Anno I - Num er o 20 - 25 m ar z o 2012
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Domenica - 25 marzo 2012
In questo numero
Anno I - Numero 20 - 25 marzo 2012
pag. 3 Editoriale
pag.22 A Spasso nel Calcio
pag. 4 I Picari
pag.23 Piccole promesse
pag. 5 Enzo Marino
pag.25 La strage di Tolosa
pag. 6 I quarant’anni di sacerdozio di Padre
pag.27 Benedetta primavera
Nunzio D’Elia
pag.27 Lions Afragola
pag. 8 Marzo Donna
pag.28 Il ritorno del “Branco”
pag. 9 Noi Donne e Territorio
pag.29 L’economia dei disastri
pag.11 Comunicati Stampa
pag.30 Addio a Tonino Guerra
pag.12 Rifiuti: Razzismo, Business e Tumori
pag.31 Poesia di Aldo Grazzi
pag.13 Riceviamo e pubblichiamo pag.15 Mo Bast! pag.16 Risorse non sfruttate pag.16 Inizia il mese Ludoviciano pag.17 Contributi agevolati pag.19 Ozpetek: una magnifica presenza pag.20 Il miracolo a teatro pag.21 Napoli (di Lucchese)
Periodico settimanale a diffusione gratuita Anno I n. 20 - 25 marzo 2012 Autorizzazione del Tribunale di Napoli n. Reg. 4925 del 28/09/2011 Direttore responsabile: Pasquale D’Anna direttore@ildomenicaledicasoria.it Caporedattore: Sonia Tabacco s.tabacco@ildomenicaledicasoria.it Redazione: Via G. Marconi, 80026 Casoria (NA) redazione@ildomenicaledicasoria.it Stampa: Tuccillo Arti Grafiche Via dell’Indipendenza,37 80021 Afragola (NA) graficatuccillo@libero.it Edito da: Associazione Culturale Kasauri Casoria (NA) associazionekasauri@libero.it Progetto grafico ed impaginazione: Sonia Tabacco Questo numero è stato chiuso in redazione
Giovedi 22 marzo 2012
Domenica - 25 marzo 2012
RIA E D I TO
LE
Pasquale D’Anna
direttore@ildomenicaledicasoria.it
L a p ri m ave ra c h e n o n c ’ è …
I
n un’epoca di crisi profonda, di tagli insopportabili e di uno stato che non paga i propri fornitori rischiando spesso di causare il fallimento verticale di un’intera filiera, mi angoscia terribilmente il sapere che questo governo tecnico nulla sta facendo per debellare corruzione e privilegi della casta. Dei tagli ormai non se ne parla più, i giornali (nella maggior parte controllati) hanno steso un velo pietosissimo sulla questione. Gli scandali che si stanno succedendo, con una continuità impressionante, non producono nessun atteggiamento risoluto da parte degli inflessibili tecnici del governo Monti. L’altro aspetto inquietante è che da Como a Catanzaro nessuno si dimette. Politici inquisiti e presi con le mani nella marmellata continuano a cantare il disgustoso ed ormai vecchio refrain: “ho assoluta fiducia nella magistratura e sono assolutamente estraneo alle accuse che mi sono state rivolte” – Non se ne può più!!! In Europa, ad esempio in Germania, vige un’etica molto più rigorista e puritana, in Italia invece, siamo più “moderni” e inclini alla sopportazione. Tuttavia, le classi politiche europee appaiono più affidabili, ed anche il fatto che politici di primo piano diano le dimissioni per motivi molto meno gravi
dei fatti nostrani, ne rafforza l’immagine e l’affidabilità. Certo, i 180 Euro per gli spaghettini al caviale del Senatore Lusi, in questo momento devono essere stati veramente indigesti per l’opinione pubblica, e non devono risultare nemmeno tanto convincenti i sermoni di Rutelli sulla sua estraneità ai fatti. Mi rubano 20 milioni di Euro sotto al naso e non sono capace di emettere nemmeno uno starnutino. Sarà difficile con queste premesse andare incontro ad una nuova primavera nel nostro paese. Le difficoltà delle classi meno abbienti ed oggi anche della middle class sono evidenti. Non vi è sviluppo, non vi è crescita e le persone non riescono più a tirare avanti. Chiaramente anche nella nostra città si assiste da tempo ad uno spettacolo non propriamente edificante. Il Sindaco sostiene ormai da tempo che all’interno della coalizione chi attacca con veemenza la maggioranza semina veleni e rema contro gli interessi della città. Non solo, è convinto (ma anche noi) che la contrapposizione personale indebolisca sia la capacità di dare risposte, sia la responsabilità di dare riscontri a quanti hanno indicato lui come il traghettatore verso stagioni migliori. Questo è il punto! Hanno indicato lui e non altri, se il Sindaco vuole essere responsabile deve
capire che è finito il tempo dei giochini al Risiko della politica. Per inaugurare una nuova stagione nella nostra città bisogna avere coraggio e tirare fuori gli attributi. Oltre la voglia di essere seduto sullo scranno più alto di Piazza Cirillo, bisogna avere il coraggio di capire se c’è una reale alternativa a questa maggioranza, se la frattura con il Partito Democratico si può ricomporre o se essa è irreversibile. Nel caso non vi siano più margini per ricomporre, caro Enzo, prendi atto che la tua stagione è finita ancor prima di iniziare e questo non per colpa nostra. La morale politica comune, e non solo, afferma che le dimissioni rappresentano, in tale situazione, il più alto grado di correttezza, di onestà e soprattutto di fermezza e capacità. Inutile continuare questo stillicidio simil-Ferrara, continuare ad ipotizzare nuove alleanze ed immaginare di trovare qualcuno o qualcosa che assicuri stabilità alla vacillante “cadrega” (sicuramente non per senso di responsabilità) è da incoscienti. La città, caro Sindaco, aspettava con il tuo avvento una nuova primavera, adesso è malinconica, stanca e sfiduciata, tutto quello che scorge non è esattamente quello che si aspettava…e credimi, non è un bel vedere! Buona domenica a tutti…
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IC POLIT
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Domenica - 25 marzo 2012
Gianni Bianco
gianni.biancogb@libero.it
I P i ca ri
L
a settimana scorsa, sui muri della città, è apparso un nuovo manifesto a firma di Cgil, Cisl, Uil e Ugl, sedi territoriali, che critica aspramente l’operato e propone seri interrogativi nei confronti dell’amministrazione comunale. Solo per dovere di cronaca è il secondo manifesto a firma delle quattro maggiori sigle sindacali e le parole di dissenso sono le stesse di altri movimenti, associazioni, partiti, giornalisti, ma anche di semplici cittadini. Giovedì 15 il movimento di lotta per il lavoro ha proposto un dibattito alla Scuola Media Padre Ludovico, moderato dalla giornalista Raffaella Nolasco. Primo intervento, Gennaro Laudiero, responsabile degli Usb di Casoria. “I disoccupati del movimento di Lotta per il lavoro, essendosi costituiti in una Cooperativa, offrono la loro disponibilità a lavori di piccola manutenzione d’interesse pubblico, per dare qualche risposta alle loro esigenze e soprattutto un risparmio per l’ente”. Questa la parte saliente di una più corposa analisi sulle responsabilità delle precedenti amministrazioni, la presenza scomoda di Tommaso Casillo in giunta, l’influenza negativa che agli occhi di tutti ha sul primo cittadino. Il sindaco Carfora, che sarà, tutta la sera al tavolo della presidenza, reputa infondate le voci dell’influenza di un “Sindaco ombra”. Si dice sorpreso dalle voci che descrivono inoperosa la sua giunta ed elenca alcuni atti affrontati e altri progetti da portare avanti. Le stesse cose, bene o male, sono riproposte da Tommaso Casillo, che pur ammettendo errori del passato s’impegna a guardare al futuro alzando le bandiere della “moralità” e della “trasparenza” politica e amministrativa. Tra la coppia Carfora-Casillo sono intervenuti Pasquale Amoroso, segretario cittadino del Pd per un’analisi dei motivi che hanno determinato l’uscita dalla maggioranza dei democratici, decisione, sostenuta dal gruppo consiliare, dalla Sezione locale, dalla Federazione provinciale. L’intervento di un disoccupato che, nel raccontare la propria disperazione, ha accusato i consiglieri del Pd, Laezza, Fuccio, Marigliano e Balsamo, di essere la
causa maggiore dell’immobilismo politico cittadino, ha obbligato uno di essi, Nicola Laezza a intervenire. “Il gruppo dirigente del Pd locale non ha partecipato alla divisione di nomine in Casoria Ambiente, nel Consorzio cimiteriale o in altri organismi di rappresentanza”, sottolinea inoltre Laezza il distacco del Pd locale dalla logica di spartizioni e lottizzazioni che stanno caratterizzando l’amministrazione Carfora. Interviene il candidato sindaco del cartello delle sinistre, prof. Vittorio Mazzone di Rifondazione Comunista, parla di ambiente e delle occasioni mancate, delle Aree dismesse in particolare. Fortunato De Rosa Segretario cittadino di Sinistra Ecologia Libertà rimprovera il Pd di non aver aderito al cartello delle sinistre per una rottura definitiva con il passato, preferendo l’alleanza con l’Api. Interessante il ragionamento del leader di Sel su “esigenze reali ed esigenze percepite dei cittadinielettori", merita approfondimento. Le conclusioni sono affidate a Nando D’Anna di Sinistra critica che invita i cittadini a unirsi, a creare un blocco popolare contro ogni logica di potere clientelare e di speculazione territoriale. Sabato 17 marzo ho avuto il piacere di recarmi a Pomigliano d’Arco per l’apertura del “Feltrinelli point” e “la distilleria – culture district”. Qualcuno dirà cosa c’entra questo con Casoria. C’entra e tanto, essendo uno degli artefici principali di questo progetto il nostro Giuseppe Pesce. Non siamo riusciti, io e il direttore Pasquale D’Anna, nemmeno a complimentarci con l’amico Giuseppe, tanta era la gente. Mille, ma forse parlo di una cifra al ribasso, poiché siamo rimasti poco tempo. Tantissimi giovani che riempivano lo Store dei libri, e gli altri locali, al chiuso e all’aperto. Sui volti dei presenti la soddisfazione e l’entusiasmo di avere nella propria città un punto di eccellenza nel ramo dell’editoria, legato alla famiglia Feltrinelli. Poteva essere di Casoria quest’altra occasione perduta? Da voci di sottofondo, sembra che sia stata la nostra la prima città a essere interpellata,
un’area adiacente della Stazione di Casoria, ma una serie d’incomprensioni tra l’ex capogruppo del Pdl Sergio D’Anna, oggi Assessore della Giunta Carfora, e l’ex Sindaco Stefano Ferrara ha dirottato altrove il progetto regionale. Sabato, con una punta di orgoglio e una certa parte di amarezza sono ritornato insieme al direttore del domenicale Pasquale D’Anna da Pomigliano e ci siamo accorti di essere passati dall’eccellenza alla decadenza. Unico casoriano che abbiamo incontrato nell’atrio della distilleria, l’artista Enzo Marino, che, come noi, al ritorno da Pomigliano immagino abbia vissuto gli stessi sentimenti di rabbia e dispiacere. C’è una causa al perdurare di tanta decadenza nella politica della nostra città? Ogni volta che alla televisione, dai giornali, ma soprattutto da internet, assisto a qualche nuova marachella di rappresentanti istituzionali italiani di ogni dove, mi viene in mente, chissà perché, il film del grande Mario Monicelli “I Picari”. La fotografia che il più grande registra della commedia all’italiana ha voluto lasciarci di personaggi realmente esistiti in Spagna alla fine del 500’, interpretati magistralmente da Giancarlo Giannini, Enrico Montesano e Vittorio Gassman, ma che esprimevano alla perfezione il livello della classe politica alla fine degli anni 80’. “Scapestrati avventurieri come gli zingari, non molto stabili, uccelli tra gli alberi o topi fra i mobili, di un mondo dove il più furbo e scaltro sopravvive”. Sono tanti gli anni che sulla politica locale pesa la loro presenza. Pesano poco sulle coscienze dei “cattivi”, tanto sull’incoscienza dei “finti buoni”. Sono costoro, i Picari consiliari, a garantire i numeri ai differenti padroni, di qualsiasi colore politico e di qualsiasi epoca. Questa è la causa principale della decadenza della nostra città, Etica, Civile, Morale. Spero che tra qualche tempo possano scomparire del tutto dalla scena politica locale e poter ricordare, come gli omologhi cinematografici, solo le losche avventure.
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Domenica - 25 marzo 2012 Non cercate coerenza o un filo conduttore o uno stile letterario …vi saranno negati! Questa rubrica sarà solo il passepartout tra me e voi quando io navigherò tra i miei ricordi veri o fantastici, nostrani o internazionali, sociali o spirituali.
