Anno I - Num er o 9 - 8 g en n aio 2012
NOI SPERIAMO CHE CE LA CAVIAMO...
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Domenica - 8 gennaio 2012
In questo numero pag. 2 La vignetta della settimana
pag.22 Io non capisco
pag. 3 Editoriale
pag.23 Edenlandia e il suo zoo...
pag. 5 La Terra di Mezzo
pag.24 Le “metamorfosi” di Marilyn Monroe
pag. 6 Fermiamoli! furti e rapine....
pag.25 Gli special del processo penale
pag. 7 In Italia già avverata...
pag.27 L’unica cosa di cui aver paura...
pag. 8 Intervista Gennaro Laudiero
pag.27 La paura fa 90...(centesimi)
pag.11 1992...2011 a Casoria nulla...
pag.28 CattiviK
pag.12 Approvato in Giunta Comunale...
pag.29 I disturbi dell’alimentazione...
pag.12 Il Gandhi torna a primeggiare...
pag.30 Salva con nome
pag.13 Riceviamo e pubblichiamo
pag.31 Capodanno 2012...
pag.15 Da Napoli a Bruxelles - Mo Bast! pag.16 Buon Compleanno Euro e.... pag.17 Allarme violenza pag.19 Il “Flashmob”... pag.20 Diversità di vedute... pag.21 Napoli (di Lucchese)
Periodico settimanale a diffusione gratuita Anno I n. 9 - 8 gennaio 2012 Autorizzazione del Tribunale di Napoli n. Reg. 4925 del 28/09/2011 Direttore responsabile: Pasquale D’Anna direttore@ildomenicaledicasoria.it Caporedattore: Sonia Tabacco s.tabacco@ildomenicaledicasoria.it Redazione: Via G. Marconi, 80026 Casoria (NA) redazione@ildomenicaledicasoria.it Stampa: Tuccillo Arti Grafiche Via dell’Indipendenza,37 80021 Afragola (NA) graficatuccillo@libero.it Edito da: Associazione Culturale Kasauri Casoria (NA) associazionekasauri@libero.it Progetto grafico ed impaginazione: Sonia Tabacco Questo numero è stato chiuso in redazione
Giovedi 5 gennaio 2012
Per suggerimenti, critiche, segnalazioni, scrivere a: redazione@ildomenicaledicasor i a . i t
La vignetta della settimana
BUON ANNO NUOVO Non sono ancora nato e già mi stento il pannolino pieno di fase 2
Domenica - 8 gennaio 2012
RIA E D I TO
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LE
Ernesto Valiante
geom.ernestovaliante@libero.it
DA CHE PARTE STA LA MALAFEDE e/o L’IGNORANZA?
C
apisco che le critiche non fanno piacere a cio del Sindaco, che non ha ancora risposto nessuno, soprattutto quando hanno una nei tempi stabiliti dal Regolamento, all’interfondata ragione d’essere, ma quello che non rogazione presentata dai consiglieri comuè accettabile è che si risponda con invettive nali d’opposizione in merito all’argomento del tutto gratuite e fuorvianti. L’intendimento PIU EUROPA ed ultimo il sito informatico dell’articolo sul paventato rischio di decurta- dell’Albo Pretorio comunale, perché pubblica zione dell’importo complessivo di circa 35 le delibere e le determine non sempre accommilioni di euro, originariamente assegnato pagnate dai relativi allegati indispensabili per alla città di Casoria, era volto ad evidenzia- una corretta applicazione delle norme sulla re i ritardi accumulati, nell’ultimo semestre trasparenza degli atti amministrativi. Tutto dell’anno 2011, per la sottoscrizione dell’Accordo di Io sono il Quanto pesa Programma “PIU EURO“Deus ex machina” tenerlo in alto ... PA” tra il Comune di Casoria e la Regione Campania, ma voleva essere anche uno stimolo rivolto all’attuale Amministrazione, affinchè acceleri i tempi dell’iter burocratico, al fine di limitare al massimo i danni scaturenti dalla manovra economica del Governo Monti. Ma così non è stato, perché l’effetto auspicato è stato l’opposto, in quanto ha provocato la reazione spropositata ed irrazionale dell’ex Sen. Tommaso Casillo e attuale Assessore alle Attività Produttive. In un confronto civile e demo- ciò, evidentemente, denota il completo assercratico, seppure a distanza e a mezza stampa, vimento degli uffici d’informazione alla cauva sempre salvaguardato il diritto dovere del- sa del “Deus ex machina”. Per queste ragioni, la replica con contro-deduzioni puntuali ai e non per fare della semplice e sterile polemirilievi mossi, ma non si comprende l’uso im- ca, che poco o nulla interessa l’opinione pubproprio di aggettivi offensivi come: la malafe- blica, mi corre l’obbligo di ritornare, anche a de e/o l’ignoranza. Se poi il proposito dell’ex costo di sembrare lezioso e ripetitivo, sull’arSenatore è quello di screditare chi la pensa gomento. Il PIU EUROPA è uno dei prodiversamente, credo, con tutta franchezza, grammi con cui la Regione Campania utilizza che abbia sbagliato l’indirizzo e il bersaglio, i fondi FESR e FSE per il periodo 2007/2013. anche perchè l’utilizzo di una determinata L’obiettivo principale è quello di sviluppare terminologia, tipica delle forme coercitive, maggiormente il tessuto economico e sociaè stato largamente superato dall’evoluzione le e migliorare la qualità della vita del paese. dei tempi. Il convincimento di quanto detto, L’Amministrazione di centro destra, in linea nasce anche dal comportamento discutibile con gli indirizzi guida regionali, negli anni degli uffici comunali ed in particolare: l’uffi- 2009/2010, firmò il Protocollo d’Intesa con la cio stampa che ha omesso di pubblicare sul Regione Campania e approvò definitivamensito della rassegna stampa la replica del sot- te il D.O.S. (Documento di Orientamento toscritto all’intervista dell’ex Senatore; l’uffi- Strategico). Restavano, quindi, solo le attività
propedeutiche per la sottoscrizione dell’Accordo di Programma. Con l’insediamento del Commissario Straordinario, a seguito dello scioglimento anticipato del Consiglio Comunale, con Delibera n. 114 dell’8 giugno 2011, fu rivisto il programma con l’indicazione delle scelte prioritarie degli interventi, in relazione alle determinazioni della Regione Campania su paventati tagli rispetto all’importo assegnato alla Città di Casoria. L’attuale Amministrazione di centro sinistra, a seguito della riunione del 13 luglio 2011, presso gli uffici del coordinatore dell’AGC 16, con Delibera di Giunta n. 59 del 13 settembre 2011, nel prendere atto del superamento dell’esigenza di rimodulare l’importo complessivo assegnato alla Città di Casoria e, sulla necessità di pervenire all’individuazione di una lista di priorità degli interventi, decise di variare l’elenco degli interventi previsti nel programma. E’ apparso chiaro, quindi, la volontà dell’amministrazione di modificare l’impianto progettuale del programma che, di fatto, ha comportato l’allungamento dei tempi, tanto è vero che sono trascorsi sei mesi senza che si sappia una data certa per la sottoscrizione dell’Accordo di Programma. Nel frattempo, il 6 dicembre 2011, è stata varata la manovra economica del Governo che prevede tagli di spesa sui cofinanziamenti nazionali dei fondi strutturali comunitari, così come lo stesso Casillo ha ammesso onestamente. La legge, inoltre, prevede anche l’istituzione di un fondo di compensazione ripartito tra le singole Regioni, sulla base della chiave di riparto dei fondi strutturali 2007/2013 e che per l’utilizzo dello stesso si procederà sulla base dell’ordine cronologico delle richieste entro i limiti della dotazione assegnata ad ogni singola Regione. A rigor di logica, è facile dedurre che tra i continua a pag 4
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E D I TO
RIALE
Domenica - 8 gennaio 2012
segue da pag 3
comuni rientranti nel Programma Integrato Urbano con i fondi FESR e FSE per il periodo 2007/2013, saranno maggiormente tutelati quei comuni che hanno già sottoscritto l’Accordo di Programma con la Regione ed hanno assunto gli impegni di spesa per gli interventi previsti antecedentemente all’entrata in vigore della legge n. 201 del 6 dicembre 2011. Infine, l’ex Senatore Casillo ha dichia-
rato, dall’alto della sua autorevolezza referenziata, che la problematica del PIU EUROPA sarebbe stata discussa nel consiglio comunale del 27 dicembre 2011, ma siccome la seduta consiliare non si è svolta, ciò dimostra ancora una volta che si continua a perdere del tempo prezioso a discapito della città. Consiglierei, quindi, l’ex Senatore e Assessore Casillo, prima di avventurarsi in giudizi affrettati e som-
mari, di prestare maggior attenzione a quello che uno scrive e a quello che poi si dichiara. Ora mi domando, dove sta la malafede e/o l’ignoranza o meglio, da che parte sta la malafede e/o l’ignoranza? La risposta spetta a chi ha avuto la pazienza e la cortesia di leggere.
Di seguito si riporta la replica di Ernesto Valiante, pubblicata su CRONACHE di NAPOLI del 23 Dicembre 2011 (pag.19) e non pubblicata sul sito web del Comune di Casoria.
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Domenica - 8 gennaio 2012
’ ALITA ATTU
Gianni Bianco
gianni.biancogb@libero.it
U
na rapina subita in casa, in ufficio, per strada, ai danni di un imprenditore o di un commerciante, di un anziano o di un ragazzino, la malavita non conosce la parola “umanità”. Dalle nostre parti ci si abitua a tutto, sopportiamo ogni male, ogni maledizione, siamo numeri e cifre per la legge e per i fuorilegge. La Giustizia e la politica meritano un capitolo a parte su questi temi, è pur vero che siamo disincantati e rassegnati, ma cosa produce veramente lo scontro tra i poteri legislativo e quello giudicante, tra politici e magistrati? Una serie di leggi solo a difesa di chi delinque. Qualcuno sicuramente storcerà il naso, mi accuserà di qualunquismo, fascismo, sfascismo e quant’altro, ma da vent’anni a questa parte: la depenalizzazione di reati, il processo breve, quello per direttissima, le pene irrisorie, le carceri piene, le richieste di amnistia o indulto cosa hanno prodotto nella nostra vita? Una totale sfiducia nelle istituzioni. “Poveri fessi” diceva il grande Totò di se stesso, quando interpretava ruoli legati alla normalità di un cittadino e quindi di uno di noi. Siamo in attesa di una Giustizia seria contro una serie d’ingiustizie, lo spettacolo penoso cui assistiamo è di natura politica, sociale, morale, etica, culturale. Queste erano le cose che mi giravano nella mente quando ho saputo della rapina al megastore sportivo Decathlon, quasi in contemporanea la rapina al proprietario della Casa del pesce il sig. Cozzolino, il tentativo di rapina al tabaccaio in Via Pio XII, a quattro passi dai Carabinieri e “dulcis in fundo” il furto del cuore d’oro alla statua del Gesù che domina l’edificio delle Suore del Sacro Cuore. Ho immaginato, da figlio, di vedere mio padre nelle condizioni del sig. Cozzolino, da padre, sapere che a mia figlia qualcuno ha puntato una pistola contro, mentre un suo compare
La Terra di mezzo svuotava le casse. Esisteva a Casoria presso il Comando della Polizia Municipale di Casoria, splendida intuizione del Comandante Pino Napolitano, dal 2001 al 2009 una Centrale Operativa per la videosorveglianza cittadina in sincronia con la Compagnia dei Carabinieri, mi chiedo perché non sia più in funzione? Lasciamo ai nostri vanitosi e svogliati amministratori le riflessioni, alla loro coscienza le scelte e tutto questo a distanza di qualche mese dallo straordinario evento che qualche tempo fa mise insieme gli organi di difesa del territorio, la Prefettura di Napoli, vari Sindaci del circondario, qualche amministratore locale. Quello che accade oggi non è virtuale, ma la realtà di questo Natale di rabbia. Altro capitolo a parte quello dei due Campi Rom del Cantariello e del Bravo, della lingua parlata in qualche rapina: il romeno e delle condizioni di vita degli abitanti, ai limiti della legalità di questo mondo. La vicinanza alle periferie di Napoli di Secondigliano e San Pietro certo non aiuta a risolvere i problemi. Orde di ciclomotori cavalcati da bulli arrivano da quei quartieri per scorrazzare nelle nostre strade, nella migliore delle ipotesi. Casoria funge da avamposto per vecchi e nuovi appetiti da parte della microcriminalità e della delinquenza organizzata, c’è davvero poco da stare allegri. Goethe scolpì una frase sulla città di Napoli che rimarrà, dalla metà del settecento a oggi, la più attendibile per la capitale del Sud: “Napoli, è un paradiso abitato da demoni”. Il perché di quest’anatema è nell’aver palpato con mano i vicoli napoletani infestati di miseria e di sporcizia umana, un Suk o una Casbah nell’Europa dell’Illuminismo e del Regno di Napoli. Quasi duecento anni dopo ritroviamo le stesse scene, descritte magistralmente nel film "La Pelle”, nella canzone “Tammurriata nera”,
nel teatro di Eduardo, la s u a “Napoli milionaria” e ancora “Filumena Marturano”, nei film di Totò, nei libri di Raffaele La Capria. “Addà passà à nuttata” è stata forse la frase maggiormente inflazionata dal dopoguerra agli anni 80’. “Sviluppo e occupazione”, l’ultima illusione, quella di Don Antonio Bassolino da Afragola. Ci sentiamo dire spesso da amici, parenti, conoscenti “Ammà campà pure nuie”, si è tollerato questa frase un Walfare State tutto partenopeo, nessun recupero fiscale per noi napoletani, tutto sulle nostre spalle, tutto dalle nostre tasche. Oggi però le cose sono cambiate, la periferia napoletana, povera di occupazione, di sviluppo industriale, di democrazia economica, sedimenta un nuovo modello di fuorilegge, quello legato al desiderio delle cose che spettano ai ricchi: belle donne, i-phone, auto superaccessoriate, moto da sballo, vita o bonavita, sono cose differenti dal mantenere una famiglia che sembra essere diventato l’ultimo dei problemi per questi nuovi “boss”. Adoro il capolavoro “Il signore degli anelli”, la splendida trilogia di Tolkien e soprattutto trovo tante analogie con la nostra realtà, tra orchi, troll, stregoni e spettri di ogni generi. Noi uomini, le nostre donne, i nostri figli, sappiamo di dover combattere da soli questa guerra, senza l’aiuto di elfi, nani, maghi e hobbit, contro chi ci minaccia, deruba, estorce, specula, sperpera, spreme le nostre tasche per i propri tornaconti. Avviamoci, cittadini, a combattere una lotta impari in questa “Terra di mezzo”, tra paura e indifferenza, emarginazione e povertà, avendo dalla nostra parte comunque la più grande arma: “L’onestà”.
