R i f i u t i : m o d e l l o C a r f o ra ( a l t r o c h e Ve d e l a g o )
l ’ a c c o rd o d e l l a ve r g og n a . . . Anno I - Numero 3 - 20 n o vem b r e 2011 AIROH JT BICOLOR
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In questo numero pag. 2 La vignetta della settimana pag. 3 Editoriale pag. 4 L’amministrazione Carfora: il vento di rinnovamento si trasforma in odore di munnezza R i f i u t i : m o d e l l o C a r f o ra ( a l t r o c h e Ve d e l a g o ) pag. 5 Intervista a Lucia Iavarone: Presidente del Comitato NO Discariche Comuni a Nord di Napoli pag. 6 Mo Bast! - Casoria Infelix pag. 7 Intervista al Prof. Franco Ortolani pag. 8 Intervista all’Assessore all’Ambiente P. Tignola pag. 9 La crisi a Casoria: c’è e va affrontata l ’ a c c o r d o d e l l a v e r g o g n a . . . pag.10 Comunicato Stampa pag.12 Riceviamo e pubblichiamo pag.13 La scuola “sgarrupata” 155 ,00 80 ,00 85 ,00 60 ,00 pag.15 A spasso nel calcio A n n o I - N umer o 3 - 20 novembr e 2011
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pag.16 pag.17 pag.17 pag.18 pag.20 pag.21 pag.21 pag.23 pag.24 pag.25 pag.26 pag.28 pag.29 pag.30
Liberi e forti Storie di violenza psicologica Politica e Magistratura - Danni Collaterali Evitabili disuguaglianze Premio NIKE per Teatro 2011 Astinenza da Napoli, pro e contro! Luca Maresca, il nostro karate kid! Il motivo della differenza Nuovo corso Le tendenze politiche degli italiani Il Cikketto Party risveglia la “movida casoriana” CattiviK - Indietro tutta Annunci Salva con nome
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La vignetta della settimana
Domenica - 20 novembre 2011
Periodico settimanale a diffusione gratuita Anno I n. 3 - 20 novembre 2011 Autorizzazione del Tribunale di Napoli n. Rg 4925 del 28/09/2011 Direttore responsabile: Pasquale D’Anna direttore@ildomenicaledicasoria.it Redazione: Via G. Marconi, 80026 Casoria (NA) redazione@ildomenicaledicasoria.it Stampa: Tuccillo Arti Grafiche Via dell’Indipendenza,37 80021 Afragola (NA) graficatuccillo@libero.it Edito da: Associazione Culturale Kasauri Casoria (NA) associazionekasauri@libero.it Questo numero è stato chiuso in redazione Giovedi 17 novembre 2011
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RI E D I TO
Sonia Tabacco
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ALE
Forse è stata messa una cambiale sulle spalle dei casoriani!
O
rmai è chiarissimo, la notizia ha fatto il giro della rete e di molti organi di comunicazione mettendo in fibrillazione tutti, soprattutto i cittadini di Casoria : l’Accordo tra Provincia di Napoli e Comuni dell’area Acerrana (Acerra, Caivano, Casalnuovo di Napoli, Casoria, Crispano, Frattaminore, Pomigliano D’arco e Volla) sulla gestione rifiuti, che prevede l’istituzione di ben 3 cave (1 ad Acerra e 2 a Casoria) è stato FIRMATO DA TUTTI I SINDACI, compreso il nostro, e mette una cambiale sulle spalle dei casoriani nel presente e rappresenta una spada di Damocle sulla testa dei nostri figli per il futuro. Quest’accordo, prevede l’uso di queste cave abbandonate sul nostro territorio per colmarle con rifiuti provenienti dalla lavorazione degli STIR (Frazione Umida Tritovagliata biostabilizzata). Questa volta la Provincia ha “nobilitato” tutta l’operazione non parlando di discariche, ma di cave abbandonate, e di operazioni di ripristino ambientale utilizzando la Frazione Umida Tritovagliata biostabilizzata (Codice CER 19.05.03) "compost fuori specifica", che ai sensi del Decreto Ronchi n.22/1997 art. 6 risulta un rifiuto a tutti gli effetti, solo che non dovrebbe puzzare, quindi dovrebbe per norma andare in una discarica (in uso) per colmare le cave. In sostanza i fossi sono adibiti a discariche ed accolgono la nostra monnezza. E’ stato compiuto un vero scempio, il nostro Sindaco ha apposto una firma che lo incrimina davanti a tutti i suoi elettori. I dettagli tecnici il “come e quando”, i passaggi burocratici, l’impatto che avrà sul nostro territorio in materia ambientale e sanitaria, i particolari sulla sottoscrizione di quest’accordo, verranno spiegati in modo esaustivo dai nostri redattori (Vincenzo Russo, Gianni Bianco, Alberto Simonetti) che ci propongono, negli articoli successivi inchieste, interviste e approfondimenti sull’accordo; tutto fatto a tempo di record (perché dell’accordo nessuno era al corrente) tutto svolto con grande competenza e rispetto della verità dei fatti. A noi restano gli amari interrogativi… Per i comuni di Acerra, Caivano, Casalnuovo di Napoli, Casoria, Crispano, Frattaminore, Pomigliano d'Arco, Volla è stata valutata la possibilità di attuare una gestione del ciclo integrato dei rifiuti urbani al fine di rendere, progressivamente, il comprensorio medesimo autonomo, non solo nelle fasi di raccolta e trasporto dei rifiuti, ma anche nelle fasi di recupero e smaltimento, prevedendo interventi condivisi tesi alla realizzazione della necessaria impiantistica che
garantisca che la filiera dei rifiuti si possa aprire e chiudere all'interno del perimetro provinciale. Inclusa tra i comuni dell’area acerrana la città di Casoria risulterebbe l’unica idonea ad accogliere tali strutture, l’unica che non ha ancora partecipato con la messa a disposizione di impianti di smaltimento e quindi risulterebbe più accreditata rispetto agli altri paesi, che in sostanza già pagano un grosso scotto (Pomigliano, Acerra, Caivano, Casalnuovo hanno già dato, Crispano Frattaminore ….sono paesi troppo piccoli). Casoria, finora, ha dislocato la sua “monnezza” in altri luoghi; è l’unico paese con un’estensione di territorio tale da permettere l’individuazione di un’area idonea e quindi sicuramente pagherà il suo tributo. IN BUONA SOSTANZA E’ QUESTO CHE SUCCEDERA’. Le due cave- fosse sono anche state individuate, checché ne dica il Sindaco nei suoi ermetici comunicati stampa. Nulla di più facile, dunque, che da un giorno all’altro ci ritroviamo con un bel fosso maleodorante sotto gli occhi e soprattutto a portata di naso. L’accordo in sintesi dice: La Provincia DEVE far osservare la legge, chiama i comuni espone la legge ed invita alla sottoscrizione. Se si sottoscrive un accordo, si deve tener fede agli impegni assunti, quindi i comuni si devono adoperare in questo senso e la Provincia se ne lava le mani. Quindi l’accordo serve a scaricare le inadempienze ai comuni firmatari. Ci fa specie che sia stato firmato, con tanta leggerezza e superficialità, senza alcuna consultazione con le parti politiche o dirigenziali di settore, da un Sindaco (medico) che ha magnificato i suoi buoni propositi in campagna elettorale a tutela dei cittadini e della loro salute, con la promessa dell’attuazione del modello Vedelago (un’altra colossale bufala perché altro non è che una raccolta differenziata finalizzata al riciclo dei rifiuti che tante aziende già “trattano” sul nostro territorio, è il rifiuto che non viene differenziato all’origine!!). Ora qualcuno dirà: ma la provincia ha detto che le zone identificate non sono idonee per la realizzazione delle discariche; noi intanto diciamo che le due aree sono l’ovulo commerciale (una volta oggetto d’investimento della Menarini ora non più in tempi di ristrettezze) l’altro presumibilmente dovrebbe appartenere ad un privato e si troverebbe alle spalle del Centro Mediaworld; ed aggiungiamo che prima di firmare il Sindaco poteva anche valutare la non idoneità delle zone e non sottoscrivere, che l’Accordo prevede un vincolo all’ottemperanza degli impegni assunti
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dai sottoscrittori, che l’inosservanza costituisce inadempimento degli obblighi vincolanti, che è immediatamente operativo per tutti i sottoscrittori, che prevede l’obbligo all’assunzione del personale in liquidazione del Consorzio Unico di Bacino Napoli e Caserta ( art. 5 comma 15 dell’Accordo) a servizio dell’impianto. La sottoscrizione dell’Accordo di Programma” in materia di rifiuti da parte del nostro sindaco è la spia di una gravissima rappresentazione di mancanza di democrazia; è tutto interno al Sindaco ed all’Assessore all’Ambiente perché non è stata assolutamente valutata l’ipotesi della discussione preventiva nel consigli comunali, né tra la gente. Abbiamo ragione di credere che prima della divulgazione dell’accordo in rete nessuno, neanche la maggioranza, fosse a conoscenza della sottoscrizione, gli stessi esponenti del partito del Sindaco erano allo scuro. Ma, quando passerà in Consiglio comunale, come si comporterà la maggioranza? Voterà contro un atto firmato dal suo stesso Sindaco? Che coerenza e che logica c’è in tutto questo? Si sfiducerà il primo cittadino dopo appena sei mesi? Forse è un grande “affaire”, pensano molti sindaci e politici di governo della nostra area, noi crediamo sia una condanna per il nostro territorio cui sarà imposto di ospitare una quantità indefinita di rifiuti per un tempo imprecisato. Il mancato rispetto dell’impegno assunto verso i cittadini di Casoria da parte del Sindaco Carfora di portare in discussione in Consiglio Comunale almeno l’accordo in bozza (quindi prima della sottoscrizione ufficiale) ci sembra una grave mancanza di rispetto ed un atto di inaudita faciloneria. Una “cambiale” che graverà sul nostro territorio per lunghi decenni a venire, con pregiudizio sulla salute e sul patrimonio (vedi deprezzamento degli immobili) della nostra gente. Oggi lo stesso Sindaco, negando l’evidenza di una nuova mortificazione per Casoria, tenta di convincerci che le attività programmate con l’accordo non sono attuabili, ma il commento e la registrazione delle affermazioni di Vardè (vedi intervista di Vincenzo Russo a Lucio Iavarone) ci spinge a pensare l’esatto contrario. Pensiamo che il nostro paese stia pagando la debolezza politica del Sindaco Carfora in asservimento a precise logiche politiche. Veniamo a conoscenza della sua firma apposta ad un documento non più modificabile e ci sentiamo relegati nell’ impossibilità di poter esprimere il nostro parere ed offrire il nostro contributo.
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Via P. di Piemonte, 1/3 Casoria (NA) phone: 0817576472
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CRON
ACA
Vincenzo Russo
vincenzo.ru@libero.it
L’amministrazione Carfora: il vento di rinnovamento si trasforma in odore di munnezza
U
n altro macigno sta per abbattersi sulla città di Casoria, con l’accordo di programma firmato tra Regione Campania, Provincia di Napoli e i Comuni dell’area Acerrana, sono state individuate 3 cave (2 a Casoria e 1 ad Acerra) destinate a ricevere i rifiuti indifferenziati della Provincia. L’accordo firmato da TUTTI i sindaci dell’area Acerrana, che comprende i comuni di Acerra, Caivano, Casalnuovo di Napoli, Casoria, Crispano, Frattaminore, Pomigliano D’Arco e Volla, è stato sottoscritto anche dal sindaco Enzo Carfora che si era erto a “paladino” del vento di rinnovamento e che ora porterà a Casoria un vento nuovo, sì, un vento dal sapore acre, quello di tonnellate di rifiuti. Quest’accordo, firmato dal “nostro” sindaco, prevede l'uso di cave abbandonate sul nostro territorio per colmarle con rifiuti provenienti dalla lavorazione degli STIR. La Provincia, in questo caso, nell’accordo “trabocchetto”, non parla di discariche ma di cave abbandonate e di operazioni di ripristino ambientale utilizzando la Frazione Umida Tritovagliata biostabilizzata per colmare le cave: “i rifiuti aventi Codice CER 19.05.03, previa autorizzazione regionale, possono essere impiegati come materiale di ricomposizione ambientale per la copertura e la risagomatura di cave abbandonate e dismesse, di discariche chiuse ed esaurite, ovvero quale materiale di copertura giornaliera per gli impianti di discarica in esercizio”. La precedente Amministrazione guidata dal Dott. Stefano Ferrara, nel 2008, iniziò il risanamento della Società Casoria Ambiente s.p.a, riuscendo in soli due anni a superare la grave crisi finanziaria che aveva prodotto nei precedenti tre bilanci di esercizio (20052007) passività per quasi 2 milioni di euro. Nei successivi tre anni (2008-2010) la stessa amministrazione è riuscita ad avere un utile complessivo pari ad oltre 800 mila euro e a dare inizio ad una seria raccolta differenziata che nel 2009 ha raggiunto il 25% e nel 2010 è arrivata al 35% consentendo alla Città di essere tra le città più virtuose della Provincia, e ottenendo due finanziamenti, uno provinciale e uno regionale, del valore complessivo di un milione e seicentomila euro, utilizzati per acquistare 12 auto-compattatori
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assegnati alla Società Casoria Ambiente. Tutto questo processo virtuoso oggi è interrotto dall’accordo di programma firmato dall’Amministrazione del Dott. Carfora, l’impegno dei cittadini di Casoria sarà ripagato, molto probabilmente, con tonnellate di rifiuti. Erano appena poche settimane fa quando tutta l’Amministrazione, dal Sindaco agli Assessori, con una conferenza stampa pubblica “sbandieravano” il raggiungimento di un accordo con l’Arin e ufficializzarono la rinuncia alla realizzazione della Centrale a Biomasse, oggi invece, quella stessa amministrazione “regala” alla città un bel “pacco” di Natale. Il Sindaco Carfora, attaccato dai Movimenti e dalle associazioni del territorio, si è affrettato a chiarire che “L’allarmismo che si sta diffondendo in merito alla firma sull’accordo di programma per il ciclo integrato dei rifiuti è totalmente ingiustificato” e che “Le cosiddette cave citate dalla Regione e riprese nell’Accordo in realtà non esistono sul nostro territorio”, come avrete modo di leggere nella nostra intervista a Lucio Iavarone Presidente del Comitato No-discariche, le cose non stanno proprio come afferma il Sindaco. Nel territorio della Provincia di Napoli non è possibile individuare un’area che abbia tutte le caratteristiche previste dalla legge e quindi per realizzare le discariche occorre agire in Deroga, e quindi, in quel caso, anche cave attualmente non idonee potrebbero essere utilizzate. Considerato che il Piano Regionale per la Gestione dei Rifiuti Urbani (PRGRU), recentemente adottato dalla Regione Campania ed inviato in data 14 febbraio 2011 a Bruxelles dall’Assessorato all’Ambiente su richiesta del Commissario Europeo per l’Ambiente, prevede come elementi caratterizzanti, il blocco delle discariche entro il 2014, la realizzazione di tre termovalorizzatori da destinare alla smaltimento della frazione indifferenziata dei rifiuti urbani, la realizzazione di un impianto di recupero e smaltimento dei rifiuti da ubicarsi nel territorio di Giugliano ai sensi dell’art 10 comma 6-bis della legge 26 febbraio 2010 n.26, la realizzazione di un gassificatore di piccola taglia in provincia di
Caserta, l’integrazione degli impianti S.T.I.R. con impianti di digestione anaerobica della frazione organica derivante dalla raccolta differenziata per la produzione di energia elettrica e di compost. La Provincia ha avviato avvalendosi della S.A.P.N.A s.p.a. alla quale ha affidato la gestione degli impianti S.T.I.R. localizzati nei comuni di Giugliano in Campania e Tufino, la rifunzionalizzazione di detti impianti, anche al fine di ridurre progressivamente il conferimento di rifiuto tal quale nelle due discariche tuttora in esercizio. La Regione Campania in seguito a specifica richiesta della Provincia di Napoli del 07/06/2011 con propria D.G.R del 04/08/2011 ha regolamentato gli utilizzi del Rifiuto “biostabilizzato” (codice CER 19.05.03) prodotto dalla tritovagliatura e stabilizzazione aerobica del rifiuto urbano, prevedendone l’utilizzo come materiale di copertura giornaliera e superficiale finale delle discariche. I comuni dell’Area Acerrana (tra cui è ricompresa Casoria) hanno manifestato la loro disponibilità a consentire il conferimento dei soli rifiuti identificati con il codice CER 19.05.03. Ritenuto che è interesse della Provincia di Napoli intraprendere azioni atte a garantire che il ciclo integrato dei rifiuti possa aprirsi e chiudersi all’interno del perimetro provinciale l’obiettivo unico in questo caso è lo svuotamento, in tempi rapidi, degli impianti S.T.I.R provinciali dalle frazioni di rifiuto che ad oggi rallentano o non consentano affatto la completa rifunzionalizzazione finalizzata all’ottenimento di rifiuti aventi codice CER 19.05.03 Nell’accordo di programma firmato, dal sindaco Carfora, in modo del tutto superficiale, senza confrontarsi con le forze politiche e sociali della città e a detta di qualcuno senza informare la sua stessa maggioranza, la Provincia di Napoli si impegna ad utilizzare le discariche chiuse ed esaurite nonché le cave abbandonate e dismesse presenti nell’area Acerrana, esclusivamente per sversare i rifiuti. Ora il “nostro” sindaco dirà, come scusante, che l’accordo deve essere ratificato dal consiglio comunale, che ha firmato per dimostrare alla comunità europea che qualcosa nella
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V INTER Provincia di Napoli si sta facendo, che l’Arpac non darà mai pareri positivi. Intanto la firma su quell’accordo c’è, e nessuno la può disconoscere. L’accordo di programma ha un sostanziale effetto giuridico che è quello di obbligare le parti stipulanti, l’una
verso l’altra, ad ottemperare agli impegni assunti con l’accordo stesso. L’obbligatorietà dell’accordo è confermata dall’art 34 del d.lgs n. 267/2000. Emerge che l’inosservanza degli impegni assunti costituisce inadempimento di obblighi vincolanti. L’accordo firmato
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ISTA
dal sindaco Carfora è immediatamente operativo e vincolante. Non ci resta che ringraziarlo, perché, in mancanza del mare, ci farà nuotare nella spazzatura.
