il giornale di Casoria Anno 1 - Numero 10

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Anno 1 - Numero 10 - Domenica 3 luglio 2011

Periodico di informazione dell’area a nord di Napoli - ilgiornaledicasoria@libero.it - Distribuzione gratuita

Dott. Alberto Maria Picardi

Intervista al Magistrato Casoriano.

Appuntamento a settembre in edicola e sul web con il Giornale di Casoria.

BUONE VACANZE!


EDITORIALE

Buone vacanze!

Appuntamento a settembre in edicola e sul web con il Giornale di Casoria. di Giuseppe Storti

Con l’odierno numero, ci fermiamo. Pausa estiva. Dieci numeri dal 1 maggio. Riprenderemo a settembre. Con grosse sorprese per i nostri lettori. Questo giornale dedicato, ad iniziare dal nome, alla nostra città è nato quasi per scommessa. In tre settimane, abbiamo creato il logo, il nome e la testata. Un esperimento per due mesi. Questa la premessa. Non lo diciamo noi, ma ce lo dice la gente che ci legge: l’esperimento è riuscito. Non siamo adusi a pubblicare l’elenco dei messaggi di incoraggiamenti e di complimenti all’iniziativa. Ma sicuramente dimostrano il successo di un giornale che è andato al di là di ogni nostra piu’ rosea previsione. Dalle edicole ci segnalano che già nella tarda mattinata della domenica, le copie consegnate del giornale sono esaurite. Abbiamo dovuto, grazie alla sinergia stabilita con Giuseppe Vibrato pubblicare il giornale on-line. Il portale in cui si può leggere in formato PDF il giornale è: CASORIA IERI E OGGI. Anche on-line il giornale di Casoria è letto da tantissima gente. Il collega Vibrato ad esempio, ci segnala che da “contatore” del Portale il numero 3 del Giornale è stato letto da trecento persone. Siamo usciti in piena campagna elettorale per le amministrative. Ma per precisa scelta editoriale abbiamo preferito non accettare messaggi elettorali. La linea editoriale del giornale è stata chiara ed inequivocabile fin dal primo numero. Questo è il giornale di Casoria e dei cit-

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tadini casoriani. Non è schierato, e non si schiererà. Intende rappresentare i fatti e le notizie della città, senza partigianerie e virate a 360 gradi a seconda di come cambia il vento. Tutti hanno diritto di tribuna sul giornale. Ascoltiamo ogni segmento della società casoriana. Certo la politica ci interessa. La seguiamo. Ma con occhio imparziale. Proprio questa linea editoriale ha decretato il successo del giornale. Unita ad una grafica accattivante e sempre varia, ed al contenuto degli articoli. Abbiamo puntato sulla cultura. Sulla storia locale. Sulla conoscenza della politica regionale. Sulle rubriche. Già, una nostra invenzione che va avanti su molti periodici che abbiamo diretto da anni. Far scriAnno 1 - Numero 1 - Domenica 1 maggio 2011

Periodico di informazione dell’area a nord di Napoli - ilgiornaledicasoria@libero.it - Distribuzione gratuita

Il sindaco che verrà Le richieste dei cittadini

Casoria nel cuore.

Casoriani D.O.C. Intervista all’ Ing. Vinci

Le radici profonde non gelano mai!

vere a professionisti della città nelle varie branche di competenza articoli semplici di cui si possano giovare i lettori per le molteplici esigenze della vita quotidiana. Una sorta di istruzioni per l’uso, su tematiche di carattere legale, medico e prossimamente anche fiscale. Altro elemento

