Il Domenicale di Casoria N°27

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Anno I - Numer o 27 - 20 m ag g io 2012

“SPECIALE FINALE COPPA ITALIA”

“ AVA N T I N A P O L I ”


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Domenica - 20 maggio 2012

In questo numero pag. 2 Vignetta della settimana pag. 3 Editoriale

A n n o I - N u me r o 2 7 - 2 0 ma g g io 2 0 1 2

“SPECIALE FINALE COPPA ITALIA”

“ AVA N T I N A P O L I ”

pag.20 Comune, casoria Ambiente e

protezione Civile....

pag. 4 Napoli (di Lucchese)

pag.20 Ave atque vale, frater!!!

pag. 5 Napoli (di Vettoliere)

pag 21 Chi è quel bambino che

pag. 6 Napoli (di Romano)

vive in me?

pag. 8 A spasso nel Calcio

pag.22 America’s Pacc....

pag. 9 Riceviamo e pubblichiamo

pag.23 Una alternativa alla crisi lavorativa

pag.11 Comunicati Stampa

pag.25 Annarosa Petri...

pag.12 A Casoria si balla e si canta... pag.13 La rivlta contro la discarica Cantariello

pag.27 Caduta libera.... pag.28 Incontro con Pasquale Finicelli pag.29 Rubrica

pag.15 Noi crediamo! pag.16 Ciao Campioni pag.17 Orgogliosi di essere Terroni pag.19 La Redazione

pag.30 Allergie primaverili.... pag.30 Recupera il tuo fido dalle banche pag.31 Rubrica

Periodico settimanale a diffusione gratuita Anno I n. 27 - 20 maggio 2012 Autorizzazione del Tribunale di Napoli n. Reg. 4925 del 28/09/2011 Direttore responsabile: Pasquale D’Anna direttore@ildomenicaledicasoria.it Caporedattore: Sonia Tabacco s.tabacco@ildomenicaledicasoria.it Redazione: Via G. Marconi, 80026 Casoria (NA) redazione@ildomenicaledicasoria.it Stampa: Tuccillo Arti Grafiche Via dell’Indipendenza,37 80021 Afragola (NA) graficatuccillo@libero.it Edito da: Associazione Culturale Kasauri Casoria (NA) associazionekasauri@libero.it Progetto grafico ed impaginazione: Sonia Tabacco Questo numero è stato chiuso in redazione

Giovedi 17 maggio 2012

La vignetta della settimana


Domenica - 20 maggio 2012

RIA E D I TO

LE

Ilaria Puglia

U n a f i n a l e b l i n d at a

U

na finale che vale una coppa e molto di più. Se vinciamo, avremo un trofeo da far alzare al capitano a beneficio delle telecamere, il primo dell’era De Laurentiis da esporre in bacheca. E avremo anche l’accesso diretto all’Europa League, risparmiandoci la fatica dei preliminari e restando in apnea da calcio fino al 26 agosto, con buona pace del riposo dei nostri ma un po’ meno della nostra voglia di pallone. Se vinciamo, battiamo la Juventus, la squadra nemica da sempre oltre che la tifoseria più antipatica che c’è. Va bene, ci sto. Dove si firma? Se fosse così semplice! Ma semplice non è, come non è scontato l’esito. Perché si può anche perdere, e perdere contro la Juve dà noia assai. Questa finale di Coppa Italia nasce male, non mi piace. Andiamo a scontrarci con la vincitrice dello scudetto, l’unica squadra rimasta imbattuta in un campionato pazzo e ci arriviamo carichi di emozioni, stanchi, delusi dall’aver perso all’ultimo istante un terzo posto che sembrava non volesse nessuno e che ci è stato “avulsamente” attaccato addosso per qualche giorno. Immersi in una diatriba infinita sul futuro del Pocho che ha spaccato la tifoseria in due. Ma anche con una voglia grande

di riscatto e di regalare alla città un trofeo che, per qualcuno, fin dall’inizio, è stata più importante del terzo posto. Vero è che con le grandi abbiamo sempre dato il meglio ma il fattore imprevedibilità, nel Napoli, è incredibilmente destabilizzante. A complicare le cose, la scelta della location, Roma. Una città in cui si incontreranno (sarebbe meglio dire si scontreranno), ben quattro tifoserie: i laziali detestano i romanisti e gli juventini; i romanisti detestano i napoletani e i laziali; i napoletani detestano gli juventini e i romanisti; gli juventini detestano i napoletani e i laziali. Insomma, si detestano un po’ tutti, praticamente una miniera d’odio. Non sarò a Roma, per scelta, perché una partita di pallone non può rischiare di diventare una battaglia, tantomeno tra quattro gruppi armati di odio e pregiudizio. Il calcio che mi piace non è questo. Non tollero il calcio che si carica di significati simbolici e dietrologie, non mi piace il calcio degli Ultràs. Da Roma, poi, arrivano notizie sconfortanti. Una città blindata, poliziotti ad ogni angolo, carabinieri giovanissimi precettati per l’occasione. Uno spiegamento di forze mai visto prima. Sembra la preparazione di una battaglia. E,

cosa più grave, questa attesa malata è stata alimentata e nutrita a partire dalla partita di Torino contro la Juve fino ad oggi. Penso ai racconti di bambini e disabili picchiati fuori dallo Juventus Stadium, per esempio, o agli anatemi lanciati a Napoli verso i napoletani che si macchiano della colpa di tifare Juve. E ad alimentare l’attesa e la polveriera sono stati tutti, giornali, radio e tv. Il risultato è che adesso c’è una città in stato di allerta, Roma, e una partita di pallone considerata a rischio dal Viminale, un cordone intorno alla città e controlli straordinari ovunque. Striscioni di curva che sembrano appuntamenti per la mattanza. Dichiarazioni di capi Ultràs romani così chiare da mettere paura. Una tensione che vizia e appesantisce l’aria. Serve a poco ripetersi che si tratta solo di un pallone da calciare in porta, di uno spettacolo da offrire all’Italia intera. Fa male il fatto che ad andare a rappresentarci saranno, soprattutto, i più facinorosi. Può una partita di calcio trasformarsi in battaglia? Sì, ai nostri tempi può. Attendo con cupa curiosità di essere smentita.

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LI NAPO

Domenica - 20 maggio 2012

Pasquale Lucchese napoledano@libero.it

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U lt i m a d i c a m p i o n at o : r i m p i a nt i e s o d d i s fa z i o n i . . .

'ultima giornata di campionato ha in sé una dose di nostalgia e di sottile malinconia. Indipendentemente dai risultati acquisiti in campo, l'ultima di campionato è come l'ultimo giorno di vacanza! Triste e bella. Ti volti indietro, e rivedi il film del campionato, dalla prima giornata in canottiera, alle giornate rinviate per neve. Rimpianti e soddisfazioni si susseguono, con l'aumento dei primi per chi il campionato l'ha sbagliato, steccato, e delle seconde per chi invece è andato oltre le iniziali aspettative. Oggi parleremo solo di campionato. Il nostro discorso esulerà, dunque, dalle altre due manifestazioni, cui il Napoli ha preso parte. Ovviamente è da premettere che una simile operazione è logicamente sbagliata: non pensare che la Champions' abbia influenzato, nel bene e nel male, il campionato sarebbe da folli. Benchè convinti di ciò, amanti della follia, dimenticheremo la vecchia Coppa Campioni, e finanche l'altra manifestazione tricolore, concentrandoci esclusivamente sulle 38 partite del campionato. Più rimpianti o più soddisfazioni? Ahinoi, i rimpianti battono le soddisfazioni impietosamente! Sarà che la passata stagione fu (quasi) l'opposto, con le gioie che superavano di gran lunga i rimpianti; ma davvero faccio difficoltà a trovare soddisfazioni in questo campionato. Ad eccezione delle prime due giornate, vittorie a Cesena e in casa con il Milan, sono pochi i momenti di gioia. Provando uno sforzo non facile, ricordo la vittoria di Milano con l'Inter, quella di Palermo e il pari ad Udine. Forse le vittorie in goleada con Genoa e Cagliari. Tutti questi momenti di gioia si sono rivelati effimeri, e magari la domenica successiva hanno lasciato spazio a enormi rimpianti: basti pensare al 2-2 con il Catania, successivo al 2-2 di Udine. Di rimpianti invece in questo campionato siam pieni: Chievo alla terza giornata; forse il marchio sul campionato fu dato proprio nel fatal Bentegodi, con il suicidio di Mazzarri. Quel momento storico favorevole, quella che sembrava potesse diventare una cavalcata, interrotta bruscamen-

te da un turn-over sconsiderato. La sconfitta interna con il Parma, e quella di Catania, con Santana inspegabilmente impiegato nel ruolo di centrale, ed espulso nel primo tempo. A macchia di leopardo, come dimenticare la rimonta subita in casa dalla Juventus. Altro crocevia di una stagione ricca di rimpianti. Il crollo nostro come definitiva consacrazione per i nostri rivali di sempre: oltre il danno la beffa. E poi, da marzo, un'autentica agonia, o quasi. Dopo Udine, solo delusioni: Catania in casa, Roma sponda laziale, e Torino in

casa dei gobbi, e l' “assurda” sconfitta in casa con l'Atalanta! E poi quelle più recenti, quelle ancor più difficili da “catalogare”, spiegare. La rimonta, l'ennesima, subita all'Olimpico, contro una Roma fischiata dai suoi stessi sostenitori. E come se poi il destino volesse sbeffeggiarti e illuderti ancora di più, eccoti offerta su un piatto d'argento l'opportunità di dare un senso al campionato. Ma a Bologna va in scena la partita-simbolo del nostro campionato. Perdiamo e addio terzo posto. Inutile battere il Siena, soffrendo peraltro, nell'ultima al San Paolo. Inutile perché per i tifosi dell'Udinese le gioie superano i rimpianti, e possono festeggiare la terza piazza. In definitiva un campionato non sufficiente, che il terzo posto poteva rendere discreto. Sia chiaro: nessun piagnisteo, nessun gioco al massacro. I numeri però parlano chiaro: 9 punti in meno rispetto allo scorso anno; un campionato ricco di troppi bassi e pochi alti. Occasioni chiurgicamente buttate al vento. Mai una vittoria, un successo in rimonta, mai

quel cannibalismo che era il nostro marchio di fabbrica. Più volte abbiamo analizzato le colpe. Non ci ripeteremo. Società, Mazzarri e gli stessi giocatori non sono immuni, d'altro canto è impensabile che le colpe, come i meriti, siano solamente da attribuire ad un parte piuttosto che ad un'altra. Niente Champions' l'anno prossimo, niente musichetta. Ce ne faremo una ragione, anche perchè va comunque considerato che i piazzamenti da quando siamo tornati in A sono stati tutti dignitosi. La storia del nostro Napoli, al di là dell'amore che ognuno di noi ha verso quei colori, parla chiaro: i piazzamenti tra le primissime non sono pochi, ma neanche tanti. Questo ovviamente non è una giustificazione per De Laurentis, né per Mazzarri e la squadra; piuttosto, un modo per noi tifosi di allentare i rimpianti! L'anno prossimo però sarà un campionato diverso, con un obiettivo alla nostra portata. E con le gioie che non lasceranno spazio ai rimpianti! Parentesi finale sul Pocho: con l'argentino non è stato, personalmente, un colpo di fulmine; mi sono legato a lui durante un Palermo Napoli nel suo primo anno qui. Un pallone morto, che sembrava uscisse fuori, restò in campo, grazie ad un generoso Pocho, che con un prodigioso scatto ne evitò l'uscita. Decisi che quel funambolico, irrequieto, scardinadifese, meritava la mia stima, il mio amore incondizionato o quasi. I fischi di domenica sono quanto di più assurdo, sbagliato, irriconoscente si potesse fare. Assurdo perché la stagione non è finita. Sbagliato perché questa situazione non ha fondamentalemente nulla di ufficiale. Irriconoscente perchè se anche il Pocho decidesse di andar via, o se non trovasse un accordo con il presidente, questo non giustificherebbe i fischi.


Domenica - 20 maggio 2012

LI NAPO

Amalia Vettoliere

amypig@alice.it

“ L a v a l i g i a s u l l et t o … quella di un lungo viaggio?”