Intervista a Lucio Iavarone, Presidente del Comitato NO Discariche Comuni a Nord di Napoli Sig. Iavarone, sappiamo che il vostro Comitato, di recente creazione, si sta impegnando sul territorio dei Comuni a Nord di Napoli al fine di imporre alle amministrazioni locali un orientamento verso un ciclo virtuoso dei rifiuti che faccia, da subito, a meno degli inceneritori e nel medio termine anche di qualsiasi tipo di discarica. Può chiarirci cosa prevede l’accordo firmato alcuni giorni fa dal Comune di Casoria con la Provincia di Napoli dove appare probabile la realizzazione di due cave per i rifiuti sul territorio del nostro Comune? Il Comune di Casoria è inserito in un gruppo di otto Comuni, afferenti all’Area Acerrana, che comprende anche Acerra, Pomigliano, Caivano, Casalnuovo, Crispano, Frattaminore e Volla, identificati dalla Provincia di Napoli nell’obiettivo di dividere la Provincia in aree omogenee. Un’altra area è quella Vesuviana e con i paesi vesuviani si era già firmato un accordo a luglio di quest’anno che sanciva l’autonomia futura di detti Comuni rispetto alla Provincia per la determinazione dell’impiantistica e il ciclo completo dei rifiuti. Quello può essere definito un accordo tutto sommato accettabile in quanto si rinnega espressamente il sistema delle cave abbandonate. Ad ottobre, invece, la Provincia ha proposto ai Comuni dell’area Acerrana, e quindi anche a Casoria, un accordo sostanzialmente diverso da quello dei paesi vesuviani. Un accordo dove, a differenza del precedente, viene mutuata la logica del ‘fosso’, cioè della cava abbandonata da riempire con rifiuto codificato CER 19.05.03 (compost fuori specifica) che secondo una recente e controversa normativa potrebbe essere utilizzato per ‘nobilitare’ le cave abbandonate e le discariche attive. Tale tipo di rifiuto, detto anche ‘biostabilizzato’, non è altro che rifiuto organico, quindi umido, che viene separato dal secco e tramite un processo biologico dovrebbe essere reso inerte. Questo è un processo difficilissimo da ottenere, ad oggi questo tipo di rifiuto ha suscitato solo pareri molto discordanti da parte della comunità scientifica in quanto si ritiene che sia comunque pericoloso per le quantità di metalli che contiene e per le probabilità di inquinamento del suolo che può determinare. In quell’accordo la Provincia di Napoli ha individuato ben 2 cave a Casoria dove depositare questo rifiuto CER 19.05.03, questo perché si ha fretta di liberare gli STIR di Giugliano e Tufino, che questo tipo di rifiuto dovrebbero produrre. L’accordo è stato firmato da otto sindaci, tra questi c’è anche il Sindaco di Casoria? Purtroppo sì, il Comune di Casoria ne risulta il più danneggiato perché è l’unico dove sono identificate due cave. Sul Comune di Acerra ne viene indicata una, lì però c’è un Commissario Prefettizio e quindi ha fatto di testa sua. La cosa grave è che ha fatto di testa sua anche il Sindaco di Casoria, che dai cittadini è stato eletto, senza minimamente confrontarsi con le forze politiche e sociali della città. Aver messo quella firma a cuor leggero sotto quell’accordo potrebbe rivelarsi pericoloso, benché gli otto Comuni siano almeno riusciti ad ottenere che tali accordi debbano essere prima ratificati dai rispettivi Consigli Comunali. Ma esistono queste Cave nel nostro territorio? Sono idonee all’uso? Guardi, innanzitutto è evidente il fatto che con quella firma il Sindaco si sia mostrato in qualche modo disponibile ad accogliere quel tipo di rifiuto sul proprio territorio. Già quello è grave, indipendentemente dal fatto che queste cave esistano o meno. Le assicuro che il Commissario Vardé (Commissario straordinario per l'individuazione dei siti e la realizzazione d’impianti di discarica nel territorio della provincia di Napoli) qualche ‘fosso’ lo trova comunque a Casoria se ne ha veramente bisogno. Se poi la Provincia dice che questi accordi servono solo per mostrare alla Comunità Europea che qualcosa nella Provincia di Napoli si sta facendo, allora dico che a maggior ragione da Sindaco non avrei firmato sapendo che con quel documento si ha intenzione di prendere in giro la Comunità Europea. Il ruolo istituzionale ne risulta quindi compromesso. Io sono però convinto che qui l’unica finalità fosse prendere in giro proprio i sindaci. Ci spiega meglio? Siamo riusciti a trovare molto facilmente, negli atti parlamentari, il resoconto di un’audizione del commissario straordinario Annunziato Vardè, di martedì 26 luglio 2011, alla Commissione parlamentare d’inchiesta sulle attività illecite connesse al ciclo dei rifiuti. Ebbene, in quell’audizione Vardè parla di queste cave abbandonate individuate nella Provincia di Napoli. Leggo le sue testuali parole riportate nel resoconto: “….nell'area acerrana, dove esistono solo tre cave chiuse o abbandonate, nessuna delle quali è risultata tecnicamente adeguata per essere adibita a discarica. Il territorio della provincia di Napoli non presenta zone aventi tutte le caratteristiche previste dal decreto legislativo 3 gennaio 2003, n. 36. Di conseguenza, ciò è necessario per poter conseguire l'obiettivo previsto dalla legge n. 1 del 2011 che, in buona sostanza, prevede la realizzazione di almeno una discarica nella provincia di Napoli. Preciso, infatti, che il mio incarico riguarda solo la provincia di Napoli, quindi posso individuare un sito - o più siti, com'è stato precisato nel decreto del Presidente della Regione - esclusivamente nell'ambito della provincia di Napoli. Siccome la conformazione del territorio della provincia di Napoli non comporta la possibilità di individuare un'area perfetta in relazione alle caratteristiche previste dal decreto legislativo n. 36 del 2003, per realizzare la discarica bisogna agire in DEROGA a questa normativa.” E’ palese, dunque, che si sia già decisa la strada di agire in deroga nel caso in cui i siti non siano giudicati idonei dagli enti competenti (Asl e
Arpac). In quell’intervista si dice anche che si procederà ad esproprio nel caso in cui si tratti di siti di proprietà di privati, proprio come nel caso di Casoria. Come vede è già tutto progettato a tavolino, tutto deciso, quindi è molto preoccupante il fatto che si siano presi determinati impegni. Sono stati dunque evidentemente raggirati i sindaci rassicurandoli sul fatto che quelle cave non fossero idonee, ma tralasciando però che si intende comunque agire in deroga. Ci rimane solo la speranza di rigettare o modificare quell’accordo in Consiglio Comunale e quella è la strada che seguiremo.
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ast. Mo B
Gianni Bianco
.!
Domenica 13.11.2011 Firme raccolte: 1482
gianni.biancogb@libero.it
Si replica Domenica 20.11.2011 Piazza San Paolo ore 10,00 - 13.00
CASORIA INFELIX
L
a Pro Loco Casoria, a un anno di distanza dal Convegno del 20 novembre 2010 “Ambiente e territori”, propone quest’anno la proiezione del film-documento diretto da Ilaria Corsale “Campania infelix”. Sempre l’ambiente, dall’acqua ai rifiuti. L’anno scorso furono le proteste dei cittadini e l’articolo del quotidiano Il Mattino a firma di Domenico Maglione riguardo alla qualità dell’acqua a dare lo spunto per il convegno. A “stimolare” la decisione di proporre il film oggi è la notizia ricevuta informalmente da un amico di Acerra, dell’accordo di programma tra l’Amministrazione Provinciale di Napoli e nove comuni della provincia, Casoria inclusa, per l’apertura di discariche territoriali. Due siti individuati, il primo è un’area adiacente al megastore Mediaworld e più di tutto il secondo, l’area conosciuta con il nome di Ovulo commerciale, fino a qualche settimana fa Centro di benessere, oggi area di trattamento dei rifiuti. Inutile le chiacchiere riportate dai quotidiani, l’amministrazione guidata da Carfora avalla l'apertura di due discariche vere e proprie, in quanto i rifiuti biostabilizzati prodotti dagli Stir (Stabilimenti di Tritovagliatura ed Imballaggio Rifiuti ex CDR), solo in Campania e per un decretolegge iniquo e illegittimo, possono essere sversati senza telonatura nelle cave (?!?) abbandonate della provincia. La gravità della firma del Sindaco di Casoria è nel doppio incarico che ricopre, Sindaco e Consigliere provinciale, di opposizione per giunta. Come poteva non sapere il Consigliere Carfora cosa celava questo Protocollo d’intesa, poiché si è discusso il problema in una seduta del Consiglio provinciale. Il dott. Gennaro Esposito che interverrà alla proiezione del film “Campania Infelix” propone qualche riflessione sull’accordo di programma: “L'accordo è una minestra in dosi ridotte, che hanno usato per l'area nolana. Il succo della minestra è il cavallo di Troia del rifiuto bio-stabilizzato e degli “impianti” di trattamento dei rifiuti industriali. In sostanza, hanno trovato il modo di 'trattare' ogni tipo di rifiuto, guadagnando altri Cip6 con il biogas d’impianti di digestione anaerobica che producono altro rifiuto (biodigestato) che deve andare in discarica. In pratica: niente tal quale, ma in cava ci va il succo del tal quale. Quel biostabilizzato carico di metalli pesanti che inquinera' ancora una volta le gia' ultrainquinate falde acquifere acerrane e casoriane. Nel Consiglio provinciale di Napoli interamente dedicato al tema rifiuti, il presidente Cesaro ha ribadito che il Piano della Provincia, nel breve periodo, consiste nell’individuare delle cave dove poter sversare il materiale umido stabilizzato in uscita dagli impianti di trattamento dei rifiuti (Stir). Su che norma si basa la soluzione di
Domenica - 20 novembre 2011
collocare il materiale umido in uscita dagli Stir nelle cave, come se fosse semplice materiale di riempimento? Sul decreto 196/2010 in cui si legge che «i rifiuti aventi codice Cer 19.05.03 (compost fuori specifica), previa autorizzazione regionale, possono essere impiegati quale materiale di ricomposizione ambientale per la copertura e risagomatura di cave abbandonate e dismesse, di discariche chiuse ed esaurite, ovvero quale materiale di copertura giornaliera per gli impianti di discarica in esercizio». Tuttavia prima di tale operazione sono necessari tre tipi di controlli, a cui finora la Provincia non ha accennato: controllo del materiale, controllo del terreno da ricomporre, valutazione del tipo e quantità di miscelazione necessaria. Il materiale umido in uscita dallo Stir è a tutti gli effetti (per il decreto Ronchi) un rifiuto, quindi dovrebbe per norma andare in una discarica (in uso). La possibilità di utilizzare tale materiale per la ricomposizione ambientale di cave è stata oggetto di studi negli ultimi venti anni, ed i risultati sono sempre vincolati da severi controlli di qualità sul prodotto utilizzato. In particolare per definire il materiale umido come «compost fuori specifica», esso deve rispondere a precisi criteri di qualità per esempio rispetto alle concentrazioni massime di metalli pesanti (come nichel, cromo, cadmio) e di inerti (plastiche e vetri), un certo grado di umidità, ecc... Una volta verificata la qualità del biostabilizzato, va verificata la compatibilità con il terreno/cava di destinazione, valutando: le caratteristiche chimiche del sito, la presenza di metalli pesanti, la vicinanza con corsi d’acqua o ad aree a riserva naturale. Una volta caratterizzati il sito ed il materiale va studiato la giusta miscelazione del materiale biostabilizzato con altri materiali inerti (terre di coltivo e di sbancamento, altri materiali di recupero) allo scopo di far rientrare sempre nei limiti di legge il terreno ed il sottosuolo anche dopo la ricomposizione. Un’ulteriore perplessità nasce dalla dichiarata intenzione di eseguire non superficiali ricomposizioni di cave, bensì veri e propri riempimenti con tale materiale. Studi come quello dell’Apat e quello della Regione Piemonte prendono in considerazione ricomposizioni per profondità limitate (1 metro circa), dichiarando che per profondità ulteriori i pericoli di inquinamento da metalli pesanti aumentano considerevolmente. Il decreto 196 non è quindi l’uovo di Colombo: l’uso del biostabilizzato per ricomposizioni ambientali è vincolato dalla legge. Se non rispetta questi vincoli dovrà essere trattato come rifiuto tal quale e conferito in un’apposita “discarica”. L’ultima parola spetta al Consiglio comunale? Noi immaginiamo che l’ultima parola spetti invece al cittadino. Suggerimenti, critiche, segnalazioni, scrivere a: redazione@ildomenicaledicasoria.it
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Alberto Simonetti
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ISTA
simonettiumberto@libero.it
