilo in legno

Sezione serramento con profilo in alluminio 19

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Coibentare per risparmiare (parte 2) Per poter fruire delle agevolazioni previste dalla normativa vigente non è sufficiente migliorare l’efficienza energetica delle strutture, bensì devono essere rispettati i requisiti di trasmittanza

termica definiti dal Decreto 26 gennaio 2010 e il valore massimo della detrazione è di € 60.000,00.

Ogni comune italiano appartiene ad una zona climatica individuata dal Dpr 26 agosto 1993 n.412. Analizziamo un caso pratico: un cliente residente a Schio si è rivolto al nostro studio perché voleva migliorare la prestazione energetica della copertura in legno dell’edificio in cui vive, in quanto vi era una considerevole dispersione di calore durante l’inverno mentre nel

periodo estivo il caldo torrido riusciva ad attraversare la struttura del tetto e riscaldare in modo considerevole la mansarda. Innanzitutto si è proceduto con la valutazione della trasmittanza termica del pacchetto di copertura allo stato di fatto da cui si è potuto appurare che la dispersione di calore (trasmittanza) era notevole.

Dati generali Spessore:

0,113 m

Resistenza:

1,2576 m²K/W

Trasmittanza:

0,7952 W/m²K

Pertanto abbiamo studiato un pacchetto coibente che potesse garantire un buon comfort interno della mansarda, dispersioni termiche limitate e con valore della trasmittanza termica tale per cui si potesse rientrare nei parametri previsti dalla normativa in essere per la detrazione del 55%. Il comune di Schio appartiene

alla fascia climatica E, pertanto facendo riferimento alla tabella sopra riportata, doveva essere rispettato il valore massimo pari a 0,24. Con una spesa di 21.000 euro (comprese le lattonerie e il manto di copertura) per una superficie complessiva di 65 mq si è ottenuta una struttura con le seguenti caratteristiche:

Dati generali

Spessore:

0,200 m

Resistenza:

4,9713 m²K/W

Trasmittanza:

0,2012 W/m²K

ove si può notare, rispetto alla situazione precedente ai lavori di coibentazione, un notevole aumento della resistenza termica con conseguente diminuzione della trasmittanza, nonchè quest’ultimo valore inferiore rispetto

al valore limite imposto dalla normativa. Teresa Dardo e Stefano Bogotto archiplus - thiene

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Tiemme è un’impresa specializzata nell’installazione di impianti fotovoltaici, con una spiccata attenzione al bello e al funzionale. Offrendo soluzioni per tutte le esigenze, segue il percorso per una gestione più efficiente, dalla progettazione nel contesto architettonico al collaudo degli impianti. Propone le tecnologie più avanzate disponibili sul mercato. La sua sede è diventata ora una vera stazione di test con tre impianti in funzione per un totale di 11kWp, composti ciascuno da moduli di diversi costruttori (Sunpower, Solarworld, Eurener), in modo da poter confrontare la produttività attraverso un sistema di monitoraggio combinato visibile anche via Web o Iphone, Ipad.

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A brevissima distanza da Caorle, incastonata tra le località di Porto Santa Margherita e Duna Verde, sorge la nuovissima urbanizzazione del Lido Altanea, una moderna località turistica. L’insediamento turistico si sviluppa su un’area di oltre 100 ettari, concepito e progettato come un villaggio dalla moderna architettura, in perfetta armonia con il territorio e la natura in cui è inserito.

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CASAINMENTE living way a Spaziocasa 2012 CASAINMENTE living way, è stato protagonista come unica rivista accreditata dall’ente fiera a Spaziocasa 2012 da oltre 50 anni uno fra i più prestigiosi appuntamenti fieristici di tutto il Nord-Est per pubblico ed operatori. Un evento dedicato all’arredamento moderno, tradizionale e di design, ai complementi d’arredo, alle rifiniture di interni alle tecnologie per il riscaldamento e condizionamento, agli accessori per la casa agli arredi e decori per terrazze e giardini, infine agli articoli per gli sposi.

foto Archivio fiera di vicenza

Questâ&#x20AC;&#x2122;anno la razionale suddivisione, la semplificazione del lay-out con percorsi obbligati, ha permesso a CASAINMENTE living way di farsi conoscere a tutti i visitatori che passando per i due padiglioni principali hanno potuto volgere lo sguardo alle stampe presenti alcune anche del Tiepolo che con una immagine coordinata riportavano a memoria la copertina del numero di CASAINMENTE e lâ&#x20AC;&#x2122;evento precedente svoltosi al Loft MT55 di Vicenza dove si era parlato di ristrutturazione.

La redazione ha potuto partecipare alle proposte e le iniziative collaterali, ponendo l’attenzione agli stili e alle tendenze ma anche a tutti i seminari sulle nuove tecnologie che hanno permesso inoltre di prendere accordi per i prossimi numeri riuscendo così a fornire notizie sempre più importanti e aggiornate su quel che riguarda il panorama della casa sia esso costruttivo che riguardante gli interni. Una menzione particolare va a SPAZIOLUCE che posto con un padiglione all’ingresso principale (Ingresso Ovest) e dedicato interamente all’illuminazione della casa ha dato ulteriori spunti sia per quel che riguarda il design che per l’utilizzo di nuove tecnologie più economiche ma soprattutto caratterizzate da nuove possibilità di sfruttamento della luce anche con nuovi materiali come il cemento trasparente ed altri di cui parleremo a breve.