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he viaggio sarà quello di Ezequiel Lavezzi? Avrà già la valigia pronta? E cosa porterà con se? Un po’ di mare, un po’ di sole, un po’ dell’azzurro che indossa da tempo? Probabilmente porterà tutto quello che non riuscirà a trovare altrove, porterà il suo bagaglio di esperienza napoletana, porterà tutto l’amore ricevuto in questa città. Ormai tutto sembra parlare del suo addio, e poche sono le speranze di una continuazione del Pocho con la maglia azzurra. Tutto iniziò cinque anni fa, in quell’estate del 2007, quando arriva al San Paolo questo ragazzo argentino dai capelli lunghi, che subito fa parlare di se e innamorare tutti i napoletani. La sua velocità, i suoi dribbling, la sua capacità di spiazzare le difese avversarie, colpiscono subito e da allora comincia la storia del grande Napoli, che lo vede come uno dei protagonisti essenziali. In questi cinque anni, Ezequiel ha fatto tanto per la squadra azzurra e se abbiamo raggiunto dei grandi obiettivi, è anche e soprattutto per merito suo. E’ un talento, questo è innegabile, altrimenti non ci troveremo a parlare oggi di un suo probabile addio; tante, infatti, sono le squadre che vorrebbero acquistare il Pocho, qualcuna disposta anche a pagare la sua clausola rescissoria di ben 31 milioni di Euro. Dove sarà diretto poco importa, ciò che conta è capire se siamo pronti per affrontare questa separazione;

si, perché è proprio come una separazione questa, quasi come un divorzio tra l’amante passionale e quello indeciso e traballante. Il popolo azzurro, quelli passionali, innamorati come il primo giorno, farebbero di tutto pur di trattenere il loro amore; lui, invece, quel-

lo indeciso, non sa ancora bene cosa vuole fare, da un lato la carriera, il denaro, il cambiamento; dall’altro la prigione d’oro napoletana, il suo primo vero amore, la sua prima vera storia importante. Utilizzare una metafora come quella di una storia d’amore è, per me, il modo più giusto per capire davvero la situazione attuale tra i tifosi e il Pocho; del resto è così, quando si ama, si è irrazionali. Solitamente quando ci si sente traditi, subito si tiran fuori gli artigli e si è prontissimi a criticare, ma a Napoli si dice che “chi disprezza vuol comprare”, e allora tutti quei fi-

schi a carico del nostro Pocho, in occasione dell’ultima partita di campionato contro il Siena, possono avere una piccola spiegazione, quella di una parte di tifosi che si sente tradita e che, più che criticare, spera solo nella decisione “azzurra” del Pocho. La parte restante, invece, quella di cui mi sento parte, è quella che non penserebbe mai di lanciare dei fischi inutili e insensati contro quello che è stato il simbolo della ricrescita del Napoli. Beh, il Pocho riesce a dividere anche la stessa tifoseria azzurra! Ci sono modi diversi di reagire ad un addio: c’è chi si arrabbia, non accetta, non se ne fa una ragione, e c’è chi invece riesce a metabolizzare, con la testa prima e il cuore poi, chi comprende le scelte, che siano giuste o sbagliate, chi preferisce conservare i ricordi vivi, e continuare a vivere di quelli, senza nessun tipo di rabbia, ne rancore. “Tutti sono utili, ma nessuno è indispensabile”, questo deve essere il motto di una squadra, perché un team deve essere sempre pronto a fare a meno anche del migliore. E’ così che si vincono le grandi sfide. E allora, se il Pocho andrà via, sarà meglio che tutti noi ci faremo trovare pronti, ringranziandolo per tutto quello che ha regalato in questi anni, e augurandogli il meglio per la sua carriera, ricordando con piacere e una leggera commozione, quel sorriso dolce, così trasparente!

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LI NAPO

Domenica - 20 maggio 2012

Mario Romano

mario.romano65@gmail.com

Il Napoli e la Coppa Italia

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er molti anni la Coppa Italia ha rappresentato per il Napoli e i suoi tifosi l’unico significativo trofeo di cui vantarsi. Addirittura la prima Coppa il Napoli se l’aggiudicò mentre militava in serie B. Era la stagione 1961-62, che regalò anche il ritorno in serie A dopo un anno di purgatorio. A vanto del Napoli va detto che è stata l’unica occasione in cui una squadra della cadetteria sia riuscita ad aggiudicarsi il trofeo. Nei primi due turni, in due partite secche disputate in casa, il Napoli elimina ai rigori prima l’Alessandria, poi la Samp. Seguono le vittorie esterne sul Torino e sulla Roma, quindi la semifinale con il Mantova, superato per due reti ad una. Nella finale, disputata allo stadio Olimpico di Roma il 21 giugno 1962, il Napoli ha la meglio sulla Spal con reti di Corelli e Ronzon, che fissa il risultato sul 2-1 dopo il momentaneo pareggio ferrarese. Le immagini dell’epoca mostrano l’entusiasmo di un nutrito gruppo di tifosi partenopei che però a stento riempiono le tribune di uno stadio semivuoto. Uno scoppio di mortaretti e la teatrale gestualità del controverso presidente Achille Lauro in camicia bianca a maniche corte ac-

compagnano la premiazione. Occorre aspettare un altro decennio per rivedere il Napoli disputare una finale. Nella stagione 1971-72 il Ciuccio, dopo aver primeggiato in due fasi a gironi, va in finale con il Milan. Un’autorete dell’azzurro Panzanato e un gol del milanista Rosato spengono le speranze di un Napoli di tutto rispetto, che vede tra le sue fila campioni del calibro di Zoff e Juliano, guidati dall’indimenticato Chiappella. Non fallisce invece il bersaglio quattro anni dopo, nella stagione 1975-76. Anche in questo caso il Napoli supera due fasi a gironi, durante le quali mette fuori gioco, tra le altre, Fiorentina, Milan e Samp. Il Napoli, guidato da Delfrati, subentrato proprio in quella stagione al mitico Luis Vinicio, si presenta alla finale di Roma del 29 giugno 1976 con i favori del pronostico. Bisogna tuttavia attendere il 75° per veder sbloccata la partita con l’aiuto di un’autorete del veronese Ginulfi. Gli azzurri acquistano improvvisamente fiducia e nel giro di tre minuti realizzano altre due reti con Braglia e Mister due miliardi, Beppe Savoldi, che al minuto 86 fissa poi il risultato sul 4-0! E’ il secondo trofeo di un Napoli che l’anno successivo va vi-

cino all’impresa nella Coppa delle Coppe, competizione europea riservata alle vincitrici delle coppe nazionali. Nella stagione 1977-78 il Napoli sfiora la conquista della sua terza coppa nazionale. Il club azzurro supera la prima fase a gironi per accedere ad un girone di qualificazione per la finale insieme ai campioni di Italia della Juventus, al Milan e al sorprendente Taranto. A favore del Napoli gioca la circostanza che quando iniziano le gare, quasi l’intero e formidabile blocco dei titolari juventini è già partito con Bearzot alla volta dei mondiali argentini. Così il Napoli maramaldeggia al San Paolo con i Primavera bianconeri e ottiene un vistoso 5-0; ma nella gara di ritorno al Comunale di Torino perde clamorosamente con gli stessi per 1-0, esponendo i tifosi del Ciuccio agli umilianti sfottò degli juventini. La successiva vittoria con il Milan e il pareggio interno con il Taranto permettono tuttavia al Napoli di arrivare alla finale di Roma contro l’Inter. La sera dell’8 giugno 1978 il Napoli passa in vantaggio con Restelli al 6’ di gioco. Pareggia Altobelli dodici minuti dopo per i nerazzurri. La partita resta in equilibrio fino ad un


Domenica - 20 maggio 2012 paio di minuti dalla fine dei tempi regolamentari. Quando tutti già pensano ai supplementari, è il “libero” Bini, con una prepotente incursione all’inglese, ad insaccare di testa nella rete azzurra su calcio d’angolo battuto da Beppe Baresi e a spegnere le illusioni dei partenopei. Bisogna attendere l’era maradoniana per rivedere il Napoli riaffacciarsi da protagonista nella Coppa Italia. La stagione 1986-87 non è solo quella del primo scudetto azzurro, ma anche quella della terza e ultima aggiudicazione della Coppa Italia. Il Napoli accompagna la vittoria in campionato con una straordinaria serie di successi in Coppa. Tredici vittorie di fila su tredici gare! Cinque nella prima fase a gironi, sei nelle eliminazioni dirette con gare di andata e ritorno; infine le due vittorie nella finale con l’Atalanta per 3-0 al San Paolo e 1-0 al ritorno a Bergamo. Trentadue reti realizzate e solo cinque subite. Un Napoli regale, che ottiene buona parte delle vittorie della seconda fase con i rincalzi, tra i quali si erge a protagonista maradoniano il giovane Ciro Muro. A questo trionfo seguono due cocenti delusioni, che nelle modalità sono molto simili. Ancora nell’epoca maradoniana il Napoli si guadagna la finale con la Sampdoria dei terribili Vialli e Mancini. E’ il 1988-89, l’anno in cui il Napoli si piazza secondo dietro l’Inter in campionato e si aggiudica l’unico suo trofeo internazionale di rango, la Coppa Uefa. Il Napoli giunge alla finale dopo due fasi a gironi non brillantissime e due abbordabili scontri ad eliminazione diretta con Ascoli e Pisa. All’andata della finale, disputata al San Paolo, Renica insacca di testa su cross di Maradona e fissa il risultato sull’1-0. Al ritorno, quel Napoli, che aveva dato spettacolo in campo in-

LI NAPO ternazionale, non riesce a contenere una Samp frizzante e provocatoria. Cade nella rete tesa dai doriani e perde per quattro a zero in un clima da rissa. Già finiti da tempo i fasti dell’epoca maradoniana, il Napoli riesce ancora a guadagnarsi l’accesso alla finale nella stagione 1996-97. E’ un Napoli a due facce. Guidato da un ottimo Simoni, per buona parte del girone d’andata sorprende tutti,

posizionandosi al secondo posto. Poi viene il calo. Prima del crollo il presidente Ferlaino, risentito per l’accordo già stipulato da Simoni con l’Inter per la stagione successiva, esonera quest’ultimo e affida la squadra a Montefusco, nel ruolo di fedele traghettatore. Una specie di Caronte. Ruolo che ricoprirà anche l’anno successivo nella parte finale della dolorosissima retrocessione in B. Rispetto al campionato, il percorso in Coppa Italia è però più brillante. Il Napoli elimina la Lazio di Zeman, compiendo un’impresa eroica nella gara di ritorno a Roma (l’andata s’era conclusa 1-0 per gli azzurri). Resiste in nove contro undici e pareggia 1-1. In semifinale, dopo un pareggio a San Siro per 1-1, gli azzurri battono l’Inter per 1-0 con gol del brasiliano

Beto. E’ finale con il Vicenza! La settima. Il Napoli parte bene. All’andata un gol di Pecchia porta ottimismo. Ma al Menti i “lanerossi” vicentini pareggiano il risultato dell’andata. Sul finire uno sciagurato Nicola Caccia si fa espellere e regala l’uomo in più ai veneti, che nei tempi supplementari realizzano altri due gol e fissano il risultato sul 3-0, aggiudicandosi il primo e unico trofeo della loro storia. Il resto è storia recente. Il Napoli è atteso alla sua ottava finale contro i neocampioni di Italia. Ci arriva in un clima di incertezze circa le sue prospettive future. Ben altra tempra e cura avrebbe meritato da parte della società la vigilia di questa gara. I tifosi partenopei vogliono bene a De Laurentiis e lo stimano. Gli sono grati per quello che ha fatto e sono disposti a perdonargli le sue verbose discettazioni sui massimi sistemi. Sempre pronte, che si vinca o che si perda. Pensare in grande non è male. Ma il Napoli in ottantasei anni di vita ha vinto solo tre coppe Italia, due scudetti e una coppa Uefa. Poco. Ci andrebbe di nuovo di vincere qualcosa. Non importa che sia una coppetta nazionale. Probabilmente col tempo diventeremo una grande, ma oggi ci accontentiamo. Sulla sua casa l’Ariosto fece iscrivere questa semplice frase: “parva, sed apta mihi”. Ecco, per noi va bene così. Per il momento. Modesta, ma adatta a me. Per il bene del nostro presidente e per il nostro noi pensiamo ad un finale di gara in cui lui sia costretto a tacere, avendo la bocca occupata a bere finalmente lo champagne che spumeggia dalla quarta Coppa Italia.