Cave Fantasma a Casoria ?? La storia delle Cave fantasma di Casoria, dopo che si è saputo di un accordo firmato dal Sig Sindaco presso la provincia di Napoli, sta suscitando preoccupazione in tutti i cittadini di Casoria e di Arpino, abbiamo interpellato il Prof. Franco Ortolani Ordinario di Geologia dell’ Università di Napoli Federico II. D: Data la loro ubicazione, ricadente nelle vicinanze dell’area di Lufrano, non c’è rischio di contaminazione delle falde acquifere? Più volte abbiamo evidenziato che in tutto il sottosuolo del territorio provinciale di Napoli, come anche nel sottosuolo del Comune di Casoria, esiste una falda idrica molto importante per portate e qualità dell’acqua a profondità variabile da circa 5m a circa 50 m nell’area di pianura dove è abbondantemente usata per scopi irrigui. Gran parte della frutta, degli ortaggi e dei latticini è prodotta in questa pianura irrigua mediante l’estrazione incontrollata da migliaia di pozzi privati di alcune centinaia di milioni di metri cubi di acqua. La maggior parte dei pozzi preleva la così detta “prima falda” che è la più facilmente inquinabile dai liquidi provenienti da scarichi antropici (civili, industriali) e da rifiuti accumulati illegalmente o legalmente in discariche a fossa o a raso. Le indagini della magistratura hanno rivelato lo stato di disastro ambientale di una parte del giuglianese. Le analisi delle acque della prima falda eseguite nella pianura dagli statunitensi della NATO hanno consigliato lo spostamento dei loro cittadini. Oltre agli inquinanti naturali tipici delle falde all’interno di rocce vulcaniche si aggiungono sempre di più quelli derivanti da scarichi di origine antropica. Numerose discariche di rifiuti e rifiuti imballati realizzate negli anni dell’emergenza hanno aumentato il pericolo perché gli sversatoi ubicati in cave a fossa rappresentano il modo più sicuro e diretto per provocare l’ulteriore inquinamento delle acque sotterranee. L’impermeabilizzazione non può durare più di 10-15 anni ed è impossibile fare manutenzione alla base dei rifiuti a profondità di decine di metri. Nella figura abbiamo sintetizzato le principali caratteristiche geoambientali del sottosuolo prendendo spunto da varie pubblicazioni scientifiche fatte da vari colleghi dell’Università Federico II, alcune delle quali reperibili sui siti istituzionali di Regione Campania e Provincia di Napoli. Nella carta, in alto, con i colori sono state delimitate le aree con diversi spessori di sedimenti permeabili al di sopra della falda. Le frecce blu evidenziano lo scorrimento delle acque sotterranee. I cerchi rossi rappresentano alcune delle discariche emblematiche per le diverse caratteristiche idrogeologiche e di uso del suolo (a= Chiaiano; b= Boscofangone; c= Tufino; d= Terzigno). La linea verde continua delimita le aree dove si praticano attività agricole irrigue mediante il prelievo di acqua dalla prima falda. Nella sezione geoambientale, in basso, è evidenziata la posizione della falda al di sotto della copertura permeabile di sedimenti sciolti vulcanici ed alluvionali e delle rocce tufacee (nei Campi Flegrei) e calcaree (nei monti del nolano). In rosso sono evidenziate alcune discariche. La linea verde tratteggiata individua la parte di pianura dove è praticata l’irrigazione con l’acqua della prima falda. Ogni anno la falda è alimentata dall’acqua che si infiltra dalla superficie del suolo attraversando il sottosuolo. Dalla superficie alla falda l’acqua di infiltrazione ci può impiegare alcune ore (nella pianura acerrana e del nolano e nella bassa pianura del giuglianese) e alcuni mesi dove lo spessore della copertura è maggiore. Dove l’acqua di infiltrazione attraversa materiali inquinanti si trasforma in un mezzo di trasporto verso la sottostante falda. La falda, poi, defluisce per gravità verso mare percorrendo anche decine di chilometri. Gli eventuali inquinanti, pertanto, possono essere trasportati in aree irrigue circostanti. Il prelievo incontrollato dell’acqua dalle diverse migliaia di pozzi privati può riportare in superficie e sui/nei cibi inquinanti di vario tipo. Il cibo proveniente dai campi irrigui viene normalmente smistato sui mercati fino ad arrivare nei nostri piatti, anche in città lontane dai luoghi di produzione. Questa breve sintesi geoambientale evidenzia che la realizzazione di una discarica di materiali inquinanti nel Comune di Casoria, così come in tutta la provincia di Napoli, è un’operazione estremamente delicata e pericolosa in quanto si tratta di costruire un nuovo giacimento geologico perenne di materiale inquinante al di sopra di falde idriche che sono già utilizzate e che lo saranno sempre più in relazione all’accentuazione della variazione climatica nel prossimo futuro. I cibi e l’aria rappresentano gli elementi naturali più usati dal corpo umano e sono proprio quelli meno controllati. Attraverso di essi possono entrare nel nostro corpo elementi pericolosi, in campagna vicino alla falda come in città, lontano dalla falda. D: Le due cave identificate, se così possiamo definirle, ricadenti nel Comune di Casoria hanno i requisiti geo-morfologici per l’utilizzo che si intende fare? Al di là degli aspetti geomorfologici, le cave che diventano discariche di rifiuti e rifiuti imballati, così come ci confermano quelle realizzate negli anni dell’emergenza, accentuano il pericolo ambientale, perché gli sversatoi ubicati in cave a fossa rappresentano il modo più sicuro e diretto per provocare l’ulteriore inquinamento delle acque sotterranee. L’impermeabilizzazione, non può durare più di 10-15 anni ed è impossibile fare manutenzione alla base dei rifiuti. D: Le cave, ricadono nelle vicinanze dell’aereoporto di Capodichino e a ridosso delle arterie di collegamento dei raccordi autostradali ad intenso traffico, non dovrebbero essere rispettate le distanze di rispetto? Si devono rispettare sia le fasce di rispetto che le dovute distanze dai centri abitati. D: Andava fatto uno studio geologico, idrogeologico ed ambientale prima di della scelta dei siti? Mi sembra di capire che la proposta dell’ubicazione di impianti a Casoria non tenga conto delle caratteristiche geoambientali ed in particolare idrogeologiche del territorio. L’idoneità geoambientale è il primo parametro che deve essere professionalmente valutato: l’acqua è un elemento naturale che deve essere tutelato per la salute dei cittadini di oggi e di domani A Casoria non possono essere realizzati in sicurezza impianti inquinanti anche osservando le leggi attuali che non garantiscono dall’inquinamento. Suggerimenti, critiche, segnalazioni, scrivere a: redazione@ildomenicaledicasoria.it
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INTER
V I S TA
Vincenzo Russo
vincenzo.ru@libero.it
I n t e r v i s t a A s s e s s o r e a l l ’ A m b i e n t e P. Ti g n o l a Ass. Tignola, l’accordo di programma firmato dal sindaco Enzo Carfora, prevede la probabile realizzazione di due cave per rifiuti. Lei come assessore all’ambiente era stato informato che il sindaco avrebbe preso, a nome della città, questo impegno? Il Sindaco non ha preso impegni a nome della città, il documento prevede che l’accordo dovrà essere ratificato dal Consiglio Comunale, quindi non si tratta di una decisione definitiva. Delle cave abbiamo saputo e dai rilievi effettuati da tecnici, il Comune non dispone di cave, cosa che è già stata comunicata in una nota inviata dal Sindaco alla Provincia. Abbiamo avuto modo di leggere sue dichiarazioni in merito alla situazione della quale stiamo discutendo, lei riferisce che non c’e’ alcuna possibilità di realizzare cave a Casoria, perché non ci sono siti idonei, tuttavia la mancanza di aree su tutto il territorio provinciale probabilmente porterà ad agire in deroga e quindi anche i siti non idonei potrebbero essere utilizzati. In quel caso l’amministrazione come intende tutelare i cittadini? Non lo dico di certo io che non ci sono cave, ma il commissario straordinario per l’emergenza rifiuti Vardè, il quale ha individuato dei siti, nelle varie aree omogenee, salvo poi specificare a chiare lettere nell’audizione Parlamentare del 26 luglio scorso, che nell’area Acerrana, area in cui c’è Casoria, i siti individuati non sono idonei per essere attrezzati a discarica. Se nell’accordo sono previsti siti idonei (che a Casoria non ci sono) come potremo mai avallare l’apertura in deroga di siti non idonei? L’amministrazione ha comunque individuato dei siti, previsti nell’accordo di programma, può chiarirci dove sono ubicati e perché non sono stati fatti rilievi tecnici al momento della loro individuazione? Può garantire ai cittadini che quelle aree non verranno utilizzate per altri fini? L’amministrazione non ha individuato siti, uno perché non vuole sul territorio discariche, due perché pur volendo, il nostro territorio ribadisco non dispone di cave. Si continuerà nel percorso segnato, incentivare la raccolta differenziata (a fine ottobre al 61% che ci pone fra i primi comuni, con popolazione superiore ai 50 mila abitanti) e aderire al sistema di filiera corta, che prevede realizzazione di impianti sui vari territori. Nell’accordo di programma questo è bene specificato. Ho sentito parlare di accordo trabocchetto e mi chiedo, se Vardè e la Provincia hanno individuato cave in altre zone omogenee ritenendole idonee, perché dovrebbero fingere che quelle di Casoria siano non idonee? Nell’accordo di programma è previsto che spetti al consiglio comunale ratificare l’impegno preso dal sindaco, ma in quel caso un no della maggioranza al sindaco non verrebbe visto come un sostanziale voto di sfiducia? E’ stato stesso il Sindaco, unitamente ad altri colleghi a chiedere di modificare l’accordo per consentire che il Consiglio si pronunciasse, immagino che se avesse temuto il giudizio dell’assise comunale o una sua contrarietà non lo avrebbe fatto.
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V INTER
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ISTA
Marzia Luciano
marzialuciano_@libero.it
La crisi a Casoria: c’è e va affrontata
L
a città di Casoria si trova, attualmente, ad affrontare una crisi che molti sostengono sia solo apparente. Nella seguente intervista, il Dott. Pasquale Amoroso, segretario cittadino del PD, espone la sua opinione in merito nonché la posizione del suo partito. Dott. Amoroso, cosa ritiene di rispondere a quanti sostengono che la crisi non esiste? Posso semplicemente confutare il loro pensiero rispondendo che oggi 14 Novembre si terrà, alle ore 18:00, un incontro convocato dal sindaco con i capigruppo ed i segretari dei partiti di maggioranza proprio per discutere della crisi in atto. Da dove nasce questa crisi? Nasce, sicuramente, dal non aver preso coscienza del fatto che sarebbe stato fondamentale un coordinamento politico tra i partiti di maggioranza nel decidere quelle che dovevano essere le azioni impellenti per la città. Si è creata una frattura tra la Giunta ed il Consiglio Comunale, ragion per cui atti deliberati in Giunta senza alcun vaglio politico sono stati sottoposti ai partiti, ai segretari, ai consiglieri comunali ai quali sono stati inviati semplicemente “per conoscenza”. Questo non è assolutamente il miglior viatico per costituire una maggioranza salda. Queste difficoltà sono state più volte espresse al sindaco che, in camera caritatis, si è mostrato comprensivo ma non ne ha preso atto politicamente. Questo ci ha spinto, in maniera inderogabile, a porre in essere questo atto estremo di protesta. Se ciò non dovesse essere inteso, sarà necessario discuterne con la città. Ritengo, pertanto, che la crisi sia propriamente politica e la richiesta principale è quella di mettere in campo proprio la politica, fino ad ora esclusa. L’amministrazione, inoltre, ha sempre trattato molto questioni riguardanti lo staff ed i dirigenti, sottovalutando i problemi reali della città. Quali sarebbero questi problemi? Sono problemi strettamente legati ad un riassetto del territorio, alle condizioni ambientali, alle politiche sociali, alla disoccupazione. Inoltre, la condizione di avanzamento di una società è data dalla misura in cui riesce ad affiancarsi alle problematiche di donne, giovani ed anziani. Non mi pare sia presente una politica vicina a questi soggetti, neanche dal punto di vista sanitario. Dove crede che si arriverà? Noi del PD siamo pronti a portare avanti questa battaglia fino alle estreme conseguenze poiché si basa su istanze ideali. L’immagine che altri vogliono fornire del Partito Democratico, quella di politici “legati alle poltrone”, non è indubbiamente veritiera. Quali sono le principali ambizioni del PD? Non abbiamo alcuna particolare ambizione, non aspiriamo a nulla, ma siamo mossi solo dalla volontà di porci al servizio dell’istanza cittadina, di operare esclusivamente per la collettività. Cos’è accaduto, esattamente, all’interno dell’amministrazione? Non si è mai voluto dare ascolto agli avvisi che abbiamo, più volte, dato riguardo atti concreti e perseguiti in pratiche della Giunta, come, ad esempio, la querelle dei dirigenti: infatti, nonostante il decreto Brunetta prevedesse un taglio del numero dei dirigenti individuati in prima istanza, questo è stato ulteriormente ampliato. Qual è il suo auspicio? Il mio auspicio, che è il medesimo di consiglieri non solo del PD ma anche di quelli dell’API e dell’IDV, è sicuramente quello di dare una caratterizzazione politica a questa maggioranza. Da questo discendono tutti i progetti necessari per la città, altrimenti l’impulso di novità previsto risulterà sospeso e, dunque, inefficace.
