Il Domenicale di Casoria N°15

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Anno I - Numero 15 - 19 f eb b r aio 2012

D E M O C R A Z I A S O S P E S A

I l p re s i d e n t e d e l C o n s i g l i o C o m u n a l e c o n vo ca l ’ a s s i s e c it t a d i n a e d i n s i e m e a l S i n d a c o e a l l a m a g g i o ra n z a d i s e rt a l a s e d u t a . . .


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Domenica - 19 febbraio 2012

In questo numero

Anno I - Numero 15 - 19 febbraio 2012

D E M O C R A Z I A S O S P E S A

pag. 2 La vignetta della settimana

pag.22 Morti maledette

pag. 3 Editoriale

pag.23 Come nell’antica Grecia

pag. 4 Una reazione scomposta

pag.24 Miss Italia 2011 a Cardito

pag. 5 Dai semafori alle strisce blu

pag.25 A proposito di emergenza- 1^parte

pag. 6 Comunicati Stampa

pag.27 RC Auto

pag. 8 Anche a Casoria “Mo Bast”

pag.28 CattiviK

pag. 9 Crea un logo per il tuo Forum

pag.29 Quando la musica non basta

pag.11 Open day III Circolo Carducci

pag.30 150° dell’Unità Nazionale...

pag.12 Cultura a tutte le età

pag.31 Poesia

pag.13 Disonorevoli...

pag.31 Eventi

pag.15 Cronaca giudiziaria I l p re s i d e nt e d e l C o n s i g l i o C o m u n a l e c o n vo c a l ’ a s s i s e c it t a d i n a e d i n s i e m e a l S i n d a c o e a l l a m a g g i o ra n z a d i s e rt a l a s e d u t a . . .

pag.16 Il più grande spettacolo...

pag.17 Rubrica Avvocato pag.19 “Anorresia“una verità nascosta?! pag.20 L’Abissina pag.21 Napoli (di Lucchese)

Periodico settimanale a diffusione gratuita Anno I n. 15 - 19 febbraio 2012 Autorizzazione del Tribunale di Napoli n. Reg. 4925 del 28/09/2011 Direttore responsabile: Pasquale D’Anna direttore@ildomenicaledicasoria.it Caporedattore: Sonia Tabacco s.tabacco@ildomenicaledicasoria.it Redazione: Via G. Marconi, 80026 Casoria (NA) redazione@ildomenicaledicasoria.it Stampa: Tuccillo Arti Grafiche Via dell’Indipendenza,37 80021 Afragola (NA) graficatuccillo@libero.it Edito da: Associazione Culturale Kasauri Casoria (NA) associazionekasauri@libero.it Progetto grafico ed impaginazione: Sonia Tabacco Questo numero è stato chiuso in redazione

Giovedi 16 febbraio 2012

Per suggerimenti, critiche, segnalazioni, scrivere a: redazione@ildomenicaledicasor i a . i t

La vignetta della settimana

RILANCIO

DELLA

MAGGIORANZA


Domenica - 19 febbraio 2012

RIA E D I TO

LE

Ernesto Valiante

geom.ernestovaliante@libero.it

C A S O R I A : I N A D E G UAT I A G OVE R N A R E

Sottovalutare il difficile momento che vive il Paese, è un grave atto irresponsabile

A

ppare incomprensibile l'atteggiamento del Sindaco nei confronti dell’opposizione e parte della maggioranza (PD) che ha espresso, in questi mesi, perplessità su alcuni provvedimenti discutibili della Giunta e dello stesso Sindaco, su questioni di governo del territorio tra cui la nomina dei Dirigenti e altri provvedimenti di carattere urbanistico, patrimoniale e di bilancio. Appare, inoltre, almeno paradossale che la seduta straordinaria del consiglio comunale, indetta dal Sindaco per spiegare la situazione politica amministrativa, è andata deserta, guarda caso, proprio per l’assenza ingiustificata del Sindaco Carfora e della maggioranza di centro sinistra nella sua interezza. Lo svolgimento del consiglio comunale, poteva rappresentare, dopo mesi d’immobilismo, un momento di confronto democratico tra le forze politiche in merito all’evolversi della crisi politica e sulle future prospettive economiche e sociali in favore della città. Purtroppo, l’ennesimo scriteriato rinvio da parte del Sindaco ha certificato, ancora una volta, il fallimento della politica e la mancata adozione in tempi certi dei provvedimenti lungamente attesi dalla città e che ormai non sono più prorogabili, soprattutto, in considerazione della manovra economica del Governo Monti che si è abbattuta pesantemente sui redditi familiari e sulle fasce sociali più deboli della popolazione. Bisogna che qualcuno, non importi chi, faccia capire al Sindaco che, quando si apre una crisi politica, per disaccordi fra i partiti della maggioranza, in un paese normale, è sinonimo di dinamismo finalizzato alla ricerca di soluzioni condivise che impone un cambiamento sensibile della strategia politica attuata

fino ad oggi e che può terminarsi “pacificamente” con il cosiddetto rimpasto, in altre parole, con una modifica della composizione originaria della Giunta. In caso contrario, quando la crisi politica, diventa una forma di stagnazione, asfittica e povera d’idee, le conseguenze sono di portare il paese ad altri mesi d’ingovernabilità che, in tempi difficili come questi, non sono più sostenibili e allora l’unica strada maestra che rimane da percorrere è quella di rimettere responsabilmente il proprio mandato. È inutile rilevare, a questo punto, che l’attuale maggioranza di centro sinistra ha accumulato ritardi nell’adozione del piano urbanistico, il Più Europa, il Piano annuale e triennale delle OO.PP. e il bilancio previsionale comunaMarigliano Laezza Balsamo Sosio Esposito Monaco Lanzano ..................

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le. Basti pensare che la gente, già tartassata dall’aumento della benzina, luce, gas, acqua, trasporti pubblici, ticket sanitari ecc. aspetti ancora di conoscere, dall’attuale Amministrazione, l’aliquota dell’imposta comunale da applicare sulla casa (IMU) e che inciderà notevolmente sul bilancio familiare. Per queste ragioni, appare ancora più grave la

Specchio specchio delle mie brame cosa devo fare per il reame?

debolezza del Sindaco che ormai è completamente in balia dei malumori all’interno della maggioranza, che da mesi paralizzano la vita pubblica e amministrativa della città. Carfora ha perso il controllo della situazione, infatti: non regge più le file della maggioranza, tenta maldestramente di sospendere le attività di controllo della Commissione Trasparenza sugli atti politici e amministrativi, continua ad assumere atteggiamenti antisindacali nei confronti dei dipendenti comunali che non sono omologabili al godimento personale del Ras politico, non risponde alle interrogazioni dei consiglieri dell’opposizione e scappa via dal confronto politico. In conclusione non sfugge all’attenzione dell’opinione pubblica che la crisi politica in atto sia il pretesto con il quale si vuole confondere le acque e nascondere sotto le sembianze di scontro politico su rilevanti problemi urbanistici l’inadeguatezza a guidare le sorti della città.

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Domenica - 19 febbraio 2012

Pasquale D’Anna

direttore@ildomenicaledicasoria.it

U n a rea z i o n e s c o m p o st a e d i n e l e ga nte … ri s p o n d o , m a s p e ro s i a l ’ u lt i m a vo lt a !

N

on amo rispondere ad invettive e bugie. In genere preferisco far parlare i fatti, ma certe volte ci sono persone che ti sorprendono negativamente e t’inducono a contravvenire a questi principi. E’ il caso del Dott. Rino Tommasiello, Direttore dell’Altrolato, che si è lasciato andare ad una serie di considerazioni che sono frutto di una rabbia e di un livore ( che non gli appartengono, almeno per come lo conosco) che non comprendo e che faccio fatica a digerire. Mi rivolgo al Direttore, ricordandogli (perché lui evidentemente non ricorda), le contumelie, gli improperi, le ingiurie gratuite che il settimanale da lui oggi diretto riservava all’amministrazione di centrodestra al momento della sua nascita. Atteggiamento veramente inspiegabile, in quanto, la coalizione di centrodestra si era insediata da poco più di qualche mese e chiaramente non era responsabile di quello che era lo stato dell’ente comune, che peraltro, non aveva mai governato, e che invece era stato retto per oltre 15 anni dal centrosinistra, fino al triste epilogo dello scioglimento per infiltrazioni mafiose. Andasse, il Direttore, a darsi una rilettura dei numeri del giornale allora diretto dal mio amico Paolo Borzillo e poi si facesse un sereno esame di coscienza. Evidentemente non li ha mai letti, altrimenti avrebbe sicuramente avuto un approccio diverso alla questione. Ma non è questo il punto! Il Direttore, parla di pressapochismo fazioso, e a sua discolpa per evidenziare il pluralismo del suo giornale ci ricorda che ha intervistato l’On. Gennaro Nocera nel terzo numero di quest’anno: un’intervista completamente taroccata, che ha travisato ed omesso molti passaggi che l’On. Nocera aveva fatto alla collega ( questo afferma l’On. Nocera all’indomani della pubblicazione dell’intervista). C’è da dire inoltre, che nello stesso numero dove compariva l’intervista vi era già pronta la risposta del Sindaco Carfora: veramente inspiegabile, per essere buoni…

Continua il Direttore, dicendo di aver pubblicato anche il “pensiero” dell’ex Sindaco Stefano Ferrara. Orbene, non voglio rammentare ai lettori quello che ha rappresentato l’ex Sindaco per l’area del centrodestra in questa tornata elettorale e nemmeno i suoi comportamenti in consiglio comunale, ma, a tutti è noto il suo cambiamento di rotta rispetto alla considerazione dell’assessore Casillo. Mi ricordo, che quando era Sindaco Ferrara, amava dire anche in pubblico che lui avrebbe costretto Casillo a consegnare la carta d’identità, perché cittadino indegno… ma nella vita si può anche cambiare idea, non è questo il problema! Un’intervista taroccata e censurata e il pensiero di Stefano Ferrara mi sembrano un po’ pochino per parlare di pluralismo. Caro Direttore, torniamo a noi, son dispiaciuto della sua amarezza, ma la sua reazione e il suo scritto mi sono sembrati eccessivi. Si è offeso perché ho chiamato il giornale da lei diretto la Pravda Casilliana (con evidente ironia) e ha rispedito al mittente “l’infamante” accusa apostrofando il mio giornale come Pravda Noceriana (quasi come se la imbarazzasse il fatto di essere il Direttore del giornale di Casillo)… Comunque sorrido, e preciso una volta per tutte, che il sottoscritto ha una propria storia politica, culturale e ideologica. Sono trent’anni che mi trovo sempre nello stesso posto e nella stessa area politica, con l’On. Nocera condivido soltanto uno status familiare ( essendo mio cugino e quindi legato a lui da naturale affetto fraterno) , e mi creda, e questo sta nei fatti, abbiamo una visione molto spesso antitetica della politica e questa è una cosa che io posso scrivere e gridare ai quattro venti, non credo che lei possa fare altrettanto con l’Assessore Casillo (almeno in questa fase). Il giornale da me diretto è inequivocabilmente un giornale di “area”, ma non accetto lezioni di democrazia e pluralismo da nessuno: sul Domenicale, scrivono persone che hanno militato nella

sinistra, che tuttora hanno impegni con il mondo del centrosinistra e che sono assolutamente slegati da ogni sudditanza e da ogni vincolo partitico, ed anche questa volta non credo possa dire la stessa cosa per il suo giornale. Per concludere, e spero di non dover ritornare su questi argomenti, lei afferma (sigh) che nel nostro giornale alberga il culto del pensiero unico, le ho già spiegato ( comunque lei lo sa bene perché non è uno stupido) che il pluralismo è la fonte alla quale ci abbeveriamo costantemente ( sono più gli esponenti del centrosinistra intervistati da noi che quelli di centrodestra: Laezza, Amoruso, Fortunato De Rosa, Gennaro Laudiero, Susi Pagliuca, Pasquale Fuccio solo per citarne alcuni) , ma quando addirittura con una caduta di stile che da lei non mi sarei aspettato, parla di sconfitti e di trombati, le ricordo, che a Casoria se c’è un trombato d’eccezione, ( e mi dispiace scrivere questa cosa) è proprio l’ex senatore Casillo che da viceministro è stato prima trombato rovinosamente durante la competizione a Sindaco e poi successivamente RITROMBATO alle Regionali, “riducendosi” a fare l’Assessore senza nemmeno essersi candidato. Mi piace pensare che questa polemica finisca qui, non è colpa nostra caro Direttore e questo lo scrive anche lei, se in questa città è “mortificata l’agibilità democratica”, non è colpa del Domenicale se stiamo assistendo ad uno spettacolo vergognoso ed indegno, non c’entra l’essere faziosi o di parte, lei capirà, che noi registriamo gli avvenimenti e gli avvenimenti dicono che l’operato di questa amministrazione è veramente sconcertante… Nel salutarla cordialmente le ricordo che io avrò anche, come scrive lei, scaldato i muscoli nella palestra del credere, obbedire e combattere, ma mi creda, caro Direttore, la preferisco di gran lunga alla palestra del lecca, incensa e salta sul carro del vincitore…


