Il Domenicale di Casoria N°7

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L a C asta dei senz a pudore

Anno I - Numero 7 - 18 d icem b r e 2011


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In questo numero

L a C asta dei senz a pudore

pag. 2 La vignetta della settimana

pag.21 Napoli (di Lucchese)

pag. 3 Editoriale

pag.22 Giotto Volley

pag. 4 Questa Giunta Comunale deve...

pag.23 A spasso nel calcio

pag. 5 Enzo Marino

pag.24 Le malattie della crisi economica

pag. 6 Intervista Doppia

pag.25 Ogni crisi finisce nel portafogli

pag. 8 Appello ai giovani del PD

pag.27 Comunicato Stampa

pag. 9 Fuochi di arificio...

pag.28 CattiviK

pag.11 Lavoratori socialmente utili...

pag.29 Ralph Morris

pag.12 La via del santo - Mo Bast!

pag.30 Salva con nome

pag.13 X Edizione Premio Eagles

pag.31 MiSvago

pag.15 Una triste verità di Casoria pag.16 Maratona di Casoria

pag.16 A Natale puoi... pag.17 Relazione tra genitori e figli Anno I - Numero 7 - 18 dicembre 2011

pag.17 Londra Vs Napoli pag.19 Crolla l’Ora tour.... pag.20 Au bel de la change....

Periodico settimanale a diffusione gratuita Anno I n. 7 - 18 dicembre 2011 Autorizzazione del Tribunale di Napoli n. Reg. 4925 del 28/09/2011 Direttore responsabile: Pasquale D’Anna direttore@ildomenicaledicasoria.it Caporedattore: Sonia Tabacco s.tabacco@ildomenicaledicasoria.it Redazione: Via G. Marconi, 80026 Casoria (NA) redazione@ildomenicaledicasoria.it Stampa: Tuccillo Arti Grafiche Via dell’Indipendenza,37 80021 Afragola (NA) graficatuccillo@libero.it Edito da: Associazione Culturale Kasauri Casoria (NA) associazionekasauri@libero.it Progetto grafico ed impaginazione: Sonia Tabacco Questo numero è stato chiuso in redazione

Giovedi 15 dicembre 2011

La vignetta della settimana

Domenica - 18 dicembre 2011

Suggerimenti, critiche, segnalazioni, scrivere a: redazione@ildomenicaledicasoria.it


RIA E D I TO

3

LE

Pasquale D’Anna

direttore@ildomenicaledicasoria.it

La Casta del senza pudore

L

a differenza sostanziale tra il 1992, anno che vide la luce di Mani pulite ed oggi, è che non saranno i giudici a decretare la fine di questo sistema, ma la gente comune arrivata ormai allo stremo della sopportazione. La completa assenza di equità ed anche di legalità nel nostro paese, sta corrodendo come una metastasi il concetto stesso di democrazia, sta distruggendo l’economia, inquina in maniera irreversibile le amministrazioni, provoca la degenerazione delle coscienze e mina qualsiasi forma di vita civile….in poche parole l’America latina ( di qualche decennio fa). In questa settimana abbiamo assistito alla “creazione” della manovra più odiosa e classista che il nostro paese abbia mai avuto la sventura di dover sopportare. Per arrivare a tutto ciò si è dovuto sostituire il perfido satrapo con l’uomo delle cupole finanziarie. E’ senza ombra di dubbio una manovra dura ed antipopolare, mi vengono in mente i festeggiamenti e il tripudio del 12 novembre e sorrido amaramente. Il Presidente Monti ha fatto quello che era naturale facesse chiunque si fosse trovato al suo posto. La politica si è fatta miseramente da parte, tutti restano asserragliati nel fortino solo per difendere i loro privilegi e non perdere le loro indennità da capogiro. Comunque non ci sono solo le pensioni. Ritorna l’Ici sulla prima casa, si annunciano ulteriori tagli agli Enti locali, alla Sanità ed ai trasporti pubblici. I destinatari di tanta “bontà” sono i soliti noti, gli unici sgravi fiscali sono per le aziende, le banche, chiaramente, avranno il debito garantito dallo stato per sette anni; l’equità, concetto generale espresso

da Monti al suo insediamento, è andato a farsi benedire in qualche luogo sperduto. Tutto questo in un momento di gravissima crisi sociale ed economica. Quello che però più sconcerta la gente comune è senza dubbio il comportamento dei parlamentari: essi sono vergognosi, non Dammi retta, buttati in politica... almeno la pensione te l’assicuri!

per la conservazione dei loro privilegi, ma per l’indigenza del loro, baratto; rinunciano, infatti, al ruolo di classe dirigente conservando i loro privilegi. In questo preciso momento storico, si acuisce un fenomeno causato da una politica autoreferenziale ed assolutamente impreparata: svaniscono dal dibattito pubblico le persone, con il loro corredo di risorse, di bisogni, di problemi, di sentimenti, di speranze. La vita concreta degli uomini e delle donne di questo paese lascia il posto ad astrazioni: l’economia, la finanza, la globalizzazione. Per tornare ai “senza pudore”. Questi “fantasmi” della politica, che ogni mese cumulano 5.246 euro d’indennità, 3.503 euro di diaria, 3.690 euro di rimborsi forfettari, 3.323

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euro di rimborsi viaggi, hanno eccepito che su questa questione il “Parlamento è sovrano” e che saranno loro a decidere i tagli da applicare alle indennità succitate. Anche un bambino capirebbe che esiste un accordo tra il governo dei “Professori” e la casta: “Noi votiamo la manovra e poi quando le acque si saranno calmate, lasceremo che tutto vada nel dimenticatoio”. C’era una strada maestra da seguire che non è stata nemmeno presa in considerazione dai “geni” del governo: senza intervenire sulle indennità, la manovra avrebbe potuto “limare” i fondi di Camera e Senato, e i tagli sarebbero arrivati in modo naturale. Tutto ciò non è avvenuto e non occorre che vi spieghi il perché! Intanto, nella nostra ridente cittadina, prosegue l’anestesia totale che la nuova amministrazione sta compiendo sulle coscienze ormai stanche dei casoriani. Si vedono solo qualche festicciola e molti convegni (?), l’occultamento totale della crisi generata dal Partito Democratico (in attesa di trovare un “qualcosa” da donare ai riottosi), una mancanza assoluta di prospettive e le file chilometriche di aspiranti vigili negli uffici dei politici nostrani e chiaramente del “Deus ex machina” Tommaso Casillo. Tranquilli, l’Assessore in una recente dichiarazione, a proposito del presidio dei disoccupati, ha affermato che lui e l’Amministrazione sono lontani da certe logiche clientelari e appartenenti alla Prima Repubblica. Un po’ di scetticismo? Bene, anch’io la penso come voi…in effetti, sarebbe un po’ come chiedere a “Dracula” di donare del sangue! Felice domenica…

Domenica - 18 dicembre 2011


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POLIT

ICA

Ernesto Valiante

geom.ernestovaliante@libero.it

QUESTA GIUNTA COMUNALE DEVE ANDARE VIA!

Sono a rischio i 35 milioni di euro del PIU Europa destinati alla città di Casoria

E

ra facilmente prevedibile che i sacrifici economici imposti dalla Comunità Europea all’Italia si fossero abbattuti come uno sciame sismico dagli effetti devastanti su tutti i Settori pubblici e privati. Gli unici, purtroppo, a non rendersi conto della drammaticità e delle difficoltà economiche e sociali delle congiunture attuali sono il Sindaco, gli Assessori e i Dirigenti che percepiscono più di 80.000 euro l’anno.. La manovra economica varata dal governo Monti penalizza fortemente le Regioni ed in particolare la Campania e l’hinterland napoletano. La decisione del governo, di trasferire i fondi del cofinanziamento statale a favore delle infrastrutture strategiche e ferroviarie extra regionali ha compromesso seriamente alcuni grandi progetti strategici, fondamentali per la crescita economica e sociale del territorio della nostra Regione. L’art. 3 della Legge n. 201 del 6 dicembre 2011 (disposizioni urgenti per la crescita, l’equità e il consolidamento dei conti pubblici) prevede un taglio dei fondi nei limiti complessivi di 1.000 milioni di euro per gli anni 2012, 2013 e 2014, a valere sulle risorse dei cofinanziamenti nazionali dei fondi strutturali comunitari, in considerazione dell’eccezionale crisi economica internazionale e della conseguente

necessità di riprogrammare l’utilizzo delle risorse disponibili. Contestualmente, al comma due del predetto articolo, è stato istituito un fondo di compensazione per gli interventi volti a favorire lo sviluppo, ripartito tra le singole regioni sulla base della chiave di riparto dei fondi strutturali 2007/2013, in termini di sola cassa di 1.000 milioni di euro per gli anni 2012, 2013 e 2014. Per l’utilizzo del fondo si procederà sulla base dell’ordine cronologico delle richieste, entro i limiti della dotazione assegnata ad ogni singola Regione. I segnali di allarme lanciati a più riprese dalle pagine di questo giornale sui ritardi preoccupanti per la definizione in tempi brevi dell’iter burocratico del “PIU EUROPA” sono stati vani, inascoltati e sottovalutati. Ora, nell’ottica dell’attuale situazione, emerge chiaramente la gravità della scelta folle e irresponsabile compiuta dalla Giunta Comunale nel 09/2011, quando ha deciso di modificare l’impianto del Programma “ PIU EUROPA”, perché, non solo, ha aumentato i tempi delle procedure amministrative, ma ha impedito anche la possibilità di sottoscrivere l’Accordo di Programma con la Regione Campania entro l’anno del 2011. Oggi, con la mancata sottoscrizione dell’accordo, è quasi certo che il comune di Casoria

incorrerà nelle temute decurtazioni dei fondi di cofinanziamento statale previsti dalla legge per i prossimi anni. L’inadeguatezza di questa Giunta Comunale ad amministrare la città di Casoria è dimostrata anche dalle gravissime inadempienze politiche ed amministrative, che hanno causato il rinvio dell’approvazione del bilancio di assestamento previsto entro il 30 novembre e dal ritardo accumulato nel presentare gli elaborati contabili del bilancio di previsione entro il 31/12/2011 di cui all’art. 151 del D. Lgs n. 267/2000 (fatto salvo eventuali proroghe). Figuriamoci cosa accadrà, quando questa maggioranza dovrà assumere impegni futuri in sintonia con il rigore che la grave crisi economica-finanziaria impone a tutti. Il clima di sconcerto, di rassegnazione e di forte tensione sociale che si respira in Città, impone alla politica di dare risposte chiare, concrete e condivisibili con la maggioranza del paese. Il Sindaco Carfora, per questi motivi d’estrema importanza per il paese, responsabilmente deve prendere atto dell’inefficienza dell’attuale amministrazione e porre seri rimedi in discontinuità col recente passato. Questa giunta comunale non solo è decisamente dannosa, ma costituisce un serio pericolo per il futuro della nostra Città.

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5 Non cercate coerenza o un filo conduttore o uno stile letterario …vi saranno negati! Questa rubrica sarà solo il passepartout tra me e voi quando io navigherò tra i miei ricordi veri o fantastici, nostrani o internazionali, sociali o spirituali.