E N Z O
M A R I N O
VIAGGI NELLA MEMORIA, VIAGGI NELL’ESTRO
DONNA NANNINA ‘A VAMMANA
E
ra un’ epoca in cui le vammane non erano medici e non avevano neanche una preparazione specifica, bensì, erano solo portatrici di un sapere antico trasmesso da donna a donna attraverso il tempo. Una pratica, quindi, che non conosceva precauzioni igieniche o soluzioni tecniche per una eventuale emergenza ma solo la manualità per aiutare a sgravare. E quando arrivò a Casoria la ventisettenne napoletana Anna De Rosa, vammana “diplomata in sgravi”, sollevò il morale delle femmine evolute e creò nuove aspettative, semmai anche miracolose, in quelle contadinesche perché allora vivere e morire, nascere e abortire avevano lo stesso valore. Una donna laica che, integrandosi nella nostra società, incrementò e rappresentò l’emancipazione femminile casoriana non solo perché titolare di diploma in un’epoca poco scolarizzata ma anche perché donna con idee ed azioni chiare ed evolute. Propugnatrice di vita, fece nascere figli a Casoria per circa settan’anni e in certi periodi prese anche cinque sei parti al giorno. Anche Rita Dalla Chiesa e il sottoscritto nacquero tra le sue mani. Affiancò mitici medici come Gennaro Tamburrini, Ciccio Ferrara, Pasquale Castaldo, Nataluccio Ferrara, Luigi Formicola ed altri e collaborò con l’ospedale Santa Maria della Pietà dei Camilliani fino a 85 anni. Mori a due mesi dal compimento dei suoi cent’anni di vita. “Donna Nannina ‘a vammana aveva lasciato il suo quartiere natio, la chiassosa Sanità, con po’ di tristezza nel cuore, con la voglia matta di levar figli e con una borsa di stoffa arabescata contenitore degli attrezzi del mestiere. Un dono, un frammento di vita di fine ottocento, che la ze maestra volle regalarle per la sua bravura. Oggetto che l’avrebbe poi accompagnata per un bel pezzo nel nuovo secolo. Donna Nannina, classica quadrana di antica schiatta campana, era bassa e robusta, aveva modi aspri ma la bellezza e la forza della gioventù, Fu preceduta, in paese, dalla nomea di vammana dal sapere nuovo, dal fascino di donna moderna. Fu così, con questa pesante borsa che faceva dondolare dalla mano sinistra, fresca fresca di diploma e con l’ansia in corpo della neofita, che si presentò nel vascio di Totonno ‘o ntussucuse, rint ‘o vico dde carruzzelle, uomo ignorante, nullafacente, litigioso e prepotente che l’accolse con mille riverenze ma anche con forti atteggiamenti di gallismo impettito dalla giovane età della levatrice. Totonno era fanatico e attigiuso e pretese la migliore delle vammane per far sgravare la moglie, forse per affetto, forse per garantirsi una sicura discendenza. Ngiulinella gridava come una forsennata, un po’ per travaglio, un po’ per far scena davanti al marito mpicciuso e un po’ per attirare le attenzioni della nuova ostetrica. Donna Nannina le diede un primo sguardo e poi con fare sicuro disse: “Figliò nun fa ‘e vuommeche …cca ce vo tiempe!” E, dato uno sguardo all’ambiente, ne approfittò per ordinare pulizie radicali nella stanza: una lavata con acqua e sapone ai mobili; una sbatacchiata ai materassi pieni di pulci; una battuta ai cavalletti di ferro infestati di cimici; una passata delle lenzuola e biancheria intima nel sale ‘e sole e liscivia e infine una lavata a terra con la scopa brusca con l’acquaforte quello per disinfettare il cesso. Dopo aver litigato con Totonno che riteneva queste cose inutili melensaggini andò via. Ritornò, dopo un’ora con una profumata saponetta Cannavale, denudò la puerpera e in una grande tinozza d’alluminio la lavò dalla testa ai piedi. Mentre le faceva indossare una camicia pulita, notò dei lividi impropri sul corpo della donna che cercava di nasconderli, poi le disse: “Mo si, che puoi ricevere tuo figlio!” All’alba del mattino successivo corse a piedi da San Mauro fino a Santu Jannu per ritrovarsi in quel basso rimesso a nuovo e con Ngiulinella che ormai era pronta a sgravare. Neanche il tempo di indossare un camice che questa incominciò a contorcersi dal dolore mentre il figlio stentava ad uscire. Intanto che donna Nannina manovrava per mettere in posizione il bimbo un trespolo del letto cedette facendo cadere a terra tavole, materasso e partoriente con il bambino mezzo dentro e mezzo fuori dall’utero. Donna Nannina con la testolina tra le mani, per evitargli traumi si lasciò cadere di schianto con le ginocchia a terra e invocando calma alle comari e infondendo sicurezza alla puerpera continuò a far nascere il bimbo che fu messo poi in un cassetto del comò unico posto decente dove poggiarlo. Sistemato la mamma e fasciato bene e dritto il bimbo come un rigido pupazzo, Donna Nannina, s’avviò verso l’uscio quando incrociò Totonno. Lo prese per la giacchetta e lo spinse fuori dal basso in un angolo e minacciandolo con la borsa dei ferri gli intimò di non usare più violenze alla moglie altrimenti se la doveva vedere con lei e la giustizia. Ventisette anni di donna, piccola ma con la forza delle idee incominciò ad imporre la sua personalità a Casoria.
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’ ALITA ATTU
Domenica - 25 marzo 2012
Pasquale D’Anna
direttore@ildomenicaledicasoria.it
I q u a ra nt ’ a n n i d i s a c e rd o z i o d i P a d re N u n z i o D ’ E l i a
F
igura importantissima per la nostra comunità, Padre Nunzio D’Elia festeggerà giovedì 29 marzo i quarant’anni di sacerdozio. Una vita spesa per il prossimo, punto di riferimento assoluto per la collettività religiosa e non solo, un sacerdote innamorato dello studio, dedito alla conoscenza, profondamente radicato nella nostra e nella sua città e partecipe dello spazio e del tempo della realtà che lo circonda. Padre Nunzio è nato a Napoli nel 1945, ma di famiglia di salde origine casoriane, è stato alunno del seminario Maggiore di Napoli e ordinato Sacerdote il 29 marzo del 1972, ove rimase come vice Rettore fino al 1978. Laureato in Teologia presso la Pontificia Facoltà Teologica dell’Italia Meridionale, con una tesi sulla musica sacra, diviene Docente ordinario di Teologia liturgica presso l’Istituto di Scienze Religiose “Donnaregina”. Ricopre con il passar degli anni, incarichi sempre più
prestigiosi: lo troviamo infatti a dirigere dal 1987 al 1999 l’Istituto di Scienze Religiose e nel 1989 è il Presidente delegato del Tribunale Ecclesiastico Regionale Campano. Nel 1985 il Cardinale Giordano, al tempo Arcivescovo di Napoli, conferisce a Don Nunzio la nomina di Direttore dell’Istituto “Donnaregina”. E’ Docente Ordinario di Teologia Liturgica presso l’Istituto di Scienze Religiose. Postulatore della Causa di canonizzazione di Giulia Salzano, Maria Pia Notari, Maria della Passione, Donato Giannotti, ha all’attivo decine di “cause” concluse, tra le quali spiccano oltre alle già citate, quelle di: Gaetano Errico, Caterina Volpicelli, Maria Cristina Brando e molte
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Domenica - 25 marzo 2012
altre, che solo per motivi di spazio non elenchiamo insieme a quelle già riportate. Anche per quanto riguarda l’attività letteraria, ci troviamo di fronte ad una produzione nutrita, ricordiamo tra tutti, i libri dedicati a Giulia Salzano: Maestra di Catechesi e La gioia della Santità. Pensieri e massime. Veramente nutrita la pubblicazione di articoli pubblicati su giornali e riviste di rilievo nazionale, unitamente ad una vasta produzione di recensioni e scritti ad uso degli studenti. Uno dei momenti più importanti della vita di Don Nunzio è sicuramente rappresentato dal “ritorno a casa”. Nel 1995, infatti, Don Nunzio diventa Parroco della Parrocchia di San Paolo. La nuova chiesa del popoloso quartiere casoriano, diventa ben presto, sotto la guida di Don Nunzio, un avamposto “speciale” di fede, operosità e dinamismo spirituale e culturale. Noi de Il Domenicale, facendoci portavoce della intera comunità casoriana, vogliamo sinceramente ringraziarlo, in primo luogo per la fedeltà che a più riprese ha mostrato di avere verso la sua città. Ma anche “fedeltà” nella presenza: non occorre chiedere a nessuno, è noto a tutti che in questi lunghi anni Don Nunzio è stato sempre presente nella sua parrocchia, brevi se non inesistenti le sue vacanze, sempre presente nel suo ufficio pronto a ricevere ed ascoltare chiunque
dal mattino fino a sera. Sempre presente nei momenti di gioia e nei momenti di dolore dei suoi parrocchiani. Nella chiesa di Via Pastore, nel corso di questi lunghi anni ha fortemente messo in campo tutta una serie di iniziative per far sentire le persone “vicine”, decine di idee, di spunti per far arrivare a tutti i parrocchiani ed anche ai cittadini un lembo prezioso di catechesi…rimane comunque una persona che non ha mai amato i riflettori, schivo e sempre riservato, non predilige particolarmente lodi ed elogi, noi gli auguriamo ancora tantissimi anni alla guida della comunità spirituale della sua Parrocchia, nel modo più confacente al suo carattere, dicendogli semplicemente: Grazie Don Nunzio, grazie di cuore…
Cause concluse
1
Super Miro
Ven.
Caterina Volpicelli
1839-1894
12.06.1992
2
Super Miro
Ven.
Domenico Lentini
1770-1828
12.06.1992
3
Inchiesta diocesana
SdD
Madre Colomba di Gesù Ostia (Anna Antonietta Mezzacapo)
1914-1969
20.09.1993
4
Inchiesta diocesana
SdD
Angela Iacobellis
1948-1969
11.10.1993
5
Inchiesta suppletiva
Ven.
Bartolomeo Agricola
1560-1621
11.05.1994
6
Super Miro
SdD
Maria Teresa Fasce
1881-1947
21.11.1994
7
Super Miro
SdD
Giulia Salzano
1846-1929
19.04.1995
8
Inchiesta diocesana
SdD
Eustachio Montemurro
1857-1923
12.06.1995
9
Inchiesta suppletiva
SdD
Angela Iacobellis
1948-1969
30.09.1995
10
Inchiesta suppletiva
SdD
Eustachio Montemurro
1857-1923
20.12.1995
11
Inchiesta suppletiva
Ven.
Domenico Lentini
1770-1828
19.02.1996
12
Inchiesta diocesana
SdD
Donato Giannotti
1828-1914
19.04.1997
13
Inchiesta diocesana
SdD
P. Simpliciano della Natività (Aniello Maresca)
1827-1898
05.06.1999
14
Super Miro
Ven.
Gaetano Errico
1791-1860
15.10.1999
15
Super Miro
SdD
Salvatore Micalizzi
1856-1937
08.06.2000
16
Rogatoria
SdD
S. Ecc.za Mons. Fortunato Maria Farina
1881-1954
16.07.2001
17
Inchiesta diocesana
SdD
Maria Gargani
1892-1973
16.05.2002
18
Inchiesta suppletiva
SdD
Maria Pia della Croce (Maddalena Teresa Rosa Notari)
1847-1919
01.07.2002
19
Inchiesta diocesana
SdD
Francesco Gattola
1822-1899
16.12.2002
20
Inchiesta suppletiva
SdD
Maria Consiglia dello Spirito Santo (Emilia Pasqualina Addatis)
1845-1990
16.07.2003
21
Super Miro
SdD
Maria Serafina del Sacro Cuore (Clotilde Micheli)
1849-1911
26.02.2005
22
Super Miro
Ven.
Maria Giuseppina di Gesù Crocifisso (Giuseppina Catanea)
1894-1948
09.05.2005
23
Inchiesta suppletiva
Ven.
Maria Lorenza Longo
1463-1539
16.05.2005
24
Inchiesta suppletiva
SdD
Maria di Gesù (Maria Anna Landi)
25
Super Miro
Beato
Gaetano Errico
1791-1860
10.12.2005
26
Rogatoria
Beata
Mattia Nazzarei
1253-1320
19.07.2007
27
Super Miro
Beata
Giulia Salzano
1846-1929
08.01.2008
28
Inchiesta diocesana
SdD
Sosio Del Prete
1885-1952
13.12.2008
29
Inchiesta diocesana
SdD
Letizia Zagari
1897-1985
30.10.2010
30
Inchiesta diocesana
SdD
Antonietta Giugliano
1909-1960
11.12.2010
31
Super Miro
Beata
Maria Cristina Brando
1856-1906
08.07.2011
CAUSE IN CORSO 1
Inchiesta Diocesana
SdD
Arturo D’Onofrio
1914-2006
2
Super Miro
Beata
Mattia Nazzarei
1253-1320
3
Super Miro
Ven.