Domenica - 19 febbraio 2012

A LINTAIC RO PO C

Vincenzo Russo

vincenzo.ru@libero.it

D a i s e m af o r i a l l e st r i s c e b l u , i l ve nt o d i ri n n ova m e nt o p a rte d a q u i «Il traffico è letteralmente nel caos, ci sono le varie fasi di via libera e di stop, ed evitafile chilometriche e siamo costretti ad attendere parecchi minuti per la mancata sincronizzazione dei semafori, per non parlare di alcuni tratti della città perennemente bloccati» scrive Giovanni Sansone, un cittadino casoriano, che ha contattato tramite mail la nostra redazione. Dopo che i semafori di via Pio XII e via Principe di Piemonte sono stati riattivati il traffico è andato in tilt e le proteste degli automobilisti si fanno sentire. Il signor Sansone fa un appello all'assessore competente affinché si possa trovare «una soluzione per evitare problemi di viabilità ancora più gravi». Anche il consigliere comunale Emilio Polizio, quota Udc, è critico: “I semafori garantiscono la sicurezza degli automobilisti e l'ordinato andamento del traffico, la loro disposizione ed il loro funzionamento va regolato in base ad un piano del traffico e di viabilità urbana che attualmente non è ancora stato predisposto da questa amministrazione. Si prosegue sulla strada di interventi sporadici ed occasionali che testimoniano una mancanza di lungimiranza”. L'utilità degli impianti semaforici ai fini della sicurezza stradale è evidente, anche se, nel caso dei semafori di via Principe di Piemonte, andrebbero sincronizzati per temporizzare

re il formarsi di code e disagi. Basterebbe un po’ più di attenzione. Da un’intervista che un giornale locale ha fatto all’assessore alle attività produttive, Tommaso Casillo, arriva un ulteriore notizia negativa per i cittadini di Casoria. Il Casillo, al quale era stato chiesto qual era lo strumento adatto per arginare il

degrado della nostra città, cronicamente afflitta da manti dissestati e parcheggio selvaggio, ha risposto: “Abbiamo una densità abitativa molto elevata, e naturalmente questo significa che il territorio non è in grado di sostenere una popolazione così concentrata, e questo rende caotica la nostra città. Anche in questo senso dobbiamo mettere in cam-

po politiche come il ripristino delle strisce blu, che rappresentano un fattore di civiltà”. Vero è che la nostra Città conta quasi 80.000 persone su un territorio di circa 12 Kmq, ma non tutte le grandi città sono costrette a convivere con questi problemi. Il centro sinistra è al governo dagli ultimi venticinque anni e i cittadini si chiedono questi nuovi “paladini” non occupavano già, negli anni precedenti, le poltrone della politica di casa nostra? Le scelte fatte negli anni passati, sicuramente sbagliate, hanno permesso un’edificazione selvaggia e un aumento incontrollato della popolazione. Bisognerebbe agire puntando su una corretta Pianificazione Territoriale e Urbanistica, riservando parte del territorio a spazi verdi e attrezzati. La città di Casoria rinasce se c’è un impegno concreto e si inizia a lavorare sulle aree dismesse, zone industriali, strutture inutilizzate, tutte possibili di trasformazione e riutilizzazione, ma è necessario un confronto serio che possa aprire una fase di sviluppo per la nostra città. Il fattore di civiltà, chiamato “strisce blu”, già proposto in passato, non aveva dato riscontro positivo, anzi aggravò la situazione, ci chiediamo ora cosa è cambiato? In vista del Carnevale, forse l’amministrazione vuol preparare un “carrozzone” dove far salire i soliti nomi?

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COMUNICATO STAMPA È apparsa sui siti di informazione locale un intervento autoreferenziale e degno di uno spot pubblicitario, del neoincaricato al servizio trasporto scolastico, sig. Luigi Onorato, di recente nominato in luogo del predecessore Angelino IAVARONE. Nell’articolo del sig. Onorato (ex vigile urbano) si è letto di una “agghiacciante situazione” che attanaglia lo stato del servizio. È giusto precisare per rispetto del lavoro svolto da tutti gli addetti al servizio scuolabus, ed in particolare di chi lo ha diretto, raccogliendo l’incarico nel 2006, come ANGELINO IAVARONE, che il servizio è stato ricostruito dalle basi con spirito di sacrificio, arrivando a raggiungere un livello di qualità invidiabile, se paragonato allo stato degli automezzi e dell’organico a disposizione. Negli anni, pur con difficoltà, è stato garantita, da un gruppo di lavoratori egregiamente coordinati, la continuità della prestazione per i bambini di Casoria. E non solo. Spesso sono state accolte e soddisfatte richieste della dirigenza volte a tamponare esigenze contingenti ed emergenze improvvise (es. chiusura Scuola S. Mauro) diverse dallo specifico servizio da fornire. Ciò per un non comune spirito di responsabilità e collaborazione. Ancora oggi, nonostante un accorpamento ad un settore improprio (3° settore SICUREZZA E MOBILITA’) che a più riprese ha dimostrato uno insufficiente interessamento al servizio, si leva la protesta che, per anni, lo stesso IAVARONE nella sua qualità, aveva segnalato. L’articolo dell’Onorato, quindi, si raccoglie con la speranza che sia un nuovo pungolo per la dirigenza di settore, e non già la manovra di un “Masaniello” inviato tra le maestranze solo per far rumore. Tale comunicato vuole essere non solo un attestato di stima e di solidarietà da parte di tutti gli operatori degli scuolabus nei confronti del nostro responsabile Angelino Iavarone ma uno sprone affinché si pongano in essere tutte le iniziative atte a far si che il sig. IAVARONE ANGELINO faccia sollecito ritorno al servizio scuolabus diretto dal 2006 a tutt’oggi con encomiabile impegno.

COMUNICATO STAMPA Proseguono le attività sul territorio, connesse al progetto “Io partecipo…e tu?”, varato nell’ambito dei Piani territoriali per le politiche giovanili della Regione Campania, in collaborazione con i Comuni di Casoria, Casavatore e Arzano. Si è tenuto, infatti, la scorsa domenica, il secondo appuntamento degli “Info-point in piazza”, organizzati dai promotori dell’iniziativa, per raggiungere nella maniera più efficace i giovani, incontrandoli nei luoghi di aggregazione privilegiati. Questa settimana è stata la volta dei giovani di Casavatore, che hanno potuto ricevere depliants e gadget, presso il banchetto allestito in piazza Di Nocera. Il progetto è già approdato anche nelle scuole del territorio, e vivrà altri appuntamenti analoghi, nel corso dei quali verrà condivisa, coi giovani cittadini delle tre realtà locali, la filosofia del progetto, che mira a sensibilizzare i giovani circa l’importanza della loro partecipazione alla vita politica, declinata a tutte le scale territoriali, in maniera da rendersi progressivamente sempre più protagonisti dei processi decisionali che li coinvolgono.

F.to all’originale Gli Operatori Scuolabus Comune di Casoria

Spett. le ENEL ENERGIA S.P.A Il coordinamento di CITTADINANZATTIVA di Casoria è stato sollecitato su un problema che, nell’arco di circa cinque mesi, ha causato diverse interruzioni di erogazione di energia elettrica nella zona di via Diaz e II traversa. Facendo suo tale disagio, che ha provocato gravi ripercussioni sui cittadini di quella zona ( mancata accensione degli impianti di riscaldamento che ha colpito soprattutto gli anziani , i bambini e le persone malate, diverse ore al buio ecc. ecc.), invita la Società Enel Energia a provvedere alla riparazione degli eventuali guasti, che hanno provocato le ripetute interruzioni, in tempi brevi e ripristinare la normale erogazione energetica. Sicuri di una sollecita, definitiva e completa risoluzione del problema Casoria 10/02/2012 Saluta cordialmente Il coordinatore di Cittadinanzattiva Dott. D. Femiano L’istanza è stata inoltrata a mezzo fax 800046311 Per info df.cittadinanzattiva@libero.it


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“Ciò che giova ai giovani, giova al paese” Siamo fermamente allineati con la citazione del Presidente: Prof. Mario Monti e nel nostro piccolo a Casoria, incontrandoci e confrontandoci costantemente e costruttivamente con tutti i membri della Assemblea e della Giunta, di cui facciamo parte, stiamo cercando di far attribuire al FORUM DEI GIOVANI, l’ importanza ed il valore che bisogna dare alla voce delle giovani generazioni che hanno il compito di rinsaldare la rete di rapporti tra le associazioni giovanili ed essere promotrici degli interessi giovanili presso il Governo della nostra città che però deve avere il giusto “udito” per avere la capacità di creare un’ intesa con il Forum, al di là delle “casacche” che si indossano, per il bene della Comunità. E’ fondamentale, però, che anche al nostro interno non ci siano frizioni e sterili critiche e polemiche, ancor di più se basate su sospetti infondati o suggerite da persone che non hanno la forza di esporsi e di confrontarsi; il FORUM ha di sicuro la forza di portare avanti i propri progetti in unanimità, condividendo ed ascoltando le idee di tutti i giovani del nostro territorio; con confronto continuo, ma senza colpi bassi e “inciuci” da marciapiede. Speriamo infine che anche l’ attuale amministrazione della nostra città sia concorde con la citazione del Premier Monti e dimostri di valorizzare le idee dei giovani del nostro territorio, dandoci l’ attenzione che necessitiamo e considerando le esigenze per i progetti giovanili nel Bilancio Preventivo 2012.

Raffaele Dott. Nocera Coordinatore Giovanile Udc Casoria Gruppo UDC Assemblea Forum dei Giovani Casoria

COMUNICATO STAMPA Casoria: Seduta consiliare deserta. Adesso basta.

COMUNICATO STAMPA “BENE I GIOVANI UDC SUL FORUM DELLA GIOVENTU’” Accogliamo con estremo favore il richiamo dei Giovani UDC di Casoria circa l'importanza del Forum della Gioventù per i giovani della città, e condividiamo il monito a tenere al riparo il suo operato da sterili polemiche. In tal senso, sentiamo il dovere di rimarcare il grande lavoro del coordinatore, Pasquale Lucchese, e la sua determinazione, molto spesso frustrata, nel coinvolgere nelle attività del Forum tutte le sue componenti. Esortiamo tutti le anime del Forum a sostenere l'operato del coordinatore nella sua difesa, ineccepibile dal punto di vista formale e sostanziale,dell'indipendenza del Forum da ogni tentativo di indebita ingerenza dall'esterno.

“ Apprendo con stupore che la seduta straordinaria di consiglio comunale della città di Casoria, convocato in data odierna con all’ordine del giorno la discussione sulla crisi politica della maggioranza che attualmente sostiene la Giunta Carfora, è andata deserta per l’assenza, in verità ingiustificata, proprio di quella maggioranza che dovrebbe sostenere il Sindaco. E’ quanto afferma l’on Angelo Marino di “Città Nuove”. Ma appare ancora più stupefacente l’assenza del Presidente del Consiglio comunale: l’Avv. Fuccio del Pd, che prima convoca l’ Assise e poi non si presenta, mortificando il ruolo di garante “super partes” dell’intera assise comunale. E’ ora che il Sindaco Carfora, prenda atto di non avere più una maggioranza politica in grado di governare la quarta città della Campania, rassegnando con dignità e onestà intellettuale le proprie dimissioni, proseguono Marino ed il consigliere Ferrara Mauro. La città non può attendere gli equilibrismi della maggioranza uscita vincitrice dalle ultime elezioni. Troppi e molteplici sono i problemi e le emergenze sul tappeto che nell’attuale quadro di incertezza politica, rischiano di rimanere irrisolti”. 09/02/2012

Ufficio stampa


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TI EVEN

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Luca Tramici

l.tramici@gmail.com

Anche a Casoria… MO’BAST!