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AL SINDACO DI CASORIA e.p.c. AL PRESIDENTE DEL CONSIGLIO e.p.c. AL SEGRETARIO GENERALE Oggetto: Interrogazione urgente a risposta scritta. I sottoscritti Consiglieri Comunali; PREMESSO: -Che con Delibera di Giunta n. 266 del 24/09/2009 è stato approvato il D.O.S. (Documento di Orientamento Strategico) per l’attuazione e l’elaborazione nell’ambito della gestione dei fondi strutturali - Asse VI PO FESR 2007/2013 Obiettivo Operativo 6.1. - Che con Delibera di Consiglio Comunale n. 206 del 07/12/2010 è stato approvato il Programma Integrato Urbano “ PIU EUROPAâ€?; -Che nel succitato D.O.S. con riferimento all’Asse 1 (Rigenerazione, recupero e riconnessone del tessuto urbano) e sull’obiettivo specifico 1. c. (nuove attrezzature e funzioni al servizio del cittadino), è prevista gli interventi per la realizzazione di nuove attrezzature atte a ospitare funzioni della cittĂ analoghe alle funzioni giĂ esistenti ma capaci di restituire una peculiaritĂ chiara al luogo e precisamente: √Edificazione della Torre Direzionale, che consentirĂ di accorpare tutti gli uffici comunali attualmente dislocati sul territorio per un importo presunto complessivo di â‚Ź 9.102.430,80; √Costruzione di un Teatro come un “complesso Funzionale Flessibile in cui gli spazi si prestano non solo ad accogliere spettacoli di rilevanza nazionale, ma anche luogo per spettacoli, manifestazioni ed eventi promossi dai cittadini, dalle associazioni e dalle scuole per un importo presunto complessivo di â‚Ź 4.731.000,00; -Che per i predetti interventi, ai sensi dell’art. 109, comma 2, art. 81 e 83 del D. Lgs 163/2006 s.m.i, sono stati redatti i relativi Bandi di gara per: Concorso di progettazione per l’affidamento in due gradi dell’incarico di servizi relativi alle progettazioni preliminare e definitiva degli edifici “Polifunzionale Teatroâ€? e “Torre Direzionaleâ€?; -Che per le suddette progettazioni sono stati previsti gli oneri presunti per le competenze tecniche cosĂŹ riportate: √Polifunzionale Teatro – progetto preliminare â‚Ź 24.157,59, progetto definitivo â‚Ź 93.610,67; √Torre Direzionale - – progetto preliminare â‚Ź 34.903,67, progetto definitivo â‚Ź 155.096,33; -Che i suddetti Bandi di gara sono stati pubblicati in data 08/04/2010, stabilendo il giorno 24/05/2010, quale termine ultimo per la presentazione delle offerte; -Che con determina dirigenziale n. 1610 del 03/12/2010, ai sensi dell’art. 84 del D.lg. 163/2006 ss.mm.ii. è stata nominata la commissione per l’affidamento dell’incarico di progettazione preliminare e definitiva per la realizzazione di un edificio polifunzionale teatro alla via Padula e per la realizzazione di un edificio da adibire a Torre Direzionale alla via Macello; -Che con Delibera n. 114 del 08/06/2011 del Commissario Straordinario, fu rimodulato il programma con l’indicazione delle scelte prioritarie degli interventi e subordinando il prosieguo dell’azione amministrativa dell’Ente in relazione alle determinazioni della Regione Campania su paventati tagli rispetto all’importo assegnato originariamente alla CittĂ di Casoria con deliberazione di GR n. 282/2008; -Che con Delibera di Giunta n. 59 del 13/09/2011, sono stati deliberati gli adempimenti di modifiche al programma “ PIU EUROPAâ€?; -Che con determina dirigenziale n. 109 del 18/10/2011 reg. al n. 1943 in pari data, si è proceduto alla sostituzione di due componenti della commissione valutativa del concorso di progettazione per la realizzazione di un edificio polifunzionale teatro alla via Padula e per la realizzazione di un edificio da adibire a Torre Direzionale alla via Macello. CONSIDERATO: Che gli interventi previsti nel Programma “PIU EUROPAâ€?, per loro natura e tipologia, sono soggetti alle procedure del D.lgs n. 163/2006, Codice dei contratti pubblici relativi a lavori, servizi e forniture; -Che con Delibera di Giunta n. 59 del 13/09/2011, è stato nominato il dott. Alfonso Setaro, Responsabile del Programma Integrato Urbano della CittĂ di Casoria e Responsabile del Procedimento ai sensi della Legge n. 241/90 ss.mm.ii. e ai sensi del D.Lgs n. 163/2006
ss.mm.ii. e l’ing. Gennaro Esposito, Responsabile dell’unità per il coordinamento del Sistema di Attuazione; -Che con la predetta delibera, si è deliberato di variare l’elenco degli interventi previsti nel Programma Integrato Urbano, prevedendo al punto 1) - di accorpare gli interventi n. 4 (Museo d’arte contemporaneo) e n. 6 (nuove attrezzature atte a ospitare funzioni della città capaci di restituire una peculiarità chiara al luogo (il Teatro). Il nuovo intervento sarà localizzato in via Calvanese in area destinata ad attrezzature pubbliche in coerenza con il redigendo PUC. Punto 2)- di eliminare gli interventi n. 8 (incentivi per la destinazione dei piani dei piani terra a piccole attività di artigiano ed esercizi di vicinato) e n. 9 azione di promozione di principi e metodi propri di marketing management finalizzati ad aggregare e sostenere la competitività delle piccole imprese. Punto 3) verificare la fattibilità tecnica, in ragione della tempistica dell’impiego dei fondi comunitari, dell’intervento n. 10 (polo del Mercato e delle Fiere), la cui criticità è rappresentata dalla proprietà del terreno che, pur inserito nell’elenco dei terreni da cedere da parte dello Stato ai Comuni (federalismo demaniale), non è prevedibile stimare i tempi dell’emanazione del DCPM. Le risorse finanziarie previste per l’intervento, eventualmente liberate, dovranno restare nell’ambito dell’Asse 2 del DOS; -Che il succitato intervento al punto 1) - n. 6, realizzazione del teatro polifunzionale, previsto nell’elenco originario del D.O.S. -Asse 1 – ob. 1.c in via Padula, è stata indetta apposita gara di progettazione ai sensi dell’ art. 109, comma 2, artt. 81 e 83 del D. Lgs 163/2006 ss.mm.ii; -Che in data 24/05/2010 è scaduto il termine ultimo per la presentazione delle offerte; - Che con determina dirigenziale n. 109 del 18/10/2011, si è proceduto alla sostituzione di due componenti della commissione giudicatrice (costituita ai sensi dell’art. 84 del D.lgs 163/2006 ss.mm.ii), nominando l’Ing. G. Esposito, con l’incarico di Presidente e il dott. A. Setaro quale commissario; Tutto ciò premesso e considerato INTERROGA La S.V. Il/ma, in merito ai seguenti rilievi: 1.Delibera di giunta n. 59/11, a.Non è citato il verbale dell’incontro del 13/07/11 e l’Atto pubblico dal quale si evince il superamento dell’esigenza di rimodulare l’importo complessivo originariamente assegnato alla città di Casoria con Delibera GR n. 282/2008; b.In vigore sussistono due delibere discordanti tra loro, la Delibera di Giunta n. 59 del 13/09/2011 e la Delibera n. 114 del 08/06/2011 del Commissario Straordinario, perchÊ la prima non annulla la seconda; c.Il Dirigente dott. Setaro, nominato Responsabile del Programma Integrato Urbano e Responsabile del procedimento, è incompatibile con i disposti di Legge previsti dall’art. 10 comma 5 del D.lgs 163/06 ss.mm.ii e dall’art. 9 comma 4 del D.P.R. 207/2010; d.I Dirigenti, dott. Setaro e l’ing. Esposito, proponenti della variazione concernente l’unificazione degli interventi n. 4 e n. 6 da localizzare su una nuova area di Via Calvanese e fatta propria dalla giunta comunale, non hanno tenuto conto che per l’intervento 6, sono in corso le procedure per l’espletamento della gara inerente al Concorso di progettazione per l’affidamento in due gradi dell’incarico per i servizi relativi alle progettazioni preliminare e definitivo (TEATRO) su un’area ubicata in via Padula e quindi, inconciliabile con la proposta di variazione; e.Si riscontra la difformità tra lo schema di proposta degli interventi (consegnato dal Sindaco ai consiglieri comunali nell’incontro del 28/10/11) e la Delibera. In particolare, si evidenzia che, non sono stati eliminati gli interventi nn, 8 e 9 del punto 2 cosÏ com’è stato deliberato dalla Giunta. f.Che a oggi, non sono ancora note le determinazioni assunte in merito al punto 3 dell’elenco di variazione; 2.Determina dirigenziale n. 109 del 18/10/2011 reg. al n. 1943 in pari data. a.Si osserva che il Dirigente Ing. Gennaro Esposito, nominato presidente della commissione, è incompatibile ai sensi dell’art. 84, comma 5 del D.lgs 163/06 e s.m. i. Si resta nell’attesa di un cortese sollecito riscontro. Casoria lÏ, 7/11/2011. I CONSIGLIERI COMUNALI Massimo Iodice ; Orlando Esposito ( PDL); Nando Mosca (Casoria in Positivo); Giovanni Del Prete (Casoria in Positivo); Nello Cerbone (Nuova Città per Casoria)
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11 AL SINDACO DI CASORIA Dott. Vincenzo Carfora ALL’ ASSESSORE dell’AMBIENTE Avv. Pasquale Tignola epc. AL PRESIDENTE DEL CONSIGLIO Avv. Pasquale Fuccio
Al SINDACO DI CASORIA Dott. Vincenzo Carfora All’ASSESSORE alla SICUREZZA Dott. Tommaso Casillo Al PRESIDENTE DEL CONSIGLIO Avv. Pasquale Fuccio
Oggetto: Interrogazione urgente a risposta scritta. I sottoscritti Consiglieri Comunali; PREMESSO: -Che in data 09/11/11, è stato pubblicato sul sito online del periodico casoriadue l’articolo “Casoria cade nell’accordo trabocchetto e nel territorio arrivano due cave abbandonate” scritto da Tommaso Lupoli; -L’Associazione “ Comitato NO discariche dei Comuni Nord di Napoli” sul suo blog ufficiale riporta nei particolari “l’accordo trabocchetto” evidenziato da Casoriadue.it ; -La nota dell’Associazione inizia con “L’accordo tra la provincia di Napoli e i Comuni dell’area Acerrana (Acerra, Caivano, Casalnuovo di Napoli, Casoria, Crispano, Frattaminore, Pomigliano D’Arco e Volla) sulla gestione rifiuti, che prevede l’istituzione di ben tre cave ( 1 ad Acerra e 2 a Casoria) è stato firmato da tutti i Sindaci. Continuando….questo accordo, perdente per i Comuni, prevede l’uso di queste cave abbandonate sul nostro territorio per colmarle con Rifiuti proveniente dalla lavorazione degli STIR (frazione umida tritovagliata biostabilizzate); CONSIDERATO: -Che l’Amministrazione Comunale non ha reso pubblico la sottoscrizione dell’ Accordo in questione tra la Provincia di Napoli e i Comuni a nord di Napoli; -Che qualora la notizia fosse veritiera, potrebbe generare nella popolazione forti preoccupazioni sia sotto l’aspetto ambientale e sia sotto l’aspetto igienico sanitario del territorio; Tutto ciò premesso e considerato INTERROGA La S.V. Il/ma, per conoscere: 1. Se è fondata la notizia riportata su Casoriadue.it ; 2. Di sapere i contenuti, i fini e le modalità con le quali si deve procedere all’attuazione del suddetto Accordo; Si resta nell’attesa di un cortese sollecito riscontro. I CONSIGLIERI COMUNALI Casoria lì 11/11/2011
Oggetto: Interrogazione urgente a risposta scritta. I sottoscritti Consiglieri Comunali; Premesso: • Che in data 08/10/2011 veniva rubato il cuore d’oro incastonato nella statua di Gesù nell’Istituto religioso delle suore del” Sacro Cuore di Casoria”. • Che la Madre Superiore Suor Elsy, della Casa natale del Beato Padre Ludovico da Casoria, in data 11/11/2011 sporgeva denuncia in merito al furto sacrilego di oggetti d’argento e stoffe preziose donate dai fedeli che hanno nel tempo ricevuto grazie dal Beato Padre Ludovico. Considerato: • Che gli episodi esecrabili sono un offesa per tutta la comunità laica e religioso di Casoria. • Che l’area antistante il complesso ecclesiastico “Casa natale di Padre Ludovico” risulta, nelle ore serali, completamente abbandonata e priva di qualsiasi controllo e di vigilanza; Interroga La S.V. Il/ma, per conoscere : 1. Quali provvedimenti intende promuovere presso le Forze dell’Ordine e la Polizia locale, per ottenere un maggiore controllo delle aree urbane di interesse culturale- religioso; 2. Se ritiene necessario chiudere l’area prospiciente l’Istituto di Padre Ludovico, al passaggio veicolare, allo scopo di salvaguardare maggiormente l’incolumità delle suore e dei residenti Si resta nell’attesa di un cortese sollecito riscontro. Casoria, 14/11/2011 I Consiglieri Comunali Massimo Iodice Giovanni Del Prete (Casoria in Positivo) Nando Mosca (Casoria in Positivo) Orlando Esposito (PdL)
Massimo Iodice Giovanni Del Prete (Casoria in Positivo) Nando Mosca (Casoria in Positivo) Orlando Esposito (PDL)
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12 COMUNICATO STAMPA È partita giovedì 10 novembre “Divertimento Sano”, iniziativa varata dall’associazione “Alleanza per Casoria”, nell’ambito del Piano territoriale per le Politiche Giovanili della Regione Campania, con la partecipazione dei Comuni di Casoria, Casavatore e Arzano, per sensibilizzare le giovani generazioni ad un uso consapevole delle sostanze alcoliche. Gli allievi dell’ISIS “Andrea Torrente” hanno potuto apprendere informazioni fondamentali sulle conseguenze nocive dell’abuso di alcol e sostanze stupefacenti, soprattutto in relazione alla sicurezza sulle strade. La loro partecipazione è stata favorita dall’interazione con la dott.ssa Marika Di Placido, counselor esperta di fenomeni di dipendenza, che ha potuto ragionare con i giovani all’interno di un focus group, da lei guidato, accompagnato dalla somministrazione di un questionario sui temi del disagio giovanile, legato al particolare aspetto dell’abuso di sostanze alcoliche e stupefacenti. “Nelle prossime settimane, il progetto approderà sui territori degli altri due Comuni coinvolti, non solo nelle scuole, ma anche in altri luoghi di aggregazione giovanile – precisa il dott. Daniele Mancinelli, Presidente di “Alleanza per Casoria, che ha aperto i lavori, sottolineando anche le conseguenze di natura penale, che possono derivare dall’abuso di sostanze che alterano la coscienza. “I dati raccolti nel corso di queste nostre giornate informative saranno poi elaborati, al fine di contribuire ad una corretta informazione su questi temi, da parte del territorio e dei suoi principali attori sociali”. COMUNICATO STAMPA Domenica 20 novembre a partire dalle ore 10.30, il gruppo informale “Assalto al futuro” organizzerà in Via Marconi, di fronte alla omonima galleria un “info-point”, nell’ambito del progetto patrocinato dalla Regione Campania, in collaborazione con i tre comuni del Distretto scolastico n.29, Casoria, Casavatore, Arzano, denominato “Io Partecipo e tu?”. Il progetto mira a diffondere presso le giovani generazioni, una visione nuova delle politiche giovanili come azioni destinate ai giovani e da essi partecipate. La rivoluzione è appena iniziata…..con la Meloni verso una grande destra europea, popolare e riformista A quanti immaginano che la fine del governo Berlusconi possa rappresentare per tutti gli uomini e le donne di destra la fine di un sogno, posso solo dire che incorrono in un grave, gravissimo errore. Il governo che verrà sarà più a destra di quello passato, sarà più ribelle di quello finito, sarà più rivoluzionario di quello da poco caduto. L’esaltazione dei tanti, alla caduta del governo Berlusconi, ha di fatto segnato la fine della sinistra radicale e di quella progressista, sinora esistite nel nostro paese. Un governo rappresentato dagli uomini dell’alta finanza, dell’economia e delle banche ha di fatto sovvertito ogni ordine democratico vigente. Il sistema capitalistico, salutato dai tanti marxisti e cattocomunisti, ha assunto le pieni redini del potere nazionale. Coloro che la crisi l’hanno determinata sono , nei fatti, chiamati a gestirla a discapito di operai, pensionati e pubblici dipendenti. Orbene, un simile affronto alle istituzioni democratiche avrebbe dovuto provocare un ripudio generalizzato, soprattutto in quegli ambienti di sinistra che, spesso e volentieri, scendono in piazza a sfasciare vetrine ed incendiare macchine, spesso appartenenti a quella stesso proletariato che, magari con tanti sacrifici, era riuscito a conquistarne il possesso. Invece, un tripudio di applausi, una vergognosa ovazione, una scandalosa complicità ha accompagnato l’ascesa al potere delle banche e del mondo finanziario. Questa sarà la fine della sinistra italiana, o meglio di ciò che ne resta. Perso il punto di riferimento, dovranno adesso presentarsi al popolo italiano con una piattaforma programmatica e di sviluppo che li tenga uniti, cosa, quest’ultima, a dir poco impossibile, se si pensa che pur di abbattere il RE non hanno esitato a rinnegare anni di storia e di ideali, passati ad invocare una rivoluzione sociale popolare che determinasse principi di solidarietà sociale ed uguaglianza di classi. Con il sostegno a Monti, tutto ciò è stato rinnegato, abbandonato ed oggi la sinistra italiana si scopre capitalista e borghese, collusa con il mondo della finanza e delle banche….insomma da distruttori di vetrine, oggi si ritrovano ad essere amici dei banchieri e degli speculatori finanziari. Da oggi, conclusa l’era Berlusconi, inizia la nostra rivoluzione …..oggi più che mai la destra deve tornare ad essere tale, rispolverando quel senso di appartenenza e di militanza territoriale che mai ha abbandonato i nostri spiriti. La nostra Giorgia Meloni ha oggi la grande occasione, ma anche la grande responsabilità, di condurre un popolo ad una nuova vittoria! La sola, tra i ministri, che ha avuto il coraggio di uscire da sola e senza esitazione, dal portone principale di Palazzo Chigi: non può che essere lei, il nuovo leader della destra italiana…. La nostra rivoluzione è appena iniziata, torniamo a fare ciò che meglio ci riesce:la vera Politica. Elezioni subito senza se e senza ma……. Avv. Luca Scancariello OGGETTO: APERTURA DISCARICHE SUL TERRITORIO DI CASORIA.