di novità per la gestione di un giornale locale: la managerialità nell’organizzazione e nella distribuzione. Il venerdì sera il giornale già sfornato: fresco di stampa. Molti lettori hanno capito questa novità e vengono a prendersi la copia in anteprima nei locali che ospitano la redazione e nel locale di uno dei nostri primi sponsor. Michele Iuliano che ha creduto in noi fin dalla prima ora. Il suo accorsato locale: PANE, PIZZA E FANTASIA preso letteralmente d’assalto il venerdì sera dalla gente per ritirare la copia gratuita del giornale. Ancora, il giornale il lunedì successivo alla pubblicazione viene spedito a tutte le scuole locali. Gli studi medici. Agli uffici postali. Insomma arriviamo dovunque. Il profilo di FACEBOOK creato artigianalmente in poco meno di due mesi ha raggiunto i 600 contatti. Un dialogo costante e duraturo con gli internauti di F.B. che ci hanno esposto le loro lamentele, i propri disagi la propria rabbia rispetto alle mille problematiche del vivere quotidiano della nostra città. Noi abbiamo recepito: le abbiamo fatte nostre. E rappresentate: giornalisticamente parlando alle autorità competenti. Veniamo alla redazione che si è formata in questi due mesi. Tre avvocati: Gennaro Calvanese, Luisa Santucci e Rodolfo Cusano. Professionisti conosciuti e affermati che rendono con i loro articoli un servizio ai lettori. Due Medici: Liberatore Graziano Pediatra tra i piu’ stimati e noti della città, e Mauro Fiore, medico cardiologo. Per non dimenticare la nostra nutrizionista: Silvana Di Martino, dispensatrice di utili consigli per essere sani e… belli. Non mancano i professori. Margherita De Rosa,insegnante , giornalista molto nota in città. Pasquale Di Petta. Scrittore, poeta, direttore di giornale, stimato ex dirigente scolastico. Giuseppe Pesce. Storico locale, scrittore saggista, collaboratore di Rai Educational, del Corriere del Mezzogiorno e di altri prestigiosi quotidiani nazionali. Ancora altri insegnanti: Giovanna Bocchetti. Una dirigente scolastica Edy Vitale, giornalista pubblicista: ha

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IL CASO scritto in passato su quotidiani nazionali. Angela Uliano: la pasionaria delle battaglie civili sul territorio di Arpino tramite il Codacons, nonché accesa sostenitrice delle pari opportunità per l’altra metà del cielo. Francesco Scalamogna e Antonella Storti. Le gemelle Rosa e Concetta Alvino pubbliciste che chi scrive, ha introdotto nel giornalismo locale tanti anni fa. Bravissime e compite. Daniela Devecchi, giornalista pubblicista esperta che ha scritto su Testate quotidiane. Ha già collaborato per noi in altre esperienze giornalistiche. Infine due recentissimi inserimenti. Sara Mottola e Maria Esposito. Due laureate con master. Futura classe dirigente di questa città, se non le lasciamo scappare fuori regione alla ricerca di lavoro. Questa è la Casoria che ci piace. Un gruppo di professionisti, di persone perbene che vogliono dare un contributo in spirito volontaristico all’informazione della propria città. Sì perché per fare questo giornale tutti siamo volontari. La passione per il giornalismo vince ogni remora. Questa redazione già numerosa e ricca, è pronta ad accogliere altri volontari e volontarie. Noi siamo così: sempre pronti ad aggiungere un posto... al tavolo redazionale. Perché aggregare è bello. Infine i ringraziamenti. Ai nostri lettori. Agli edicolanti. Al nostro editore e allo staff che lo coadiuva. Ai nostri sponsor che sempre piu’ numerosi ci contattano. Il tempo di ritemprarci e pronti a stare ancora con voi. Le sorprese non mancheranno. Il progetto editoriale si estende e si consolida. Grazie a voi: cari lettori. Mi raccomando: non perdiamoci di vista.