V

enerdì, 10 febbraio nella Biblioteca Comunale “Padre Mauro Piscopo” di Casoria, si è tenuto l’incontro tra i comitati organizzatori della petizione popolare “Mo' BAST!” e Federconsumatori, e i cittadini, per discutere del successo ottenuto, con le 2063 firme raccolte nei vari punti di Casoria, e per comunicare le nuove proposte e gli eventi futuri. L’evento è stato moderato dal nostro direttore Pasquale D’Anna, che ha accompagnato l’esposizione dei vari relatori che sono intervenuti: La Dr.ssa Susi Pagliuca di Donne del Sud, il nostro redattore, Gianni Bianco, di Federconsumatori e promotore della causa “Mo' Bast” a Casoria; Il presidente di Federconsumatori Campania, Rosario Stornaiuolo e la Dr.ssa Gabriella Gambardella del comitato Mo' Bast! Nonostante il maltempo e il freddo pungente, un bel numero di persone hanno accolto l’invito, persone attente ma allo stesso tempo indignate, dalle continue discriminazioni che attanagliano il popolo, prima napoletano poi meridionale, e questo che spinge il comitato a continuare nella propria opera; “Ritorneremo a raccogliere firme” afferma Gabriella Gambardella, “Abbiamo già eseguito un passo importante, portando 73mila

firme alla Commissione Petizioni del Parlamento Europeo di Bruxelles, raccogliendo apprezzamenti e incoraggiamenti sul tema. L’UE nel 94’ impose l’istituzione di un ente che vigilasse sull’operato delle compagnie assicurative, oggi ISVAP, che non ha ancora dato segnali precisi alle compagnie, basti

pensare che negli ultimi dieci anni le tariffe nel meridione sono aumentati del 98%, e l’ISVAP cosa lamenta nei nostri confronti? La quasi totale assenza di reclami, e quindi reclamare, diventa non un nostro diritto, ma un nostro dovere!”. “E’ impensabile che l’assicurazione costi più del bene stesso”, continua Rosario Stornaiuolo, Presidente di Federconsumatori Campania, “quella di Napoli è una situazione

agghiacciante, in un clima dove le assicurazioni spadroneggiano, è deplorevole che un neopatentato meridionale per assicurarsi per la prima volta debba sborsare quasi 3000 euro! I cittadini sono discriminati ed etichettati come criminali solo perché il 2% di loro, compie le loro furbate? E Al nord? Perché in una città come Milano che statisticamente registra il triplo dei sinistri di Napoli, un cittadino in prima classe paga 435€ e a Napoli un cittadino in prima classe paga 1540€?”. “Che l’iniziativa di Mò bast sia un richiamo d’identità per i cittadini del Sud, che troppo spesso sono vittime di malfunzioni istituzionali e organizzative” aggiunge Susi Pagliuca di Donne del Sud. “Ritorneremo per le vie di Casoria” termina Gianni Bianco, “Continueremo a raccogliere firme, con i nostri stand e gazebi, vorrei ringraziare i cittadini, le associazioni Casoriane, per il loro apporto. Questa iniziativa per me è nata quasi per scherzo, molti conoscevano il vile problema delle assicurazioni, rassegnandosi all’idea del continuo sperpetuo, in pochi hanno avuto il coraggio di dire Mo’ Bast! speriamo di accumulare nei prossimi mesi altri consensi favorevoli.

L a N a p ol i i ns o rg ente, di n u ovo i n pi azza!

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opo le manifestazioni di solidarietà verso i forconi Siciliani, il popolo di Napoli si è dato nuovamente appuntamento sabato 4 febbraio 2012, ai margini della manifestazione “Difendi Napoli, Difendi il tuo futuro”, per protestare contro i diversi problemi che attagliano la citta partenopea. Un corteo promosso da Insorgenza Civile, e “Mo’ Bast!” comitato cittadino che combatte i rincari record sull’RC Auto, molti i gruppi identitari che hanno aderito, Rinascita del Sud, Orgoglio Meridionale, Briganti, il movimento VANTO, FLN, e anche noi de Il domenicale di Casoria, non siam voluti mancare. Nonostante il freddo pungente, ci si raduna a Piazza Matteotti, per poi dare inizio al per-

corso sino a Piazza Municipio, una marcia di rabbia e indignazione verso chi specula e riduce in “carta sporca” la nostra terra. Oltre al Rc Auto, con suoi prezzi esorbitanti, di cui sono vittima Napoli e tutto il meridione, si sono toccati i temi riguardanti “la tangente” imposta dalla Tangenziale di Napoli, unico asse urbano in Europa a pagamento; La bonifica delle aeree dismesse di Napoli, Bagnoli, Pianura e Chiaiano Il caro benzina, e le liberalizzazioni del banchiere Monti. Un centinaio i presenti, che al grido di “Il Sud non è una colonia” si sono fatti largo per le vie della città. “Vogliamo ringraziare tutti i movimenti identitari che hanno aderito questa mattina a una manifestazione che non ha alcun legame

con la p o l it i c a p ar t itocratica”, commenta il leader di Insorgenza Civile Nando Dicè, “La giornata di oggi deve rappresentare per la città l’inizio del risveglio, portando a un cambiamento di mentalità che deve generare azioni sempre più proficue per il bene di Napoli e per riconquistare dignità, libertà, futuro”.


Domenica - 19 febbraio 2012

AN GIOV

I

Cristian Iorio

“ C rea un Log o per il T u o Fo r u m”

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ntra nel vivo la prima iniziativa varata dal Forum Della Gioventù: “Crea un Logo per il tuo Forum”. Siamo alle battute finali, per quanto riguarda i termini di consegna degli elaborati. La creazione del logo del Forum Della Gioventù della propria città, istituzione in attività da qualche mese, servirà fondamentalmente a trasmettere i valori su cui si vuole fondare l’operato di questo organismo: partecipazione, inventiva e senso di appartenenza. Il concorso, in fin dei conti, tiene a premiare colui che darà prova di capacità creative e spiccato senso del gusto, giudicato da una commissione composta dal Dirigente del V Settore, dal Responsabile dell’Ufficio Informagiovani, dal Coordinatore del Forum e 2 esperti. La valutazione dell’operato si concretizzerà nell’attribuzione, al valore estetico ed artistico, all’immediatezza comunicativa, all’originalità e alla pertinenza, di un massimo di cinque punti per ogni ambito di giudizio. Va ricordato che il concorso è riservato ai cittadini casoriani di età compresa tra

i 16 anni compiuti e i 30 anni non compiuti. E’ prevista la partecipazione singola o di gruppo (formata da un massimo di quattro elementi, che dovranno individuare un capogruppo). Chiaramente, non è permessa la doppia partecipazione, intesa come di gruppo e al contempo singola. Per concorrere, è necessario presentare un disegno originale, su foglio di formato A4, in due copie, una a colori e una in bianco e nero; e su CDRom, in file jpeg e pdf. In palio per il vincitore un bellissimo computer portatile, un Asus X5HYSX042V. Le domande di partecipazione e gli elaborati si possono consegnare all’Ufficio Informagiovani nei giorni in cui è aperto. Per qualsiasi informazione, i ragazzi del Forum e i responsabili dell’Ufficio Informagiovani sono a totale disposizione di tutti coloro i quali fossero interessati a partecipare. Questo è solo l’inizio, la prima idea divenuta realtà, e molto presto ne seguiranno altri, di fatti. Ricordiamo sempre: libertà è partecipazione.

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LA SCUO

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Alberto Simonetti

simonettiumberto@libero.it

O p e n D ay al I I I Circo l o “Cardu c c i ” l a Scu o l a vers o il F u t u ro

L

’11 Febbraio la scuola Carducci ha aperto le porte per presentare il Piano dell’Offerta For-mativa per il prossimo anno scolastico e per mostrare i diversi laboratori ed ambienti di cui dispone la scuola, luoghi resi quanto più possibile adeguati alle attività didattiche e rispon-denti alle esigenze dei bambini. Le docenti si sono attivate per organizzare il programma della giornata, gli alunni sono stati resi protagonisti dell’evento in quanto hanno avuto il compito di accogliere le persone e di raccontare le esperienze che vivono quotidianamente a scuola. L’annuncio dell’inizio della manifestazione è stato affidato agli sbandieratori del circolo ed ai più piccoli che hanno sfilato nell’androne della scuola mostrando cartelloni con slogan sui diritti dei bambini. La Dirigente Scolastica Fernanda Manganelli ha rivolto il saluto alla platea ed ha poi illustrato le finalità che la scuola propone: soddisfare le richieste dell’utenza. La visita si è svolta attraverso varie tappe: alcuni alunni si sono esibiti in palestra utilizzando molteplici attrezzature sportive, la corale ha eseguito alcuni brani presentati in diverse manifestazioni. Il percorso è proseguito nei vari laboratori: musicale, scientifico, informatico, biblioteca, sala video,

sala scacchi e l’angolo del Progetto “Frutta nelle scuole”. In ogni ambiente i genitori hanno potuto osservare le strumentazioni ed i materiali didattici utilizzati durante le attività laboratoriali ed inoltre hanno avuto l’opportunità di chiedere delucidazioni alle docenti in merito alle modalità organizzative. L’itinerario si è concluso nel salone della scuola dell’Infanzia dove i più piccoli hanno eseguito alcuni canti guidati dal maestro Fabio Mirabelli. “L’Open day ha messo in evidenza tutto ciò che la scuola offre ai suoi alunni per rendere un servizio quanto più efficiente possibile ci dice con orgoglio la Dirigente Scolastica inoltre, è importante informare i genitori di tutte le iniziative “in cantiere” per il corrente anno scolastico e su quanto le docenti intendono realizzare per il prossimo anno scolastico tenuto conto dei suggerimenti forniti dagli stessi genitori”. I prossimi appuntamenti sono: ”La festa del Libro”(un’intera settimana dedicata al libro e alla lettura,tante iniziative ed e-venti) “La festa della Musica” (linguaggio universale) “La redazione del giornale a scuola” (piccoli

di giornalisti in erba) “Il mini-torneo di scacchi” “Alla scoperta dei tesori della nostra città” (Caccia ai tesori nascosti) La Dirigente, le docenti, il personale ATA e gli alunni sono apparsi evidentemente soddisfatte dell’esito della giornata. “E’ stata un’esperienza positiva che ha dato più slancio ed entusia-smo al lavoro scolastico. Inoltre, è stata l’occasione per crescere sia come persone che come professionisti” queste le parole della Dirigente Dott.ssa Fernanda Manganelli, la quale ringrazia la protezione civile “Le Aquile” ed il nuovo supermercato “La Vera Dolciaria”che ha offerto dolciumi e bibite per bambini e genitori.

1° Tor ne o d el Vo l o nt ariat o a Casori a

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rganizzato dalle Associazioni di Volontariato di Protezione Civile della Città di Casoria da un’idea del Volontario della Folgore Pasquale Russo, partirà Mercoledì 15 febbraio 2012 il 1° Torneo del Volontariato le squadre partecipanti sono : Folgore, Il Tricolore, Le Aquile di Casoria, L’associazione Asvola di Arzano, L’Antares di Volla ed i Volontari dell’Oasi di Padre Ludovico da Casoria. Il toreo è stato più che altro organizzato come momento di aggregazione e di comunione tra le associazioni partecipanti che spesso si ritrovano a collaborare in situazioni sicuramente meno piacevoli .