E N Z O

M A R I N O

VIAGGI NELLA MEMORIA, VIAGGI NELL’ESTRO

Svelare alcuni segreti del manoscritto “Li Fatti de li Casuriani Antiqui” ritrovato nello scrigno-casa d’oro mi fa sentire un po’ in colpa perché rivelo confidenze riservate, fino ad oggi, esclusivamente ai casuriani più veri. Mi perdonino gli spiriti dei casuri antichi e che non vengano a tirarmi i piedi di notte! Purtroppo oggi si rende necessario una divulgazione di queste conoscenze per ovviare al disinteresse delle istituzioni cittadine che tendono a svuotano sempre di più la nostra città della sua Cultura originaria, elemento di identificazione e di coesione civica. La storia che segue è stata declamata per la prima volta in lingua tedesca al Botanischer Garten der Karl Franzens Universität Graz – Austria il 15 Settembre 2007. Vedi vari motori di ricerca web e il link: http://www.freeinterartists.bravehost.com/dancing.html “C’era una volta, su un campo e sotto un cielo dorati, una Casa Aurea dove abitava il Poeta dai versi d’oro. L’Estroso era davvero singolare: si cibava di polline d’oro, beveva nettare d’oro, emetteva parole d’oro, aveva sentimenti d’oro, possedeva una fantasia d’oro, spargeva pensieri d’oro, sognava sogni d’oro. Viveva da solo in un tempo e in una località tutta d’oro. Un bel giorno l’Artefice l’invitò a lasciar quel luogo per fare spazio a creature appena forgiate. Ma il Geniale, che amava questo aureo luogo e non voleva andar via, oppose resistenze dorate, per cui Lui fu costretto a sfrattarlo all’istante. Così l’Artista, in un’ istante dorato, dovette prendere i suoi sogni, i suoi pensieri, le sue parole, i suoi versi, la sua fantasia e il suo tempo d’oro e portarseli via su un soffio lucente e paglierino. Ma, ahimè!, nella fretta non fece in tempo a pulire l’ambiente e, così, rimase un diffuso aureo disordine: un campo e una casa imbrattati d’oro, una luccicante fiammella, residui poetici e oggetti magici sparsi un po’ dappertutto. Poi tutto mutò, tutto divenne profano, tranne le cose lasciate dal Poeta, che, esposte al nuovo ambiente, tra il verde della natura e il turchese del nuovo cielo si esaltavano tanto in bellezza da insuperbirsi rispetto al resto del globo. Allora dovette intervenire ancora l’Artefice per riequilibrare il tutto e, così, raccolse gli oggetti abbandonati, li depose nella Casa d’oro, la riportò a condizione di scrigno e la fece scivolare insieme al campo dorato sotto una coltre di acquitrini. Non volle ridarli all’origine, pensando che, un giorno, quei nuovi esseri, se avessero utilizzato l’intelligenza con intelligenza potevano godere anche di questi beni dorati. Fu appena attivato il meccanismo terreno della vita quando le nuove creature, trascinate dagli eventi, senza cognizione del tempo e dello spazio, ma solo con il graduale accumulo delle prime nozioni, iniziarono a far funzionare il cervello. Avevano freddo,avevano fame, avevano paura di tutto. La loro vita era all’ombra della natura, ma avevano già maturato una primordiale idea dell’esistenza di un dio canaglia come era la loro vita. Erano ancora simili alle bestie, aggressivi e spietati, quando uno di loro, con un po’ di coraggio in più e spirito d’intraprendenza, s’avventurò in un pantano e lì intravide, tra il fango e l’erbaccia un bagliore, un oggetto luccicante, qualcosa di magico. Preso dalla curiosità, stette ad osservarlo fino a quando il buio spense la magia. Al sorgere del nuovo sole, stentò a ricordare il luogo; poi, battendo i pugni sul petto, si scrollò di dosso la rugiada, diede un grido per assicurarsi d’esserci ancora e, preso coscienza, si mise a cercare l’oggetto dell’incanto. Lo trovò poco distante, lo puntò, gli girò più volte intorno, tentò di leccarlo impaurito, poi si fermò ad annusarlo con attenzione e alla fine l’afferrò e con un gesto brusco l’aprì. Saltò fuori una fiammella che, spaventandolo, lo fece cadere all’indietro. Lo Scrigno d’oro sprofondò di nuovo nello stagno mentre la fiammella rimase attaccata ad un tronco. La creatura restò abbacinata e atterrita per lungo tempo, poi tentò di toccarla ma, scottandosi, si ritrasse e fuggì via. Sempre più incuriosita ritornò e con cautela si avvicinò a quel tepore, ne provò piacere e le girò continuamente intorno. La sfiorò, la carezzò, le soffiò sopra, l’alimentò finché ne prese confidenza, ne capì gli impulsi, ne afferrò la forza.”

E fu così che, grazie ad uno Scrigno-Casa d’oro, che gli uomini scoprirono il fuoco. Qui nelle antiche campagne della Liburia, a Casoria.

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6 Marzia Luciano

marzialuciano_@libero.it

I N T E R V I S TA

Pasquale Fuccio Presidente del Consiglio Comu

L

’amministrazione casoriana sta attraversando, indubbiamente, un periodo molto turbolento, caratterizzato da forti divisioni, specie all’interno del Partito Democratico. Nelle interviste che seguono, il Presidente del Consiglio Comunale Pasquale Fuccio e Susi Pagliuca, entrambi esponenti del suddetto partito, rispondono a domande mirate ad un’attenta analisi di questa situazione politica. In questi primi mesi del governo Canfora, il PD si è diviso sulle nomine dei dirigenti. Lei cosa pensa a riguardo? Penso che non è vero: il PD non si è diviso sulle nomine dei dirigenti, bensì riguardo ad una questione legata al rispetto della legge Brunetta. Abbiamo suggerito al sindaco di nominare dirigenti interni, mentre quest’ultimo, nella sua autonomia, ha preferito dirigenti esterni. Il PD ha intrapreso una battaglia di principio mentre il Consiglio Comunale ha ritenuto che quel principio non andasse tutelato, pertanto il sindaco ha confermato la nomina di tali dirigenti. La questione si è conclusa in quel Consiglio Comunale. Come ritiene si possa giungere ad un intento comune? Un intento comune sul governo della città si deve trovare usando il buonsenso, che deve essere il comune denominatore per chiunque governi, che sia di centro-sinistra o centro-destra. Quali sono le prospettive a cui mira il PD? Il PD ha esposto, in questi mesi, un ventaglio di proposte. La prima battaglia, propria del Presidente, è stata quella di mirare all’approvazione del regolamento delle commissioni consiliari che prevedesse una riduzione del numero delle commissioni e dei propri membri, l’introduzione di una notifica a mezzo posta certificata ecc. Questo regolamento, ancora oggi, sta attraversando alcuni step nella commissione competente, da valutare insieme alla questione dei dirigenti, ad una proposta sul PUC, che prevede un riassetto del territorio, e ad una maggiore attenzione alle politiche sociali. E’ chiara la necessità di provvedere al raggiungimento dei primi obiettivi per poi passare ad altri. Il PD si è sempre distinto in battaglie legate alla legalità, alla trasparenza, alla democrazia. La nomina degli assessori, tra cui Tignola e

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Gagliardi, sono condivisi da tutti o solamente da una parte del partito? Gli assessori sono stati indicati dal gruppo consiliare e dal partito. Personalmente, considero gli assessori come ministri e fanno parte della squadra di governo del sindaco. E’ evidente che è nella possibilità di un gruppo consiliare, che ha indicato un assessore, esercitare il potere di sfiduciarlo. I rapporti creatisi oggi tra il Consiglio e la Giunta mi risulta siano conflittuali, evidentemente poiché non c’è stata sintonia nella volontà di perseguire gli stessi principi nella Giunta. Il conflitto, che dovrà assolutamente essere sanato, pone proprio qui le sue radici. Nel corso degli anni, il PD ha consolidato i propri consensi qui a Casoria portando avanti una battaglia contro “i soliti nomi” della politica. Ora che sono al governo della città gli appartenenti a quella schiera dei “soliti nomi”, in che modo ritiene possibile recuperare il consenso perduto? Personalmente, non ho mai preso consensi “contro” qualcuno, li ho sempre presi esponendo i miei programmi, qualora ci fosse stata una mia candidatura, e non ho mai creduto nella politica “contro”, poichè penso non premi, non dia alcun frutto. Ho sempre ritenuto giusta, al contrario, una politica che dia risposte su determinati progetti. Le mie preoccupazioni sorgono, invece, quando vi è mancanza di idee oppure quando vi è l’impossibilità di realizzarle. E’ qui che nascono i contrasti, spesso proprio tra chi intende attuare i propri progetti e chi, d’altra parte, li impedisce.

In definitiva, il Presidente Fuccio ha risposto all’intervista in maniera molto elusiva, dichiarando più volte il suo intento di apparire neutrale, senza lasciar trapelare alcuna tendenza che possa essere interpretata come favorevole o meno al suo partito e rispondendo superficialmente a precise domande, aggirando più volte l’ostacolo.

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D O P P I A

Vincenzo Russo

vincenzo.ru@libero.it

nale e Susi Pagliuca Dirigente del PD

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n questi primi mesi del governo Carfora, il Partito democratico si è diviso sulle nomine dei dirigenti, lei cosa pensa al riguardo? Ritengo che la questione investa due aspetti. Il primo è di natura squisitamente amministrativa; in questo caso il problema atterrebbe all’ inosservanza del diritto, e specificamente a quanto prescritto dalla Legge Brunetta n. 150/2009, rispetto al numero di dirigenti di cui può avvalersi il nostro ente comunale. Naturalmente di ciò è chiamata a risponderne l’Amministrazione, nelle specifiche responsabilità. Il secondo è di natura politica e più delicato anche se s’intreccia col primo. Mi sembra giusto che, di fronte ad un’ inspiegabile anomalia, di aumentare il numero di dirigenti, contestato, per quanto sopra detto, già nella prima fase delle 7 nomine, a 9, vi sia una precisa posizione di un’espressione consiliare, nelle sua competenza di indirizzo e di controllo, a garantire la legittimità di atti amministrativi,nel rispetto anche della riduzione della spesa. Si ha il dovere però di mantenere un adeguato profilo etico e di non ridurre la questione a pretesti strumentali ed a particolari volontà, che sottendano interessi di parte, riguardo a talune scelte piuttosto che ad altre. Come si può trovare un intento comune? Fermo restando il dover fare chiarezza ai cittadini, soprattutto in questo clima di profonda crisi e di tagli e finanziarie castiganti, del come e del perché si utilizzino fondi pubblici ed evitare in ogni modo inutili sperperi, con una responsabile riduzione di spese, già proposta e difesa dalla parte istituzionale del PD, occorre riprendere il dibattito politico sui grandi e veri problemi della città. Arenarsi in diatribe che non producono alcun esito se non quello di sterili spaccature, significa creare ancora di più danno ai cittadini e l’allontanamento di questi dalle istituzioni. Le responsabilità saranno naturalmente definite in funzione dell’operato e della specificità delle competenze e dei mandati. Ai cittadini sarà data l’ultima parola Quali sono le prospettive e i progetti che nei prossimi mesi intende mettere in atto il Pd? Il PD deve semplicemente esprimere nella città la sua leadership come partito di maggioranza (rappresentativo di un’ alta espressione elettorale dal territoriale al nazionale), dimostrando di essere in grado di intervenire concretamente sui problemi e di saper rilanciare all’interno dell’Amministrazione un operato che risponda ai valori democratici cui s’ispira. Il cittadino ed il bene collettivo devono essere le uniche fonti d’interesse. E’ chiaro che il PD, nella sua rappresentanza istituzionale, dovrà rivendicare il legittimo posizio-

namento nell’azione amministrativa rispetto ad una linea politica identitaria, a tutela dei cittadini, e con l’ impegno di un confronto dialettico. Il suo partito si è sempre battuto per la legalità, trasparenza, democrazia, la nomina degli assessori tra cui Tignola e Gagliardi sono condivisi da tutti o solo una parte del partito? La nomina degli Assessori, così come la scelta degli assessorati, non è stata frutto di una discussione interna al partito, né di un tavolo di confronto politico. Il processo è stato indirizzato dall’esterno. Chiarito ciò, voglio però precisare che ciò che interessa a noi è che i nostri assessori riescano a rappresentare coerentemente la linea politica espressa dal PD, nel merito delle deleghe ricevute. D’altra parte nessuna carica politica può avere margini di autoreferenza Il Partito Democratico nel corso degli anni ha consolidato i propri consensi, qui a Casoria, portando avanti una battaglia contro “i soliti nomi” della politica, oggi che è al governo della città con quei “soliti nomi” come ritiene di poter recuperare il consenso perduto? Nel bene e nel male sono gli elettori a decidere chi mandare al governo. Una decisione che condiziona però certi equilibri interni alle liste presentate dai partiti ed alle coalizioni. Le logiche elettorali purtroppo rispondono troppo spesso ai numeri piuttosto che al merito. Sulla scorta delle preferenze ottenute è consuetudine far derivare, direttamente o indirettamente, giunte e maggioranze. Se, poi il riferimento è al processo che ha guidato la campagna elettorale, il PD ha fatto una scelta di coalizione, che sia stata rispondente o meno alle aspettative, ha avuto come esito l’attuale maggioranza. Ma è chiaro che le alleanze dei partiti poi si traducano in alleanze di uomini. E lì è un tantino più difficile spiegare come la discontinuità che si promette, il cambiamento cui si auspica, si traducano in taluni casi in una ripresentazione, come lei dice, di “soliti nomi”. Recuperare il consenso perduto? Intanto spero non sia andato perduto perché dove si creano vuoti politici si lasciano aperti spazi a rischio. In ogni modo, il PD solo facendo la propria parte, e quindi manifestando la volontà di essere un partito di massa che difende i suoi valori di riformismo, socialismo, pluralismo, che contrasta logiche di vecchio tipo o posizioni dissonanti con la propria mission politica e che rifonda lo spirito democratico, potrà tutelare la sua credibilità e recuperare i consensi; viceversa, ed a questo punto sentirei necessità di dover prenderne le distanze, si assisterà ad un vuoto di governabilità ed alla sua morte politica.