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CRON
Vincenzo Russo
ACA
Domenica - 8 gennaio 2012
vincenzo.ru@libero.it
Fermiamoli! Furti e rapine in aumento nella nostra città
A
Casoria la questione microcriminalità diventa macro. Il sindaco Enzo Carfora aprendo la sua campagna elettorale, con una conferenza stampa all’Hotel Futura, sottolineò con vigore quello che sarebbe stato uno dei quattro punti cardini del suo programma: la sicurezza. La situazione, a distanza di alcuni mesi, è diventata insostenibile. La città è incontrollata e abbandonata nelle mani di baby gang senza controllo, provenienti dai quartieri disagiati di Arzano e Secondigliano, che hanno scelto Casoria quale terra per sollazzarsi con scippi, furti e rapine a tabacchi. Sono i figli di una politica che per anni ha seminato solo erba cattiva e ora non riesce a mettere in atto politiche adatte per cercare di limitare il fenomeno. Gli episodi si susseguono e le autorità politiche non riescono a porvi un freno, l’assalto di qualche anno fa alla Banca Unicredit di via Marconi con la morte dei vigilantes Gerardo Citarelli e Pino Lotta, poi l’uccisione dell’edicolante Antonio Coppola
in via Pietro Nenni, e infine nei giorni scorsi l’aggressione all’imprenditore casoriano, proprietario dell’esercizio commerciale “La casa del pesce”, e la rapina al centro commerciale Decathlon, specializzato nella vendita di attrezzature e abbigliamento sportivo, con banditi che hanno seminato panico e paura tra i circa 300 clienti che affollavano il negozio. Per non parlare del furto perpetrato ai danni dell’istituto “Sacro Cuore”, una seconda volta è stato rubato il cuore della statua del Cristo. Il cuore d’oro rubato pochi mesi fa, era stato sostituito da uno di ottone, ma anche quello è stato portato via. Nei giorni successivi, subito dopo il grave episodio della rapina e dell’aggressione ai danni dell’imprenditore casoriano e della sua famiglia, l’assessore alla sicurezza Tommaso Casillo ha rilasciato un’intervista, a un free press, dicendo: “Occorre intensificare gli sforzi delle Forze dell’Ordine per individuare i responsabili di questi atti criminali". Ancora una volta alle
parole purtroppo non seguono i fatti e i cittadini di Casoria si sentono abbandonati e sconfortati di fronte questa nuova escalation di violenza, minacciati nel bene più prezioso, la loro vita. Eppure le zone ad alto rischio sono conosciute: Via Duca D’Aosta, Via Marconi, la SS 87 nei pressi del bar Business, via Nazionale delle Puglie confinante con Napoli, via Capri. Si potrebbe chiedere un piano d’intervento straordinario per l’ordine pubblico e che sia rafforzato l’organico della locale Stazione dei Carabinieri di Casoria, composta di un numero troppo esiguo di componenti per fronteggiare le numerose e crescenti emergenze di una città popolosa come Casoria. La sicurezza non è salvaguardata soltanto con l’adozione di misure di prevenzione e repressione dei reati, ma comprende anche la tutela dell’interesse generale all’incolumità delle persone, la tutela dei beni e il diritto di vivere in un ambiente civile e decoroso. Queste richieste, per la nostra città, restano la carta da giocare in campagna elettorale e i nostri Governanti non riescono ad allontanarsi dai soliti slogan, mi verrebbe da dire: Anno Nuovo ma con problemi e politica vecchia purtroppo!
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’ ALITA ATTU
Pasquale D’Anna
direttore@ildomenicaledicasoria.it
In Italia già avverata la profezia dei Maya…
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assate le feste, si approssima a grandi falcate il 2012. Un inverno da brividi (e non per le condizioni meteo) si avvicina minaccioso. Di chi è la colpa di tutto questo? Dei mercati, delle speculazioni, dell’inadeguatezza delle classi dirigenti o dell’utopia di una zona euro che è stata fallimentare sin dal momento del suo insediamento? Certamente non si potranno accusare gli stipendi troppo alti dei lavoratori del comparto metalmeccanico, e credo, nemmeno l’assenteismo dei lavoratori della Fiat di Pomigliano o peggio ancora le esose pensioni dei nostri vecchietti. Hanno devastato tutto, salari, pensioni e soprattutto diritti, ora non ci sono più alibi. Il fallimento è il loro fallimento, ma di certo non hanno intenzione di pagare nessun conto. Fini, Bersani, Casini, Berlusconi e tutto il resto della squallida brigata adesso parlano di senso di responsabilità, di sacrifici. Ma sacrifici per cosa? Qual è l’obiettivo sul quale puntare ? Semplice: evitare la catastrofe! E questa “catastrofe” che conseguenze porterà? Come prenderà forma? Nella nostra nazione ormai son tutti convintissimi di quest’assunto: Il Pdl e il Pd, il Corriere della Sera e Repubblica, il grande Presidente della Repubblica e il Professorone di Palazzo Chigi. Ma quale forma prenderà la “catastrofe”? Sarà caratterizzata da un degrado improvviso unito ad un arretramento sociale senza fine? Oppure si materializzerà un poco alla volta? Con grande semplicità si è arrivati a dire che senza le ultime misure lo Stato non
avrebbe avuto i soldi per pagare gli stipendi di dicembre. Nel mentre, la BCE guidata dal “nostro” Draghi ha prestato ai principali istituti di credito quasi 500 miliardi di Euro; le banche, poverine, hanno fornito per questo prestito a garanzia titoli di ogni tipo, alcuni molto vicini al valore della carta igienica. A noi appare chiaro un concetto: si tratta semplicemente di macelleria sociale. Diritti pensionistici cancellati, blocco del turn over che, chiaramente, impedirà l’accesso dei giovani al mondo del lavoro, tanti lavoratori anziani verranno “cacciati” dalle loro aziende e dovranno vivere per anni senza pensione e senza stipendio e “dulcis in fundo” i licenziamenti e la mobilità diventeranno più facili per legge. In tutto questo brucia nello stomaco lo schiaffo dato dalla casta ai cittadini: per loro nessun sacrificio, pensioni e vitalizi da favola che fanno ancora più male e risultano grotteschi, quando la Camera dei Deputati “aumenta” nella buvette di Montecitorio il caffè da 0.70 centesimi a 0.80 centesimi…pensate “10 centesimi”. Non c’è mai fine alla vergogna!!! Tutto questo come lo chiamate? Qui non si tratta di combattere un evento improvviso, ma un momento di depressione senza fine, all’interno del quale i poveri staranno sempre peggio e le condizioni generali sono destinate a incancrenirsi sempre più, almeno fino a quando non ci sarà una radicale svolta politi-
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ca che muterà gli indirizzi economici e il loro segno di classe. Per finire, un episodio che questa settimana ha indotto ad una amara riflessione: la condanna unanime, senza se e senza ma, alle dichiarazioni di Grillo sui raid continui alle sedi di Equitalia. Il Presidente del gruppo Attilio Befera, ha dichiarato: “in un momento di grande difficoltà bisognerebbe avere tutti il massimo senso di responsabilità”. Senso di responsabilità che non sembrano possedere i funzionari di Equitalia che la settimana scorsa hanno “permesso” che una casa venisse messa all’asta e venduta per una cartella non pagata dell’importo di 63 Euro. Inutile dire, che tutto il mondo politico è apparso sdegnato e ha rilasciato dichiarazioni al vetriolo contro il comico genovese. Avvolta nel suo cangiante maglioncino di cachemire la deputata del Pd Serrachiani ha dichiarato: “ è estremamente pericoloso associare agli attentati ad Equitalia la disumanità del sistema esattoriale”. Forse per la giovane e rampante deputata del Pd (che chiaramente, come tutto il resto della pletora dei parlamentari italiani non è stata eletta con il consenso popolare) è “umano” vendere una casa, frutto del lavoro di una vita per una cartella esattoriale di 63 euro. Che disagio, che tristezza e soprattutto che vergogna a dovere essere rappresentato da questa gente.