12 “di Nocarino Fabyola e Paolillo Denyse”

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ccoci qui, siamo noi gli alunni del serale, non credete alle storie alla “Io speriamo che me la cavo” quello è un film e non rende poi tanta giustizia a quello che in realtà siamo noi ragazzi e studenti napoletani. Siamo in gita, piove fa freddo, è una delle giornate più fredde degli ultimi 27 anni ma noi imperterriti siamo voluti venire a visitare il museo a cielo aperto più bello del mondo, Napoli. Siamo in gita, è uno dei momenti più spensierati per noi alunni, è il momento che noi tutti ricorderemo con più gioia e nostalgia tra qualche anno, quando in quest’epoca dettata dalla tecnologia vedremo le nostre foto non più cartacee ma digitali e ci riconosceremo più giovani, più spensierati e con qualche capello colorato in più. Ma tralasciamo la nostalgia che vivremo tra qualche anno e scriviamo delle emozioni che ci hanno attraversato il cuore guardando le meraviglie che la nostra città ci offre. La prima tappa della nostra gita è la “Chiesa del Gesù

LA SCUO

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Cultura a tutte le età… vecchio“ dove incontriamo la nostra guida, Fiorella. E’ lei che ci spiega che la chiesa è ubicata nei pressi del cortile dell’antico collegio dell’ordine gesuita, fu progettata dal religioso Pietro Provedi tra il 1613 e il 1626. L’edificio sostituiva una precedente struttura costruita sempre negli spazi del collegio a metà del '500, poi distrutta. La facciata è stata concepita da Giovanni Domenico Vinaccia nel 1688. Nella chiesa ha lavorato Cosimo Fanzago, impegnato nella progettazione del cappellone di San Francesco Saverio e nelle decorazioni plastiche e scultoree in esso contenute. Restando in tema ecclesiastico la seconda chiesa visitata è la “Basilica di Santa Chiara” . Basilica dal forte carattere gotico costruita in epoca angioina e dal contraddistinto colore giallo delle sue mura. E come noto ai più la terza chiesa da visitare, non per ordine di podio, ma solo per puro proseguio di un percorso già stabilito, ci troviamo davanti alla “Chiesa di San Lorenzo Maggiore”. La contraddistingue la classi-

ca croce latina e un’unica navata. Vi si trova al suo interno il monumento funerario dedicato a Caterina d’Austria. Nelle immediate vicinanze non poteva mancare la visita all’area archeologica di San Lorenzo Maggiore che è praticamente adiacente alla Chiesa. Gli scavi che sono presenti sotto la Chiesa ci mostrano i resti della città greco-romana che vedeva il suo centro della piazza di San Gaetano. Diversi sono gli edifici che denotano la città vecchia, l’erario, il “macellum” antico mercato alimentare. Proseguendo il nostro percorso, per via San Biagio dei librai ci troviamo davanti la statua nota a noi napoletani come il “Corpo di Napoli”. In realtà la statua si chiama la “statua del Nilo”, eretta dai mercanti alessandrini in onore del Dio Nilo. Continuiamo il nostro cammino e vuoi per pura casualità o strana coincidenza in questo tempo di profonda crisi economica scorgiamo davanti ai nostri occhi il “Banco Monte dei pegni”. Percorrendo San Biagio dei librai Fiorella ci spiega che in questa via è vissuto

anche un noto filosofo napoletano: Benedetto Croce. Filosofo e mentore politico, Croce era un liberale molto moderato, diffidente verso il suffragio universale fino alla prima guerra mondiale. Teorico dello storicismo e dell'idealismo, è conosciuto per la sua teoria delle quattro sfere dello spirito: la morale, la politica, l'estetica e l'etica; ognuna di queste ha, secondo Croce, una propria autonomia, ma tutte godono della circolarità dello spirito. Giolittiano, senatore di nomina regia, fu ministro della Pubblica istruzione nel dopoguerra. Muore a Napoli il 20 novembre 1952, lasciando ai posteri la possibilità di visitare la casa dove ha vissuto. Si conclude così la nostra gita, e nell’allegria dei nostri compagni torniamo a casa con un bagaglio culturale modesto e più consapevoli di quello che la nostra città ci offre, a dispetto di tutto quello che i media trasmettono e dei soliti luoghi comuni.


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LIBRI

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Gianni Bianco

gianni.biancogb@libero.it

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unedì 13 febbraio, ho assistito alla presentazione del libro di Tonino Scala “DISONOREVOLI – Politica & Camorra: matrimonio all’italiana”. Arrivato in ritardo, non ho ascoltato i precedenti interventi dell’assessore Marro e del Sindaco Carfora, peccato. Ho ascoltato invece con attenzione le riflessioni dell’autore. Un viaggio nella memoria di tutti noi, dai quarantenni in poi, gli ultimi vent’anni della vita politica e amministrativa della provincia di Napoli e contorni. I contorni delle varie “distorsioni” del potere, delle degenerazioni, del malaffare, come dire: “Sciogliamo la Camorra per infiltrazione politica”. Tonino Scala, giornalista pubblicista, in passato presidente della Commissione speciale regionale anticamorra Qualcuno potrebbe obiettare che sto usando una frase riferita all’olocausto ebreo. Chi parlerà in futuro dell’olocausto Campano? Un olocausto di dimensioni bibliche se s’immagina che sono le tonnellate di rifiuti, più o meno tossici, sversati, buttati o seppelliti nella nostra terra. Ogni capitolo un titolo, partendo dal rapimento dell’assessore DC Cirillo e la trattativa con i Brigatisti per conto dello Stato nel carcere di massima sicurezza di Ascoli Piceno. La guerra tra la Nco e la Nfo, acronimi che tradotti stanno per "Nuova camorra organizzata" di Raffaele Cutolo e la “Nuova famiglia organizzata" del cartello avverso guidato dal Boss di Scisciano Carmine Alfieri. Nomi, anzi cognomi e soprannomi di cui si era persa traccia: “Ciccio à

prumessa”, in vita Francesco Patriarca da Gragnano, “O’ barbiere” Achille De Simone, da Cercola, Consigliere comunale di Napoli. L’attualità, chi più di Nicola Cosentino “O’ Mericano”, la sua Eco4 è definita dai giudici “geneticamente connessa e funzionale alla camorra casalese”, più volte citato da Roberto Saviano “Nick ò mericano”. Il viaggio ritorna a Castellamare di Stabia, Gava, un cognome che negli anni 80 era sinonimo di potenza politica. Si ritorna anche a “Don Raffaè”, non la celebre canzone di Fabrizio De Andrè, “O’ Pufussore è vesuviano”, Raffaele Cutolo e uno specchio dell’articolazione della sua Nco, nomi e cognomi, che hanno procurato e subito una serie infinita di omicidi e attentati, trasformando Napoli e provincia in una Beirut europea. La pagina successiva, l’alleanza della Nfo. “L’eletto sospetto – meno male che Stefano c’è", Roberto Conte, piccola storia dei nostri giorni. Eletto nel partito dei Verdi, sostento dal capoclan Giuseppe Misso: “… ho scelto di sostenere un partito di della coalizione di centrosinistra e ho fatto la campagna elettorale per l’esponente del Verdi, Roberto Conte….”. Conte passa a Democrazia europea di D’Antoni, poi alla Margherita di Rutelli, sostiene De Franciscis alle primarie nel 2007, è tra i protagonisti dell’elezione di Emma Giammattei, entra a far parte dell’esecutivo nazionale Pd. Iniziano i guai giudiziari. Partecipa alle ultime regionali è eletto, poi sospeso, oggi non è stato sciolto il nodo

dell’incompatibilità. Dulcis in fundo “Giggino à purpetta”: “Cesaro per quanto compete risulta di cattiva condotta morale e civile…In pubblico gode di scarsa stima e considerazione. E’ solito associarsi a pregiudicati di spicco della malavita organizzata operante a Sant’Antimo e dintorni…”. “…Presidente Cesaro se domani arrivasse alla Camera una richiesta di arresto a suo nome, lei che fa, si dimette? ", Cesaro risponde: “No, non mi dimetto perché sono stato votato da un milione di persone, un numero impressionante di elettori…”. Intanto a Casoria è un fiorire d’interviste, di proclami, di buone intenzioni. Foto e slogan si sprecano, "La qualità della vita", sembra essere il fiore all'occhiello della nuova strategia del leader Tommaso Casillo, ben venga, siamo tutti pronti per questa colata di verde in città, le aree di parcheggio libere, le scuole messe in sicurezza, le strade senza buche e soprattutto: lo stop al cemento. Ah dimenticavo, una pista ciclabile non ci starebbe male, vista la vocazione a due ruote delle maggiori autorità cittadine. Intanto però tutto langue, la crisi è risolta, ma solo a chiacchiere. A nulla vale presenziare o intervenire ai convegni se alle parole non seguono i fatti. La politica, quella in cui si sale, non si scende, come spesso si sente dire da queste parti, esige tre cose: “Sobrietà, rigore intellettuale, capacità di ascolto”, a oggi nella nostra città, questa frase appare lontana.

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“di Mariano Russo”

C ro n aca g iu diz iaria

L

a tragedia di Amalfi – il turista di Afragola colpito mortalmente da una persiana.

La storia Siamo ad Amalfi in un caldo pomeriggio di fine agosto, nel centro storico si consumava la più incredibile e inaspettata delle tragedie: un uomo di Afragola, Giovanni Balsamo, 64 anni, in gita per un giorno sulla costiera mentre si tratteneva con la moglie, parenti e amici nella Piazza del Duomo, ammirando le bellezze del posto, veniva colpito alla testa da un pesante battente di una persiana caduta dal balcone di un albergo. In pochi attimi si consumava un dramma terribile perché sotto gli occhi dei familiari atterriti il 64enne, dipendente dell’Asl di Afragola, spirava in un mare di sangue. I carabinieri della locale compagnia, accorsi prontamente, svolgevano le opportune indagini, dalle quali risultava che la pesante imposta era caduta dal balcone dell’albergo a causa di una spinta involontaria di un ragazzo 15enne, ospite della struttura turistica. In particolare, veniva accertato che il minorenne, nel muoversi tra la stanza e il balcone, involontariamente urtava l’anta della persiana determinando la rottura dei cardini e la sua caduta. La vicenda suscitava grande scalpore nella comunità afragolese e dei tanti amici del Balsamo molto conosciuto ed amato soprattutto per la sua disponibilità ed umanità. Dopo appena tra mesi, a conclusione delle indagini preliminari, il P.M. presso il Tribunale di Salerno chiedeva l’archiviazione del procedimento, ma i familiari del povero Balsamo hanno presentato opposizione chiedendo un ulteriore approfondimento delle indagini. Abbiamo incontrato l’avvocato Mariano Russo che difende gli interessi della famiglia Balsamo, per chiedergli chiarimenti sulla vicenda. Avvocato può illustrarci i termini della questione? “Premetto che difendo i familiari del sig. Balsamo Giovanni insieme alla collega Maria Teresa Salierno nell’ambito del procedimento penale a carico di alcuni indagati per la tragedia di Amalfi e a seguito della nostra opposizione è stata fissata l’udienza preliminare davanti al Gip di Salerno per la fine di febbraio del corrente anno”. Avvocato, ma allora per questa vicenda sono aperti vari procedimenti? “Sì, in effetti, a seguito del mortale incidente i carabinieri di Amalfi denunziarono sia il ragazzo che avrebbe involontariamente determi-

f

nato la caduta della persiana, che i responsabili dell’albergo e l’artigiano che aveva installato le imposte. Ovviamente, il procedimento a carico del giovane turista pende presso il Tribunale dei Minorenni di Salerno e in tale procedimento le parti offese non hanno ingresso, mentre per gli altri soggetti indagati vi è l’attuale procedimento pendente presso il Tribunale ordinario di Salerno. Ci può dire chi sono i soggetti indagati e di quali reati sono accusati? “Abbiamo già accennato prima che trattasi dei responsabili dell’albergo e del costruttore delle persiane, ma per motivi facilmente intuibili non possiamo riferire i nominativi degli indagati, solo l’ipotesi di accusa che è, naturalmente, quella di omicidio colposo”. E’ possibile conoscere le ragioni della vostra opposizione alla richiesta di archiviazione del P.M.? “E’ opportuno precisare che l’obiettivo della famiglia Balsamo non è quello di individuare un colpevole ad ogni costo ma di conoscere la verità. I familiari del povero Balsamo, ancora oggi, non riescono a spiegarsi come sia potuto accadere tale tragedia che solo per miracolo non ha coinvolto le tante altre persone presenti al momento dell’evento. Va detto, infatti, che quel maledetto pomeriggio del 20 agosto 2011, accanto a Giovanni Balsamo, a pochi centimetri, vi era la moglie, la sorella e il cognato rimasti miracolosamente illesi. Ritenete, quindi, che le indagini svolte non siano state sufficienti ad accertare la verità? “Nel processo penale non esiste la verità assoluta ma solo la verità processuale, quella cioè che emerge dagli atti a disposizione del giudice. Tali atti, che abbiamo avuto modo di esaminare, evidenziano dei vuoti, dei coni d’ombra che meritano ulteriori approfondimenti, magari con una consulenza tecnica più articolata rispetto a quella a suo tempo disposta dal P.M. In altri termini si vuole conoscere se l’evento mortale sia dipeso unicamente da un fatto eccezionale e imprevedibile o se poteva essere evitato con una maggiore attenzione da parte dell’uomo. E’ chiaro che quale che sia il risultato dell’attuale procedimento penale, esso non potrà mai rimarginare la profonda ferita apertasi nel cuore dei familiari del povero Balsamo, ma sicuramente potrà contribuire a fornire un minimo di verità necessaria a rasserenare gli animi, non solo delle parti offese ma anche degli attuali indagati.