Maria Lorenza Longo
1463-1539
4
Suppletiva
SdD
Berardo Atonna (al secolo Giuseppe)
1843-1917
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TI EVEN
Sonia Tabacco
Domenica - 25 marzo 2012
s.tabacco@ildomenicaledicasoria.it
I
MARZO DONNA OSPITE DELLA C H I E SA D I SA N TA M A R I A D E L L E C I N Q U E P I AG H E P E R R I C O R DA R E L E D O N N E V I T T I M E D I V I O L E N Z A E C A D U T E S U L L AVO RO
l secondo appuntamento di MARZO DONNA è stata occasione gradita per conoscere la comunità che partecipa alla vita parrocchiale della chiesa di Santa Maria Francesca delle Cinque Piaghe sita in Via Nazionale delle Puglie Casoria. Con la messa delle 12,00 di domenica 18 marzo il Comitato Noi donne e Territorio e la comunità parrocchiale ha voluto ricordare le donne vittime di violenza e cadute sul lavoro. Appena giunti, ciò che sorprende e cattura la nostra attenzione è la partecipazione di un gran numero di persone per la messa delle 12,00 (il piazzale antistante era gremito) soprattutto giovani e l’impatto è sicuramente positivo. S’intuisce che si tratta di Una parrocchia viva, ricca di clero ma anche di laici, ben organizzata e diretta
dal brillante e giovane Don Jonas Gianneo. Un oratorio ed una struttura dove ci si accorge da subito che oltre la grandezza dell’ ambiente c’è il lavoro di aggregazione di un sacerdote rigoroso, ma ospitale e soprattutto devoto ai suoi fedeli. Un luogo la parrocchia Santa Maria Francesca delle Cinque Piaghe dove s’investe nelle relazioni, dove si trasmette con amore il messaggio di Cristo, dove si vive l’esperienza dell’incontro con Gesù, si partecipa alla vita di tutti i fedeli con interesse, accogliendo con la dovuta attenzione tutti. E’ qui che si formano i ragazzi, adolescenti e giovani, perché ognuno nella propria età possa conoscere la storia della salvezza e giungere all’intelligenza progressiva della fede, che è elemento indispensabile per la crescita cristiana. Padre Jonas è l’anima della parrocchia, ogni celebrazione liturgica è una grande esperienza spirituale e di vita – ci riferisce un fedele frequentatore della comunità, e questa sensazione l’abbiamo avvertita anche noi. I giovani sono il fulcro dell’attività della parrocchia, infatti, Giovedì 29 Marzo, alle ore 20.00 il Vescovo Ausiliare di Napoli,
S. Ecc.za Mons. Lucio Lemmo, incontrerà i giovani della comunità parrocchiale per un momento di Catechesi e di Preghiera in preparazione alla Santa Pasqua. “Signore ascolta la nostra preghiera infondi nei cuori di tutti gli esseri umani la saggezza della pace, la potenza della giustizia, la gioia dell’amicizia e la forza dell’amore. Donaci la capacità e la forza per poter sempre rispondere all’odio con l’amore. Dio ascolta la nostra preghiera e concedi a tutte le donne e ai bambini vittime di maltrattamenti ed abusi la forza di vivere sempre nella tua pace. Tu che puoi con uno sguardo, una parola, guarisci chi è nel peccato e quanti ancora brancolano nel dolore, non soffermandosi sulla tua croce, sulla tua rinascita, sulla tua luce. L’amore, quello vero, quello con la “A” maiuscola, viene troppo spesso dimenticato, non considerato se non per dire solo che è “superato”. Questo il messaggio del Comitato Noi Donne e Territorio, letto durante la celebrazione alla presenza del Sindaco di Casoria Enzo Carfora, del coordinatore di Cittadinanzattiva di Casoria e di tantissimi fedeli.
Domenica - 25 marzo 2012
T EVEN
“ La Redazione”
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N o i D o n n e e Te rrit o ri o s a l u t a i l p e rc o rs o Marzo Donna
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oi donne e territorio conclude il percorso “Marzo donna” con l’ultima iniziativa, Donne Lavoro e Formazione, nella sede della CGIL di Afragola. Nata da un confronto di posizioni e di relazioni di rete tra associazioni, mondo della politica, sindacati, istituzioni e cittadini, realizzata da Antonella Perna, Susi Pagliuca, Angela Uliano, Sonia Tabacco e Valentina Chiaiese, l’iniziativa ha attraversato dubbi e prospettive all’interno di un riposizionamento della donna nella società, una società in cui la crisi socio-economica e politica ha costi molto alti per le famiglie e le categorie sociali più deboli. Giovani e donne sono le due espressioni sociali più ai margini di un sistema economico in pieno immobilismo. Introduce e modera Susi Pagliuca attraverso una lettura delle pari opportunità a tutela del principio democratico dell’equità sociale da esercitarsi con una più equa distribuzione di risorse, in tutte le fasi e a tutti i livelli delle politiche pubbliche. Si chiedono misure che non solo sappiano guardare alle diverse possibilità di espressione dei singoli individui, uomini e donne, ma che creino condizioni di
sviluppo in quei settori in cui la donna appare più penalizzata, welfare e lavoro, salute e benessere, rappresentanza democratica. L’ idea di fondo e’ quella di riconoscere alla donna quel giusto protagonismo in una visione di crescita del Paese e dei nostri territori, attraversati da condizioni di degrado sociale ed ambientale, da immobilismo economico, da impoverimento culturale. Un sistema produttivo che non sa rispondere alla grave crisi produce condizioni di rischio criminalitá ed un basso livello della vita. Da dove partire se non dalla scuola e dalla formazione per una nuova politica economica che sappia investire su crescita e sviluppo? L’On. Angela Cortese, consigliera regionale PD, partendo dalla crisi che si sta consumando in questi giorni, intorno alla riforma del lavoro, traccia un’ipotesi di riposizionamento nell’agenda politica della problematica del lavoro, in termini di occupazione, ed a tutela di un principio costituzionale, che deve essere difeso ridefinendo il rapporto tra formazione ed istruzione e mercato del lavoro. E, sulla formazione, insiste Antonella Pagliara, responsabile CGIL del settore comunicazione, in una prospettiva di tempi di conciliazione e di vita. L’intervento di Antonella Pepe, Segretaria regionale dei Giovani Democratici, risulta appassionato nella lucida e dura analisi di una crisi che ha privato un’intera generazione, quella dei giovani,
della possibilità di costruire progetti professionali e di vita. Antonella Pacilio, responsabile provinciale del NIDIL, sindacato dei lavoratori atipici, ci parla di precarizzazione declinata nelle varie tipologie di lavoro e di contratti a progetto, che penalizzano tanto le donne quanto i giovani. Andrea Cavucci rappresentante regionale della UGL ha messo in luce lo scollamento del rapporto tra parte sindacale e parte politica, che spesso genera inadempienza politica, rispetto alla difficile condizione dei lavoratori. A chiusura dei lavori, la segreteria provinciale della Camera del Lavoro CGIL, Teresa Potenza, ripercorrendo alcune argomentazioni del dibattito, e con attenzione all’art. 18, ci segnala gli ultimi sviluppi di una crisi che si sta consumando, in queste ore sul tema del Lavoro. Lavoro Formazione ed Istruzione tre aspetti da riformulare in una direzione nuova, in tempi di crisi, che si caratterizza in una dimensione europea. I saluti di Antonio Andreozzi sono accompagnati da una riflessione sulle problematiche di lavoro che alcune nostre donne del territorio stanno vivendo e dall’impegno ad affiancare questo difficile processo nella ricerca di soluzioni.
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FORUM DELLA GIOVENTU' DELLA CITTA' DI CASORIA COMUNICATO STAMPA Il Forum della Gioventù della Città di Casoria apre la sua “Settimana”, con una riflessione storica intorno alle grande tragedie, che hanno caratterizzato il secolo scorso. In particolare, la commissione “Lotta alla violenza” del Forum, presieduta da Salvatore Milano, ha scelto di soffermarsi su due eventi, cui la Repubblica Italiana ha riconosciuto il valore esemplare con proprie leggi: Shoah e Foibe. Sabato 24 marzo, a partire dalle 10.00, gli allievi dell'ISIS “Andrea Torrente” potranno condividere la riflessione sul tema, nell'ambito di un convegno dal titolo “L'umanità offesa e il dovere della memoria”, al quale interverranno il dott. Michele Pigliucci, vice presidente nazionale del Comitato “10 Febbraio”, costituito per l'organizzazione delle celebrazioni in memorie delle vittime delle Foibe e degli esuli giuliano-dalmati; e il prof. Guido D'Agostino, che presiede l'Istituto Campano di Storia della Resistenza. Impegni di partito, invece, terranno lontani il Sindaco di Casoria, Vincenzo Carfora, e l'Assessore alla Cultura, Luisa Marro. FORUM DELLA GIOVENTU’ DELLA CITTA’ DI CASORIA. Il percorso di radicamento del Forum della Gioventù sul nostro territorio procede a tappe forzate. Per questo ultimo scorcio di marzo, l’assemblea dell’organismo di partecipazione popolare ha varato la “Settimana del Forum”, un calendario di vari appuntamenti, finalizzati alla condivisione con la comunità delle prime riflessioni, condotte nell’ambito delle commissioni di lavoro. Si apre il 24 marzo prossimo, alle ore 10.00, con un convegno sui genocidi del secolo scorso, organizzato dalla commissione “Lotta alla violenza”, presieduta da Salvatore Milano, che coinvolgerà gli allievi dell’ISIS “Andrea Torrente”. Il successivo 28 marzo sarà la volta poi del “Curriculum Day”, ispirato dalla commissione “Formazione e Lavoro”, e curato da Giuseppe Conte e Raffaele Nocera. A partire dalle ore 16.00, fino alle ore 18.00, tutti i giovani interessati potranno ricevere informazioni e chiarimenti circa la compilazione del curriculum vitae, recandosi presso l’Ufficio Informagiovani, in via De Gasperi 25. La “Settimana del Forum” si chiuderà il 31 marzo, sempre a partire dalle ore 10.00, con un’iniziativa varata dalla commissione “Urbanistica e Sviluppo sostenibile”, e finalizzata alla sensibilizzazione della cittadinanza, e segnatamente dei giovani casoriani, sui temi ambientali in generale, e della raccolta differenziata in particolare. Moderati dal presidente della commissione, Salvatore Boccarossa, i relatori potranno confrontarsi presso la sala convegni della Biblioteca civica. È previsto l’intervento dell’assessore comunale all’ambiente, Pasquale Tignola.
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’ ALITA ATTU
Domenica - 25 marzo 2012
Luca Tramici
l.tramici@gmail.com
R i f i u t i : R a z z i s m o , B u s i n e s s e T u m o ri
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elle aule di Montecitorio, la settimana scorsa, si è ritornato a parlare della questione rifiuti in Campania, si è discusso delle modifiche e della nozione di fiducia al Decreto Ambiente, tra cui spicca il tema inerente alla Campania. Il nodo principale riguarda il trasferimento fuori regione dei rifiuti campani, con le modifiche apportate un emendamento nato dalla Lega, approvato dal governo e dei capigruppo in commissione – la spazzatura dovrà essere smaltita fuori regione solo dopo l’intesa con la singola regione interessata, in precedenza era il governo a stabilire dopo un confronto con le regioni, lo smaltimento dei rifiuti campani in altre regioni. Una sorta di trattamento razzista e xenofobo verso chi invece di aiutare, se ne frega e se ne lava le mani, un comportamento deplorevole e incoerente, giacché gli stessi leghisti, nel 95’ in piena emergenza rifiuti in Lombardia, chiesero assistenza ad altre regioni. Eppure la spazzatura campana per altri imprenditori settentrionali ha fruttato bene, per loro, la mancanza di un ciclo compiuto dei rifiuti in Campania si è rivelata una miniera d’oro e han portato su un bel po’ di quattrini. Ogni tonnellata che arriva nei loro impianti frutta almeno un centinaio d’euro, se si aggiungono i costi di spedizione, si arriva anche a 150. Si tratta di tutti gli scarti provenienti dai siti e dai termovalorizzatori (come quello di Acerra) che incapacitati di assorbire rifiuti, lì inviano a chilometri di distan-
za, come a Trieste che ne accoglie 100 tonnellate il giorno, alcuni varcano anche il Mediterraneo, sulle navi che salpano dal porto di Napoli con carichi da 2700 tonnellate verso l’Olanda, dove gli impianti non hanno sufficiente materiale da bruciare e quindi hanno bisogno di “rinforzi” provenienti dalla Campania per non stare fermi. Un vero è proprio business, che prevede ricavi alti con costi bassi, basti pensare che realizzare un sito di compostaggio ci voglio non più di sei mesi di lavoro, un settore, dove anche la malavita da anni è presente, approfittando di aree libere e finanziamenti quasi statali, agendo senza controllo, danneggiando il nostro territorio e il suo prezioso ambiente. Un traffico reso noto da racconti raccolti dal libro “Gomorra” di Roberto Saviano, dove si evince di accordi tra camorristi, politici e aziende del Nord per trasportare rifiuti tossici, difficilmente smaltibili, abbandonati per anni nel sottosuolo con conseguenze disastrose. Un recente studio raccolto dall’Istituto Superiore di Sanità (Issa) di Strasburgo ha evidenziato: “Ec-
cessi espressivi della mortalità per tumore al polmone, fegato, stomaco, rene e vescica, e di prevalenza delle malformazioni congenite totali, degli arti, del sistema cardiovascolare e dell’apparato urogenitale”, con particolare attenzione nell’area a cavallo tra le province di Napoli e Caserta. Gli studiosi hanno denominato “il triangolo della morte” il tratto maledettamente avvelenato che collega i comuni di Acerra, Aversa e Giugliano, dove si sono sversati e si continuano a sversare rifiuti di ogni in discariche legali ma soprattutto tra le campagne e negli invasi abusivi, a ogni ora del giorno e della notte. Dalle statistiche dello studio sui tumori polmonari si evincono anche dati riguardanti la nostra cittadina, infatti, solo a Casoria, ci sono stati 260 casi. Allora mi chiedo, forse è poco per scatenare allarmismo. Forse è poco per dimostrare un nesso inequivocabile. Forse è abbastanza da chiedere che gli studi siano approfonditi, e che i cittadini che vivono su questi luoghi siano correttamente informati?