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POLIT

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“di Michele Bruno” APPELLO AI GIOVANI DEL PD AFFINCHE’ STIANO ALLA LARGA DAI CAIMANI DELLA POLITICA CASORIANA

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all’articolo giornalistico pubblicato sul Giornale di Napoli del 10 u.s. riguardante i giovani del PD a Casoria faremo alcune riflessioni. Da diverso tempo a Casoria si discute tanto del famoso (ed a volte abusato) termine, “rinnovamento della politica”. I caimani alla ribalta - ex verdi ex socialisti ex democristiani -, politici vogliono rappresentare un realtà casoriana che non conoscono in quanto di sangue afragolese. Crediamo che questo continuo parlare di giovani, per poi interessarsi ad essi poco, (lasciandosi coinvolgere dai risorti caimani) da parte della futura generazione casoriana sia avvilente. E’altresì mortificante che i giovani del PD di Casoria – tutti validi e ben noti professionisti – si lascino trascinare dalle idee lacunose dei caimani risorti, che soffrono di mancato protagonismo nella politica locale e, ormai nel dimenticatoio da parecchi anni, cercano di rigenerarsi con l’aiuto dei giovani del PD. Ma cosa fa la generazione attuale per far si che la politica ascolti le sue idee????. Quanto bussano forte alle stanze delle decisioni??? E’ per questo che ci rivolgiamo ai giovani del PD di Casoria che hanno vissuto i cambiamenti, e sono nati negli anno 80 a chi è nato con Berlusconi, passando per la navigazione a 64K, a chi ha effettuato il primo accesso ad internet con il wi-fi…la lista è lunga da stilare. Cari giovani del PD, c’è un immenso bisogno di una rivoluzione culturale - politica, di una

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rivoluzione nella partecipazione ai problemi quotidiani, non solo dei singoli, ma della intera collettività casoriana. Dovete trovare una via d’uscita che viaggi nella direzione del gruppo e non del singolo (caimano), non potete sostenere la guerra ai rappresentanti di partito, ma contrastare l’autoreferenzialità delle singole persone. Tanti sono i disaffezionati alla politica, tanti sono coloro che a Casoria non hanno votato nella recente competizione elettorale a causa di questi caimani della politica che sono stati gli artefici del disastro politico casoriano. Dietro la parola “politica” c’è la storia del mondo: passione, fede, sangue, giustizia, libertà. Oggi questo termine ha perso valore. Quanti sono coloro che si battono davvero per la difesa dei valori e ideali della politica??? Quanti vivono la politica a Casoria mettendoci dentro la coscienza civica e soprattutto il cuore??? Sembra assurdo, eppure ci sono stati giovani a Casoria che hanno lottato per quei valori politici. E se Casoria è un po’ cambiata, è anche grazie a loro, perché hanno lottato per l’uguaglianza e il bene comune. Prendete esempio da questi giovani del passato e non resuscitate i caimani della politica; impegnatevi per costruire una società migliore ed una migliore qualità della vita cittadina, per rendere Casoria capace di guardare al futuro oltre che al presente, dove i valori della solidarietà e dell’uguaglianza sociale siano i pilastri

fondanti. Siate il motore, la classe produttiva, la classe dirigente, e non ascoltare fumosi, inconcludenti ed irrealizzabili programmi dei risorti caimani della politica casoriana. Si deve cambiare mentalità politica, si deve lasciare fuori dalla politica gli interessi, non fare del vittimismo fine a se stesso, non restare alla finestra perdendo l’occasione di criticare quello che altri fanno. Se le cose vanno male nel nostro paese è soprattutto perchè molti giovani hanno preferito delegare ad altri ciò che possono fare benissimo loro, ed hanno preferito la comodità di una poltrona o di un bar, alle difficoltà di un impegno politico - sociale che li espone in prima persona dimenticando che ”se non ti occupi di politica, la politica si occuperà di te” nel bene e nel male. A Casoria voi giovani PD dovete ritrovare le motivazioni “profonde” della politica che sono gli indicatori del servizio, della solidarietà, della gratuità. Concludo con un ultimo appello ai giovani del PD di Casoria affinchè ricomincino a sognare, cerchino di essere in sintonia con i loro coetanei, che nelle diverse realtà del mondo, sono protagonisti indignati delle proteste e dei cambiamenti in corso,perchè la passione civile è dentro la vita dei giovani ed al lavoro di gruppo e non alle idee del singolo.

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AL SOCI

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Alberto Simonetti

simonettiumberto@libero.it

Fuochi di Artificio, continuo l’impegno della Protezione Civile

A

nche quest’anno, come da un po’ di anni, l’associazione di Protezione Civile “Le Aquileâ€?, collabora alla diffusione di informazioni riguardanti i pericoli che si corrono utilizzando fuochi d’ artificio illegali. Negli gli scorsi anni tale campagna denominata “ PapĂ quest’anno non sparareâ€? ideata e prodotta dal dott. Piero Iaccarino, ha goduto di patrocini importanti, che facevano della Campagna uno strumento ancora piĂš forte. “Quest’anno, solo per motivi organizzativi - ci spiega il dott. Iaccarino - la campagna non ha gli stessi partners, ma il prossimo anno ritornerĂ ad essere un punto di riferimento nella lotta ai danni provocati da questi “ordigniâ€? che causano menomazioni e devastazioni ed in alcuni casi anche la morte di chi incoscientemente li utilizzaâ€?. Come consuetudine la prima lezione si è tenuta alla scuola Media Statale Padre Ludovico da Casoria, grazie alla sensibilitĂ del Preside Prof. Armando Puzio, che ha voluto fortemente sensibilizzare sull’argomento i suoi alunni. A spiegare i rischi che si corrono nel maneggiare fuochi illegali è stato il Presidente delle Aquile di Casoria Umberto Simonetti coadiuvato, come ormai da qualche anno accade, dai Volontari del gruppo Folgore di cui è Presidente Alessandro Pompilio Lido, che hanno attivamente e con professionalitĂ , collaborato con il relatore nel mostrare i fuochi e spiegare i danni che gli stessi possono provocare. Davanti ad una platea attentissima sono stati mostrati dei fuochi inerti e i danni derivanti dall’utilizzo di fuochi di artificio ILLEGALI denominati: cipolla, bomba Bin laden, track. Oggi pare sia arrivata sulle bancarelle anche la bomba “SPREADâ€? nome ad effetto che vuole

esorcizzare la crisi economica che attraversa il nostro paese,ma che provocherĂ non pochi danni. Durante l’incontro non sono state tralasciate le spiegazioni sui fuochi che possono sembrare piĂš banali, ma in caso d’incidente possono creare danni gravi e permanenti. Si è parlato di stelline, snappers e bottigliette, apparentemente innocui giochi pirotecnici (cosĂŹ li definisce la legge n.d.r), ma che possano creare dei seri ed irreversibili danni. Una stellina che i ragazzi spesso utilizzano

facendola roteare in modo molto veloce brucia a 800 gradi, immaginate se viene a contatto con gli abiti, la faccia o gli occhi di qualcuno cosa può accadere; stessa pericolosità si può addebitare alle bottigliette, alle pistole ed ai tubi spara coriandoli. Per le prime due si è constatato che dopo averle utilizzate si ritrovano sui pavimenti piccolo pietruzze che se dirette verso il viso delle persone vicine possono creare anche seri danni agli occhi. Per quanto riguarda i tubi è da considerare che contengono una modesta quantità di materiale esplodente, ma in caso di un non corretto funzionamento i danni provocati non sono da

sottovalutare. Per convincere I ragazzi a non utilizzare fuochi illegali e legali (vista la loro etĂ non è consentito l’utilizzo di determinati fuochi n.d.r), i volontari hanno chiesto loro di applaudire prima con i pugni chiusi e poi con il palmo aperto, come solitamente si applaude, oppure di bendarsi una volta tornati a casa e provare la sensazione di un non vedente, oppure legarsi le mani con dei fazzoletti e provare a giocare alle consolle giochi o utilizzare il computer; tutto questo per fargli provare il senso di impedimento, di frustrazione e disagio che prova chi non può usare gli arti o non può piĂš vedere, un “mutilatoâ€? insomma, e valutare dal vivo il disagio sia fisico e psicologico che si prova per un attimo di disattenzione che segnerĂ l’intera vita. “Vogliamo dare un consiglio a tutti i genitori. Non è facendo esplodere un fuoco potente dai nostri ragazzi che gli stessi diventano adulti, anzi c’e’ piĂš possibilitĂ che regrediscano invece di crescere - dicono in completa sintonia Lido e Simonetti - sappiate che i fuochi illegali non esplosi sono un pericolo da non sottovalutare, difatti le statistiche dicono che proprio nei primi giorni del nuovo anno si verificano gli incidenti piĂš gravi. Purtroppo oggi non e’ piĂš sicuro immergere un botto inesploso nell’acqua per renderlo inerte, infatti spesso i fuochi illegali sono confezionati con materiali reagenti all’acqua cioè si innescano proprio immergendoli nell’acquaâ€?. La lezione è conclusa con un lungo applauso dei ragazzi, che speriamo vivamente abbiano compreso l’importanza di tale informazione, e tra i commenti positivi dei docenti.

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ALI ATT U

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Lavoratori Socialmente Utili…. A CHI ???

trana cosa quella dei lavoratori socialmente utili a Casoria, il giorno 12 dicembre 2011 presso i locali dell’ex 29° distretto scolastico c’era molto fermento, i lavoratori socialmente utili, che solitamente sono circa una diecina, erano triplicati o quadruplicati …. Quale magia?? Indagando siamo venuti a conoscenza di una riunione con uno pseudo responsabile. Subito è scattata la molla e ci siamo adoperati per capire. Coma mai un numero così alto di socialmente utili? Da dove sbucano ?? come si diventa “socialmente utile”?? Ma soprattutto chi è responsabile al controllo ??? In un momento dove chi lavora paga tasse salatissime ci possiamo anche permettere di avere una forza lavoro lasciata lì a far nulla fin dalle prime ore del giorno. Se vi portate nei pressi della sede dell’ex 29° distretto sentirete odore di caffè e tante donne che si accingono a fare i propri comodi, si donne perché gli uomini non si accostano neanche a firmare, chi lavora a nero , chi ha attività proprie, chi fa l’elettricista ( presumiamo sempre a nero) un insie-

me di persone molto variegato, ma con un solo fine “ il far nulla” non sappiamo bene come funziona questa routine, perché tutto è coperto da un velo di riserbo e di omertà se si chiedono informazioni. Di fatto queste persone ricevono un contributo economico senza fare nulla e cosa ancora più triste che con tante esigenze nelle scuole casoriane i socialmente utili non vengano per nulla presi in considerazione; al contrario se ad essi fosse assegnato qualche incarico tutto fa credere che molti di loro non sarebbero disposti a lavorare sul serio. Parlando con uno di loro al quale ci siamo avvicinati con molta nonchalance chiedendo qualche informazione, ci ha risposto di tutto punto: “Questi sono pazzi ci vogliono trovare un lavoro”.Tutto ciò fa sorridere (anche se dovremmo piangere) ci sono delle persone che ricevono un contributo economico e che non vogliono fare nulla per meritarselo, crediamo che l’amministrazione abbia le sue colpe, poiché ha prorogato al 31 dicembre lo stanziamento di fondi per tali categorie, persone che svolgono lavo-

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ri ( probabilmente a nero) e che ricevono sussidi economici Una manna dal cielo per loro una vergogna per chi stenta ad arrivare a fine mese. Eppure i modi per impegnarli ci sono! Nelle scuole casoriane c’è carenza di personale ATA che faccia le pulizie, un esempio tra tutti. Ma chi controlla e chi dovrebbe controllare, non si risponda come sempre che questi “signori” stanno lì da tanto, perché sempre nell’ottica del “ Vento Nuovo” certe cose dovevano cambiare. Forse ci ripeteremo, ma di vento nuovo neanche l’ombra anzi ogni tanto qualche folata che ci arriva non fa altro che confermare il vecchio che prevale sul nuovo. Svegliamoci e facciamo si che queste problematiche si risolvano una volta per tutte, oppure apriamo queste graduatorie anche a chi ne ha davvero bisogno !!! a Casoria si parla di circa 7000 disoccupati, il 10% della popolazione, ma sarà poi vero ?? La riflessione nasce spontanea e doverosa, troppi disoccupati “ricchi” a discapito di chi veramente soffre per mancanza di lavoro!!!

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ast. Mo B

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Gianni Bianco

gianni.biancogb@libero.it

La Via del Santo Il 17 dicembre del 2010, alle ore 19,30, in una serata fredda e piovosa, partì una fiaccolata dalla Casa Natale del Beato Padre Ludovico da Casoria. Parteciparono la piccolo corteo le suore Elisabettine Bigie guidate dalla Madre Generale arrivata a Casoria da Roma, i fedeli dell’associazione “Il Carboncino della fraternità”. La scelta di partire da quel luogo era puramente simbolico, voler ripercorrere la strada che il Francescano di Casoria da ragazzo percorreva per recasi alla sua Chiesa, la Basilica di San Mauro Abate, un percorso breve, ma di grande emozione. Accolti dal suono delle campane e dall’abbraccio di Padre Mauro Zurro si entrò in chiesa per partecipare tutti insiemi al convegno: “L’eredità morale, il percorso etico”. “Abbiamo rispolverato il saio di Padre Ludovico da Casoria”. Moderatore del Convegno Giuseppe Storti, i saluti della Madre Generale delle Elisabettine Bigie, di Padre Mauro Zurro, gli interventi di Gianni Bianco, Mauro Nemesio Rossi, Giuseppe Storti, Pasquale Longhi, Padre Antonio Paone. A un anno di distanza possiamo dire che qualcosa è cambiato. Si è assistito a un nuovo fermento intorno alla figura del Santo Padre Ludovico da Casoria in città, ma non basta. Sono almeno tre le generazioni che non hanno più sentito parlare del Beato di Casoria, Il convegno del 21 dicembre sarà l’occasione per guadare avanti, alle nuove generazioni. Casoria è una città che ha dato natali a tanti uomini illustri, laici e del mondo ecclesiastico, Padre Ludovico su tutti, a mio modesto giudizio, per statura morale e soprattutto per

rigore etico, lo testimoniano le opere sparse nel mondo, il rispetto che ancora oggi gli viene riconosciuto in tante occasioni. Emanuele Tanzilli, caporedattore di Libero Pensiero, Francesco Palladino Presidente del 29’ Distretto scolastico, Antonella Ciaramella e Padre Antonio Paone, Giuseppe Storti direttore de Il Giornale, animeranno questo secondo appuntamento di conoscenza della figura del Beato Padre Ludovico da Casoria, mercoledì 21 dicembre 2011 alle ore 19:00 nella Basilica di San Mauro, per il convegno “Dal percorso etico l’insegnamento”. I cittadini, gli amici, i fedeli, che intendono partecipare alla fiaccolata dalla Casa Natale del Beato, in Via Nuova padre Ludovico, l’appuntamento è per le ore 18:15 di mercoledì 21 dicembre 2011.