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CA MUSI

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Marzia Luciano

marzialuciano_@libero.it

I l p i ù g ran de s pet t aco l o d op o il big ban g … O RA !

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opo un’interminabile attesa di circa due mesi, Lorenzo Cherubini, in arte Jovanotti, è tornato a far strepitare un pubblico di 7.000 fan entusiasti dell’opportunità di poter ammirare le sue performance di cantautore

nonché apprezzare le sue doti di uomo. L’11 Febbraio si è esibito presso il Palamaggiò di Caserta, unica tappa in Campania, e, in seguito alla sua apparizione scenica, ha cantato i suoi ultimi successi dell’album “Ora”, dopodichè ha commemorato, con grande sensibilità, il ricordo di Francesco Pinna, lo studente operaio defunto il 12 Dicembre 2011 mentre partecipava al montaggio del palco dell’artista, e si è riproposto di prendersi personalmente cura dei lavori per i suoi spettacoli onde evitare simili e spiacevolissime conse-

guenze. Proprio a causa del funesto avvenimento, il tour era stato sospeso lo stesso mese ed è ripreso il 4 Febbraio a Trieste, dove si era fermato. Addolorato per il tragico evento, Jovanotti ha saputo, però, accantonare rabbia, delusione ed impotenza per l’accaduto dinanzi ad un numeroso ed accogliente auditorio ansioso di assistere alla sua esibizione. Ha, quindi, dedicato il prosieguo del suo tour al giovane Francesco ed ha impiegato tutta la sua incredibile grinta e la professionalità che lo contraddistinguono nell’allietare i suoi devoti fan con la passione di sempre. L’artista, andando a ritroso nel tempo, ha riproposto i suoi più grandi successi, alcuni dei quali anche molto poco recenti, tra cui “Ragazzo fortunato”, “Ciao mamma”, “L’ombelico del mondo”, “Bella”, “Mezzogiorno” e poi anche

“Falla girare”, “Mi fido di te”, “Fango”, “Come musica”, “A te” e tante altre. Sarebbe impossibile descrivere le inspiegabili sensazioni che ha saputo suscitare con la sua inconfondibile musica, la sua capacità di estrapolare i pensieri altrui e di proporli nelle sue canzoni, di smuovere gli animi come solo pochi sono in grado di fare. Jovanotti ha saputo farsi amare da un pubblico vasto ed indifferenziato, composto da teenager, bambini ed adulti di tutte le età, coinvolgendoli senza distinzione nel suo appassionante spettacolo; dalle sue parole e dalla sua esibizione, inoltre, è emersa l’immagine di un uomo eccezionale e profondo non solo dal punto di vista artistico ma anche umano. Non c’è che dire, il più grande spettacolo dopo il big bang è LUI!


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ICA RUBR

Gennaro Crispino

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Invitiamo i lettori ad inviare le loro eventuali richieste di pareri in merito a quesiti giuridici all ‘indirizzo di posta elettronica dell’ Avv Crispino : gennarocrispino@libero.it

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CONCILIAMO? 1/ ELEMENTI PER CAPIRE

I

l decreto legislativo n. 28 del 4/3/2010, in attuazione dell'art. 60 della legge n. 69/2009, ha introdotto nel nostro ordinamento l’istituto della mediazione finalizzata alla conciliazione delle controversie civili e commerciali. Col termine mediazione si intende l'attività, effettuata da un terzo imparziale, volta ad assistere due o più soggetti sia nella ricerca di un accordo amichevole, sia nella formulazione di una proposta per la risoluzione della controversia, così da addivenire alla conciliazione della lite. Il legislatore ha previsto tale strumento, da un lato, al fine di ridurre il carico dei processi pendenti innanzi all’autorità giudiziaria, dall’altro, allo scopo di offrire al cittadino un mezzo più semplice e veloce, con tempi e costi certi, di risoluzione delle controversie. La mediazione può essere obbligatoria, facoltativa e demandata: si avrà mediazione facoltativa quando, allorché si verta in materia di diritti disponibili, essa verrà scelta dalle parti; si avrà mediazione demandata, quando il giudice, a cui le parti si siano già rivolte, invita le parti al previo tentativo di mediazione. In talune materie, però, come accennato, la legge prevede come obbligatorio il previo esperimento del procedimento di mediazione, espressamente sancendo che esso è con-

dizione di procedibilità della domanda giudiziale. Le azioni soggette a tale condizione di procedibilità sono quelle concernenti controversie in materia di: condominio, diritti reali, divisione, successioni ereditarie, patti di famiglia, locazione, comodato, affitto di aziende, risarcimento del danno derivante dalla circolazione di veicoli e natanti, da responsabilità medica e da diffamazione con il mezzo della stampa o con altro mezzo di pubblicità, contratti assicurativi, bancari e finanziari. Per consentire un avvio graduale del meccanismo, l’obbligatorietà per le controversie in materia di condominio e risarcimento del danno derivante dalla circolazione di veicoli e natanti è stata differita al 20 marzo 2012, mentre per le restanti materie essa è già in vigore dallo scorso 20 marzo 2011. Anche nelle ipotesi in cui la mediazione è obbligatoria, sussistono, comunque, alcune eccezioni e peculiarità. Occorre, infatti, sottolineare che la condizione di procedibilità non preclude la concessione dei provvedimenti urgenti e cautelari, né la trascrizione della domanda giudiziale. In certi casi, poi. la condizione di procedibilità opera con effetto differito nel tempo; non è necessario esperire la mediazione obbligatoria nei procedimenti per ingiunzione, inclusa l’opposizione, fino

alla pronuncia sulle istanze di concessione e sospensione della provvisoria esecuzione. In altri termini, anche per le controversie per le quali è prevista l’obbligatorietà, quando è esperibile il rito speciale di ingiunzione, si può depositare la domanda senza aver previamente esperito la mediazione. Se il decreto ingiuntivo diviene esecutivo per mancanza di opposizione, nessuna mediazione è necessaria e, in mancanza di adempimento, può immediatamente procedersi all’esecuzione forzata. Invece, se l’opposizione viene proposta e c’è istanza di concessione o sospensione della provvisoria esecuzione, bisognerà procedere alla mediazione. Analogamente, nei procedimenti per convalida di licenza o sfratto, la mediazione diviene necessaria solo se il conduttore propone opposizione e andrà esperita dopo il mutamento del rito. Ancora, nei procedimenti possessori, la mediazione va svolta solo dopo la chiusura della fase a cognizione sommaria. In terzo luogo, non sussiste l’obbligo di mediazione nei procedimenti di opposizione o incidentali di cognizione relativi all’esecuzione forzata nonché nell’azione civile esercitata nel processo penale. Alla prossima puntata…


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LIBRI

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Emiliana Cresci

emiliana.cresci@yahoo.it

“ A n o re s s i a ” : u n a ve r it à n a s c o st a ? ? … M i c a t a nt o !

C

’è chi la giudica un disturbo come molti altri, e chi la riconosce come realtà concreta. Stiamo parlando dell’anoressia, una malattia definita come un’alterazione psichica, che si manifesta con un’attenuazione dello stimolo ad alimentarsi, mancanza di appetito, rapido dimagramento e, nelle donne, amenorrea (assenza cioè del ciclo mestruale). Una realtà che non sempre è affrontata, una verità non sempre denunciata, ma qualche volta, fortunatamente, sì!!! “La verità, vi prego, sulla danza” infatti, è proprio il titolo del libro uscito nel 2011 dell’ex prima ballerina della Scala, Mariafrancesca Garritano, in arte MaryGarret; “ex” perchè licenziata per lesione d’immagine, dopo aver detto, in un’intervista per il quotidiano inglese The Observer, che alla Scala 1 ragazza su 5 è anoressica. Ma l’ex ballerina della Scala ha raccontato solo e soltanto la verità, ciò che ha visto e vissuto in prima persona per anni. Non ha mai sostenuto che il problema riguardasse solo e specificamente la Scala, ma più in generale il mondo della danza, con il suo, a volte maniacale, controllo del corpo. MaryGarret ha scritto un libro per fare chiarezza, ha raccontato solo “cose che sanno tutti”, ma nessuno si assume la responsabilità di ciò che succede, davanti a fatti conclamati. Persino Pisapia, primo cittadino di Milano,

nonché presidente della Fondazione Scala, non dà una risposta chiara, dicendo solo: “Il tema dell’anoressia è un tema troppo

delicato per parlarne con serenità. Ho letto sui giornali del licenziamento e nel prossimo consiglio di amministrazione porrò il

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problema e mi informerò”. Intervistata anche da Le Iene, la Garritano insiste sull’esistenza di un problema assolutamente reale e concreto che nessuno vuole ammettere, e racconta di come invitassero continuamente anche lei a rivedere la sua forma fisica. Il Teatro alla Scala, fiore all’occhiello della cultura italiana all’estero, da parte sua si difende e ribadisce di aver licenziato la ballerina per giusta causa, stessa risposta data anche agli stessi inviati delle Iene andati direttamente sul luogo a chiedere spiegazioni, e più precisamente: “Il Teatro alla Scala si è visto costretto a risolvere il rapporto di lavoro con la signorina Mariafrancesca Garritano in seguito alle interviste e dichiarazioni pubbliche da lei rilasciate ripetutamente in un ampio arco di tempo; dichiarazioni nelle quali si è concretizzata una lesione dell'immagine del Teatro e della sua Scuola di Ballo, nonché la violazione dei doveri fondamentali che legano un dipendente al suo datore di lavoro, facendo venir meno il necessario rapporto fiduciario che è alla base di tale legame”. Ma se è vero che la verità rende liberi, allora finalmente MaryGarret sarà libera da questo macigno che si è portata addosso per anni, sperando la sua verità possa “liberare” altre anime danzanti e non.

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O TEATR

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Eduardo Paola edu80@libero.it

L ’ A b i s s i n a – paes ag g io co n fi g u re

A

l Teatro Mercadante di Napoli, dall’8 al 19 febbraio è andato in scena “L’Abissina – paesaggio con figure”, scritto e diretto da Ugo Chiti. Questa nuova messa in scena ha visto come protagonista la grande Isa Danieli. La scelta di un’attrice di grande spessore come Isa Danieli ha dato modo di affrontare nuovi temi come l’emarginazione e il razzismo. Tema centrale della pièce, la miseria che provoca la sottrazione della dignità e della libertà da parte degli oppressori e degli avidi, la brama di riscatto sociale per un piccolo risarcimento di un’esistenza condotta sempre a testa bassa. La vicenda, ambientata all’inizio del secolo scorso nelle campagne toscane, ruota tutta intorno alla figura del ricco proprietario terriero Lucesio, un uomo brutale, violento e arido nel cuore; un uomo mostruoso nell’animo che, come per un’antica maledizione, riesce a generare, nonostante la sua virilità, solo creature deformi, che muoiono subito dopo la nascita. L’unica figlia sopravvissuta, anche se con evidenti problemi fisici, è Giacinta, nata dall’unione con Nunzia, la donna che gli è vicino

da quarant’anni; la donna che Lucesio dal nulla, una terremotata napoletana, con disprezzo chiama “l’Abissina”, tipico una che “non sapeva mettere due parole termine con il quale in Toscana si appel- insieme”; una donna alla quale la vita, le umiliazioni, le privazioni, le lotte per assicurarsi un tetto sulla testa e una minestra a mezzogiorno hanno fatto aguzzare l’ingegno; una donna che con astuzia cerca di accaparrarsi quanto più è possibile dalle mani del suo “padrone” Lucesio, ormai in fin di vita. Ma Nunzia non è la sola a desiderare di mettere le mani sulle ricchezze dell’uomo: ci sono anche Volpino, unico erede di Lucesio, e tutta una serie di personaggi che si alternano al capezzale dell’uomo, che sorprende tutti con improvvisi miglioramenti di salute quando in lui si riaccende la speranza di poter generare il tanto desiderato figlio sano, erede della sua “roba”. Per Isa Danieli si è trattato dell’ennesima grande prova d’attrice: con la sua carica espressiva, attraverso una recitazione efficace e asciutta, ha regalato un affresco storico sociale ancora molto attuale. lavano i meridionali. Nunzia, personaggio che insieme agli altri completa il “paesaggio con figure”, è una donna venuta

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LI NAPO

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Pasquale Lucchese napoledano@libero.it

I l N a p o l i , l ’ a m o re e l e s u e re g o l e . . . . .