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8 “di la Redazione”
INTER
VISTA
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IL DOMENICALE INTERVISTA GENNARO LAUDIERO 1 La mancanza nelle sedi istituzionali di SC non inibisce la voglia di legalità che anima il vostro modo di intendere la politica. Un tuo giudizio sui primi mesi dell'amministrazione guidata da Carfora. La politica oggi rappresenta la stessa situazione della crisi globale capitalistica che sta colpendo l’intero sistema economico mondiale, un sistema in crisi per le incapacità dei governi che in questo contesto economico non ha saputo far fronte alle disparità e alla equa distribuzione della ricchezza. Le responsabilità sono da trovarsi nella politica di qualsiasi colore, nei poteri forti e nelle banche, infatti, si sta verificando un attacco frontale allo stato sociale e alla gestione pubblica, in nome della gestione privata, del mercato. La democrazia è ormai ridotta ad una semplice delega in bianco, con la sovranità popolare consegnata nelle mani delle tranquillità dei mercati. Anche a Casoria si riflette oramai da anni lo stato d’agonia che la politica nostrana rappresenta, infatti, la vera sinistra di alternativa, antagonista è assente in consiglio comunale, per questo c’è assolutamente bisogno della necessità di riportare tra le classi disagiate e non solo il conflitto sociale. La non presenza di Sinistra Critica in consiglio comunale, non ci inibisce a denunciare coloro che perpetuano prepotenze e soprusi contro la collettività già molto provata dalla crisi del sistema, infatti in Italia come nel mondo già da tempo c’è in corso uno scontro sociale senza precedenti. Qui a Casoria oramai da circa due anni c’è il Movimento di Lotta per il Lavoro Disoccupati di Casoria USB, movimento autorganizzato, autonomo e senza condizionamenti politici, che vuole riportare al primo posto la problematica del lavoro
attraverso la denuncia dello spreco delle risorse pubbliche e delle clientele, inserendo il tutto nell’ottica della legalità e dei diritti sociali. Infatti, il mio ruolo politico e sindacale, oggi, è necessario per costruire dal basso un percorso rivoluzionario per contribuire allo smantellamento di questo sistema politico affaristico per la dignità degli uomini e delle donne della nostra città, d’altronde come abbiamo sempre fatto in passato con il collettivo di via Genova, 11. A sei mesi, anche se pochi per fare un bilancio obiettivo sull’operato della nuova amministrazione, il nostro giudizio non è mediocre ne sufficiente, aspettiamo risposte concrete sulla realizzazione dei progetti occupazionale, poi, eventualmente possiamo dare un giudizio coerente al loro operato. Facciamo un appello alla classe politica e dirigente a dedicarsi alla città che ha bisogno di risposte immediate, infatti solo a pochi mesi dall’insediamento di questa amministrazione assistiamo l’acuirsi di un malessere all’interno della stessa maggioranza di governo, infatti, del tutto in contrapposizione con quello sbandierato in campagna elettorale, oggi ci sono i primi dolori di pancia e prese di posizioni di potentati politici che puntualmente barattono la dignità dei casoriani e dei loro elettori con la spartizione della cosa pubblica. Tutte le belle poesie recitate in campagna elettorale, sono e resteranno un sogno a discapito della nostra gente nella risoluzione di endemici problemi sociali. Che se non verranno affrontati seriamente e portati avanti con dignità e abnegazione ci sarà un’ ulteriore classe dirigente che rappresenterà l’ennesimo fallimento verso una città già in agonia. 2 Sulla questione oscura dell’accordo con la
Provincia per l'individuazione delle famose “cave fantasma”, quale sarà il vostro atteggiamento? La questione non è tanto oscura, ma è molto chiara per noi che ci siamo costituiti da subito come Comitato “NO DISCARICHE CASORIA”. Infatti, appena abbiamo saputo dell’Accordo di Programma sottoscritto dal Sindaco Carfora, abbiamo chiesto maggiori informazioni, le risposte a queste hanno confermato la disponibilità del Sindaco di far sussistere sul nostro territorio ben due discariche denominate CAVE. Il fatto strano è che il Sindaco di Casoria ha dichiarato inutile l’allarme sulla questione CAVE, tacciando il nostro voler fare chiarezza come “ terrorismo mediatico”. Perché, se afferma che le cave a Casoria sono inesistenti??! Perché il Sindaco di Casoria ha firmato l’Accordo di Programma per l’insediamento di due discariche a Casoria, una ricadente nell’Ovulo Commerciale (dove esiste un progetto della Menarini Group “Cittadella del Benessere” da noi coniata per l’occasione “Cittadella del Malessere”) e l’altra discarica alle spalle del parco Palladino, se già era stata scongiurata, per merito della stessa ARIN, la costruzione della centrale alimentata a biomasse,in quanto la stessa società Arin aveva già cambiato il piano aziendale per l’investimento, definendolo troppo esoso e poco produttivo ?! La preoccupazione esiste, visto che alcune settimane fa’, siamo stati ricevuti dall’assessore Provinciale all’ambiente Caliendo, il quale ci ha confermato che è sua intenzione e quella del commissario straordinario Regionale Vardè di smaltire le “eco balle” ,pari a cinque milioni di tonnellate presenti sulla Regione Campania.Ora ci chiediamo, dove andranno
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smaltite le “BALLE“ biostabilizzate o meno? Abbiamo chiesto al Sindaco di Casoria e l’Assessore Tignola di invitare urgentemente nella nostra città il commissario Vardè a relazionare “come, quando e dove” sulla non realizzazione (come lui afferma) delle discariche a Casoria. 3 Questione lavoro, gli incontri con l'Amministrazione cosa hanno sortito? Come abbiamo già avuto modo di dire, la nostra azione di lotta viene da lontano. Stiamo cercando di portare in questa città, una città dormitorio, un momento di lotta reale sia quella per il lavoro, sia per il recupero della dignità dei nostri cittadini. E’ venuto il momento di agire costruendo dal basso reali momenti di discussione e di lotta, che mettano al primo punto la legalità, il lavoro e la realizzazione di progetti che vadano nell’unico senso che conosciamo cioè la giustizia sociale. In circa due anni stiamo portando con la nostra lotta, idee e proposte a quest’ amministrazione, stiamo cercando di spingere l’Amministrazione Carfora ad affrontare quei progetti propedeutici alla ricaduta dello sviluppo e del lavoro in città, come ad esempio: l’attivazione del PIU Europa, la Cittadella del benessere della Menarini Group, la costruzione, da noi avanzata dopo essere stati in provincia di Treviso, di un centro di raccolta della filiera della differenziata, la realizzazione di un progetto denominato “Casoria
bene comune”. Di là dell’approvazione in Consiglio Comunale di un Protocollo d’intesa votato all’unanimità dal consiglio comunale che prevede che tutte le aziende di ogni ordine e grado che verranno a investire sul territorio dovranno attingere forza lavoro dai disoccupati di Casoria. L’Amministrazione Comunale ha deciso di prendere atto delle nostre istanze e proposte e darci la possibilità di interloquire con essa, per affrontare insieme le tematiche dello sviluppo e del lavoro. Se solo ci accorgiamo minimamente che questa interlocuzione è solo per prendere tempo e in giro i disoccupati, ci sarà una rivolta popolare senza precedenti. Non è un ricatto come abbiamo già avuto modo di dire, ma sappiano i nostri politici che l’esasperazione, il dramma del non lavoro e il dolore che proviamo sulle nostre spalle è più grande di qualsiasi cosa. Va bene parlare, va bene progettare insieme, ma loro hanno la responsabilità di fare tutto quanto in loro possesso di far partire quei progetti essenziali per il lavoro e lo sviluppo a Casoria. 4 I temi principali sui quali l'amministrazione a tuo avviso deve rivolgere i propri sforzi. 1) PIU Europa per creare sviluppo e occupazione in materia edilizia e infrastrutturale 2) Realizzazione della Cittadella del Benessere della Menarini Group 3) Costruzione del centro di riciclo della Raccolta Differenziata denominato Vedelago
4) Casoria Ambiente ristrutturazione aziendale e nuovo Piano aziendale. Questi sono alcuni punti indispensabili per lo sviluppo a Casoria, sia per dare un’azione di cambiamento alla nostra città, sia per creare interventi occupazionali seri e incisivi. La volontà politica di una classe dirigente seria deve obbligatoriamente invertire la rotta, lasciarsi dietro il vecchiume che l’ ha caratterizzata negli ultimi trent’anni,quella politica nostrana che ha pensato espressivamente e solo ai propri sporchi interessi. Se non ci sarà un’inversione di marcia, saremo pronti a ribaltare la nostra strategia in un’azione di lotta senza precedenti. Sì, perché se si vuole, si può, e la politica deve tenere conto di questo, dei disoccupati, degli esasperati e dei cittadini tutti della nostra città.
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’ ALITA ATTU
Alberto Simonetti
simonettiumberto@libero.it
1992...2011 a Casoria nulla è cambiato!!!
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opo circa venti anni i problemi sono sempre gli stessi, le feste natalizie ti portano spesso a frugare tra le vecchie foto e documenti; cosÏ scavando scavando, è venuto fuori un giornalino della scuola dove una mia nipote pubblicò un messaggio al Sindaco di allora parliamo di circa 20 anni fa. Il giornalino fu redatto a scuola con l’aiuto delle maestre, i temi sono attuali difatti mi sembra di leggere una lettera di un bimbo di oggi, rifiuti, vivibilità eiezioni canine ‌ tutto attualissimo. Ma è possibile che in quasi 20 anni nulla sia cambiato ?? Leggendo quegli scritti mi è venuta l’idea di chiedere a una nipotina di scrivere cosa vorrebbe che migliorasse nella Nostra città . Ed ecco il suo pensiero al primo cittadino di Casoria. Sono una bambina di 9 anni, mi chiamo Sara Russo e frequento la 4a C del 3° Circolo didattico Giosuè Carducci di Casoria. Inizio dalla mia scuola che è il posto dove vivo maggior parte della mia vita, la frequento da 4 anni e molte cose credo non vadano, aule dove ci piove dentro e chi deve ripararle non ci pensa proprio e dobbiamo fare rotazione; giardinetti abbandonati, la mensa dei bambini pagata dai genitori, i marciapiedi circostanti la scuola letteralmente invasi da cacche di cani, residui di cibo per gatti, bottiglie di birra rotte (la sera bivaccano gruppi di ragazzi n.d.r). Mi chiedo, dove sia la sorve-
glianza a Casoria. Se mi allontano dalla mia città , di appena 2 o 3 chilometri, la situazione cambia del tutto, a scuola la mensa è a carico
del Comune, c’è la sorveglianza e nei migliori casi la video sorveglianza, i vigili urbani sempre al loro posto. Sindaco, ma cosa hanno di
diverso da noi quei bambini ???. SarĂ un miracolo? Non è Milano, Genova o Torino, ma è vicino a me, a poca distanza da dove vivo, e si respira un’aria diversa. I vigili urbani, per esempio girano continuamente per la cittĂ a sorvegliarla realmente; fuori le scuole vigili e volontari che sorvegliano l’uscita dei bambini (da Noi quest’anno non si sono visti neanche i nonni vigili) e all’uscita c’è una grande confusione, macchine parcheggiate addirittura sui marciapiedi, tutti fanno ciò che vogliono. Quando piove le strade circostanti si allagano, si crea ancora piĂš confusione e torniamo a casa tutti bagnati, la villa comunale dove i bimbi dovrebbero avere la possibilitĂ di “sfogarsiâ€? gioiosamente un po’ all’aria aperta, ha solo dei giochi per i piĂš piccoli se non sono rotti. Qui a Casoria i bambini non possono giocare a calcio, non c’è la struttura adeguata e gratuita, spesso giocano in strada correndo tanti rischi. Quanti problemi ha la mia cittĂ Sindaco, sembra malata, o forse lo è. Noi bambini viviamo gli stessi problemi e tanti come me che le cose cambiassero, che Casoria guarisse‌ ma forse è solo il sogno di una ragazzina !!!
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“di Cristian Iorio” Membro Assemblea Forum della Gioventù della Città di Casoria
APPROVATO IN GIUNTA COMUNALE IL DOCUMENTO PROGRAMMATICO 2012 DEL FORUM DELLA GIOVENTU’
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quasi due mesi di distanza da quel 4 novembre, giorno in cui l’assemblea plenaria del Forum Della Gioventù ha approvato (all’unanimità) il documento programmatico per il 2012, anche la Giunta comunale, nella sua ultima seduta del 2011, ha dato il via libera al programma. Le parole d’ordine, in forza delle quali il Forum ha intenzione di agire sono ben chiare: partecipazione, opportunità, fiducia. In queste tre parole si riassumono le tante idee che il FdG ha inserito nel documento programmatico. Consapevoli della situazione sociale dei giovani casoriani, i quali troppo spesso trovano rifugio in strada o in luoghi di aggregazione a dir poco improvvisati, l’azione del Forum passerà innanzitutto per una tappa fondamentale: l’InfoDay, giornata che, come è ampiamente deducibile dal nome, avrà lo scopo di far conoscere ai giovani della nostra città il Forum, ma soprattutto l’ufficio Informagiovani (sito in via De Gasperi). Su questa scia, s’intende fornire la città di aree wi-fi accessibili gratuitamente a tutti, grazie all’opportunità offerta dal gestore telefonico del Comune, e riqualificare alcune zone e strutture destinate solo su carta a scopi sportivi o d’interesse giovanile, come lo Stadio San Mauro o il PalaCasoria. Saranno altrettanto interessanti i
concorsi per la creazione del logo del Forum e l’operazione di microcredito per i giovani casoriani che vorranno immergersi nel mondo dell’imprenditoria. Parallelamente a tutto ciò, sarà fondamentale avvicinare i giovani al Forum, per far capire loro che quest’istituzione appartiene a loro e a nessun altro, per far capire loro che hanno a disposizione un reale luogo di dibattito giovanile e confronto con le istituzioni. La creazione di un sito internet autonomo del Forum sarà un passo in avanti, affinché la comunicazione con i giovani possa ampliarsi anche sul web. Continuerà, sulla scia di quanto già avvenuto negli ultimi mesi, il percorso di avvicinamento dei giovani impegnati nel Forum alla realtà cittadina, proseguendo nella serie d’incontri che i vari membri del Forum hanno avuto ed avranno con le varie figure istituzionali del Comune. Di un certo rilievo la proposta, avanzata all’Amministrazione, di mettere in campo delle azioni positive in favore dei giovani. In particolare, l’idea è di creare una shortlist di professionisti in fra trenatcinquenni, alla quale il Comune potrebbe attingere, nei casi in cui avesse bisogno di affidare incarichi all’esterno. Saranno numerose anche le iniziative volte alla cultura della convivenza civile e pacifica, contro ogni forma di razzi-
smo e discriminazione. Saranno intrapresi anche percorsi di avvicinamento alla raccolta differenziata e alla cultura dell’ambiente , così come quelli di ambito sportivo e culturale, tramite concerti, mostre e rappresentazioni teatrali. A tal proposito, la Biblioteca Comunale sembra negli ultimi tempi aver trovato la sua giusta dimensione e importanza per lo svolgimento delle attività cittadine. Sarà compito del Forum anche interloquire con le istituzioni comunali per l’approvazione definitiva del Piano Locale Giovani, intrapreso dalla precedente amministrazione. La commissione Riforma dello Statuto avrà invece il compito di conformare lo Statuto del Forum della Gioventù di Casoria alla realtà della nostra città, mantenendo, inderogabilmente, i principi cardine emanati dalla Regione Campania. Non dimentichiamo che lo Statuto attualmente vigente è stato calato proprio da quest’ultima, sarà quindi compito del Forum adeguare il tutto al contesto cittadino. La strada è lunga, i progetti e le idee tante. Siamo sicuri però che il Forum della Gioventù saprà lavorare realmente sfruttando al meglio le proprie capacità, senza diventare una succursale del Comune per piccoli politici in erba.
SCUO
Marzia Luciano
LA
marzialuciano_@libero.it
Il Ga n d h i to rna a primeggiare… F inalme n te !
