il giornale di Casoria - Anno 1 - Numero 5

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Anno 1 - Numero 5 - VenerdĂŹ 27 maggio 2011

Periodico di informazione dell’area a nord di Napoli - ilgiornaledicasoria@libero.it - Distribuzione gratuita

Il signore delle bollicine Casoriani DOC: Nicola Arnone.

Iodice - Carfora: finalmente il Sindaco!

SFIDA FINALE


EDITORIALE

SFIDA FINALE!

Iodice-Carfora: finalmente il sindaco! di Giuseppe Storti

Comunque vada a finire, finalmente la nostra città avrà il suo Sindaco. Sì, perché la gestione commissariale è sempre un momento patologico della vita di un ente locale. La normalità è avere un primo cittadino, eletto dal popolo che risponde al popolo del proprio operato e della propria azione amministrativa. Ora sono soli il medico Vincenzo Carfora, e il giovane commercialista Massimo Iodice, di fronte al giudizio popolare. Questa è la democrazia. Non contano più gli apparentamenti le torsioni politiche, gli annunci, le ritirate e gli slogan. Conta il voto popolare. Ciò che nessuno ha sottolineato, è che entrambi sono due moderati. Il moderatismo, è uno stato dell’animo. E’ un modo di essere e di porgersi nei rapporti con gli altri e nell’agire quotidiano. Va dato conto e merito ad entrambi i contendenti in gioco, di essersi affrontati in maniera sobria, confrontandosi sulle idee e sui programmi, senza trascendere in attacchi alla persona. Con quello che si vede e si sente nelle altre grandi sfide in corso a Napoli e a Milano, è un segnale positivo per la nostra città. Ovviamente sono diversi: hanno visioni del tutto contrapposte nell’approccio ai grandi temi sul tappeto ed alle strategie da mettere in campo per risolverli, ma a bocce ferme, nel ruolo

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che il popolo vorrà assegnare ad entrambi, potrebbero e dovrebbero collaborare alla realizzazione di un valore tanto decantato in questa campagna elettorale: il bene comune. Siamo anche certi del fatto che entrambi pur ascoltando i suggerimenti e le proposte delle forze politiche che li hanno sostenuti e dei loro rispettivi leaders, manterranno un sufficiente grado di autonomia nelle decisioni e nelle scelte. Il sistema elettorale per gli enti locali, con l’espressione del voto al candidato sindaco, dà una forza e una carica in più al sindaco eletto, che rappresenta direttamente la comunità. La fascia tricolore che cinge il petto del primo cittadino può e deve dare una marcia in più al sindaco eletto. Rispet-

to e confronto con il consiglio comunale e le forze politiche, ma soprattutto ascolto del territorio nelle sue svariate e democratiche forme di espressione: sindacati, associazioni, comitati e semplici cittadini. Tenteremo di tratteggiare un breve profilo dei due candidati, frutto di conoscenze e sensazioni personali, ma anche di ciò che abbiamo ascoltato in giro tra la gente. Massimo Iodice è quello

che gli americani definiscono come un “self made man”. Un uomo che si è fatto da solo. Studente lavoratore, ha concluso il ciclo di studi universitari non senza sacrifici, svolge attività libero professionale di commercialista. E’ stato assessore al Bilancio della Giunta Ferrara, materia che fa parte del suo bagaglio professionale. Ha dalla sua l’età: 41 anni. Se eletto, sarebbe uno dei più giovani sindaci che la città abbia mai avuto. Ha idee innovative e moderne, ma soprattutto le espone con toni pacati. La sua è una proposta politica non urlata ma meditata e suadente. Per lui sono scesi in campo i big della politica nazionale e degli ordini professionali. In ultimo: il segretario dell’Udc Cesa, il Presidente della Regione Stefano Caldoro, grazie ai buoni uffici del Consigliere regionale Angelo Marino di Forza del Sud, e il Presidente dell’Ordine dei Commercialisti della Provincia di Napoli: Achille Coppola. Al ballottaggio Iodice, potrà contare sull’apparentamento ufficiale con l’Udeur e la lista civica “ la Caravella” dell’Avv. Sparavigna. Il Pdl, anche senza apparentamento, per una questione di ripartizione seggi, è della partita, in appoggio a Iodice. L’accordo è stato sancito con un comunicato ufficiale del coordinamento regionale del partito. Anche se l’ex sindaco Ferrara ha firmato un manifesto al vetriolo contro la coalizione che appoggia l’ex suo assessore, pur senza fare nomi. Continua quindi la guerra fratricida all’interno del Pdl locale. Vincenzo Carfora medico di base e cardiologo, conosciutissimo e stimatissimo in città. Qualche suo paziente ci ha detto, che all’anamnesi e all’esame obiettivo del corpo,

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EDITORIALE riesce a decifrare il tipo di patologia del paziente. Ci ricorda, la figura del medico protagonista del romanzo di Cronin: la Cittadella. Già consigliere comunale, attualmente consigliere provinciale, è riuscito con una campagna elettorale porta a porta, a risvegliare l’entusiasmo del popolo del centro sinistra. In particolare i giovani di quello schieramento che testimoniano anche in rete la stima nei suoi confronti. Un successo personale che va aldilà della compagine che lo sostiene. Per lui sono sbarcati in città: Tonino Di Pietro, Francesco Rutelli, Anna Finocchiaro. Incassa l’apparentamento ufficiale con la lista “ Noi d’Arpino”, l’invito del partito del CARC al voto per lui. Inoltre dopo incontri e trattative con esponenti provinciali del SEL, per un appoggio indiretto al ballottaggio, con un comunicato stampa del Coordinamento cittadino il partito di Vendola, lancia un appello alla sensibilità delle donne e degli uomini che lo hanno sostenuto, per scongiurare un ritorno del Centrodestra al governo della città. Quindi un sostanziale via libero all’appoggio a Carfora. Questi i due candidati alla sfida finale con gli ultimi aggiornamenti di un confronto emozionante e avvincente. Comunque vada, guardando la cosa in chiave positiva, è e deve restare una bella festa della democrazia e della partecipazione popolare ai destini ed al futuro della città. Ci consentiamo una digressione sugli altri candidati a sindaco. Stefano Ferrara. A lui comunque va riconosciuto e non certo sottaciuto il merito di aver portato alle precedenti elezioni per la prima volta dopo oltre un decennio, il centro destra al governo della città. Il suo primo periodo di governo, è stato positivo: lo ha riconosciuto anche il suo principale competitor: Massimo Iodice. In queste elezioni, ha conseguito, pur sconfitto un lusinghiero successo personale che va ben al di sopra delle liste che lo hanno sostenuto. Il Preside Vittorio Mazzone: fine intellettuale, prestato alla politica si è battuto con la consueta passione, proponendo due tematiche fondamentali che meritano di essere riprese da chi sarà il sindaco della città: la questione morale, e la città policentrica, che servirebbe a recuperare le degradate ed alienanti periferie casoriane alla dignità ed al progresso sociale. Il Dr. Mariano Marino,con la proverbiale verve e simpatia, ha posto con forza e coraggio l’annosa questione della devastazione ambientale del territorio e del recupero della dignità sociale dell’altra città: Arpino. Infine il candidato sindaco del Mis Lista Rauti, Andrea Caputo, ha portato avanti con energia il tema del rilancio del Museo d’Arte Moderna casoriano diretto dal Maestro Antonio Manfredi.