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Domenica - 25 marzo 2012
A
margine della descrizione della giornata, organizzata dal comitato NOI DONNE E TERRITORIO il 10 marzo scorso e perfettamente sintetizzata da Marzia Luciano nel suo articolo del numero 19 de “Il Domenicale di Casoria”, vorrei fare delle mie personali riflessioni. Parto subito in contropiede, protestando il mio dissenso verso quelle che sono le politiche “settarie”, qualsiasi esse siano. Non amo le “quote”, quale che ne sia il colore , pur riconoscendone i risultati, almeno quantitativi; non amo un certo tipo di solidarietà di corpo, che genera lobbies e poteri forti. La mia considerazione parte e prende spunto dal video preparato dalle studentesse del ”Gandhi”, di cui parla anche Marzia Luciano. Il video ben fatto, sia nello stile che nella forma, appare scontato nella sfera contenutistica. Premessa la mia inappellabile condanna, ritengo che la mercificazione del corpo femminile rappresenti la degenerazione di una libertà più volte sbandierata come nirvana umano, ed è un fenomeno assolutamente anche capovolto. Pubblicità “inverse”, con corpi maschili in bella evidenza, o con immagini maschili in posizione subalterna rispetto all'immagine femminile, risultano essere all'ordine del giorno. Quindi se c'è un problema di corpi mercificati, di svendita del corpo, esso riguarda il genere umano nella sua interezza, non una sola parte di esso. Evitando gli eccessi, si può magari anche riscoprire, rivalutandone gli aspetti migliori, la dote della bellezza fisica, spesso ormai demonizzata. Anche perché “accusare” la bellezza sa tanto di ipocrisia, di facile generalizzazione, finanche di semplice alibi.
Il discorso è poi passato sulle differenze di genere. Anche qui ci sarebbe da parlare, e scrivere un libro, e anche qui i rischi di banalizzare un argomento tanto interessante sono enormi. Senza filtri, dico la mia: le sole ed uniche reali differenze sono quelle fisiche, naturali, quelle che poi ci uniscono e portano alla procreazione. Le altre differenze quelle di sensibilità, di percezione, ho la vaga idea che siano "culturali"; che esse nascano e si sviluppino in ragione dell’azione di fattori ambientali, per dir così. Se il maschietto gioca con i soldatini e la femminuccia gioca con le bambole, è facile che il maschietto sia in linea di massima, maggiormente tendente alla violenza. E' altresì pensabile che questa differenza, che abbiamo definito socio-culturale, nasca dalle peculiarità strettamente fisiche e anatomiche, per cui il maschio, essendo in linea di massima più forte (muscolarmente parlando) abbia "naturalmente" assunto il compito di "proteggere". D'altro canto oggi come oggi, l'uso della violenza, anche fisica, non è più solo prerogativa maschile(per quanto ancora ampiamente a nostro appannaggio!), e l'aumento della violenza "rosa" si è avuto allorquando i punti di riferimento per le più piccole sono diventate imbattibili eroine guerriere, che hanno mandato in soffitta maghette e Candy Candy! La differenza che nasce “natura” per farsi (e ampliarsi) “cultura”, ha portato alla struttura di una società “biruolo”. Un sistema che, al di là delle valutazioni e dei singoli casi, vedeva nel ruolo maschile un qualcosa “in più", di migliore, rispetto al ruolo femminile. Per metterla in termini pedestri, lavorare e “portare i soldi a casa”
sembrava più soddisfacente che accudire la famiglia. L'emancipazione (termine abusato) “improvvisa” della donna, ha portato allo "sconfinamento" nel ruolo ritenuto migliore, ovvero quello maschile. Benissimo, evviva la competizione umana! Ma a questo punto è necessaria una “rimodulazione” globale. L'alternativa è farsi la "guerra di genere" per il ruolo migliore, o la "pace di genere" ridefinendo, per appunto, i ruoli in tutto e per tutto. Il maschio faccia il passo indietro, "ridimensioni"la sua vita, e si dedichi "anche" alla famiglia; la donna "rivaluti" la sua vita, e si dedichi anche al lavoro. Sarebbe una "rivoluzione sociale", che porti ad un deciso cambio di mentalità: se domani un uomo non lavora, non sia visto come un perdente, un inetto, a parti invertite vale il medesimo discorso per la donna, che rinuncia alla famiglia per il lavoro. E' palese che siamo di fronte a dei mutamenti, che come ci insegna la Storia, sono lenti, macchinosi, incompiuti, sia nella realizzazione pratica, sia nel costume. E' altrettanto palese che il “bi-ruolismo” sia ormai antiquato, prossimo alla disintegrazione. Il problema è che non si sta adeguatamente portando avanti un processo scevro dagli interessi personali, nel nostro caso di genere. Chiedo scusa se ho tediato la vostra domenica con delle considerazioni del tutto personali, da uomo moderno, amante della parità completa. di F.M.
Domenica - 25 marzo 2012
Domenica - 25 marzo 2012
st! Mo Ba
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Gianni Bianco
gianni.biancogb@libero.it
U n a lt ro p a s s o ava nt i
L
o scetticismo napoletano è stato da sempre una delle migliori armi del potere, quello vero e quello finto. Il vero scetticismo napoletano in parte giustificato dalle tante delusioni, quello finto, parlo sempre dello scetticismo, sono una serie di atteggiamenti tesi a sminuire, ridicolizzare e a volte offendere l’impegno e le iniziative altrui. Sono costoro ben guidati dai loro padroni politici e da servi fedeli quali sono, hanno spesso saputo fare il loro dovere, infangando, insultando, denigrando. Quando, nel mese di settembre dello scorso anno, invitato dalla Federconsumatori napoletana ad aderire al Comitato MO’ BAST!, la paura che avvenisse quello di cui prima ho parlato era forte. Avevano fatto il conto senza l’oste. La raccolta di firme, non dimentichiamo, per la sostenere una Petizione indirizzata alla Comunità europea, denominata Mo’ Bast!, che aveva quale principio fondamentale, l’eliminazione della discriminazione tariffaria degli automobilisti e motociclisti virtuosi napoletani. L’invito a firmare stavolta ha saputo catturare, sin dall’inizio, una serie di consensi e di adesioni che in breve tempo hanno determinato la sottoscrizione di ottantatremila firme. Le argomentazioni proposte sono state discusse a Bruxelles. Alla presenza della Commissione europea per le Petizioni, presieduta dall’on. Erminia Mazzoni, la delegazione capeggiata da Gabriella Gambardella ha ottenuto un risultato. L’assemblea di Strasburgo ha discusso dell’indirizzo dettato dalla Commissione petizioni, ha indirizzato una lettera al Governo italiano, all’Isvap (Istituto di tutela degli automobilisti), tesa a eliminare la discriminazione perpetuata ai danni degli automobilisti virtuosi del Sud, dei Napoletani in particolare. Qualche settimana successiva, la Commissione lavoro del Senato della Senato
ha votato a maggioranza un emendamento (Pontone-Esposito), per stabilire una tariffa unica nazionale per gli automobilisti virtuosi. L’emendamento è contenuto all’interno del Pacchetto liberalizzazioni che il Governo, dopo il voto positivo del Senato, incassato quello della Camera convertirà in legge. La lobby delle assicurazioni ha tentato, stanno tentando ancora, in ogni modo, di intervenire per “modificare” questo indirizzo proposto dal Comitato promotore, sostenuto dal Senato e dalla Camera dei Deputati, passando per l’Assemblea della Comunità europea. La risposta a oggi alla Lobby delle assicurazioni è stata “NO”. Ultima iniziativa lodevole in ordine di tempo di Luigi De Magistris Sindaco di Napoli, non dimentichiamo essere stato tra i primi firmatari della petizione. “La giunta del Comune di Napoli del sindaco De Magistris ha annunciato la stipula di due convenzioni che daranno vita alla tariffa “Rca Napoli Virtuosa” per offrire ai cittadini napoletani polizze auto a prezzi abbordabili. Le due convenzioni riguarderanno la compagnia inglese Conte del gruppo Admiral e Viasat, leader in Europa per i sistemi satellitari”. I punti principali della Convenzione Rca Napoli Virtuosa: alla tariffa in convenzione, di cui ancora non si hanno notizie degli sconti, non riguarderà tutti i cittadini ma solo quelli considerati appunto “virtuosi”e residenti a Napoli città. I dubbi e le domande degli utenti interessati sono tanti, vediamo quindi di ricapitolare i punti principali che riguarderanno la convenzione “Rca Napoli Virtuosa“: - solo i cittadini residenti a Napoli città potranno usufruire della convenzione - la convenzione varrà per qualsiasi classe di merito - sono compresi nella convenzione anche i
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motocicli - la Convenzione inizierà dall’estate 2012 - la Convenzione non è in esclusiva per le due aziende coinvolte - obbligo per i convenzionati a montare la scatola nera ( a carico della compagnia) - sono considerati virtuosi coloro che sono in regola con il pagamento delle imposte e non sono stati coinvolti in un numero rilevante di incidenti (parametri in fase di valutazione). Purtroppo l’iniziativa riguarderà solo la città di Napoli mancano all’appello la Provincia di Napoli e la Regione Campania, speriamo in un recupero futuro. Una cosa è certa comunque, si è avviata una rivoluzione che alla fine riguarderà gli altri cittadini campani, che vivono questa vergognosa discriminazione. Concludo con una proposta concreta, il Comitato Mo’ Bast! Casoria e la Federconsumatori, chiederanno un incontro al Sindaco Carfora per sottoscrivere una convenzione analoga a quella firmata da De Magistris, per far si che anche i cittadini Casoriani possano ottenere i vantaggi dei cittadini napoletani. Prima o poi vedrete che altri Sindaci faranno la stessa cosa e finalmente, forse per la prima volta un diritto non sarà trasformato in favore. Si sono uniti all’iniziativa dall’ultimo aggiornamento, Libero pensiero e i Giovani Democratici, potete trovarli in Villa comunale domenica 25 per raccogliere le firme, che serviranno a continuare la lotta per i giovani neopatentati, i motociclisti e chi nell’anno non ha procurato sinistri. Ringrazio inoltre l’amico Ciro Galiero e il Comitato Castagna per aver contribuito anch’essi alla raccolta delle firme. Aspettiamo altri giovani di qualsiasi orientamento politico, associazioni e comitati. La democrazia dalle nostre parti bisogna sapersela conquistare, non la regala nessuno.
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’ ALITA ATTU
Marzia Luciano
Domenica - 25 marzo 2012
marzialuciano_@libero.it
R i s o rs e m ai sf ru t t ate
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om’è risaputo, la nostra città vanta un passato in cui sono radicate numerose figure religiose, lustro del nostro territorio, tra cui spiccano le seguenti: Ludovico da Casoria, beatificato nel 1993, Madre Giulia Salzano e Suor Maria Cristina Brando, beatificate entrambe nel 2003 e la prima canonizzata nel 2010. Padre Ludovico, il cui nome originario era Arcangelo Palmentieri, fu un francescano molto attento alla cultura dei diritti assistenziali, disponibile, umile, caritatevole ed altruista, stimato dai papi Pio IX e Leone XIII, sostenuto dai re delle Due Sicilie Ferdinando II e Francesco II e fondatore in Italia di oltre duecento istituti e collegi, che si seppe distinguere come uno degli iniziatori di quell’opera di rinnovamento spirituale di cui si sentiva tanto la necessità. Fu beatificato il 18 aprile 1993 da Giovanni Paolo II in Piazza San Pietro a Roma. Madre Giulia Salzano, trasferitasi a Casoria nel lontano 1865 per svolgere il suo incarico di insegnante nella scuola comunale, fu molto
Alberto Simonetti
simonettiumberto@libero.it
influenzata dal Beato Padre Ludovico, che contribuì alla sua formazione spirituale e che consentì la maturazione di quel forte sentimento religioso che la spinse a fondare, insieme ad altre amiche, la Congregazione delle “Suore Catechiste del S. Cuore”. Scopo principale della comunità era quello di diffondere l’insegnamento catechistico e la sua attività fu grandemente apprezzata; tra le altre cose, lo spirito amorevole e comprensivo della Santa fu sempre aperto a giovani, mamme, soldati e a chiunque altro avesse bisogno di conforto o aiuto. La Causa di beatificazione fu iniziata nell’Aprile 1974 e terminata nel 2003 con il dovuto riconoscimento conferito da Giovanni Paolo II, insieme all’altra beata casoriana. Maria Cristina Brando, fondatrice delle “Suore Vittime Espiatrici di Gesù Sacramentato”, si stabilì a Casoria sempre su suggerimento di Ludovico da Casoria e, nonostante le iniziali difficoltà, la sua Congregazione potè presto contare su un’alta affluenza di membri, arrivando ad ottenere, nel 1897, l’approvazione canonica dalla Santa Sede. La donna fu superiora generale dell’istituto da lei fondato e agì sempre contraddistinta da una forte umiltà, da un puro candore e da una tale devozione da divenire, poi, un
esempio senza tempo di immensa spiritualità. Ad ogni modo, se l’esemplarità di queste figure è celebrata ad opera di quanti posseggono una ricca educazione religiosa, d’altro canto è sottovalutata da quanti faticano a soffermarsi sulla loro importanza culturale. Come se non bastasse, a ricoprire un ruolo sempre di minore risalto sono i monumenti presenti sul territorio, che testimoniano la storia di una città poco approfondita. La Chiesa di San Mauro, sita nel centro storico di Casoria, e la Chiesa di San Benedetto, tipici esempi di arte barocca, la Chiesa di Santa Maria delle Grazie, in stile rococò, il settecentesco Palazzo Rocco dei conti Rocco di Torrepadula e molti altri sono solo alcune delle tante dimostrazioni di un turismo sia religioso che artistico mai adeguatamente utilizzato dalle istituzioni e troppo spesso oggetto dell’indifferenza della popolazione, ignara di poter contare su una tale, ingente ricchezza.