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T SPOR

Domenica - 20 maggio 2012

Valerio Cresci

vcresci@gmail.com

A spasso nel calcio

Il Campionato in altalena

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omenica 13 Maggio ore 22,30. L’arbitro fischia, il Napoli vince 2-1 battendo il Siena, partita moscia e malinconica. Malinconica sì, perché non è accaduto quello che speravi, l’ Udinese ha vinto e si è qualificata per i preliminari di Champions, soffiandoceli proprio quando stavamo iniziando a risentire quella magica musichetta nelle nostre orecchie. “C’est La Vie” dicono alcuni tifosi, C’est la vie un corno!!! Il Napoli quest’anno si è dimostrato non all’altezza delle aspettative. Anzi occorre fare una suddivisione di

quest’annata: il calciomercato del Napoli, il Napoli in Champions ed il Napoli in Campionato. -Il calciomercato del Napoli mi fa sorridere. Bigon mi dà l’idea di un bambino viziato che non conosca il valore del denaro e perciò chiude con il Parma la trattativa per far trasferire Dzemaili all’ombra del Vesuvio per 9 milioni più il prestito di Santacroce, con diritto di riscatto della metà e l’intero cartellino di Blasi.Ma non finisce qui; spende 9 milioni ( più il prestito di Vitale) anche per acquisire il cartellino di Britos dal Bologna. Calciatori che, dopo una stagione, reputo discreti ma il cui valore di mercato è di

gran lunga inferiore rispetto a quanto sono stati pagati. Considerate che il Milan ha acquistato Nocerino per 500.000 euro, la Juve per Barzagli ed Estigarribia ne ha spesi appena 800.000, circa la metà quindi del costo della scommessa Chavez. Far sottoscrivere il contratto a Donadel senza fargli effettuare, preventivamente, le visite mediche, è stato un errore che ci ha costretti a giocare per tutto il campionato con solo tre centrocampisti. L’errore più grande però è stato il mancato acquisto di Criscito, giocatore jolly, che avrebbe consentito a Mazzarri la possibilità di fare le scelte opportune e non adattare Zuniga sul lato sinistro per tutto il campionato. Per non garantire uno stipendio maggiore a Criscito sono stati spesi 13 milioni per Britos e Fideleff più gli ingaggi. Unica nota lieta è stata Inler (anch’esso strapagato) che dopo un periodo di adattamento è riuscito a dar maggior peso e qualità al centrocampo del Napoli. –Il Napoli in Champions ci ha fatto sognare, emozionare ed alcuni hanno anche pianto per le emozioni di una coppa magica ove mai, o quasi, eravamo stati protagonisti. Il nostro cammino nel girone è stato strepitoso: abbiamo battuto il Villareal in casa ed in Spagna, abbiamo pareggiato in casa e perso in Baviera( forse lì meritavamo un pareggio per l’orgoglio dimostrato) contro la finalista della Champions e, scusatemi se è poco, l’impresa più grande l’abbiamo fatta con i campioni in carica della Premier League , il City di Mancini eliminato dal girone proprio dal Napoli dopo una bellissima vittoria al San Paolo. Poi ci sono stati i sorteggi che con grande “fortuna” ci hanno incontrare il Chelsea. Al San Paolo è stato una notte da leoni, emozionante, e se Clichy non avesse respinto sulla linea il tiro di Maggio forse oggi, potremmo parlare

di tutt’altra storia. È arrivata poi, purtroppo, la notte di Londra che ci ha messo al tappeto ed ha evidenziato le pecche della nostra formazione. Con l’uscita di Maggio al 20’ e l’ingresso di Dossena il Napoli è crollato e con lui anche il sogno Champions. Il Napoli in Campionato è stato invece altalenante; troppo! Eppure avevamo cominciato bene vincendo 3-1 a Cesena, battendo in casa 3-1 il Milan, alla IV giornata la sconfitta di Verona, forse immeritata ma primo campanello d’allarme di un mercato inadeguato e di una squadra non competitiva in tutte le sue componenti. Alla V il deludente pareggio in casa con la Fiorentina, poi la vittoria con l’Inter a Milano e la sconfitta al San Paolo con il Parma. E così è accaduto per tutto il campionato, con un ping pong di belle prestazioni seguite da partite fiacche che non ci hanno permesso di lottare per il titolo e nemmeno per la Champions. Se il Napoli è stato altalenante, non sono state da meno anche le altre pretendenti al 3° posto, ma abbiamo sprecato anche l’ultimo di tanti match ball quindi Ciao Ciao Champions sperando sia solo un arrivederci e non un Addio. Domenica 20 Maggio. Uno striscione della Curva B recitava: “ Sul tuo petto la mia toppa…Onora la città vinci la Coppa”. Da troppo tempo questa città non vince un titolo, è ora di invertire la rotta. Occorrerà, però, una prestazione impeccabile, avremo bisogno di un Napoli stile Champions per portare la coppa in città, sperando di archiviare questo campionato nel migliore dei modi ricordandolo negli anni per la stagione della grande Champions e della Coppa Italia e non come la stagione delle promesse non mantenute!!!

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Domenica - 20 maggio 2012

Cari lettori, questo sarà una lettera diversa rispetto a quelle che affollano i vari siti negli ultimi giorni.. non parleremo del Pocho. Sia chiaro, siamo tifose ed a lui affezionatissime ma pensiamo che il calore che solo questa tifoseria riesce a dare (in ogni tipo di partita, in ogni campo calpestato, in qualsiasi giorno della settimana ed in ogni serie giocata) non abbia bisogno di essere propagandato… bastano 5 minuti per capirlo, figuriamoci 5 anni. Il motivo reale del nostro scrivere parte dal senso di vergogna dinanzi al comunicato relativo alla vendita dei biglietti di Coppa e alla PALESE discriminazione operata ancora una volta nei confronti del tifo partenopeo. Noi pensiamo che la passione sia la forma più istintiva della libertà e che perciò non possa essere arginata nei confini di una regione. Non è un po’ presuntuoso (ed è dire poco) credere che i tifosi del Napoli siano limitati ai soli residenti in Campania (considerando che quella partenopea vanta una delle tifoserie più numerose d’Italia)? Non è un po’ presuntuoso credere che un calabrese possa tifare Juve e che sia invece impossibile che un bergamasco tifi Napoli? Non avrebbero questi 2 tifosi lo stesso diritto di accedere allo stadio il 20 maggio? O invece pensate che queste due passioni abbiano un differente valore, misurato in base al luogo di residenza? Perché se così fosse questo sarebbe razzismo… Sarebbe ugualmente razzismo se, pur conoscendo la realtà dei fatti (tifosi napoletani disseminati dal Nord al sud) premeditatamente non aveste autorizzato la vendita con uguali modalità e limitazioni per le due tifoserie… Conviviamo ormai ogni domenica con i più disparati insulti che prescindono dallo sfottò calcistico e toccano invece la dignità e la storia/tragedia (“ ..Vesuvio lavali col fuoco…”) di un intero popolo senza che nessuno, Giudice Sportivo incluso, senta di dover sanzionare questo tipo di

Da : GIOTTOVOLLEY GAME OVER ?....... Da piu' parti ci sentiamo rivolgere questa domanda che come viene posta sembra piu' un desiderio , che noi del GIOTTO non accettiamo da almeno 28 anni! L'ultimo anno di campionato appena concluso ci vede classificati al settimo posto di serie B con 14 vittorie su 26 e salvi con un mese di anticipo esprimendo al volontà di un gruppo di atleti , tecnici e dirigenti, che nonostante le esigue risorse a disposizione ha manifestato la volontà sul campo di voler essere l'espressione della migliore pallavolo a Casoria, dove insieme a giovani promettenti esaltati dalla presenza da atleti di sicura esperienza, amalgamati da una conduzione tecnica che espresso il piu' giovane e interessante allenatore della Serie B ! Al Palacasoria nel settore giovanile con oltre 100 atleti registriamo un entusiasmo e un attaccamento incredibile che certamente in futuro darà risultati concreti attraverso i campionati agonistici della Federazione di Pallavolo . Questi i fatti concreti e positivi che quest'anno abbiamo prodotto, mentre noi dirigenti continuavamo il ruolo di grandi elemosinieri per reperire risorse per andare avanti e mantenere gli impegni presi , così qualche giorno fa abbiamo esternato al sindaco di Casoria, dr. Enzo Carfora talune preoccupazioni e idee . Tra le preoccupazioni restano le risorse economiche e pur non volendo avanzare richieste in un momento di crisi al Comune certamente ci sentiamo di chiedere di aiutarci a non dilapidare le ns. risorse nel PALACASORIA con un canone estremamente esoso (circa 20.000 euro all'anno!) e tutti i ns. avversari , invece, godono di uso gratuito dei loro palazzetti dello sport. Evidentemente è un'altra Italia......! In questo momento registriamo la disponibilità di alcuni Comuni ha metterci a disposizione le loro strutture sportive in maniera gratuita, per noi resta prioritaria la scelta di appartenenza al territorio ! L'idea che abbiamo sottoposto al Sindaco (dopo averla sottoposta a tutte le precedenti amministrazioni) , che in funzione della Convenzione in essere con la DELPHINIA il Comune si riserva l'utilizzo gratuito del Palacasoria per circa 30 giorni all'anno, (per manifestazioni varie) mentre le nostre giornate di campionato sono solo 26 di cui 13 gare interne, che potremmo far coincidere con altrettante GIORNATE DELLO SPORT , in collaborazione con tutte le Associazioni del territorio, e quindi indirizzare la destinazione d'uso del Palacasoria sopratutto allo Sport, con un programma dettagliato giornaliero (manifestazioni di varie attività sportive e gare di volley e di basket)

di tutti ( in teoria napoletani inclusi) hanno reso noto un comunicato di un razzismo scandaloso!

Il Sindaco ci ha ascoltato con molta attenzione e ci promesso una risposta nel breve periodo per pianificare le attività del nostro futuro, mentre speriamo che il Comune di Casoria puo' con una decisione mirata di patrocinio gratuito coinvolgere nello Sport attenzioni e sponsorizzazioni che si disperdono altrimenti e gestire anche direttamente.

Speriamo che questo non resti l’inascoltato sfogo di due tifose (residenti in Campania e di cui una

“Forsan et haec olimeminisse jubavit”

in possesso di abbonamento e quindi di titolo valido per l’accesso alla finale) ma che giunga

Casoria,15-5-2012

comportamenti ; ben più grave è però la tranquillità con cui le Autorità competenti, poste a tutela

almeno all’attenzione del nostro Presidente che, in quanto tale, dovrebbe da tutto ciò sentirsi offeso. Rita Mannarini e Carolina Gnerre

Cordiali saluti, Egidio Calabrese



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Eletto il Presidente della Commissione controllo, trasparenza e legalità

INCONTRO TRA CITTADINI E AMMINISTRATORI L’Associazione Culturale Kasauri ed il settimanale “Il Domenicale di Casoria”, nell’ambito delle proprie attività, hanno promosso per il giorno 30 maggio 2012 alle ore 18.00, presso la Biblioteca Comunale “ Don Mauro Piscopo” sita in via Aldo Moro Casoria:

IL FORUM PER IL BILANCIO PARTECIPATIVO

Il 15 maggio 2012, alle ore 16,00 presso il Comune di Casoria con voto unanime di tutte le forze politiche, è stato eletto il nuovo Presidente della Commissione Consiliare Controllo, Trasparenza e Legalità, il consigliere comunale Dott. Pasquale Pugliese (Nuovo PSI). Questo è stato il suo commento:“Sono onorato e orgoglioso dell’incarico che mi è stato affidato, che svolgerò con diligenza e determinazione. Un ringraziamento sincero a tutte le forze politiche sia di maggioranza che di opposizione che hanno determinato con voto unanime, la mia elezione di Presidente, di una commissione tanto delicata quanto importante”. Un dato politico innovativo e significativo, perché con l’elezione di Pasquale Pugliese si sono ricompattate le forze politiche di opposizione, da sempre divise in lotte intestine.

Quando la partecipazione diventa rappresentanza della società.

FEDERAZIONE REGIONE CAMPANIA

Interverranno: Personalità Politiche, Organizzazioni Sindacali, Organizzazioni dei Commercianti, degli Artigiani e dei Consumatori, Associazioni culturali, testate dei Giornali locali e tutte le Associazioni di Protezione Civile del territorio. IL MODAVI E L’ I.S.I.S. “ANDREA TORRENTE”: LA FORMAZIONE “INCONTRA” I RAGAZZI

Martedì 22 maggio alle ore 18:30 alla libreria "La Feltrinelli Point" di Pomigliano d'Arco (via Roma, 281) Maurizio De Giovanni presenta il suo nuovo libro "Il metodo del coccodrillo" (Mondadori). Interviene con l'autore Giuseppe Pesce, giornalista e documentarista Rai. Lo scrittore napoletano Maurizio De Giovanni, autore di gialli di successo, è l'inventore della fortunata saga del commissario Ricciardi (che ha il singolare 'dono' di continuare a vedere i morti nel momento del loro trapasso) di cui ha firmato cinque straordinarie storie, imponendosi come una nuova importante firma del genere giallo a livello nazionale e non solo. Un nuovo poliziotto, Lojacono, è il protagonista di questo nuovo avvincente libro, ambientato sempre a Napoli: ricco di tensione e di sorprese, crudele come la morte, ma a tratti tenero tenero come una carezza: l'ultima.

È approdato il 10 e l’11 maggio scorsi all’ I.S.I.S. “ANDREA TORRENTE” di Casoria “L’ A B C della comunicazione efficace”, un corso intensivo di comunicazione rivolto agli allievi dell’istituto, guidato da Gianni de Rosa. Promossa dal Modavi -Federazione Regionale Campania- con l’impiego di professionisti del settore della formazione ed il supporto organizzativo delle associazioni “Alleanza per Casoria” e “Nuovo Avvenire Onlus”, iniziativa si proponeva di sensibilizzare i giovani studenti circa l’importanza di una corretta comunicazione, imprescindibile al fine di impostare delle proficue relazione interpersonali, soprattutto in vista del loro ingresso nel mondo degli “adulti”. L’offerta formativa del Modavi ha incontrato l’apertura e la ricettività del Dirigente scolastico, che, attento alle possibilità integrative di “crescita” per i propri ragazzi, ha “ospitato” con piacere l’iniziativa mettendo a disposizione la Sala Convegni dell’Istituto e lo spirito collaborativo dei docenti. Nel corso dell’iniziativa, attraverso un metodo “non formale” di apprendimento, gli allievi, veri protagonisti delle due giornate di corso, hanno potuto acquisire “strumenti” e “tecniche” di potenziamento della comunicazione, stimolando la loro partecipazione e il loro coinvolgimento. “L’iniziativa varata sposa perfettamente le linee guida, che il Modavi Campania ha scelto di darsi, soprattutto in ordine alla realtà giovanile, e ai suoi disagi. Educarsi ad una corretta comunicazione, infatti, rappresenta un viatico fondamentale, per affrontare quelle sfide che l’età adulta inevitabilmente proporrà, e che portano molti giovani a smarrirsi”, sottolinea il presidente del Modavi Campania, Pasquale Lucchese. “Un sincero ringraziamento va rivolto al dirigente scolastico e ai docenti coinvolti, per la disponibilità ad accogliere la nostra proposta”, conclude Lucchese.