P

er tornare a regalare una vittoria ai suoi tifosi, il Napoli sceglie il giorno precedente la festa degli innamorati. Un regalino meritato, per quanti nutrono amore per la maglia azzurra. Un sentimento messo più volte alla prova, quest'anno. Prestazioni come quelle di giovedì in Coppa Italia, contro il Siena delle riserve, sono un duro colpo da digerire. Ma chi ama va oltre, sa andare oltre. Sa che possono esserci momenti difficili, e momenti in cui è fondamentale fare quadrato. Ovviamente una delle regole basi dell'amore sta nel reciproco “dare ed avere”: per cui i tifosi criticano, mormorano, ma in primis tifano; i calciatori danno l'anima in campo. Contro il Siena, nel giovedì della semifinale di coppa Italia, i ragazzi l'anima non l'hanno data. Troppo brutto, il Napoli di giovedì. Impossibile accettare che quello sia il nostro Napoli, non solo quello della prodigiosa, inarrestabile, meritata cavalcata della passata stagione; ma anche quello spesso brutto, “insipido”, sottotono “ammirato” quest'anno. A Siena, il Napoli è sconfortante, assurdo, illogico. Il “guaio” è che in palio non vi sono i 3 punti, ma una finale di coppa. Neanche l'effetto-coppa sveglia i ragazzi. Il Siena, impelagato nella lotta salvezza, si affida alle sue seconde linee, e fa un figurone. Il Napoli non c'è, incomprensibilmente non pervenuto. Dopo due sberle si sveglia nel finale e, in un arrembaggio confuso, “raffazzonato”, trova grazie ad un'autorete il 2-1, che tiene vive le speranze di qualificazione alla finale. Giovedì

il Napoli dell'era De Laurentiis ha toccato il punto più basso della sua storia, chiaramente in relazione al livello meritatamente raggiunto. Non si può pensare che la stanchezza mentale e fisica della Champions', possa essere la causa di un match, tanto “horror”. Non si può chiamare sempre in causa una

panchina, effettivamente e realmente, corta e non all'altezza dei 13-14 titolari. Nmmeno si può pensare che la sfida sia stata sottovalutata. Sarà pur vero che di semifinale vi era ben poco: stadio privo di fascino, appena 5000 paganti, avversario tutt'altro che nobile, ma è pur sempre in palio una finale! Quel Napoli visto a Siena non ha giustificazioni! Meglio affidarsi alle teorie, non scritte, dell' amore, secondo cui certe cose succedono e si accettano, magari a malincuore, purché non riaccadono. In fondo i messaggi delle curve, nel posticipo del lunedi pre-San Valentino, erano chiari: “Ritrovate il vecchio ardore, vogliamo

Via Giosuè Carducci, 68

maglie impregnate di sudore, non ci importa del risultato, ma che dal campo uscite senza fiato”. Esplicito malcontento, ma anche sprono e monito ai ragazzi. La risposta del Napoli c'è stata. Certo non è stata una prestazione indimenticabile, né la squadra sembra essersi scrollata di dosso quel grigiore, quella pesantezza, che l'accompagna in questa strana stagione, che ribadiamo essere ancora tutta da vivere. Due gol nel primo tempo, ambedue su calci da fermo, piegano il solito coriaceo Chievo, la bestia nera, la squadra che all'andata sfruttando l'enigmatico turn-over di Mazzarri, con la premiata ditta FideleffMoscardelli, ci regalò(!) la prima amarezza stagionale, dopo una partenza esaltante, tra Cesena, Manchester e Milan in casa. Compitino svolto, tra i soliti errori, le solite amnesie e paure. Ma anche una maggiore attenzione difensiva; buono il rientro di Grava, discreta la prova di Britos, che ha inoltre il merito di sbloccare il risultato. Una maggiore precisione a centrocampo, con l'ottimo Gargano, e lo svizzero Inler in ripresa; una maggiore verve offensiva, da manuale l'azione targata PochoMarek-Matador, da cui scaturisce il penalty del 2-0. I 25000 nel gelido San Paolo possono sorridere: l'amore e la fiducia hanno avuto una meritata ricompensa. La regola del “dare ed avere” ha avuto effettiva realizzazione. E in attesa che questa regola dell'amore possa far germogliare nuove vittorie, nuove entusiasmanti cavalcate, sulla falsariga della passata stagione, ripartiamo da questo regalino.

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’ ALITA ATTU

Domenica - 19 febbraio 2012

Rosaria Ascolese

rosaria.ascolese@libero.it

M o rt i m a l e d et te

C

resce ancora il numero delle rock-pop star che perdono la vita in situazioni inspiegabili. L’ultima vittima di questo mondo che molto affascina noi persone comuni, è la tanto amata e ammirata Whitney Houston. Morta a soli 48 anni, viene ritrovata sola e senza vita, nella vasca da bagno di una camera d’albergo, proprio un giorno prima della cerimonia dei Grammy Award, alla quale avrebbe dovuto partecipare e che anni a dietro l’ha vista più volte prot agonist a come vincitrice dell’Oscar della musica. Infatti, proprio lì nel 1986, a 23 anni, fu consacrata la nuova regina del soul pop mondiale. Quel triste sabato nessuno ha bussato alla porta della sua suite e lei, sola e disperata, ha pensato di poter dimenticare una vita fatta di successi ma anche di drammi e angosce, con pillole che in passato l’avevano

aiutata a stordirsi e non pensare. La stessa tragica fine è toccata a tanti altri grandi della musica. Come dimenticare tutti i componenti del CLUB 27, numero maledetto nel mondo del rock, in quanto segna l’età in cui si sono spenti molti artisti, come Jimi Hendrix, Janis Joplin, Jim Morrison. E a 27 anni sono morti anche Brian Jones, chitarrista e fondatore degli Stons, annegato in piscina in un periodo di grandi tensioni con il collega Mick Jagger e Kurt Cobain, leader e fondatore dei Nirvana, che ha deciso di farla finita sparandosi un colpo di fucile. L’ultima star ad entrare a far parte di questo “ club “ è stata Amy Winehouse, trovata morta nel letto della sua casa, presumibilmente per un eccesso di alcool, ma l’autopsia non ha accertato nulla. E ancora, come dimenticare tre grandi come John Lennon, Elvis Spresley e Michael Jackson. Lennon è stato ucciso a 40 anni da uno squilibrato venticinquenne ( Mark Chapman ), davanti al Dakota Building, palazzo in cui risiedeva con la sua seconda moglie Yoko Ono. Per Elvis e Jako invece il destino è stato diverso e beffardo. Sulla loro fine gravano le ombre di medici personali discutibili e senza scrupoli che a quanto pare hanno dato ai loro

pazienti più medicinale del dovuto, scaturendone così il decesso. Anche l’Italia ha visto arrivare per alcuni dei suoi artisti una fine triste e prematura. Il grande Luigi Tenco ad esempio si è tolto la vita in una camera d’albergo a Sanremo durante un’edizione del Festival, a soli 29 anni. L’eccelsa Mia Martini, conosciuta da tutti come Mimì, morì a 48 anni anch’essa in una camera d’albergo, sola, per un’overdose di stupefacenti. Fu ritrovata vari giorni dopo la sua morte. Ci si chiede il perché di questo tragico destino che accomuna tante star della musica. Esiste davvero una predisposizione delle giovani rockstar all’autodistruzione? Potevano essere aiutati, salvati? Quel che colpisce è la fine solitaria dei personaggi: la Joplin fu trovata dopo 18 ore con il viso riverso sul pavimento. Anche Kurt Cobain si isolò e fece perdere le sue tracce una settimana prima del suicidio. Insomma si evince che compagne dell’ultimo viaggio di questi artisti disperati siano la solitudine e, quasi sempre, la droga e l’alcool.

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Domenica - 19 febbraio 2012

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’ ALITA ATTU

Gelsomina D’Anna geadann@libero.it

COME NELL’ANTICA GRECIA

M

i ricordo perfettamente di quel dicembre 1993; fu abrogata, dopo un referendum che vide una partecipazione compatta come non mai e con il risultato schiacciante del 90%, l’odiosa pratica del finanziamento pubblico ai partiti. Da poco era scoppiata la bomba Tangentopoli e tutti i cittadini italiani erano indignati per il triste epilogo della Prima Repubblica, affondata sotto una marea di accuse infamanti; le più vergognose riguardavano collusioni tra il mondo della politica e degli affari, finanziamenti illeciti ai partiti del tempo (tutti, nessuno escluso) da parte di aziende che poi ricevevano favori dagli stessi partiti che avevano sostenuto economicamente. Sembrava la panacea; non era così. Fatta la legge, trovato l’inganno; i partiti erano troppo abituati a gestire in maniera “ disinvolta” e spensierata i soldi pubblici, non era possibile rinunciare a tanti emolumenti che potevano arricchire non tanto il partito, ma soprattutto i preposti tesorieri e le eminenze grigie dell’apparato,

debitamente sempre all’oscuro dei loschi traffici, come perfetti, ipocriti babbei.. La Legge 2 del 1997 reintrodusse di fatto il finanziamento ai partiti attraverso un testo che appare come un gioco di parole: “ Norme per la regolamentazione dei contributi volontari ai partiti politici”. Et voilà, come dei perfetti funamboli, illusionisti esperti del circo, i nostri argutissimi politici fanno ricomparire sulla scena di nuovo tanti bei soldini, che scendono come pioggia benefica sulle loro testine aureolate. Da allora, come fedifraghi scoperti e poi perdonati, i nostri inetti rappresentanti hanno continuato ad approfittare dei soldi pubblici e a gestirli in modo molto personale; mi riferisco in particolare all’ultimo scandalo del senatore tesoriere dell’ormai ex Margherita, accusato di essersi appropriato di decine di milioni di euro, per la nobile causa di un acquisto di una casa a Genzano e di un palazzotto nel centro di Roma. Rutelli non ne sa niente, ne dubito fortemente…Anche

Fini non sa nulla della casa a Montecarlo acquistata da suo cognato con i soldi di un lascito all’ex Alleanza Nazionale. Dubito fortemente anche di questa seconda ipotesi. Nell’antica Grecia, da cui è nata la civiltà occidentale e l’idea di democrazia, la scelta delle cariche pubbliche da attribuire avveniva per sorteggio, inoltre le stesse cariche erano annuali e non rinnovabili. Il grande Clistene scelse di introdurre il sistema del sorteggio per evitare che qualcuno, diventato politico di mestiere, accumulasse troppo potere. Inoltre, particolare di non scarsa importanza, ad Atene chi decideva di occuparsi di politica doveva farlo gratis; sì, avete letto proprio bene; gli amministratori pubblici non ricevevano alcun compenso per le loro prestazioni a favore della comunità. Possiamo, ancora una volta, affermare che la storia è “ magistra vitae” e che, ancora oggi, qualche buona pratica si potrebbe mutuare dal mondo antico.