Casoria: contributi fitti polemiche e precisazioni Controlli sull’intera lista dei beneficiari.

volta, ne sono rimasto fuori- testimonia indignato - la lista era di oltre mille persone, tutte aventi diritto, e, tra queste, sarebbero stati erogati i soldi alle prime 430... di Daniela Devecchi Tra cui io non c’ ero. - prosegue deciso Ma io non mi sono dato per vinto. Così Pacifica protesta al comune di Casoria dopo svariate peripezie e vari “andiriviemercoledì ventitrè giugno. Un cittadino ni” presso l’ ufficio competente, denunce V. G. con tanto di manifesto dal titolo: ”... ai carabinieri, sono riuscito ad ottenere la Basta all’ illegalità nel segno della contipromessa di un controllo effettivo dell’innuità”, stufo dell’incessante situazione tera lista. Tutto al solo scopo di scovare i “contributo fitti ai meno abbienti” che si falsi a reddito zero, e di fare beneficiare del protrae dall’inizio dell’anno, ha così deciso contributo ai meno abbienti coloro che efdi manifestare pacificamente il proprio difettivamente ne hanno bisogno. Tra i quali sappunto fuori al municipio. Scopo :”Blocci sono, ovviamente, anche io”. Ciononocare l’ erogazione dei fondi, senza prima stante da aprile ad oggi, come racconta G., avere effettuato un controllo a tappeto di di una tabella di oltre mille candidati ne tutti gli aventi diritto” . Un avvenimento sono stati controllati solo il quaranta per che, per fortuna, si è risolto nel migliore cento e, una buona percentuale, è stata dei modi. Con la promessa, da parte dello esclusa dal pagamento dei fondi. “Eppure stesso assessore alle politiche sociali Luisa – ribatte - se non sarà controllata l’ inteMarro, a seguito di una riunione ad hoc ra lista, molti altri cittadini come me, non eseguita proprio la stessa mattina, di una avranno il contributo dovuto, e questo non celere soluzione del problema. La vicenda, è assolutamente giusto”. In seguito, una sfortunatamente, si protrae dall’inizio del risposta che non è piaciuta al combattivo 2011, anche se il contributo riguarda l’ancasoriano, ha rappresentato la chiave per la nualità 2008. Lo stesso residente coinvolsuccessiva pacifica rappresaglia. “Quando to, testimonia di una lista “contributo fitti” mi è stato riferito che i contributi erano di cui ogni anno, da circa dieci anni, egli partiti, senza il controllo, dal mese di apristesso beneficia. “Eppure, proprio questa le, di tutti candidati coinvolti, non ci ho visto più. Ho preparato subito il volantino e ho replicato dinanzi al comune. Ho ottenuto così il mio scopo, e sono riuscito a bloccare, per ora, l’ erogazione dei fondi, come avrebbe dovuto essere”- conclude - la mia protesta, come mi è stato anche riferito, forse è stata troppo avventata. Ma è dallo scorso febbraio che mi viene promesso senza mantenere nulla. E quando l’ ufficio mi ha confermato il pagamento dei contributi fitti ai meno abbienti, senza il controllo dell’intera lista, mi sono lasciato trasportare dalla rabbia. Ora dovrebbe essere tutto risolto. Resta solo da aspettare il controllo della restante tabella affissa a inizio anno, e il conseguente pagamento. Spero solo che l’ attesa, non sia troppo lunga”. Ora i controlli, disposti dal Sindaco Carfora d’intesa con l’Assessore Marro da parte del Dirigente competente che dovranno ricomprendere l’intera lista degli eventuali beneficiari.

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CASORIANO D.O.C.