Eventi previsti dall’Associazione “Il Carboncino della fraternità” e le Elisabettine Bigie:

Domenica 18 dicembre Pranzo e accoglienza agli anziani e persone sole; Giovedì 22 dicembre ore 18:30 Adorazione eucaristica e scambio di auguri tra i soci dell’associazione; Mercoledì 28 dicembre Tombolata presso la sede dell’associazione; Sabato 31 dicembre ore 17:00 Momento di preghiera e auguri di fine anno; Sabato 7 gennaio 2012 ore 19:00 Concerto natalizio nella Chiesa del Beato a cura del Coro dei Cantori; Domenica 8 gennaio 2010 ore 18:00 Spoglio dell’albero nell’ verso Oasi.

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TI EVEN

Sonia Tabacco s.tabacco@ildomenicaledicasoria.it

X EDIZIONE DEL “ PREM I O EAG LES”

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i è svolta sabato 10 Dicembre, presso l’ITCG “ VILFREDO PARETO” di Pozzuoli, la X edizione del “Premio Eagles”, evento organizzato dall’organizzazione di Protezione Civile “Le Aquile”. La cerimonia di premiazione è stata dedicata a tutti i volontari che hanno dimostrato un impegno costante nelle attività organizzate dalle varie sezioni disseminate sul tutto il territorio nazionale, che hanno garantito la sicurezza dei cittadini in operazioni di prevenzione e di soccorso. Il Premio, ideato nel 2001 da Antonio Addenzio ed Antonio Maggio (Presidente nazionale) ha come ogni anno radunato tutte le sezioni presenti sul territorio italiano (più di 500). C’era la sezione di Novara il cui presidente ci ha riferito l’esperienza del suo gruppo sul territorio piemontese, sul quale opera attivamente ormai di ordinanza, sempre allertato dal comune di Novara e dalle istituzioni competenti in tutte le attività e situazioni di pericolo. I volontari della protezione civile si muovono tra mille difficoltà. Il più delle volte devono superare la reticenza e l’indifferenza delle istituzioni, che non danno ad essi il giusto valore e non acconsentono a sostenerli ed identificarli come uno dei cardini principali nelle situazioni di emergenza a sostegno della comunità. Con "protezione civile" s’intendono tutte le strutture e le attività messe in campo dallo Stato per tutelare l'integrità della vita, i beni, gli insediamenti e l'ambiente dai danni derivanti da calamità naturali e da altri eventi calamitosi. Il volontariato di protezione civile, che oggi conta 1 milioni e 300 mila iscritti, è il fenomeno che meglio esprime il

coinvolgimento delle persone nella salvaguardia e difesa del proprio territorio. Dalle esperienze raccolte dai tanti presidenti presenti e provenienti dal nord Italia, possiamo affermare, senza ombra di dubbio, che c’è una disparità di considerazione e comprensione dell’azione dei volontari tra nord e sud. Lo sforzo continuo dei responsabili delle varie associazioni operanti sul territorio casoriano: LE AQUILE, LA FOLGORE E IL TRICOLORE, non trova riscontro nel coinvolgimento da parte delle istituzioni che non considerano i VOLONTARI nucleo fondamentale di sostegno e d’intervento, nonostante la loro straordinaria professionalità e disponibilità comprovata. Provincia Regione e Comuni (non tutti per fortuna) continuano ad avere poca consapevolezza della risorsa che il “VOLONTARIATO” rappresenta, non riconoscendo l’utilità di uno dei settori più importanti del nostro paese che non deve essere mortificato. Alla cerimonia Eagles erano presenti numerose autorità politiche e civili, oltre ai tantissimi componenti, premiati per il loro ineccepibile impegno nel sociale. Per prima è stata premiata con una targa di riconoscimento e di riconoscenza la Dirigente Scolastica DONATELLA MASCAGNA dell’Istituto Vilfredo Pareto, che

ormai da anni ospita la cerimonia, i corsi di formazione e la sede centrale. A vario titolo sono stati premiati tutti coloro che hanno messo a disposizione le loro professionalità e la loro competenza sul campo, durante le esercitazioni, ma anche per l’organizzazione di corsi di formazione come : Il Corso su dissesti statici che ha avuto come docenti, premiati, il dott. Ferdinando Maria Musto del Dipartimento di Scienze e Pianificazione del territorio e l’ing Pasquale Gerardo Musto entrambi dell’Università degli Studi di Napoli Federico II; i corsi di defibrillazione (BLS), antincendio, topografia ed il corso di Psicologia dell’emergenza con docente la psicoterapeuta Elisabetta Ferrara anch’essa premiata. Le medaglie al merito consegnate sono state tante tutte motivate dall’impegno profuso in missioni di particolare valore. Premiata anche l’attività divulgativa del Domenicale di Casoria sempre presente agli eventi ed interventi delle Associazioni di Protezione Civile. In Italia, ma soprattutto in Campania, manca una regia, non c’è un adeguato sfruttamento di mezzi e persone, il che inevitabilmente crea sprechi. Dobbiamo andare fieri dell’esempio di generosità mostrato dai volontari di protezione civile quando sono chiamati ad operare in ogni momento con abnegazione e spirito di sacrificio, sempre attivi a tutte le ore e con pochissimi incentivi, quasi nulli rispetto al lavoro che affrontano ed ai pericoli che corrono.

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AC CRON

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Marzia Luciano

marzialuciano_@libero.it

Una triste verità di Casoria

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el mese di novembre, a seguito di indagini coordinate dalla Direzione Distrettuale Antimafia di Napoli, i Carabinieri della Compagnia di Casoria hanno provveduto ad arrestare dodici componenti di una banda con l’accusa di associazione a delinquere destinata al traffico di droga. I delinquenti, infatti, gestivano una piazza di spaccio nel parcheggio di un supermarket nella frazione di Arpino. In alcuni casi, la droga, richiesta telefonicamente tramite messaggi in codice, era anche servita “a domicilio” ai clienti più fidati; tra le sostanze stupefacenti spacciate, spiccano cocaina ed hashish. Questo non è né il primo né l’ultimo degli arresti con accusa di spaccio avvenuti a Casoria nell’ultimo periodo: il 28 Ottobre scorso, per esempio, i carabinieri hanno arrestato altri due uomini in possesso di hashish, crack e marijuana, accusati di detenzione di stupefacenti ai fini di spaccio. Questi sono solamente esempi ma molto eloquenti: difatti, l’uso e, talvolta, lo spaccio

di queste sostanze si stanno diffondendo ad ampio raggio, soprattutto tra i giovanissimi, e pare inverosimile che Casoria, città in cui il dialogo ed il confronto sono alla base del rapporto con la gioventù locale, sia toccata da questa difficile tematica. Le domande da porsi sorgono spontanee e sono molteplici. In primis, quali sono i motivi che spingono anche i giovani casoriani ad assumere tali sostanze e quali le mancanze che necessitano di colmare? Perché, tra i comuni a ridosso di Napoli, la città di Casoria risulta essere lo scenario di questa problematica? Soprattutto, dove sono i controlli e la tutela dei giovani? In risposta a queste domande, basti pensare all’uso che si fa degli stupefacenti: vengono utilizzati come antidepressivi, cure inappropriate di mali che affliggono la psiche, fonte di “divertimento” o di distaccamento da una realtà poco gradita, turbata da problemi sociali o economici. Ciò significa, quindi, che i giovani di Casoria non sono contenti. Certamente,

l’uso di stupefacenti non è una soluzione da adottare ed è comune anche in tanti altri territori. Casoria, però, deve reagire, fare qualcosa per il suo bene ed il suo futuro. E’ per questo che, ponendo al primo posto la tutela dei giovani, sarebbe necessario un tentativo di rieducazione non solo alla legalità ma soprattutto all’amore per se stessi, alla difesa dei propri sogni e dei propri ideali, onde evitare lo sprofondamento nel baratro della depressione e/o della dipendenza. Bisognerebbe, pertanto, andar incontro ai giovani, partire da un avvicinamento che ponga le basi sull’abbattimento di barriere di ogni tipo, interessandosi al singolo cittadino prima di tutto come uomo, con le proprie debolezze, e poi come membro di una cittadinanza, attraverso adeguate strutture e tentativi di miglioramento delle proprie condizioni.

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Carmine Mondola

carminemondola@hotmail.it

Maratona di Casoria

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omenica 11 dicembre 2011 si è tenuta la X edizione di “Casoria corre” (5° Memorial Vincenzo Montanino, campione di Italia MM75) in collaborazione con la FIDAL regionale ed il patrocinio del Comune di Casoria Assessorato allo sport. La gara si è articolata su un percorso di km 10, ed ha avuto la sua partenza in via Macello ( adiacente Villa Comunale). Il percorso, sostanzialmente pianeggiante, si è snodato attraverso il centro storico di Casoria e le vie principali, per poi ritornare in via

Michelangelo per lo sprint finale. Tra i 411 maratoneti partecipanti, oltre ai nomi di noti atleti podisti, massiccia è stata la partecipazioni di tanti podisti amatoriali provenienti da tutta la regione. Tra i tanti atleti ha partecipato anche Antonio Pugliese (A.S.D. NAPOLI NORD MARATHON) casoriano doc, noto uomo politico e maratoneta per passione. Con un tempo di 31,44 minuti si è aggiudicato il primo posto il noto maratoneta BEN KHADIR ABDELHADI della

società ASD ENTERPRISE SPORT & SERVICE; seguito da SCALA PASQUALE della società A.S.D. AGG. HINNA con un tempo di 32,08 minuti. Il terzo posto con un tempo di 33,02 minuti è stato conquistato da ADIM ISMAIL delle G.S.D. FIAMME ARGENTO. La manifestazione si è svolta senza incidenti di percorso ed ha visto la partecipazione attiva di tutta la cittadinanza casoriana nonostante sia iniziata di buon mattino.

AL ATT U

Rosaria Ascolese

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rosaria.ascolese@libero.it

A Natale puoi … fare quello che non hai fatto mai!!!

I

l Natale è ormai alle porte e come tutti sappiamo, dovrebbe renderci più buoni. Molti si stanno affannando alla ricerca degli ultimi regali da comprare, ma pochi sanno che basta poco per donare un regalo di vero e grande “ VALORE ”. Nel periodo natalizio si moltiplicano le opportunità per compiere un gesto di solidarietà. Oramai sono innumerevoli le associazioni che si preoccupano degli altrettanti innumerevoli problemi che affliggono il nostro mondo come, malattie, povertà, la fame nel mondo, i diritti di donne e bambini, ecc … basta solo scegliere quale causa sposare e compiere quello che per alcuni è un piccolo gesto, ma per milioni di persone è un vero e proprio regalo per la vita. Anche quest’anno è stato rinnovato il tradizionale appuntamento che da 13 anni fa appello alla solidarietà di tutti. In 2.000 piazze italiane, l’8-9-10 e 11 dicembre l’associazione “ Ail “, contro le leucemie e i linfomi, è riuscita a vendere oltre 700.000 stelle di Natale.. Altre associazioni invece, come L’Airc, impegnata nella ricerca contro il cancro, l’Aism che sostiene i malati di sclerosi multipla o anche l’Abio (Associazione Bambini in Ospedale),

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hanno progettato la vendita di biglietti d’auguri natalizi che possono essere personalizzati e di altri gadget ( calendari, cappellini, t-shirt,

ecc … ). L’Airc, inoltre, dona ai punti vendita che decidono di sostenere la loro causa, dei poster, un rotair da appendere, etichette adesive e tanto altro per decorare il negozio, in modo che chi compra i gadget in questi posti sa a che cosa sta contribuendo. Anche su internet, con un solo click, si può compiere una buona azione. Infatti, Amnesty International e l’Aibi, Associazione Amici dei Bambini, hanno creato delle vetrine, dei cataloghi multimediali dove poter acquistare di tutto, dalle medicine, ai libri, ai giochi, C-D Rom, abbigliamento e tanto altro e tutto

il ricavato andrà speso per aiutare chi più ne ha bisogno. Tra tutti i progetti di solidarietà c’è anche quello dell’Unicef, che con l’acquisto di una “PIGOTTA”, una bambola di pezza, permette a tutti di fare un bel regalo a nipoti, figli, cuginetti, ma soprattutto salvare la vita di un bambino. Si, perché non tutti sanno che ogni giorno muoiono 22.000 bambini per cause del tutto prevedibili, L’Unicef con l’adozione della pigotta spera di ridurre questa cifra a zero; e lo speriamo anche noi! Queste bambole possono essere acquistate online, sul sito dell’Unicef o nelle piazze italiane più importanti in tutto il mese di Dicembre. Fate anche voi un gesto di solidarietà. Natale non è solo consumismo, Natale è amore, condivisione, gioia, Natale è pace.