COMUNICATO STAMPA Il concorso “Crea un logo per il tuo Forum” entra nella sua fase più appassionante, che porterà all’incoronazione del miglior progetto di logo. Il prossimo 23 maggio, infatti, i giovani cittadini di Casoria, di età compresa tra i 16 e i 29 anni, saranno chiamati a scegliere, con il loro voto, il logo, che rappresenterà il Forum della Gioventù della Città di Casoria. Il Comune ha predisposto, a tal fine, quattro poll stations, presso i quali gli aventi diritto potranno recarsi, per esprimere la loro preferenza. Si potrà votare, infatti, presso la sede dell’Ufficio Informagiovani, in via De Gasperi 25, dalle ore 9.30 alle ore 13.30, e dalle ore 16.00 alle ore 19.30; presso la sede comunale di Arpino, in via Benedetto Croce, dalle 9.30 alle 13.30; e presso l’ISIS “Andrea Torrente” dalle ore 9.30 alle ore 13.30. L’autore del logo prescelto sarà premiato nel corso di una cerimonia, le cui modalità saranno fissate dall’Assemblea del Forum, nel corso di una riunione straordinaria, fissata per lo stesso giorno, presso la sede dell’Informagiovani, a partire dalle ore 18.00. La partecipazione è aperta, nonché richiesta e attesa, a tutti i giovani cittadini, per entrambe le iniziative.


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IC POLIT

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Domenica - 20 maggio 2012

Pellegrino Mazzone pelle.mazzone@virgilio.it

A C a s o ri a s i b a l l a e s i ca nt a … E ra p ro p ri o i l ca s o … ? !

C

on molta sorpresa, soprattutto per il periodo di austerity in cui si sta cercando di eliminare quanti più sprechi di denaro pubblico possibile, si apprende che in data 27.03.2012 con la Delibera 40 la Giunta Comunale, su proposta dell'onnipresente Assessore Marro, concede il patrocinio morale ed un contributo economico e non, ad un'associazione per il 3° festival Musicasoria – concorso nazionale di musica e canto-. Circa otto mesi fa , a causa della famosa delibera di spesa riguardante il contributo concesso al CAM per l'evento con Sgarbi, ci siamo occupati dell'argomento ed i nostri Dirigenti Comunali hanno fatto orecchie da mercante! Infatti, ai sensi della L. 122/2010 gli Enti pubblici non possono effettuare spese per sponsorizzazioni...ma rimane fermo il principio delle spese effettuate per patrocinio. Per evitare di dilungarci, anche per non essere ripetitivi e pedissequi, diciamo che solo l'Assessore Marro, sfidando tutto e tutti, si ripete e sempre ahinoi in peggio. Si cita, quindi, la differenza giuscontabile tra sponsorizzazioni e contributi: “ il divieto di

spese per sponsorizzazioni non può ritenersi operante nel caso di erogazioni ad associazioni che erogano servizi pubblici in favore delle fasce più deboli della popolazione...oppure a fronte di sovvenzioni a soggetti privati a tutela di diritti costituzionalmente riconosciuti, quali i contributi per il c.d. Diritto allo studio , etc...” Quindi , il patrocinio ed il contributo concesso per il Concorso musicale non sono che pure e semplici sponsorizzazioni camuffate in patrocinio, infatti, non crediamo rientrino in queste ipotesi. Manca il “metro teleologico”, cioè la finalità per il quale il contributo è erogato. Non basta scrivere in delibera patrocinio, lo si deve anche giustificare . Leggendo la Delibera ciò che più ci ha sorpreso è che, oltre al contributo puramente economico di 8.000,00 €, vi è anche la concessione di utilizzare strutture comunali per diversi giorni: la biblioteca comunale per dieci ore il 14 Aprile, un'altra struttura comunale idonea dal 26 al 30 giugno, l' utilizzo del palco comunale il 25 maggio e dal 28 al 30 giugno e, dulcis in fundo, tutta la stampa e l'affissione

di tutto il materiale pubblicitario con la totale esenzione dell'imposta di pubblicità. Quindi come si può notare sarà una spesa abbastanza cospicua per il Comune di Casoria perchè bisogna considerare soprattutto l’ordinario e lo straordinario lavorativo per l'impiego di personale comunale nelle varie giornate . Purtroppo le sorprese non finiscono!!! Dalla lettura della Delibera de quo si apprende che non è quantizzata nè imputata la spesa a nessun capitolo di Bilancio, ciò significa che la Giunta ha autorizzato senza la copertura di spesa . In questo periodo ci eravamo sforzati di dare un contributo a questa sgangherata Maggioranza ,purtroppo, notiamo che l’arroganza di alcuni amministratori sta andando oltre ogni limite . Ci auguriamo che nel prossimo Bilancio ci siano meno feste e festicciole e più risorse per nuovi e migliori servizi.


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AC CRON

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Vincenzo Russo

vincenzo.ru@libero.it

L a ri vo lt a c o nt ro l a d i s ca ri ca d e l C a nt a ri e l l o

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l comitato No Discariche lancia l’appello e i cittadini rispondono in massa. Domenica 13 maggio tantissime persone si sono ritrovate davanti al sito di stoccaggio di Casoria (zona Cantariello) per protestare contro l’immobilismo delle istituzioni chiedendo ad alta voce la bonifica del sito. Ogni giorno migliaia di visitatori si recano ai centri commerciali Ikea, Decathlon e Leroy Merlin, e possono costatare di persona lo scempio ambientale. La collinetta verde dei rifiuti speciali ci mostra tutta l’incapacità politica dei nostri amministratori che non sono riusciti a trovare una soluzione a un problema tanto grave. Poi c’è il percolato, liquido formatosi dalla decomposizione dei rifiuti, che sta inquinando le falde acquifere, la legge prevede che deve essere captato ed opportunamente trattato nel sito stesso della discarica o trasportato in impianti ad hoc debitamente autorizzati allo smaltimento di rifiuti liquidi. Tutto questo non è stato fatto, addirittura non sono stati rimossi i grossi automezzi della raccolta rifiuti, abbandonati in quella struttura. Undici anni di immobilismo totale, senza risposte, senza progetti, favorendo gli affari occulti della nostra area, uccidendo la nostra speranza, spazzando via le nostre vite con tumori e altre gravi patologie, ferendoci nella dignità

di cittadini liberi, soffocandoci con il fumo denso di rifiuti speciali mai trattati. Gli appelli lanciati in questi anni dalle associazioni, dai movimenti ambientalisti, dai semplici cittadini, sono rimasti inascoltati, quell’area oramai rappresenta un vero e proprio monumento all’inerzia istituzionale. Nel 2011 il Consorzio di Bacino NA3, sostituito

dal Consorzio Unico di Bacino delle Province di Napoli e Caserta, ammetteva le proprie responsabilità e lanciava accuse al sub - commissario di Governo Facchi che nel 2003 non diede risposta al Consorzio che si mostrò disponibile a svuotare il sito. Con la

protesta di domenica scorsa e la raccolta delle firme, i cittadini di Casoria e di Afragola, chiedono che subito si provveda a bonificare la discarica. Erano presenti tra i manifestanti anche il Sindaco Vincenzo Carfora e l’assessore all’ambiente Pasquale Tignola, le telecamere sono riuscite a mobilitare anche coloro che nulla o poco hanno fatto nelle sedi opportune. L’unico che ha cercato di dare risposte è stato il consigliere comunale di Afragola, Giovanni Boccellino, comunicando ai manifestanti che si attiverà al più presto per chiedere al sindaco di Afragola di presentare un’inter rogazione parlamentare sulla vicenda. Intanto il Comitato No Discariche invita tutti al prossimo appuntamento di protesta che si terrà martedì 22 maggio alle ore 18.30, con partenza dalla sede dei campetti di Leroy Merlin.


Domenica - 20 maggio 2012


Domenica - 20 maggio 2012

IC POLIT

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Luca Scancariello

Noi Crediamo!

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on è solo il titolo del libro della nostra amica Giorgia Meloni. Ma anche il sentimento diffuso di migliaia di giovani e meno giovani che, nonostante la durezza dei nostri tempi, continuano a farlo, convinti che sia giusto. Le recenti elezioni amministrative hanno rappresentato la sconfitta più dura che il sistema politico nella sua totalità abbia subito dal dopoguerra ad oggi. Inutile trincerarsi dietro frasi fatte e finte riflessioni. La verità è che la gente ormai non ne può più, e chiunque rivesta un ruolo istituzionale o semplicemente una carica di partito viene visto ed additato come un truffatore o, ancor peggio, un inutile idiota alla ricerca di gloria e successo. Tale situazione è , senza dubbio alcuno, addebitabile ai comportamenti poco ortodossi e, spesso, poco dignitosi tenuti dalle recenti classi dirigenti del paese. La sconfitta elettorale, di fatto, non ha risparmiato nessuno, compresi quei partiti che, nati da poco, si sono dimostrati vecchi nelle logiche e nei comportamenti. FLI, ad esempio, è poco più di un partito di mera rappresentanza anche perché ,molto probabilmente, lo stesso suo popolo poco ha gradito alleanze politiche con partiti della sinistra (come ad esempio Casoria, dove il vice sindaco della città amministrata dal centro sinistra è, appunto, uomo di FLI). La Lega sconvolta dalle recenti indagini giudiziarie a carico dei vertici del movimento è crollata , anche nelle roccaforti storiche, riuscendo a salvare la sola città di Verona grazie alla geniale intuizione del giovane Tosi. Per non parlare dei partiti maggiori ed in particolare del PDL, partito al quale io stesso a tutt’ oggi appartengo. La sconfitta è stata una vera Caporetto. Un partito inesistente, i cui

vertici spesso hanno mortificato l’impegno e la militanza di tanti uomini e donne fedeli ad un’appartenenza e che ha , di fatto, segnato la fine di un’era, con la debacle del 6 e 7 Maggio. Inutile cercare scuse ed individuare strani teoremi che possano alleggerire la sconfitta. Essa è talmente nitida, che nessuna interpretazione è più facile da dare : la gente non ci ha voluti. Nonostante la cinica analisi politica , è necessario se non indispensabile continuare a credere. Credere nella buona politica, nella possibilità che alle prossime elezioni politiche qualcosa cambi, a partire dalle nomenclature consolidate. Non è possibile candidare alla Camera ed al Senato gente che abbia conti aperti con la giustizia o, ancor peggio, sia stato condannata in via definiva, evitando le patrie galere proprio grazie al ruolo istituzionale ricoperto. La necessità di variare gli assetti, modificandone le spinte ideologiche e culturali, rappresentano l’unico vero rimedio alla poca credibilità del sistema politico attuale. La gente è stanca dei soliti nomi e delle solite facce, anche perché troppi danni e troppe falsi proclami sono stati sbandierati per anni. Tuttavia non può essere l’antipolitica che, tra l’altro, candidandosi, diventa automaticamente alternativa politica, a rappresentare la vera cura per il nostro male. Il passo va ceduto alla vera politica. Quella fatta da quanti, a prescindere dalla carica istituzionale, ci credono e si battono per il bene comune. È un’eresia immaginare che la politica possa essere fatta solo da coloro che, eletti a diversi livelli, occupano un seggio nelle assisi democratiche. Dannoso e pericoloso immaginare che sia così: si

determinerebbe un sistema oligarchico, dove solo in pochi ed eletti avrebbero diritto di parola. Non è così, assolutamente. Professare il contrario significa infangare la storia politica di uomini e donne che, senza mai essere stati eletti in nessun organo democratico, hanno con onore e dignità, contribuito a migliorare il nostro paese e la nostra libertà. Gli eletti dovrebbero solo ed esclusivamente essere i terminali di azioni e pensieri condivisi, e sviluppati in assisi molto più ampie, evitando il rischio di rappresentare, in quelle elettive, solo se stessi. Questa è la vera partecipazione popolare. Questa è la vera politica, ed il vero senso dei partiti. Noi crediamo , oltre ad essere il testo di un libro, che racconta le belle storie di nostri giovani connazionali, contemporanei e non, è anche il sentimento comune a tante migliaia di persone che vogliono continuare a credere nella politica, quale profondo atto di amore per la propria terra e per la propria gente. La disponibilità, la capacità di risolvere problemi, la propensione ad ascoltare le altrui idee, rappresentano la vera politica , quella che il popolo vorrebbe. Altra cosa è la gestione, la politica amministrativa, delegata dal popolo agli eletti, affinché si migliorino le condizioni di vita nelle nostre regioni, nella nostre città. Noi crediamo che questa sia la politica: un servizio ai cittadini, ed è in questo che la gente deve tornare a credere, altrimenti sarà davvero finita. Ai nostri Fratelli d’Italia, ovunque essi siano e in qualunque parte politica essi credano, si chiede impegno e dedizione , per aggredire con slancio il declino di un Paese. Buona domenica a tutti.