AGLI ORGANI DI STAMPA
I sottoscritti Consiglieri Comunali, in merito all’accordo di programma tra l’Amministrazione Provinciale di Napoli e nove comuni della provincia, Casoria inclusa, per l’apertura di discariche territoriali pongono seri interrogativi rispetto alla reale capacità del Sindaco Carfora in tema ambientale. Viene spontaneo chiedersi: “Durante i lavori del consiglio provinciale per decidere l’individuazione delle cave da riempire di rifiuti trattati provenienti dagli stabilimenti di Tritovagliatura, dove era e cosa ha votato il consigliere provinciale eletto nella Città di Casoria, l’attuale Sindaco Enzo Carfora? Se ha espresso voto contrario, perché poi rimangiarsi tutto firmando l’accordo di programma che prevede le due discariche sul territorio di Casoria? E se addirittura oggi, dichiara alla stampa di essere contrario e che la questione è materia del Consiglio Comunale di Casoria, non sembra palese la volontà di investire l’assise civica di un problema che alla fonte andava bloccato in Provincia? Quindi come conciliare le ultime dichiarazioni del Sindaco che sembrano andare in direzione opposta alle possibilità proposte a mezzo stampa dell’assessore Pasquale Tignola, che addirittura prospetta “il modello Velenago”, aprendo all’orizzonte eventuali prospettive occupazionali legate alla “realizzazione” degli impianti . Il Sindaco deve spiegare a questo punto se è d’accordo o meno circa la realizzazione delle due discariche e se nel caso abbia avuto qualche ripensamento, su chi ricadrà la responsabilità di questa scelta? A questo punto, i sottoscritti consiglieri di minoranza, chiedono celermente e con impellenza, che venga convocato un Consiglio Comunale monotematico, per presentare, a tutta la popolazione, l’effettivo stato delle cose, sulla questione discariche. Cari concittadini, a nostro malgrado dobbiamo necessariamente constatare che a circa 8 mesi dalle elezioni, l’Amministrazione Carfora soffre di miopia politica e programmatica, reggendosi su nomine, spartizioni e sperpero di danaro pubblico, provocando uno stato complesso e precario della res publica, priva di alcun strumento di programmazione, pianificazione e sviluppo. Casoria lì, 15/11/2011 I CONSIGLIERI COMUNALI PUGLIESE PASQUALE , CERBONE ANIELLO, FERRARA STEFANO, FERRARA MAURO
Domenica - 20 novembre 2011
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ElleCci
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La scuola “sgarrupata“
C’era una volta in una città una scuola che poteva essere bella e a misura di bimbo, invece… Le Scuole Casoriane non offrono ai bambini la sicurezza dovuta! Parliamo delle barriere architettoniche, di una serie di rischi legati alle attività formative, della pessima abitudine di attaccare i disegni alle pareti con le spillatrici, dei rischi che potrebbero correre i bimbi se una di queste puntine metalliche lasciate sul muro, si conficcasse in una mano, per non parlare dei tanti problemi legati alle pavimentazioni sconnesse e coperte con tappetini atti a nascondere il problema, prolunghe volanti collegate con tantissime prese multiple (“doppie spine”) tanto da sembrare vere centrali elettriche, dei finestroni che presentano grate, delle uscite di sicurezza chiuse con catene e catenaccio, delle infiltrazioni d’acqua e quant’altro. Tutte problematiche presenti nelle nostre strutture scolastiche. Ci è stato segnalato che presso il III Circolo Didattico “ Giosuè’ Carducci”, scuola già sottoposta a controlli da parte dell’A.S.L., di problematiche ce ne sono tante; abbiamo ragione di credere, dunque, che forse i risultati di tali controlli non verranno mai presi in considerazione, verranno dimenticati sulla scrivania di
un impiegato distratto o, cosa ancora più grave, smarriti. Tutto andrà nel dimenticatoio come sempre, ma la cosa tristissima è che, anche in questo caso, il “potere” sta giocando con il benessere fisico e mentale di bambini dai 3 ai 5 anni. Infatti, nella sezione materna c’e’ una copiosa infiltrazione che si ripresenta ogni anno e per la quale non si riesce a trovare una soluzione definitiva. Di sicuro la Dirigente avrà fatto tutte le comunicazioni del caso, ma nonostante ciò, le cose non sono cambiate. Cosa si aspetta a risolvere la situazione definitivamente??! Invece di tamponare con rappezzi, perchè il Comune non prevede l’intero rifacimento della guaina del tetto di tutto il plesso??? I bimbi della Carducci hanno iniziato dalla materna a fare rotazione settimanale e non sembra un buon inizio! Inoltre le infiltrazioni d’acqua a lungo andare creano problemi di staticità e , quando è stata sollevata la questione dai genitori dei piccoli, a molti è stato risposto che “i bambini nella scuola sono assicurati” . Una risposta aberrante, sconcertante per la serie: aspettiamo prima che nasca il problema e poi provvediamo a risolverlo.
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Ovviamente mettendo a rischio la salute dei nostri piccoli…. Un consiglio che ci permettiamo di rivolgere al Sig Sindaco, in quanto responsabile delle scuole primarie cittadine, e’ quello di fare uno screening sulla sicurezza nelle scuole Casoriane, così si renderà conto che praticamente esse sono all’anno ZERO. Eppure l’attuale Assessore alla cultura, ai tempi in cui sedeva dietro i banchi dell’opposizione, richiamava spesso l’attenzione a queste problematiche, parlava di tutela degli studenti e messa in sicurezza dei plessi scolastici; adesso nulla di fatto, vige il silenzio assoluto da parte sua!!! Sarà forse che i bimbi non le sono più a cuore come prima…??! Non vogliamo caricare di lamentele l’attuale amministrazione, che di problemi già ne ha tanti, ma visto che ai cittadini di Casoria e’ stato promessa un’inversione di rotta rispetto alle precedenti amministrazioni, crediamo che tematiche del genere abbiano la priorità su TUTTO !!!! I bambini sono i futuri cittadini di CASORIA consegniamo loro una Città migliore!! !
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SPOR
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Valerio Cresci
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A spasso nel calcio
Blancos y Azulgrana: I colori tipici della Liga
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spasso nel calcio oggi finalmente ci porta in Spagna. Qui il calcio da sempre, tranne qualche eccezione, è basato su un duopolio: Real Madrid e Barcellona. Lo strapotere dei blancos e degli azulgrana, rispetto agli altri club è troppo netto, la storia della Liga lo testimonia. Infatti, il primo campionato si disputò nel 1929 e vide il successo del Barcellona con una vittoria arrivata all'ultima di campionato contro il Real Madrid. Dall’inizio degli anni 50’ in poi c’è stato un susseguirsi di grandi ere, firmate Barça o Real, grandi squadre e duelli di mercato. Il Real Madrid strappó nel 1953 al Barcellona Alfredo Di Stefano: proprio con l’acquisto di Di Stefano cominciarono i grandi successi del Real Madrid anche in Europa. I Blancos crearono una squadra mitica, ricordata ancora oggi da tutti gli appassionati di calcio, che vedeva l'attacco composto da: Di Stefano, Gento e Puskas. Il Real Madrid con questa squadra incredibile riuscì a vincere le prime cinque edizioni della Coppa Dei Campioni (dal 1956 al 1960); due campionati nazionali; e una coppa Inercontinentale nel 1960. Quello era il grande Real, il più forte mai esistito. Invece il Barcellona più forte non è quello di Cruyff degli anni 90’, ma è quello odierno in cui gioca la pulce Lionel Messi. L’argentino è cresciuto nella cantera del Barcellona. La base del successo del Barça di oggi parte proprio dai giovani e dall’enorme attenzione che gli si dedica già in tenera età. Il Barcellona ogni anno investe 10 milioni nel settore giovanile: oltre ai giocatori spagnoli, un’enorme rete di osservatori gli permette di arrivare prima sui talenti e di portarli a Barcellona con le proprie famiglie, facendoli crescere nelle proprie strutture. Ai futuri talenti vengono date tutte le attenzioni opportune, partendo dall’istruzione scolastica fino all’assistenza medica. Esempio lampante è proprio Lionel Messi, a cui all’età di dodici anni venne diagnosticata una forma di ipopituitarismo. Il Barcellona, attraverso il direttore sportivo Carles Rexach, si interessò al suo talento dopo averlo visto giocare e si assicurò le prestazioni sportive del giovane, rendendosi disponibile a pagargli le cure qualora si fosse trasferito in Spagna. Messi arriva quindi in Europa insieme alla famiglia, unendosi alle giovanili dei blaugrana e firmando il suo primo contratto ufficiale il 1º marzo 2001. Il resto è storia, ben conosciuta da tutti. Il successo del Barcellona quindi si basa proprio sui giovani che diventano in pochi anni fuoriclasse, arrivando in prima squadra. Nella squadra che lo scorso maggio ha vinto la Champions League, infatti, figuravano tra titolari e panchina ben 12 giocatori della cantera tra cui:Víctor Valdes, Piqué, Sergio Busquets, Xavi ,Iniesta, Pedro,Messi, Puyol, Bojan Krkić,Adriano, Thiago Alcántara. E parliamo di una partita importantissima e non di un’amichevole. Tutti gli sforzi, gli investimenti, sono stati ripagati davvero a peso d’oro: immaginate di dover acquistare questi giocatori, quante sessioni di mercato occorrerebbero? Il Barcellona grazie a quest’organico fenomenale e alla guida tecnica del giovane Guardiola, altro uomo della cantera, è riuscito a vincere 3 campionati nazionali di fila, due coppe del Re e ben due Champions League. Quest’anno la conquista della Liga è ancora in ballo col Real di Mourinho, primo in classifica con 3 punti di distacco proprio dal Barça. ¡ Que gane el mejor!