Le radici Cristiane

Che lo vogliamo o no, da duemila anni i popoli europei e occidentali vivono sotto l’influsso della civiltà cristiana. Ma conosciamo realmente Gesù di Nazaret? di Anna Fabiano

Molti di noi ci definiamo cristiani, ma ben poco conosciamo della nostra identità religiosa. Il Cristianesimo ha radici lontane, quella più vicina è il popolo d’Israele, un popolo strano che non cercò Dio, ma che fu cercato da Dio. Dal popolo d’Israele, secondo le antiche promesse fatte ai profeti, doveva nascere un Messia, cioè il consacrato di Dio, che avrebbe cominciato sulla terra il Regno di Dio. I cristiani credono che questo Messia è Gesù di Nazaret, l’iniziatore del Cristianesimo, il primo uomo che ha tentato di instaurare sulla terra una civiltà fondata sulla tolleranza e sull’amore. Le vicende d’Israele, di Gesù e dei primi Cristiani sono scritte in un libro, LA BIBBIA. Esso è frutto di un lavoro di mille anni, e registra (secondo Israele e secondo i Cristiani) la voce di Dio risuonata in molti tempi e in molti luoghi. Ma come nasce il Cristianesimo? Duemila anni fa nel villaggio di Betlemme, nasce Gesù. Sarà chiamato Gesù di Nazaret perché vive trent’anni in quel paese della Galilea; Gesù il Cristo perché annunciò di essere lui il Messia di Dio ( Cristo vuol dire Consacrato di Dio); Figlio di Dio perché egli così si chiamò, e i Cristiani credono che egli sia veramente Figlio di Dio che si fece uomo in mezzo a noi. A 30 anni Gesù lascia gli arnesi del falegname e inizia ad annunciare il Regno di Dio. Il Regno che lui annuncia non è di stampo trionfalistico o politico come la maggior parte degli ebrei si attendeva, ma

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è il tempo in cui Dio decide di donarsi alle persone e renderle figli suoi. Nessuno prima di allora avrebbe mai osato chiamare Dio con il nome di Padre. Gesù lo fa rendendoci per suo mezzo figli adottivi. Nessuno mai avrebbe osato mettersi a tavola con prostitute e peccatori, lui lo fa per cercare ciò che era perduto senza giudizio, ma con l’amore insegnando che «se un fratello pecca non bisogna perdonarlo sette volte, ma settanta volte sette». Gesù è il rivoluzionario dell’Amore che si dona gratuitamente, che ha il coraggio di far sentire la voce di coloro che non hanno voce. Per l’opposizione di molti nemici, che lo giudicano bestemmiatore e perturbatore dell’ordine, Gesù viene crocifisso e muore, ma Dio lo fa risorgere il terzo giorno. Per iniziare questo Regno, Gesù prima della sua morte e dopo la sua risurrezione (secondo la testimonianza dei discepoli) radunò intorno a sé una piccola comunità di persone. La chiamò affettuosamente «piccolo gregge», e anche «chiesa», cioè comunità. Ad essa affidò la diffusione del Regno di Dio. Quando questa comunità si diffuse e si moltiplicò nel mondo, i suoi componenti furono chiamati Cristiani . Essi, pur tra errori, esitazioni e limiti di ogni comunità umana, hanno portato alle nazioni la parola, la maniera di pensare e di vivere di Gesù, e la sua Legge che si può riassumere in poche parole: «Amare Dio e amare il prossimo non solo nei fratelli, ma soprattutto nei propri nemici».

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IL CASO

La tombola dei pensionati Casoria: quelli della notte... fuori l’Ufficio Postale. di Margherita De Rosa Molti penseranno al tradizionale gioco natalizio, passione storica che accomuna grandi e piccoli, e invece bisogna spaziare con la fantasia e fare quattro passi, nella serata dell’ultimo giorno del mese, nei pressi del più antico ufficio postale di Casoria. Ebbene, dal calar delle prime ombre fino a notte inoltrata, vecchietti, meno anziani, figli premurosi di esponenti della terza età, donne attempate, ma tutti, indistintamente, animati da una ferrea buona volontà, sono in lista di attesa perché di lì a poco “si daranno i numeri”, e l’espressione può essere interpretata in più di un’accezione…la scena è surreale, me rende bene l’idea dell’arte di arrangiarsi dei partenopei, che fanno di necessità virtù e si ingegnano per rendere quel che si dice un

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disagio una sorta di attività discretamente remunerativa e di sicuro successo sociale! In massa fremono perché attendono l’arrivo della grande “star” della serata e cioè il dispensatore dei numeri, che propone e dispone del destino dei poveri pensionati, che fanno di tutto per essere se non primi, almeno trentesimi allo sportello della sopravvivenza, tanto, si sa, basta organizzarsi, fare un programmino e anche la mattinata del giorno più agognato e maledetto del mese trascorra nel migliore dei modi…ma, c’è un “ma”: è d’obbligo la congiunzione avversativa a conferma del collaudatissimo fatto “che tutto liscio non può né deve andare”…infatti, all’apparire del nostro eroe, ecco che la lista provvisoria, redatta diligentemente da un volontario che ha accuratamente registrato il nome dei convenuti in rigorosissimo ordine di arrivo, viene platealmente annullata, in nome di un discutibile criterio di onestà intellettuale dell’”anima della tombolata”. L’osannato salvatore dei vegliardi opina : << Scusate, ma io dovrei dare, alle dieci di sera, i numeri a tutti voi: ma io resto qui fino all’una di notte, e a chi viene a quell’ora e io gli do il cinquanta, che gli dico? >> : lo sconcerto è totale, perché i simpatici vecchietti non riscontrano alcuna anomalia nel conferire un numero elevato a quanti perverranno all’appuntamento a tarda notte, sembra addirittura scontato che le cosa procedano in tal senso…eppure, il cibernetico calcolatore di orari e di numeri adduce le più fantasmagoriche argomentazioni a suo sostegno, che, in verità nessuno, nella modestia della sua cultura e

delle personali capacità cognitive, riesce a comprendere nella profondità della loro essenza! Tuttavia la decisione è inderogabile, il “dispenser” si attiverà dalla mezzanotte in poi…Apriti cielo! E’ giunto il tempo della riscossa per i pensionati, che sbraitano, urlano, si dimenano, spintonano, decisi a reclamare un “diritto del diritto”, due volte leso, dalla burocrazia ufficiale e dalla farraginosità mentale di un improbabile difensore dei deboli. Qualcuno si affaccia dallo stabile sovrastante, più annoiato che scandalizzato dall’abituale rissa ( o riffa? ) mensile, magari per rendersi conto se il copione è sempre lo stesso o vi è stata apportata qualche modifica; i coprotagonisti tentano una mediazione presso gli attori principali, facendo presente alla “prima donna”, che, forse, chissà, potrebbe esserci la partecipazione straordinaria delle forze dell’ordine! La situazione sembra ristabilirsi, ma bisogna aspettare; come ha sentenziato il novello tiranno, e, come direbbe Eduardo : << adda passà ‘a nuttata >>… qualcuno, meno paziente e più consapevole dei limiti del buon senso e dei diritti intrinseci alla civiltà, si allontana, sull’orlo di una crisi gastroenterica, ma molti, troppi, purtroppo restano…ed è questo il segno drammatico del degrado a cui si giunge per necessità, per stanchezza, per invalidità fisica, per debolezza psicologica e su questo fertilissimo terreno affonda, in questa come in altre situazioni, le sue radici la malapianta dell’abuso, della legge di chi si fa più forte sulla pelle di coloro a cui bisognerebbe tendere una mano…ma la colpa non è a valle, bensì, e come sempre, a monte, al vertice di un sistema che non è in grado di sovvenire alle necessità più elementari di chi non vive al massimo della sua espressione perché vecchio o infermo. Chi consente che abbia luogo l’allegra, ma non troppo, tombola dei pensionati, dovrebbe riflettere e rendersi conto che questa fantasiosa pseudosoluzione notturna di un problema annoso è l’evidente segnale di una disfunzione che non merita nessuno, ma in particolare i nostri anziani, che rappresentano, ciascuno nella propria dignità di persona e di abitante di questo territorio, una pagina del nostro passato, della nostra storia e di quel libro straordinario che è la vita!