C
ome alcuni sanno, uno degli ambiti in cui il liceo polispecialistico di Casoria si distingue è quello cinematografico: da anni, infatti, gli studenti del Gandhi si dilettano con successo nella produzione di cortometraggi, spesso trionfando in numerosi festival. L’ultimo di tanti trionfi è molto recente e risale ad ottobre, quando è giunta ai docenti e agli alunni la notizia della vittoria al concorso “Video sconosciuti 2011”, organizzato in provincia di Siena. Il cortometraggio vincitore è intitolato “Finalmente!” ed è stato premiato per la profondità delle tematiche trattate, le attente riprese, il montaggio ben curato, la buona recitazione degli attori e la presenza straordinaria della famosa attrice Rosaria De Cicco, che ha mostrato la sua grande bravura, aggiungendo un tocco di
indiscussa professionalità al cortometraggio. L’attrice svolge il ruolo della portinaia di un palazzo napoletano in cui risiedono i protagonisti di tre vicende strettamente connesse tra loro e che hanno come sfondo le tematiche attuali dell’omosessualità, dello stalking e della teledipendenza. Rosaria De Cicco, incarnando appieno lo spirito della portinaia, pettegola e chiacchierona, viene ad essere la narratrice delle vicende: commenta usi, costumi ed abitudini dei protagonisti alla loro entrata in scena, ne fornisce una breve descrizione, suscitando, così, la curiosità dello spettatore. Dovuti riconoscimenti vanno anche agli attori “minori”, che hanno affrontato le tematiche con grande capacità di immedesimazione, mostrandosi all’altezza dell’ardua impresa.
Questa è stata un’occasione di crescita per tutti, do cent i ed alunni, che hanno saputo ben destreggiarsi tra soggetti, sceneggiature, camere, riprese, montaggi da vero e proprio set cinematografico e che hanno anche tratto giusti insegnamenti da quanto trattato. Un chiaro esempio di come si possa produrre, divertirsi ed anche avere successo insieme e, soprattutto, a scuola!
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LETTERA APERTA AL PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA ITALIANA Sig. Presidente della Repubblica Italiana le invio questa lettera, lettera scritta dopo il suo messaggio di auguri a reti unificate la scorsa notte agli italiani. Italiani stanchi di sentire da circa trent'anni le solite chiacchiere di occasione, stanchi di sentire che bisogna fare ancora sacrifici. La fiducia che vorreste da noi italiani è già stata data, ora i termini sono scaduti, come e scaduto lei nel permettersi di dire ai milioni di lavoratori, pensionati, disoccupati, precari e poveri proletari di continuare a fare altri e maggiori sacrifici. Lei lo sa esimio presidente della Repubblica Italiana che tutta la mia vita è stato un sacrificio? e lei che fa mi dice di farne ancora? sono disoccupato da circa 10 anni, vivo arrangiandomi, sono sposato con una prole che oggi ha 15 anni. Mia moglie arrangia "lavorando" presso delle persone anziane affette di alzahimer per 25 euro giornaliere. Siamo stati costretti a staccare telefono e gas metano, preferendo la classica bombola di gas che cronometiamo quando ci facciamo la doccia, e a volte molte volte preferiamo lavarci a pezzi o con acqua fredda. Per il telefono poi, abbiamo un cellulare che cerchiamo di ricaricare una volta al mese. mia moglie, come tantissime donne italiane, fanno sacrifici enormi e molte volte se non fossero per i nostri genitori anziani con la pensione minima che ci aiutano, saremo gia’ morti. si morti esimio, perche' non possiamo neanche pagare le medicine per guarirci. nostra figlia che in un eta’ cosi' delicata ci chiede soldi perche' anch'essa e’ attratta da questo modello di consumismo nonostante gli abbiamo fatto una scuola contro lo sperpero e contro le mode, a volte ci chiede soldi per la scuola, iniziando dalla carta igienica ai libri che non possiamo comperare, grazie alle varie riforme reazionarie che hanno tagliato i fondi per la scuola, facendo cadere questo paese nell'ignoranza piu' assoluta. Io arrangio come posso, i miei sacrifici li faccio tutti i giorni, sempre, e a volte mi sento un fallito davanti alla mia famiglia. Oltre a non poter sopravvivere c'e' anche vergogna di non poter fare niente per mia figlia e mia moglie. Sono stato costretto oramai da anni a vendermi la mia automobile di 10 anni preferendo un automobile di 20 anni e nonostante tutto non riesco a mantenerla. Non le nascondo che per lunghi periodi cammino senza assicurazione. Si anche l'auto ci siamo sacrificati, sempre in nome di una republica che pensa agli affari suoi. La benzina arrivata alle stelle, le assicurazioni che specialmente a Napoli sono vergognose per quanto costano, gli ospedali che chiudono, i ticket farmaceutici e ospedalieri aumentati, l'energia elettrica aumentata, i fitti aumentati, l 'ici introdotta di nuovo, i generi di prima necessita' aumentati grazie all'aumento dell'iva, il pane la pasta.... e sono oramai anni che non compriamo capi di abbigliamento, a volte ricicliamo quello che gli amici e parenti ci passano oppure compriamo qualche capo di 10 euro massimo, di fattura cinese. Allora quali sacrifici pretende da noi italiani? come si permette presidente con quella faccia tosta che ha di chiedere sacrifici ancora a noi? faccia qualcosa invece lei, platealmente e rinunci a essere il presidente della repubblica delle banane. Dove abita esimio, non vede o fa finta di non accorgersene la chiusura di importanti stabilimenti al nord e al sud del paese? non vede o far finta di non vedere che stiamo morendo giorno dopo giorno? allora la invito io a dire cio’ che davvero dovrebbe essere detto “iniziando a non pagare il debito”, che lei e gente come lei, negli anni, ci ha fatto trovare. Cancelliamo il debito con l'Europa e diciamo: non abbiamo un euro e i nostri concittadini non possono e non vogliono piu' fare sacrifici. Questo sarebbe stato un messaggio vero e giusto per gli italiani, e non le solite favolette che lei e altri come lei sono abituati a fare. Vuole portarci ad un suicidio collettivo? ma nel suo discorso non e’ stata affrontata l’alternativa a tutto questo schifo, anche se lei avesse letto una lista con tutti i problemi che ci affliggono, tali questioni rimangono irrisolte. La politica? sia di centro – destra che di centro – sinistra hanno preferito appoggiare questro governo tecnico per non fare loro il gioco sporco. Questo c’e’ la racconta lunga quali speranze avra’ la nostra repubblica italiana. Gennaro Laudiero
COMUNICATO STAMPA del 03.01.2011 I GRUPPI CONSILIARI ITALIA DEI VALORI, FUTURO E LIBERTA’ E MOVIMENTO NOI d’ARPINO, ALLA LUCE DELLE RECENTI VICENDE CHE HANNO DI FATTO RALLENTATO L’AZIONE POLITICA DELLA AMMINISTRAZIONE DEL SINDACO CARFORA, SI SONO RIUNITI IL GIORNO 31.12.2011 ED AL FINE DI RILANCIARE LA STESSA HANNO ASSUNTO LE SEGUENTI DECISIONI: A) NELLA ASSOLUTA INDIPENDENZA DEI SINGOLI GRUPPI CONSILIARI SI STABILISCE LA CREAZIONE DI UN COORDINAMENTO DELLE SUDDETTE FORZE CHE INTENDE RIVITALIZZARE L’ATTIVITà POLITICO – AMMINISTRATIVA DELL’ATTUALE GOVERNO CITTADINO. B) TALE COORDINAMENTO INTENDE AFFRONTARE IN MANIERA UNITARIA LE PROBLEMATICHE EMERGENTI DALLA ATTUALE SITUAZIONE POLITICA CON L’OBIETTIVO DI ASSICURARE UNA AMMINISTRAZIONE TRASPARENTE E CORRETTA COSI’ COME IL DATO ELETTORALE ESPRESSO DALLA CITTA’ RICHIEDEVA. C) IL COORDINAMENTO NASCE NELLA LOGICA DELLA UNITARIETA’, DELLA COESIONE E DELLA CONDIVISIONE PONENDOSI QUALE INTERLOCUTORE UNICO SIA NEI CONFRONTI DEL SINDACO CHE DELLE ALTRE FORZE DI MAGGIORANZA AL FINE CHE, CONGIUNTAMENTE, SI POSSA ONORARE IL PROGRAMMA ELETTORALE CHE HA CONDOTTO L’ATTUALE MAGGIORANZA AL GOVERNO DELLA CITTA’
Domenica - 8 gennaio 2012
Domenica - 8 gennaio 2012
ast..! Mo B
Gianni Bianco
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Delegazione Comitato Mo Bast a Bruxelles
gianni.biancogb@libero.it
Da Napoli a Bruxelles
I
niziamo con i numeri: 73.000 firme raccolte in Campania, un risultato straordinario se si tiene conto che ad aderire all’iniziativa sono state un comitato sorto spontaneamente e la Federconsumatori Campania. Aggiungo, con un pizzico di orgoglio, che Casoria ha contribuito con 2060 firme. Il 17 dicembre 2011 la Federconsumatori Campania e il Comitato “Mo Bast’”, hanno presentato in una conferenza stampa i numeri della raccolta firme, ma anche i temi da discutere il 20 dicembre al Parlamento Europeo. Il Presidente di Federconsumatori Campania, Rosario Stornaiuolo, ha illustrato le ragioni di questa straordinaria mobilitazione di cittadini. Un movimento spontaneo, che a cavallo dell'estate, ha visto crescere le adesioni e le iniziative, non solo sul web, ma anche per le strade, per lanciare un messaggio chiaro: i cittadini, di molte zone del Sud, sono stanchi di subire l'imposizione di premi triplicati rispetto al resto d'Italia, per assicurare la propria auto. La Federconsumatori ha accompagnato il movimento “Mo Bast!” in questo percorso di crescita, e il risultato che si avrà 20 dicembre sarà solo una tappa della lotta contro i soprusi che i cittadini subiscono quotidianamente. “Mo Bast!” dirà la sua anche contro la potente lobby delle banche, che in molte zone praticano tassi differenti, in virtù di un’altrettanta discriminazione geografica. Un gruppo di europarlamentari di tutto
il Sud Italia, di tutte le estrazioni politiche, sosterrà questa iniziativa, insieme alla delegazione del Comitato “Mo Bast’” composta di tre donne: Gabriella Gambardella, Ileana Capurro ed Elisa Daniele. “La discussione della petizione popolare di Federconsumatori e del comitato Mo’ Bast a Bruxelles è stata un successo”. A confermarlo, le parole di Erminia Mazzoni (Eurodeputato), presidente della Commissione europea per le petizioni: “I dati presentati dai firmatari sono inoppugnabili. C’è un principio di competenza nazionale italiana, ma all’origine c’è una legislazione comunitaria non recepita correttamente, o pienamente, o comunque non correttamente applicata in Italia. In tutti e tre i casi deve intervenire l’Unione Europea. In quale modo dobbiamo farlo noi a Bruxelles. “E’ auspicabile, comunque, chiedere chiarimenti a Isvap e Antitrust sul perché in Italia assicurarsi funzioni così. Le 73000 firme raccolte dal movimento hanno quindi dato impulso all’azione europea”, come auspicavano il presidente di Federconsumatori Campania Rosario Stornaiuolo, il presidente vicario Federconsumatori Francesco Avallone e tutti quelli che in questi mesi hanno lottato contro il caro Rc Auto che miete vittime tra gli automobilisti meridionali. La storia è ormai nota: assicurarsi al Sud costa, a parità di status, anche il triplo rispetto al Nord. In una situazione in cui le compagnie spadroneggiano, questo può significare anche che un neopatenta-
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to meridionale 18enne debba sborsare 3000 euro per assicurarsi la prima volta. “Questo dimostra che noi e il comitato Mo’ Bast avevamo ragione a lamentare una discriminazione – commenta Stornaiuolo – e la discussione di stamane è stato un passo davvero importante per la nostra battaglia. Ma non ci fermeremo: inonderemo il Parlamento europeo di firme ancora a lungo e non smetteremo finché non ci sarà riconosciuto il diritto ad assicurarci”. Dichiara Avallone: “La grande novità di questa petizione sono le oltre 70000 persone che ci sono dietro. Persone che non si conoscono, ma che partecipano e condividono questa battaglia, da tutto il Mezzogiorno. Questa base vale più di ogni iniziativa che si potesse fare”. “L’Unione Europea non poteva non rilevare un numero così consistente di liberi cittadini uniti dallo stesso problema. Difatti, molte petizioni sono respinte. La nostra invece avvia una strada verso l’accertamento dell’infrazione”. Un successo personale anche per l’avvocata Ileana Capurro ed Elisa Daniele e per l’attivista di Mo’ Bast Gabriella Gambardella, cui spettava il delicato compito di spiegare le ragioni dei 73000 firmatari all’Europarlamento
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Domenica - 8 gennaio 2012
Sonia Tabacco s.tabacco@ildomenicaledicasoria.it
BUON COMPLEANNO EURO…MA NESSUNO TI FESTEGGIA!!