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GL FA M I

Pina Savorra

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pinacaribe@hotmail.it

La relazione tra genitori e figli

L

a relazione tra genitori e figli è un processo dinamico che viene costruito durante tutto l'arco della vita e al quale sia i genitori che i figli partecipano attivamente in maniera più o meno consapevole. Questo tipo di relazione è caratterizzata da aspetti multidimensionali, che comprendono la comunicazione verbale e non-verbale, l'affettività, la vicinanza, il contatto e risente di processi evolutivi, sociali, genetici e culturali. Fin dalla nascita, e già a partire dal concepimento e dallo sviluppo del feto, i genitori preparano le basi dalle quali e grazie alle quali, si articolerà la personalità ed il comportamento dei propri figli. Attraverso l'invio di segnali verbali e non verbali, che vengono recepiti, codificati, interpretati e rielaborati dai figli, il genitore si propone come primo modello di vita da imitare. Successivamente, il bambino ha l’opportunità di ampliare i propri schemi cognitivi ed affettivi interagendo con i diversi contesti - scolastico, sociale, familiare - con i quali entra in contatto e che contribuiscono alla strutturazione della sua personalità. E' di primaria importanza sottolineare la necessità di una

maggiore consapevolezza, da parte del genitore, dei messaggi - di svalutazione e critica o di rinforzo e incoraggiamento - che invia al proprio figlio. Spesso modalità di comunicazione poco funzionali e inadeguate, finiscono per rendere più difficile e conflittuale la relazione tra genitori e figli. Le teorie sullo sviluppo dell'età evolutiva pongono l'accento sull'importanza di questa relazione poiché, se da un lato i genitori aiutano i figli a crescere, a loro volta i figli sono una preziosa occasione di trasformazione e cambiamento per i genitori, nel loro modo di vedere e considerare. Proprio grazie al gioco relazionale che i figli richiedono, l'essere genitori può divenire un nutriente momento di cambiamento personale, dove anche gli errori, possono essere utilizzati come occasioni d’incontro e di scambio. Tuttavia, quante volte nell’esperienza di genitori ci si è chiesti come si fa ad educare bene i figli? Perché non esiste una scuola per genitori? Come tutte le relazioni, anche la relazione tra genitori e figli, si costruisce con il tempo attraverso la cura e la partecipazione attiva. Fino ad oggi ci si è improvvisati genitori rical-

cando schemi appresi nella famiglia di origine, affidandosi spesso al buon senso ed ai suggerimenti di persone significative come il pediatra, i propri genitori, amici con figli o il solo sentito dire. A causa di questa impreparazione, ci si è disposti di fronte al figlio/a pensando di conoscere i suoi bisogni, mentre in realtà lo si è fatto senza essersi predisposti ad un ascolto empatico e congruente delle sue richieste. Oggi molti genitori si pongono domande su come stare meglio con i propri figli, e proprio per questo sono nati spazi in cui i genitori stessi possono incontrarsi, anche con la presenza di esperti, per condividere e riflettere. E’utile sottolineare che la consapevolezza della propria storia e della propria modalità comunicativa in quanto genitore, la capacità di ascolto attivo rispetto ai bisogni del figlio, la partecipazione empatica, l'apertura al dialogo e la capacità di trovare nuove alternative nell'esercitare il proprio ruolo, rappresentano risorse fondamentali nell'esercizio di una genitorialità adeguata.

VIAG

Domenico Pagliuca

GI

LONDRA VS NAPOLI

T

ra la città di Napoli e quella di Londra vi sono all'incirca 2.081 km,2 ore e 45 minuti di volo e un mare di differenze. La mia ultima meta è stata proprio la capitale del Regno Unito e punto di riferimento dell'Europa occidentale. Londra è immensa già nei numeri:7.556.905 abitanti, 33 quartieri cittadini,5 aeroporti e circa 50 comunità etniche non indigene. Non farò un commento da guida turistica, non parlerò dei monumenti, dei simpatici bus a due piani, della ruota panoramica “the London eye” o di Buckingham Palace, riporterò il punto di vista di uno studente italiano della città di Napoli.Ho cosi deciso di indicare i principali quattro aspetti della City che mi hanno maggiormente colpito.1)Il Lavoro in terra inglese. Se New York è la capitale del sogno americano, Londra è la capitale del lavoro, quel lavoro di cui si parla nella nostra Costituzione citato ma non garantito. Il numero di lavoratori anglo-italiani che ho incontrato dall'aeroporto di Capodichino fino al cuore pulsante della City mi ha

colpito, ho parlato con medici, ricercatori o semplici commessi e ho compreso che per loro Londra è stata una fuga, una speranza e una salvezza dalle promesse non mantenute dalla madrepatria Italia.2) I trasporti pubblici della City,un esempio per Napoli. Forse non sarà cosi per i londinesi,ma per un cittadino napoletano vedere la cosi detta “underground” o “tube” è un qualche cosa che fa riflettere.“The London underground” è stata la prima metropolitana nel mondo ,la sua estensione pari a 402 km le permette di collegare l'intera periferia con la City,una realtà che può far capire realmente le possibilità di una Napoli con una rete di trasporti pubblici di questo tipo:una città senza traffico,senza quartieri e periferie isolate,una città dove lavoratori,studenti e turisti circolano da nord a sud da est ad ovest della città e dintorni senza ostacoli e in modo rapido.3)Il turismo inglese e la chance italiana sprecata. Londra è la città più visitata dal turismo mondiale, e personalmente è un dato che stupisce. Londra

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non ha bellezze naturali paragonabili a quelle della città partenopea, il clima inglese non è ospitale come quello nostro mediterraneo ed i monumenti seppure tanti e belli non mi hanno stupito più di tanto;gli inglesi però possono vantare un organizzazione scientifica dell'attività turistica. L'attività turistica è per gli inglesi un settore economico fondamentale, l'Italia invece con il tanto declamato "patrimonio artistico più grande del mondo" non riesce a fare crescere un’attività che garantirebbe occupazione e ottimi profitti. .4)Multietnicità e rispetto. Londra è per definizione una città multietnica, è tranquillamente possibile che in un vagone della metropolitana seggano e parlino contemporaneamente i cittadini dei quattro continenti usando il solo idioma inglese. Rispetto, convivenza pacifica e pari dignità sono le caratteristiche della multietnicità inglese; il disprezzo, la diffidenza e l'odio non li ho mai percepiti.

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NA CRO

Emiliana Cresci

CA

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emiliana.cresci@yahoo.it

Crolla l’ ”Ora” tour: polemiche per la morte di Francesco

I

l 13 dicembre, mentre si allestiva il palco per uno show che avrebbe divertito migliaia di persone, Francesco Pinna, un ventenne studente e operaio, è rimasto schiacciato dal crollo dell'impalcatura dello show di Lorenzo Jovanotti, che ha subito sospeso l’intero tour. La procura di Trieste ha aperto un'inchiesta a carico di ignoti per omicidio colposo, disastro colposo e lesioni, e il pm Matteo Tripani ha subito disposto l'autopsia sul corpo della vittima. Il palco supertecnologico del tour «Ora», partito ad aprile e che si sarebbe concluso alla fine di questo mese, ha retto nelle oltre 50 date in tutta Italia. A Trieste invece è crollato, travolto dalla struttura che regge l'impianto audio e luci. Proprio le casse sono precipitate su Francesco, uccidendolo. Gli altri sette feriti sarebbero invece fuori pericolo. Non si conoscono ancora le cause dell'incidente. Loris Tramontin dell'Azalea, il promoter locale, afferma: “Francesco era addetto a montare le casse a terra. Si trattava di un lavoro molto semplice, che non richiede particolari specializzazioni. Ha avuto la sfortuna di trovarsi al posto sbagliato nel momento sbagliato. L'impianto audio sospeso gli è caduto in testa, spaccandogli il caschetto”. Francesco dipendeva dalla cooperativa triestina On Stage, diretta da Paolo Rizzi. «Francesco Pinna è morto costruendo una festa…una struttura fatta per far divertire migliaia di persone». Comincia così la lunga lettera di spiegazione sull’intera tragedia pubblicata, su sfondo bianco, su “sole luna. com”, sito ufficiale del cantante anche per chiarire le ovvie e ora futili polemiche sul fatto che

questa tipologia di lavori sia sottopagata; come se poi, con un guadagno maggiore sia giusto morire, così, a 20 anni. Così come sono assurde e ridicole le affermazioni scritte su Pontifex, da Bruno Volpe: “Dio non manda certamente il male che non

vuole…ma si ribella e acconsente acché Satana ci metta alla prova. Una positiva conseguenza del crollo è stata la sospensione del concerto di questo menestrello del vietato vietare, del tutto è permesso, della vita sregolata e dell'incitamento ad ogni scompostezza esistenziale. Da questo punto di vista, esiste una giustizia divina che si oppone alla volgarità ed al libertinaggio senza censura, anzi, avallato da nomi noti che, così, si fanno portavoce del Maligno”. E perché??? Tutto ciò ancora perché Lorenzo con Fiorello la settimana scorsa ha pronunciato la parola “profilattico”!! Ma stiamo scherzando?!? Mettiamo pure l’assurdo caso, il ragazzo e la sua famiglia (a cui è rimasto il do-

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lore), che c’entravano in questo che lui chiama avvertimento divino??? Bah, senza parole su ciò… ed è meglio non esprimersi!! Jovanotti ha precisato che anche a Trieste, come nelle altre date del tour, sono state osservate le regole sulla sicurezza: “Non c'è giornata in cui una serie di funzionari pubblici non verifichino il corretto montaggio e non si presentino ad approvare i metodi di costruzione della struttura”. E forse, a questo punto, è giusto concludere proprio con le sentite parole dell’artista: “Sono migliaia a fare questi lavori in Italia, si tratta di lavori di supporto alla squadra itinerante, e spesso sono studenti che così si guadagnano qualche giornata. Francesco era uno di loro e aveva tutta la vita davanti a sé. Questa è la tragedia. Le strumentalizzazioni sono fuori luogo e mi feriscono perchè inducono a pensare che nel mio tour ci sia del lavoro nero o sottopagato. Francesco è morto per una fatalità davvero difficile da prevedere. E' una tragedia enorme amplificata dal fatto che si stava lavorando per allestire "una festa", un evento effimero che lascia il dolore e la morte fuori dai cancelli per una sera. E invece stavolta tutto si è ribaltato e ora c'è solo dolore sul mio palco distrutto. Siamo gente seria, appassionata, facciamo una vita e un lavoro gratificato dall'idea di accendere l'entusiasmo e l'emozione del pubblico. La sua morte lascia un vuoto incolmabile nella sua famiglia che abbraccio con tutta la mia forza insieme a tutto il mondo dei concerti e dello spettacolo, che lui amava, come tutti noi…….. Lorenzo”.

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LIBR

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Eduardo Paola edu80@libero.it

“Au bal de la chance – la mia vita”, l’autobiografia di Edith Piaf

L

’autobiografia di Edith Piaf, uscita in Francia nel 1958, finalmente è stata pubblicata anche in Italia. Il volume, “Au bal de la chance – la mia vita”, edita da Castelvecchi con prefazione di Jean Cocteau, è il racconto in prima persona dello straordinario percorso artistico e privato della più grande cantante francese di tutti i tempi. Se i miracoli esistono, allora uno è sicuramente quello della sua voce, una voce racchiusa in un corpo minuto e consumato dalla vita. Un corpo che con grande difficoltà è riuscito a tenere il passo con il suo animo vulcanico, indipendente e sempre alla ricerca disperata dell’amore. La sua è stata un’infanzia segnata dalla miseria e dagli abbandoni. Adolescente, canta tra le misere strade di Parigi medicando qualche soldo nell’abbrutimento più totale, ma quando il destino è segnato, anche nel buio più nero una stella riesce sempre a brillare e ad emergere. Nel 1935 avviene l’incontro con Louis Leplée, proprietario del Gerny's, un salone di cabaret degli Champs-Elysées molto in voga all’epoca. Louis Leplée la ripulisce letteralmente e a pochi giorni dal fortunato incontro, la giovane Edith Gassion viene presentata al pubblico come la “Mome Piaf ”. Il successo è immediato, le prime critiche parlano già di fenomeno, ma la strada è sempre

tutta in salita e dopo qualche tempo, quando Leplée viene trovato morto, la stella di Edith

sembra doversi spegnere per sempre insieme a quella del suo pigmalione. Ma come l’araba fenice la giovane Mome Piaf risorge dalle sue ceneri e rinasce come Edith Piaf, l’artista che senza orpelli, nell'assoluta essenzialità si presentava al pubblico col suo anonimo abito

nero. Lei non aveva bisogno di altro. Su quel vestito nero c'erano tutte le miserie di questo mondo e nel suo canto, il disperato grido di un popolo che vive, lotta, ama e non si arrende mai. Si, la sua vita come le canzoni sono sempre state un inno alla vita, alla speranza, all’amore. Le sue mani durante le esibizioni disegnavano figure astratte nell’aria e la sua voce riempiva e inebriava le anime degli spettatori, mentre la sua carica espressiva raccontava storie, stati d’animo, emozioni e sentimenti immortali. L’amore è stato uno dei grandi motori della sua vita, disposta sempre a donare tutta sé stessa nelle innumerevoli storie che l’hanno accompagnata fino alla fine. Consumata dall’alcool e dalla droga che le permette di sopportare i terribili dolori procurati dall’artrosi deformante da cui è affetta, Edith Piaf passa da grandi trionfi a malori a scena aperta, che la costringono poi definitivamente ad abbandonare per sempre le luci della ribalta. Si spegne nel 1963 a soli 47 anni. Uno dei suoi ultimi successi è stato “Non je ne regrette rien”, che può considerarsi il suo testamento morale, in quanto esprime la voglia di ritornare, di cancellare il passato guardando sempre avanti, fedele sempre a sé stessa e a quella sua filosofia di vita che le ha permesso di vedere sempre la vie en rose.