Magistrati non si nasce ma si diventa Parla il magistrato casoriano Dott. Alberto Maria Picardi. di Giuseppe Storti. Proseguiamo la ricerca delle eccellenze casoriane e arpinesi. Ce ne sono tante e variegate. La rubrica “ il Casoriano doc” ha avuto un grande successo. Pertanto continuerà anche alla ripresa della pubblicazione del giornale, dopo la pausa estiva. A questo proposito invitiamo anche i nostri tantissimi lettori a segnalarci le professionalità’ locali che portano in alto nella società civile e professionale il nome della citta’ di Casoria e di Arpino. Saremo pronti ad intervistarli. In questo numero diamo la parola ad un valente magistrato casoriano, tra l’altro nostro affezionato lettore anche di altre Testate che abbiamo avuto l’onore di dirigere, che ringraziamo di avere accettato il nostro invito. Noi, nutriamo profondo rispetto per la Magistratura che nel sistema democratico è uno dei poteri dello Stato, che ha pagato un grosso tributo in termini di vite umane per la tenuta dello stato democratico e per la salvaguardia dei principi di legalità, in particolare nella lotta al terrorismo e alla criminalità organizzata. Di seguito un breve profilo del Dr. Picardi, che ha risposto con garbo e stile alle nostre domande. Nato a Napoli il 21/11/1967. Magistrato già sottoposto alla III Valutazione di professionalità (“ex” funzioni di Consigliere di Corte di Appello). E’ entrato in magistratura a 28 anni, il 30 maggio 1996. Ha iniziato la carriera scegliendo di trasferirsi a Gela (CL) come uditore giudiziario, poi Pretore e infine giudice penale del locale Tribunale, dove ha svolto per oltre tre anni, dal 1997 al 2000, processi anche particolarmente complessi non solo in tema di criminalità organizzata come componente dell’unico collegio penale antimafia, ma anche come Pretore e poi come giudice monocratico, in materia di diritto penale dell’ambiente a carico di esponenti del petrolchimico e di

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autorità territoriali competenti nella materia della gestione dei rifiuti e della tutela ambientale da inquinamento idrico e atmosferico. Trasferitosi a Santa Maria Capua Vetere nel 2001, ivi ha inizialmente svolto, sempre nella materia penale, le funzioni di G.I.P./G.U.P., di componente applicato di uno dei collegi e poi, sino ad oggi, di giudice monocratico penale presso la Sezione Distaccata di Aversa, dove da oltre due anni riveste anche il ruolo apicale di magistrato coordinatore dell’ufficio. Lei e’ uno che partendo da casoria ce l’ha fatta, che consigli darebbe ai giovani locali? Io continuo a ritenere che i giovani devono sapere se intendono, da grandi, “lavorare per vivere” o “vivere per lavorare”. Se scelgono la prima soluzione, allora non hanno bisogno di studiare molto, né di continuare gli studi fino alla laurea, ma basta, nella logica clientelare e familistica che “governa” questo paese, che abbiano qualcuno “alle spalle” che li inserisca in qualche settore retribuito, sia privato (professioni, mestieri o aziende “assistite”) che pubblico (assistente o collaboratore di partito, consigliere di qualche azienda municipalizzata etc.). Se, invece, non vogliono o non possono (perché non hanno nessuno alle loro spalle in grado di sorreggerli) scegliere di “lavorare per vivere”, ma solo di “vivere per lavorare”, cioè di realizzarsi attraverso il proprio lavoro, allora devono avere la forza di capire quali solo le loro autentiche “passioni lavorative”, cioè i mestieri o le professioni che a loro interessano di più e per cui, alla luce degli studi e delle esperienze maturate da ragazzi, si accorgono di essere più portati, per avere la forza e il coraggio di perseguirli , con costanza e criterio unite ad una abnegazione totale. Per esempio, se un giovane dovesse decidere di fare il mio lavoro, oltre ad essere stato bravo a scuola e all’Università di Giurisprudenza, deve “sentire” il fascino e la responsabilità del ruolo di giudice civile o penale (o di Pubblico Ministero) alla luce delle esperienze dirette e indirette che ha avuto fino ad allora. Io, non avendo avuto esperienze dirette perché