foto Denis Lucatello

Il cartongesso Le lastre in gesso rivestito La grande diffusione e facilità di reperimento del gesso minerale ha sempre favorito, fin dai primordi dell’architettura, lo sviluppo di tecniche costruttive basate sul suo impiego. Già le popolazioni più antiche, come i Babilonesi, i Caldei, gli Egizi conoscevano bene l’arte del gesso, la quale neppure si perse successivamente nel corso della storia, tanto da raggiungere il suo culmine durante il periodo Barocco e Rococò. Oggi il gesso è ampiamente utilizzato sia per realizzazioni decorative cui il materiale ottimamente si presta, sia in qualità di intonaco, di legante, di blocco monolitico da costruzione. A partire dalla fine del secolo scorso, poi, fu ideato negli Stati Uniti un nuovo e rivoluzionario ciclo di produzione industriale ove il gesso si proponeva sotto forma di lastre omogenee di basso spessore ed in abbinamento a strati di cartone di armatura. Si dava luogo in tal modo ad un’efficace tecnica costruttiva, basata sul principio di un’orditura metallica di supporto e un rivestimento con le nuove lastre di gesso, al fine di realizzare elementi di separazione verticale (pareti e contropareti) ed orizzontale (controsoffitti) all’interno degli edifici. Da allora l’evoluzione del prodotto non ha conosciuto tregua, apportando trasformazioni sia alla natura della lastra che migliorie alle tecniche di posa, per la cui effettuazione sono stati messi a punto nel corso degli anni accessori appositi ed elementi complementari specifici. Un po’ di storia L’utilizzo del gesso come materiale da costruzione è sempre stato piuttosto diffuso, in relazione anche alle locali tradizioni fabbricative. Gli operatori, infatti, ne hanno sempre apprezzato qualità come la duttilità e la flessibilità per realizzazioni di decori a stampo, oppure la sua facilità di lavorazione e fluidità dell’impasto per impieghi in funzione di legante. Negli ultimi decenni del secolo scorso, tuttavia, negli Stati Uniti si cominciarono ad effettuare le prime prove per ottenere, in alternativa a manufatti in amalgama di catrame e carta-paglia, delle lastre in gesso rivestito da ambo i lati con dei fogli di cartone. Con questi primi tentativi, si cercò di ottenere un prodotto di facile e veloce applicazione quale rivestimento interno alla tradizionale struttura in legno delle abitazioni americane.Tali tentativi ebbero pieno successo, la lastra fu rapidamente brevettata e fece la sua comparsa in Europa nel corso del primo grande conflitto bellico. La sua diffusione fu inizialmente circoscritta alle Nazioni più settentrionali, dove la tecnica costruttiva delle abitazioni, a telaio di legno, meglio si adattava alle sue applicazioni. Successivamente, ed in tempi più recenti, le lastre in gesso rivestito si diffusero nel resto d’Europa, per approdare agli albori degli anni ‘60 anche in Italia e poi nei Paesi dell’area mediterranea. 28

Il materiale L’ampia distribuzione e la grande disponibilità di gesso minerale in natura sono alla base della sua antica applicazione in edilizia. I depositi naturali sono diffusi un po’ ovunque: in Italia vi è abbondanza di giacimenti di buona qualità. Molti di essi sono oggetto di attività estrattiva.

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La materia prima, una volta estratta dalla cava viene depositata in opportune aree di stoccaggio in prossimità degli impianti di trattamento, ove viene frantumata, macinata e p01 vagliata.La disidratazione avviene in forni, dove il materiale viene portato a cottura per temperature intorno ai 160°C. Vengono poi eseguiti ulteriori trattamenti i quali, tra l’altro, servono a selezionare le caratteristiche del prodotto in funzione dei suoi impieghi. - il raffreddamento, che consegue lo scopo di stabilizzare uniformemente il prodotto; - la macinazione, la quale riduce la granulometria ai valori previsti dalla specifica di impiego; - l’additivazione, in cui vengono miscelati gessi di differenti caratteristiche oppure aggiunte modeste quantità di agenti in grado di modificare le qualità indotte della pasta. La produzione delle lastre e le loro caratteristiche Le lastre di gesso rivestito sono manufatti costituiti da un nucleo di gesso emidrato reidratato rinforzato da due fogli di cartone resistente che fungono da armatura esterna. Il cartone delle superfici può variare in funzione dell’impiego del particolare tipo di lastra ed il nucleo interno può contenere additivi per conferire proprietà aggiuntive quali la resistenza meccanica, la resistenza al fuoco, all’umidità, ecc ...La larghezza della lastra standard è di 120 cm, mentre la lunghezza può variare dai 60 fino ai 400 cm, per uno spessore variabile dai 6 ai 25 mm, con lo standard più diffuso di 12.5 e 15 mm. Già nei controlli di qualità intermedi alla lavorazione, le lastre difettate vengono scartate. La permanenza all’interno dell’essicatoio è variabile in funzione dello spessore: all’uscita le lastre vengono accoppiate per proteggerne la superficie. Silvia Sella

Sfumare i contorni fra esterno e interno Il gruppo Saccardo, operante nel settore dell’edilizia e delle energie rinnovabili, presenta questo mese tre nuove proposte abitative, dalla cui osservazione emerge uno dei tratti più affascinanti della pratica progettuale dell’azienda. Attenti sia al valore del comfort all’interno di un’abitazione che all’importanza della luce e dell’ambiente al suo esterno, le proposte Saccardo Group si concentrano sulla creazione di un forte legame tra le zone chiuse e quelle aperte di un lotto abitativo. Il sole è considerato un elemento essenziale per la serenità di un inquilino; presenza costante (così italiana) sui terrazzi e gli esterni, viene stemperato ed accolto con piacere anche dalle ampie aperture delle strutture. Sia essa sezionata in accattivanti fasci luminosi, o scomposto dai volumi dei blocchi edilizi, questa componente è sempre parte integrante del concetto di “vivere”: che altro non è, se non la stessa parola “living”. Quel termine che oggi indica spazi illuminati, ampi, pensati per muoversi in completa armonia con ciò che ci circonda, sia dentro la nostra casa che fuori.

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Architettura della casa... alla ricerca del “grado zero” Introduzione DICEMBRE - GENNAIO 2012 LA COpERtURA FEBBRAIO - MARZO 2012 Le forature – serramenti e oscuri IN QUESTO NUMERO

Le aperture negli edifici sono classificate come finestre, porte, arcate e nel corso della storia l’elemento tipologico è stato esaltato con lo studio della forma, ma anche con lo studio di cornici, modanature e non da ultimo il serramento, se pur questo è da considerarsi un aspetto più tecnico. L’elemento più comune è quindi la finestra, essa permette di illuminare e ventilare le stanze, nella sua funzione primaria, ma diventa anche l’occhio attraverso cui noi guardiamo all’esterno dall’intimità della nostra casa. Ma cosa guardiamo e come guardiamo? Possiamo osservare un panorama o l’incalzarsi dei volumi del vicinato, magari proprio la finestra del bagno del nostro vicino...

Gli aggetti (terrazze, pensiline, pergole...) GIUGNO - LUGLIO 2012 La distribuzione degli spazi interni e le caratteristiche degli ambienti AGOstO - sEttEMBRE 2012 I collegamenti interni: il vano scale… la scala, la rampa OttOBRE - NOvEMBRE 2012

La posizione e la forma di una qualsiasi apertura quindi non può essere casuale, fuori dal finestrino del treno ci si può trovare davanti un paesaggio e quindi la nostra finestrella potrebbe non bastare, ma potremmo trovarci di fronte all’informe e quindi la nostra finestra potrebbe servirci per SELEZIONARE.

Di fronte alla progettazione di una apertura ci chiediamo in primis cosa vediamo, poi come vogliamo essere visti e poi, last but not least, quale luce vogliamo all’interno della nostra stanza.