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LI NAPO

Pasquale Lucchese napoledano@libero.it

L’ i m p r e v e d i b i l i t à d e l c a l c i o ci gioca uno scherzetto! Sorge spontaneo chiedersi se sia possibile che la stessa squadra capace di superare, con pieno merito, il girone più difficile della Champions’, possa pareggiare, rischiando di perderla, una partita contro la penultima forza del campionato

italiano. Assolutamente sì. Il bello del calcio, del campionato italiano in particolare, sta proprio in questa peculiarità. Eppure, dopo la doverosa premessa sulla imprevedibilità pallonara, vanno fatte delle considerazioni. Dopo la sbornia europea, sembrava, paradossalmente, esser tornati un lustro dietro: il Napoli contro il Novara, club che deve le sue antiche fortune al grande Piola, e che mancava dalla massima serie da oltre mezzo secolo. Una realtà assolutamente affascinante, dotata di un centro sportivo, Novarello, all’avanguardia, e capace di passare in pochi anni dalla C2 alla A. Però la rosa allestita per il massimo campionato non sembra delle più adeguate. Molti giocatori oltre i trenta, alla loro prima

esperienza in A, cui si aggiungono dei “quasi” giovani non propriamente di belle speranze (con l’eccezione del portiere albanese e di Mazzarani). Insomma una squadra assolutamente “operaia”, che può puntare tutto sul temperamento, e che per salvarsi deve sperare nell'esistenza di 3 squadre più scarse. Non sarà facile! Dal canto nostro, dopo i doverosi festeggiamenti, era lecito che il Napoli tirasse il fiato. Ma un Napoli in apnea per quasi l’intero match non era auspicabile. Anche perché le prime quattro non si fermano, e la distanza aumenta. A Novara si presenta un Napoli a trazione anteriore, almeno sulla carta! Pandev assieme ai tre tenori, con Hamsik sulla mediana a fungere da faro del centrocampo. Il vero errore del mister sembra però essere il solito: intestardirsi con la difesa a tre, anche contro squadre che schierano un solo attaccante, nella fattispecie il 32enne Rubino(!). Una simile disposizione, benchè ormai “mentalizzata”, lascia costantemente il centrocampo in affanno. Difficile, quindi, costruire gioco. Ma al di là delle disquisizioni tattiche, che lasciano il tempo che trovano, a Novara, il Napoli non è sceso “realmente” in campo! Non è che qui si pretenda sempre il super Napoli, ma se

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anche De Laurentiis si era sbilanciato, chiedendo ai ragazzi 9 punti fino a Natale: evidentemente, si riteneva non impossibile simile “impresa”. Dopo la rete piemontese (punizione inesistente, a maggior ragione considerando il metro “inglese” adottato dal fischietto De Marco, e sorvoliamo sulla barriera) il Napoli ha “leggermente” deciso di giocare, e ha pareggiato, rischiando di vincere la partita. Ciò a chiara dimostrazione che contro una squadra, assolutamente inferiore, si poteva facilmente smentire la regola non scritta dell'imprevedibilità del calcio! Basta recriminare, anche perché ora, con la bene(male)detta(!) Champions’ ferma fino a febbraio, bisogna puntare tutte le energie sul recupero in camp i o n at o. I punti persi, o quanto meno non guadagnati, sono ormai tanti, troppi, per cui….sveglia NAPOLI!

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22 Grande partita domenica al Palacasoria tra due grandi squadre: CIA Giotto Casoria - Aurispa Alessano

U

no spettacolo di due ore e mezza disturbato da un mediocre arbitraggio, che ha elargito decisioni discutibili, rischiando di rovinare una bella partita. Gli start seven in campo sono: per il Giotto Ferrentino in diagonale con Fasulo, Pacecchi e Vitale di banda, Lumia e Nikolayev centrali ed Ardito libero; l´Alessano si schiera con: Orlando in palleggio con Mazza in diagonale, Carrozzo e De Giovanni di banda e Patitucci e Avelli centrali con Bisanti libero.Dopo un inizio bilanciato l´Alessano inizia a forzare la battuta, l’attacco del Giotto cede e la nostra squadra si ferma a 18 con l´Alessano che vince agevolmente il primo set.Il coach Calabrese striglia i suoi ad una maggiore precisione ed applicazione degli schemi e sprona chi, nel primo set, ha dato una buona prestazione Nikolayev e Ardito.Il secondo set vede subito il Giotto in vantaggio ( 8/6 al primo t.o.t. ) ma l´Alessano opportunisticamente è pronto ad approfittare di qualsiasi distrazione e si riporta sotto al secondo t.o.t.

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( 16/15). Grazie a due turni di battuta consecutivi , di Pacecchi e Lumia, i Casoriani si aggiudicano il secondo set.Anche il terzo set si svolge con grande equilibrio, ma il Giotto riesce ad avere la meglio capovolgendo la

situazione. Scende di rendimento del Giotto verso la fine, così i pugliesi ne approfittano e si aggiudicano il set sul 25/21.Nel quarto set, al cardiopalmo, Calabrese è costretto a sostituire Pacecchi ( per infortunio) con Bianchi. Si sprecano gli attacchi e le difese dall´una e

dall´altra parte, Nikolayev che non ne sbaglia una, ma nonostante ciò il set sembra volgere a favore dell´Alessano sul finale ( 22/23 - 23/24 ), ma il Giotto mette dentro tutta la grinta di una squadra compatta e di un allenatore mai arrendevole e riesce a chiudere il set sul 26/24 dopo tre attacchi consecutivi prima di Fasulo, poi di Nikolayev e poi di Vitale con un perfetto attacco in lungo linea.Al tie-breack si vede la partenza a razzo del Giotto. Al cambio il Giotto è ancora avanti 8/6 ed allunga anche sul 10/7 e 11/9. Poi inizia una serie di mach point che viene chiusa da un muro di Carrozzo su Fasulo che sancisce la vittoria dell´Alessano per 18/16 nel set e 3/2 nell´incontro. Tra le fila dei casoriani l’amarezza al termine della partita è tanta, ma lo spettacolo che hanno offerto è stato entusiasmante e fa presagire vittorie certe di una squadra in continua crescita e capace di misurarsi con professionalità e valore con le più grandi.

La Redazione

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T SPOR

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Valerio Cresci

vcresci@gmail.com

A spasso nel calcio

Napoli cosa vuoi fare da grande? Abbiamo tutti ancora negli occhi la partita del Madrigal, le emozioni che ci ha dato e il traguardo storico raggiunto. Traguardo arrivato dopo anni di sacrifici e progettazione, partendo ingiustamente dalla serie C con la partita disputata al San Paolo contro il Cittadella, fino ad arrivare agli ottavi di Champions League. Un cammino lungo sette anni, nel corso del quale abbiamo trovato non pochi ostacoli: dalle prime sconfitte, alcune anche dolorose come quella dei Play off al Partenio, al campionato di serie B più difficile di sempre disputato con il Genoa e la Juve “ladrona” retrocessa. Insomma il Napoli ha conquistato con sudore sul campo i suoi successi e mai niente gli è stato regalato. Anzi!!! In questo cammino, a mio parere, due sono state le persone più importanti: il Presidente De Laurentiis che ha creduto in questo percorso, acquistando un vero e proprio pezzo di carta in Tribunale per 30 milioni di euro, a cui ha dato un’anima e, con il suo carattere prorompente e la sua capacità imprenditoriale, ha posto le basi del successo. Successo che non poteva essere così fragoroso ed immediato senza l’uomo principale della SSC Napoli anzi il cuore pulsante della squadra: il mister Walter Mazzarri, il vero mattatore di questa magica cavalcata. È grazie a Mazzarri se siamo lì, nessun altro tecnico, Mourinho o Guardiola compresi, avrebbe potuto creare un gruppo così compatto e capace di esprimersi quasi sempre al massimo delle proprie qualità, addirittura superandosi. E’Mazzarri che ha creato una difesa di-

venuta oramai una corazzata, composta da Cannavaro (ve lo ricordate con Reja, quanti errori commetteva?!), Aronica e Campagnaro (a breve diverrà il titolare anche con la nazionale Argentina) non certo sulla carta dei top player. E’ Mazzarri che ha trasformato Cavani da

giovane promessa come attaccante esterno, in una prima punta eccezionale, spietato e freddo in area, facendo accrescere il suo valore da 17 milioni a 40 o forse anche 50. L’unico rimprovero che gli si può muovere è che non riesce a ragionare da allenatore da grande squadra e forse ha dei limiti nella gestione di un organico composto da 20-22 titolarissimi, come ama definirli. È questo forse l’unico tassello che manca a un grande uomo e grande tecnico. Tassello che sarà necessario se il Napoli vorrà restare grande tra le grandi. Anzi la domanda che mi pongo è: Napoli (De Laurentiis), cosa vuoi fare da

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grande?? Siamo nell’elite del Calcio Europeo ma la linea tra la definitiva affermazione e il ritorno alla mediocrità è sottile forse troppo e nulla può essere trascurato. La stessa situazione è stata vissuta anche da altre squadre: su tutte ricordo la Fiorentina che uscì dalla Champions immeritatamente contro il Bayern e che, a causa di una inefficiente programmazione e l’addio di Prandelli, si è ritrovata in poco fuori da tutti i giochi in Europa e stabile a metà classifica in serie A . Alla luce del sorteggio degli Ottavi, il Napoli deve continuare a programmare con il suo tecnico, attingendo dai fondi che quest’anno saranno davvero da Champions, alzando un poco il tetto ingaggi ed acquistando giocatori di rilievo internazionale alle spalle dei quali far crescere i futuri Hamsik o Lavezzi. Proprio con il Pocho sarà necessario ridiscutere del suo contratto, adeguandolo economicamente ed eliminando la clausola rescissoria, vero e proprio incubo di tutti i tifosi ma anche della società. Da navigato imprenditore il caro De Laurentiis sa che mai come questa stagione le casse societarie saranno piene di fondi e che questo dovrà essere l’anno in cui investire molto, ma bene, per continuare a crescere in Europa e in Italia e per continuare a sognare. Spero sarà così!! Ma se le intenzioni della società fossero diverse dovrà essere almeno sincera con i propri tifosi, gli unici che meritano davvero questi grandi successi , gli unici che sostenendo la squadra aldilà del risultato vincono sempre.