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TI EVEN

Domenica - 20 maggio 2012

Gianni Bianco

gianni.biancogb@libero.it

V

Ciao Campioni

enerdì 27 luglio 2012 si apriranno, con la cerimonia ufficiale, la XXX edizioni delle Olimpiadi nella capitale britannica di Londra. Saranno tanti gli atleti, di tutto il mondo, a sfilare tra loro due Casoriani, Enzo Picardi e Mauro Sarmiento. Inutile elencare i titoli individuali dei due campioni, basta dire che entrambi hanno vinto una medaglia alle precedenti Olimpiadi di Pechino del 2008, Bronzo per Enzo Picardi nella Boxe, argento per Mauro Sarmiento nella disciplina del Taekwondo. Ho il piacere di conoscere i papà dei due ragazzi, Antonio ed Enzo, i sacrifici che hanno fatto per portarli ai livelli mondiali delle due discipline sportive e soprattutto l’insegnamento più importante per un campione, l’umiltà, sono alla base dei risultati raggiunti. Antonio Picardi, non dimentichiamo, Campione Europeo negli anni 80’. Alle Olimpiadi di Pechino, ricordo ancora l’emozione degli incontri dei due atleti, che si susseguivano. Le telefonate per conoscere date e ore degli incontri, i commenti dopo e soprattutto la gioia di vederli sul podio. Anni orsono le stesse emozioni per Mimmo D’Alise, sempre nel Taekwondo, alle Olimpiadi di Barcellona 1992. Altra grande protagonista dello sport mondiale di Casoria, la campionessa di scherma Gioia Marzocca, il suo grande palmares, tredici medaglie nella sua

carriera, su tutte la medaglia d’oro a squadra di sciabola nei mondiali a L’Avana nel 2011. Il calcio ci ha regalato in serie A tre campioni del calibro di Gigi Caffarelli, Giacomino Zunico e Gaetano De Rosa. Avevamo pensato di organizzare un momento per i due ragazzi in partenza per Londra 2012, non ci siamo riusciti, sono impegnati per nei ritiri delle nazionali di categoria per gli allenamenti, Mauro addirittura in Corea del Sud. Le Olimpiadi da sempre rappresentano per l’umanità un momento di pace, sin dall’antichità. In Grecia si sospendevano addirittura i conflitti e le ostilità tra le Polis, nel periodo dei giochi. Momento di pace e di fratellanza universale tra i popoli, le Olimpiadi ci offriranno lo spettacolo di vedere bandiere sconosciute sfilare insieme ai grandi della terra, assisteremo alle imprese dei record in acqua, sulla terra, in aria, dalle piscine agli stadi, dalle piste ai palazzetti, rivivremo emozioni incredibili, lacrime di gioia di centinaia di atleti che per prepararsi all’evento olimpico sono concentrati in allenamenti e preparazioni da anni. I cinque continenti regaleranno nelle varie competizioni uomini e donne di tutte le razze e di tutti i ceti sociali. Speriamo non accada nulla che possa offendere i giochi, come fu a Monaco nel 1972, auguriamoci un clima di festa e soprattutto, come accadeva nella

Grecia antica, possa lo sport fare il miracolo di vedere insieme competere e abbracciarsi sportivi di nazioni in conflitto. I pensieri si rincorrono, non intendo fare polemica quando parlo di sport, mi auguro che al ritorno i nostri Enzo Picardi e Mauro Sarmiento possano ricevere gli onori e l’abbraccio dei loro concittadini, come non è stato quattro anni orsono. La nostra vittoria, parlo di chi sente di essere affezionati alla città di Casoria, sarà ascoltare in televisione la provenienza dei due campioni. In quel preciso istante, come fu quattro anni fa, sarà difficile non emozionarsi davanti a un televisore guardando un ragazzo le cui origini sono legate alla nostra terra, lottare e competere. Mi auguro di poter condividere con i papà Antonio ed Enzo quei momenti, per raccontarli anche, e l’idea forse di un maxischermo, almeno per le fasi finali, non sarebbe peregrina. Dimenticavo, insieme al doveroso saluto per i nostri campioni, in partenza per le Olimpiadi di Londra 2012, sembra davvero di cattivo gusto non augurarsi, a coronamento di una stagione straordinaria, una grande vittoria in Coppa Italia per il nostro grande Napoli.

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Domenica - 20 maggio 2012

T EVEN

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Raffaele Nocera

“Orgogliosi di essere Terroni”

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ervono i preparativi per la prima edizione del “Terronian Festival”, una manifestazione culturale ideata e organizzata dalla Mediterranea di Sarah Ancarola, che si pone l’obiettivo di rilanciare il territorio meridionale a livello nazionale e internazionale mettendo in luce tutte quelle realtà che possono esser definite “Eccellenze del Sud” provenienti da ogni campo e settore. L’appuntamento è per il 19 e 20 settembre al Palapartenope di Napoli: una due giorni curata e strutturata nei minimi particolari che sarà articolata, il 19, con dibattiti, premiazioni concorsi banditi per l’occasione, apertura di stand, degustazioni dei Sapori della nostra terra, postazioni con forni per la realizzazione e la vendita delle pizze e postazioni destinate alla vendita di prodotti preconfezionati e preparati al momento, musica, cabaret, videoclip, moda, teatro, danza, artisti del Sud e tanti premi alla carriera a grandi personalità che hanno tenuto in alto il nome del Meridione. Il 20, sarà dedicato al Trofeo della Pizza Via Tribunali, nato in memoria degli iniziatori della tradizione della pizza napoletana, preceduto dal seminario "La pizza e le sue origini. Oggi ancora buona come 100 anni fa!". A seguire la competizione e la premiazione pizzaioli più meritevoli. Fortemente voluto e reso possibile dall’intenso impegno della

cantautrice partenopea Shara, supportata dai pizzaioli Gino Sorbillo e Salvatore Di Matteo, dalla Fondazione Leo Amici, dalla “Cisean” (edizioni musicali e sala di registrazione), dal musicista-produttore Luca Stendardo e dal giornalista Antonio D’Addio, il Terronian Festival sarà una vetrina della genialità, della creatività e della positività del Sud forse tante volte, ingiustamente, bistrattato. Lo stesso nome che si è scelto di dare alla manifestazione, irriverente, autoironico e simbolicamente molto forte, vuole suggerire la volontà di ribaltare termini e visioni negative del Mezzogiorno con termini e visioni positive che provengono dal Mezzogiorno. L’intenzione è quella di realizzare un evento, che, partendo da Napoli, possa divenire itinerante per concludersi, poi, sulle coste dell’Africa. La kermesse sarà preceduta da una serie di appuntamenti mensili che hanno inizio col convegno sulla rivalutazione e il rilancio del settore economico-turistico nel territorio casertano, tenuto presso il salone dell’EPT di Caserta, all’interno della Reggia, il 18 maggio, dalle 11.00 alle 13.00. Collegati al Terronian Festival 3 importanti concorsi. Il primo, Il Sud che vorrei, prevede temi e disegni realizzati da alunni delle scuole di ogni ordine e grado. Il secondo, Emergenti dal Sud, è un concorso musicale destinato

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ZION REDA

“di La Redazione”

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Raccolta firme residenti Viale Europa Di buon grado accettiamo l'invito, che ci è stato rivolto dai referenti del Comitato Europa, nelle persone di Mauro Ingannato ed Antonio Caputo, a pubblicare l'iniziativa a cui hanno dato corso per la raccolta delle firme dei residenti di tutto il quartiere di Viale Europa e traverse, al fine di sensibilizzare l'Ente Comunale sul degrado in cui versa l'intero quartiere. Persone che come tanti altri concittadini si sentono tartassate e abbandonate, in particolare in questa zona, dall'epoca in cui venne chiusa la Montefibre (cioè da oltre 30 anni), lasciata appassire nel suo degrado ed abbandono totale. Adesso in massa chiedono: 1°- Un intervento di riqualificazione urbana di tutto il quartiere preceduto intanto da una maggiore attenzione in termini di sicurezza, viabilità, manutenzione urgente, pulizia ed igienizzazione. 2°- La compartecipazione dei responsabili

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del Comitato Europa alle idee progettuali TAV. Quindi l’attuale amministrazione deve in cui si sentono coinvolti insieme a tutti i solo “completare” l’affidamento per l’appalto di detti lavori e dare ad essi concreto inizio. firmatari. Noi della redazione ci auguriamo che questa iniziativa rappresenti solo un primo Viale Europa e Traverse timido passo di avvicinamento alla “Un quartiere da rivalutare ” politica locale da parte, usando termini I residenti del quartiere riuniti in un impegno comune: che ci fanno vedere in positivo, di un Rivalutare e chiedere all‛Ente Comunale la Rinascita del quartiere “EUROPA” di Casoria. primo comparto zonale di tutta la Zona industrializzata con la presenza della Montefibre per la produzione di fibre poliestere oggi nostra cittadinanza. completamente dismessa, ha subito insieme a tutta la città una enorme esplosione demografica, infatti popolazione è quasi quadruplicata secondo l‛ISTAT (dati dei censimenti del 1951-1991). P.S. Si precisa che durante la gestione laL‛urbanistica del quartiere si è sviluppata intorno agli anni ‘60 per poi congelarsi completamente, mentre dell’ex Assessore ai Lavori Pubblici l‛impegno delle diverse Amministrazioni Comunali ha lentamente ceduto lanciando l‛intera area in un processo di degrado urbanistico con ripercussioni anche sull‛aspetto sociale. Ernesto Valiante afferente all’ex Il quartiere è il “biglietto” di presentazione della nostra Città a chi arriva e parte dalla Stazione Ferroviaria, è il “biglietto” per chi arriva e parte per imboccare Autostrade, Superstrade e amministrazione di Centro destra, Tangenziale, è un “biglietto” per chi va e viene per altri paesi dell‛interland, ed è un “biglietto” per chi vive a Casoria stessa e percorre anche a piedi VIALE EUROPA attraversando le TRAVERSE connesse. furono appaltati ed eseguiti i lavori La richiesta ai concittadini è quella di partecipare ad un primo e contingente impegno per chiedere interventi di manutenzione ordinaria, in questo caso straordinaria (poiché non per l’allargamento di via Boccaccio all‛Amministrazione vengono effettuati da anni), alle infrastrutture essenziali: rifacimenti dei manti stradali, pulizia e spurgo dei tombini per il recupero delle acque reflue, rifacimenti delle segnaletiche e cartellonistiche e la riqualificazione di Piazza Dante. stradali, igienizzazione dell‛area, ecc…; obiettivo ancora più ambizioso è quello di proporre un Piano di Riqualificazione Strutturale all‛area, Contestualmente fu previsto nel Piano Ma che tenga presente delle esigenze dei residenti, che soddisfi quelle che sono le attuali necessità degli abitanti, e non quelle degli anni ‘60, che presenti un volto nuovo alla nostra città per chiunque vi triennale delle Opere pubbliche il transiti, garantendo viabilità, vivibilità, sicurezza e qualità a chi per primo vive la propria Città. Unendoci per: progetto per i lavori di riqualificazione “LA RINASCITA URBANISTICA DEL QUARTIERE VIALE EUROPA E TRAVERSE”. di viale Europa, finanziati con i fondi

IL “NOSTRO” VINCENZO RUSSO INTERVISTATO DAL CORRI ERE DEL MEZZOGIORNO

a scorsa settimana uno dei redattori del nostro giornale è stato intervistato per il Corriere del Mezzogiorno (web) per essersi contraddistinto per le sue inchieste e i suoi reportage nell’area a Nord di Napoli. Vincenzo Russo, giovane promettente della nostra città, Presidente del movimento culturale “Generazione Giovani”, con numerose esperienze presso giornali locali, è stato scelto dalla redazione del Corriere quale uno dei migliori blogger in Campania. Vi.rus Napoli, è il blog nel quale Vincenzo, affronta i problemi della nostra Città e della provincia, denunciando la cattiva gestione delle amministrazioni locali, portando all’attenzione dei media, tutte quelle situazioni che ordinariamente non hanno “voce”. Anche sul nostro settimanale, il nostro bravo redattore, non si è occupato solo di politica e delle difficoltà dell’amministrazione Carfora, ma ha sempre sostenuto la necessità di una maggior consapevolezza dei problemi del territorio: periferie abbandonate, lavo-

ro e disoccupazione (caso Alenia), politiche sociali, sperpero di denaro pubblico, disagio sociale di famiglie con portatori di handicap

e infine il sempre attuale problema dei rifiuti. Numerosi sono stati i suoi articoli, sulla

discarica abbandonata del Cantariello, sui roghi di rifiuti tossici, e sulle altre problematiche che da anni deprimono la nostra terra. Non a caso, con la sua associazione e la numerosa partecipazione di cittadini, si occupò, lo scorso anno, della riqualificazione dei giardini di Piazza Carlo Alberto Dalla Chiesa, a Casoria, ricevendo il plauso e l’apprezzamento anche dei familiari del Generale. Nell’intervista, al Corriere del Mezzogiorno, Vincenzo descrive la città di Napoli come “un contenitore di emozioni” e ricorda che “ il riscatto di Napoli parte da noi, dobbiamo smetterla di piangere sulle nostre miserie e guardando al domani potremo valorizzare le potenzialità che la nostra terra ci offre”. La nostra Redazione è convinta di aver contribuito al successo e all’affermazione di questo talento, e manifesta le più sincere congratulazioni rivolgendo a Vincenzo la frase di Georges Elgozy “i buoni giornalisti scrivono ciò che pensano, i migliori quello che dovrebbero pensare i loro lettori”.