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Gennaro Crispino
gennarocrispino@libero.it
Liberi e forti Di questi tempi ci si spinge avanti con più fatica come se sin dovesse vincere una forza invisibile che ci contrasta. Mi sono costretto a non guardare troppo in là, le prospettive tremano e cambiano freneticamente, gli orizzonti si accavallano confondendosi e non posso permettermi di farmi confondere. Non mi piace dirlo, ma sono tempi duri. L’evoluzione della società è arrivata ad un punto delicato. La politica non è riuscita, non solo in Italia, a gestire la sua complessità ed i freddi ma ineludibili valori economici e finanziari costringono le scelte in determinate direzioni. L ’ e u r o p e i z z a z i o n e , l’internazionalizzazione, la globalizzazione, tutti processi di interazione sovrannazionale con una spinta di natura eminentemente economica, non sono stati assistiti dalla creazione di un adeguato apparato istituzionale. Ne consegue che con l’economia occidentale che stagna, i mercati finanziari che traballano, gli speculatori che, gettando panico un pò qua un pò là, cavalcano alla volta di nuovi profitti, l’intero sistema politico si rivela debole, non riesce a governare
Domenica - 20 novembre 2011
la crisi ma spesso ne viene travolto. Lasciando da parte le considerazioni circa la legittimità delle intromissioni da parte di “galletti” di governi stranieri, non solo la coalizione di Governo ma tutto il sistema partitico italiano si è rivelato incapace di fornire risposte incisive, ha perso tempo in inutili disquisizioni, scemando in autorevolezza. Il Capo dello Stato è il punto fermo in questa lacerazione del senso di responsabilità, con le opposizioni che, ora che c’è da ballare perché il gatto s’è rotto la zampa inciampando all’indietro, non ballano ma fuggono a nascondersi, limitandosi ad un consenso al governo tecnico con pochi margini di trattativa e rifiutando l’appoggio di ministri-politici che Monti ha richiesto. Eh sì, perché ora che dovrebbero governare oltre le contrapposizioni e gli interessi delle categorie che rappresentano non sanno come fare. A me pare una manifestazione di grave incapacità. Il buon Monti, rischia di governare una nave senza ufficiali che tangano buoni i marinai. I partiti rifuggono dal loro ruolo di collegamento con la società per
accomodarsi tra i banchi del Parlamento e dare un voto che è e sarà fatto passare per obbligato. Il vituperato PDL, in questo contesto, benchè scosso dagli ultimi eventi, non mi sembra, in tutta onestà, il peggior protagonista di questa fase, anzi. Coloro che fino a pochi giorni fa urlavano indignati, rispondono con voce fioca all’appello. “A tutti gli uomini liberi e forti, che in questa grave ora sentono alto il dovere di cooperare ai fini superiori della Patria, senza pregiudizi né preconcetti, facciamo appello perché uniti insieme propugnano nella loro interezza gli ideali di giustizia e libertà” (sic “L'Appello ai Liberi e Forti”, redatto redatto dalla comm. provv. del P.P.I. il 18/01/1919) …. e adottino le misure necessarie con provvedimenti aventi prospettive di lungo termine, non con forzosi prelievi di sangue, sacrificando per i loro privilegi, riducendo gli sprechi, volendo essere protagonisti della riforma del sistema, non vittime. Non è tempo di rivalse faziose, né di sterili recriminazioni e proteste selvagge. Noi, cittadini consapevoli del proprio ruolo, guardiamo avanti. Con fiducia
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RUBR
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ICA
Pina Savorra
pinacaribe@hotmail.it
Storie di violenza psicologica Il confine tra una frase aggressiva dettata da semplice rabbia e una pressione psicologica vera e propria non è ben definito, poiché le violenze invisibili procedono per gradi. In primis vi è il Controllo: lentamente, l’amato carnefice prende il sopravvento ed è il trionfo della possessività, della volontà di dominare e comandare. Da solo stabilisce a che ora e cosa si deve mangiare, impedisce alla “sua donna” di intraprendere un lavoro o coltivare una passione, decide in maniera totalmente autonoma la località delle vacanze o le amicizie da frequentare, come educare i figli o cosa fargli fare, dove mandarli a scuola e se frequentare parenti, nonni e amici. L'isolamento: l’uomo fa in modo che la partner si allontani a poco a poco dalla sua famiglia di origine, dai suoi amici, ottenendo così che la donna finisca per occuparsi solo di lui. Accade spesso che ad un certo punto sia proprio la donna a segregarsi per paura delle pressioni del compagno. Con il verificarsi di un completo scollamento dalla vita sociale, l'uomo limita tutte le possibilità materiali per comunicare con l'esterno e controlla l'utilizzo di soldi, automobile, telefono. Gli uomini più manipolativi e sadici riescono persino a mettere la propria compagna contro i suoi familiari. La donna dal canto suo, inizialmente legge questi comportamenti come una prova d’amore e di attaccamento estremo che l’uomo prova nei suoi confronti, solo in seguito comprende che si tratta di atteggiamenti patologici dai quali doversi difendere. L’indifferenza: l’uomo ignora i bisogni e i desideri della donna e
alimenta la frustrazione per tenerla in uno stato di insicurezza, evitando di parlarle, di ascoltarla, di uscire insieme, di accompagnarla dai suoi parenti, tenendole magari il muso per tanto tempo senza mai dare una motivazione. O ancora non tiene conto del suo stato fisico o psichico (ad esempio pretende che faccia le pulizie quando ha la febbre o di fare sesso dopo una forte lite). La gelosia patologica: chi è geloso vuole possedere la propria partner totalmente, e non sopporta che la donna sia "altro" da lui. Minacce, interrogatori interminabili, ricerche di prove, estorsione di confessioni, controllo su telefonino ed e-mail, niente deve sfuggire al suo controllo. Non c'è spiegazione ragionevole che possa placare l'ansia del geloso patologico per via della sua incapacità di accettare una realtà insopportabile: che la propria compagna resta "altro" da lui. La denigrazione: la donna non è degna di rispetto e non ha diritto ad un'esistenza propria quindi umiliazioni, mortificazioni sul suo aspetto fisico, sui suoi amici, il suo passato etc. La partner non può indossare capi d’abbigliamento che esaltino la propria femminilità, la convince di non essere adeguata, di essere fuori luogo. Atti intimidatori e minacce: è una violenza indiretta che ha l'obiettivo di far capire quanto si è forti e cosa si è in grado di fare. Si tratta di gesti come picchiare il cagnolino di casa, rovesciare la cena, sbattere le porte, guidare a tutta velocità oppure minacciare di togliere gli alimenti, portare via i figli o persino di suicidarsi (il che alimenta nella compagna una forte colpevolizzazione). Fine Quarta Parte
“di Avv. R. Bosco” P O L I T I C A E M A G I S T R AT U R A - D A N N I C O L L AT E R A L I I giudici invece di applicare la legge, magari precisandone l’interpretazione allo scopo di dare sempre migliore diritto ai cittadini, hanno reputato che tra i loro poteri rientrasse quello di pronunziarsi sulla validità o meno di quanto deliberato dal potere legislativo e regolarsi di conseguenza. Giova ricordare che, nel nostro sistema, la possibilità di richiedere pareri su leggi o disegni di legge alla magistratura è una facoltà del ministro di grazia e giustizia. Tale facoltà, se non viene esercitata, impedisce al potere giudiziario di esprimere valutazioni o giudizi sotto qualsiasi forma. La ratio di tale previsione è assolutamente ovvia: quale cittadino è invogliato a rispettare una norma che viene aspramente criticata dalla magistratura, ossia dall’organo che ha il dovere di farla rispettare? L’escalation purtroppo è andata avanti con una pesantissima involuzione fino a sfociare in una guerra aperta fatta di attacchi giudiziari senza quartiere cui il potere politico contrappone leggi che tentano di metterli nel nulla. Come si dice: ognuno spara con le armi che possiede. Le illustrissime vittime di tale conflitto sono le istituzioni repubblicane che, benché solide, stanno accusando oscillazioni sempre più preoccupanti. Si sta scherzando col fuoco e quel
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che maggiormente allarma e che i belligeranti non sembrano rendersene conto. Violare la ripartizione di poteri costituzionali del nostro sistema democratico significa mettere in discussione le fondamenta della nostra democrazia poiché tali violazioni oltrepassano quel confine, superato il quale, può essere valido tutto ed il contrario di tutto. Siffatta congerie istituzionale è il terreno di coltura ideale delle ambizioni autoritarie, siano esse dettate dalla mera volontà di mettere ordine o da squallide mire soggettive. A voler essere onesti una volta tanto va spezzata una lancia in favore del potere legislativo e, dunque, della politica che ha subito per prima gli attacchi extraistituzionali del potere giudiziario, ossia attacchi portati al di fuori dell’ambito delle proprie prerogative costituzionalmente riconosciute. Certo, quando un parlamento ed un governo regolarmente eletti vedono le loro emanazioni normative subire un pesantissimo vaglio non previsto ed addirittura contrario alle previsioni costituzionali, cercano di difendere le loro prerogative e con esse implicitamente difendono anche il rispetto del dettato costituzionale. Fine Seconda Parte
Domenica - 20 novembre 2011
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Emiliana Cresci
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emiliana.cresci@yahoo.it
“Evitabili disuguaglianze”
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ol passare del tempo tutto è relativamente stabile e i cambiamenti, anche attraverso le politiche, sono molto difficili da attuare; anche con la migliore politica del mondo si hanno sempre degli effetti che non possono essere previsti in anticipo e, in fondo, intervenire sulla “distribuzione delle disuguaglianze” è un oggetto di cui i diversi schieramenti politici tendono a non farsi carico; è difficile definire delle politiche che abbiano un qualche tipo d’impatto immediatamente visibile. Quindi essendo una materia complessa e di difficile gestione, l’argomento “disuguaglianza sociale” è da un lato molto presente nel dibattito pubblico, dall'altro sul versante della politica, molto meno. Purtroppo la situazione sia in Europa, sia negli Stati Uniti, e nel resto del mondo, continua senza alcun cenno di cambiamento, ad acuire l’ineguaglianza, con il conseguente disperato aumento della povertà, alla quale corrisponde una spaventosa concentrazione di ricchezza e di reddito. Non si tratta solo del lavoro che non si trova o che, se si trova, si connota come precariato cronico. Si tratta anche, e soprattutto, di un mercato del lavoro incapace di fornire quelle sicurezze materiali necessarie; sempre meno capace di tenere in piedi quel sistema politico, istituzionale e sociale che poneva proprio il lavoro a fondamento della Repubblica italiana. Ciò che è avvilente, è in particolare la forte disuguaglianza dei redditi. Le disuguaglianze di reddito e di ricchezza sono il risultato di diversi meccanismi, tra cui il funzionamento del mercato del lavoro, la dinamica dell'occupazione e dei salari delle diverse categorie professionali, la distribuzione del reddito tra salari, profitti e rendite. Il sistema industriale che ha caratterizzato l'Italia, dal dopoguerra in avanti, è stato gestito politicamente in modo da assicurare la creazione di un’ampia fascia di consumatori forti, la cosiddetta “middle class” o “classe media”, capace di lanciarsi sul mercato interno. Ora, non solo quello stesso mercato è saturo, ma è soprattutto divenuto irraggiungibile dai più, a favore di
una sorta di “high class” di vecchi e nuovi ricchi, con la conseguente scomparsa del ceto medio. Ricchi sempre più ricchi e poveri sempre più poveri. È questo, il destino che ci si prospetta? È questo, quello cui stiamo inesorabilmente andando incontro? Sembrerebbe proprio di sì, almeno in base ad alcuni dati. Un rapporto dell’OCSE (Organizzazione per la Cooperazione e lo Sviluppo Economico), infatti, ci dice che in un contesto di crescente divario tra ricchi e poveri in gran parte dei Paesi OCSE, l' Italia si piazza al quinto posto per livello di disuguaglianza, dietro Messico, Stati Uniti, Israele e Regno Unito. La Germania è al decimo posto mentre Svezia, Danimarca e Norvegia si confermano gli stati più egualitari. Un divario in costante allargamento che ci allontana dai vicini stati europei - dove la tendenza è opposta - e ci avvicina a paesi come il Messico o gli Stati Uniti, dove le differenze sono molto più accentuate. Un’analisi di Repubblica evidenzia che in un decennio le disuguaglianze sono cresciute di oltre cinque punti. La disuguaglianza viene misurata in base al cosiddetto “Coefficiente di Gini”, standard di disuguaglianza di reddito che va da zero (quando tutti i redditi sono uguali) a 1 (quando tutto il reddito va ad una sola persona). Questo “coefficiente di Gini” (dal nome dello statistico che l’ha introdotto) era 0.29 nel 1991, poi è salito a 0.34 nel 1993, ora è a 0.35; e soprattutto nulla fa pensare che si fermi là, bensì il contrario. Insomma sembra che la ricchezza sia saldamente nelle mani di pochi e che lì rimanga, impedendo anche la “mobilità sociale”, causata in parte dall’elevata quantità di bambini in povertà, dalla ridotta crescita economica e dalla scarsa preparazione fornita spesso dalla scuola, che rischia sempre di più di riprodurre le diseguaglianze generate dall’ambiente familiare; subentra così un altro aspetto, ovvero la trasmissione intergenerazionale del reddito da lavoro, per cui i figli di chi è ricco saranno probabilmente ricchi a loro volta, e i figli di chi è povero verosimilmente rimarranno tali.
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C'è una differenza molto importante, infine, tra la disuguaglianza “reale” e quella “percepita”; ma è sulla disuguaglianza percepita che si ottengono i dati, non su quella effettiva. Ad esempio, negli Stati Uniti mentre la disuguaglianza effettiva è alta, la percezione delle disuguaglianze è molto bassa. In Italia invece c'è una forte disuguaglianza e una eguale forte percezione delle disuguaglianze. Forse dovremmo interrogarci sulla struttura della nostra economia e riflettere sul modello economico nel quale viviamo che ha la disuguaglianza nel suo essere. Il problema potrebbe essere aiutato (e badate bene, non risolto) da politiche serie a sostegno dell’occupazione, da una riforma fiscale che punti su altro; e se c’è una parte del Paese che non può spendere, il problema si risolve con un sostegno al reddito alle famiglie che non ce la fanno, così come avviene negli altri paesi dell’unione. Si ha il dovere di prendere coscienza di tutto ciò e di ridistribuire la ricchezza sì, ma anche il lavoro, il sapere ed il potere. Con la crescente diseguaglianza si è venuta a creare, al contempo, una figura sociale nuova: i working-poor (lavoratori-poveri): coloro che, pur lavorando, non arrivano alla fine del mese. E in tutto ciò sempre i “giovani” al centro, a pagare i conti, i giovani di oggi, e ancor più i “figli dei giovani”, quelli di domani incastrati tra un'apatia paralizzante e un mercato del lavoro sempre più incapace di proiettare una qualsiasi possibilità di riscatto e realizzazione, prospettando, quindi, un futuro decisamente poco rassicurante. La speranza??? Che tutto questo faccia parte di un ampio ciclo storico giunto quasi al termine, seguito da un riequilibrio sociale!
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T E AT
RO “dal nostro iviato Eduardo Paola”
Eduardo Paola edu80@libero.it
P r e m i o N i k e p e r Te a t r o 2 0 11 Nell’antisala dei baroni del Maschio Angioino, si sono accese le luci sulla 13° edizione del Premio Nike. La serata, organizzata dalla Hermes Comunicazione e promossa dall’associazione “Nike per il Teatro”, ogni anno, puntale, premia le eccellenze del teatro partenopeo. Il premio, nato da un’idea di Arnolfo Petri, nel corso degli anni è stato consegnato a nomi di primissimo piano del mondo del teatro e non solo, come Isa Danieli, Enzo Moscato, Ugo Pagliai, Marina Confalone, Giulio Baffi e tanti altri. I riconoscimenti sono stati assegnati da una giuria composta da critici teatrali, presieduta dal giornalista Franco De Ciuceis. Questa tredicesima edizione è stata aperta da Arnolfo Petri con un commosso e tenero ricordo di Bianca Sollazzo, protagonista indiscussa del teatro partenopeo, recentemente scomparsa. Dopo il doveroso omaggio all’amica e collega Bianca, Petri, con grande amarezza e dispiacere ha denunciato, con uno sfogo molto accorato, tutta la sua preoccupazione per la sorte del teatro, che a forza di tagli e di indifferenza da parte delle istituzioni, rischia di morire. La serata poi, condotta da Francesca Scognamiglio, è proseguita veloce tra una premiazione e l’altra. Tra i volti dello spettacolo e del mondo della cultura che si sono succeduti per premiare i vincitori delle varie categorie c’erano l’attrice Anna Maria Ackermann, l’attore Rosario Ferro, la scrittrice Giovanna Castellano e la giornalista Maresa Galli. Tredici le statuette
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consegnate per tredici categorie diverse, più due premi speciali. Tra i premiati, Arturo Cirillo, miglior attore protagonista per lo spettacolo “L’avaro” (Teatro San Ferdinando), Milvia Marigliano, miglior attrice protagonista per lo spettacolo “La Madre” (Teatro San Ferdinando), Antonio Agerola, miglior attore emergente. Il premio per il miglior spettacolo musicale è andato ad una produzione del Teatro Totò, “Varietà in varie età”. Il premio per la miglior drammaturgia se l’è aggiudicato Mimmo Borelli per “La Madre”, mentre la miglior regia è andata a Carlo Cerciello per “Marat Sade” del Teatro Elicantropo, rappresentazione che si è aggiudicata anche la statuetta per il miglior spettacolo. Quest’anno, per la prima volta, è stato consegnato il premio speciale “Mario Stefanile”, autorevole firma de “Il Mattino”, scomparso all’età di 67 anni nel 1977. Il riconoscimento è stato consegnato al giornalista Stefano De Stefano, scrittore, docente all’Università Federico II e giornalista del “Corriere del Mezzogiorno”, che ha ricordato affettuosamente Stefanile come uno dei suoi più grandi maestri. Il premio speciale alla carriera è stato assegnato a Beppe Barra. Un lungo e fragoroso applauso è stato tributato all’artista da una platea tutta in piedi. La motivazione, letta dall’Assessore Comunale Cultura e Turismo Antonella Di Nocera, ha sottolineato il talento poliedrico e multiforme dell’artista, i suoi inizi al Teatro Esse di Gennaro Vitello, il grande incontro col Maestro De Simone, la compagnia di canto popolare e il recupero e la riproposta della nostra tradizione, grazie anche alla “Cantata dei pastori”, di cui è il più alto e riconosciuto interprete. La serata si è conclusa tra saluti e ringraziamenti e con la grande speranza che le istituzioni possano incentivare le risorse per lo spettacolo, per continuare a rendere Napoli quella fucina di cultura e di talenti che l’ha resa famosa in tutto il mondo.
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Pasquale Lucchese napoledano@libero.it
Astinenza da Napoli, pro e contro!