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A ATT U

L I TA’

Francesco Pagliuca pagliuca86@hotmail.it

La malattia della crisi economica

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dispetto dei più intricati casi clinici questa volta la diagnosi era nota. L´ardua impresa era trovare una terapia condivisa da tutti, curativa e non un semplice placebo. Il "malato" Italia soffre di una profonda crisi economica che con il passare del tempo assume tinte sempre più fosche. L´inversione di tendenza si è avuta con la nomina a capo di governo del Prof. Monti, tecnico stimato cui si è affidato l´incarico di invertire il trend negativo. Ora che la ricetta è stata prescritta l´amara medicina deve essere somministrata a un paziente che vedrà abbattersi su di se la scure di rincari e nuove imposte. Il contenuto di quello che va sotto il nome di decreto "Salva-Italia", battezzato da una conferenza stampa fiume e bagnato da lacrime "ministeriali" può essere così sintetizzato: 30 miliardi lordi ripartiti in ,17 di aumenti di imposta e in 13 in riduzione di spese. Una mezza delusione visti gli annunci. Proviamo ad analizzare in pochi punti il perché dello scontento nei confronti di quanto si accinge a varare il governo. Nuovi balzelli e pochi tagli, che si spera in futuro siano più incisivi di quanto invece si son dimostrati, fermandosi alla superficie di una crosta impregnata di privilegi e sprechi. Torna di moda l´inveterata abitudine di colpire indiscriminatamente i contribuenti italiani senza chiedere di più a chi fin ora non ha per nulla contribuito. I nodi che vengono al pettine non del tutto risolti sono: lotta all’evasione fiscale, tagli alle spese della politica, maggiori risorse per sviluppo e occupazione. Par-

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tiamo dal primo punto. Passino pure nuove tasse e l´aumento dell’IVA, ma come si è deciso di attaccare il mondo sommerso delle enormi cifre sottratte all’erario? Ogni anno quasi 120 miliardi non sono riscossi dalla casse dello stato. Se fossero incassate le somme evase, si avrebbero maggiori incassi e recuperando più fondi la pressione fiscale dovrebbe in teoria diminuire. La logica del pagare tutti per pagare meno. Aggiungiamo che con queste somme si possono finanziare servizi pubblici e garantire alla cittadinanza un´offerta di welfare, scuola e sanità pubblica soddisfacente. Cosa prevede invece la manovra per contrastare tale fenomeno eticamente e moralmente deplorevole ?L´introduzione di tasse su auto di lusso, barche e yatch oltre ad un´imposta del 1,5 % sui capitali rientrati in Italia con lo scudo fiscale. Pochino se si pensa che l’esercito dei contribuenti, di quanti dichiarano 20000 euro annui, affolla ogni anno le spiagge della Sardegna e della Costa Azzurra con costose imbarcazioni ,lussi e sfarzi. La tracciabilità dei pagamenti oltre ai 1000 euro è poca roba perché mentre negli altri paesi del continente anche pagare il caffè è possibile con carta , registriamo che su questo tema c è ancora molta strada da fare. Il secondo punto riguarda il capitolo degli incentivi alla crescita. Dopo anni di rigore uno spiraglio di luce s’intravede all´orizzonte. Liberalizzazioni per i farmaci di fascia C, per i trasporti, per gli orari di chiusura degli esercizi commerciali e agevolazioni per le imprese sono però anche in

questo caso misure da peso piuma. Si aspettava di più venendo incontro concretamente alle aziende che assumono giovani lavoratori in cerca d'impiego a cui si deve garantire stabilità bandendo cacofoniche etichette(co.co.pro)e precarietà occupazionale. Offrendo prospettive certe si dà slancio all’economica puntando sulla ripresa della domanda e sulla crescita della produzione industriale il che equivale a un ritrovato benessere per il paese. E veniamo al terzo punto, i tagli alla politica. Si sono scritti libri sui privilegi della casta e su quanti soldi sono sperperati e mal gestiti. In questo caso citerò i provvedimenti e le reazioni ad esso. Fine dei doppi stipendi per i membri del governo: essi non potranno più ricevere nessun altro trattamento economico nel corso della durata del loro incarico di governo. Sono eliminate le giunte provinciali ed è previsto che i consigli delle stesse abbiano al massimo dieci membri. La retribuzione mensile dei parlamentari si adegua a quella della media europea di 5.339 euro rispetto alle media di 11.700 percepita dai nostri deputati. Le reazioni in questo caso non si sono fatte attendere. Una levata di scudi da più parti si è alzata nei confronti di questa violazione delle prerogative del parlamento da parte dell'esecutivo. Una parlamentare, in un´intervista rilasciata ad un noto quotidiano politico ha dichiarato:" già togliere il vitalizio è un´istigazione al suicidio,figurarsi il resto".Speriamo che almeno questa volta alle parole seguano davvero i fatti.

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IC RUBR

Gennaro Crispino

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Invitiamo i lettori ad inviare le loro eventuali richieste di pareri in merito a quesiti giuridici all ‘indirizzo di posta elettronica dell’avv Crispino : gennarocrispino@libero.it

gennarocrispino@libero.it

O G N I C R I S I F I N I S C E … N E L P O R TA F O G L I

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iamo seguito alla rubrica di approfondimento giuridico inaugurata nel precedente n. 5 del nostro giornale. Questa rubrica, con frequenza quindicinale, si propone di affrontare non solo argomenti inerenti al sistema giustizia ed alle novità legislative di maggiore interesse ma, altresì, come in questo caso, specifiche questioni di diritto, di natura sia civile che penale. Recentemente la giurisprudenza di legittimità ha precisato alcuni importanti principi in tema di famiglia (o meglio, di “crisi della famiglia”). La coppia coniugale ha subito negli ultimi trent’anni una rapida evoluzione, con nuovi scenari ancora da esplorare all’orizzonte. Se il legislatore fatica a tenere il passo di tali dinamiche, la giurisprudenza si mostra più elastica ad analizzare e dare contenuto normativo ai vari casi alla cui risoluzione è demandata. La Corte di Cassazione, con la pronuncia resa in data 15/09/2011, rafforza la tutela giuridica del “partner tradito” che, indipendentemente dalla domanda di addebito della separazione (ecco la rilevante novità), potrà richiedere il risarcimento dei danni patiti per effetto del tradimento. Invero, i

doveri conseguenti al matrimonio, tra cui quello alla reciproca fedeltà, non sono di carattere esclusivamente morale, ma hanno natura giuridica, come si desume da riferimento contenuto nell’art. 143 c.c. alle nozioni di dovere, di obbligo e di diritto e dall’espresso riconoscimento nell’art. 160 c.c. della loro inderogabilità. La loro violazione, quindi, può comportare non solo la sanzione con le misure tipiche previste dal diritto di famiglia – quale l’addebito della separazione, con i suoi riflessi in tema di perdita dell’assegno e dei diritti successori – ma, allorché cagioni la lesione di diritti protetti a livello costituzionale, può, altresì, integrare gli estremi dell’illecito civile e, conseguentemente, dare luogo al risarcimento dei danni non patrimoniali. Si badi, però, la mera violazione dei doveri matrimoniali, o anche la pronuncia di addebito della separazione, non basteranno di per sé ad integrare una responsabilità risarcitoria. Non sarà sufficiente perciò allegare un occasionale tradimento, ma occorrerà che questo abbia avuto, per le sue modalità, conseguenze particolarmente frustranti stante, ad esempio, la instaurazione di una

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vera e propria relazione extraconiugale, la notorietà della stessa, etc., con effetti sulla salute e/o dignità del coniuge tradito e dovrà altresì essere dimostrato il nesso di causa/effetto tra la condotta ed i danni, di ordine biologico, morale ed esistenziale, lamentati. L’altra pronuncia meritevole d’interesse verte in materia di divorzio e, in breve, sancisce che anche l’instaurazione di una famiglia di fatto, quale rapporto stabile di convivenza attuato da uno degli ex coniugi, recide ogni connessione con il tenore ed il modello di vita caratterizzanti il matrimonio civilmente cassato col divorzio, facendo venir meno, perciò, i presupposti per la riconoscibilità dell’assegno divorzile. La corresponsione di questo in favore del coniuge avente diritto resterà sospesa sino al termine della nuova convivenza che questi ha instaurato. Le relazioni di fatto assumono così sempre maggior peso nella nostra cultura giuridica e reclamano maggiore attenzione da parte del legislatore.

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27 La conferenza dei Capi - Gruppo visti gli impegni istituzionali del Sindaco ha deciso di rinviare il Consiglio Comunale previsto per il 19 dicembre alla data del 21 dicembre alle ore 15 con il seguente ordine del giorno: 1.Discussione sul P.I.U. Europa; 2.Istituzione del consiglio tributario. Inoltre si è deciso di convocare un ulteriore Consiglio per la data del 27 dicembre con all'ordine del giorno l'assestamento di bilancio. Cordiali saluti Emilio Polizio

Associazione Di Protezione Civile “IL TRICOLORE”

Via Santa Croce 48,80026 Casoria Tel.3661947722 fax 08119574195 10 CANDELINE, è quante ne conta l’8 dicembre 2011 l’Associazione di volontariato di Protezione Civile “Il tricolore” di Casoria, che il successivo 17 dicembre 2003 otteneva anche l’iscrizione al Registro Regionale del volontariato: AUGURI di vero cuore. Un piccolo, grande traguardo, per un gruppo di AMICI che proprio il CUORE getta aldilà degli ostacoli, impiegando quotidianamente parte delle proprie risorse ed energie per metterle al servizio della città di Casoria e

della popolazione, con ABNEGAZIONE e senza guardare a giorni festivi o quant’altro, spesso anteponendo il tutto anche alla famiglia. Certo il cammino finora non è stato e non sarà facile, di qui a venire: rimasta senza sede anche per difficoltà a reperire fondi e sovvenzioni nonostante i volontari spesso ci rimettano anche di tasca propria , l’Associazione ha attraversato un periodo di difficoltà ed ha, dopo i comprensibili disagi dovuti alla spasmodica ricerca e avvio della sede nuova, ripreso con più vigore le proprie attività ed iniziative , senza peraltro fermarsi mai. L’ASSOCIAZIONE si occupa, da statuto costitutivo, di coordinamento, prevenzione e soccorso durante manifestazioni pubbliche (civili, religiose e/o sportive), salvaguardia dell’ambiente in special modo contro tutti i reati che vedono l’abbandono di rifiuti speciali, tossici e nocivi (problema già preso con lungimiranza in considerazione dall’Associazione anni addietro, ma oggi particolarmente sentito), protezione animale (repressione di reati di maltrattamento ad animali, caccia di frodo, abbattimento specie protette ecc.), agevolazione a pratiche sportive ed educative (es. corsi di formazione nelle scuole e/o assistenza durante prove d’evacuazione, ecc.), assistenza a disabili ed anziani (anche con distribuzione di generi di prima sussistenza, soprattutto nel periodo invernale o d’estate, in cui spesso vengono lasciati da soli) oppure ad extracomunitari (per gli uni e per gli altri allestite, nel tempo, anche cucine per il

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rifocillamento), impiego di volontari a seguito di calamità naturali (l’aiuto alla popolazione è il primario obiettivo dell’Associazione). A riprova dell’entusiasmo ed altruismo profusi, addirittura i volontari hanno ricevuto due encomi, dal Sindaco di Casoria, in occasione di un nubifragio nel maggio 2004 (per tutta la notte si lavorò in cantine, palazzi, strade ad aiutare la gente in pericolo o semplicemente in difficoltà) e durante la manifestazione “La città di Casoria in vetrina” nel settembre 2007 fu domato un incendio (alle spalle degli stand, prontamente e senza allarmare minimamente la cittadinanza accorsa per l’evento). Ma senza dubbio fu nell’ottobre 2004 l’intervento più rischioso quando, a seguito del ribaltamento di un’autocisterna carica di gas in località Cittadella presso l’autostrada, coordinati dai VV.FF. (nel frattempo accorsi per mettere in sicurezza e svuotare il veicolo): compito affidato ai volontari era di allontanare rapidamente le circa 100 famiglie da due palazzine prospicienti il luogo del disastro. Traccia dell’intervento nei verbali redatti successivamente dai VV.FF. Nel tempo però il raggio d’azione dell’Associazione s’è ancor più allargato: in collaborazione con l’ANVU (Associazione Nazionale delle Polizie Municipali), sono stati organizzati seminari e convegni di enorme rilevanza per la formazione a livello legislativo ed esecutivo degli operatori di ordine pubblico (centinaia di partecipanti, fra cui si annoverano con orgoglio comandanti ed alti ufficiali di vari corpi, Polizia municipale, Carabinieri, Polizia, Guardia Forestale, C.R.I., Guardie giurate ecc.), campagne di sensibilizzazione contro l’uso di botti illegali (coinvolgendo migliaia di alunni delle scuole di Casoria, presso l’UCI-Cinema e capillarmente in ogni scuola), nonché assistenza alla viabilità interna c/o centri commerciali in particolare i Pini di Casoria (in occasione di offerte speciali e festività, in cui l’afflusso di acquirenti creerebbe problema alla viabilità cittadina). Insomma, una vera fucina d’idee e laboriosità, un manipolo di umili e valenti “angeli del pronto intervento” sempre guidati con mano amorevole, decisa e sapiente dal Presidente Giuseppe D’Elia cui affidiamo il compito di ringraziare tutti i volontari per il coraggio, la volontà, l’altruismo dimostrati: l’augurio migliore che si possa rivolgere loro è di rivederci da qui ad altri 10, 20, 30… anni e spegnere ancora tante candeline. Grazie e …..AUGURI TRICOLORE.