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’ ALITA ATTU

Alberto Simonetti

simonettiumberto@libero.it

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’ partito da circa una settimana il servizio in collaborazione con le Associazioni di Protezione Civile del Territorio Casoriano e gia’ si vedono I primi risultati. Casoria Ambiente ha stilato una convenzione sperimentale di 3 mesi con le Associazioni di Protezione Civile del Territorio, il compito dei volontari e’ quello di sorvegliare le aree dove si ha il maggior sversamento di rifiuti in modo incontrollato, in modo da impedire alle persone lo sversamento illecito anche attraverso le sanzioni, affinchè la cittadinanza possa capire la problematica e non depositare piu’ rifiuti in modo selvaggio. Quanto segue ci viene comunicato dal responsabile tecnico di Casoria Ambiente Ing. Antonio Isoldo: “I volontari effettuano dei turni per controllare i punti critici individuati da Casoria Ambiente, le problematiche sono tantissime, ma quella che prevale su tutte sono proprio i conferimenti in orari e modi non regolari. Purtroppo nella nostra citta’ tra I cumuli di rifiuti si trova di tutto e sopratutto non nei giorni di conferimento stabilito, cartoni, carta, bottiglie etc etc. Chi deposita selvaggiamente solitamente abbandona I rifiuti in luoghi poco frequentati o nascosti in modo da non essere visti ( anche perche’

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Comune, Casoria Ambiente e Protezione Civile, sinergie per una citta’ piu’ pulita depositando sotto il proprio condominio si corre il rischio di incorrere in sanzioni che coinvolgono tutti quindi …….… sacchetto selvaggio ndr) dimostrando di non amare la propria città”. Nonostante I turni siano proibitivi I Volontari rispettano le loro assegnazioni portando a termine ogni giorno il proprio compito. Il Volontariato di Protezione Civile è parte attiva della Citta’. “Il Nostro obiettivo - ci dicono in coro i responsabili delle associazioni - è la collaborazione continua con le istituzioni, siamo ben felici di dare il nostro supporto in situazioni che nulla hanno di positivo per la nostra Casoria”. “Il problema rifiuti e’ uno di quelli a cui prestiamo maggiore attenzione - ci dice con un pizzico di orgoglio l’assessore Tignola - anche se ci troviamo a combattere una guerra impari infatti non si puo’ certo predisporre un volontario per ogni cittadino. Questi ragazzi si danno da fare solo per amore e rispetto verso la città, e credetemi danno un forte contributo. Oggi anche grazie a loro abbiamo percentuali di raccolta differenziata del 61%, ma l’obiettivo, non facile da raggiungere, è arrivare a fine anno al 70 %. A breve partirà una forte campagna di comunicazione che

continuerà a sensibilizzare i Casoriani che in gran parte hanno già reagito benissimo, ma è ovvio che bisogna migliorare la “risposta”, per questo abbiamo chiesto l’ausilio ai nostri amici della Protezione Civile, che unitamente ai vigili ambientali stanno svolgendo un ottimo lavoro. Questi ultimi stanno provvedendo ad aprire le buste sversate illegalmente e a risalire ai proprietari. Lunedì 21 presso la casa comunale avrò il “piacere” d’incontrare le persone sanzionate e oltre alla disposizione che gli verrà comminata, cercherò di sensibilizzarle ad applicare le norme sul deposito rifiuti”. Le associazioni per il momento dislocano I propri Volontari in postazioni fisse, ma a breve partiranno controlli a macchia di leopardo, quindi per chi deposita in maniera selvaggia sara’ un periodo difficile. Ricordiamo inoltre che con l’inizio dell’estate i rifiuti possono innescare focolai d’infezioni anche gravi, oltre ad incrementare la presenza di ratti che tutti sanno sono portatori di molte malattie anche gravi, Proviamoci davvero a manternere la Nostra Citta’ pulita…. Non lamentiamoci solo !!!!!!

“di Vittoria Caso”

AVE ATQUE VALE, FRATER!!!!

Casoria ricorda l’illustre figlio, Claudio Ferone

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a commozione era palpabile, domenica 13 maggio, presso la Biblioteca casoriana, allorchè è stato ricordato Claudio Ferone. Dopo, infatti, l’iniziale saluto del sindaco dott. Carfora e dell’Assessore alla Cultura prof.ssa Marro, i quali entrambi hanno sottolineato con parole calde e sentite i motivi che hanno indotto l’Amministrazione comunale a intitolare la Sala di lettura della biblioteca al prof. Claudio Ferone, Paolo Borzillo, capo ufficio stampa del comune, in veste di moderatore, ha passato la parola ai relatori. Il prof Silvio Mastrocola, docente della Pontificia Facoltà Teologica Meridionale, ha, infatti, ricordato la profonda cultura umanistica del collega, col quale ha condiviso 23 anni di “Nunziatella”, attento formatore di giovani e punto di riferimento per i colleghi; ha poi elogiato le tante pagine scritte da Ferone, quale filologo attento e preciso nell’analisi dei classici latini e greci, e quale insigne storico, testimone fie-

ro della memoria, avidamente lette da giovani e adulti , desiderosi di accrescere le proprie conoscenze, di attingere a così vasta fonte di sapere. E’ stato, poi, delineato un ritratto, oserei dire, più intimo di Ferone dal prof. Cesare Azan, il quale ne ha descritto l’affetto per la famiglia, sempre al primo posto nei suoi pensieri; la tenerezza indicibile per i figli, allevati all’insegna dei valori sempiterni della classicità; l’affettuosa preoccupazione per Francesco e Arianna, teneri virgulti da temprare alla vita e da avviare presto alla conoscenza della lingua greca, chiave per entrare in contatto con i fondatori della civiltà occidentale; la sollecitudine per i suoi studenti, cui era prodigo di paterni consigli. Infine, l’ultimo pensiero, prima di scoprire la targa, è stato di Nunziante Rusciano, che ha indicato in Ferone un esempio trainante e una guida valoriale soprattutto per i giovani. Nunzio è stato lodato per la tenacia con cui

ha perseguito il proposito di far sì che Casoria non tralasciasse di rendere onore a questo suo figlio. Un merito che condivide con “Libero Pensiero”, il cui editore, Gennaro Esposito, ha espresso l’orgoglio di avere dedicato al Prof. Ferone un inserto speciale nel numero del 13 maggio, che si chiude con una pagina bianca: non un errore ma una possibilità offerta a chi voglia imprimervi il proprio ricordo. Consapevole che Claudio Ferone è e sarà in eterno per tutti noi una guida incomparabile di cultura e saggezza, non posso fare a meno di ricordare il 25 novembre 2011, quando, presso la Sala Ateneo, straripante di folla, il concorso Scripta Manent fu dedicato dal Distretto Scolastico proprio al Prof. Claudio Ferone, nella certezza che Claudio con i suoi scritti “ha eretto un monumento più duraturo del bronzo”, “monumentum aere perennius” che nulla e nessuno potrà scalfire….


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Gelsomina D’Anna geadann@libero.it

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Chi è quel bambino che vive in me?

icevano i latini : “ Mater semper certa, pater numquam “ lasciando intendere che la natura non riserva sorprese per le mamme, ma potrebbe riservarne ai padri. Ultimamente sta impazzando on line la vendita di un kit per stabilire biologicamente la certezza della paternità, a poche centinaia di euro; attraverso il DNA contenuto nella saliva o nel sangue si effettua un test “ fai da te” per sapere, senza intermediari, senza dire niente a nessuno, se veramente si ha una paternità biologica. Questo dato stabilisce la conoscenza di un adulterio da parte della propria partner e da quel momento può mettersi in moto un meccanismo che può arrivare al ripudio di un figlio non biologicamente proprio. Vorrei ragionare sui punti di forza e su quelli di debolezza di questa novità: il test di paternità, solo quando serve per seri motivi, deve essere fatto in un laboratorio accreditato e specializzato in questo genere di indagini, con autorizzazione di entrambe le parti in causa, inoltre questo tipo di accertamento necessita dell’intervento di un giudice. Il disconoscimento di paternità, inoltre, causa problemi sotto l’aspetto legale ed economico

(eredità), problemi all’interno della coppia, ma ultimo e più importante l’effetto devastante che può avere sul figlio, un figlio che il padre ha visto crescere ed ha aiutato a crescere. Margareth Mead, pedagoga, sosteneva: “Padre non è colui che ha fatto nascere ma che ha fatto crescere il proprio figlio”. Freud, nelle sue conversazioni con Jung: “Colui che cresce un figlio, gli presta la propria identità come modello”. Da questo punto di vista, scoprire, dopo svariati anni, che la madre di tuo figlio ha avuto un momento di debolezza, dovrebbe avere un’influenza minima sulla paternità. L’aspetto biologico viene sopravvalutato, con questi test rischiamo di alimentare paranoie e sospetti che potrebbero portare ad effetti nefasti; Otello rovina la propria vita e quella di Desdemona per un sospetto infondato, causato dalla sua terribile gelosia. D’altro lato dobbiamo valutare che nella psicanalisi l’incubo più ricorrente è rappresentato dalla paura, presente in ciascuno di noi da bambini, che i nostri genitori non siano veramente i nostri genitori. Teoricamente questo test dovrebbe accertare un legame biologico sul quale si possono provare dei dubbi, la possibilità di liberarsi dall’incu-

bo dell’incertezza, capire meglio la partner. Inoltre molte persone vivono il legame con il figlio in maniera molto carnale, la fisicità assume un valore determinante ; per questo tipo di genitori risulta impossibile concepire un rapporto , per esempio, con un figlio adottivo, che ritengono un estraneo poiché con lui non condividono lo stesso DNA. Non vogliamo essere ipocriti; certamente un figlio nel quale ci riconosciamo anche fisicamente gratifica il nostro ego, lo reputiamo come la continuazione di noi stessi e lo amiamo, se possibile, ancora di più. Il pensiero di chi scrive, alla luce delle varie ipotesi, è il seguente: l’abuso di questi test di paternità, qualora continui, porterà ad un mercato nero di persone sospettose, di gelosi patologici, di insicuri, in linea con lo smarrimento dell’identità caratteristico della nostra epoca, ad una mancanza di fiducia nella coppia e ad un peggioramento nel campo dei divorzi e delle separazioni. Il problema reale è chiedersi, ogni tanto, : “ Chi è quel bambino che vive con me?” ma questa domanda bisogna porsela solo per capirlo di più, per aiutarlo, per amarlo incondizionatamente, senza se e senza ma.

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Luca Tramici

l.tramici@gmail.com

A m e ri ca ’ s P a c c : I l d o s s i e r d i Insorgenza Civile

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quasi un mese dai preliminari di America’s Cup, disputatosi nello skyline mozzafiato della nostra Partenope, è ora di fare il bilancio di questa importante manifestazione sportiva. Giacché l’incontro tra Comune-Provincia –Regione e Confindustria per la presentazione del bilancio ancora deve aver luogo, a far quadrare i conti ci pensa il Movimento di Insorgenza Civile. Un dossier che pone alcuni interrogativi ai quali le istituzioni dovrebbero dare risposte e chiarimenti, un importante documento che vi consiglio di leggere nei dettagli sul sito d’insorgenza: www.insorgenza.it. Ventidue, i milioni di Fondi Fesr Europei dirottati dalle istituzioni locali per i lavori dell’America’s Cup. Il dubbio riguarda la destinazione di questi fondi, poiché i Fondi Fesr sono investimenti produttivi per la creazione di posti di lavoro, sviluppo all’adeguamento strutturale e delle infrastrutture, al rinnovamento di aree economiche e urbane in degrado. Fondi pubblici e non privati come sono stati spesi a Venezia, tappa delle prossime regate. La ZTL, forse, è l’unico segno che rimarrà anche

dopo le regate. Certamente il bellissimo lungomare sarà più vivibile, respirabile, ma senza un’adeguata organizzazione logistica, attraverso parcheggi, metrò di notte e navette il “richiamo” sarà sempre basso. Altro dato scarso è stata la stessa occupazione alberghiera, sia antecedente sia

durante le regate, inversamente alle parole del Presidente del comitato America’s Cup, il quale pronunciò che la stessa manifestazione sarebbe stata il trampolino di lancio per il turismo di Napoli. Un fallimento dal punto di vista di ritorno turistico che ha coinvolto

anche i ristoratori, non solo scontenti per la ZTL, ma anche per il concorrente pubblico, identificato dal Public Village, con gli chef più famosi della Campania e l’Associazione pizzaiuoli Napoletani. Neanche il commercio ha proliferato ottimi risultati: il commercio al dettaglio a Chiaia ha registrato una flessione pari all'80 per cento, mentre i pubblici esercizi hanno registrato un calo che va dal 60 per cento delle aree più vicine ai confini della Ztl fino al 90 per cento delle zone interne. Neanche gli arrivi in città tanto previsti dalle istituzioni e dal comitato ACN, sono stati favorevoli, rispetto alla Pasqua 2011, sono stati registrati 5000 passeggeri in meno. Ben vengano manifestazioni che valorizzano l’immagine della nostra città, manifestazioni senza sprechi e non per forza legate all’evento stesso, ma che siano basi importanti per restituire a Napoli, il posto che gli compete.