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ra l’alba del primo gennaio 2012, in dodici nazioni veniva introdotta la moneta unica europea e cambiavano le abitudini di spesa per 300 milioni di persone. Era nato l’Euro. Romano Prodi, allora Presidente della Commissione Europea, parlava di un sogno diventato realtà – creerà un forte senso d’identità europea - diceva. Dopo dieci anni nessuno festeggia, perché non c’è nulla da festeggiare! Dieci anni dopo, l’Euro è in crisi; l’Eurozona non è affatto diventata una realtà politica, sociale o culturale, ma resta solamente una creatura sulla carta, unita da una moneta e, fra poco, da un patto fiscale europeo. Gli italiani 10 anni fa come metabolizzarono questa cambiamento? I primi giorni furono convulsi. Rileggere i giornali di allora fa quasi tenerezza. I computer andarono in tilt, ci fu una paralisi per errori di calcolo e arrotondamenti inopportuni. Si faceva la spesa con la calcolatrice alla mano, poi furono distribuiti i convertitori; cominciarono le prime denunce dei consumatori per gli aumenti scattati prima dell’euro ingiustificati. Quanta curiosità, speranza e fiducia riponevano gli stati membri dell'Unione in questa moneta comune, che aveva l’arduo compito di contrastare il potere e l’influenza finanziaria e politica del dollaro. Accantonate le storiche monete nazionali, stabili e solide, tutti erano convinti che la nuova moneta unica avrebbe anche con-
solidato quella unione politica europea che stentava a decollare. Oggi il numero dei paesi aderenti all’Unione Europea è aumentato a 17, ma il bilancio degli effetti del cambiamento sulle economie nazionali è talmente negativo, che alcune banche centrali hanno espresso la volontà di fare un passo indietro
e ritornare alle vecchie monete; Irlanda e Germania in primis. Facendo un’analisi, da non esperti, siamo indotti a credere che le differenze sostanziali che ci sono tra le varie economie che hanno adottato la moneta unica, non siano accompagnate dalla creazione di una banca centrale specificatamente europea, lasciando tutto nelle mani della BCE che oggi più che mai si muove sulla scia della politica economica tedesca. E’ deducibile che la stessa si muova a tutela dell’economia tedesca, trascurando i paesi più deboli o non
sostenendoli adeguatamente. Sarebbe, altresì, semplicistico pensare che se il potere d’acquisto dell’euro sia ridotto ed in alcuni casi, risulti bloccato, sia tutta colpa della Germania merkeliana. La crisi che attanaglia tutto il mondo occidentale è riconducibile a una serie di concause adducibili alla disonestà di alcuni commercianti che, approfittando della confusione iniziale dei consumatori, ha compiuto ingiusti ed immotivati aumenti dei prezzi, causando la contrazione dei consumi. Poi c’è il mancato controllo da parte della politica, che avrebbe dovuto vigilare sulla corretta definizione dei prezzi; un controllo auspicato anche con la creazione di un Organo “dedicato”, ma che mai ha operato controlli reali. Il cittadino, poi, non ha dato mai il giusto valore a quelle monetine (tanto piccole da far esaurire al conteggio) che possono realizzare nelle nostre tasche le vecchie 50 mila lire…..e scusate se è poco! Facendo una disamina, non da analisti (lo ripetiamo), possiamo dire che l'adozione di una moneta unica è stata una conquista utile e rilevante, che fare marcia indietro sarebbe impossibile oltre che dannoso, ma che per conservarne il suo valore sarà fondamentale una politica di controllo dei prezzi rigorosa, che soffochi astuzie e scorrettezze e che tuteli le classi più disagiate. Auguri Euro..!
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Francesco Pagliuca pagliuca86@hotmail.it
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ronache recenti riportano, sempre più spesso, notizie riguardanti furti e rapine che si susseguono nella nostra città. Sarà un caso, sarà dovuto alla crisi economica, saranno state le concomitanti festività natalizie, ma quello che risalta è un dato incontrovertibile. La violenza torna a riaffacciarsi in maniera eclatante. I ladri non hanno risparmiato nessuno, razziando case con brutalità e ferocia, facendo irruzione in luoghi affollati brandendo armi, sotto la cui minaccia, hanno terrorizzato inermi cittadini. L´opinione pubblica e la cittadinanza, scosse, s'interrogano su questa nuova spirale criminale in stile "arancia meccanica". Provando a capire le ragioni di questa recrudescenza di episodi delittuosi, mi sovviene un proverbio che recita "quando il dito indica la luna, si guarda il dito e non la luna". Mi spiego. Le riflessioni da fare in merito alla questione sicurezza sono di due ordini. Primo. La criminalità comune e quella organizzata vanno combattute in ogni modo e in ogni luogo senza sosta e con fermezza, tenendo presente che solo la legalità e l´affermazione della legge pos-
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ALLARME VIOLENZA sono garantire sviluppo e benessere alle nostre comunità. L´ottimo lavoro svolto dalle forze dell´ordine e dalla magistratura è da encomiare. Tra mille difficoltà, esse riescono a districarsi nel complesso mondo criminale, portando alla luce pezzi di economia e di territorio sottratti col sopruso e il ricatto da "inquinatori del vivere civile". Le amministrazioni locali hanno da parte loro molte responsabilità. Esse devono rispondere con pugno fermo adottando misure adeguate che vanno da una miglior illuminazione nelle strade, all´adozione di sistemi di videosorveglianza, fino a una maggiore presenza di uomini sul territorio. Devono puntare alla riqualificazione delle periferie, le quali non devono più essere terra di nessuno, ma diventare luoghi sicuri dotati di servizi efficienti, punti di aggregazione, forniti di collegamento con il trasporto pubblico. Basta con i quartieri dormitorio dove trovano terreno fertile, germi di una criminalità urbana sempre più aggressiva. Sbaglia, però, chi si ferma solo a queste considerazioni. E´ vero che per combattere fattivamente la criminali-
tà, servono uomini e mezzi. E´ pur vero, è questo a mio avviso è l´aspetto da rimarcare, che i fenomeni criminali attecchiscono lì dove c è un “humus” culturale ed economico fecondo. Ecco che il tema del lavoro diventa pregnante. Non si può pretendere di militarizzare le nostre città, non basteranno decine di arresti, per decapitare i feroci clan. Le mafie proliferano, dove lo Stato è più debole, ed è più debole proprio perché non garantisce ai suoi cittadini condizioni di vita accettabili e un lavoro per tutti. Il lavoro è un mezzo per emanciparsi e migliorare le proprie condizioni di vita. È lo strumento che rende liberi e non schiavi, che non costringe, chi non ne ha l´opportunità, a dover scegliere la via del guadagno facile con attività criminose. Ecco quindi che se guardiamo solo il dito, e perdiamo di vista la luna, i problemi strutturali del nostro territorio che favoriscono questi fenomeni, resteremo sempre vittime di un´analisi parziale. Correremmo il rischio di combattere una guerra di cui non si vedrà mai la fine, invece di stroncare alla base i motivi del malessere.
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Emiliana Cresci
emiliana.cresci@yahoo.it
Il “Flashmob”…ilita le masse
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mmaginate un giorno, uguale ad altri, di essere in giro e camminare tranquilli per le strade della vostra città, quando all’improvviso parte una musica e una persona da sola in mezzo alla folla inizia a ballare…e man mano da una diventano 2, 10, 100, 200 e così via, finché nel giro di pochi minuti tutto si dissolve! Cos’è successo???Non preoccupatevi, non è una conseguenza della Legge Basaglia (che istituì la chiusura dei manicomi), ma vi siete solo trovati nel pieno di un flashmob. Il termine “Flashmob” nasce nel 2003 dall’inglese “Flash”: improvviso, e “Mob”: folla, ed indica una riunione di un gruppo di persone che praticano un’azione comune in uno spazio pubblico, in genere, a scopo di intrattenimento o spettacolo. Molto spesso, però, anche a scopi pubblicitari o politici. L’evento è organizzato via internet tramite e-mail e social network in cui si stabilisce orario, luogo e regole. Si possono distinguere ancora due tipi di Flashmob: il “Freeze” (congelato), in cui i partecipanti ad un segnale o a un orario preciso si fermano e restano immobili fino al segnale di fine evento; e il “Silent rave”, in cui i partecipanti si radunano al posto stabilito dotati di lettori musicali e cuffiette e ad un orario preciso ognuno avvia il proprio apparecchio ballando ognuno la propria musica o un brano comune, ma nel più completo silenzio per chi guarda da fuori. Ed è a New York che nel 2003 la prima folla
di sconosciuti si è riunita e ha dato vita a un flashmob come esperimento sociale, allo scopo di prendersi gioco della classe media e delle sue regole conformiste. Il flashmob con maggior numero di 'mobbers' (è così che si chiamano i partecipanti), si è tenuto a Londra il 4 aprile 2007: circa 4000 persone, infatti, si sono riunite alla stazione Victoria con cuffiette nelle orecchie, ballando per due ore. L'8 settembre 2009 a Chicago, in occasione del concerto Oprah's 24 Kickoff Party, condotto da Oprah Winfrey, durante l'esibizione dei Black Eyed Peas con “I Gotta Feeling”, il pubblico ha iniziato gradualmente a ballare a ritmo di musica, seguendo passi ben precisi e programmati allo scopo di creare uno spettacolo di grande effetto. Il primo flashmob in Italia, invece,si è svolto a Roma, il 24 luglio del 2003. Trecento persone si sono date appuntamento in Via del Corso, per poi invadere il negozio di dischi Messaggerie Musicali. I partecipanti, per dieci minuti, hanno subissato i commessi con richieste di titoli inesistenti fino ad un lungo applauso, segnale di conclusione. Due memorabili flashmob sono stati realizzati anche nella nostra città. Il 4 ottobre 2009, infatti, a Napoli un gruppo di giovani si è radunato in Piazza del Plebiscito in onore del celebre cantante scomparso Michael Jackson, organizzati con telecamere ed impianto audio, danzando una coreografia della canzone “Beat It”; la performance è stata poi ripetuta durante la stessa mattina in
altri 4 punti del centro città, facendo ad ogni spostamento più proseliti. E l'8 dicembre 2009, invece, è stato organizzato un flashmob sociale contro la camorra. Circa trecento persone in Piazza del Gesù sono cadute a terra come colpite da un colpo di pistola. Flashmob anche in ambito cinematografico: in Italia, con il film “Notte prima degli esami Oggi”, dove gli attori Carolina Crescentini e Nicolas Vaporidis partecipano all’evento sul ponte di Castel Sant'Angelo a Roma, spogliandosi completamente. Ancora nel film “Amici di letto”, i protagonisti Justin Timberlake e Mila Kunis partecipano a ben due flash mob: il primo aTimes Square e il secondo alla Grand Central Station a New York. Anche Leonardo Pieraccioni in una scena del suo ultimo film “Finalmente la felicità” utilizza, in maniera briosa e divertente, questa tecnica. Un evento d’impatto e d’effetto, che nasce come ludico, ma che presto si è trasformato in una via di comunicazione non convenzionale. Vedere per credere, ecco qualche link… Buona visione! www.youtube.com/watch?v=8GfrfDmXDb0=Freeze www.youtube.com/watch?v=byAfIv1WSPk=Silent rave www.youtube.com/watch?v=VwzofwoJVT4=Black eyed peas www.youtube.com/watch?v=s0r1QU5Y4n0=Napoli contro camorra www.youtube.com/watch?v=F_t9humQfCo=Film “Amici di letto” -www.youtube.com/watch?v=lHHPTtmhMDA = Film “Notte prima degli esami – oggi”
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AL ATTU
Domenica - 8 gennaio 2012
ITA’
Mario Romano
mario.romano65@gmail.com
Diversità di vedute concezione ideale astratta e il comune sentire del popolo
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n un suo testo sull’Identità italiana (Il Mulino, 1998) Ernesto Galli della Loggia affronta il tema del rapporto degli intellettuali italiani con il popolo. Un tema già caro a Gramsci, ma che con della Loggia viene visto sotto una nuova luce. Egli individua una tendenza costante nella storia culturale italiana, che da Dante ai nostri giorni vede una sfiducia degli intellettuali “letterati” nei confronti del popolo. Un atteggiamento che volge spesso ad un aperto disprezzo. All’origine di tale disprezzo vi sarebbe il pesante lascito dell’eredità romana, della grandezza della Città eterna, che appariva tradito dall’inadeguatezza politica e morale dei suoi contemporanei. Un’eredità che assume insieme un carattere politico, etico ed ideologico e per contrasto segna costantemente la visione intellettuale dei problemi italiani. Lo sfondo “contro” cui si muove questo profondo pregiudizio è quello di masse incolte e illetterate, dominate e controllate dalla Chiesa. La Chiesa viene pertanto ritenuta la principale colpevole dell’arretratezza e della passività dei discendenti del glorioso popolo romano. Non è un caso che il processo unitario nasca contro la Chiesa. L’intellettualità anticlericale del neocostituito Regno d’Italia è potente e domina quasi incontrastata. Continua a nutrire un profondo disprezzo nei confronti del popolo. Del resto il processo di unificazione non è stato forse portato avanti da un movimento elitario senza un significativo sostegno popolare, spesso con l’indifferenza
se non con la scontrosa diffidenza dei popoli italiani stessi? Gli italiani bisogna farli, questo amano ripetere gli ufficiali e i politici piemontesi appena insediatisi al comando. Il grande filone intellettuale allo stesso tempo anticlericale e antipopolare s’incunea altrove e assume diverse anime: una tradizionale, di stampo liberale; una socialista, poi comunista, fondata sull’utopia dell’uomo nuovo costruito sulla fratellanza universale anticapitalista; una nazionalista, trasfusa poi nel fascismo, che tenta una sintesi ardita tra l’antico mito di Roma e lo spirito nazionalista risorgimentale. In tutte le sue manifestazioni, tuttavia, resta quel disprezzo nei confronti del popolo, ritenuto incapace di valori etici propri, ancor peggio se questi sono quelli che per secoli ha indicato la Chiesa. Per questo gli italiani sono sempre da plasmare indipendentemente dal fatto che a pensarlo siano piemontesi, liberali, socialisti, comunisti o fascisti. Tutti propongono un modello, propri precetti civici. Tutti dall’alto, sulla base di pretese razionalistiche, assunte altrove o indotte. Tutti propongono ricette. Nessuno che s’interroghi sugli ingredienti. Al popolo, agli italiani non è riconosciuto alcuno status antropologico adeguato alle diverse gradazioni di civiltà auspicate. Al filone degli intellettuali italiani che disprezzano il popolo, apparteneva anche Giorgio Bocca, scomparso 91enne l’ultimo Natale. Egli non a caso amava definirsi antitaliano. In modo più pervicace egli si confessava antimeridionale.