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L’orientamento geografico è basilare per la gestione di una luce diffusa, che potrebbe provenire da Nord, mentre un’apertura ad Est può offrirci la luce dorata del mattino e quella ad Ovest di inondare la spazio della luce rossastra del tramonto.

struttura e design

1 1. 2. 3. 4. 5, 6, 7 8, 9, 10

Le Corbusier, Ronchamp, Francia, 1950-1955 Zurigo, Svizzera, 2009 da Amsterdam a Rotterdam, 2010 Villa imperiale a Katsura,Giappone, 1615-1663 Le Corbusier, Unitè d’habitation, Firmigny, Francia, 1965 Le Corbusier, Villa Savoye, Poissy, Francia, 1928-1931

Le tre funzioni della finestra: illuminazione, aerazione e vista verso l’esterno, ognuna può essere definita con parti leggermente diverse. Un esempio ne è il finestrino del treno, riscontrabili nelle aperture di un edificio contemporaneo, ma anche nella finestra di Le Corbusier a Ronchamp nell’ostello. Ma ciò che vediamo dalla nostra finestra è vitale, a volte non pensiamo che questo può e deve essere studiato, la vista della villa imperiale a Katsura in Giappone ne è un esempio di eccellente maestria.

E’ necessario inoltre pensare al carattere della luce, al suo colore e a quanto possa influenzare lo spazio che quindi diventa giocoso, enfatico, intimo. La cornice che sceglieremo sarà il nostro serramento. In legno o metallico, con telaio visto o nascosto, apertura ad anta battente, scorrevole, una, due, tre partiture. Questi sono elementi che dipendono dalla distribuzione e delle funzioni che residiedono all’interno, e dallacomposizione delle facciate dell’edificio nel suo complesso.

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PERGOLE: Perché scegliere un materiale per le proprie realizzazioni piuttosto che un altro? Parliamone..

PERGOLE IN LEGNO Il pergolato in legno deve essere scelto tenendo presente innanzitutto l’utilizzo e lo spazio a disposizione. Questo materiale naturale necessita di trattamenti con sostanze specifiche affinché resista nel tempo. Il pergolato in legno può essere collocato in qualsiasi spazio all’aperto e può essere utilizzato per le zone pranzo esterne, le zone relax e i riparo auto. COPERTURE FISSE IN POLICARBONATO, PVC MULTISTRATO, STRUTTURE MOBILI Le coperture fisse, in pvc e le strutture mobili sono valide soluzioni per vivere gli spazi aperti in maniera ottimale e duratura nel tempo.

PERGOLE IN ALLUMINIO Le pergole in alluminio vengono predisposte soprattutto per le zone relax e le zone pranzo esterne. Questo materiale dura negli anni e presenta un’ottima resistenza alle condizioni atmosferiche avverse. Sia i sistemi di copertura che gli infissi possono essere aperti, in modo tale da creare degli open space immersi nel verde durante la bella stagione. Il pergolato in alluminio ben si accosta a tipologie di abitazioni moderne, data la sua essenzialità e rigorosità. Una struttura in alluminio può essere impiegata anche per la copertura di piscine o vasche idromassaggio, utilizzabili così anche durante le stagioni fredde grazie al sistema di riscaldamento collocabile all’interno della struttura. PERGOLE IN FERRO Le pergole in ferro rappresentano una valida soluzione di protezione utile sia per creare una zona pranzo/relax all’aperto sia come riparo durante le giornate assolate. Oggi le pergole in ferro han subito trattamenti di sabbiatura, zincatura, verniciatura a polveri e non temono alcun agente atmosferico. La flessibilità del materiale permette realizzazioni molto complesse e articolate. La copertura del pergolato in ferro può essere realizzata con un telo, fisso o mobile.

A questo proposito, vogliamo presentarVi una struttura molto interessante: la Pergola Sintesi, dove tecnica ed eleganza si fondono assieme.

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Energia solare ed energia elettrica ...convivono in armonia GUIDA AL FOTOVOLTAICO a cura di SOLAR GLOBE Cos’è l’energia fotovoltaica OTTOBRE - NOVEMBRE I componenti principali di un impianto DICEMBRE - GENNAIO 2012 Dove installare l’impianto fotovoltaico FEBBRAIO - MARZO 2012 Quanta energia produce l’impianto APRILE - MAGGIO 2012 Costo e durata GIuGNO - luGlIO 2012 incentivi e conto energia AGOsTO - sETTEMBRE 2012 Rendita e ritorno dell’investimento OTTOBRE - NOVEMBRE 2012

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la produzione elettrica annua di un impianto fotovoltaico può essere stimata attraverso un calcolo che tiene conto: • della radiazione solare annuale del luogo; • di un fattore correttivo calcolato sulla base dell’orientamento, dell’angolo d’inclinazione dell’impianto e di eventuali ombre giornaliere e/o stagionali; • delle prestazioni tecniche dei moduli fotovoltaici, dell’inverter e degli altri componenti dell’impianto; • delle condizioni operative dei moduli.

un impianto da 1 kWp copre il 40% dei consumi elettrici medi di una famiglia

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la potenza di picco di un impianto fotovoltaico si esprime in kWp (chilowatt di picco), cioè la potenza teorica massima che l’impianto può produrre nelle condizioni standard di insolazione e temperatura dei moduli (1000 W/m2 e 25 °C). la mappa a sinistra mostra la produzione elettrica annua per un impianto fotovoltaico da 1 kWp, installato in Italia, considerando le migliori condizioni locali d’installazione (inclinazione 30° rispetto all’orizzontale, orientamento a suD, assenza ombreggiamenti).

si tratta di valori medi indicativi. la reale produzione dell’impianto può variare leggermente (anche di un più o meno 10%) di anno in anno e da sito a sito in funzione della stagionalità e del microclima. si conclude che un impianto da 1 kWp in Italia centrale può contribuire a coprire circa il 40% dei consumi elettrici medi di una famiglia (3.000 kWh/anno). Nella tabella in basso (Fonte: Phébus) sono riportati i fattori di correzione per inclinazione ed orientamento diversi da quelli ottimali alle latitudini italiane. I riquadri colorati indicano posizioni da evitare, a meno di vincoli architettonici imposti.