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AT T U A L I TÀ

Generazione CASORIANA Viaggio tra i giovani di Casoria. di Daniela Devecchi Totale sfiducia per i ragazzi di Casoria, nella politica e nei “politicanti”. Lo dimostra un recente sondaggio effettuato tra la young generation della cittadina, per un campione di giovani tra i venti e i trent’anni. Almeno quattro su cinque, hanno dichiarato di essere andati a votare solo per “un altro timbro sul libretto”o per fare un piacere a un amico fidato, allo scopo di ottenerne favori. Per il resto, tutti i teen agers hanno rivelato la totale sfiducia nei candidati e nelle varie fazioni tanto da dichiararsi “apolitici”. Soprattutto di non credere che un nuovo sindaco possa seriamente fare qualcosa per la loro città. Per tutti , una sola parola: “promesse e ancora promesse”. Speranze che, a detta loro, saranno nuovamente illuse, una Casoria, che, nonostante un nuovo sindaco, non potrà mai assumere il volto di una vera città, politici che, come amaramente affermano “Badano solo ai loro interessi senza curarsi minimamente della gioventù”. Alcuni tra il campione preso in esame, hanno persino schernito il fatto che “ancora una volta fossero stati chiamati a votare. “E che votiamo a fare - dichiara scherzoso Francesco, ventinovenne residente della centralissima Via Pio XII- tanto il nostro parere non conta nulla- prosegue indignato- da anni non facciamo che ascoltare le stesse chiacchiere, eppure non veniamo mai ascoltati. Non basta parlare si spazzatura o di creazione di oasi ecologiche, a Casoria, occorrerebbero spazi verdi, campi da calcio comunali, una villa realmente funzionante, un servizio di polizia che ci garantisca sicurezza anche dopo le sei del pomeriggio. E chi più ne ha più ne metta-. Di parere non diverso Sonia venticinquenne studentessa :” Io ormai non mi fido più di niente e di nessuno- afferma delusa- le votazioni non servono a niente. Promettono e basta. Intanto le strade continuano a essere rotte, le piazze sono invase dalla spazzatura, abbiamo paura anche solo a uscire per strada. Il comune, a mio parere

non sa investire bene i propri soldi.- prosegue indignata- A Natale, hanno riempito il centro città, Piazza Cirillo soprattutto, di luci e di fittizi alberelli di Natale- conclude rabbiosama a noi cosa è servito? A che serve tenere le illuminazioni per Natale, quando abbiamo paura di percorrere le strade perchè piene di fossi?”. “Un servizio si polizia e sicurezza efficiente per tutti- dichiara Francesco studente ventenne- apertura di luoghi ludici e campetti comunali per i più piccoli, la riapertura del famoso campetto di Casoria, chiuso da decenni. - continua- luoghi di ritrovo più consoni alle esigenze di tutti, perchè di questo non se ne parla? I politici parlano e riempiono la testa di chiacchiere senza senso. Ma che aspettano

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ad agire?”. Come si potrebbe affermare “Non ci sono più speranze”. Così in una Casoria in cui le generazioni del futuro si allontanano sempre di più dalla vita amministrativa e preferiscono non metterci più voce in capitolo, verrebbe da chiedersi cosa mai ci si potrebbe aspettare?Non certo cose positive quando la sfiducia e la speranza nel futuro vengono sempre meno. Sorgono così moderni valori “nuovi sballi” nell’illusione di una vita migliore e di un’ esistenza, almeno in un momento, più vivace. Così, come dimostrano i media, è stato fino a questo momento. Non solo nel capoluogo, ma anche nel comune nord di Napoli, fatti del genere se ne sentono ogni giorno. Per ora la battaglia per il “trono” della città non è ancora finita. Spetterà probabilmente al prossimo sindaco cercare almeno in parte di “sistemare le cose”. E di recuperare, forse, sparse nel comune le tante “pecorelle”, che per ora non sembrano abbiano voglia di trovare la strada di casa.

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AT T U A L I TÀ

LA FEROCE GIOVENTU’ “Un paese violento senza piu’ maestri” di Edy Vitale E’ un quadro agghiacciante quello descritto dallo scrittore-giornalista Cesare Fiumi nel libro “La feroce gioventù, un pugno nello stomaco per chi vede in quei giovani dai 15 ai 25 anni anche i propri figli, costretti a vivere “ in un paese violento senza più maestri”. Lo scrittore ci descrive con crudo realismo episodi di terribile violenza, scatenata da cause banalissime, compiuti da “ragazzi allo sbando emotivo, storditi da sogni di soldi, di potere e apparire. Mine vaganti che prima o poi presenteranno il conto a chi se le è dimenticate. Una generazione cresciuta nel niente, in un Paese dove si è smesso da tempo di seminare per quelli a venire e si è messa una pietra tombale sulla pietà e sui principi, sui comportamenti e sui doveri morali”. I ragazzi violenti descritti da Pasolini venivano dalla povertà post-bellica, ma avevano fame di futuro. Al contrario questa generazione non ha fame di futuro, perché naviga a vista, non soffre di un disagio economico, bensì psicologico. La nuova tecnologia poi contribuisce fortemente alla mancanza di crescita emotiva. Abbiamo già avuto modo di accennare a questi nostri giovani, monadi solitarie, che si contattano attraverso i social network e che non sanno gestire la relazione artificiosa che si crea con i computer, né