non vengo da una famiglia di magistrati o giuristi (anche se è stato mio padre a farmi appassionare al diritto pubblico, che ha sempre ben conosciuto sin da quando, pur da studente lavoratore, si è laureato con lode con una tesi in diritto costituzionale), ho amato il mio lavoro grazie agli esempi di vita, di coraggio civile e di lavoro di Giovanni Falcone, di Paolo Borsellino, ma anche di Rosario Livatino (il cd. “giudice ragazzino”, ucciso a pochi chilometri da Gela), che seguivo e ammiravo anche quando erano in vita. Il loro coraggio, la loro indipendenza da ogni potere, associata a professionalità e competenza, il loro essere uomini di Stato in quanto uomini “di legge” me li faceva vedere come dei veri e proprio eroi moderni, specie in realtà assetate di giustizia come quelle meridionali dove, spesso, la giustizia “dei Tribunali” era l’unica risposta al sopruso e alla arroganza del più forte contro il più debole. Ma la passione non serve se non è associata ad una “strategica abnegazione”, cioè ad una forza di volontà e spirito di sacrificio che non ti fa mai demordere dall’obiettivo. Per esempio, per il concorso in magistratura, che è un concorso serio che si vince (anche più di una volta, come è successo a me) solo se si è veramente preparati, occorre studiare anche 15 ore al giorno quasi ininterrotte, Domeniche e festivi compresi, per almeno tre anni dopo la laurea, e tutto ciò non basta perché occorre anche, eventualmente con l’ausilio di preparatori privati, sapere come e cosa studiare o approfondire etc. Come vede la sua città? La vedo male, sempre peggio, purtroppo. La mia esperienza di adolescente e poi di giovane casoriano è stata segnata dal terremoto del 1980. A Casoria non ci sono state vittime, però, di certo, da allora vennero meno quei pochi spazi all’aperto che, tra un palazzone e l’altro, consentivano a noi ragazzi di incontrarci per giocare a pallone e perfino a tennis (nel 1977, anno dell’unica Coppa Davis vinta dall’Italia, tutti i ragazzini giocavano tra loro e contro il muro delle case con racchettine di plastica che compravano in merceria per imitare gli idoli del tempo che erano Adriano Panatta e poi Bjorn Borg) o per improvvisare gare ciclistiche per immedesimarci in novelli Moser o Gimondi. Pensate a cosa era la “pista”, quello spazio verde che affacciava su via Pio XII dove, di Domenica, intere famiglie si riunivano per andare a mangiare o giocare distesi sull’erbetta e dove, sullo spazio sterrato (la vera e propria “pista”) spesso si organizzavano vere e proprie gare di corsa al trotto. Ovviamente quello spazio, per la necessità di

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CASORIANO D.O.C. ospitare le popolazioni sfollate, come quasi tutti quei pochi che ancora esistevano a Casoria, fu requisito per ospitare le tende e i container dei terremotati, che rimasero lì per decenni. E così i giovani casoriani, che pure all’epoca avevano un cinema e uno stadio, negli anni successivi al terremoto persero ogni spazio di aggregazione, mentre quei pochi spazi ancora non urbanizzati venivano occupati da case, inizialmente abusive, poi sanate con i condoni del 1985 e con quelli successivi. In sostanza, Casoria, prima del terremoto e del successivo abusivimo edilizio condonato, aveva spazi che, con una più accorta pianificazione urbanistica, potevano essere dedicati a strutture sportive, ricreative e di pubblico interesse (cinema, centri sportivi, fiere, ma anche scuole superiori, centri studi e di aggiornamento professionale) e che, invece, sono stati colmati con ulteriori alloggi e negozi, in modo che la città si limitasse, nei fatti, ad essere solo una sorta di paesone dormitorio, senza più identità, per la città di Napoli. Oggi, con la deindustrializzazione senza bonifica delle aree nel frattempo dismesse, nella mancanza di spazi culturali, sportivi e ricreativi, l’economia si fonda su pochi centri commerciali più o meno fortunati e su investimenti economici che, talvolta, evidenziano dubbie origini, visto che l’unica economia che non ha conosciuto crisi nel territorio è quella che si fonda sul crimine organizzato e sulla delinquenza da scippi e rapine. Siamo in un contesto in cui la legalità è piu’ un concetto che una buona pratica. A suo avviso quali azioni dovrebbero essere messe in campo dalla politica locale per educare i cittadini alla legalità? Occorre, innanzitutto, sostenere la scuola con progetti continui improntati alla legalità e al senso civico e con premi a scritti, disegni e progetti che nascono e si sviluppano lì. La sinergia con gli insegnanti e i presidi deve essere costante. Non si ha idea di quanto può essere positivo per la società un bimbo educato al rispetto dell’ambiente e alla legalità: i miei figli hanno avuto la fortuna di frequentare la scuola elementare S. Mauro, dove da sempre tutto il corpo insegnante ha portato avanti progetti di tal genere con la partecipazione e sensibilizzazione dei genitori. Essi hanno, così, imparato le norme fondamentali della Costituzione italiana, i diritti e i doveri dei cittadini ma anche il valore del rispetto dell’ambiente e l’importanza della raccolta differenziata grazie agli insegnanti che hanno avuto e che porteranno sempre nel loro cuore anche da grandi. Io da anni partecipo a progetti, organizzati nelle scuole superiori, di “processi simulati” al Tribunale Sezione Distaccata di Casoria dove, come giudice penale, spiego “con la pratica” agli alunni cosa è e come si svolge un processo penale, portando in tale sede fatti espressivi di tematiche come il bullismo o la violenza sessuale tra minori, che pure vengono trattate e discusse dal personale docente con gli alunni