Arena del design uP5 Poltrona eGG

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Gaetano Pesce

acHille e Pier GiacoMo castiGlioni

arne Jacobsen

Nato a La Spezia, nel 1939, artista, architetto e designer. Nel 1959 è tra i fondatori del gruppo “N” per l’Arte Programmata. Nel 1961 frequenta la Hochschule für di Ulm. Dal 1962 intraprende l’attività dell’arredo di interni e della progettazione di mobili. Nel 1964 conclude gli studi di architettura e design a Venezia. Nel 1972 partecipa alla fondamentale mostra presso il MOMA di New York (Italy: The New Domestic Landscape). Nel 1983 si trasferisce a New York, svolgendo intensa attività didattica. Si impegna in un’intensa attività progettuale sia in campo architettonico (grattacielo a Manhattan, Pluralist Tower, San Paolo), che come design del mobile e del complemento lavorando per B&B Italia, Cassina. Esponente di spicco del design sperimentale, grande esperto nel trattamento delle materie plastiche.

I fratelli Castiglioni, hanno rappresentato negli anni 40-50 una incredibile fucina familiare di genialità inventiva che ha lasciato nel mondo del design, una traccia indelebile. Progettando soprattutto apparecchiature domestiche su un filo conduttore basato sulla rielaborazione e ricostruzione dell’esistente, hanno ridato forma, vita e dimensione agli oggetti della quotidianità. sottolineando ed accompagnando il profondo cambiamento di un mondo che, superata la durezza degli eventi bellici, si affacciava fiducioso su un futuro tutto da innovare.

Nato a Copenaghen, Arne Jacobsen riceve una formazione di muratore prima di studiare architettura all’Accademia reale delle arti di Copenaghen dove si diploma nel 1927. Nel 1930 crea il proprio studio che dirige fino alla sua morte nel 1971. E’ sia architetto arredatore, designer di mobili, tessuti e ceramica, che professore di architettura presso l’ Accademia reale delle arti di Copenaghen. I suoi progetti piu’ famosi sono “S.T. Catherine’s College” ad Oxford e l’albergo “SAS” di Copenaghen.

La lampada Arco, originariamente prodotta dalla Flos nel 1962 su progetto di Achille e Pier Giacomo Castiglioni, è un classico d’autore. Nata dall’ingegno di due fratelli milanesi, il famosissimo oggetto d’arredo costituito da una pedana in marmo di Carrara e da un fusto ad arco da anni è oggetto di rivisitazioni, nuove colorazioni, lievi modifiche. Senza mai smettere di essere un mito dei tempi recenti. La semplicità delle sue forme, la sua praticità e la sua affascinante ambivalenza sono un vero e proprio manifesto al pensiero espresso da Achille Castiglioni, che in un’intervista dichiarò: Oggi Arco, mantenendo le sue principali caratteristiche vanta moltissime filiazioni, nate dalla rilettura del corpo originale, effettuate da aziende produttrici di lampade. Accorciando lo stelo, colorando il paralume o proponendo nuovi materiali, queste ditte hanno fatto in modo che Arco rivivesse sempre, come matrice, nelle nuove espressioni tecnologiche e nelle ricerche d’illuminotecnica.

La poltrona Egg è stata ideata e realizzata per la storica azienda Fritz Hansen con la quale iniziò a collaborare nel lontano 1934. Pensata inizialmente per arredare la lobby e le aree di accoglienza presso l’Hotel Royal a Copenaghen, Egg chair è diventata presto un oggetto di alto design perfetto anche per gli spazi privati.La grande innovazione di questa seduta non risiede solamente nell’originale e accattivante forma ad uovo ma anche nell’innovativa struttura: Jacobsen è stato infatti il primo ad utilizzare una calotta interna in schiuma forte sotto il rivestimento. Il risultato è una seduta ampia e accogliente caratterizzata da una forma capace di avvolgere il fruitore garantendogli privacy e comfort. Egg è disponibile in una vasta gamma di rivestimenti in tessuto e pelle, sempre abbinate ad una base a forma di stella in alluminio satinato lucido. Date un’occhiata alla fotogallery per scoprire alcune delle moltissime soluzioni proposte da Fritz Hansen!

La serie Up, disegnata da Gaetano Pesce nel 1969, è stata acclamata fin dai suoi esordi come una delle più potenti espressioni del design italiano. La serie comprendeva sette modelli di sedute caratterizzate da un impatto visivo eccezionale che le ha rese uniche. Di queste, la più famosa è sicuramente la Up5 (nell’immagine), una sorta di seduta antropomorfa che rievoca la forma femminile, legata ad un pouf a forma di sfera che simboleggia le catene che soggiogano le donne – la poltrona è stata appunto soprannominata “la palla al piede”. L’uso di colori vivaci, grande costante nell’opera di Pesce, era finalizzato all’introduzione di emozioni come gioia, ottimismo e sensualità all’interno di oggetti di uso quotidiano come appunto le poltrone.

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Verner Panton

Mariano Fortuny

Nato nel 1908 ad Hartford, nel Connecticut, Nelson non si è distinto solo come architetto e designer, ma anche come apprezzato giornalista e autore di studi relativi alla professione. Nei suoi innumerevoli saggi sul design, si dedicò a riflettere, con limpida acutezza, sulle condizioni di lavoro, i compiti e gli obiettivi di una figura i cui contorni, a metà del XX secolo, erano ancora da definirsi. La sua visione del design come sistema, il suo approccio volto a trascendere la contingenza delle forme e a pensare sempre in termini di contesti e relazioni più ampie, uniti alla capacità di comunicare il design, fanno sì che la sua opera sia ancora oggi attuale e di grande interesse. Nel suo studio newyorchese, aperto nel 1947 e frequentato da giovani assai promettenti, tra i quali Ettore Sottsass, diede vita a molti progetti, divenuti poi icone del design del XX secolo.

Panton è considerato uno tra i designer danesi di mobili e di interni più influenti del XX°secolo. Durante la sua carriera, ha ideato progetti innovativi e futuristici in un’ampia varietà di materiali, soprattutto plastici, e dai colori vibranti. Il suo stile ha le sue radici negli anni ’60, ma raggiunge la popolarità solo verso la fine del XX°secolo. I modelli di mobili di Panton più conosciuti sono ancora in produzione.

La lampada Fortuny fu opera di Marià Fortuny i de Madrazo, noto anche col nome italianizzato Mariano Fortuny, pittore, stilista e scenografo spagnolo. Fortuny è ricordato per le sue creazioni di moda, che riprendono suggestioni apparentemente distanti come l’abbigliamento greco antico, le stampe di William Morris e i motivi decorativi catalani in un insieme riuscito e riconoscibile. Il suo nome è legato alla plissettatura, brevettata nel 1909.