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dominare la frustrazione per cose banalissime. Essi vivono in un individualismo esasperato: il loro io non tiene conto dell’esistenza di milioni di altri io; per interrompere un’amicizia basta premere un tasto e cancellare chiunque da FB, per i contatti poi basta un sms, oppure una frase semplice, fatta di parole sempre più contratte, a discapito della ricchezza lessicale collegata a quella cerebrale. Tant’è. E se pensiamo a quei carabinieri ridotti in fin di vita da giovanissimi appena usciti da un rave party, ai ragazzini che danno fuoco ad un barbone per divertirsi, ad Amanda e Raffaele, ad Erica ed Omar, ci rendiamo conto che purtroppo la realtà è questa: una generazione cresciuta senza fatica, senza sacrifici, ma anche senza speranza e prospettive per il futuro, per cui la console rappresenta spesso l’unica compagna. In effetti , anche se non è certo una giustificazione della devianza, la vita di questi giovani è dominata dal precariato, dalla mancanza di lavoro nonostante un’affannosa ricerca, dalla delusione , dall’incertezza e dalla paura del futuro . Una volta che risulta evidente la completa penalizzazione dei concetti di merito e profitto, i nostri giovani non hanno più valori né controvalori, ma soprattutto non sono interessati ad averne; delusi, hanno rimosso i concetti di solidarietà, impegno, rispetto, dignità, perdendo le proprie radici. Sotto accusa vengono posti politica, famiglia e scuola: la politica che si muove con toni sempre più violenti, in modo confuso e inconcludente; la famiglia spesso assente che non trasmette più i valori e il rispetto delle re-

gole; la scuola sempre più devastata e impoverita, mandata in malora senza investimenti. E allora che fare? Non restiamo così, allibiti ed impotenti, con le mani in mano, restituiamo ai nostri ragazzi rispetto , fiducia e coraggio, recuperiamone l’autostima, prima che i casi di violenza insensata si moltiplichino e la disperazione li travolga. Innanzitutto è necessario dare giusto riconoscimento al merito, incoraggiare coloro che con impegno costante e serietà hanno raggiunto traguardi negli studi, ma che si vedono poi esclusi dal mondo del lavoro. E’ normale che sopraggiungano scetticismo, disperazione e rabbia quando non si riescono ad intravedere prospettive di inserimento lavorativo e di futuro ed è così facile diventare manodopera per chi fa caporalato della paura. Per i più giovani invece la scuola può attuare un’azione efficace di prevenzione e di sostegno psicologico. Certo è necessaria la disponibilità di sovvenzione economica di comuni e province, viste le scarsissime risorse messe a disposizione dal Ministero e la sensibilità e disponibilità di docenti e personale qualificato. Nella scuola media che dirigo è stato attivato con successo per il secondo anno il progetto ”Lo psicologo: un amico a scuola” , che vede la collaborazione e l’interazione attiva e costante della psicologa, di professori e famiglie, pronti a segnalare e a far emergere con tecniche mirate comportamenti a rischio dei ragazzi, per poi studiare insieme ed attivare le strategie più opportune a risolvere situazioni di conflitto, di paura, di disagio, valorizzando l’autostima degli alunni più fragili e demotivati, reindirizzandone positivamente il processo di crescita. Allontanando molti adolescenti dalla deriva e dal fallimento, sono state così disinnescate le “mine vaganti”.

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CASORIANI D.O.C.

Nicola Arnone: il signore delle bollicine Il grande business dell’acqua minerale. di Antonella Storti Nicola Arnone 55 anni originario di Casoria è considerato il signore delle bollicine. Ha risuscitato l’acqua morta da decenni e oggi imbottiglia numeri da capogiro. E’ presidente della Società Generale delle Acque minerali e la sua famiglia si occupa di beverage da quattro generazioni. La scoperta della vecchia sorgente, ferma da trent’anni, appartenente agli eredi di un medico condotto di Pratella. Appunto Pratella città di 1700 abitanti, dove a detta di uno storico locale Giuseppe Pace, i maschi nel passato venivano a cercare le fidanzate perché la pelle delle donne qui era più bella, più liscia, più gradevole. Insomma merito della sorgente di Pratella che con i suoi poteri terapeutici viene considerata tra le migliori d’Italia Da lì parte la grande avventura di Nicola Arnone datata 1985 con soli sette dipendenti. Oggi l’acqua Lete è l’effervescente naturale prodotta in Italia con il più basso contenuto di sodio, parola del ministero della Salute. La grande svolta negli anni 80, quando Nicola Arnone investe in nuove tecnologie imboccando la strada della modernità, realizza il grande sogno: il lancio

PANORAMA CASORIANO Presentazione del libro di Nunziante Rusciano

Al distretto scolastico va in scena Madame Vittoria baldoria.

Il giorno mercoledì 8 giugno alle ore 17,30 presso il 29° Distretto Scolastico di Casoria Via A. Torrente, nell’ambito della Manifestazione Maggio dei Monumenti a Casoria, verrà presentato il libro “La Moda Ditirambo Rinvenuto tra i Manoscritti di Madama Vittoria Baldoria, nativa di Casoria nella Stamperia della Società Filomatica in Napoli 1833: <<Donna Vittoria Baldoria: è esistita oppure no? Il nostro amico Nunzio legge e rilegge il ditirambo a lei attribuito, lo studia e lo analizza minuziosamente, alla ricerca della verità. Il lettore non può non appassionarsi perché è

delle acque minerali in tutto il territorio nazionale. Grande comunicatore, l’acqua Lete diventa subito sponsor del Giro d’Italia della Juventus della Coppa del Mondo di Sci e Sponsor principale del Calcio Napoli dalla stagione 2006/2007, credendo nel progetto di rinascita d una squadra finita nei meandri della serie C. Il sodalizio creato nel tempo ha ripagato ampiamente lo sponsor creando anche azioni di co-marketing. In un sondaggio effettuato a livello europeo sulla riconoscibilità del marchio dopo ADIDAS e NIKE spicca l’acqua LETE a dimostrazione del grande

successo internazionale. Nel corso degli anni Nicola Arnone e la sua azienda dimostrano di essere molto sensibili anche ai problemi ecologici, firmando un accordo con Enel Energia per la fornitura di energia verde utilizzando, nei propri stabilimenti, energia prodotta da acqua, da sole e da vento vantando di essere la prima azienda in Italia a compiere una scelta così importante. trainato dalla forza con cui l’autore lavora al testo, passando amenamente dalla letteratura alla storia, dalla filolologia all’esegesi, inserendosi strategicamente in questo percorso con sagaci battute al ne di renderne più leggera e più piacevole la lettura. All’epoca di Vittoria Baldoria, un nome femminile sicuramente suscitava grande attenzione e l’universo maschile si poneva alla lettura con spirito criticamente battagliero. Potrebbe darsi che questa donna di grande cultura e intelligenza, spiritosa e ironica, talvolta pungente nelle sue sferzate icastiche, sia veramente esistita; così com’è possibile che il celebre barone Michele Zezza si sia divertito a scherzare con uno pseudonimo… Chissà?! Certo è che vale la pena leggere questi versi, resi più interessanti dal commento di Nunziante Rusciano che, per primo si diletta in una ricerca non solo storico- filologica, ma soprattutto umana e psicologica. Con la speranza che donna Vittoria sia realmente esistita e che presto venga alla luce un altro suo manoscritto, auguro - e sono certa che lo sarà - buona lettura a tutti.