Inizia il mese Ludoviciano il Fraticello attira tanti fedeli !!
S
i e’ tenuto Domenica 18 Marzo presso l’Oasi del Beato Padre Ludovico da Casoria la giornata iniziale delle manifestazioni in onore del fraticello Casoriano Padre Ludovico da Casoria. L’evento organizzato dall’ Associazione “il Carboncino della Fraternita’” in collaborazione con le Suore Bigie Elisabettine, ha a avuto nella sua giornata iniziale una buona risposta da parte della popolazione. Si e’ esibito sul palco il coro “Direzione Gospel”, diretto dal maestro Patrizia Iovino che, con i suoi bravi coristi, ha coinvolto tutti i presenti emozionando non poco. Un plauso va’ agli organizzatori ed alle Suore che riescono
sempre con la loro ospitalita’ ad organizzare momenti di grande aggregazione e adesione cristiana. Momenti molto graditi e partecipati sono stati quelli in cui il coro si è esibito in Happy Days ed altri pezzi ritmati; infatti, gran parte del pubblico ha iniziato a ballare ed intonare le note della canzone con grande coinvolgimento. Ad occuparsi della sicurezza dell’evento come sempre le Associazioni di Protezione Civile, Folgore ed Aquile particolarmente legate alla figura del Beato e che come sempre sono disponibili a collaborare per eventi tenuti sul territorio Cittadino. Presenti anche il Sindaco Vincenzo Carfora e
l’assessore Marro. Gli eventi continueranno con cerimonie religiose, sagre e momenti di aggregazione fino al 31 Marzo quando si terrà nella Chiesa di S. Antonio Abate in Via Duca di Aosta, la Va edizione della “Corrida”.
Nota IL COMITATO NOI DONNE E TERRITORIO RINGRAZIA TUTTE LE ASSOCIAZIONI DI PROTEZIONE CIVILE
DI CASORIA CHE HANNO CONTRIBUITO CON LA LORO PRESENZA ALLA TUTELA DELLA SICUREZZA ED ALLA BUONA RIUSCITA DEL PRIMO APPUNTAMENTO DI “MARZO DONNA” SABATO 10 MARZO PRESSO LA SALA CONFERENZE DELL’ISTITUTO TORRENTE DI CASORIA. GRAZIE DI CUORE A TUTTI…!!
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’ ALITA ATTU
“di Raffaele Nocera”
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Contributi Agevolati
urtroppo, tra le varie inefficienze Italiane, il mancato utilizzo dei fondi che mette a disposizione la Comunità Europea per la crescita e lo sviluppo, è proprio un punto dolente ed in un momento di Crisi come quello che stiamo attraversando è davvero sconvolgente, e giorno dopo giorno si perdono e si lasciano scadere bandi interessantissimi. Le ragioni per cui l’ Italia è sempre così in ritardo rispetto ai contributi che gli si mette a disposizione è principalmente quella che gli italiani non conoscono le opportunità che ci sono, se ne parla tanto in tv, ma il Governo ed i nostri rappresentati politici ed anche i tanti professionisti spesso, purtroppo, non attenti a queste tematiche, non fanno nulla per informare il popolo e le Imprese su come attingere a questi fondi che rappresentano un mezzo di sviluppo fondamentale in paesi come: Finlandia, Bulgaria, Spagna,Francia etc. Anche gli stessi Enti Pubblici Italiani, non sono, spesso, in grado di usufruire di queste agevolazioni, mi basta pensare ai tantissimi bandi che sono passati per le mie mani in questi ultimi anni: finanziamenti rivolti alla costruzione di stadi, arene, spazi per eventi, ville comunali, spazi verdi oppure bandi rivolti ad esempio all’ICT, all’ informatizzazione dei Comuni e così via, dove la Comunità Europea finanzia la totale realizzazione, ma che spesso la mancanza di preparazione da parti dei nostri rappresentanti politici e dei loro “tecnici”, non permette all’Ente interessato di parteciparvi con un
progetto valido. Come sempre in questo triste panorama Italiano, la nostra amata regione Campania, spicca sempre per inefficienza, infatti, la quasi totalità dei fondi Europei di Sviluppo Regionale 2007-2013, precisamente sono stati stanziati 3,9 Miliardi di Euro, risultano ad oggi, a 4 anni dal loro stanziamento, quasi del tutto inutilizzati, con meno dell’ 8% dei fondi impegnati: il problema principale resta l’ incapacità delle amministrazioni locali di requisire fondi sul territorio per cofinanziare i progetti sponsorizzati da Bruxelles. Attualmente, è importante evidenziare e far conoscere i contributi agevolati messi a disposizione per le Imprese in fase di Start up da Invitalia, l'Agenzia nazionale per l'attrazione degli investimenti e lo sviluppo d'impresa che agisce su mandato del Governo per accrescere la competitività del Paese. Di particolare interesse e di non difficile presentazione della domanda è l’Autoimpiego (D. Lgs 185/2000 Tit. II), dove l 'Agenzia sostiene la realizzazione e l' avvio di piccole attività imprenditoriali: • Lavoro Autonomo(in forma di ditta individuale). Investimenti previsti non superiori a € 25.823 più € 5.000 per le spese di gestione. • Microimpresa(in forma di società di persone). Investimenti previsti non superiori a € 129.114 più € 15.0000 per le spese di gestione.
• Franchising(in forma di ditta individuale o di società) I contributi deliberati ed erogati sono al 50% a fondo perduto e al 50% da restituire con Mutuo a tasso agevolato con rata trimestrale. Gli unici requisiti necessari per la presentazione della domanda sono che il proponente sia Disoccupato (nel caso di Sas o Snc, basta che lo sia, il socio amministratore e che detiene perlomeno il 51% delle quote) e la residenza dei soci e la sede legale, operativa e amministrativa deve essere ubicata nel territorio nazionale. Le agevolazioni finanziarie previste riguardano: gli investimenti, la gestione ed i servizi di assistenza tecnica e gestionale.Per accedere alle agevolazioni occorre presentare una domanda contenente il piano d' impresa che descriva la validità tecnica, economica e finanziaria dell'iniziativa, inoltre, è previsto un colloquio finalizzato alla verifica del possesso delle conoscenze e competenze necessarie alla realizzazione dell'iniziativa proposta. Spesso, questo tipo di opportunità, possono sembrare agli occhi dei giovani imprenditori, irraggiungibili e impossibili da attuare, invece basta rischiare un po’ di più per la propria idea imprenditoriale e farsi affiancare da un professionista preparato e competente del settore.
Raffaele Dott. Nocera Dottorando di ricerca in Economia e Regolazione delle Amministrazioni Pubbliche - Consulente Finanza Agevolata
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Emiliana Cresci
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emiliana.cresci@yahoo.it
O z p et e k : u n a “ m a g n i f i c a p re s e n z a ” n e l c i n e m a it a l i a n o
D
a sfondo una Roma vista attraverso gli occhi di un giovane, Pietro Pontechievello, interpretato dal grande Elio Germano. Pietro è un ventottenne siciliano gay (non è un tema portante, avrebbe potuto essere anche un eterosessuale, ma nel suo caso specifico è una caratteristica che amplia la sua sensibilità), arrivato nella capitale per diventare attore, nel frattempo si procura da vivere facendo cornetti e brioche di notte e vivendo dalla cugina Maria, un’esilarante Paola Minaccioni, finchè non gli si presenta l’occasione di prendere in affitto un grande appartamento d’epoca a Monteverde, dove finalmente può vivere da solo e da uomo libero. Pietro è così staccato dalla realtà, che nella sua fascinosa abitazione comincia a vedere strane presenze. Hanno abiti eleganti e retrò, pettinature d’altri tempi e un trucco marcato e curato. E solo Pietro è il prescelto, solo lui può vedere questi attori defunti e parlare con loro. Al suo nono film, Ferzan Ozpetek riprende tutti i temi che contraddistinguono il suo cinema: dall’omosessualità alla famiglia allargata, dal riemergere del passato alla cucina. Gli “otto personaggi in cerca di….salvezza”, sono fantasmi di attori di teatro degli anni Quaranta, e precisamente tutti componenti della Compagnia teatrale Apollonio (interpretati da Beppe Fiorello, Margherita Buy, Vittoria Puccini,Claudia Potenza, Cem Yil-
maz, Andrea Bosca, Ambrogio Maestri e il piccolo Matteo Salvino), scomparsi in circostanze misteriose nel ’43 e intrappolati da anni in quella casa, e lì ora recitano e vivono, tra Realtà e Finzione (le parole d’ordine e chiave del film). Punto di forza del film è la recitazione degli attori, come sempre molto curata da Ferzan Ozpetek. Alcune sono presenze costanti nei suoi film: Margherita Buy, Celm Yilmaz. I nuovi arrivi invece: Beppe Fiorello, Vittoria Puccini, ma anche (e a sorpresa) Mauro Coruzzi alias Platinette nei panni di un autoritaria Badessa a capo di un atelier clandestino con trans laboriose che creano costumi, addobbi e oggetti di scena. Lo svelamento finale, invece, è affidato ad un nome mitico del teatro italiano, Anna Proclemer, nei panni di una vecchia diva sopravvissuta. Per quanto riguarda Elio Germano, sembra che nessuno sia immune dal suo fascino recitativo; lo stesso Ferzan riferisce: “Un regista s’innamora sempre perdutamente del suo interprete, mi era successo con Giovanna Mezzogiorno per la Finestra di fronte, e ora è accaduto con lui.
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Amo la sua innocenza contadina e il talento, è la prima volta che ci lavoro, ed è entrato nella mia vita come quando d'improvviso senti l'aria nuova della primavera e ti metti in maglietta”. Già un successo al box office, in cui è secondo con quasi un milione e 200.000 euro dietro al francese "Quasi amici", arrivato a quasi otto. Da sottofondo ritmi orientali di musica turca si miscelano a ritmi latini, ed in particolare in una scena, ad una conga. La musica in Ozpetek, altro elemento essenziale, è sempre coinvolgente e riesce a toccare le giuste corde dell’anima. Nel finale, un pò confuso, con i fantasmi ormai liberi che tornano tra le quinte, immaginiamo quasi che la situazione si sia rovesciata e che Germano sia ora la presenza fuori posto (per un brevissimo istante, un richiamo al film The Others) in un mondo che non permette in fondo ad alcuno di esprimere davvero se stesso e all’ambiguità che è un po’ in ognuno di noi. Una grande virtù, infatti, sarebbe saper guardare oltre e accogliere; accogliere il diverso e addirittura le fantasie, quello che è ma anche quello che forse non è.
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O TEATR
Domenica - 25 marzo 2012
Eduardo Paola edu80@libero.it
I l “ M iraco l o a Teat ro ” d i San ch ez e M el il l o
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all’8 al 18 marzo, al Teatro Totò di Napoli è andato in scena lo spettacolo “Miracolo a Teatro”, scritto ed interpretato da Diego Sanchez con Angela Melillo e Francesco Mastandrea. Diretta da Gaetano Liguori, la commedia espone tematiche che appartengono alla vita reale, in particolare alla vita reale del teatro. “Miracolo a Teatro” tratta delle difficoltà economiche e logistiche in cui sono costretti a barcamenarsi le compagnie teatrali, sempre di più afflitte da una crisi economica e sociale che colpisce ferocemente il settore dello spettacolo. Proprio dalle difficoltà nasce la comicità del testo di Sanchez, che accompagna gli spettatori verso il sospirato debutto di una sgangherata compagnia teatrale, debutto che viene preceduto da un fatto davvero particolare quanto imprevedibile: il protagonista, stressato dalla fatica delle prove e deluso dalla presenza di discutibili personaggi che calcano le scene italiane, decide di abbandonare tutto e diventare un clochard. Ed è a questo punto della storia che accade il miracolo. Dal cielo viene inviata sulla
Terra un improbabile angelo, interpretato dalla bella e brava Angela Melillo, che avrà il compito di ridare fiducia in sé stesso al deluso artista. Il primo atto, ambientato sulle
tavole di un teatro abbandonato destinato a diventare un supermercato, si svolge tra canzoni, balletti ed esilaranti sketch comici ed è concepito quasi come uno spettacolo vissuto dal protagonista Diego Sanchez, durante il quale inizia il suo racconto in cui svela fatti e misfatti della difficile vita degli artisti di teatro. Il secondo atto diventa un musical che ogni artista sogna di fare almeno
una volta nella vita. L’ottima regia di Gaetano Liguori si muove su due piani distinti: il sottile filo del surreale e lo splendore di una rivista dei bei tempi ormai lontani. Diego Sanchez si è riconfermato ancora una volta grande mattatore in scena, coinvolgendo il pubblico con risate e applausi a scena aperta. Bravi anche tutti gli altri attori del cast che hanno contribuito a dare alla vicenda un certo ritmo. Il pubblico numeroso con entusiasmo e generosità ha tributato un lungo applauso alla fine della rappresentazione. In scena, oltre ai protagonisti Sanchez, Melillo e Mastandrea, hanno partecipato Ciro Salatino, Nino Cacace, Vincenzo Ammirati, Lorena Bartoli e il corpo di ballo formato da sei ballerine. Le scene sono state firmate di Tonino Di Ronza, le coreografie da Deborah Fiore e M. Cristina Maglione e le musiche sono state curate da Diego Perris.