La classica PANTON CHAIR non venne subito messa in produzione poiché non si pensava possibile che, attraverso l’uso di un unico stampo, si riuscisse a realizzare una sedia a sbalzo. La forma oltre ad incuriosire, spaventava in quanto, una forma così insolita sembrava volesse sfidare le razionali leggi della gravità. Inizialmente Verner Panton e la moglie trovarono molte difficoltà nella realizzazione del progetto. Nessuno era disposto ad assumersi il rischio di realizzarla. Le prime sedie furono prodotte nel 1967, in poliestere rinforzato con fibroresina; successivamente vennero sostituite con il poliuretano espanso e poi dal Luran stampato ad iniezione. La versione attuale è prodotta dal procedimento di stampa seriale a iniezione in polipropilene. Ovviamente il tutto completamente riciclabile. La Panton nel corso dei 50 anni, si è evoluta per materiali, colori e fantasia, ma la sua forma è rimasta tale quale, in modo da essere riconoscibile per tutti. Attualmente la sedia viene prodotta industrialmente dalla Vitra che ha permesso di renderla accessibile a chiunque voglia un pezzo di storia del design nella propria casa.

Intramontabile oggetto di design, la Fortuny è una lampada da terra che nel 2007 ha compiuto cent’anni. E’ considerata uno dei prodotti più interessanti della storia del design industriale e ha rivoluzionato il mondo dell’illuminazione grazie al particolare effetto luminoso che produce: la lampadina è rivolta all’interno e si proietta su un tessuto utilizzato come riflettente. La Fortuny è realizzata in acciaio con un gran paralume in cotone. Più che di una lampada si tratta di un grande proiettore di luce, che nelle sue linee dinamiche evoca una fiducia nel futuro e nella modernità che lo rendono sempre contemporaneo. Nel 1907 ha avuto un total-look nero (anche se la stoffa originariamente era dipinta a mano con disegni orientaleggianti), nel 2000 è stata realizzata in beige, nel 2005 è stata decorata con la rifinitura Ornaments e nel 2007, in occasione del centenario, è tornata in versione bianca e argento nella versione di Pallucco, chiamata Century. La sua eleganza discreta, insieme con la modernità del bianco, pone l’accento sulla natura sempre ultramoderna di questo oggetto di design.

Le Bubble Lamps sono vere e proprie icone del modernismo, una serie di lampade a sospensione e da tavolo, in acciaio e vinile, progettate nel 1947 da George Nelson, uno dei grandi maestri dell’interior decoration, tra i primi a unire design e produzione industriale. Ogni modello è composto da una esile struttura di tondini di acciaio che viene fatta roteare vorticosamente e spruzzata di vinile per creare quel bozzolo traslucido ed evanescente che è il corpo alla lampada. Le Bubble “originali” furono in produzione fino al 1970 per poi diventare degli ambitissimi oggetti di modernariato. Oggi, senza più vincoli di copyright, sono rieditate da molte aziende sulla base dei disegni originale e rimangono sempre un ottimo spunto per le nuove produzioni.

CONVIENE ANCORA COMPRARE CASA OGGI? Comprare casa oggi o aspettare sperando di spuntare prezzi migliori? Questa è la domanda di fondo alla quale i privati cercano di rispondere. Una risposta tanto difficile quanto lo sono gli scenari economico e immobiliare che abbiamo davanti. Mattone sì, mattone no. Un dilemma che infervora oggi consulenti e investitori, ma anche i privati. Il pubblico è diviso nettamente tra i sostenitori dell'investimento immobiliare e i suoi detrattori. Da un lato chi crede che il mattone sia un rifugio per il capitale, dall'altro coloro che vista la congiuntura economica inducono alla riflessione o ancora più alla cautela. Lo spauracchio di una seconda fase di crisi (double dip) non risparmia nemmeno questo investimento, dice qualcuno. Aspettando una risposta che arriverà nel medio-lungo periodo, possiamo ipotizzare

Fabio Salvadore

qualche proiezione, soprattutto sul fronte del mattone come investimento: quale oggetto scegliere, a quale zona puntare, quanto spendere e quanta redditività aspettarsi sono le domande di chi vuole impegnare soldi nel mattone. Da sempre ed un po’ dovunque l’immobile è stato considerato bene rifugio per antonomasia (insieme all’oro ed ai preziosi in genere); gli immobili, in particolare, per la loro capacità di conservare il valore reale e molto spesso di accrescerlo, assicurando spesso a chi li acquista, soprattutto nel medio e lungo termine, anche una discreta rendita, hanno trovato spesso il favore dell’italiano medio che, com’è noto, è persona con notevole propensione al risparmio ed all’acquisto di beni rifugio. In Italia, inoltre, per decenni abbiamo dovuto fare i conti con una moneta debole, soggetta a continue riduzioni di potere d’acquisto sia interno che internazionale (continua inflazione a due cifre e qualche clamorosa svalutazione della lira) e questo ha reso ancor più appetibile il bene rifugio. A ciò va aggiunta una particolare struttura mentale dell’italiano medio, per il quale la casa, in particolare, è anche sinonimo di sicurezza sociale, estrinsecandosi nei seguenti fattori: a) nessun problema di dipendenza da terzi per il pagamento del fitto, b) sicurezza per gli anziani, molti dei quali inorridiscono al pensiero della casa di riposo c) ed oggi panacea per i “singles” in generale, innamorati della loro libertà ed autonomia. Quello che serve dire in questa sede è che, dall’entrata in vigore dell’euro ad oggi, se c’è un bene le cui quotazioni sono raddoppiate certamente, questo è l’immobile. Con accentuazioni diverse da città a città, da città a campagna, da città a mare, da mare a mare, salvo rare eccezioni, abbiamo assistito al raddoppio delle quotazioni. Per il resto, ed in via generale, non c’è assolutamente da “scappare” via dal mattone, ma solo da agire ad occhi ed orecchie ben aperti. Comprare casa oggi può rivelarsi un investimento conveniente dato l’attuale calo dei prezzi. La crisi generale infatti ha coinvolto anche il settore immobiliare, dai costruttori alle agenzie immobiliari, portanto ad un abbassamento dei prezzi molto consistente, che non si registrava da parecchio negli ultimi anni. Un’occasione da non lasciarsi scappare per chi sta pensando di investire nel mattone o per chi sta cercando casa.

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Tramite le agenzie si può avere un servizio di consulenza immobiliare. Ecco alcune considerazioni per districarsi in questo settore,e che ci possono aiutare nelle decisioni:

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1. Valutare se comprare una abitazione in un immobile nuovo o usato: i prezzi potrebbero variare di alcune centinaia di euro al mq

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2. Conoscerete vari agenti immobiliari: valutate di affidarti a qualcuno competente, che sappia capire le vostre esigenze e non vi mostri tutti gli immobili possibili nella speranza di riuscire a vendervene uno.