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Non possono essere ignorate anche altre tematiche sociali. L’azienda di Nicola Arnone, colosso da 80 milioni di fatturato ha sede a Pratella nel Casertano, non di rado questa provincia finisce in prima pagina per due dolorose piaghe: rifiuti e camorra, e spesso le due piaghe s’incontrano. «Se i rifiuti sfuggiti al controllo ufficiale - ha scritto Roberto Saviano in Gomorra - fossero accorpati in un’unica soluzione, nel loro complesso diverrebbero una catena montuosa da quattordici milioni di tonnellate. Il Monte Bianco è alto 4810 metri, l’Everest 8844», il dato è angosciante, ma i 1028 metri del fiume Lete sono lì a fare da potente controparte, perché non siano sempre Casalesi o spazzatura a rappresentare la realtà di una provincia che produce anche piccoli miracoli imprenditoriali. Arnone non si è fermato davanti all’ambiente e alla ricerca vincendo così un’altra sfida sociale: la Lete ha più quote rosa. La presenza femminile nello stabilimento di Pratella supera il 35%, il dato va contro ogni statistica sul settore delle acque minerali, l’Istat riporta numeri al di sotto del 19% per Italia e Campania, e addirittura meno del 13% per la provincia di Caserta. Nicola Arnone si dichiara soddisfatto: «L’affidabilità del personale femminile è una garanzia». Ambiente, territorio, pari opportunità, ricerca e innovazione, impegno sociale e successo imprenditoriale. Arnone, Casoriano DOC ha fatto centro!

Casoria: due Vigili Urbani sventano una rapina

Grazie al pronto intervento dei vigili urbani nelle persone dell’assistente capo Sebastiano Mangani e della collega assistente Anzalone Concetta il 14 Maggio scorso, è stata sventata una rapina ad un veicolo in via Duca D’Aosta. I due Vigili in servizio di pattugliamento del Territorio, accortisi dell’accaduto, sono riusciti ad evitare il furto dell’auto oltre che ulteriori danni al malcapitato proprietario della stessa. Il malvivente alla vista dei vigili urbani si dava alla fuga scavalcando il muro di protezione dell’Istituto comprensivo Palizzi, lasciando poi perdere le tracce. Un ulteriore episodio che la dice lunga sul clima di insicurezza che si vive in città, a causa di molteplici episodi del genere. Il lieto fine dell’ennesimo episodio di criminalità stavolta è dovuto alla prontezza dell’intervento degli agenti del corpo di Polizia Municipale.

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CASORIA NELLA STORIA

PERGOLESI era di Casoria? La verità sul celebre musicista del ‘700 in una piccola ricerca del 1831. di Giuseppe Pesce

Fino ai primi dell’800 fu diffusissima l’opinione che Gian Battista Pergolesi (1710-36), autore del celebre Stabat Mater (e di diverse altre opere, sia sacre che profane) fosse originario di Casoria. La notizia era data per certa persino in molte enciclopedie dell’epoca, seppure tra molte smentite. Non era d’accordo Giuseppe Maria Galanti, che abitava a Casoria, nella sua Breve descrizione di Napoli e del suo contorno (1792); e nemmeno Lorenzo Giustiniani nel suo Dizionario geograficoragionato del Regno di Napoli (1797), che biasimava i cattivi “compilatori” e traduttori di enciclopedie. A sfatare definitivamente il dubbio fu però Carlo Antonio De Rosa, marchese di Villarosa, che dedicò all’argomento addirittura una Lettera biografica intorno alla patria e alla vita di Gio: Battista Pergolese celebre compositore di musica (1831). Cosa l’aveva spinto ad intraprendere questa singolare ricerca? In

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minute ed esatte diligenze furon adoperate da persone diligentissime in que’ libri Battesimali di dette Parrocchie che di parecchi anni precedevano, e seguivan quello in qui credeasi esservi segnata la nascita del Pergolese, e non venne fatto rinvenirvi il nome di costui». Non trovando a Casoria alcun documento, il Villarosa si rivolse allora per lettera a «molti eruditi uomini», cercando di ottenere notizie più certe. Fu così che riuscì ad ottenere finalmente la fede – cioè il certificato – di batteuna precedente operetta, il Villarosa aveva simo del Pergolesi, che trascrisse nella sua ricitato Pergolesi scrivendo che era di Pergola, cerca. Il documento, a firma del parroco della nelle Marche. Non si era informato sulle ori- chiesa di San Settimio in Jesi, certifica che, a gini del musicista, ma l’aveva superficialmen- tergo della pagina 584 del III libro dei batte dedotta dal cognome. Qualche settimana tezzati si trova scritto quanto segue: «A dì 4 dopo, ricevette così la lettera di protesta di un Gennaro 1710. Giambattista figlio di France“Messer Tuttesalle” che gli sco Andrea Pergolese e di rimproverava che PergoleD. Anna Vittoria Consorsi «nella Terra vicina a Nate di questa Cura nato la poli detta Casoria aveva notte antecedente a ore 10. avuto il natale». Fu battezzato da me MarLo studioso allora si giulico Capogrossi Curato. stificò: se aveva commesPadrini furono l’Illustrisso un errore, l’aveva fatto simi Signori Giambattista in buona fede. Tuttavia, Franciolini, e Signora Gcimpuntatosi, continuò la ntilina ne’ Signori Honoricerca: «ma negar non rati». posso che forte desìo, in È la prova definitiva che me allora nacque di veniPergolesi non nacque a re in chiaro del vero suolo Casoria. E senza docuove il Pergolese venne alla menti è impossibile dire se luce del mondo». ci passò mai, o addirittura Una rara incisione di G. Morghen Fu così che, dopo aver ap- tratta dai Ritratti degli uomini il- ci visse per qualche tempo, purato che le enciclopedie lustri del regno di Napoli, stampati sperando magari che l’aria erano inesatte, se non «ine- a Napoli da Nicola Gervasi, tra «umida ma proficua per tasattissime», decise di cer- 1814-25. Sotto il ritratto si legge: lune indisposizioni» della care la prova direttamente «Gio. Battista Pergolesi, Celebre nostra cittadina alleviasse maestro di Cappella, Nacque in nelle due chiese di Casoria, Casoria nel 1704, mori in Napoli la malattia che lo porSan Mauro e San Bene- nel 1737» (oltre l’errore di Casoria, tò alla morte: a Pozzuoli, detto. La ricerca però non sono sbagliate persino le date di na- nel 1736, all’età di appena ebbe alcun esito: «Le più scita e morte!). 26 anni.

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C U LT U R A

“Siamo solo amici” L’ultimo libro di Luca Bianchini. di Rosa e Concetta Alvino “Siamo solo amici”… Quante volte nella nostra vita abbiamo detto o “subito” questa frase? Amori taciuti e nascosti nell’ombra di un sentimento altrettanto profondo, ma che non hanno il coraggio trasformarsi da bozzolo in farfalla? L’amicizia, un legame altrettanto intimo e complice, vive e si alimenta con le stesse caratteristiche dell’amore, ma si ritrova spesso ad essere un po’ bistrattato, vissuto come un surrogato di una passione amorosa… Ma in “Siamo solo amici”, ultimo libro di Luca Bianchini (torinese dall’anima profondamente passionale e “meridionale”, come lui stesso ama definirsi), è proprio l’Amicizia a muovere le sorti e i destini dei due protagonisti, Giacomo e Rafael, le cui vite si snodano tra una Venezia segreta e intrigante e una Torino borghese, agghindata con il suo più costoso e ricercato vestito. Al suo quarto romanzo, Luca Bianchini ha presentato la sua opera a Napoli, alla Fnac di Via Luca Giordano, tra un pubblico attento, incuriosito e interagente, coinvolto totalmente dall’energia comunicativa e la verve dello scrittore.