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T EVEN

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Marzia Luciano

marzialuciano_@libero.it

Un’alternativa alla crisi lavorativa

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n Italia, più che in altri Paesi, la crisi economica che incombe ci devasta, inesorabilmente, schiacciando tutti i cittadini sotto il peso della precarietà e della crescente disoccupazione, senza alcuna pietà; giovani di fasce di età molto ampie appaiono tristemente confusi riguardo la scelta universitaria da compiere e la carriera lavorativa da intraprendere, qualora ve ne sarà la possibilità. Le speranze di un futuro roseo sembrano essere veramente poche (Mala tempora currunt!). Per loro fortuna, gli studenti possono essere assistiti nel percorso che li conduce alla propria scelta formativa da iniziative mirate all’orientamento giovanile, come nel caso della manifestazione “Orientarti”, organizzata dall’Accademia di Belle Arti di Napoli e giunta ormai alla sua quarta edizione: l’8 Maggio, infatti, un convegno tenutosi nell’aula magna dell’Istituzione ha dato il via all’evento, nel corso del quale ai visitatori, dalle ore 11:30 alle 16:00, viene concesso di visitare

il Giardino Stand, luogo in cui i giovani liceali possono confrontarsi con gli addetti alla segreteria studenti e ricevere preziose informazioni circa la frequentazione della prestigiosa Accademia. Fondata nel 1752 da Carlo di Borbone, l’Accademia è stata l’indubbia protagonista di numerosi avvenimenti, che si sono succedi

a partire da quell’anno, riguardanti la storia artistica del sud Italia ed ha conosciuto, nel corso dei secoli, una confluenza di docenti ed allievi di differenti etnie, provvedendo alla formazione di una fitta rete di scambi culturali e relazionali. Maestosa e ricca sia dal punto di vista educativo che artistico, è provvista di numerosi laboratori, aule multimediali, giardini, sculture gelosamente custodite nella

Galleria Regionale d’Arte Moderna, teatri e biblioteche. E’ attualmente frequentata da circa tremila studenti non solo campani, a cui vengono impartiti insegnamenti plurivalenti e fondati su un sapere sia pratico che teorico, che spazia dalla pittura alla scultura alla grafica pubblicitaria, del design, del restauro dei beni culturali e quant’altro. La molteplicità di percorsi che è possibile intraprendere è impressionante, così come il gran numero di sbocchi lavorativi da tenere in considerazione. Per tutta risposta a quanti sostengono che il sapere più utile ai fini pratici, nei tempi moderni, sia quello scientifico, con le indubbie possibilità che offre all’individuo di progredire tecnologicamente, l’Accademie di Belle Arti, così come altre università d’arte, è la lampante testimonianza di quanto siano ugualmente necessari il sapere classico, fondato su una cultura ampissima ed universale, ma anche quello artistico, talora sminuiti ma spesso molto più produttivi e proficui di altri tipi di formazione.



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A DANZ

Emiliana Cresci

emiliana.cresci@yahoo.it

Annarosa Petri, testimonial Vitasnella, porta l’energy hip hop a Casoria

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n occasione del Concorso Nazionale “Vitasnella Dance Award” che si terrà il 26 Maggio al Teatro Palapartenope di Napoli, Annarosa Petri, artist director del concorso e testimonial dell’Acqua Vitasnella, sarà ospite presso il Centro Ariota Danza per uno stage di Energy Hip Hop, il 25 Aprile 2012, che sarà aperto a quanti vorranno partecipare in maniera gratuita. L’evento è reso possibile grazie alla collaborazione con il Direttore del Centro Sergio Ariota, giudice sin dalla scorsa stagione del concorso, insieme ad artisti quali Raffaele Paganini e Andrè De La Roche. Caratteristica principale del concorso, aperto a tutte le discipline, è la sua natura itinerante; le tappe 2012, infatti, hanno toccato dal nord al sud Italia, varie città quali Torre Del lago (LU), Caltagirone (CT) e Napoli. Durante le tappe ufficiali sono state giudicate le migliori performance e coreografie suddivise per le quattro categorie: danza classica, jazz, contemporaneo e hip hop. I gruppi migliori arriveranno alla semifinale nazionale che si terrà a Riccione, e da lì alla finale nazionale il 14 luglio in Versilia, a Marina di Pietrasanta (LU), che sarà presentata dal noto presentatore Marco Liorni. Il percorso

nazionale ha coinvolto oltre 3000 scuole in collaborazione e con il riconoscimento ufficiale dell’Associazione Italiana Insegnanti di Danza. L’AID&A, infatti, riconosce ufficialmente da oltre vent’anni le scuole che operano in maniera professionale per una diffusione della danza sempre più qualificata, riconoscimento attribuito allo stesso Centro Ariota. A conferma di questo sodalizio artistico, la Sig.ra Annarosa Petri ha voluto onorare con la sua presenza il Centro Ariota Danza, da anni impegnato nella promozione e diffusione dell’arte coreutica. Il concorso Vitasnella Dance Award ha come sottotitolo “Libera il tuo talento”: liberare quindi portare fuori, conoscere e farsi conoscere; ma soprattutto sarà questa l’occasione migliore per consentire a tutti i partecipanti di portare fuori la propria energia e la propria espressione

artistica. Per partecipare allo stage contattare la segreteria del CentroAriotaDanza: 0817364793

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Angelo Ferro

ferroangelo@yahoo.it

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CADUTA LIBERA‌

l debito pubblico italiano a Marzo ha sfiorato la soglia dei 2mila miliardi di euro, una cifra che appare ancora piĂš eclatante se si pensa al piano di tagli alla spesa statale in fase di elaborazione da parte del governo Monti; i report stilati da Bankitalia mostrano una situazione del paese ancora fortemente caratterizzata dalla crisi economica, con un calo delle entrate evidentissimo; considerato l’aumento delle tasse a livello locale ed il considerevole aumento della pressione fiscale, le casse dello stato non si rinvigoriscono, una situazione molto preoccupante ,soprattutto se si pensa alle difficoltĂ delle aziende e dei lavoratori, sempre piĂš incapaci di versare tributi allo stato, e alla forte lotta all’evasione fiscale, messa in atto durante questi mesi, che sembra non aver sortito effetti positivi sui bilanci dello stato. Anche in borsa il quadro non è roseo, il rapporto di Bankitalia mostra un considerevole aumento delle perdite e un rialzo dello “SPREADâ€? tra btp decennali e bund tedeschi che ha superato i 430 punti. Insomma lacrime, sudore e sacrifici pare non portino a nulla , i dati mostrano in maniera dettagliata che aumentare le tasse senza prevedere un piano di crescita non porta nessuna miglioria; il debito tende ad aumentare all’ infinito se nel frattempo il Pil non sale, e noi pare non abbiamo nessuna intenzione di farlo salire. Con il tasso record del 35,9% segnato a marzo ,l’OCSE ci comunica che l'Italia è al quarto posto tra i 33 Paesi aderenti, nella poco invidiabile classifica della disoccupazione giovanile ed è nella stessa, difficile posizione, per i 'Neet', i giovani totalmente inattivi cioĂŠ 'nĂŠ a scuola, nĂŠ al lavoro'.

Nella Penisola la disoccupazione nella fascia d'etĂ tra 15-16 e 24 anni è aumentata durante la crisi di 16,5 punti percentuali rispetto al maggio 2007. Bisogna aggiungere che l’ Italia è la figlia malata di un sistema moribondo, il sistema Europa , insieme di stati, uniti da una politica economica che non volerĂ mai , le cui ali sono tarpate dagli interessi nazionali e da una illusoria propaganda che millanta una fasulla solidarietĂ comunitaria. Una politica

che tende a confermare l’ormai noto gap amministrativo tra nord e sud , una differenza che vede la fascia meridionale dei paesi dell’ eurozona in serie difficoltà , a cominciare dalla Grecia ,fortemente indebitata e probabile candidata all’ uscita dall’ Euro; anche se tecnicamente l’insolvenza di uno Stato non implica l’abbandono dell’euro, la Grecia potrebbe essere tentata da un ritorno alla dracma. Non tanto per i vantaggi della svalutazione, quanto per riguadagnare sovranità nella gestione della politica monetaria. Per gli altri paesi dell’area, il danno principale sarebbe la perdita di credibilità della moneta unica, con il declassamento dell’unione monetaria,

per l’Italia le conseguenze sarebbero gravi, in termini di tassi di interesse e di fiducia nel sistema bancario. Una volta creato il precedente che un paese membro dell’Ue può decidere di uscire dall’area euro (o essere costretto a farlo), l’unione monetaria sarebbe di fatto ridotta ad un accordo di cambio, o a qualcosa di simile. Il problema fondamentale di questi accordi è la carenza di credibilitĂ . Proprio per questo motivo l’euro è stato costruito sulla base di un presupposto: l’ irreversibilitĂ . I paesi dell’area euro hanno deciso di adottare la stessa moneta, cedendo la loro sovranitĂ monetaria, con una scelta irrevocabile. Non è un caso se il Trattato UE non prevede l’uscita dall’euro. Ăˆ l’unico modo per “legarsi le maniâ€? per sempre, rendendo credibile l’impegno a non ritornare alle monete nazionali e alle svalutazioni competitive. L’uscita della Grecia sarebbe facilmente vista come il primo passo verso la disgregazione dell’ euro. I paesi come l’Italia, candidati a essere il prossimo a uscire e svalutare, dovrebbero pagare tassi d’interesse piĂš alti sul loro debito, per il solo fatto che un investitore dovrebbe essere compensato del rischio di svalutazione. A quel punto, gli sforzi che stiamo facendo per rimettere le nostre finanze pubbliche su di un sentiero sostenibile verrebbero vanificati. Il declassamento di 26 banche da parte di Moody’s sancisce il momento di difficoltĂ delle banche nostrane, che si riflette anche nelle loro quotazioni di borsa. Una crisi di fiducia verso le banche del nostro paese non sarebbe una buona notizia per le imprese, giĂ afflitte dalla stretta del credito.


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VISTA INTER

Eduardo Paola edu80@libero.it

Domenica - 20 maggio 2012

Incontro con...Pasquale Finicelli

È

stato uno dei volti più popolari e amati della Tv degli anni 80. Tra l’86 e l’88 ha interpretato Mirko dei Bee Hive nelle quattro fortunatissime serie di telefilm di Licia con Cristina D’Avena, nate sulla scia della serie animata, divenuta oggi un cult, "Kiss me Licia”. A distanza di 24 anni dall’ultima serie abbiamo incontrato il protagonista maschile, Pasquale Finicelli.

Come si svolse il provino per il quale sei stato scelto per interpretare il ruolo di Mirko nella serie “Love me Licia”? Ero a Milano per sostenere dei colloqui con alcune agenzie di moda e di spettacolo e fu un caso che mi trovai da Caremoli, che stava cercando un personaggio che avesse proprio i miei requisiti. Fu così che mi scelsero per il ruolo di Mirko. Alessandra Valeri Manera, responsabile del settore ragazzi dell’allora Fininvest, nonché ideatrice della serie e autrice di tutti i testi delle canzoni presenti all’interno dei telefilm, era presente sul set? Che rapporto avevi con lei? Alessandra era sempre presente sul set ed era esigente, severa e molto attenta, in quanto era un programma rivolto ad un pubblico di bambini e adolescenti. Con lei sono andato sempre d'accordo, infatti quando terminò la serie mi propose altri progetti con grande insistenza ma poi le cose, per mia scelta, andarono in un altro modo purtroppo. Il successo di “Love me Licia” fu davvero

grande, tanto da farne seguire altre tre serie. Come l’hai vissuto quel periodo? E’ stato un bellissimo momento della mia vita, mi divertivo, ero spensierato e felice. Poi essere amato dai bambini era per me l'emozione più grande. Mediaset oggi non crede più nella tv dei ragazzi, tant’è che l’ufficio responsabile della fascia è stato eliminato. Secondo te, di base c’è una mancanza di idee o difficoltà nel mettere a disposizione i budget di un tempo? No, non è un problema di budget, ma di cambiamenti della società, basta dare un’occhiata a quello che oggi ci propone la Tv. Dovrebbe ritornare Alessandra Valeri Manera, una che crede ancora nei valori e che pensa ad una tv adatta ai bambini. Hai conservato i contatti con gli attori della serie? Si, certo! Con qualcuno mi vedo più spesso, con altri ci sentiamo via Skype, dato che vivono in America. L'anno scorso con il nome “Bee Hive Reunion” abbiamo fatto un piccolo tour nelle principali città d'Italia. E’ stata una vera sorpresa il riscontro e l’affetto che il pubblico ci ha dimostrato. Contiamo, entro l'autunno, di replicare. Per tutte le novità basta collegarsi ai nostri siti www.beehive.it e

www.beehivereunion.com. Sul set, era davvero così idilliaco il tuo rapporto con Licia/Cristina D’Avena? Si, il clima che si respirava all’interno della serie era lo stesso che si viveva sul set e dietro le quinte. Eravamo davvero molto affiatati. Cosa guardi oggi in tv? Che genere preferisci? Guardo un pò di tutto, tranne i reality e i programmi dove non si fa altro che litigare. Mi piacciono molto i documentari sulla natura e di approfondimento culturale in generale e poi amo le serie poliziesche. Ti piacerebbe ritornare a lavorare in tv o per te è stata solo una piacevole parentesi? Certo che mi piacerebbe tornare in tv e mi piacerebbe proprio fare quello che manca oggi, un programma vero per bambini e adolescenti, dove si possa dare un messaggio positivo, pieno di sogni e amore. Se ti proponessero di partecipare ad un reality accetteresti? L'unico reality che avrei accettato volentieri sarebbe stato “MusicFarm” e forse “L'isola dei Famosi” per il mio spirito avventuriero e amante della natura, anche se so che è

molto dura.