Da buon epigono degli ufficiali piemontesi riteneva impresa improba che i meridionali potessero farsi italiani. O meglio, piemontesi. Alla sua morte molti napoletani, intellettuali o sedicenti tali, l’hanno compianto, dichiarando di sposarne la sua integrità morale e la sua funzione moralizzatrice. Hanno altresì dichiarato di tollerare anche il disprezzo feroce da lui manifestato a più riprese nei confronti del popolo napoletano, perché elemento indispensabile dell’azione critica. Ad essi non importa interrogarsi senza condizionamenti ideologici sui caratteri originali del popolo cui pure appartengono. Essi sono disposti a tollerare e a giustificare qualsiasi infamia, ma a non recedere di un passo dai loro convincimenti moralistici legati a visioni ideologiche e modernistiche. Anch’essi sono eredi di quella tradizione di intellettuali letterati. Nello specifico sono figli dei rivoluzionari della Repubblica Partenopea del ’99, il cui fallimento non a caso fu sanzionato da Vincenzo Cuoco con queste parole: “Se mai la repubblica si fosse fondata da noi medesimi; se la costituzione, diretta dalle idee eterne della giustizia, si fosse fondata sui bisogni e sugli usi del popolo; se un'autorità, che il popolo credeva legittima e nazionale, invece di parlargli un astruso linguaggio che esso non intendeva, gli avesse procurato de' beni reali, e liberato lo avesse da que' mali che soffriva; forse noi non piangeremmo ora sui miseri avanzi di una patria desolata e degna di una sorte migliore”.
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Domenica - 8 gennaio 2012
LI NAPO
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Pasquale Lucchese napoledano@libero.it
De Laurentiis presidente Befana!!! “L’Epifania tutte le feste le porta via”, recita un vecchio adagio popolare. La simpatica vecchietta, svolazzando con la sua scopa, dispensa doni ai bambini bravi, e ridà il pane quotidiano ai tifosi, bravi e meno bravi! La scorsa stagione, giovedì 6 gennaio si disputò la 18°giornata di campionato, con un Napoli che, a Milano sponda nerazzurra, ne prese tre. Quest’anno non si disturberà la nonnina più famosa al mondo, ma già il 7, sarà campionato, con i primi anticipi della 17° giornata. Domenica 8, in serata, trasferta sicula, in quel di Palermo, per i nostri colori. Ma i tifosi Partenopei, bravi e cattivi che siano, dal presidente De Laurentiis hanno già avuto un primo regalino: il cileno Vargas, fresco vice pallone d’oro sudamericano, dietro soltanto al brasiliano Neymar, prossima stella del Barcellona. Sul giovane cileno, si sono sprecate parole di elogio, impazzano i video su internet, su youtube lo si può ammirare mentre contribuisce a portare la sua ormai ex squadra a trionfare nel campionato andino, e in “Copa Sudamericana”(la nostra “Europa League”). Non credo sia corretto e veritiero pensare di giudicare un calciatore in base a
4 minuti di grandi azioni che si vedono sul web. Eppure, una prima impressione positiva può essere in qualche modo giustificata! Se sarà il nuovo Sanchez, lo si potrà dire solo tra un annetto, l’importante sarà lasciargli il tempo di ambientarsi, senza fretta e senza eccessive responsabilità. Lo stesso “nino maravilla”, a Udine non ha mostrato subito il suo enorme valore. L’acquisto del cileno ha spostato inoltre l’attenzione su una delle nostre certezze, uno dei tre tenori: Pocho Lavezzi. Ecco le solite, e francamente noiose, illazioni; i grandi soloni affermano sicuri: “L’arrivo di Vargas apre le porte alla cessione dell’argentino”. Se sarà così, lo sapremo a giugno: inutile minare da ora l’ambiente. Se sarà così, il presidente dovrà subito aprire i cordoni della borsa, e prendere ad esempio Giuseppe Rossi. Le grandi squadre non si fanno prendendo un (in questo caso si aggiunga presunto) grande giocatore, per sostituirne un altro. Le grandi squadre si fanno “accumulando” i grandi giocatori! Al Pocho sono legatissimo. Nel bene e nel male ci delizia da 5 anni; quindi dovesse andar via, sarebbe un brutto colpo, anche “umanamente e senti-
mentalmente”. E’ pur vero che gli affetti però nel calcio non devono influenzare il mercato, e gli obiettivi. E’ pur vero che dopo 5 anni, intensi e fantastici, cercare nuovi stimoli altrove, può starci. Dalla nostra prospettiva, al di là dei legami “personali”, conta solo che se uno dei tre tenori, e non solo loro, dovessero andar via, vengano sostituiti con giocatori di uguale, se non di miglior livello. Ora però oltre ad augurarci che gli stimoli (e i soldi!), il Pocho, e con lui Marek, ed il Matador, possano continuare a trovarli nella nostra terra, non ne parliamo più, se non a fine campionato! Non turbiamo l’ambiente, concentriamoci sul campionato, ci sono da recuperare punti e posizioni. Concentriamoci sulla Coppa Italia: non la si sottovaluti, anche perché sarebbe il caso di alzare, dopo anni, un trofeo. Concentriamoci, ma è fin troppo superfluo dirlo, sulla Champions’: a febbraio e marzo un ulteriore “miracolo” potrebbe realizzarsi. Con una freccia in più da scoccare, una freccia, l’ennesima, sudamericana! Senza contare su altri regali che il presidente Befana (!) potrà regalarci, perché noi …..vogliamo vincere! Avanti Napoli!
A Marek e Martina Hamsik vanno gli Auguri più sentiti per la nascita del primogenito Christian. Il Direttore de “Il Domenicale di Casoria” e la Redazione tutta.
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OPIN
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Domenica - 8 gennaio 2012
Gelsomina D’Anna geadann@libero.it
IO NON CAPISCO…
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urante le festività mi capita di ricevere telefonate e mail da parte dei miei ex alunni/e che, come tutti, quando hanno terminato gli studi, sono presi da sentimenti di struggente nostalgia e rimpianto per gli anni trascorsi tra i banchi di scuola. Qualche anno fa insegnavo in una scuola della periferia napoletana, dove si parlava solo il dialetto, anche nell’ora d’italiano, e a nulla erano valsi i miei disperati appelli ad esprimersi nella lingua patria. Eravamo in una terza classe di una scuola secondaria e, come da programma, mi accingevo alla spiegazione dell’Inferno dantesco. Prima di arrivare allo studio del sommo poeta avevamo analizzato l’importanza dei dialetti italiani, in particolare soffermandoci sulla colorata parlata del capoluogo partenopeo, sulle varianti del napoletano nelle altre province campane. Gli studenti erano molto interessati a questi aspetti; in particolare colpiti dal fatto che solo ad Ischia erano presenti ben sette sottocategorie di parlate dialettali. La massima attenzione era presente, quasi palpabile, quando si trovarono le discendenze del “ napulitano” partendo dal Placito di Capua del lontano 960, in cui storicamente si rinvengono le prime tracce del nostro amato dialetto.
Il ciclo di lezioni sul dialetto si concludeva sui vari effetti delle dominazioni straniere sul nostro territorio: dal francese moustache – mustacchio, sparadrap-sparadrappo, allo spagnolo cuchara-cucchiara, mesa-mesale. Al fin giungemmo al fatale incontro: avevo intuito che i ragazzi erano molto interessati a tutto ciò che aveva attinenza con il dialetto e i dubbi che il fiorentino del Trecento non fosse gradito erano quasi certezza. La domanda più allarmante, alla lettura del famosissimo canto introduttivo all’Inferno, fu:” Prof, ma in che lingua è scritto?”. Allora mi resi conto che dovevo bandire le parafrasi e le figure retoriche e parlare dei contenuti, solo di quelli. Il Canto V dell’Inferno, il celeberrimo canto di Paolo e Francesca, lo affrontammo durante il mese di febbraio, in concomitanza della festa di San Valentino; contavo e speravo sulla predisposizione romantica e sulla storia d’amore con finale tragico, a cui i giovani della periferia sono abituati a causa del pessimo influsso dei neomelodici. Quando arrivammo ai versi più famosi, dove nelle tre terzine è presente una perfetta anafora che ripete per tre volte Amor,uno degli alunni ,davanti alla mia voce emozionata, come sempre mi capita quando leggo quei
versi immortali, mi interruppe chiedendo: “ Prof, è bello, ma io non capisco…Spiegai più volte il significato dei versi, ma sentivo di non aver raggiunto l’obiettivo: appassionarli alla storia e al suo significato eterno ed universale. A quel punto corse in mio aiuto il dialetto : feci letteralmente una traduzione del canto in napoletano e notai con soddisfazione che la storia dei due sfortunati amanti era stata recepita ed era entrata nel loro bagaglio culturale; impararono a memoria le tre terzine , di cui finalmente capivano il significato, e inoltre inventammo anche una drammatizzazione con protagonisti isso,essa e ‘o malamente, in cui ‘o malamente era Gianciotto , detestato dalle ragazze per la sua bruttezza, tutte innamorate del romantico Paolo. Gli allievi maschi erano, all’inizio, contro Francesca, definita con epiteti irripetibili e considerata scostumata ( per usare un eufemismo) in quanto aveva tradito il povero Gianciotto, in guerra ,con il bel Paolo. Alla fine, ancora oggi, quando mi chiamano, mi recitano le tre terzine dantesche, che conoscono a memoria. Io felice sorrido e mi commuovo…
Domenica - 8 gennaio 2012
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Rosaria Ascolese
rosaria.ascolese@libero.it
Edenlandia e il suo Zoo … salvata dai suoi napoletani???
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o scorso ottobre la società che gestiva il parco animale e l’attigua Edenlandia è fallita. E’ risaputo che nei mesi invernali l’attività è stata meno redditizia, per lo scarso numero di visitatori. E’ per questo che la rivista partenopea “Agricoltura e Innovazione”, diretta dal veterinario Nando Cirella, ha indetto una campagna di sensibilizzazione per sostenere la società, ma soprattutto gli animali dello Zoo. Con la collaborazione di Radio Club 91, il quotidiano Terra e il sito web Napoli Village, si è pensato di proporre una raccolta selezionata di cibo e l’acquisto di biglietti
Pasticcieri e Pizzaioli di Napoli, ma anche dall’ Associazione Veterinari di Salerno, da molte Aziende Agricole, come la Cesare Iemma, il caffè Gambrinus e tanti altri, che hanno inviato, già nel periodo natalizio, fieno, crusca, cereali e tanti biglietti in modo da movimentare un po’ il parco in questo periodo, ma soprattutto sostenere ad aiutare i suoi ospiti. Anche Carmine Attanasio, Presidente della Commissione Ambiente del Comune di Napoli, ha annunciato un’ulteriore raccolta per il 6 gennaio 2012, dal nome “ Facciamo un pacco per lo Zoo …. Vinci la Champions”. Tra tutti quelli che visiteranno il parco il 6 gennaio, verranno sorteggiati due fortunati che vinceranno i biglietti per la prossima partita di Champions. Attanasio ha invitato tutti i cittadini e soprattutto i suo colleghi, Consiglieri, Assessori, il Sindaco a prendere parte alla giornata di raccolta. Il fallimento di questa società, non preoccupa solo per la sorte degli animali che occupavano lo Zoo, ma preoccupa soprattutto per tutte quelle persone che in quel da destinare, tramite i diversi mezzi di parco ci lavoravano e che adesso hanno comunicazione, ai bambini napoletani e perso il lavoro. Per questo è stato fatto annon. C’è stata una risposta immediata da che un appello ad Alessandro Siani, che è parte delle Associazioni di Panificatori, molto legato alla sua città, affinché met-
ta in palio alcuni biglietti del suo nuovo spettacolo, per spingere i cittadini a frequentare il parco anche n e i mesi invernali. Pochi giorni fa, il Professore della facoltà di Veterinaria di Napoli, Vincenzo Peretti, insieme alla staff del Professor Francesco La Magna, ha operato una capretta dello Zoo per una gravissima lussazione. L’intervento che sarebbe dovuto costare 900 euro è stato invece fatto gratuitamente, in altri casi, l’animale sarebbe stato mandato al macello. Insomma, per tutti gli animali che vivono in quello Zoo è stato un Natale ricco di regali, doni particolarmente graditi, soprattutto considerando le gravissime condizioni in cui versavano.