Domenica - 25 marzo 2012
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LI NAPO
Pasquale Lucchese napoledano@libero.it
Napoli: “in finale si va”!
M
issione compiuta. Il 20 prossimo maggio, il Napoli parteciperà alla finale di Coppa Italia, a Roma. Cesena (2-1), Inter (20) e Siena (1-2 2-0) le tappe, non difficilissime, che hanno portato la squadra di Mazzarri a presentarsi all'Olimpico al cospetto della Juve. Premessa: la rivalità con l'ambiente Juve sta toccando vette particolarmente alte, ben oltre il livello accettabile. Sono il primo a non amarli (eufemismo!), a considerarli più nemici che avversari (altro eufemismo!); ma onde evitare degenerazioni, proporrei di porre un freno. Questi due mesi che ci separano dalla finalissima non si trasformino in una “carneficina” di link, di offese, accuse. Non è la retorica del “politically correct”; nemmeno “sportività” tout court. Ognuno pensasse alla propria squadra, alla propria fede. Ben vengano le “gufate”, i famosi sfottò: ma non diventi uno stillicidio. Peraltro, prima del 20 maggio, il Napoli ha un'altra missione da portare a termine. Non so voi, ma non si attenua il rammarico. Rivoglio quella musichetta! Faccio ammenda: è vero ci è costata molto, ma ci ha anche “insegnato” molto (si spera!); è vero l'avevo un po' “presa in antipatia”(!): ma mi manca. Insomma la missione è chiara. Il punto di Udine, conquistato in rimonta, è, in quest'ottica, prezioso. La settimana di “fuoco”, da mercoledì 14 a mercoledì 21, va in archivio con una sconfitta amarissima, un pareggio d'oro e una vittoria “da finale”. Il bilancio è tutto sommato positivo, benchè la squadra appaia stanca, come
si evince dalla sfida con il Siena. La semifinale di ritorno con i toscani è tutto fuorché un match facile. Si parte dal 2-1 bianconero, conseguito al termine di una nostra pessima
prestazione nella città del Palio, e si affronta una squadra abbordabile, ma tignosa. Il primo tempo è tutto di marca partenopea: avvio sprint, e al minuto 10 scardiniamo la difesa toscana. Su una punizione del Pocho, Cavani si avventa sul pallone, ma il tocco decisivo è di Vergassola: autorete e Napoli in vantaggio. L'1-0 basterebbe, ma il Napoli, giustamente, non si accontenta. Cavani prima sfiora il raddoppio, poi lo trova. Mezz'ora di gioco: contropiede fulmineo, semplicemente da manuale del calcio, tocchi di prima, precisi, perfetti, scambio di alta classe tra i tre tenori, e rete del Matador. Da applausi. Da vedere, ammirare, e mostrare ai ragazzi delle scuole calcio. Inler con una bordata ci prova da fuori: bravo a sventare il pericolo, il loro estremo difensore. Il primo tempo lascia presagire una ripresa in scioltezza, e magari il gol della sicurezza; finanche una scorpacciata di reti.
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Invece, nella ripresa sono i senesi a registrare una supremazia, di fatto sterile, ma fastidiosa. A testimonianza di una superiorità tecnica che pende decisamente a nostro favore, siamo noi, nonostante un brutto secondo tempo, ad avere due nitide palle gol, ma Pochino e Marek sprecano. Stanchezza fisica, mentale, “paura” del traguardo, o paradossalmente l’impressione di averlo già acquisito: queste le plausibili spiegazioni, per una ripresa al di sotto delle nostre potenzialità. Il limite di una “rosa” un po' corta, o comunque non livellata sempre verso l'alto, le scelte “fisse” del mister, l'inesperienza, la mancanza di abitudini a certi palcoscenici, emergono e chiaramente vanno ad incidere sulla tenuta fisica e mentale dei giocatori. Alla società spetta, nella prossima sessione di mercato, intervenire su questi aspetti, che appaiono estremamente chiari. Al mister, alla squadra, allo staff medico, a noi tifosi, il compito di vivere al meglio questo rush finale, superando qualsivoglia difficoltà. Una su tutte: l'assenza di Maggio,probabilmente per un mese. Le parole post-gara di Mazzarri fanno venire i brividi, ma bisogna saper trovare le contromisure; così come all' evidente calo fisico denunciato nei secondi 45 minuti. Coraggio, grinta, fame di successi, consapevolezza di essere “nei pressi” dei traguardi. In sostanza aggredire e sbranare queste ultime 11 finali, senza paura e senza calcoli, con rabbia e passione, fischiettando quelle note...e poi...poi sarà 20 maggio, undicesima finale.
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T SPOR
Domenica - 25 marzo 2012
Valerio Cresci
vcresci@gmail.com
A spasso nel calcio
NO ALLA TESSERAâ&#x20AC;Ś.e alla FIDELITY Card?
N
o alla tessera! Ă&#x2C6; diventato il coro piĂš cantato in tutti gli stadi dâ&#x20AC;&#x2122;Italia, gli ultrĂ urlano a squarciagola il loro rifiuto contro la tessera del tifoso, voluta dallâ&#x20AC;&#x2122;ex ministro dellâ&#x20AC;&#x2122;Interno Roberto Maroni nellâ&#x20AC;&#x2122;agosto del 2009, ma obbligatoria per tutte le squadre di serie A, B e Lega Pro, dalla stagione calcistica 2010/2011. Ma cosâ&#x20AC;&#x2122;è la tessera? La tessera del tifoso è uno strumento di â&#x20AC;&#x153;fidelizzazioneâ&#x20AC;? adottato dalle societĂ di calcio. Questo progetto lanciato dallâ&#x20AC;&#x2122;Osservatorio si è posto lâ&#x20AC;&#x2122;obiettivo di creare la categoria dei â&#x20AC;&#x153;tifosi ufficialiâ&#x20AC;? mediante lâ&#x20AC;&#x2122;uso di un documento elettronico, delle dimensioni di un bancomat, a cui sono associati diversi servizi. Ma dalla stagione 2010/2011 è anche uno strumento essenziale per potersi abbonare alla propria squadra e poterla seguire in trasferta. Allora perchĂŠ è tanto criticata e contestata dai gruppi ultrĂ ? Semplice: secondo il Ministero dellâ&#x20AC;&#x2122;Interno, sono esclusi dal programma i condannati per reati da stadio (anche con sentenza non definitiva) entro i 5 anni successivi alla condanna e coloro che sono sottoposti a Daspo (acronimo di Divieto di Accedere alle manifestazioni Sportive). Quindi trasferte vietate e meno scontri tra ultras appartenenti a colori e fedi calcistiche diverse. Maroni a inizio campionato commentava: â&#x20AC;&#x153;Da quando è nato il programma della â&#x20AC;&#x153;Tessera del tifosoâ&#x20AC;? sono state rilasciate 809.000 tessere a fronte di 888.000 richieste. Un risultato, in due anni, che è andato aldilĂ delle mie
aspettative. Il campionato scorso è stato quello con meno incidenti - ha continuato Maroni nell'intervista - meno feriti, meno poliziotti feriti, -36% rispetto al precedente. E abbiamo ottenuto questi risultati utilizzando meno uomini e donne della polizia di Stato,
-6%, con un risparmio di risorse umane e finanziarie che ci ha permesso di utilizzare i poliziotti in altre e piĂš importanti attivitĂ e questo anche e non solo grazie alla tessera del tifoso.â&#x20AC;? Dati alla mano, se reali, come si può dar torto a Maroni? E invece a dicembre 2011 è intervenuta una sentenza del Consiglio di Stato che ha accolto l'appello presentato da Codacons e Federsupporter contro la decisione del Tar del Lazio che aveva respinto il ricorso avverso la tessera del tifoso, presentato dalle due organizzazioni. Il Consiglio di Stato ha precisato che lâ&#x20AC;&#x2122;abbinamento inscindibile tra il rilascio della tessera del tifoso e la sottoscrizione di un contratto con un partner bancario per
il rilascio di una carta di credito prepagata potrebbe condizionare indebitamente la libertĂ di scelta del tifoso-utente e potrebbe pertanto assumere i tratti di una pratica commerciale scorretta ai sensi del Codice del consumo. Gli ultrĂ hanno gioito alla sentenza inutilmente poichĂŠ è stato dichiarato illegittimo lâ&#x20AC;&#x2122;abbinamento tra tessera del tifoso e carta bancaria, ma non la tessera e i suoi metodi di prevenzione contro la violenza negli stadi. Infatti dalla prossima stagione la tessera del tifoso andrĂ in pensione, verrĂ però sostituita dalla Fidelity Card di cui si sa poco o nulla, ma sulla quale giĂ sono state registrate le polemiche degli addetti ai lavori. Maroni ha commentato: â&#x20AC;?Hanno vinto le tifoserie ultrĂ e violente, hanno vinto quelle societĂ di calcio come la Roma, di cui è tifosissima il ministro Cancellieri, che mai avevano accettato le regoleâ&#x20AC;?. Mentre il Capo della Polizia Manganelli ha dichiarato: â&#x20AC;?La tessera del tifoso resterĂ quella che è oggi, in quanto rappresenta lo strumento di fidelizzazione del tifoso verso la societĂ di appartenenza ,non è un passo indietro rispetto a quanto previsto dal ministro Maroni dal momento che alla base della stessa fidelity card ci sono caratteristiche proprie della tessera del tifoso". Dichiarazioni in antitesi e del tutto contrastanti. Perciò faranno bene gli ultrĂ a non esultare troppo perchĂŠ da quello che si capisce è cambiato il nome, ma non il contenuto. Si scrive Fidelity Card ma si leggerĂ ancora Tessera del tifoso.
Domenica - 25 marzo 2012
T SPOR
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Sonia Tabacco s.tabacco@ildomenicaledicasoria.it
P i c c o l e p ro m e s s e S p e r i a m o n e l l o ro f u t u ro d a c a m p i o n i . . . !
U
n campione in erba di calcio, anno 2000, da due anni frequenta la A.S.D. NAPOLI NORD dopo essere stato tesserato allo “Sporting Casoria” e ed essere passato dalla scuderia della scuola calcio “Mariano Keller” distinguendosi sempre nel ruolo di attaccante sinistro e vincendo vari tornei e coppe. E’ un mancino naturale, Enrico Righi, ma abile anche di destro e con il “vizio” del dribbling. Da tre anni è campione imbattuto dello Juventus - Cube, primo nella classifica nazionale per la categoria 2000. Un Baby fenomeno già paragonato a campioni affermati. L’A.S.D. ha intravisto in lui capacità tecniche e fisiche, ma soprattutto ha captato tutti i messaggi di forza che arrivano dal ragazzo : abnegazione alla costruzione del ruolo, volontà di sacrificio, amore per lo sport. A 11 anni si può solo intuire che un ragazzo ha delle doti, ma il percorso è lungo, sia dal punto di vista tecnico, che umano, i preparatori sanno che le aspettative sono tante, ma i ragazzi vanno inseriti in un progetto di aggregazione e di gioco continuo. E’ importante far capire ai ragazzi lo spirito di sacrificio a cui vanno incontro, di lealtà al gioco. E’ fondamentale inserirli anche in uno specifico programma di preparazione interiore, con l'aiuto dei genitori, accompagnatori, per fortificarli anche mentalmente. Il calcio per Enrico, ma come per tante altre giovani promesse come lui, è maestro di vita, gli insegna a saper godere delle vittorie e saper incassa-
re ogni sconfitta, meditando sugli errori individuali e di squadra e spronandolo a saper migliorare con l’impegno e la costanza. Tra poco partirà con la sua squadra per un torneo organizzato dalla sua Società A.S.D. NAPOLI NORD e dalla società del Siena. La competizione si svolgerà a Norma (LT) ed impegnerà i ragazzi dal 4 al 7 aprile. Il successivo impegno importante di Enrico sarà a luglio, infatti, è stato chiamato per uno stage, che premia il suo piazzamento imbattuto nella classifica della Juventus – Cube. Il nostro piccolo campione si trasferirà a Baldonecchio per 15 giorni e sarà sottoposto ad osservazione da parte del club. Questa sarà l’occasione per trovare le chiavi giuste, tecniche e soprattutto umane del ragazzo, per capire meglio come si delineerà il suo futuro calcistico, oltre al fatto che gli verrà data la possibilità di conoscere i campioni della Juve ed i dirigenti della società. Oggi le società sportive sono molto più attente alle giovani promesse, ed anche i ragazzi sono più consapevoli di ciò. In passato si giocava ore e ore per strada, in campetti improvvisati, a batti muro, si vedevano poche partite; oggi è tutto più organizzato, le società sportive impongono un regime di partecipazione particolare; si deve giocare solo sul campo verde, si lavora con le stesse tecniche delle grandi squadre, si seguono esercizi fisici particolari, si insegnano le tattiche, solitamente simili a quelle adottate nelle grandi competizioni, ed
anche i ragazzini si impegnano ad emulare le finte dei grandi campioni che vedono in tv. Questo perché i ragazzi che passano di categoria devono essere già pronti per i campionati successivi. L’istruzione scolastica è fondamentale anche per le società sportive, infatti, Enrico è monitorato dalla sua affinchè non manchi mai anche il risultato scolastico. Il nostro piccolo campione ha un sogno: diventare un bravo calciatore, ma è consapevole, grazie anche alla buona educazione impartita da Giuseppe e Rita (suoi genitori) che la meta sarà difficile da raggiungere e che richiederà tanti sacrifici e tante rinunce. Il suo volto però s’illumina di gioia anche solo tenendo il pallone tra le mani. Sappiamo che non è giusto considerare un undicenne già un fenomeno, anche se da più parti arrivano messaggi incoraggianti, ma francamente ci piace gratificare un ragazzo che sta impegnando tutte le sue forze per realizzare il suo sogno. Ci piace appoggiare la scelta di una famiglia che s’impegna nel seguirlo, educandolo ai valori fondamentali della vita: continuità e uniformità, ma anche umiltà e serietà. Ci piace, dunque, essere partecipi delle sue conquiste e premiarlo degnamente. Auguri per tutto, Enrico…!!