Difficile è fare una sinossi di un romanzo e mantenere la forza espressiva del racconto, tenendo presente l’equa misura che necessariamente dovrebbe esserci tra la spiegazione e la dose giusta di curiosità che si deve rendere per accattivare il futuro lettore. In questo caso, forse, basterà dire che le parole aiutano il destino a rendere più bizzarro e più stuzzicante la trama, se in una locanda veneziana “l’Abadessa” si ritrovano due portieri, Giacomo il concierge, ossia portiere dell’albergo, e l’ex “portiere” di calcio, il brasiliano Rafael. Due mondi, due uomini, due generazioni in apparente contrapposizione (come ha spiegato lo stesso Bianchini, “la contraddizione, la differenza è ciò che maggiormente sostenta una storia e la volontà di scriverla e raccontarla”) incrociano le proprie esistenze inondandole, invadendole come solo l’appuntamento col destino per due anime che si riconoscono sa fare. Giacomo, impeccabile e ligio all’ordine e ai doveri, si scontra - incontra con Rafael, giovane uomo imbevuto della sua anima brasiliana … Tanto diversi, per arricchire le rispettive realtà. E poi c’è Elena (la “Madamina” della Torino bene che vuole tutto, senza badare a spese, e per l’apparenza vive un grigio matrimonio stereotipato con “L’ingegnere”), che alberga nei sogni notturni a cinque stelle di Giacomo, in perenne attesa di ritrovarla ospite nella sua Locanda…Un amore sognato e nutrito da sfuggenti sguardi, quando lei, la madamina, aveva portato il sole con i suoi capelli biondi e la sua

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raffinatezza nel mondo di Giacomo in un breve soggiorno veneziano e mantenuto vivo da qualche “cartolina” di ricorrenza. Donne sante, donne peccatrici, donne che giocano al baro con la vita. Frida, la prostituta che assomiglia un po’ a Gesù e un po’ alla Golino; la Signora Silvana che, tra prosecchi e tramezzini, osserva le vite degli ospiti dell’albergo con uno sguardo più profondo, forse con quell’attenzione di chi non ha totalmente in mano le sorti della propria di esistenza; Tamara, così particolare che, se si aggiungesse una “erre” al nome, non si andrebbe così lontani dalla descrizione colorita di un personaggio tanto ingenuo quanto sognatore. E poi c’è Venezia con i suoi canali, con i suoi colori, con i suoi aperitivi e avvolta da quel fascino senza tempo, peculiarità esclusiva di una città a galla tra il passato e il presente. Bianchini ha dato vita ad un romanzo più maturo, dove si rivelano ancor di più le sue doti e la sua pungente ironia. Si ride, si piange, si pensa, come solo le grandi Storie sanno fare.

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SPORT

De Laurentis-Mazzarri pace fatta! Lieto fine tra presidente e tecnico. di Francesco Scalamogna

Quella che era diventata un’incalzante telenovela tra presidente e tecnico ha avuto il lieto fine. Il tanto atteso incontro tra i due, previsto per la fine del campionato, è avvenuto lunedì 23 Maggio negli studi della Filmauro. In un comunicato stampa ufficiale, la società partenopea fa sapere che Presidente ed il tecnico di San Vincenzo hanno avuto un chiarimento che li ha rafforzati nei loro rapporti interpersonali e che si sono gettate le basi di una nuova collaborazione per continuare nel programma di costruzione e crescita del secondo quinquennio, che dovrà cogliere quelle trasformazioni in essere ed in fieri nel mondo del calcio, sempre nel rispetto del fair-play voluto dal Presidente della Fifa Michel Platini. In parole povere, i due si sono stretti la mano e hanno deciso di voltare insieme pagina, con buona pace di Gian Piero Gasperini che era stato accostato alla panchina azzurra come successore di Mazzarri. Ora più che mai società, calciatori e tifosi possono godersi i frutti di quella che è stata una stagione da record: 70 punti, punteggio record nell’era dei tre punti per la vittoria (il precedente record era del 2009/10 con 59 punti); 9 vittorie esterne, mai il Napoli aveva vinto tanto in trasferta in serie A (il precedente record era di 7 successi esterni ottenuti nel 1933/34, nel 1986/87 e nel 1988/89); Cavani 26 gol, nessun calciatore azzurro aveva mai segnato tanto in una stagione di serie A (il precedente record apparteneva a Vojak che segnò 22 gol nel 1932/33); imbattibilità interna, De Sanctis supera Castellini con 798 minuti senza subire gol

a Fuorigrotta; lo stakanovista Morgan De Sanctis è stato l’unico calciatore di serie A ad aver giocato tutti i minuti delle ultime due stagioni, 76 presenze su 76 senza mai essere sostituito. In riferimento a Juventus-Napoli In occasione dell’ultima giornata di campionato a Torino, Mazzarri dà ampio spazio alle seconde linee; a centrocampo il baby Maiello, autore di una bella prestazione; in attacco esordio dal primo minuto per Lucarelli. Napoli e Juventus impattano sul due a due al termine di una gara intensa, spettacolare e giocata a viso aperto. La girandola di gol ed emozioni targate Maggio, Chiellini, Lucarelli e Matri traghettano la gara verso il pareggio finale, decretando un verdetto durissimo per i bianconeri, che devono abbandonare il proposito di competere in Europa. La gara dell’Olimpico si è conclusa tra i fischi del popolo bianconero, che ha sonoramente contestato i giocatori che, a fine gara, sono andati sotto la curva ad applaudire la tifoseria. Unici cori a tenere banco a fine gara quelli dei tifosi azzurri accorsi a Torino Oi vita oi vita mia! Il punto sul mercato La società azzurra ha già blindato due contratti in cassaforte. Sono quelli di Tim Matavz, 22 anni, sloveno, attaccante del Groningen, squadra con la quale ha disputato 65 partite nelle ultime due stagioni, realizzando 31 reti; si tratta di una punta dal fisico possente, abile nel gioco aereo, fa parte della nazionale del suo Paese con la quale ha giocato 8 gare, segnando tre gol. L’altro acquisto concluso è quello di Federico Fernandez, 22 anni, argentino, difensore dell’Estudiantes; il centrale è cresciuto nelle giovanili dell’Estudiantes ed ha esordito con la nazionale maggiore. Al termine di una buona annata, riscattato Hassan Yebda (27) dal Benfica. Rientro alla base per Luca Cigarini (25), che non sarà riscattato