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LIBRI
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Eduardo Paola edu80@libero.it
Le “Metamorfosi” di Marilyn Monroe
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n occasione del 50° anniversario della morte di Marilyn Monroe che cade il prossimo 5 agosto, il mercato è invaso da decine di libri, dvd e qualsiasi altro tipo di merchandising riguardante la famosa stella di Hollywood. Marilyn Monroe più di ogni altro mito rappresenta la doppia faccia della medaglia del mondo incantato e scintillante dello star system. Se da una parte le migliaia di foto glamour ci fanno pensare ad una vita dorata e splendente, dall’altra, attraverso le sua tormentata vita privata, conosciamo la tremenda solitudine che aveva dentro di sé. Bellezza, celebrità, fascino, ricchezze non riuscivano a colmare l’immenso vuoto lasciato dalla triste infanzia che segnò tutta la sua vita travagliata. Tra le tante pubblicazioni in uscita, sicuramente degno di essere acquistato è un meraviglioso album fotografico dal titolo “Metamorfosi”, che come recita il titolo, racconta appunto “fotograficamente” il percorso artistico e umano di Marilyn Monroe con le immagini e le parole di chi l’ha conosciuta: da Norma Jeane, semplice ragazza di provincia, a Marilyn Monroe, sex symbol di
Hollywood. In una vita ricca di successo e di dolore, Marilyn ottenne il massimo in tempi assai brevi; il suo impatto fu straordinario, e anche dopo la sua morte, il suo mito continua ad affascinare il mondo intero. Il fascino senza tempo del suo viso e della sua personalità fuori dal comune, la donna bambina e la femme fatale vengono raccontate attraverso gli scatti di alcuni tra i più grandi maestri della fotografia, come Richard Avedon, Cecil Beaton, Milton Greene e Andrè de Dienes. Attraverso questo volume, a cura di David Wills, edito da Rizzoli, si racconta come la vita della Diva e la sua immagine leggendaria restino vive di generazione in generazione, diventando ormai incancellabili. Come un’opera d’arte in progress, il volto di Marilyn si è perfettamente adattato al trascorrere dei decenni. In un mondo dove tutto è ormai è imita-
zione, dove tutto può essere un prodotto, utilizzato e buttato dai media e dalla cultura giovanile, lei è sopravvissuta, la sua immagine e la sua influenza resistono ovunque. Un’immortalità che ha pagato forse con l’infelicità, ma pur sempre riuscendo a realizzare i propri sogni. Il dottor Herman M. Beerman, intervistato molti anni dopo il famoso parto del 1° giugno 1926, dichiarò: “Era come tutti gli altri bambini che ho fatto nascere, identica a tutti gli altri”. Poiché tutte le vite sono uguali alla nascita, il suo percorso avrebbe potuto portarla in tante direzioni diverse: madre, segretaria, insegnante, assistente sociale, donna d’affari, ambasciatrice. Norma Jeane scelse di diventare Marilyn.
Domenica - 8 gennaio 2012
ICA RUBR
Gennaro Crispino
gennarocrispino@libero.it
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Invitiamo i lettori ad inviare le loro eventuali richieste di pareri in merito a quesiti giuridici all ‘indirizzo di posta elettronica dell’avv Crispino: gennarocrispino@libero.it
GLI “SPECIAL” DEL PROCESSO PENALE
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iscontriamo una richiesta di chiarimenti inviataci da un ns. lettore, di cui riassumiamo il contenuto: “...lo scorso 29/12, pur non avendo subito alcun procedimento, ho ricevuto un atto del Tribunale di Napoli, la cui intestazione recita DECRETO PENALE DI CONDANNA, del quale non riesco a comprendere le motivazioni… E’ normale che sia così? Cosa posso fare?” Mio caro amico, non è propriamente corretto affermare che Lei non hai subito alcun procedimento. In verità, un procedimento c’è stato, anche se Lei non ne ha avuto notizia, e si è concluso con un provvedimento che la condanna a pagare una somma di denaro (pena pecuniaria). E non si stupisca, è legittimo che sia così e, del pari, legittimamente, a tutela del suo imprescindibile diritto di difesa, Le è data la possibilità di rendere inefficace tale provvedimento dimostrando la sua non colpevolezza. Mi spiego meglio. Lei rimane stupito perché le cronache giudiziarie spesso fanno riferimento al giudizio ordinario, quello nel quale, in sintesi, il provvedimento di condanna o di assoluzione conclude un procedimento complesso, articolato in una serie di fasi (iscrizione della notizia di reato, indagini preliminari, eventuale fase dell’udienza preliminare, rinvio a giudizio, dibattimento), e sono il frutto della valutazione da parte del giudice delle prove formatesi nel corso dell’istruttoria dibatti-
mentale. Questo modello “tipico” è affiancato dai cd. procedimenti speciali, attivati ad iniziativa di una sola o di ambo le parti (P.M. ed imputato), basati su presupposti diversi tra loro e con una finalità principalmente deflattiva ovvero di economia procedimentale (giudizio immediato, giudizio direttissimo) cui si affianca, in alcuni casi (giudizio abbreviato, il cd.“patteggiamento”, il procedimento per decreto), anche un “premio” in caso di condanna, consistente in uno sconto di pena o, comunque, nel riconoscimento di taluni benefici. In particolare, l’emanazione del decreto penale di condanna, comporta la sospensione condizionale della pena, l’esenzione dal pagamento delle spese processuali e dall’applicazione delle pene accessorie (es.: interdizione o sospensione dai pubblici uffici o da una professione, etc.) e non ha efficacia di giudicato (non costituisce prova certa a suo discapito, insomma) nell’eventuale giudizio amministrativo o civile connesso. Inoltre, decorsi cinque o due anni – a seconda che si tratti, rispettivamente, di delitto o contravvenzione – il reato si estingue se l’imputato non commette nel predetto termine un altro reato simile. Nel Suo caso, ricorrendone evidentemente i presupposti, anziché optare per la celebrazione del rito ordinario, il P.M., ritenuta la Sua colpevolezza, si è determinato a richiedere al Giudice delle indagini preliminari l’emana-
zione del decreto penale di condanna. Tuttavia tale provvedimento non ha carattere di definitività avendo Lei la possibilità di presentare, personalmente o a mezzo di suo difensore, opposizione entro il perentorio termine di 15 giorni dalla sua notifica (cfr. art. 461 c.p.p.). Considerati i moderati effetti del decreto penale Le conviene operare una attenta valutazione circa l’opportunità di proporre opposizione, in quanto rinunzierebbe ai benefici summenzionati. Oltre al caso in cui lei ritenga di poter provare la sua non colpevolezza deve altresì condurre un attento esame della correttezza formale del decreto stesso, i cui eventuali vizi (mancanza dell’indicazione del difensore di ufficio, ad es.) potrebbero comportare la sua caducazione e remissione al GIP, con vantaggi per Lei ai fini della prescrizione. Tali vizi devono essere fatti rilevare sin dall’opposizione e poi nella fase degli atti preliminari del dibattimento. Le consiglio in ogni caso di rivolgersi al suo avvocato di fiducia. “La presente esposizione, non vuole essere un parere legale ma solo un conciso approfondimento dei temi oggetto delle Vs. richieste di chiarimenti in modo da consentire una migliore conoscenza delle materie giuridiche per tutti i lettori”.
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Domenico Pagliuca
"L’unica cosa di cui aver paura è la paura stessa"
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l 2012 è arrivato tra piogge di tasse, crisi economiche e le profezie degli antichi Maya (speriamo si sbaglino!). L'inizio non è forse dei migliori, ma le speranze come ogni anno sono tante e legittime. I primi giorni dell'anno possono essere cosi definiti come i giorni dei buoni propositi. Il dizionario definisce il termine proposito come l'intenzione o ancora meglio la ferma volontà di fare qualcosa. Io tra le mie tante promesse personali ho trovato cosi un proposito da condividere insieme con voi. Il proposito che vi propongo è quello di credere nell'Italia. Il mio invito potrà sembrare fuori luogo dato il periodo di grande difficoltà che stiamo attraversando, eppure in questo momento vi è una possibilità per tutti noi, quella di abbandonare il pessimismo ed iniziare a credere nell'Italia o
meglio iniziare a credere che le cose possano cambiare. Le mie riflessioni prendono spunto dalla lettura del discorso del Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano al Meeting per l'amicizia fra i popoli che si intitola "La svolta che s'impone". Il Capo dello Stato nel suo discorso riconosce il sentimento di ansia e di angoscia che attraversa la nazione dovuto all'incombenza del debito pubblico e all’instabilità nei mercati finanziari, ma al contempo afferma che non sarà possibile trovare via d'uscita "senza rivolgere la mente al passato e lo sguardo al futuro". L'Italia deve, quindi , riconquistare la consapevolezza e l'orgoglio di aver superato crisi anche più difficili di quella attuale. Nel discorso vi è spazio anche per una famosa citazione del Presidente americano Roosevelt nel 1932 in
piena crisi economica statunitense: “L’unica cosa di cui aver paura è la paura stessa". Ho letto e riletto questa frase deducendo che solamente con la voglia di fare, con un sano e realistico ottimismo possiamo far sì che questo 2012 non sia un anno catastrofico e, come afferma il Presidente della Repubblica nel passo più emozionante del suo discorso, dobbiamo insistere “su quel che l’Italia e gli italiani hanno mostrato di essere in periodi cruciali del loro passato, e sulle grandi riserve di risorse umane e morali, d’intelligenza e di lavoro di cui disponiamo, perché le sfide e le prove che abbiamo davanti sono più che mai ardue, profonde e di esito incerto”. Auguri Italia, Buon 2012!
Luca Tramici
l.tramici@gmail.com
La paura fa 90… (centesimi)
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l nuovo anno per i pendolari della Tangenziale di Napoli, non si è aperto nel migliore dei modi, al momento del classico rito del pedaggio, hanno subito il primo rincaro del 2012…l’ulteriore aumento della tariffa. Un aumento dell’1% secondo il Presidente Paolo Cirino Pomicino, ma che matematicamente è del 6% visto che si è passato dagli 85 centesimi ai 90; Una cifra che è lievitata di quasi il 40% nel corso degli ultimi 5 anni,; prezzo che Pomicino giustifica con i rincari autostradali. In verità il percorso in questione è denominato Autostrada 56 solo
sulla carta, ma in realtà è a tutti gli effetti un raccordo viario urbano, poiché differisce dai tratti autostradali per funzioni, finalità e utenze. Eppure la tangenziale è proprio come un’autostrada, con tanto di caselli e pedaggi; un piccolo gigante capace di incassare 6 milioni annui, che finiscono per una buona parte al Nord all’holding Atlantis S.p.A. precisamente alla famiglia Benetton di Treviso ,che ne detiene il pacchetto di maggioranza.
Una cifra ben alta, capace non solo di stipendiare i 350 dipendenti, ma di riammo-
dernare sia le carreggiate, il sistema di sicurezza, che quello di vigilanza. Ma gli altri proventi? Benetton riammoderna le strade e le autostrade del Nord, e al Sud? Rifà le fogne? Ciononostante gli investimenti iniziali di realizzazione sono stati ben ammortizzati, ma Il Presidente Pomicino, afferma che il pedaggio è essenziale per l’azienda per effettuare una serie di opere.