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stinenza da Napoli. Due settimane senza, e i primi sintomi di intolleranza emergono in tutta la loro sfrontatezza. Vedi le altre partite, ma non è lo stesso. Nella domenica delle sterili e irriguardose polemiche juventine, segui gli altri matches, ma a fine primo tempo, molli la presa. Stasera niente Napoli, che mi importa delle altre? E dopo devi anche sentire i gobbi parlare di strategia per rinviare la partita. Poi dicono che è scorretto non volergli bene... Ma torniamo a noi! Ti illudi di venerdì: una squadra azzurra in campo, ma è l’Italia, peraltro solo in amichevole. Certo, queste soste giovano alla salute: almeno per due settimane non ci saranno scompensi cardiaci. Ma mancheranno anche le emozioni, di
irrefrenabile gioia, di sconsolata tristezza, di rabbia, che solo quella Maglia può regalare a chi la adora, a chi ne ha fatto una delle personali ragioni di vita. In fondo, meglio godersela questa pausa: tra sabato 19 novembre e mercoledì 21 dicembre, cioè in 30 giorni, i nostri colori scenderanno in campo 9 volte, di cui 6 al San Paolo. Si partirà con l’anticipo di sabato sera con la Lazio dell’ex Reja, squadra più in forma del momento. Saranno poi gli inglesi del Manchester City, guidati dagli italiani Mancini e Balotelli, a farci visita; e in 90 minuti ci si gioca il sogno di continuare un’avventura fantastica ma anche dispendiosa. Poi la trasferta di Bergamo farà da preludio al recupero con la Juve, cui farà seguito il Lecce. Quindi due trasferte, una
europea a Villarreal, ultima partita del girone, sperando non sia l’ultima di Champions’, e una italiana:Novara, per molti tifosi una prima assoluta. Infine di nuovo al San Paolo, contro la Roma “iberica” e quattro giorni prima di Natale, contro i “fratelli” genoani, recupero della prima giornata, saltata per lo sciopero dei calciatori dello scorso agosto. Insomma, ci aspetta un fine anno intenso. Sarà fondamentale gestire bene le risorse, metter da parte difficoltà e polemiche, e puntare ai diversi traguardi, senza paura e senza “scelte” pusillanimi e incomprensibili, che già ci hanno fatto perdere punti preziosi, ma ancora recuperabili.
Luca Maresca, il nostro karate kid!
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asoria città di santi e di beati. Così ci si definisce, tra un pizzico di sarcasmo e di orgoglio paesano. A questa definizione, p o t r e m m o affiancarne
un’altra, laica e giovane: Casoria città di atleti! Mauro Sarmiento, Vincenzo Picardi, Gioia Marzocca hanno dato lustro alla nostra realtà, portandola sul podio olimpico. Luca Maresca, l’atleta giovanissimo che abbiamo incontrato questa settimana, alle olimpiadi non c’è stato, forse non avrà questo onore, e non certamente per demeriti personali. Il karate, lo sport da
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lui praticato, dove ha collezionato svariate vittorie prestigiose non è, ancora, disciplina olimpica. Lo incontriamo nella sua “tana”, la palestra della “S.S. Wellness Zone” per cui gareggia nelle gare nazionali, dove vanta un titolo “cadetto”, uno “juniores” e un “Assoluto”(competizione che vede gareggiare atleti nel diciottesimo anno di vita fino ai 33 anni). Luca, 18 anni a
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dicembre, vive a Casavatore, ma si è formato sportivamente a Casoria, dove ha iniziato a praticare questa nobile e antica arte marziale a 8 anni, sempre presso la stessa società, sempre con lo stesso “maestro”. Proprio del rapporto con Mario Cicchella, Luca parla con passione, rispetto e stima: “Per me è un fratello maggiore, è il mio punto di riferimento in tutto, non solo nel Karate, mi ha sempre indirizzato verso la strada giusta. Con lui ho un rapporto speciale.”. Durante la nostra conversazione Luca sembra essere sul tatami: sulla difensiva quando parliamo di scuola :“Frequento il V anno come grafico pubblicitario, non sono molto bravo, ma riesco ad andar avanti”; agile e
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scattante quando parla del suo sport: “E’ uno sport bello, molto seguito,nonostante i contatti, difficile che ci siano discussioni, ci insegnano sin da piccolissimi il massimo rispetto verso l’avversario e il giudice di gara. Necessita di attenzione, concentrazione, bisogna saper osservare, prendere spunto.” Luca è spontaneo, è istintivo: “Non sono molto bravo tecnicamente, sono concreto, impulsivo, infatti da bambino ho raggiunto meno risultati, perché si gareggia senza scontro fisico, ma solo sull’esposizione tecnica”. Sul futuro ha le idee chiare: “Dopo il diploma, mi piacerebbe la carriera militare, indipendentemente dalla possibilità di entrare nei gruppi sportivi.” Il sogno ovviamente è l’olimpiade, lui che ha vinto difendendo i colori italiani, un oro mondiale “cadetto” nel 2009 in Marocco, un oro europeo “juniores” a Novi Sad(Serbia),
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un bronzo mondiale “juniores” ai recenti mondiali in Malesia. Sa che se il suo Karate dovesse entrare a far parte degli sport olimpici ( a tal riguardo va detto che è stato inserito in una short list di sport, tra i quali verrà scelto quello che entrerà a far parte del programma olimpico per Rio 2020), lui avrebbe tutte le carte in regola quantomeno per parteciparvi. Prima di congedarci, chiediamo a Luca due parole sul calcio: nessuna accusa, nessun complesso da praticante di “sport minore”, anzi: “e’ il mio secondo sport preferito” e poi la chicca finale da oro olimpico “il Napoli è la mia seconda passione !!”. Bravo Luca, sperando che al prossimo incontro potremmo affiancare, ai tuoi sicuri successi, anche qualcuno della nostra passione in comune!
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Gelsomina D’Anna geadann@libero.it
IL MOTIVO DELLA DIFFERENZA Con la caduta del governo Berlusconi si apre un periodo non facile per il nostro Paese; l’Europa controlla e monitora continuamente il nostro operato e spesso la sensazione spiacevole di essere sotto esame si fa sentire. I nostri partners europei sono esigenti, freddi, teutonici; mi riferisco in particolare alla cancelliera Merkel, sorriso da brava madre di famiglia in vacanza, vero rottweiler della politica internazionale, apostrofata dal nostro ex primo ministro con un apprezzamento rivolto al suo lato b, non ben accolto dalla bionda nibelunga. Il perfezionismo e l’efficienza di marca teutonica hanno stupito il mondo; un paese come la Germania, che ha attraversato periodi storici di buio totale durante il nazismo, è riuscito a risorgere dalle sue ceneri, meglio dell’araba fenice, e , dopo la caduta del muro di Berlino e la polverizzazione del comunismo e dei suoi paesi satelliti, ha preso sotto la sua protezione il fratello povero, ormai libero da un regime oppressivo, e lo ha letteralmente salvato, facendolo uscire fuori dalla sua
povertà morale ed economica. Qualche domenica fa, su Raitre, ho assistito, positivamente stupefatta, ad un servizio trasmesso sulla infaticabile nazione tedesca; il paragone con Napoli era veramente impietoso ma dimostrava , senza ombra di dubbio, la superiorità degli Ubermenschen. In pratica i signori tedeschi avevano trasformato, chiaramente in tempi record, una fabbrica siderurgica ormai in disuso in un moderno centro commerciale, comprendente alberghi, casinò, palestre, centri per la bellezza e la cura della persona. La vera perfidia del servizio era il paragone impietoso con il caso Bagnoli, nostro fiore all’occhiello ormai definitivamente floscio, da tanti anni, troppi, considerata un’area che deve decollare e diventare nuovo polo del turismo partenopeo. La vecchia Italsider sorride beffarda davanti agli inutili tentativi di trasformare questa zona, una volta vera delizia del genere umano, oggi spettrale fantasma maldestramente trasformato nell’ipervalutata “Città della Scienza”.
Il portentoso “Zentrum“ costruito dai tedeschi si adagia in una vallata non particolarmente interessante sotto l’aspetto paesaggistico, la nostra Bagnoli è inserita in un contesto perfetto : mare, monumenti, il cielo terso ed azzurro della nostra bella e maltrattata città, ma niente, non si riesce a cavare un ragno dal buco… Questi tedeschi sono da ammirare ma anche, diciamo la verità, un poco da invidiare. Le ragioni della loro efficienza, secondo Max Weber, risiedono nella diversa religione professata; i popoli del nord Europa , di tradizione luterana e calvinista , sono orientati alla produzione e al reinvestimento dei capitali, i popoli di religione cattolica hanno un’etica che li porta al consumo e alla manifestazione del loro status symbol. Quindi le ragioni della differenza tra noi e loro sono profonde e vanno ricercate in una diversa concezione della vita , del lavoro, della morale.
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Francesco Pagliuca pagliuca86@hotmail.it
Nuovo corso
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opo mesi di tensioni politiche e finanziarie il governo presieduto da Silvio Berlusconi è giunto al capolinea. Il primo ministro, resosi conto di non disporre più della maggioranza assoluta, ha annunciato le sue dimissioni in quella che sarà ricordata come la settimana del crepuscolo politico del Cavaliere. Si è quindi deciso di voltare pagine e, approvato il Rendiconto economico, si è dato il via alle consultazioni per la formazione di un nuovo esecutivo. Nel rincorrersi di voci già da qualche giorno si faceva il nome di Mario Monti. L´ex commissario europeo era considerato dai più figura di spessore e autorevolezza tale da poter garantire credibilità alla sbiadita reputazione del nostro paese nel consesso internazionale. La decisione di puntare su Monti si deve proprio al discredito politico di cui si è reso protagonista il precedente governo agli occhi delle cancellerie dell´Unione e allo scarso gradimento che i mercati avevano per le manovre varate. La scelta, infatti, è stata quasi obbligata ed è stata imposta dalle pressioni degli investitori finanziari e dal costante attacco che i titoli del debito pubblico italiano subiscono da qualche mese. Incalzati dall´impennata dello spread, si è deciso di formare un governo tecnico che avesse proprio nella figura del neo senatore a vita, esperto in materia, un punto di riferimento importante. La road map tracciata dal neo Primo Ministro si articola in vari punti e non
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pochi sono i nodi da sciogliere per ottemperare a quelle che sono le richieste pervenute dalla BCE. Non appare quindi semplice il compito che spetta al nuovo governo, ovvero quello di varare misure,"lacrime e sangue", per la crescita e la riduzione del debito. Alla luce di ciò principali partiti non volevano accollarsi l’onere di adottare, in questa fase travagliata, soluzioni impopolari che avrebbero scontentato le rispettive basi elettorali. Ecco perché, caldeggiato anche del Presidente della Repubblica, si è percorsa la via del governo tecnico. Il Monti - pensiero in ambito economico-finanziario si articola in pochi e decisivi punti: crescita e abbattimento degli ostacoli. Come da egli affermato, sono necessarie riforme strutturali per togliere i privilegi a quasi tutte le categorie sociali rimuovendo le incrostazioni che frenano la ripresa. Ed ecco quindi che i prossimi provvedimenti riguarderanno nell’ordine: riforma del sistema previdenziale, razionalizzazione dei fondi agli enti locali, dismissione degli immobili pubblici, patrimoniale (ma con molte riserve da parte dei partiti dell’ex maggioranza), riforme in materia di mercato del lavoro. A ben vedere sono tutte misure dure da far digerire e che scontenteranno quanti invece chiedevano a gran voce nuove elezioni. Non mancheranno le critiche e le proteste da parte di chi fino ad ora ha dovuto subire e pagare gli effetti di
una crisi causata dalle lobbies della finanza internazionale e da governi incapaci e deboli nell´affrontare con pugno deciso la grave emergenza economica. Ritengo quella adottata dal Capo dello Stato la miglior soluzione che si poteva prendere. È vero e sono condivisibili le osservazioni che riportano i "critici" del nuovo governo: come da essi puntualizzato i rappresentanti che lo formano non sono stati scelti con libere elezioni e quindi non sono espressione del consenso popolare. Tuttavia visto il momento critico, lasciare una finestra di tempo, seppur breve in attesa di nuove consultazioni polpolari, esporrebbe il paese a nuovi rischi prestando il fianco ai continui attacchi della speculazione dei mercati con il concreto rischio di arrivare al punto di non ritorno come accaduto per la Grecia. Quella del governo tecnico è l’opzione che consente ai vari partiti di non doversi accollare le responsabilità di misure impopolari che vanno prese in tempi brevi. Auspicabile è dunque, per il bene del processo democratico che deve contraddistinguere ogni azione che riguardi il governo del paese, che il nuovo esecutivo svolga i compiti prefissatisi con tempestività ed efficacia. Speriamo che stringere la cinghia in questo periodo serva a porre le basi per un futuro più roseo e che la cura da cavallo imposta coattivamente rimetta in sesto un paese ancora convalescente.
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Mario Romano
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mario.romano65@gmail.com
Le tendenze politiche degli italiani
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n un sondaggio pubblicato da “il Giornale” il giugno scorso si provò un diverso modo di considerare le posizioni politiche degli italiani. Furono rilevati gli atteggiamenti politici di fondo, che vennero prima raffrontati alla tendenza politica generale percepita dagli intervistati (destra, centro, sinistra) e poi riversati nei contenitori partitici corrispondenti alle espressioni di voto. Riprendiamo qui quel sondaggio. Gli atteggiamenti sono: Libertari, Progressisti, Conservatori e Reazionari. V'è poi una quinta componente non classificabile. L’analisi delle percentuali delle tendenze con gli orientamenti di voto, mostra belle sorprese. Premesso che il fronte reazionario-conservatore è di molto superiore a quello libertarioprogressista (46 a 33), con una quota molto significativa del 21% "non classificabile", si nota che le tendenze sono distribuite tra tutti i partiti degli schieramenti. Al di là del prevedibile chiasmo tra destra e sinistra delle tendenze progressisti-conservatori (15-31 contro 3220), è di rilievo che il fronte libertario della destra sia il doppio della sinistra: 22 contro 11! Quasi identica invece la componente reazionaria delle due parti politiche (19 contro 20). Se andiamo a vedere gli orientamenti di voto notiamo addirittura che sia l'IDV che il PD sono quasi esattamente divisi a metà tra la tendenza libertaria-progressista e quella conservatrice-reazionaria (49-49 l'IDV, 39-40 il PD, con un'alta percentuale non classificabile del 21%). Inoltre, mentre i due maggiori partiti hanno nella distribuzione una rappresentatività omogenea di tutte le diverse tendenze , in realtà il PDL è molto più omogeneo del PD e addirittura vanta una componente libertaria di gran lunga maggiore del PD di 23 contro 7, l'IDV ha una situazione molto significativa: pochissimi i non classificabili (2%), mentre la divisione all'interno delle due tendenze libertario-progressista e conservatorereazionario, mostra uno squilibrio tra la posizione estrema e quella più moderata (lib. e progr. 9 contro 40) della prima e asimmetricamente della seconda (reaz. 44 cons. 5). In realtà il sistema partitico e gli schieramenti sembrano fondati su criteri assai artificiosi, dove probabilmente i collanti sono esclusivamente il favore o meno verso la figura di Berlusconi. E fin qui è una banalità. Il punto è che ora che sembra
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essere uscito di scena Berlusconi, c'è l'alta probabilità non solo che scompaia il PDL, ma anche il PD, mentre l'incontro tra le tendenze conservatrici e reazionarie di IDV, PD, PDL, FLI, UDC porterebbe ad uno schieramento di gran lunga maggioritario ovviamente in diversi contenitori partitici. La tendenze libertarie e progressiste sarebbero spinte centrifugamente verso partiti di radicalismo libertario o di sinistra, anche se una parte di quella progressista potrebbe essere risucchiata. Lo schieramento conservatore potrebbe invece assorbire anche la quota conservatrice della Lega, lasciando ad essa quella reazionaria e anche quella libertaria-progressista, che però il partito territoriale dovrebbe contendere al partito di sinistra. Insomma, caduto Berlusconi, al di là delle etichette di partito, potrebbe attenderci un lungo e robusto governo conservatore. Sulla validità scientifica di questo innovativo sondaggio, sussistono molti dubbi, principalmente perché manca una preliminare definizione delle definizione (gli intervistati hanno per esempio la piena percezione del significato di “libertario”?). Detto questo, mi pare che se non scientificamente, i sondaggisti possano essere riusciti "fortunosamente" a rappresentare quello che in generale si percepisce e addirittura a rispecchiare una tendenza costante che ha un fondamento storico: dalle elezioni successive alla prima guerra mondiale (quando ci sono state!) ad oggi il fronte conservatore in Italia è sempre stato maggioritario, anche se per motivi di opportunità spesso è stato costretto a stabilire alleanze con una parte della sinistra. Vedi in proposito la DC, che non potendo allearsi con il MSI, si apre ad un governo "costituzionale" con i socialisti. O anche il più recente caso del fronte politico imperniato su una forte personalità come Berlusconi, che contava nemici e amici tra conservatori e libertari e per questo scompaginava il quadro dei possibili schieramenti più omogenei.