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S AT I R

A

CattiviK

Sempre la confusion delle persone principio fu del mal delle cittade

T

anto ma tanto tempo fa, in un paese molto ma molto lontano viveva un re di nome Vicienzo aveva tante qualità ma non sapeva governare, allora decise di affidarsi ad un potente nobile locale che si chiamava Tommasino, purtroppo nemmeno lui ci sapeva fare ma nonostante ciò desiderava il potere più di ogni altra cosa. Tommasino gestiva il governo con mille sotterfugi restando sempre a galla, era un maestro a navigare sott'acqua senza mai metterci la faccia. Negli ultimi tempi però era stato costretto a scendere in campo di persona poiché aspirava a diventare più potente del re. Questo aveva creato molte fibrillazioni con le famiglie vicine al sovrano che non vedevano di buon occhio le ingerenze del potente nobiluomo. In particolare c'era una famiglia di quattro fratelli: Pasqualino, Nicolino, Giovannino e Pino a cui non andava pro-

prio giù che Tommasino fosse l'unico a comandare, così iniziarono a remare contro di lui. Se c'era una cosa che il nobile consigliere del re proprio non sopportava erano gli affronti che mettessero in dubbio la sua autorità, così iniziò una lunga e sanguinosa lotta tra fazioni. Tommasino era molto furbo e per sconfiggere i suoi rivali aveva chiesto aiuto ai nobili delle famiglie contrarie al re, molti di loro erano dei mercenari che avevano sostenuto i sovrani precedenti e poi al momento buono li avevano defenestrati. Nel frattempo che la lotta impazzava tra le famiglie rivali il popolo moriva di fame e chiedeva al re di prendere provvedimenti per mettere fine al conflitto. Il mite sovrano purtroppo era un uomo molto pavido e per paura di subire una ritorsione da parte di Tommasino non interveniva in alcun modo per sedare la faida. In mezzo

ai due fuochi c'erano le famiglie che da sempre erano avverse a Tommasino ed al re, ma avevano poche truppe ed erano soggette ai continui agguati dei mercenari. In questa confusione generale il paese andava a rotoli, le bande di malviventi impazzavano depredando e saccheggiando, i più deboli erano oggetto continuo di violenze, niente sembrava poter salvare il regno dall'orlo della distruzione, fino a quando un giorno... Mi dispiace ma il resto della storia proprio non me lo ricordo, ho provato a ricamarci di fantasia, ma non riesco ad immaginare un finale brillante che possa consegnare una morale edificante da tramandare ai posteri, quindi non resta che affidare al buon senso dei lettori la possibilità di costruirsi l'epilogo più congeniale che renda questa storia non una banale metafora.

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TI EVEN

L’evento si è tenuto presso il centro “I Pini”, ormai diventato un polo anche culturale e di spettacolo.

Ralph Morris vince la “Dj Competition” E’ Ralph Morris il re dei giovani deejay campani. Il 22enne, vero nome Raffaele Molisso, residente nel popoloso quartiere Ponticelli di Napoli, si è aggiudicato la gara regionale denominata “Dj Competition”, una kermesse di tre giorni consecutivi che ha avuto come teatro il grazioso parco commerciale “I Pini” di Casoria. Morris ha ricevuto come premio una consolle professionale. “Quando sono giunto qui ed ho visto gli altri partecipanti, non credevo affatto di vincere”, dice a caldo Ralph, il quale ha soffiato la vittoria ad un suo conterraneo minorenne, Renato Bisogni, 17 anni, studente dell’Itis, nome d’arte Renato Crown. Tutto si è deciso nell’ultima giornata di gara quando sono rimasti in liz-

za solo 14 dei 37 iscritti, tutti di Napoli e provincia ma soprattutto giovanissimi. La giuria era capeggiata da uno dei migliori deejay d’Italia, Gigi Soriani di Radio Marte, dal special guest ed attore Peppe Accardo, con la presentazione di Ettore Scarpa, de “La Ciurma Event”, ideatrice e organizzatrice dell’originale concorso. “Per fare il mio mestiere – ha dichiarato Gigi Soriani, che fa il produttore e lavora come dj anche allo stadio S. Paolo – bisogna innanzitutto avere tanta passione, se lo fai per moda danneggi soltanto i professionisti, qui ho visto che il talento dei partecipanti è stato al di sopra della media”. “Ancora una volta – aggiunge il direttore

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commerciale de “I Pini” Gaetano Graziano - siamo riusciti ad organizzare un evento che sforna giovani talenti dando loro la possibilità di farsi notare da persone esperte del settore. Continueremo su questa strada perché anche diffondendo la cultura musicale si contribuisce a far uscire dal degrado le nostre città”.

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I TAA’ RLI C TTUUBA AR

Amalia Vettoliere amypig@alice.it

I quattro brani della nostra play list:

Salva con nome

Bill Whiters – Ain’t No Sunshine Anche quando non c’è il sole…che importa, tanto classici soul come questo si balla sempre The Doors – Riders on the storm.

The Clasch – Train in vain Una band classica, della quale solo recentemente è stata riconosciuta l’enorme importanza.

R.E.M. – Bad day

Negramaro – Nuvole e lenzuola

Siate sinceri, siete tra quelli che guardano le previsioni del meteo ogni giorno. Allora fatevi prendere un po’ in giro dal rock Elton John – Your song.

CAMPOVOLO in 4D!

E

ra il 16 luglio, sveglia alle 06.45, alle 7.00 il taxi ci aspetta all’uscita dell’hotel a Reggio Emilia, direzione Campovolo! Eravamo in 8 ad aspettare quel giorno da mesi ormai, e finalmente arrivò. Ore 7.30 arrivo a destinazione, le file sono già lunghissime, ma non abbastanza da scoraggiarci, tanto che ci inoltriamo nella massa e iniziamo il nostro lungo cammino. Finalmente dopo circa un’ora l’apertura dei cancelli: una corsa incredibile alla conquista del posto migliore tra migliaia di persone. Area 1: riservata a coloro che arrivano prima, è nostra! Scegliamo il nostro posto e ci stabilizziamo lì, la giornata sarà lunga e soprattutto calda; armati di cappellini, ombrelli, costumi, carte da gioco, ipod, e quant’altro servirà a far passare quelle ore troppo lunghe in attesa del nostro mitico Liga. La gente comincia ad affluire sempre più numerosa, adesso non si riesce neanche più a vedere dove finisce la folla, la giornata comincia ad accendersi, il sole batte forte e il caldo aumenta notevolmente; ormai siamo tutti in costume, ammassati l’uno sull’altro. Ecco che sul palco inizia a muoversi qualcosa, qualche band inizia a suonare, gli animi cominciano a riscaldarsi, ma sono appena le 13.00 e “IL MEGLIO DEVE ANCORA VENIRE”. Le ore continuano a trascorrere lente, ormai non c’è più niente da fare: gli stand con tutti i gadget dell’evento li abbiamo guardati, magliettine e fascette le abbiamo acquistate, semplicemente non ci resta che abbandonarci a quel caldo e aspettare con calma; è così che passa il nostro pomeriggio. Ore 19.00: ci si alza tutti in piedi, da ora in poi sarà difficile resistere ma “ce la faremo”, ci dicevamo; il sole continuava a battere, non aveva la minima intenzione di abbandonarci, del resto lo spettacolo di migliaia di persone raccolte lì era davvero fantastico. Per ingannare il tempo iniziano anche i sondaggi: “con quale canzone inizia?”, nessuno indovinerà. Liga ci sorprenderà anche in quello! Ma

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Ore che / lente e inesorabili/ attraversano il silenzio/ del mio cielo/ per poi nascondersi/ ad un tratto dietro nuvole che straziano il sereno/. Perché esistono anche le tempeste del cuore.

ecco che il sole inizia a tramontare, ormai sono le 21.00, dopo circa 12 ore siamo stremati, ma troveremo le forze per scatenarci. Ore 21.30: eccolo! Arriva! Il maxischermo si accende, parte il countdown...3, 2, 1: “...e partirono in 100.000, e arrivarono fino a qui, 100.000 storie diverse, per una sera diventarono storia, grande così! QUESTA E’ LA MIA VITA!”, le parole su quel maxischermo riflettevano negli occhi di tutti noi, e insieme intoniamo con tutta la voce che abbiamo, con tutto il fiato, quella canzone che darà inizio all’evento dell’anno. Liga ci regala delle emozioni bellissime, il meglio del suo repertorio, tra successi vecchi e giovani, e due inediti: un concerto davvero bellissimo, ma veloce, troppo veloce rispetto a tutte quelle ore di attesa. Eppure nel momento in cui iniziamo a cantare, dimentichiamo tutto, dimentichiamo le 12 ore sotto il sole, le scottature prese, la notte che ci attenderà, non ci frega di niente, la cosa importante ora è esserci e sprigionare tutta la forza che abbiamo dentro.”...siccome là fuori è pieno di gente che vi dice che non c’è speranza e non c’è futuro, voi sappiate che nel momento in cui pensate che non c’è speranza e non c’è futuro, allora la speranza smette di esistere, il futuro smette di esistere. Ed è per questo motivo, che voi, dopo aver concepito 1000 figli, ve ne ha date là fuori, portate a far vedere le vostre facce e diteglielo a quelli là che...IL MEGLIO DEVE ANCORA VENIRE!”: proprio queste le parole che Liga ci lascia, parole che ci danno una speranza, che ci fanno credere in un futuro, parole che ci piacciono!!! Arriva il momento del saluto e alle 23.45 Liga va via, ora siamo davvero stremati, ma ci attende una notte molto, ma molto lunga. Torneremo in hotel solo alle 5 del mattino, ma ancora nella testa avremo canzoni che riecheggiano e sogni di rock n’ roll. Dormiremo fino al pomeriggio seguente, ma ci sveglieremo con il sorriso, la speranza e la voglia di spaccare il mondo. Questo è solo un breve racconto di quello che è stato Campovolo, e di sicuro a qualcuno di voi sarà venuta la curiosità di “viverlo” almeno un po’. Luciano ci ha dato anche

questa possibilità: dal 7 dicembre è in proiezione in tutte le sale cinematografiche Campovolo, il film in 3D. Primo film musicale italiano in 3D, Campovolo, ha avuto un clamoroso risultato al box office cinematografico: le suggestioni rock di Luciano Ligabue e la sua dimensione più intima raccontate nel film (distribuzione Medusa) hanno battuto ogni concorrenza al primo giorno di programmazione. In particolare “Campovolo” ha totalizzato 424.557 euro contro i 423.706 euro di “Midnight in Paris”, film del mostro sacro Woody Allem, e distacchi ben più consistenti rispetto agli altri film. Accompagnato da ovazioni e scene di esultanza nelle sale e da un’autentica cascata di commenti entusiastici su Facebook e sui siti internet, il film deve il suo risultato, oltre all’appeal del “Liga”, alla svolta qualitativa dovuta all’utilizzo di una tecnologia 3D molto ricercata, messa in atto negli studi di George Lucas, in California e capace di fornire uno spettacolo realistico, travolgente, affascinante. Oltre al film, Campovolo è anche un album, nella fattispecie, la strenna 2011, un rosso triplo album live, fedele riproposizione del concerto del 16 luglio, già saldamente ancorato al primo posto della classifica di vendita. 32 brani di cui 3 inediti, outtakes da precedenti lavori, tra cui il singolo attualmente in rotazione radiofonica “Ora e Allora”, brano extra di “Arrivederci Mostro” del 2010. Insomma, Liga oggi è davvero ovunque! E possiamo anche dire che con Campovolo “Il meglio è arrivato!”.

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MiSvago: Coffee food & Discobar SS Sannitica 87 Km 8,5, 80026 Casoria misvago.persempre@libero.it

C

I EVENT

MiSvago

ontinua il viaggio nei luoghi di aggregazione della nostra città. In assenza di strutture pubbliche a ora in poi nei locali che propongono musica, video e altro, in pratica la Movida. Proprio in questi giorni, precisamente l’8 dicembre siamo stati invitati all’inaugurazione del Discobar “MiSvago”.

il gusto e l’eleganza degli arredi. La musica è più intensa e l’ascolto diventa piacevole attraverso un impianto di ottima qualità distribuito in maniera equa in ogni parte. Mi colpiscono anche le vetrate che sostituiscono le pareti esterne, intimo e illuminato da luci soffuse, sembra quasi che la notte sia parte integrante dell’architettura di MiSvago.

La serata piovosa rende l'atmosfera ancora più suggestiva. Luci e ombre che si proiettano in un rimescolio di colori che si accompagnano all’intermittenza delle luci natalizie e da una piacevole musica di sottofondo: Jazz, fusion, acid, cool. Siamo accolti d a l l ’a m i c a Cinzia Russo con garbo e simpatia.

Il posto che preferisco è l’angolo dedicato ai musicisti che si esibiranno. Alle pareti foto di grandi artisti della musica nata a New Orleans negli anni 20’e dai miti degli anni 60’ di quell’America da sogno, James Dean, Jim Morrison, i grandi del Jazz.

Entriamo all’interno e la prima impressione è

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Siamo stati puntuali all’appuntamento, intorno alle 21:00 il locale si riempie in ogni parte. Circondati da tantissima gente, parte la serata con musica dal vivo. Al termine la torta di rito, lo spumante, offerto anche prima a dire il vero, e l’arrivederci agli eventi, tra cui spicca per qualità il primo, due giorni dopo, l’8 dicembre, di scena “Antonio Imparato Hammond Trio – Special Guest Walter Ricci”. il 16 “Bossanova”.

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Lasciatemi esprimere da amante del Jazz il mio plauso per la scelta e soprattutto il piacere di sapere che in città si potrà avere la possibilità di ascoltare buona musica. A guardarlo la sera dell’inaugurazione dall’esterno, mi è venuto in mente un brano di Joe Jackson degli anni 80’ “Steppin’ out”, chissà perché, ogni riferimento al titolo di quello straordinario Album del grande Joe Jackson è del tutto casuale “Night & Day”. La Redazione

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