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dal Siviglia. Sul fronte trattative, è in dirittura d’arrivo la trattativa che porta a Gokhan Inler (27), centrocampista dell’Udinese a lungo inseguito dalla dirigenza azzurra: al club friulano andranno 12,5 milioni più l’altra metà del cartellino di Denis. A completare il reparto di centrocampo, è sfida a 3 tra Napoli, Juventus e Inter per il viola Riccardo Montolivo (26). Viva è pure la pista per il capitano blucerchiato Angelo Palombo (30), su cui insiste pure la Fiorentina. Per il ruolo di vice-Lavezzi, è calda la pista che porta all’argentino Mario Alberto Santana (29), in scadenza a giugno con la Fiorentina. Senza fondamento, al momento, la trattativa per giungere a Borja Valero (26), secondo il suo agente Alejandro Camagno. Il centrocampista spagnolo era stato apprezzato dai dirigenti azzurri durante la doppia sfida contro il Villareal in Europa League. In attacco, l’ex punta juventina David Trezeguet (34), in scadenza con l’Hercules, continua a mandare messaggi d’amore alla squadra azzurra, voci confermate pure dal suo procuratore Caliendo. La punta francese garantirebbe la giusta esperienza per affrontare la massima competizione Europea. Più difficile la trattativa che porta alla rivelazione Alexis Sanchex (25), il Presidente friulano Pozzo ha chiesto 35 milioni di euro. Ritorno di fiamma per il macedone Goran Pandev (28), in forza all’Inter, già accostato in passato al Napoli, col procuratore Carlo Pallavicino che con un “Nulla è impossibile” lascia presagire i margini per una trattativa. Il noto quotidiano sportivo spagnolo As indica in Lavezzi (26) il prossimo sostituto del Kun Aguero (23), in partenza dall’Atletico Madrid con destinazione Real Madrid o Juventus, ma difficilmente il Presidente lascerà partire uno dei suoi gioielli. Saluta la piazza napoletana dopo 3 stagioni e mezzo Michele Pazienza, uno dei pilastri del centrocampo del Napoli dall’arrivo di Mazzarri. Andrà ad accasarsi alla Juventus con un contratto di 1,5 milioni a stagione. Ciao Michele, il pubblico di Napoli ti sarà sempre grato per aver onorato la maglia azzurra!

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CASA CASORIA

Valutare un immobile Il sistema comparativo rappresenta il criterio più rappresentativo. di Carlo De Vita La valutazione immobiliare è un’attività svolta da professionisti abilitati ed ha come obiettivo la determinazione del valore patrimoniale dell’immobile, rispetto al valore di mercato. Tale attività, si concretizza con l’elaborazione di un rapporto di valutazione dove il professionista evidenzia le caratteristiche del’immobile. Spesso nella valutazione immobiliare intervengono fattori di notevole importanza che possono alterare i valori di mercato, questo perché il valore della stima non è basato solo e sempre sulle caratteristiche dell’immobile (grado di ristrutturazione, stato degli interni, vicinanza a mezzi pubblici o al posto di lavoro,) ma,

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possono intervenire fattori imprevedibili (quotazioni di immobili simili sul mercato, svalutazione, variazioni della domanda). Essa rappresenta la fase più importante per la collocazione di un immobile sul mercato. Il sistema comparativo rappresenta il criterio utilizzato nella pratica immobiliare e cioè, la valutazione del prezzo viene determinata tenendo presente l’ubicazione dell’immobile, lo stato dei luoghi e la quadratura. Questi elementi vengono confrontati con l’elaborazione della domanda attraverso un borsino immobiliare e consultando l’archivio storico degli

ultimi sei mesi, relativo alle compravendite effettuate dallo stesso ufficio per tipologia di immobile con caratteristiche similari. Va evidenziato che spesso la valutazione dell’immobile, fatta dal professionista, viene ritenuta bassa rispetto al desiderio di realizzare performance molto più elevate, ciò comporta una collocazione sul mercato di un immobile che nei primi mesi di lavoro non viene visionato e di conseguenza, un aggravio dei tempi per la definizione della vendita. La statistica e l’esperienza del Gruppo NAPOLINCASA evidenzia che le vendite effettuate corrispondono sempre alle valutazioni da noi effettuate, ciò a dimostrazione che le valutazioni rappresentano il vero valore di mercato e quindi il consiglio ai lettori è di affidarsi a professionisti esperti e realisti, nella formulazione del valore dell’immobile, senza creare false aspettative, pratica molto frequente tra professionisti privi di etica professionale.

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RUBRICA LEGALE / CASE E CONDOMINIO

L’ascensore in un fabbricato che ne è privo L’installazione dell’ascensore in un edificio condominiale ed il superamento delle barriere architettoniche. A cura dell’Avv. Rodolfo Cusano Uno dei problemi più difficili che spesso si trova ad affrontare la compagine condominiale è quello relativo all’installazione dell’ascensore in un fabbricato che ne è privo. La legge n. 9 del gennaio 1989 n. 13 che contiene disposizioni rivolte alla eliminazione delle barriere architettoniche negli edifici privati, ha reso più facile detta installazione. Infatti, tale normativa introduce all’art. 2 la possibilità di approvare modifiche alle parti comuni dell’edificio che siano rivolte al superamento delle barriere architettoniche, con delibere assembleari a maggioranza ridotta rispetto a quelle previste per l’innovazione ( in seconda convocazione: un terzo dei partecipanti al condominio ed almeno un terzo dei millesimi). Però trattandosi pur sempre di innovazione, coloro che non vogliono partecipare alla spesa possono estraniarsi. Salvo poi soddisfare pro quota la relativa spesa, qua-

lora, anche successivamente, vogliano utilizzare l’impianto. Vi è da precisare che questa normativa non si applica solo ai condomini dove è presente un portatore di handicap ma ha invero una generalizzata applicazione avendo la legge, lo scopo di favorire la mobilità dell’handicappato ovunque esso si trovi, e vale anche per opere diverse dall’ascensore: servoscala ed altre strutture mobili. Fatta la richiesta al condominio, qualora questo ultimo rifiuti o ritardi la decisione, i portatori di handicap potranno installare a loro spese sia l’ascensore sia strutture mobili o facilmente rimovibili. La legge per facilitarne la realizzazione stabilisce che dette opere possono anche essere realizzate in deroga alle norme sulle distanze

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disciplina applicabile anche per i cortili e chiostrine interni ai fabbricati oltre che comuni a più fabbricati. Dal complesso delle disposizioni esaminate risulta palese l’intento del legislatore di fare prevalere l’interesse sociale della salute dei cittadini rispetto ai singoli interessi privati e condominiali. Sono fatti salvi i limiti di cui all’art. 1120, 2° comma c.c. e cioè, giammai dette opere potranno recare pregiudizio alla stabilità ed alla sicurezza del fabbricato, alterare il decoro architettonico o rendere talune parti dell’edificio inservibili anche ad uno solo dei condomini. Tutti coloro che sono interessati alla trattazione di particolari argomenti potranno segnalarli alla redazione del giornale.

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RUBRICA MEDICA

Pillole di pediatria E’ nato un bimbo! Quanti dubbi! Prima parte.