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Domenica - 25 marzo 2012
AC CRON
Rosaria Ascolese
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rosaria.ascolese@libero.it
La strage di Tolosa … Terrorismo, razzismo o ignoranza???
E
' successo in un attimo, davanti alla scuola ebraica di Tolosa, nel sudovest della Francia: un killer con il casco, su uno scooter nero, ha aperto il fuoco sui bambini fermi al punto di raduno di tutte le mattine. A perdere la vita un professore, Yonathan Sandler, 30 anni, rabbino che insegnava religione, materie ebraiche, con le sue due figlie Arieh di 6 e Gabriel di 3. Uccisa anche una bimba di 10 anni figlia del direttore dell'istituto. Anche un adolescente di 17 anni è stato gravemente ferito e si trova in fin di vita all'ospedale di Tolosa. La polizia francese ha attuato una vera e propria caccia all’uomo per fermare il killer responsabile di questa strage. Si è seguita la pista del fanatismo neonazista e del terrorismo politico religioso. Grazie all’aiuto di alcuni testimoni, che hanno dichiarato di aver notato una telecamera appesa al collo del criminale e dopo essersi accertati che l’assassino sia lo stesso uomo che pochi giorni prima con la stessa arma e usando la stessa moto, una Yamaha T-Max 500, risultata rubata, ha ucciso tre militari paracadutisti di origini maghrebine negli agguati di Tolosa e Montauban, la polizia francese è riuscita in poco tempo a rintracciare il criminale che si era già barricato in casa sua. Mohamed Merah ( 23 anni ) è il nome di
questo pazzo omicida, che ha resistito più di 24 ore all’assedio della polizia che ha circondato l’edifici alle ore 3 di mercoledì 21 marzo. Mohamed era pieno di armi fino al collo e la polizia non sapendo di che tipo di armi
dispone non sapeva bene come muoversi, vista anche la volontà espressa dal Presidente Francese Nicolas Sarkozy di catturare l’uomo vivo, per cercare di sapere i nomi di eventuali complici o se c’è comunque il pericolo di altri attacchi. Il Presidente Francese infatti, nelle stesse ore ha dichiarato uno stato di massima allerta nella regione del Midi-Pirenei. Il piano antiterrorismo prevede delle misure cautelari molto strette per prevenire nuovi attacchi. E’ stato sospeso il trasporto pubblico nelle città,
sospeso anche il traffico aereo civile ed è stata limitata o del tutto sospesa, in alcune zone, la distribuzione dell’acqua dai rubinetti. Dopo 32 ore di assedio la polizia francese ha deciso di effettuare alle ore 10,00 del giorno 22 marzo un blitz. Si sono addentrati nell’ appartamento in cui si nascondeva Merah, il quale ha cominciato a sparare all’impazzata sui poliziotti con un mitra, ferendone tre. Dopo di che vedendosi braccato ha deciso di lanciarsi dalla finestra. Tutta questa vicenda comunque ci aiuta a capire che anche se siamo oramai nel 21° secolo, anche se con la tecnologia sono stati fatti passi da gigante e le persone sono cambiate, si sono adeguate ai cambiamenti moderni della vita, ci sono persone, popoli, intere culture che non cambieranno mai, che avranno sempre pregiudizi politici e soprattutto razziali nei confronti di persone come gli ebrei, che in realtà si sono bene integrate nella società odierna, proprio come quei militari, o come quei bambini. Questi attacchi difficilmente cesseranno e delle brave persone che le vittime di questa brutta storia dovranno sempre vivere con la paura, con il terrore che un giorno prima o poi qualcosa del genere capiti anche a loro o peggio ancora a qualche loro caro.
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Domenica - 25 marzo 2012
’ ALITA ATTU
Gelsomina D’Anna
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B e ne det t a P rim avera
a ragazza contestavo apertamente mia madre per il suo modo di porsi verso la vita ; in particolare mi risultava incomprensibile la sua conclamata metereopatia : era capace di essere triste e depressa con il cielo scuro e allegra e vivace appena faceva capolino un timido accenno di sole. La gioventù esige la felicità, pretende il sorriso, detesta tutto ciò che non sia leggerezza e benessere. Con gli anni mi sono lentamente ma inesorabilmente portata sulla sua posizione e posso dire, senza ombra di incertezza, che finalmente oggi , 20 marzo, equinozio di primavera dell’anno domini 2012, mi è di nuovo ritornato il buonumore. Questo inverno è stato duro sia dal punto di vista meteorologico , con la neve apparsa su tutto il nostro Paese, ma soprattutto si è aperta una nuova stagione politica con la fine del governo Berlusconi e con l’avvio di un periodo di riforme che definire strutturali sarebbe poco, ad opera di un overno tecnico presieduto da Monti. Le riforme che si vogliono attuare, che si devono attuare, per il diktat imposto dalla compagine europea, impongono sacrifici e rinunce. I cittadini italiani sono spaventati ma allo stesso tempo hanno intuito che il vento è cambiato e che gli sprechi e la corruzione del passato hanno prodotto i mali del presente, a cui bisogna
C
dare una soluzione.Dal macrocosmo al microcosmo, vorrei fare una riflessione su ciò che accade nella mia città di origine, che è sempre, nel cuore, la mia casa…Apprendo dagli articoli del Domenicale di Casoria , che tanto successo sta riscuotendo e dalle cui pagine si evince un sincero e forte affetto per la nostra cittadina, che si attraversa un momento difficile e che le promesse del cambiamento sono ormai solo tristi ed inutili proclami, vuoti di significato.Questo governo della città ha deluso profondamente le aspettative e siamo di nuovo ripiombati nelle solite querelles di stampo spartitorio, nella lottizzazione del potere tout court. Ad aggravare le cose una mancanza di dialogo tra maggioranza ed opposizione rende la situazione, se possibile, ancora più complicata ; la tristezza diventa costernazione quando apprendo che la critica non è accettata e si ripaga la riflessione e la passione politica con le bugie e la malafede. Non voglio fare difese d’ufficio, sarebbe puerile e banale, ma mi auguro che la critica e il diritto di evidenziare le mancanze e gli sbagli di un’amministrazione possano sortire un effetto diverso ; quando si crede di essere sempre nel giusto , al di là di prove inconfutabili e clamorose, si cede al peccato dell’arroganza e al vizio capitale della superbia ( desiderio irrefrenabile di essere
superiori, fino al disprezzo di ordini, leggi, rispetto altrui). In questa bellissima giornata di primavera ho fatto una breve passeggiata per le strade della mia amata cittadina; il sole illuminava via Pio XII , l’aria tiepida costringeva a liberarsi dalle ormai insopportabili giacche invernali, i volti dei passanti erano sorridenti , alcune persone anziane sedevano tranquille sulle panchine lungo la strada, frotte di studenti delle scuole medie ed elementari sciamavano lungo i marciapiedi inondati dal sole primaverile, sudati e felici per la fine della giornata scolastica. Ho realizzato che questa umanità così bella e variegata ha diritto ad un futuro migliore, ad un governo cittadino che possa assicurare giustizia ed equità sociale, spazi verdi e di aggregazione, in un clima di collaborazione e di rispetto reciproco. La primavera riporta la speranza e spero che questo accada anche nella politica ; la storia dell’umanità ci insegna che dopo la tempesta arriva sempre il sereno, dopo l’inverno la primavera, dopo la delusione la speranza. Anche Leopardi, grande pessimista, apriva il cuore all’attesa di un domani migliore:Garzoncello scherzoso/cotesta età fiorita/è come un giorno di allegrezza pieno/ giorno chiaro, sereno/ che precorre alla festa di tua vita.
Lions Afragola, 2000 euro alle ragazze madri, spettacolo-evento il 24 Marzo
ARDITO – Un torneo di burraco per aiutare le ragazze le madri che versano in difficoltà economiche. L’idea è stata attuata dal Lions Club “Castello Angioino” di Afragola, presieduto da Gennaro Argiento, che ha tenuto l’evento presso il ristorante del centro commerciale “La Masseria” i cui proprietari, Giuseppe e Vincenzo Credendino, hanno messo a disposizione gentilmente la struttura. La serata si è svolta grazie al prezioso aiuto degli sponsor locali, che hanno donato i premi in palio per il gioco, mentre la ditta farmaceutica all’ingrosso “Eufarma”, del dottor Raffaele Marzano, ha raddoppiato la quota raccolta. La somma totale, infatti, è stata di circa 2000 euro, con cui è stato acquistato del latte in polvere, che verrà consegnato il 24 marzo prossimo, durante una manifestazione pubblica, alle associazioni Onlus “Amici di Giancarlo” di Caivano, parrocchia S. Michele e Camillo di Afragola e le Dame di San Vincenzo della chiesa Caivanese di Maria Santissima di Campiglione; “Per il sorriso di un bambino”, è in programma sabato 24 marzo prossimo presso il cine-teatro “Gelsomino di Afragola”, ospiti le autorità locali, intrattenimento con il gruppo musicale “I Maya”. E’ ormai da quasi un decennio che il Lions Club “Afragola Castello Angioino” organizza annualmente uno spettacolo-evento per aiutare le persone meno abbienti residenti nella difficile zona che comprende i comuni cosiddetti a nord di Napoli. Presente pure Francesco Credendino, in rappresentanza del gruppo Gvc, gli organizzatori ringraziano i seguenti sponsor: Kalos arredamenti, Prestigio Gioielli, Pasticceria Le Rose, Dea Gioielli, Centro Commerciale “La Masseria”, gioielleria Capece, Scuola Professionale Moda di Annamaria Bassolino, gioielleria-orologeria De Giorgio, l’Isola dei Fiori e gioielli Dmp.