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VIK CATTI
Domenica - 8 gennaio 2012
CattiviK
Letterina alla Befana
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ara Befana sono un bambino di trentacinque anni e vivo a Casoria, questa’anno sono stato proprio buono facendo sempre quello che mi dicevano di fare: ho pagato tutte le tasse, anche se alcune in tutta franchezza mi sembravano del tutto sproporzionate rispetto al servizio che in cambio ho ricevuto, però ti confesso che in alcuni casi proprio non ce l’ho fatta dovendo decidere se mettere il piatto a tavola oppure onorare il mio debito con lo Stato; ogni volta che ci sono state le elezioni sono andato a votare anche se mai ho trovato qualche politico che mi convincesse veramente del resto sono sempre gli stessi, dicono sempre le stesse cose, fanno le stesse promesse, prendono gli stessi impegni ma mai nessuno che concretamente li onorasse o si impegnasse seriamente a farlo; ho fatto sempre la raccolta differenziata anche se non mi convince la società che gestisce la raccolta, sono anni che accumula debiti facendoci pagare tariffe salatissime. Insomma sono stato proprio un cittadino modello è per questo motivo ti vorrei chiedere un regalo non per me ma per i miei concittadini. Ci potresti
portare un Sindaco decente, con una li rendessi più coscienziosi, anche se mi squadra di assessori capaci, non ti chiedo rendo conto che la sfida è ardua. Forse grandi cose, ma almeno qualcuno che pretendo troppo da loro è per questo che mi rivolgo a te. Mi piacerebbe vivere in una città di cui non mi debba vergognare, sono abbastanza grandicello e già da qualche anno ho smesso di credere alle favole, non m’interessano i progetti faraonici e le grandi imprese che tutti, filosofeggiando, dicono di voler realizzare, mi basterebbe la normalità. Strade ordinate, pulite già alle otto del mattino, senza voragini, con i semafori in funzione nelle ore di punta che regolino il traffico, una segnaletica orizzontale in buono stato, qualche arredo urbano magari qualche piantina, un misero alberello che faccia sembrare tutto meno grigio, qualche parcheggio soprattutto per i disabili, un servizio di autobus che colleghi la periferia con il centro; anche solo questo darebbe un’altra immagine alla colata di cemento che impera in città. Purtroppo avesse veramente a cuore le sorti della mi rendo conto che a volte anche solo città che amministra. Mi accontenterei, chiedere la normalità prevede un grosso anche se decidessi di infondere qualche sforzo, forse sarebbe l’ora di iniziare a sano principio ai governanti attuali, se farlo.
Domenica - 8 gennaio 2012
TE SA L U
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Pina Savorra
pinacaribe@hotmail.it
I disturbi dell’alimentazione o cibo come relazione
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e vacanze per le festività natalizie sono finite e si ricomincia con le attività di sempre, si ritorna a scuola e tra i vari bilanci fatti a fine anno c’è anche quello alimentare: Quanto abbiamo mangiato? Certamente, gli italiani possono vantare in tutto il mondo il primato dell’ottima cucina, e risulterebbe folle dover rinunciare alle delizie messe in tavola in un periodo dell’anno così importante. Le famiglie si riuniscono, si ritrovano amici che per l’occasione tornano a casa a festeggiare il Natale, si trascorrono più ore riuniti intorno ad un tavolo ed è bello mangiare insieme dolci tipici nostrani tra una tombolata ed un giro di carte. Il cibo dunque, si rivela strumento di aggregazione, espressione di relazioni e di modelli di relazione che risalgono ad atteggiamenti primordiali della comunicazione. Se pensiamo alla prima infanzia, capiamo il semplice legame tra cibo e relazione con gli altri. Il bambino piange e ottiene del cibo e solitamente insieme con questo, comincia un dialogo comunicativo profondamente intenso con colui/colei che lo nutre. Mangiare ed essere nutriti è la dinamica relazionale più antica che vive l’essere umano ed è inevitabile che
quando si cresce, molti eventi sociali ruotino intorno ai pasti: gli incontri familiari e quelli con gli amici spesso sono infatti accompagnati dal cibo. L’elemento relazione diventa fondamentale quando si parla di disturbi dell’alimentazione. Quando manca una relazione sana e “nutriente” nella vita precoce di un individuo, il cibo ed i rituali relazionali ad esso associati possono diventare un sostituto altamente patologico. E’ ormai accettata, da tutta la comunità scientifica, la tesi che il cibo nei disturbi alimentari abbia una funzione di “auto-regolazione o auto-consolazione”, serve cioè a ricostituire il legame con l’altro che è carente nel sostenerci e nel farci sentire amati. L’essere umano cerca e trova stratagemmi per auto-regolarsi e difendersi emotivamente nelle situazioni di dolore e/o di stress e ciò si apprende fin dalla prima infanzia. In Italia oltre un bambino su tre, di età compresa fra i sei e gli undici anni, ha un peso superiore a quello che dovrebbe avere per la sua età, e ciò solitamente, condiziona una tendenza all’obesità che persiste anche in età adulta con le ovvie e inevitabili conseguenze sulla salute. Su un campione di 46.000 bambini della terza
elementare il 23,6 per cento è in sovrappeso, mentre il 12,3 per cento è addirittura obeso. Alla Campania tuttavia, spetta il triste record assoluto in età pediatrica, con il 27,8 per cento dei bambini in sovrappeso ed il 21 per cento obesi. E ciò corrisponde ad una percentuale complessiva che sfiora il 50 per cento. Questi dati risultano inquietanti quando si scopre che fra i bambini intervistati solo uno su dieci svolge un’attività fisica adeguata, poiché, la maggior parte di essi, preferisce guardare la televisione o intrattenersi con i videogiochi. Una vera e propria risposta dell’inadeguata relazione che la figura accudente intrattiene con il bambino, una relazione che vede l’incapacità di accogliere e sostenere la sua crescita in maniera responsabile ed attenta. Una crescita che necessita molto di più di un televisore acceso mentre si pranza o di un vide-
ogioco mentre si cena al ristorante. Inutile ricordare gli esperimenti ormai datati di Harlow ed i suoi macachi sull’importanza di un genitore accogliente anche se arido di cibo, la realtà ci parla molto chiaramente ed è urgente intervenire.
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I TAA’ RLI C TTUUBA AR
Domenica - 8 gennaio 2012
Amalia Vettoliere amypig@alice.it
I quattro brani della nostra play list:
Salva con nome
Bruce Springstein – Valentine’s Day
Queen – Radio Ga Ga
REM – Radio Free Europa
Michael Bublè – Let is snow Dopo che ti sei confrontato con George Michael, Van Morrison e i Queen, una canzone cosi è roba da ragazzi. Specie se hai lo swing a scaldarti il sangue.
Le corse in autostrada, il fiume e un jukebox che suona. Ma è un boss in versione acustica. E il giorno degli innamorati diventa un dolce momento di solitudine. Nel 1981 Michael Stipe e compagni irrompono sulla scena musicale con un brano che mischia irruenza punk e intelligenza rock. Un prologo magnifico.
Più che una canzone, un coro. Freddie Mercury ai massimi livelli. Oltre le radio diritto al cuore dei suoi fan.
Ecco la top ten di questa settimana:
1 Christmas- Michael Bublé 6 Ora - Jovanotti 2 L’amore è una cosa semplice - T. Ferro 7 Lioness: Hidden Treasures - A.Winehouse 3 21 - Adele 8 Mylo Xyloto - Coldplay 4 Inedito- L. Pausini 9 Viva i romantici. Il sogno - Moda’ 5 Campovolo 2.011- Ligabue 10 Pooh - Dove comincia il sole (Live)
Un Anno di Musica... “Musica è...guardare più lontano, perdersi in se stessi; la luce che rinasce, e coglierne i riflessi...E’l’urlo delle stelle...forse cambierà, nella testa della gente, la mentalità di chi ascolta ma non sente, prima che il silenzio scenda su ogni cosa, quel silenzio grande dopo l’aria esplosa; perché un mondo senza musica non si può neanche immaginare, perché ogni cuore, anche il più piccolo, è un battito di vita e d’amore...che musica è!” Le parole cantate dal grande Eros Ramazzotti accompagnato da uno straordinario Bocelli, provano a spiegare l’essenza della musica: cosa è, cosa rappresenta per noi uomini, quello che riesce a creare e a regalare; perchè davvero un mondo senza musica non si può immaginare! Provate per un attimo a pensare di non avere la musica, beh, è impossibile. E’ il sottofondo della nostra vita, ci accompagna in ogni momento della giornata, ci consola quando siamo tristi, ci aiuta nei momenti peggiori, non ci fa sentire soli mai, ci regala emozioni sempre. In questo 2011, tanti sono stati i ritorni come gli addii, che hanno movimentato le scene musicali. Primo su tutti emerge il ricordo di Amy Winehouse, la cantante senza regole, che ha conquistato il mondo con il suo talento sopraffino e la sua grandezza vocale; che fino alla fine ha voluto continuare a vivere in quel mondo tutto suo, sbagliato e peccaminoso, che l’ha portata alla morte, probabilmente avverando il suo desiderio più grande. Altro addio musicale importante è stato quello del Blasco, che con il suo ultimo tour Live Kom ‘011, ha salutato e lasciato nella disperazione milioni di fan, dichiarando di non avere più l’età per “fare la rockstar”. Il grande Rocker italiano Vasco Rossi ci lascia, quindi, le sue grandi pietre miliari: Sally, Vita spericolata, Albachiara, e tante altre che resteranno nel ricordo di tutta la musica italiana. A rispondere a questi tristi addii, ecco pronti i grandi ritorni: Giorgia si ripresenta alla grandissima con il meraviglioso singolo “È l’amore che conta”, brano trainante del suo ultimissimo album “Dietro le apparenze”; emerge “Inedito”, nuovo album di successo di una Pausini sempre più in forma; ritroviamo un Tiziano Ferro che esprime il massimo del suo talento con “L’amore è una cosa semplice”. E ancora album su album, brani su brani, vedono l’alternarsi di Adele, Elisa, Jovanotti, Ligabue, Bublè e tanti altri che hanno reso questo 2011 meno amaro di quanto realmente è stato. Insomma, la musica è la protagonista indiscussa anche di quest’anno andato via, con le sue note dolci è riuscita anche stavolta, a creare delle atmosfere uniche e a regalarci emozioni profonde. E, credetemi, trovare qualcosa che oggi riesca ad emozionare ancora, è una delle cose più belle che possa accadere, quindi teniamocela stretta la nostra cara musica che, in un tempo dove tutto è vano e niente fa più effetto, ci accompagna in luoghi dell’anima dove ognuno riesce ad emozionarsi.
Domenica - 8 gennaio 2012
AC CRON
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Angelo Ferro
Capodanno 2012, il bilancio dei feriti è peggiore degli altri anni
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ome ogni anno il 31 dicembre la tradizione pirotecnica impazza nelle strade della nostra provincia, sarà per culto, per costume o per goliardia il “diktat” comune è sparare fuochi d’artificio, salutando l’anno vecchio e augurandosi che quello nuovo sia migliore. Dalle nostre parti, come ormai risaputo, non ci si limita all’utilizzo di prodotti pirotecnici legali, ed è nota ai più la volontà di molti “furbetti”, di voler acquistare o auto produrre veri e propri ordigni bellici. Il 29
dicembre a Casoria sono stati sequestrati dai ca-
rabinieri circa 500 kg di ‘botti’ illegali, nell’ambito dei controlli predisposti per contrastare i reati legati alla fabbricazione, detenzione e vendita di fuochi pirotecnici e di materiale esplosivo illegale. Sul posto, un vero e proprio laboratorio artigianale per la costruzione di ordigni esplosivi, sono intervenuti gli artificieri antisabotaggio del comando provinciale di Napoli, che hanno sequestrato tutto il materiale. Ma la prevenzione e gli interventi delle forze dell’ordine non sono bastati, quest’anno il resoconto sugli incidenti è peggiorato rispetto all’anno precedente: due morti e 595 feriti il bilancio “ufficiale” fornito dalla polizia sui festeggiamenti dell’1 gennaio. Il numero dei feriti complessivi appare in aumento, ma quelli con prognosi oltre i 40 giorni (per lesioni particolarmente gravi e con danni spesso permanenti) è inferiore rispetto allo scorso anno. Uno dei dati ancora più gravi è che Il 12,8% dei 595 feriti è minore di 12 anni (76 feriti). Gli incidenti più gravi sono avvenuti nel napoletano e a Roma, dove ci sono stati due morti. A Casandrino, è morto un 38enne e sono in corso le indagini della polizia per accer-
tare se sia stato ucciso per l’uso i n s e n s at o di “botti” o da un proiettile vagante. Nella capitale, in zona San Basilio, lo scoppio di un grosso ordigno in un appartamento ha causato la morte di un uomo di 36 anni e il ferimento di due bambini presenti sul posto. La tradizione pirotecnica è sentita e va rispettata, come non ricordare un giovane E. Cannavale nel film “32 dicembre” di De Crescenzo, che pur di sparare qualche fuoco d’artificio era disposto ad indebitarsi con l’intera città, un’usanza fatta di luci e colori che si levano nel cielo, uno dietro l’altro con suoni e movimenti diversi, un credo che va tutelato rigorosamente nella sua forma legalizzata, peccato che ormai da anni anche il necrologio post-capodanno sia diventato una tradizione.