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Il Cikketto Party
risveglia la “movida casoriana”
“di Luca Tramici”
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uesta settimana, vorrei parlavi di un evento che, da ormai tre anni, sta caratterizzando i fine settimana dei giovani casoriani, e non solo; si chiama Cikketto Party ed è un’idea nata da uno dei bar storici di Casoria, il Gran Caffè. La novità è stata ben accolta dai ragazzi, che ogni venerdì affollano festosi il bar per ritrovarsi, godersi un cicchetto (senza mai esagerare) e ascoltare dell’ottima musica, accuratamente selezionata dal sottoscritto. Un’iniziativa nata non come una nuova trovata commerciale, ma promossa proprio per cercare di risvegliare la “movida casoriana”, rimasta troppo a lungo in letargo, per le promesse fatte e mai mantenute. E’ evidente la scarsità di risorse per i ragazzi, e anche per la vicinanza con la città partenopea, l’assenza di
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luoghi di ritrovo si è fatta ormai endemica. Il “Cikketto Party” è diventato di grande interesse ed un appuntamento al quale non si può mancare, anche grazie all’influsso dei social network, capaci di creare una pubblicità sana e gratuita, indirizzata ad un target preciso: i giovani. Lo scopo di questo evento è quello di rivalutare le risorse della nostra cittadina, di creare momenti di sana aggregazione e risvegliare la città dal torpore nel quale langue da anni.. Un plauso va ai promotori: a tutta la struttura del Gran Caffè, persone che credono nello sviluppo della città e di una cultura giovanile non solo mattutina, ma anche notturna; che propongono ai giovani u n’a l t e r n a t i v a allegra e cercano di offrire loro un ottimo servizio, senza farli allontanare dalla nostra città. Isola felice quindi, dove si ascolta dell’ottima musica e ci s’incontra in serate a tema che costituiscono una vera e propria
novità per Casoria.
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CattiviK
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ella mia città ideale non esiste il problema dei rifiuti, tutti fanno la raccolta differenziata come si deve, esistono le aree ecologiche, le società che gestiscono il servizio non sono dei carrozzoni politici, anzi trovano addirittura il modo di ricavarci fondi ed occupazione dalla monnezza, purtroppo le città ideali non esistono, ne sanno qualcosa i nostri due amici di NonCiRestaChePiangere. Ascoltiamo le loro opinioni dopo l’ennesima beffa subita.
Indietro tutta Gianni: Non ce la faccio più, questa proprio non la posso digerire, ma adesso mi sentono, vado al Comune e faccio succedere un quarantotto. Pinotto: Fermati, dove vai? Mi spieghi cosa sta succedendo? Gianni: A volte mi sembra che tu viva proprio fuori dal mondo, non sai niente? Il nostro lungimirante Sindaco SonoQuiPerCaso ed il suo assessore MezzoMetro hanno pensato bene di firmare un accordo di programma con la provincia per portare due discariche a NonCiRestaChePiangere! Pinotto: Ma che dici? E’ impossibile, non ti ricordi, il nostro Sindaco è sempre stato un ecologista convinto, si è battuto affinché perfino la centrale a Biomassa fosse delocalizzata in un altro posto! Gianni: Mi stupisci sempre per la tua ingenuità! La società che doveva costruire quella centrale già aveva deciso di fare altrove il suo investimento vista la retromarcia fatta dalla precedente amministrazione su pressione della cittadinanza, e poi quella era una battaglia di facciata. Pinotto: A tutti i comuni è stato richiesto un sacrificio per risolvere l’emergenza, in qualche modo bisognerà pure risolvere il problema? Gianni: E guarda caso a noi toccano sempre le incombenze più gravose! Pinotto: Stai tranquillo, sono sicuro che nessuna discarica deturperà il nostro territorio. E poi in quella zona deve sorgere l’Ovulo Commerciale. Vuoi che ComandoSempreIo rinunci ai propri affari per onorare un accordo fatto con la Provincia? Gianni: Questo mi dovrebbe tranquillizzare? Ti sei dimenticato che in città ci sono altri due siti abbandonati che ancora marciscono con centinaia di tonnellate di rifiuti ammassati mentre noi cittadini continuiamo a pagare il fitto per quelle discariche! Anche in quel caso fu ComandoSempreIo a combinarci lo scherzetto. Pinotto: Ma vedrai che adesso ha imparato la lezione. Gianni: Ci credi veramente! Pinotto: No, ma me lo auguro… Che gente sfortunata vive a NonCiRestaChePiangere, meno male che nel mondo reale queste cose non accadono. Dove si è mai visto che i politici prima firmano gli accordi e poi fanno di tutto per non rispettarli, speriamo solo che qualcuno non si svegli dal sonno è chieda l’ottemperanza delle intese sottoscritte altrimenti veramente a Gianni e Pinotto non resterà altro che piangere.
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† IL PREPOSITO CURATO, I CANONICI DELLA INSIGNE COLLEGIATA E
LA COMUNITÀ PARROCCHIALE DI SAN MAURO ABATE, IL PARROCO E LA COMUNITÀ PARROCCHIALE DI SAN BENEDETTO ABATE, I FAMILIARI E IL POPOLO SANTO DI DIO, SI RIUNISCONO IN PREGHIERA CON IL VESCOVO AUSILIARE DELL’ARCHIDIOCESI DI NAPOLI, S. E. REV. MA MONS. LUCIO LEMMO, PER FARE MEMORIA DELL’AMATO
Mons. Mauro Piscopo
Parroco del Santuario di San Benedetto Abate Canonico della Collegiata di San Mauro NEL TRIGESIMO
DEL SUO RITORNO ALLA CASA DEL PADRE CELESTE. LA SOLENNE CONCELEBRAZIONE EUCARISTICA SI TERRÀ LUNEDÌ 21 NOVEMBRE 2011 ALLE ORE 19:00 NELLA BASILICA PONTIFICIA DI SAN MAURO ABATE, CHIESA NELLA QUALE PADRE PISCOPO RICEVETTE IL BATTESIMO, PROVÒ LA GIOIA DI CELEBRARE LA SUA PRIMA MESSA, ESERCITÒ PER LUNGHI ANNI IL SUO MINISTERO SACERDOTALE E PASTORALE E NEL CUI TERRITORIO HA TRASCORSO TUTTA LA SUA VITA TERRENA. GRATI A COLORO CHE VORRANNO UNIRSI NELLA PREGHIERA.
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Amalia Vettoliere amypig@alice.it
Salva con nome
I quattro brani della nostra play list:
Animals – House of the rising sun Un classico riletto da molti, compreso Bob Dylan. Ma qui ci pensa Eric Burdon a far rinascere il sole.
Frankie Goes To Holliwood – Relax Quando l’AIDS non faceva ancora paura I Frankies suggerivano “non rilassarti se vuoi venire” Dance morbosa. Irresistibile.
Coldplay – Don’t Panic Cullandosi in una melodia senza tempo. Chris Martin canta “ We live in a beautiful world”. Qualcuno conosce un modo migliore per iniziare la giornata?
Police – Roxanne Prima dell’Amazzonia il filantropo Sting si occupava di prostitute. Le pregava di smettere a tempo di reggae.
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opo due anni di pausa, l’attesa è finita. Laura Pausini è tornata sulle scene musicali con il nuovo singolo “Benvenuto”, che fa da apripista all’album “Inedito” (“intitolato così perché è stato scritto con intorno un silenzio e una tranquillità mai visti prima”, racconta la cantante, “Un disco, in questo modo non l’ho mai scritto”), in uscita mondiale l’11 novembre2011. Non c’erano dubbi sul grande successo che avrebbe riscosso il ritorno della Pausini: in poche ore “Benvenuto” ha scalato le classifiche e conquistato il primo posto dei singoli più venduti online; oltre un milione e trecentomila visualizzazioni su YouTube per il videoclip ufficiale girato ad Amsterdam da Gaetano Morbioli, un tam-tam, un invito al cambiamento, un richiamo alle cose essenziali, alle emozioni, alla bellezza delle cose semplici. Tra l’altro la canzone è firmata dalla stessa Laura sia per il testo (scritto in collaborazione con Niccolò Agliardi) sia per la musica (composta dal fidanzato Paolo Carta).”Inedito” presenta quattordici brani, di cui tre “featuring”: il primo, su “Troppo tempo”, sarebbe con Ivano Fossati, che ha recentemente annunciato di volersi ritirare definitivamente dall’attività musicale (la canzone, come scritto nel libro di Fossati uscito pochi giorni fa, è stata scritta dall’autore genovese), mentre il secondo - sulla title track “Inedito” - sarebbe con Gianna Nannini, che già collaborò con la popstar per l’evento benefico “Amiche per l’Abruzzo”. Il terzo, su “Nel primo sguardo”, un testo pensato con l’aiuto di Nicolò Fabi è con Silvia Pausini, sorella della cantante. Anche le prevendite del tour mondiale che segue la pubblicazione del nuovo album viaggiano di pari passo al singolo
e confermano così la Pausini come regina incontrastata del panorama musicale femminile italiano. Dopo gli 11 concerti evento previsti, tra Milano e Roma, a partire dal prossimo 22 dicembre, la celebre cantante toccherà alcune tra le principali città italiane (Ancona, Acireale, Caserta, Firenze, Genova, Torino e Treviso), dove l’attesa è già alle stelle e le vendite proseguono a vele spiegate verso il tutto esaurito con larghissimo anticipo, tanto da poter segnare addirittura un nuovo record nelle scene live nazionali. Subito dopo le date italiane, Laura attraverserà l’Europa con 23 concerti tra Francia, Spagna, Germania, Svizzera, Belgio, Olanda, Austria e Inghilterra dove si esibirà sui più prestigiosi palcoscenici tra i quali uno dei più grandi templi della musica live al mondo: la Royal Albert Hall a Londra. Molte le critiche che hanno accompagnato questo ritorno, che chiedevano un cambiamento forte alla Pausini,che però, risponde così: “In questi due anni di pausa mi sono detta che sarei tornata cambiata anche nello stile musicale, ma mentre selezionavo le canzoni da inserire nel disco mi sono accorta che le sceglievo in stile Pausini. Non c’è molto da fare, questa sono proprio io!”; e probabilmente, è proprio questa sua onestà e coerenza musicale che spiegano il grande successo raggiunto. Quello della Pausini è un gran ritorno; Inedito è davvero un bel disco, un album che sicuramente sancisce un passo avanti nella carriera della cantante, un disco maturo, curato nei minimi dettagli, e che, come ha dichiarato la stessa Pausini in conferenza stampa, vuole essere un’evoluzione e non un cambiamento. Una Pausini che troviamo sicuramente più rock, che ha nuovamente messo in gioco se stessa, i suoi sentimenti, il suo passato e il suo presente, riuscendo a confezionare un disco, che senza alcun dubbio è uno dei più forti della sua lunghissima carriera.”Ho cercato la bellezza e l’ho trovata in fondo alla semplicità...” questo recita “Non ho mai smesso”, secondo singolo estratto dall’album, che racchiude l’essenza di questo nuovo disco “Inedito”.
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“Riceviamo e pubblichiamo” Gentile Direttore, volevo esporle il problema dell’illuminazione in Via IV Novembre a Casoria. Io come tutti i residenti di questa strada pensiamo di essere dei cittadini di Casoria come lo sono chi abita in Via Principe di Piemonte o Via Pio XII o le altre strade super illuminate. Purtroppo è sempre la stessa storia, ad ogni elezione si presentano candidati di tutti gli schieramenti politici, promettendo mari e monti e non mantenendo mai nessuna delle promesse fatte. In passato ho incontrato anche l’ex sindaco Ferrara, anche perché ho subito un furto in casa e quindi sono rimasta particolarmente scossa. Ovviamente mi fu risposto che i lavori erano stati già previsti, ed infatti iniziarono in alcune zone di Via Indipendenza, poi, il nulla. Per l’illuminazione in occasione del Natale scorso sono stati spesi tanti soldi, per carità le strade erano bellissime ( parliamo sempre e solo di quelle principali) ma non le sembra eccessivo? Anche in Piazza Cirillo è stata rifatta l’illuminazione, la domanda è sempre la stessa: perché spendere tanti soldi inutilmente su strade che non ne hanno la necessità e non tenere mai in giusta considerazione le nostre zone dove ci sentiamo veramente come degli EMARGINATI? Io abito da 8 anni in via IV Novembre e ci sono persone che sono qui da oltre 15 anni, nessuno mai si è preoccupato di sistemare questa strada. Io non credo che sia un’impresa impossibile, se utilizzassero le lampade ad energia rinnovabile che non credo siano costose come quelle che hanno noleggiato a Natale scorso? Vogliamo parlare anche della pulizia? Ebbene da noi non passano gli operatori di Casoria Ambiente a spazzare o a tagliare le erbacce che crescono selvaggiamente ai bordi delle strade.
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Egregio Direttore, la cosa più importante resta comunque l’illuminazione, il fine settimana quando le fabbriche chiudono di sera è tutto buio, le macchine che transitano sembrano di stare ad Indianapolis; impazziti, corrono a cento all’ora e noi che abbiamo i bambini piccoli dobbiamo fare molta attenzione nell’attraversare. Non esistono marciapiedi e chi deve uscire a fare la spesa o anche di mattina ad accompagnare i bambini a scuola deve stare attentissimo a non incappare in una di quelle auto. Personalmente pago un pulmino privato per mandare i bambini a scuola al I Circolo, ma chiaramente non tutti possono permetterselo. Con questo sfogo spero che qualcuno possa ascoltare e trovare una soluzione a questi problemi. La ringrazio per avermi dato spazio e spero di trovare un qualche riscontro. La saluto cordialmente Una cittadina di Via IV novembre Un ritratto fedele della situazione nelle periferie della nostra città. Risposta: Gentile Signora, Via IV Novembre, come tante altre strade di periferia, si trova a pagare un prezzo altissimo all’insipienza e alla cattiva fede di chi ha permesso che nella nostra Città sorgessero quartieri come funghi, privi di qualsiasi idea di “infrastruttura”, tesi, solamente, a dare risposte clientelari e magari a fare qualche buon affare con i palazzinari di turno. Capisco il suo sdegno e il suo risentimento e spero che il suo appello venga
raccolto da chi è preposto allo scopo.
Domenica - 20 novembre 2011