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TI EVEN

Domenica - 19 febbraio 2012

Miss Italia 2011 a Cardito: “bello stare fra la gente, il posto fisso è un’esigenza”

C

ARDITO – La prima volta di una Miss Italia in carica presente a Cardito. L’evento si è svolto la scorsa settimana quando Stefania Bivone, 19enne calabrese, eletta reginetta di bellezza a settembre a Montecatini Terme, ha fatto visita alla profumeria “Nuance”, situata nel centro commerciale “La Masseria”. Miss Italia era accompagnata da un’altra bellezza mediterranea, la napoletana di Posillipo Dalila Pasquariello, insignita della fascia di Miss Debora Milano, in quanto rappresentante dello sponsor che ha organizzato quest’evento. Era presente pure la signora Tiziana

Varese, manager del noto marchio. “Il contatto con la gente comune è la più cosa bella, mi trovo molto bene quando vado nei centri commerciali”, ha detto Miss Italia 2011. Sogni futuri? “Mi piace il mondo del cinema e sfilare in passerella, ma comunque andrò all’università per laurearmi”. Anche Stefania Bivone, qualche settimana fa, ha polemizzato con il premier Monti che ritiene il posto fisso un po’ “noioso”. “Ho detto ciò - ha chiarito la Miss – perché oggi per i giovani è già difficile trovare lavoro, a volte devono andare all’estero o inventarselo; invece, hanno bisogno di certezze per il futuro, per crearsi un avvenire, metter su famiglia, non certo possono sempre girovagare da un posto all’altro”. A fare gli onori di casa uno dei proprietari

del Gruppo Gvc, Giuseppe Credendino, e il direttore commerciale del centro, Gaetano Graziano. La grande folla, incuriosita e felice di vedere la più bella d’Italia dal vivo, si è fatta fotografare insieme e chiesto cartoline autografate alle due miss, le quali si sono trattenute due ore nella profumeria Nuance, ricevendo anche gadget della Deborah Milano. Abbiamo organizzato ciò – dice il direttore commerciale de “La Masseria”, Gaetano Graziano – per portare finalmente Miss Italia nelle nostre città, è un’iniziativa abbastanza originale, che, oltretutto, ha avvicinato le miss alla gente comune, che spesso le può ammirare soltanto in televisione o sui settimanali”. La Redazione


Domenica - 19 febbraio 2012

ICA RUBR

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Pina Savorra

pinacaribe@hotmail.it

A proposito di emergenza

I

n diverse parti del mondo, ogni giorno, possono avvenire delle calamità naturali o dei disastri procurati dall’uomo, e ogni anno ne sono colpite milioni di persone. Le forze, estreme e distruttive, che causano i disastri possono avere effetti profondi sulla stabilità delle persone e possono continuare per mesi o anche anni. Il processo di recupero da tale evento, sarà molto complesso e dipenderà dall’ interazione di più fattori coinvolti: fattori psicologici, sociali, culturali, politici, economici, etc. La vittima che sopravvive ad un disastro o catastrofe, riporta traumi che necessariamente non bisognerà sottovalutare. La psicologia dell’emergenza si occupa di individuare coloro che rischiano di incorrere in disturbi psicologici o sociali gravi a causa dello shock provocato dall’evento traumatico. La maggior parte dell’intervento psicologico, avviene in un contesto non clinico (per esempio, rifugi, centri di emergenza, scuole, centri di comunità) e assume la forma di un insegnamento della gestione dello stress post-traumatico e dell’uso del problem solving. Prevede, inoltre, la tutela e l’invio delle persone considerate a rischio, presso le sedi in cui possono aver luogo una valutazione diagnostica specifica e cure adeguate. L’ambiente nel quale lo psicologo dell’emergenza lavora spesso può essere caotico e mancare di privacy. Durante un intervento “nell’emergenza”, ovvero subito dopo

un disastro, lo psicologo affronta “situazioni pratiche”, utilizza tecniche “psico-educative” per illustrare ai superstiti quali possono essere le reazioni più comuni di stress traumatico e i modi per imparare a gestire il momento. Lo psicologo e gli operatori del soccorso offrono un’immediata relazione empatica alle vittime del disastro o catastrofe, senza mai dimenticare che spesso queste ultime non stanno cercando un aiuto psicologico e quindi possono essere ambivalenti in relazione all’accettazione di questo tipo di intervento o possono anche rifiutarlo apertamente. Reazioni come sfinimento, irritabilità, avvilimento fanno parte dello “stress normale” che un individuo può esprimere in una circostanza come questa. Tuttavia l’attenzione al trauma psichico è indispensabile, poiché nella vittima di trauma può comparire un quadro psicopatologico che può danneggiare profondamente la qualità della sua vita futura. Quanto maggiori sono la minaccia di morte percepita e l’esposizione sensoriale (cioè quanto più si vedono immagini stressanti, si percepiscono odori fastidiosi, si odono suoni spiacevoli o si subiscono lesioni fisiche) tanto maggiore è la probabilità che si manifesti lo stress posttraumatico. Le reazioni più comuni in seguito ad una condizione traumatica arrecano effetti a vari livelli esistenziali: livello emozionale, cognitivo, fisico ed interpersonale. Tra gli effetti emozionali i più comuni sono:

shock, collera, disperazione, ottundimento emozionale, terrore, senso di colpa, irritabilità, senso di impotenza, riduzione del piacere derivante dallo svolgimento delle attività consuete, dissociazione. Tra gli effetti cognitivi si riscontrano: deficit della concentrazione, della memoria e della capacità di prendere decisioni, incredulità, confusione, distorsioni, calo dell’autostima e dell’autoefficacia, pensieri e ricordi intrusivi, preoccupazioni. Gli effetti fisici più frequentemente riscontrati sono: senso di affaticamento, insonnia, disturbi del sonno, iperattivazione, lamentele somatiche, deficit nella risposta immunitaria, cefalea, problemi gastrointestinali, calo dell’appetito e della libido. Tra gli effetti interpersonali compaiono: alienazione, ritiro sociale, aumento dei conflitti nelle relazioni, menomazione professionale o scolastica. Particolare attenzione dovrà essere rivolta ai bambini vittime di disastri e catastrofi ed il motivo di questa necessità sono le conseguenze a lungo termine che incidono inevitabilmente sul funzionamento della personalità e sulla risposta fisiologica associata allo stress subito. Molti aspetti legati al tipo di esposizione traumatica si sono dimostrati determinanti nell’emergere delle reazioni patogene nei bambini. In modo particolare, la presenza, reale o percepita, di una minaccia per la propria vita è stato valutato cruciale. Fine Prima Parte



Domenica - 19 febbraio 2012

’ ALITA ATTU

“di Tommaso Arcella”

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RC AUTO

C

’è un’aria nuova nel Meridione d’Italia ed anche a Casoria. Il mondo della cultura, del volontariato e delle rivendicazioni sociali si sta risvegliando. Sta rinascendo quell’orgoglio del Sud che dopo il 1860 ci fu tolto e fatto sì che non avesse più l’umus culturale per una sua rinascita. Oltre alle varie stragi che annientarono quell’esplosione di rivalsa contro un usurpatore che, cogliendo l’occasione ideologica dell’Italia unita, allargò i suoi territori invadendo il Regno delle due Sicilie. Furono svuotate le banche, furono spostate le industrie a Nord, che pur erano ad un livello europeo, (siderurgiche, e navali). Ci chiusero, per un decennio, anche le scuole, per poi dire che i meridionali erano un popolo di ignoranti. Ed è risaputo che senza un minimo di cultura non si può capire neanche il livello di sfruttamento in cui si è relegati. Questo sfruttamento è continuato e continua ancora oggi a tutti i livelli, (ci sono studi e libri che lo dimostrano). Uno di questi, che sono furti veri e propri alla luce del sole, sanciti an-

che dalla Comunità Europea, è la differenziazione delle tariffe RC auto, rispetto a quelle del Nord Italia. E’ da lodare l’iniziativa del movimento “Mo Basta” che, con la raccolta di 2160 firme circa, ha sollevato il problema alla Comunità Europea. Io non sono un esperto di assicurazioni auto, ma ho capito qualcosa in più dalla conferenza del 10 u.s. organizzata, appunto dal movimento “Mo Basta”, svoltasi alla biblioteca di Casoria. Ho capito che il cammino è lungo, anche se si è nella legalità; Che le “lobbi” sono potenti poiché sono radicate nel parlamento; Che si è formato un “cartello” monopolistico, come spesso succede dopo la liberalizzazione e privatizzazione in certi settori, checchè ne dica il nostro primo ministro che considera la privatizzazione la panacea dei mali economici dell’Italia, mentre invece si dovrebbe controllare di più ed imporre certe regole che eviterebbero speculazioni parassistiche finnziarie e la formazione di monopoli e cartelli in certi settori vitali per il cittadino. Una cosa ancora non ho capito: l’Isti-

tuto I.S.V.A.P. con una regolare commissione, è un ente governativo, pagato con i nostri soldi che dovrebbe sorvegliare sulla regolarità ed equità delle tariffe RC auto. E come mai ci sono queste disparità di tariffe tra nord e sud? E’ un altro sfruttamento come quelli che ci perseguitano dall’unità d’Italia ad oggi? Non esistono motivazioni che tengano e possano disattendere le direttive europee emanato al riguardo. Al massimo le assicurazioni si possono rivalere individualmente sull’utente ma non collettivamente su un intero territorio. Allora, oltre a continuare a raccogliere le firme e continuare a perseguire la strada già intrapresa, perché non si intraprendono altre iniziative contro l’I.S.V.A.P.? Per omissioni di atti di ufficio; Per non aver ottemperato allo statuto di istituzione dell’ente e continuare a percepire uno stipendio

senza un ritorno utile per la collettività, (per non dire rubare). Accentuiamo il nostro slancio di orgoglio e a far valere i nostri diritti, informandoci e innalzando il nostro livello di conoscenze, anche se partiamo svantaggiati, ma questa ventata di risveglio e di ritrovato orgoglio campano e meridionale non deve e non può essere affossato. Continuiamo nella lotta legale, puntiamo in alto. Chissà potremmo avere anche un rimborso. Al Nord hanno i soldi, ma noi abbiamo l’”intelligentia”. Non a caso i nostri allievi, nonostante le scuole “sgarrupate”, sono migliori di quelli del nord, checché ne dica la Gelmini.

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VIK CATTI

Domenica - 19 febbraio 2012

CattiviK

L’ i m b a l s a m a t o r e Gianni: sei già tornato? Pinotto: il Consiglio Comunale di oggi è saltato! Gianni: come mai? Pinotto: la maggioranza non si è presentata! Gianni: non me lo sarei mai aspettato! Ma i consiglieri del Partito dei Decelebrati non erano pronti a sfidare ComandoSempreIo con il loro documento programmatico per il rilancio della città? Pinotto: forse non erano così pronti! Per il momento c'è stato solo il ri-lancio dei problemi. Gianni: è come ti dicevo io, sono tutti alla ricerca di un po' di visibilità, qualche poltrona di assessore o un posticino di consigliere nella società per la raccolta dei rifiuti. Ma alla fine le persone nominate dalla maggioranza per sostituire il management della partecipata hanno accettato l'incarico? Pinotto: attualmente solo uno dei manager si è insediato gli altri due hanno rifiutato l'incarico. Gianni: questa cosa non l'ho capita, che senso ha nominare delle persone che hanno delle cause di incompatibilità che non gli consentono di ricoprire l'incarico che gli si vuole affidare? Pinotto: era solo una nomina di facciata per tenere in caldo le poltrone in attesa che i dissidenti cambiassero idea. Gianni: allora si aspettano veramente che il Partito dei Decelebrati faccia un passo indietro. Pinotto: più che un passo indietro sarebbe una vera e propria retromarcia. Gianni: i segnali sono chiari, se non si presentano in Consiglio vogliono evitare di andare fino in fondo. Pinotto: si stanno nascondendo dietro un dito, ormai la crisi è sotto gli occhi di tutti. Fuggire dal Consiglio Comunale non fa altro che aumentare i sospetti. Ormai sono tre mesi che non si svolgono più riunioni del Consiglio, che intenzioni hanno? Non possono permettersi un atteggiamento del genere! Penso che questa volta ComandoSempreIo debba cedere il passo. Gianni: non ti illudere l'illustre assessore non cederà mai, lui ci sguazza in queste situazioni, è un perfetto imbalsamatore. Non permetterà mai al Sindaco di procedere ad un rimpasto della Giunta. Ha bloccato tutta l'attività dell'amministrazione in modo tale da far ricadere la colpa sul Partito dei Decelebrati. Sono in una situazione di stallo, muro contro muro. Pinotto: ed in tutto questo quelli che pagano le conseguenze dell'inattività siamo solo noi cittadini!


Domenica - 19 febbraio 2012

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CA MUSI

Amalia Vettoliere amypig@alice.it

Quando la musica non basta...