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La gestione dell’agenzia immobiliare è saper dare un servizio di consulenza che rispecchi le aspettative della clientela, è questo che differenzia l’agenzia esperta e competente dalle altre 3. Valutate attentamente in budget: inutile vedere la casa dei vostri sogni e accorgersi dopo che è troppo lontana dal budget disponibile 4. Quando, dopo aver fatto le valutazioni sul mutuo, sulla zona o quartiere, e avrete individuato un immobile che vi piace veramente, fate un’ultima passeggiata nella zona dell’immobile e dentro all’immobile, sarà un modo per determinare se c’è qualcos’altro di cui avrete bisogno di discutere prima di firmare il contratto. 5. Prima di fare una proposta d’acquisto o un compromesso concordate con l’agenzia immobiliare le spese e le commissioni: eviterete cosi brutte sorprese.

Infine non dimentichiamoci un aspetto molto importante per per non farci ingannare solamente dal prezzo: in primis, dove si compra caro si vende caro. Bisogna, poi, considerare seriamente il rischio nelle zone nuove: alcune avranno appeal in futuro, altre no. I quartieri degradati, per esempio, sono zone a rischio, sono invece appetibili per l’affitto (per mettere a reddito) zone vicino alle Università, agli ospedali, alle zone centrali per lavoro o alle aree vivaci per la vita culturale e il divertimento. In ogni modo, per concludere, l’immobile è e sarà sempre, l’investimento per eccellenza, affidatevi ad Agenzie Immobiliari come la nostra, strutturate e consolidate da decine di anni nel mercato, che vi possono aiutare ma soprattutto guidarvi nelle varie visite di queste case per poter così soddisfare a pieno le vostre esigenze e avere allo stesso tempo un ottimo confronto tra le varie offerte, ed essere così sereni di aver fatto la scelta migliore per voi. Fabio Salvadore

Cambiano i tempi anche per la sicurezza nei cantieri (parte2) Com’è noto, il tema della sicurezza sul lavoro è particolarmente importante per il settore dell’edilizia e quindi per tutte le persone che operano a vario titolo nei cantieri edili, installatori compresi. Lavorare in sicurezza si può, a patto che tutti rispettino le norme finalizzate a minimizzare i rischi. Il riferimento legislativo da seguire è il “Testo Unico in materia di sicurezza e salute sui luoghi di lavoro” (D. lgs. 9 aprile 2008, n. 81). Casco, scarpe e altre protezioni All’interno del cantiere, anche l’installatore elettrico è soggetto agli stessi rischi che riguardano tutti i lavoratori edili: ad esempio l’eventuale caduta di oggetti o carichi dall’alto, la presenza di chiodi sporgenti nel materiale depositato a terra... È quindi tenuto a utilizzare secondo le norme i “dispositivi di protezione individuale” (Dpi): in primo luogo, il casco e le scarpe antinfortunistiche (con suola non perforabile dai chiodi, realizzata in materiale isolante).

Il casco deve essere indossato - ad esempio - in caso di interferenze tra le varie lavorazioni, nel corso di demolizioni e attività di “disarmo” (rimozione delle casseforme in legno dai manufatti in cemento), in presenza di altri lavoratori impegnati ad utilizzare attrezzature o materiali che accidentalmente possono provocare ferite al capo ecc. Le situazioni devono essere comunque valutate di volta in volta. E parlando di rischi comuni a tutte le persone che operano nel cantiere edile, è utile ricordare le dieci regole base indicate dal Cpt di Milano Lodi Monza e Brianza. Oltre all’uso del tesserino e dei dispositivi di protezione individuale, le altre regole sono le seguenti: non sostare sotto carichi sospesi; usare le apposite scale per salire sui ponteggi (e richiudere la botola); mantenere sempre libere tutte le vie di transito; non transitare con mezzi pesanti lungo i bordi degli scavi; non sostare nel raggio d’azione di macchine in movimento; delimitare le aree di lavoro; rispettare le istruzioni delle attrezzature di lavoro; segnalare al capocantiere/preposto se le protezioni sono danneggiate o inutilizzabili. Sicurezza elettrica in cantiere La presenza di acqua e l’elevata possibilità di danneggiamento dei cavi fanno del cantiere edile un luogo particolarmente critico per la sicurezza elettrica. Da questo punto di vista l’installatore può trovarsi in due situazioni diverse: all’inizio dei lavori può essere incaricato di realizzare l’impianto elettrico del cantiere, mentre successivamente potrà essere un “utente” dell’impianto provvisorio, al pari delle altre persone che lavorano nello stesso sito. In quanto realizzatore dell’impianto di cantiere, l’installatore dovrà rispettare le prescrizioni che qui abbiamo sinteticamente ricordato nel riquadro; in quanto utente, dovrà utilizzare apparecchiature adeguate e in buono stato di manutenzione. Ad esempio, d aovrà scegliere trapani dotati di spine industriali (o utilizzare trapani a batteria), usare solo prolunghe con isolamento in neoprene (non in pvc), evitare di utilizzare il nastro isolante per riparare la guaina isolante dei cavi, riparare tempestivamente eventuali pressacavi o spine rotte. Dovrà inoltre evitare che i cavi siano schiacciati dal passaggio di camion o altri automezzi e che costituiscano un intralcio per i lavoratori.

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Il ruolo del capocantiere/preposto Generalmente, la figura che ha il compito di verificare il rispetto delle norme di sicurezza è il capocantiere/preposto, che è presente in cantiere quasi tutti i giorni e quindi può vigilare sullo svolgimento dei lavori. Ai fini della sicurezza, questa figura ha autorità e responsabilità nei confronti di tutte le persone che operano in cantiere, non solo verso i dipendenti della sua stessa azienda. Anche nei rapporti con l’installatore elettrico, quindi, il capocantiere/preposto ha il diritto-dovere di esigere il rispetto delle norme di sicurezza: ad esempio l’esibizione del tesserino, l’impiego corretto di cavalletti estraibili e ponteggi, l’uso di casco e scarpe adeguate, l’uso di prolunghe non logorate eccetera. Al di là degli obblighi di legge, è importante che chi opera in cantiere si convinca della reale utilità delle norme di sicurezza, indispensabili per prevenire gli infortuni.