A cura del Dr. Liberatore Graziano Pediatra La nascita di un figlio è una grande emozione ma porta con sé tanti dubbi. Senza avere la presunzione di esaurire tutto l’argomento in poche righe, cercherò di dare una risposta alle domande che più frequentemente le neomamme mi pongono e di sfatare alcune false credenze. In questo numero parleremo di allattamento al seno. Per un neonato non c’è alimento migliore del latte della sua mamma. Esso, infatti, contiene tutte le sostanze nutritive di cui ha bisogno, modifica la sua composizione per adeguarsi alle esigenze del bambino, favorisce un ottimale sviluppo cognitivo e lo protegge dalle infezioni, dall’obesità e da molte altre malattie. Il latte materno non può essere “leggero” ma a volte può essere poco; bisogna ricor-

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dare che la produzione di latte può variare nel corso della giornata e tra un giorno e l’altro. In questi casi è sufficiente attaccare il bambino più spesso al seno: la sua suzione è l’unico stimolo in grado di aumentare la produzione del latte! Solo se il pediatra riscontra una crescita insufficiente, può essere utile integrare l’allattamento al seno con latte in formula. Il lattante non va alimentato ad orari prestabiliti: l’alimentazione è “a richiesta” per orari e quantità, sia che sia allattato al seno che con latte artificiale.Il bambino che lo richiede va, quindi, allattato anche di notte. Consigli dietetici per la mamma che allatta: 1. Consumare pasti sani e bilanciati, in modo ordinato ma senza mettersi a dieta 2. Bere molta acqua naturale 3. Assumere più latte o latticini per l’aumentato fabbisogno di calcio 4. Limitare il consumo di caffè, tè, cioccolato, coca-cola, alcool, spezie 5. Consumare regolarmente frutta e verdura, compresi i legumi! Evitare il consumo di verdure dal sapore spiccato o amaro e quelle che “puzzano” come aglio, cipolle crude, asparagi, porri, carciofi, cavoli, etc. che possono condizionare il sapore del

latte materno. 6. Evitare superalcoolici, molluschie alimenti a rischio di infezioni Durante l’allattamento il lattante non ha bisogno di bere: il latte contiene tutta l’acqua di cui ha bisogno. Tuttavia, in quelle situazioni in cui aumenta il fabbisogno di liquidi (clima caldo, sudorazione, febbre, diarrea) è utile offrire al bambino dell’acqua da bere per vedere se la vuole: se la rifiuta, non insistere; vuol dire che non ne ha bisogno! Non c’è un limite preciso all’età in cui bisogna interrompere l’allattamento: il latte materno mantiene sempre le sue qualità. Ricorda, inoltre che: 1. durante l’allattamento è assolutamente sconsigliato fumare e non bisogna assumere farmaci senza il parere del medico 2. non è necessario avere un seno grande per produrre una quantità sufficiente di latte. 3. allattare non provoca miopia né fa perdere i capelli. Questi ultimi, dopo il parto, entrano in una naturale fase di ricambio sia che si allatti o meno: niente paura, torneranno presto come prima! 4. Allattare al seno protegge la mamma dal cancro al seno.

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LETTERE AL DIRETTORE

“RESTITUIRE ALLA CONVIVENZA CIVILE LA DIGNITA’ PERDUTA” Gentile Direttore, in un incontro di spiritualità evangelica, svoltosi nella mia Parrocchia, è stata raccontata un’esperienza molto significativa, e così come l’ho appresa, la pongo alla sua cortese attenzione e a quella dei lettori del Giornale che dirige con equilibrio. Apprezzo molto, infatti, i suoi editoriali per la pacatezza con cui argomenta e l’assennatezza delle sue riflessioni. La vicenda riguarda la caposala di un ospedale napoletano, afflitta da gravi problemi economici a causa dell’interruzione della cassa integrazione guadagni percepita dal marito e dello stato di perenne disoccupazione del figlio. In tale contesto, un collega l’avvisa della prossima venuta in ospedale di un influente politico, che vuole farsi conoscere e le chiede di poterlo ospitare nella sua stanza di reparto in cui lei lavora. La signora, ascoltando tale richiesta, intravede la possibilità di potersi raccomandare a quella persona che considera quasi inviata da Dio per la soluzione dei suoi problemi; per questo, chiede al collega se anche lui creda sia

possibile chiedere nell’occasione un aiuto per le sue ristrettezze. La risposta è pronta e affermativa: non ci sarà nessuna difficoltà. Tornata a casa, però, un senso di rimorso la invade: comincia a pensare che cristianamente la raccomandazione non è accettabile e che, fidandosi di Dio, sicuramente Lui potrà trovare la maniera di risolvere le sue necessità. Così, in un intenso colloquio orante col Signore, matura la sua ferma decisione: chiama al telefono il collega e gli comunica l’impossibilità di partecipare all’incontro elettorale, non spiegandogli più di tanto perché non le sia più possibile partecipare all’incontro. In serata stessa giunge puntuale la risposta di Dio: una telefonata, a lungo attesa, comunica la ripresa della cassa integrazione che era stata sospesa. Questa interessantissima esperienza, ascoltata proprio mentre anche nella nostra Casoria sono in corso le votazioni municipali, mi ha fatto tanto riflettere. Quanto è possibile fidarsi dell’operato di un politico che per raggiungere i suoi obiettivi è pronto a corrompere? E inoltre, chi è abituato a certi mezzi potrà mai operare per il bene dei cittadini, senza scendere a compromessi e corruzioni? Non possiamo, né dobbiamo continuare ad assistere al degrado e alla rovina della nostra Città, provocati dall’egoismo e dall’indifferenza di persone senza scrupoli. Alla politica attuale servono l’onestà e la fraternità, parole nuove per certe logiche di potere, ma capaci di superare criteri di partitismo e di interesse privato, per restituire alla convivenza civile la dignità perduta. Chi crede nel Dio di Gesù Cristo, non può chiedere favori perso-

Il noleggio...e non ci pensi piu’

nali, ma deve sempre porre in relazione le proprie esigenze con i bisogni della comunità e, per questi, battersi a livello individuale e in ambito associativo. Con stima, Ugo Ferrantini Gentilissimo Sig. Ugo, innanzitutto grazie. Rispondo brevemente agli interrogativi posti dalla sua lettera. Nell’eticità dei comportamenti, entra in gioco il libero arbitrio. Per cui la risposta è semplice: dipende da noi! Dopodichè chi, e ne conosco tanti, non sono giocoforza liberi nelle scelte, perché condizionati dal bisogno, possono cedere alle lusinghe della malapolitica che scambia i diritti per favori. Ma non bisogna disperare. Anzi, giova ricordare le parole che il grande Papa polacco pronunciò nella città capoluogo: “Napoli - disse - ha bisogno di sperare”. Da quella visita nacque l’invito a organizzare la speranza, tema sviluppato peraltro anche in un bellissimo libro del cardinale Crescenzio Sepe, e che rivive in modo speciale in questo anno giubilare per Napoli, fortemente voluto dal nostro Arcivescovo”. Resistere e sperare sono le più efficaci armi contro il degrado dell’etica pubblica. G.S.

Anno 1 - Numero 5 Venerdì 27 maggio 2011 ilgiornaledicasoria@libero.it Tel. 081 7588818 - 3358270557 Inserto di Napolincasa News Aut. Tribunale di Napoli n. 0062 del 30/09/2005 Editore: Carlo De Vita Via S. Di Giacomo, 6/8 80026 Casoria (NA) Direttore responsabile: Giuseppe Storti

. s.r.l

Via S. Di Giacomo, 10-12 80026 Casoria (Na) Tel. 081 19576025 Fax 081 19545662

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In redazione: Rosa e Concetta Alvino, Daniela Devecchi, Margherita De Rosa, Antonella Storti, Giusto, Francesco Scalamogna, Liberatore Graziano, Edy Vitale, Angela Uliano, Giovanna Bocchetti, Gennaro Calvanese, Pasquale Di Petta. Direzione e redazione: Via S. Di Giacomo, 6/8 80026 Casoria (NA) Tel. 081 7588818 Progetto grafico, impaginazione e stampa: Grafis print s.a.s. Via A. Lauro, 1/5 - Casoria (NA) Tel. 081 7382350 - www.grafisprint.com

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