"

Voglio di più" canta il nostro Pino Daniele, e tanti vip hanno queste parole impresse nella mente. Non ci si accontenta mai, e molti provano a mettersi alla prova continuamente, cercando nuove avventure nel quale cimentarsi, e magari riuscendoci anche bene. E' il caso della Signora Ciccone, in arte Madonna, che ha deciso di ritornare protagonista sulle scene internazionali, ma stavolta non con un bel disco, bensì con un bel film. Ebbene si, dopo l'esordio nel 2008 con "Sacro e Profano", pellicola che racchiudeva molti elementi della sua lunga carriera, ora ci propone la sua seconda opera dietro la macchina da presa: W.E (Edward e Wallis: Il mio regno per una donna, il titolo italiano). Il film, di cui è anche sceneggiatrice, uscirà in Italia a dicembre e racconterà di una donna alla ricerca del grande amore che si imbatte nella romantica love story fra la signora Simpson e il duca di Windsor, e se ne innamora. Madonna ha svolto più di tre anni di ricer-

che ed ha svelato molti segreti sulla celebre coppia, il suo obiettivo era cercare di capire perchè Edward VIII avesse rinunciato al potere per amore. In un'intervista

proprio a proprosito di questo progetto, Madonna racconta le difficoltà avute per la realizzazione del tutto, e in particolare la scelta del cast e il team di produzione. Inoltre, dichiara la sua passione per il cinema sin da piccola, ed ecco spiegato

il desiderio di esprimersi come regista: "Fare un film è un fatto spirituale, che richiede molta energia. In fondo io già racconto storie con la mia musica e il cinema è un altro modo per raccontarle.", queste le parole della superstar che conclude parlando di un suo sogno nel cassetto, ovvero realizzare un remake del film che l'ha fatta innamorare del cinema... "La Dolce Vita" di Federico Fellini, e chissà se non sarà proprio lei a regalarci un "ritorno al passato" così. Sicuramente, farà in modo che si continui ancora a parlare di lei, da quando era appena una ragazzina e ci divertiva con la sua "Like a virgin", che l'ha resa popolare, ad oggi che, ormai cinquantenne, continua a regalarci ancora permormance spettacolari e album unici nel suo stile. La sua aura di prestigio, ricchezza, potere e personalità l'ha resa protagonista da sempre, e stando alle previsioni, continuerà ad esserlo, stavolta nel mondo del cinema.

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’ ALITA ATTU

Domenica - 19 febbraio 2012

Mario Romano

mario.romano65@gmail.com

150° dell’unità nazionale o 150 anni d’identità?

I

l 150simo anniversario della proclamazione del Regno di Italia, ormai archiviato, poteva essere una buona occasione per conoscere in modo aperto e critico il corpo stesso di questa unità che sono i suoi 150 anni di storia. Le istituzioni, la storiografia, la cinematografia, l'editoria, i quotidiani e i cabarettisti hanno invece, fin dall'inizio, orientato il loro sguardo al Risorgimento, rinverdendo la retorica deamicisiana o per reazione contraria la retorica dei bei tempi andati preunitari. E invece i motivi di questa unità, se esiste, non andrebbero affatto cercati nel fervore elitario e contraddittorio che l'ha preceduta, che innegabilmente sconta l'assenza di una diffusa partecipazione popolare, se non di una reale comprensione. Del resto nessuno in Francia o in Inghilterra sa veramente la data di nascita del suo stato, perché semplicemente non esiste . Le loro nazioni sono infatti il frutto di politiche dinastiche e matrimoni tra regnanti, che portavano doti territoriali e di processi laboriosi e accidentati. Ma gli inglesi e i francesi sanno presto dirvi dove trovano i motivi del loro nazionalismo. Li trovano nella cultura, nella lingua, nei valori, nelle sconfitte e nelle vittorie, nelle loro travagliate vicende storiche, fatte di conflitti interni ed esterni, di grandi movimenti e slanci collettivi, nella loro ricerca di auto-affermazione. Inglesi e francesi contemporanei hanno la fortuna di non dover cercare un mito fondativo della loro soggettività nazionale e di trovare l'elemento di reale collante della loro identità in vicende storiche ben precise, che sono per entrambi le loro celebri rivoluzioni politiche. Ed è interessante vedere come gli stessi non celebrino con ciò la fondazione del loro stato, che è antecedente di alcuni secoli, ma la fondazione della loro identità moderna. Noi italiani siamo stati invece abbastanza sfortunati. La fondazione dello stato unitario non è il frutto di movimenti storici e culturali plurisecolari, anche se la retorica risorgimentale, riproposta dal fascismo, ha sempre cercato radici antiche del Risorgimento. L'Italia, è meglio chiarirselo, è un prodotto culturale precipuamente ottocentesco. La generazione del mito della nostra Nazione affonda interamente le sue radici nel terreno fertile ed euforico del romanticismo. Buona parte dei 150 anni di storia è stata spesa a diffondere questo prodotto culturale, immesso in circolazione già datato, se non corrotto, che ha sempre mostrato enormi limiti di comprensione e spesso

manifestato la sua fragilità di fronte alla gravosità del compito. Sia come sia esiste tuttavia il corpo unitario di questi 150 anni di storia, che è fatto di conflitti interni occultati , divaricazioni sociali, economiche e culturali tra ampie zone del territorio nazionale, disgrazie, emigrazione, ma anche di faticosa unione linguistica e culturale, di strutture economiche e tecnologiche di collegamento, di mobilità, di incontro, di scambio, di un mercato strutturalmente unitario e di solidarietà. Che lo si voglia o no l'Italia è oggi un corpo unico, anche a dispetto delle inadeguatezze di coloro che decidevano, che forse avrebbero potuto, anzi sicuramente dovuto fare meglio. A fare meglio di loro sono stati gli italiani, che anche se a fatica e con lentezza, hanno mostrato di apprezzare la bontà di questa idea di Italia, di questo prodotto culturale ottocentesco. Quegli italiani che alla fine sono stati fatti, ma non disfatti. Lo dimostra l'attaccamento alle identità locali, anche preunitarie, che hanno resistito alla repressione culturale dei particolarismi mirante alla omogeneizzazione, messa in atto fin dagli albori del Regno di Italia. Si può dire dunque che gli italiani hanno accolto l'ideale italiano, non rinunciando all'italiano reale. Le due anime convivono, nella maggior parte di essi, in un'apprezzabile armonia. Si può anzi dire che quello ideale è talmente penetrato, che sempre più spesso, quello che un tempo era reale deve ricorrere a figure ideali, se non addirittura mitiche, per poter essere riconosciuto e distinto. Si spiega così la mitizzazione leghista prima longobardica, poi celtica. La vera celebrazione, dunque, avrebbe dovuto riguardare i 150 anni di storia, non l'anniversario del 150°. Non un mito fondativo doveva essere celebrato con l'annesso Risorgimento, termine quasi mistico, anzi mistificatore, che nasconde come l'Italia, come paese unitario, allora fosse creato di sana pianta e non risorgesse. Non di miti e falsi miti (mi riferisco alle celebrazioni didascaliche di certi quotidiani e alla mitologia melodrammatica di Benigni) abbiamo più bisogno. Siamo cresciuti, abbiamo vissuto. Ci serve memoria. Ci serve ricordare tutto quello che è capitato agli italiani che ci hanno preceduto, non di molto (mio nonno era cavaliere di Vittorio Veneto, roba di poco meno di un secolo fa!). Di quelli che all'esordio del Regno d'Italia, migliaia di uomini e donne, hanno visto nel nuovo potere costituito il rinnovarsi (ma in lingua straniera!) del potere dispotico

che avevano sostituito e l'hanno combattuto in modo feroce e tragico; di quelli che hanno lasciato la loro terra (il primo vero massiccio esodo migratorio dal territorio italiano nella sua storia più che bimilllenaria) nella prima ondata migratoria dell'ultimo scorcio del XIX secolo, creando un vuoto che ne ha scosso le consolidate società di appartenenza (meridionale, in primo luogo) e ne ha rotto gli equilibri con ferite non ancora rimarginate; di quelli, 650mila morti e circa un milioni di feriti, molti dei quali con invalidità permanenti, che si sono battuti inconsapevolmente per lo sviluppo industriale ed economico nella Grande Guerra, vittime ancora una volta della residua retorica risorgimentale o per meglio dire della volontà di potenza savoiarda, quando gli austriaci ci avrebbero ceduto comunque buona parte delle terre richieste per avere in cambio la neutralità o l'alleanza italiana dell'Italia (del Nord); di quelli che hanno sperimentato la diseducazione ai valori di libertà, partecipazione e tolleranza sotto il fascismo (l'altro mio nonno partecipò con l'esercito fascista alla guerra civile spagnola e ne ebbe in cambio un posto di lavoro); di quelli che sono stati travolti dalle vicende della seconda guerra mondiale, resistendo alla fame e all'occupazione come meglio potevano e credevano; di quelli che hanno aperto agli italiani le porte della cultura civile della forma repubblicana costruita sulle fondamenta di una carta costituzionale, che è indubbiamente il prodotto culturale, politico e civile “italiano” incommensurabilmente più elevato, dignitoso e fecondo di risultati; di quelli che con l'intelligenza, con l'ottimismo e con la costanza hanno creato il boom industriale italiano; di quelli che dal meridione si sono spostati al Nord nella seconda grande ondata migratoria (questa volta interna) dando la forza e la spinta necessaria allo sviluppo di cui si è detto prima e avendo la seconda grande occasione (la seconda dopo quella delle guerre) di incontro tra i popoli del sud e del nord della nazione, questa volta anche di donne, un incontro difficile, ma alla fine più stabile e foriero di grande avvicinamento sociale e culturale. Migrazione, Guerra, Lavoro, Libertà (e cultura civica). Ecco le sudate parole e gli eventi che ci legano indissolubilmente. Ecco ciò che andava celebrato e i suoi eroi, migliaia, milioni. Tutti diversamente italiani.


Domenica - 19 febbraio 2012

“di Aldo Grazzi”

IA POES

Continua, la rubrica di poesia in vernacolo diretta da Aldo Grazzi. ‘O CANARIO ‘NNAMMURATO ' Teng’appesa na caiuola for’’a loggia d’’a cucina e me sceta ogne matina nu canario c’’o ccantà. Che vucella me ricama nun appena spont’’o sole! Isso canta e j’ me cunzolo: nun me stanco d’’o sentì. Nun lle faccio mancà niente: ‘o biscotto ‘a cerasella, ll’uosso ‘e seccia, ‘a lattughella, miglio ‘e primma qualità. Ma nu juorno m’accurgette ca cantava cchiù sfrenato, quase comm’’o carcerato ca se sonna ‘a libberttà.

Certo, nun aveva tuorto! E va bbuo’, penzaje scuntento, si vuo’ chesto t’accuntento. Va, si’ libbero ‘e vulà! Rimanette a vvocca aperta! Quann’’a gabbia ll’arapette, chillo manco se muvette ma cchiù ddeva c’’o ccantà. Ah, se se, t’aggio capito! Tu vuliss’’a cumpagnia pe’ caccià ‘a malincunia: na canaria te ce vo’! Mò se sente cchiù felice e cantanno a core a core c’’a canaria fa ll’ammore: che duette ‘e ssent’’e fa’!

TI EVEN

A

Valerio Iannaccone che, il 17 Febbraio in Napoli, bruciando brillantemente le tappe hai dato a mamma Anna e papà Bruno una gioia indescrivibile realizzando a soli 24 anni il sogno di conseguire la laurea specialistica in Ingegneria Informatica presso l’Università Federico II° di Napoli. All’immensa gioia si unisce tutta la redazione di ....................... e giungono alla famiglia Iannaccone i più fervidi auguri anche da parte di tanti colleghi della Polizia Municipale di Casoria.

Terzo Circolo insegnanti di nuovo sul Palcoscenico

Anche quest’anno si rinnova l’impegno del corpo insegnanti del Terzo Circolo didattico “Giosuè Carducci”, dopo il successo dello scorso anno il quale ha richiesto una seconda data vista l’affluenza. Gli spettacoli teatrali messi in scena hanno degli scopi importanti, difatti lo scorso anno l’obiettivo prefisso era quello di raccogliere fondi per acquistare nuovamente i personal computer trafugati ancor prima di essere messi in funzione da una mano disonesta e inclemente. Il 20 Febbraio alle ore 19.00 si terrà al teatro le Maschere di Arzano la commedia dal titolo “ Giochiamo a fare le dive” anche questo spettacolo ha come finalità la raccolta fondi per un miglioramento della sede scolastica, un elogio alla Dirigente ed alle Insegnanti che si metteranno ancora una volta in gioco !!

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