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Il rischio elettrico in cantiere Vediamo in breve, anche con l’aiuto di materiale divulgativo preparato da Inail, quali sono le principali prescrizioni per minimizzare il rischio elettrico in cantiere. L’elemento essenziale è l’impianto di messa a terra, realizzato con dispersori adeguati e coordinato con gli interruttori magnetotermici differenziali. Sulla base del calcolo di fulminazione viene determinata l’eventuale necessità di collegare all’impianto di terra anche i ponteggi. Subito dopo il contatore deve essere installato un interruttore magnetotermico differenziale, dal quale partono i cavi che alimentano i quadri di cantiere. Questi ultimi devono essere del tipo Asc (Apparecchiature di Serie per Cantieri), acquistati già montati, collaudati e certificati dal costruttore. Nei singoli quadri le prese a spina devono essere protette da interruttori magnetotermici differenziali ad alta sensibilità (Idn 0,03 Ampère). Le prese, inoltre, devono essere solo di tipo industriale, con grado di protezione minimo IP44 (IP67 nelle aree soggette a polvere o spruzzi d’acqua). Gli apparecchi portatili come trapani, flessibili e lampade - saranno preferibilmente del tipo “a doppio isolamento classe II”, caratteristica indicata in etichetta dal simbolo del doppio quadrato. Le prolunghe di alimentazione elettrica delle apparecchiature portatili devono essere realizzate con cavo del tipo H07RN-F o simili, isolato in neoprene. Se si rileva un danneggiamento della guaina isolante esterna, il cavo deve essere immediatamente sostituito; non sono ammesse le riparazioni. Tra le altre prescrizioni ricordiamo in breve che è necessario illuminare correttamente il cantiere (eventualmente anche con luci d’emergenza) e che in alcune particolari circostanze occorre utilizzare trasformatori d’isolamento o alimentazione a bassissima tensione (ad esempio nei cunicoli con presenza d’acqua). Vista l’alta probabilità di danneggiamenti, inoltre, è indispensabile controllare frequentemente le condizioni dell’intero impianto elettrico e delle apparecchiature ad esso collegate. La manutenzione deve essere eseguita da un tecnico abilitato. Gli impianti elettrici di cantiere sono soggetti alla norma Cei 64-8.

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WI-FI … WIRELESS o semplicemente … Senza Fili Oggi la parola WI-FI o Wireless è sulla bocca di tutti ma…siamo sicuri di sapere cos’è, come funziona e cosa possiamo fare con esso? WI-FI acronimo di Wireless Fidelity tecnicamente non ha un significato logico ma si tratta di un nome commerciale atto a semplificare il termine reale dei protocolli ovvero “ IEEE 802.11x “. In telecomunicazioni il termine indica la tecnica ed i dispositivi che consentono ai vari terminali (PC, telefoni ecc..) di collegarsi tra loro attraverso una rete in maniera wireless (WLAN) basandosi sulle specifiche di questo standard. A sua volta se collegata ad internet tramite un modem o router la rete WI-FI permette agli apparecchi di sfruttare la connessione. L’uso più conosciuto del sistema (in ambito PMI o casalingo) è la condivisione senza

fili della connessione internet e la connessione in rete locale di uno o più computers o periferiche (stampanti, Telecamere, telefoni, etc) predisposte per questo sistema, ma le applicazioni del sistema WI-FI sono molte altre in ambito networking. Molto utilizzati delle aziende sono i BRIDGE WI-FI (ponte radio) cioè un collegamento tra uno o più stabili distanti tra loro anche sino a 25 km, mettendo in comunicazione tra loro più reti locali separate. Questo tipo di connessioni offre grossi vantaggi logistici ed economici. Via Aeroporti, 34 - 36030 Rettorgole di Caldogno (VI) 52

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Altro esempio è l’utilizzo della copertura WI-FI all’interno dell’azienda come mezzo di collegamento delle apparecchiature (PC etc) e come copertura radio per i telefoni cordless in alternativa al sistema dedicato DECT, in questo modo (su centrali telefoniche VOIP) e con i dovuti accorgimenti tecnici la rete interna riesce ad offrire più servizi con un’unica infrastruttura. In ambito pubblico il sistema è largamente utilizzato dai WISP (Wireless Internet Providers) per offrire servizi di connettività internet nelle zone non coperte da ADSL od in alternativa ad essa. Molto diffuse le reti WI-FI libere o a pagamento in luoghi pubblici ( aeroporti, locali pubblici bar etc. ).

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LA SICUREZZA DEL WI-FI Molta attenzione và dedicata alla sicurezza in quanto trattandosi di un sistema RADIO dobbiamo proteggerlo al meglio possibile per evitare intrusioni e manomissioni. La password di rete è INDISPENSABILE nelle reti WI- FI, possibilmente complessa e lunga, (questa normalmente è già predisposta negli apparecchi dei providers tipo ALICE etc) la crittografia della stessa normalmente è già impostata. Nelle apparecchiature professionali (per le aziende) le tipologie di protezione sono svariate (VPN, MAC Address filter, etc. ) in base all’ apparecchiatura ed al tipo di applicazione. MA…LE ONDE RADIO SONO DANNOSE ? Dilemma non ancora dimostrato ma combattuto, in tutta sincerità oramai l’etere è saturo di onde radio di tutti i tipi, se fossimo in grado di vederle ad occhio nudo saremmo impigliati ad una tela di ragno molto fitta (ho reso l’ idea?) ma sino ad ora non sembra ci siano casi di intossicazione. IN SOLDONI …. Il WI-FI è una tecnologia che ci semplifica la vita ed è sicuramente una grande innovazione !!! Bertoldo Alberto Responsabile IT Fonia srl

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Curiosità dell’abitare nel mondo Abbiamo voluto fare una selezione di edifici bizzarri, che potreste trovare lungo il percorso dei vostri viaggi. Tra costruzioni anonime, qua e là spuntano anche realizzazioni di architetti consacrati. Lasciamo a voi lettori il giudizio, in quanto pensiamo che spesso i criteri di valutazione possono essere opposti rispetto a quelli che circolano sulle riviste nazionali specializzate e nel mondo accademico. Alcune strappano un sorriso, altre sfidano la gravità, ma di sicuro destano l’attenzione del passante, regalando così un argomento in più da raccontare, uno scatto fotografico curioso che, tra i tanti ormai che si sprecano con le macchine digitali, può rimanere vivo ogni volta che si racconta un viaggio.