Domenica - 20 maggio 2012

ICA RUBR

Pina Savorra

pinacaribe@hotmail.it

Abuso emotivo nei bambini

L

’abuso emotivo è forse la forma più insidiosa di maltrattamento nei confronti dei minori. Esso ha sempre ricevuto una scarsa attenzione essendo, da un lato confondibile con atteggiamenti comunemente accettati dalla società e dall’altro, parlare di abuso emotivo è sempre stato difficile da definire, accertare ed osservare. L’abuso emotivo non lascia segni visibili, le ferite restano nascoste dietro comportamenti inspiegabili. Il Federal Child Abuse Prevention and Treatment definisce l’abuso emotivo come la reiterazione di uno schema comportamentale, da parte dei genitori che trasmettono al minore la sensazione di essere inutile, inadeguato, necessario solo per soddisfare i bisogni degli altri, in poche parole non voluto, non amato. C’è da dire però che i genitori, occasionalmente, ricorrono “in buona fede”, ad alcune azioni che potrebbero essere associate all’abuso emotivo. Tuttavia, non è il singolo episodio che può creare problemi, ma è il reiterarsi di tali azioni che trasformano quell’esperienza in abuso, a differenza dell’abuso fisico o sessuale, in cui un singolo episodio può essere definito come tale. Rifiutare, isolare, ignorare, spaventare, corrompere/sfruttare, aggredire verbalmente, sottoporre ad eccessive pressione i bambini, vuol dire abusare di loro. L’abuso emotivo provoca un’alterazione dello sviluppo affettivo e della personalità e di conseguenza ostacola la sana crescita del bambino. Frequentemente esso assume la forma verbale -offesa, squalifica, insulto, critica, svalutazione- compromettendo la crescita dell’autostima e di fiducia in se stessi e generando una vera e propria sindrome di deprivazione affettiva. Tutti gli adulti

che hanno relazioni personali con bambini possono abusare emotivamente di loro. In genere l’adulto a cui il bambino fa riferimento è il genitore tuttavia non è da sottovalutare

l’importanza che riveste l’insegnante nella vita di un bambino. Basti solo pensare che il numero di ore che quest’ultimo trascorre all’interno dell’istituzione scolastica è sufficientemente alto a far sviluppare un legame d’attaccamento tale da incidere sullo sviluppo della personalità, per non parlare di quanto questo possa incidere in caso di famiglie multiproblematiche. La maggior parte degli abusi emotivi avvengono per lo

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stesso motivo per cui avvengono quelli fisici. L’adulto si sente isolato, incapace di far fronte alle problematiche quotidiane, in genere si sente sotto pressione, invaso dalle difficoltà ed è incapace di entrare in una relazione empatica e le aspettative nei confronti del bambino vengono presto disilluse. Spesso chi abusa emotivamente è totalmente inconsapevole delle reali conseguenze del proprio comportamento sulla crescita psicologica e relazionale del bambino. Forme gravi di abuso e manipolazione psicologica p o s s o n o minacciare in maniera irreversibile la salute mentale ed il futuro di un bambino. Depressione, alienazione, abuso di sostanze stupefacenti, alcolismo, disturbi del comportamento alimentare fino ad arrivare a tentativi di suicidio possono essere la conseguenza di un abuso emotivo subito.

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’ ALITA ATTU

Domenica - 20 maggio 2012

Maria Gentile

Allergie primaverili, le cause e i luoghi comuni

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on l’arrivo della primavera cominciano a fare capolino le prime allergie dovute ai pollini che volteggiano nell’aria senza sosta; in realtà per quanto riguarda l’Italia meridionale le prime avvisaglie si hanno già a partire dalla fine del mese di febbraio con la comparsa della betulla e del nocciolo, ma anche le più temute graminacee e parietarie non si fanno attendere, facendo la loro comparsa già da marzo per poi protrarsi fino ad ottobre. In realtà è bene sapere che i principali responsabili di queste reazioni allergiche non sono i pollini, naturalmente presenti nel periodo primaverile da sempre, ma bensì lo smog, le polveri sottili e il fumo; la loro presenza nell’aria in concentrazioni sempre più elevate, sottopone le mucose nasali a una sorta di iperattività che la sensibilizzano fino al punto di scatenare una reazione allergica anche verso sostanze diverse, che nella normalità non sarebbero nocive, in questo caso appunto, i pollini. Non a caso oltre 20 milioni di italiani soffrono di questo tipo di allergie, e nei prossimi anni la cifra sembra destinata ad aumentare. Secondo un recente articolo del Dipartimento di Bioscienze dell'Università di Helsinki la perdita della biodiversità ovvero del contatto con le più disparate specie

“ di Raffaele Nocera ”

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viventi, compresi i batteri, può contribuire alla crescita delle allergie e di altre malattie infiammatorie croniche tra le persone che vivono nelle città. Secondo questo studio i ragazzi che vivono nelle fattorie o comunque a contatto con la natura hanno più specie di-

verse di batteri sulla pelle, e una sensibilità agli allergeni inferiore rispetto quelli che vivono in aree in cui la biodiversità è ridotta, come le città. I principali sintomi sono rinite allergica, occhi che lacrimano, tosse stizzosa, prurito al palato o alla gola. E’ bene dunque, non sottovalutare questi sintomi e rivolgersi ad uno specialista allergologo che per conferma della diagnosi effettuerà un prick - test, un esame diagnostico molto diffuso consi-

stente nell’applicazione sulla cute di piccole quantità della sostanza da verificare (allergene) che viene fatta penetrare attraverso una piccola lesione cutanea superficiale. Trascorsi alcuni minuti è possibile verificare la reazione avuta per ciascuna sostanza valutando la presenza o meno di pomfi (aree arrossate). La terapia è molto personalizzata e si basa essenzialmente su farmaci cortisonici, antistaminici e broncodilatatori secondo la gravità dell’allergia e della presenza o meno di asma. Dopo questa breve panoramica, sfatiamo alcuni luoghi comuni presenti da tempo riguardo alle allergie: contrariamente a quanto si pensa le allergie non sono contagiose, né quanto meno hanno una fascia d’età entro la quale possono manifestarsi; è possibile che ci sia una base ereditaria ma bambini allergici possono nascere anche da genitori sani. Inoltre, è falso che durante un temporale l’aria si presenta più pulita, anzi la pioggia è nemica degli allergici poiché le gocce di pioggia dividono il polline in frammenti ancora più piccoli che arrivano più facilmente alle vie aeree. Amico dei soggetti allergici è invece il mare la cui brezza purifica l’aria dai pollini e permette di respirare meglio.

Recupera il tuo fido dalle Banche

e banche sono ormai considerate degli "usurai legalizzati". Ormai in molti casi sanciti dalla stessa magistratura, compiono degli illeciti ai danni dei loro correntisti, siano essi semplici cittadini o imprenditori. Di certo le banche non stanno aiutando il sistema economico nè il Paese nel suo complesso a risollevarsi, ma pensano, nella maggioranza dei casi, solo a speculare guardandosi bene nel sostenere concretamente una ripresa che ormai sta diventando una vera chimera. La Bce ha dato al mondo della finanza italiano centinaia e centinaia di miliardi di euro al tasso agevolato dell’1%, ma le banche cosa ne hanno fatto di tutta questa massa di liquidità? Dovevano utilizzare queste enormi cifre anche in parte per ridare aiuto alle famiglie e alle piccole e medie imprese in difficoltà per la mancanza di liquidità ed invece la reale finalità è stata quella di risolvere i propri problemi di bilancio, di speculare sull'acquisto di titoli sovrani. Consumatori, risparmiatori, famiglie e piccole e medie imprese, strozzate ed impiccate da tassi

elevati e da condizioni assurde, strangolati da usi, abusi e quotidiani soprusi dei signori del credito, seppur isolati da una cappa di informazione ostile ai loro diritti ed interessi, sapranno valutare condotte di un Governo che negli ultimi 3 anni ha smantellato le liberalizzazioni precedenti caratterizzandosi tra i più fedeli servitori dei banchieri. Tra gli illeciti più gravi troviamo i fidi bancari (o affidamento), ossia l’impegno assunto da una banca a mettere una somma di denaro a disposizione del cliente. Succede che attraverso i fidi, però, le banche finiscano per compiere degli illeciti, infatti spesso applicano tassi di interessi illegali, commissioni di massimo scoperto, anatocismo (applicazione di interessi su interessi), accredito differito dei versamenti ed altre casistiche. Tutte le persone che adesso o in passato abbiano avuto un fido hanno la possibilità di chiedere il rimborso del denaro alla propria banca, con risarcimento del 10-12% dell’importo del fido per ogni anno di durata dello stesso. Ad esempio chi ha avuto un fido di 100.000 € per

8 anni, potrà riottenere fino a 10.000-12.000€ all’anno, per un totale di 80.000-96.000€! La causa va fatta entro 10 anni dal giorno in cui il conto è stato chiuso (dopo va in prescrizione), e si può recuperare tutto, anche se il conto è durato ad esempio 30 anni. E’ fondamentale essere in possesso degli estratti conto bancari per esaminare tutte le voci di conto (se non si hanno, è possibile chiederli alla banca che è obbligata a fornirli entro 3 mesi dalla richiesta). Sono milioni i cittadini e gli imprenditori ignari di poter recuperare i soldi pagati indebitamente alle banche, è giusto però affidarsi a Professionisti seri che soprattutto non prevedano anticipi in denaro esosi per gli avvocati, commercialisti o consulenti vari che curerebbero la causa legale, ma che il loro compenso sia pagato solo a causa ultimata. Raffaele Dott. Nocera Dottorando di Ricerca in Economia e Regolazione delle Amministrazioni Pubbliche Consulente Finanza Agevolata


Domenica - 20 maggio 2012

“ di Cocò ”

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R it o c c o sì , rit o c c o n o . . . q u e st o è i l d i l e m m a !

’elisir di lunga vita non è presente né sul mercato cosmetico, né su quello farmaceutico così per essere sempre giovani, perfetti e smaglianti si passa a soluzioni drastiche: che il ritocco abbia inizio! In Italia, ricorre alla chirurgia estetica il 75% della popolazione e la fascia di età comprende uomini e donne dai 20 ai 60 anni. Gli interventi chirurgi richiesti maggiormente dalla platea femminile sono: il ritocco al seno, la liposuzione per togliere il grasso in eccesso e la blefaroplastica per ringiovanire lo sguardo. Tra gli interventi non chirurgici sono presenti in maggior numero: l’iniezione di acido ialuronico, a seguire la tossina botulinica e infine la laser-depilazione. Anche gli uomini non sono da meno! Gli interventi estetici a cui ricorre più spesso questa categoria sono: la liposcultura dei fianchi e dell’addome, la blefaroplastica, la rinoplastica, l’otoplastica, il trapianto dei capelli e il lifting. E chi se lo aspettava? Le motivazioni che li spingono a sottoporsi al bisturi sono molteplici: dalla paura di invecchiare al volersi meglio rela-

zionare nei rapporti interpersonali, anche se non mancano tuttavia casi in cui si evince un puro desiderio narcisistico. Gli interventi di questo genere creano una vera e propria dipendenza! Sono poche, infatti, le persone che, dopo il primo intervento, alzano bandiera bianca. Il non piacersi è soprattutto generato, in maniera del tutto involontaria, dai media, attraverso cui ci vengono “imposti” dei prototipi, dei modelli perfetti a cui tutti s’ispirano e a cui tutti vogliono somigliare. Vengono proposti adoni e dee dall’inumana bellezza, davanti i quali strabuzziamo gli occhi, sentendoci in un certo senso inferiori e disertati da quest’aurea di avvenenza che avvolge tutti gli altri. Essendo rimasti a digiuno di autostima, sorvolando tutto ciò che si può offrire agli altri e a se stessi al di là della bellezza fisica ed esteriore, inizia la forsennata corsa alla perfezione. Il premio? Tanti soldi da spendere e altrettanti sacrifici ante e post le operazioni. Il gioco vale davvero la candela? Non sempre. Infatti, secondo i dati dell’Osservatorio Dermoplatisco Isplad (So-

cietà Internazionale di Dermatologia Plastica-Rigenerativa e Oncologica), negli ultimi cinque anni sono aumentate del 70% le richieste di correzione degli esiti di precedenti interventi estetici. In sintesi per essere, per sentirsi e per apparire raggianti, il ritocco estetico non è la risposta! Bisogna si essere curati, in forma e smaglianti ma per questo basta una buona dose di autostima, un grande sorriso e piccoli accorgimenti giornalieri. Tuttavia come possiamo definirci essere umani, fatti di sangue e carne, se poi in noi non avviene il magnifico miracolo dall’invecchiamento? Vi lascio come al solito con una citazione: “Stavo bene. Per voler star meglio sono qui.”(epitaffio su una tomba, citato da F. Redi.)

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