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LE SOCIA
Domenica - 25 marzo 2012
Pina Savorra
pinacaribe@hotmail.it
Il ritorno del “Branco”
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eggendo i giornali e ascoltando le varie interviste a personaggi politici, per la maggior parte donne, si evidenzia un coro unanime di determinazione e partecipazione commossa di fronte ad una violenza alle donne che sembra diventata “indomabile”. Si utilizzano termini legati al mondo animale, si parla di ferocia e di branco riferendosi all’azione che viene prodotta e a ciò che viene procurato a chi risulta “la parte debole”. Inevitabilmente mi vien da pensare al mondo animale, a quel mondo che viene mostrato dai documentari di Nature, il mondo che l’essere umano sta insistentemente distruggendo. Penso ai lupi che per sfamarsi scendono a valle e che per garantire la sopravvivenza ai loro piccoli uccidono e depredano senza esitazione, che rispettano la legge del branco che per natura, ci ha insegnato chi siamo e cosa siamo, che ha fatto scrivere milioni di libri ad altrettanti sociologi, psicologi e ricercatori dello scibile umano. Mi chiedo cos’è che differenzia l’essere umano? Lascio al lettore la risposta. Inevitabilmente il mio pensiero va alla storia delle donne, una storia ricca di eventi importanti, di grandi passi fatti per l’umanità, ma anche di soprusi e lotte per la sopravvivenza in un “mondo branco”, una storia passata che puntualmente si ripresenta oggi così e si presenterà in futuro lontano. I numeri offerti dagli esperti di violenza alle donne, così come quelli sotto-
lineati in televisione, ci dicono chiaramente che siamo in guerra, una guerra senza scampo. E ancora il mio pensiero va all’8 marzo, e alle donne che si dipingevano il volto di fiori, a Sanremo con tre donne vincitrici, alla fiaba “La topolina presuntuosa”e a mia figlia. Forse, io credo che potrebbe esser giunto il momento di pensare su cosa si stia sbagliando, su cosa non abbiamo ancora pensato in tema di violenza alle donne che ci può salvare dall’ errore che ci rende ancora vulnerabili ed ignoranti. Ancora non si sente l’esigenza di parlare indistintamente, in tema di violenza alle donne, di diritti alla vita e di libertà di espressione della persona. Di diritti universali che ci rendono unici biologicamente e psicologicamente ed in quanto tali, in grado di far valere la propria dignità di persona. Colui che maltratta e violenta lo fa a prescindere dall’appartenenza di genere, colui che lede un diritto lo fa a prescindere dall’età, dalla classe sociale, dalla cultura e dalle tradizioni, dall’ambiente e dal contesto, dall’identità di genere. In quanto psicologa e psicoterapeuta, penso ad un “mondo” che ha bisogno di vedere e rivedere sulla pubblica piazza i segni tangibili della mortificazione e del degrado umano, della miseria di cui si è fatti solo per farne momentanea conversazione, lontana dalla propria vita, come un cancro che può colpire solo il vicino di casa. La storia di una violenza è la storia di una vita
qualunque, di una persona come tante che è stata bambina e che magari ha creduto di fare grandi o piccole cose quando sarebbe cresciuta. La storia di una violenza si ferma nel silenzio e continua nell’ignoranza del contatto con il mondo esterno, nel dolore delle parole dette ed urlate a chi non ha orecchie per ascoltare e mente per sentire. Quel mondo senza scrupoli che sonda, tasta e giudica in maniera morbosa. Mi viene in mente il volto deturpato dal dolore di Sophia Loren e lo sguardo rivolto a sua figlia nel film “La ciociara” mentre “il branco” le violentava, ed il mio pensiero vola al giorno in cui seppi di essere in attesa di mia figlia. Quel giorno le scrissi una lettera, volevo dirle quanto ero felice di saperla dentro di me e quanto non avrei mai voluto dirle che il mondo che l’attendava fuori, era un mondo difficile e duro da affrontare per noi donne, fatto di prevaricazione e pregiudizi, di insulti all’intelligenza e di offese continue ai diritti dell’umanità della quale, molte volte, sembrava che noi non ne facessimo parte. Del “mondo-branco” ne faceva parte chiunque, senza differenza di genere, e di questo, la mia bambina ne doveva sempre tener conto, ma non per questo non esser fiera di essere una donna, un privilegio della vita…oggi lei mi risponde che “è importante arrivare in cima al monte, è lì che si dimostra la maturità”.
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Domenica - 25 marzo 2012
AL ATTU
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ITA’
Mario Romano
mario.romano65@gmail.com
L ’ e c o n o m ia dei dis ast ri
N
el suo saggio Shock Economy, pubblicato nel 2007, la giornalista canadese Naomi Klein, arrivata giovanissima alla notorietà mondiale con No Logo (2000), raccoglie le sue acute osservazioni sulla cosiddetta economia dei disastri. Di cosa si tratta? L’Economia dei disastri è, secondo la Klein, una strategia politica ed economica finalizzata a sfruttare un qualsiasi grave stato di crisi incombente (alcune volte indotto) su uno stato o su una regione del mondo. Per destrutturarne, se non abbattere, il sistema politico preesistente. In pratica la giornalista canadese individua uno specifico apparato finanziario e politico che in occasione di una seria disgrazia è pronto ad intervenire per rimuovere tutte quelle barriere e condizioni che precedentemente ne impedivano la piena affermazione o supremazia. Questo apparato vede in un cataclisma, sia esso climatico o tellurico, politico o economico, una grande occasione per rimediare ai limiti e ai freni della struttura politica che reggono quel paese o quella parte del mondo. Così tsunami, inondazioni, terremoti, attacchi militari o terroristici, carestie e rovine economiche diventano quasi piaghe divine inflitte all’Egitto dei sistemi dello schiavismo economico dipendente dalla presenza statale e allo stesso tempo la stura verso l’agognata terra promessa delle libertà economiche. In realtà questo apparato si muove su più livelli, uno dottrinario, rappre-
sentato dalle teorie economiche ultraliberiste, che trovavano in Milton Friedmann il proprio ideologo; uno politico, interpretato principalmente dalla lunga amministrazione Bush; uno più propriamente economico, che è poi lo scopo stesso, anzi, in termini marxiani, la struttura che regge tutto l’impianto. Perché sia chiaro, però, la Klein, quando parla di economia, intende interessi economici di gruppi o persone, che approfittano della disgrazie per averne un vantaggio o un guadagno. Non diversamente dall’imprenditore edile Piscicelli, che nella notte del terremoto dell’Aquila rideva al pensiero di quanto avrebbe potuto guadagnarci. La Klein definisce la dottrina propugnata da Friedman (morto nel 2006) “dottrina dello shock” e cita in proposito le parole dello stesso economista liberista : “Soltanto una crisi – reale o percepita – produce vero cambiamento. Quando quella crisi si verifica, le azioni intraprese dipendono dalle idee che circolano. Questa, io credo, è la nostra funzione principale: sviluppare alternative alle politiche esistenti, mantenerle in vita e disponibili finché il politicamente impossibile diventa politicamente inevitabile”. In pratica l’apparato deve essere pronto ad approfittare dell’occasione e a proporsi come l’unico capace di offrire una soluzione. Si tratta di sfruttare psicologicamente la situazione, come quando un gruppo in preda al panico assegna la leader-
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ship al primo che urla e richiama tutti all’ordine. La propria ricetta deve apparire l’unica terapia idonea a risolvere lo shock. Nel generale disorientamento l’affermazione della terapia crea anche i presupposti per il consolidamento della posizione acquisita nella politica, nell’economia, nella cultura e nella comunicazione. Sotto questo punto di vista la strategia inaspettatamente ricorda molto da vicino quella leninista, che permise a bolscevichi di prendere il potere in Russia. Una vicinanza strategica e, ça va sans dire, non ideologica. Certo, il particolare accento critico posto dalla Klein, a molti che hanno vissuto quegli anni, rischia di far riandare con la memoria alle teorie sull’imperialismo americano in voga negli anni settanta, che tante menti hanno traviato e indotto alla violenza, ma il suo libro, molto ben documentato e ben scritto, resta nella tradizione americana, volta principalmente alla difesa delle libertà e garanzie democratiche. Del resto, come si fa a non riconoscere l’attualità italiana in queste parole scritte nel 2007: “Molti di questi paesi erano democrazie, ma le radicali trasformazioni economiche non sono state imposte democraticamente. Al contrario: come Friedman aveva ben compreso, l’atmosfera generale di crisi forniva il necessario pretesto per ignorare i desideri espressi dagli elettori e consegnare il Paese a economisti tecnocrati”.
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30 “ La Redazione”
’ ALITA ATTU
Domenica - 25 marzo 2012
L’ottimismo è il profumo della vita... addio Tonino!!
N
ato il 16 marzo del 1920 in Romagna, si laurea in pedagogia presso l'Università di Urbino (1946), con una tesi orale sulla poesia dialettale". Membro del circolo di poeti "El circal de giudeizi”, con l'attività di sceneggiatore, Guerra raggiunge la popolarità. All'inizio degli anni Sessanta lavora con Antonioni a L'avventura, La notte, L'eclisse e Deserto rosso. Collabora con De Sica Collabora in Matrimonio all'italiana, ma è con Fellini che firma i grandi capolavori : Amarcord nel '73, e dopo dieci anni E la nave va. I migliori registi se lo contendono : Angelopoulos, Monicelli, Wenders. Impegnato nel cinema con grande successo, non abbandona la produzione poetica. Ricordiamo la raccolta I bu, poesie in romagnolo con un saggio di Gianfranco Contini. Dopo Miele, tradotto anche in Francia, scrive una favola in italiano dove racconta un ideale viaggio incantato nell’ ex Unione Sovietica, paese della mo-
glie. Il poema La capanna sua produzione vastissima ha un’importanza straordinaria
nella cultura del nostro paese. Oltre alla poesia si dedica all’architettura del paesaggio disegnando fontane, piazze per tutta la sua terra. Artista poliedrico crea installazioni artistiche, mostre permanenti - che egli chiama "I luoghi dell'anima", con i titoli di poesie, "L'orto dei frutti dimenticati", "Il rifugio delle Madonne abbandonate", "La strada delle meridiane", "Il santuario dei pensieri", "L'angelo coi baffi", "Il giardino pietrificato", "L'albero della memoria". Un amore infinito, quello per la sua terra, della quale diceva "mi piace se piove o anche quando la nebbia copre completamente la valle del piccolo affluente del Marecchia, il Messa, e io ho l'impressione di vivere con me stesso". E’ grazie anche alla sua arte se la Romagna si è aperta al mondo. Con i ravennati, che lo hanno sempre seguito con grande affetto, aveva un legame molto speciale. Il 10 novembre 2010 è stato insignito dall’Università di Bologna del Sigillum Magnum. È il padre del noto compositore di musiche per film e sceneggiati
Andrea Guerra. Muore all’età di 92 anni nella sua amata Santarcangelo il 21 marzo 2012, in coincidenza con la celebrazione della Giornata Mondiale della Poesia istituita dall’Unesco. Tonino Guerra lascia un ricordo fortissimo nel mondo del cinema e dell’arte, perchè rappresenta, come soggettista e sceneggiatore, la mente pensante e poetica di gran parte del “Cinema d’Autore” internazionale dal dopoguerra a oggi. Ci ha lasciati il 21 marzo, lo ricorderemo per sempre, come ricorderemo la famosa frase tormentone televisivo che l’ha fatta da padrona nei primi anni 2000, e che lo vide testimonial di una famosa catena di negozi di elettronica. Guerra infatti esclamava: L’ottimismo è il profumo della vita…!! Addio Tonino…!! Riportiamo due brevi poesie in suo ricordo L'aria L’aria l’e cla roba lizira che sta dalonda la tu testa e la dventa piò céra quand che t’roid L’aria è quella cosa leggera, che sta intorno alla tua testa e diventa più chiara quando ridi. Amarcord Lo so, lo so, lo so che un uomo, a 50 anni, ha sempre le mani pulite e io me le lavo due o tre volte al giorno ma è quando mi vedo le mani sporche che io mi ricordo di quando ero ragazzo
Domenica - 25 marzo 2012
“di Aldo Grazzi”
IA POES
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‘O VICO ‘E MASO
‘O vico ‘e Maso mò nun ce sta cchiù, è sparito ch’’e palazze sgarrupate c’’a guerra ‘nfama aveva bumbardate: ce aggio passato ‘a primma giuventù.
Strille, mazzate, tirat’’e capille, male parole e quacche capa rotta. Pure ‘e muorte ce jevene pe’ sotto: tremmavene ‘e paura ‘e piccerille!
Nu zurzo ‘e vino pe’ ffa’ scurdà ‘e guaje e tutte quante ‘nzieme pazziaveno, rerevene, sfuttevene,cantavene. Serate ca nun se scordano maje!
Astritto, scuro, maje na lenza ‘e sole ma vivo, allero e chino ‘e muvimente d’’o vaje e viene ca faceva ‘a ggente e nun mancava ‘o canto d’’e figliole.
Ma tutto po’ ferneva dint’a niente, comme se dice: a tarallucce e vino. Ce steve sempe accordo c’’o vicino tanto c’addeventevene pariente:
P’’a festa ‘o Salvatore, tutte ll’anne, ‘o vico era na festa ‘e lampiuncine. ‘E meglie artiste, ‘nziem’’o cuncertino, quanta canzone jeveno cantanne!
Panare ca saglieveno e scenneveno, for’’e balcune, ch’’e mullune appise, panne ‘e tanta culure sempe stise: comma bannere a ‘o viento se stennevene.
tutte a cumparielle e cummarelle. Si uno nun teneva pe’ magnà, stevene sempe pronte a ll’aiutà. ‘A dummeneca, ‘ncopp’’e furnacelle
E fuje nu juorno ‘e chiste ca ‘ncuntraje ‘a ‘nnammurata mia ca mò m’è sposa. M’avvicenaje e lle rialaje na rosa: scurnosa s’’a pigliaje e j’ m’’a vasaje.
‘O vico se scetava d’’a matina ch’’e vasce ca faceveno rummore spaparanzanne ‘e pporte e caccià fore ll’aria d’’a notte a ccagno ‘e chella fina.
pappuliava ‘a carne p’’o rraù ca ‘ncopp’e maccarune, jh che sapore! Pe’ tutt’’o vico se spannev’addore e for’’e vasce se senteva ‘e cchiù.
J’ chistu vico ‘E Maso nun m’’o scordo! Ce aggio passato ‘a giuvinezza mia addò campavo ‘e suonno e fantasia. Quanta malincunie pe’ sti ricorde!
‘A sveglia spisso ‘a reva ‘o parulano c’’a stesa ‘e voce e ‘o ciuccio c’arragliava. E nun mancava chi s’appiccecava ‘nziem’’a famiglia ca lle reva mano.
Pure si ‘e tiempe erano astruttulille, ‘a ggente nnant’’e vasce s’assettava e ‘a cenulella sempe cumbinava cu panzarotte,zeppule e sciurille.