Kansas City Public Library (Missouri, United States)

The Basket Building (Ohio, United States)

Wozoco Apartments (Amsterdam, Holland)

MOS’ Floating House (Canada)

Stone House (Guimarães, Portugal) The Crooked House (Sopot, Poland)

Kvivik Igloo (Kvivik, Faroe Islands)

Forest Spiral – Hundertwasser Building (Darmstadt, Germany) Erwin WurmHouse Attack (Vienna, Austria)

Dancing Building (Prague, Czech Republic)

Cubic Houses (Rotterdam, Netherlands)

Dialogo Redazione - Lettori riqualificazione urbanistica, urbana ed ambientale, ipotesi vista dall’imprenditore investitore. Pubblichiamo ancora una volta la risposta pervenutaci da parte del Sig. Lorenzo Grassotto, imprenditore-investitore del complesso ex Elba, nell’ambito del recupero di questa grande struttura industriale dismessa. La riteniamo di forte interesse sociale per il dialogo tra Redazione e Lettori, ma anche tra Imprenditori e privati vista anche la partecipazione di questi ultimi che ci hanno scritto in redazione coinvolti da quanto sotto riportato da Lorenzo Grassotto che ringraziamo. “Egregio Direttore, ho letto con molta attenzione le interviste alla D.ssa Sara Marini dello IUAV di Venezia e all’Arch. Tarquinio Morbiato, aventi per oggetto ipotesi di intervento sul compendio urbanistico ed edilizio Ex Elba. Ho anche avuto modo di confrontarmi con gli studenti e di vedere i lavori da loro svolti sotto la guida della dottoressa Marini.L’idea di acquistare la ex Elba parte da lontano. Siamo nel 2002 quando sottoscriviamo un accordo preliminare di acquisto: allora il mondo girava in un certo modo, le previsioni imprenditoriali potevano essere definite con maggiori margini di affidabilità, l’insieme delle scelte strategiche di riqualificazione urbanistica, urbana ed ambientale dell’ex Elba era ben definito e bastava individuare la migliore opzione d’intervento con coerenza e concretezza rispetto ai trend di crescita e sviluppo del Veneto e della Città. L’atto di compravendita viene stipulato nel luglio 2007, poco prima della catastrofe finanziaria scatenata dai mutui subprime erogati negli Stati Uniti, e oggi siamo ancora immersi in una crisi finanziaria, economica, sociale e direi anche culturale senza precedenti, e da imprenditore non vedo facili vie d’uscita. Si pone quindi il problema di cosa fare nel contesto attuale della ex Elba. Non è solo un problema di risorse finanziarie da reperire ma è anche e soprattutto un problema culturale. Fra le diverse ipotesi che si possono fare la più sicura e tranquilla è quella di non fare niente: esiste un fabbricato avente una superficie coperta di circa 20.000 mq, ripristinato e affittato ad uso magazzino, potenzialmente sfruttabile per altre funzioni, date le sue caratteristiche intrinsiche ed estrinseche. Ma non è questo il nostro obiettivo: noi siamo per le intraprese imprenditoriali nonostante la tempesta in corso. E, quindi, l’ipotesi che stiamo coltivando in questo tempo di crisi è quella di definire un progetto avente come obiettivo quello di soddisfare esigenze reali e concrete di una economia in transizione, il cui approdo non potrà che essere la riappropriazione da parte della cittadinanza del suo futuro, arricchito da un vero umanesimo che ponga al centro la persona e l’interesse generale della comunità locale, intendendosi, non solo a parole: difesa e valorizzazione della tradizioni locali, della storia, del patrimonio paesaggistico, architettonico e monumentale, delle attività produttive, delle eccellenze locali, della cultura e di quant’altro di peculiare della identità cittadina.

E, pertanto, l’ex Elba potrebbe diventare, attraverso un intervento radicale, lo spazio vitale per ospitare quell’insieme di attività economiche e sociali che tendono a dare risposte ai bisogni della città con l’offerta di relazioni, di beni e servizi generati e prodotti in loco, favorendo così una ripresa vitale delle attività economiche e sociali locali. Questo intervento dovrebbe essere la risposta alternativa ai centri commerciali tradizionali, che deprimono le attività economiche del territorio, drenano la ricchezza prodotta in loco conservandone solo le briciole, il tutto nella più coerente logica della globalizzazione. Il progetto, che deve avere comunque un suo equilibrio economico e finanziario, andrà testato nell’insieme dei possibili interessati all’iniziativa e, se fattibile perché dotato del necessario e sufficiente consenso, andranno definiti tutti gli altri aspetti inerenti e conseguenti. Come si vede, il futuro delle trasformazioni territoriali significative per le ricadute sul contesto urbano e socio-economico, a mio avviso avranno bisogno di un approccio innovativo ancora tutto da sperimentare, ma l’importante è che l’idea sia vincente, il resto avverrà con il supporto delle conoscenze imprenditoriali, professionali e di pubblici poteri aperti alle sfide che abbiamo di fronte.” Lorenzo Grassotto

Ed. Logos:

Libro delle stanze da bagno

Già da parecchi anni abbiamo avuto modo di riscontrare quasi ovunque nel nostro territorio quanto fossero precarie le condizioni di conservazione delle finiture ornamentali esterne. Abbiamo avvertito quindi l’urgenza di documentare e di far conoscere questa situazione. Così è nata l’idea di realizzare i bozzetti policromi di edifici decorati. Il lavoro di rilevamento, iniziato molti anni fa, non sempre è stato facile; innanzitutto a motivo dei disagi incontrati per accedere alle superfici murarie da esaminare, collocate spesso in posizioni assai disagevoli e raggiungibili soltanto con l’ausilio di scale. Non poche difficoltà ha riservato la lettura della decorazione pittorica ridotta talvolta ad esigue tracce riconoscibili a fatica e con colori appena percettibili, prossimi a scomparire sotto l’azione delle intemperie. Nonostante le lacune ci sembra che il materiale raccolto ed elaborato offra nel suo complesso una documentazione non disprezzabile e componga una messe di informazioni utili per i futuri, si spera, restauri. Per ogni edificio abbiamo proceduto ad una rilevazione diretta e meticolosa di tutta la superficie muraria esterna, per giungere alla formazione di un disegno in scala ridotta, dove abbiamo avuto cura di riportare tutte le tracce ancora leggibili di decorazioni e di figure; registravamo i colori ed eventuali particolarità caratteristiche dell’intonaco. La seconda fase del lavoro per l’elaborazione dei bozzetti è consistita nel rilievo prospettico di ogni edificio allo scopo di riportare in scala, il paramento decorativo risultante dalla restituzione effettuata. Il prospetto, completato con le sue decorazioni, veniva disegnato su carta in “lucido”, da cui si ricavava la copia eliografica. Sulla copia così ottenuta dipingevamo le decorazioni con colori acquarello, riproducendo il disegno ed i colori originali.

Per richiedere copie del libro rivolgersi a:

CALLEIDOS S.r.l. Telefonicamente al numero 0445.560709 - anche tramite fax 0445.1920319 oppure via mail all’indirizzo info@calleidos.it

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