prima e dopo il processo vero e proprio che si tiene davanti a me, con tanto di sentenza finale. Per i più grandi, ovviamente, tutto è più difficile e la strada è più lunga e articolata: eppure, in tal caso, tutto dipende dalle persone che si scelgono: se, per esempio, i cittadini decidono di votare in massa un ex magistrato come De Magistris e quest’ultimo, tra l’altro, nomina assessore alla legalità un PM esperto di reati contro la PA, è evidente che il “segnale” contro gli “intrallazzi” e il malaffare è molto “forte”, non le pare ? Certo, non basta, ma è sicuramente un buon inizio. Oggi molti magistrati scendono in campo politico. L’ultimo in ordine di tempo e’ l’ex P.M. De Magistris da poco sindaco di Napoli. A suo avviso è positivo che i magistrati scelgano la politica? Secondo me, specie se non si limitano ad accettare “comodi” incarichi ministeriali o, peggio ancora, di partito, ma si “mettono in gioco”, sottoponendosi al voto dei cittadini, per essere alla guida di sfide difficilissime come

quelle di Sindaco di una città come Napoli, sono una risorsa umana importante. Si tenga presente che il C.S.M., da sempre attento a questa tematica, ha stabilito, onde evitare profili di condizionamento, che il magistrato, dopo essersi messo necessariamente in aspettativa “elettorale”, non può tornare, alla fine del mandato politico (financo se non dovesse venire eletto), a lavorare come giudice o PM nello stesso distretto dove ha svolto le funzioni politiche. L’esperienza e la pratica della legalità, in un magistrato, è come “il sangue che scorre nelle vene”. Mio padre, con l’ironia che lo contraddistingue, suole dire spesso, in occasione di ogni discussione che attenga direttamente o indirettamente al diritto o alle regole in generale, che io, essendo un magistrato, sono “mentalmente deformato”, e forse ha ragione ! Ciò, ovviamente, non significa che tutti i magistrati siano, per definizione, onesti e capaci amministratori, ma l’esperienza e la pratica di legalità non può che aiutare il “magistrato/amministratore”, fornendogli la bussola della gestione della cosa pubblica, visto che tutta la pubblica amministrazione è fondata sulla legge e sul suo rispetto, ai sensi dell’art. 95 della Costituzione italiana. Lei ha molta passione per il tennis, pensa che

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lo sport possa essere d’aiuto ai giovani per fuggire dai disvalori che alimentano le devianze giovanili? Io non sono solo appassionato di tennis, sono “di più”: secondo mia moglie io sono “malato” di tennis! Lo guardo in TV da quando ero bambino, prima sulle reti Rai e poi sui canali satellitari, e lo pratico, da agonista tesserato “F.I.T.” veterano “Over 40”, compatibilmente con il lavoro, anche assiduamente, partecipando a tornei federali di “IV Categoria” che si tengono a Napoli e in provincia. Ho praticato il tennis sin da ragazzo, ai tempi di Panatta e di Borg, guardando i miei genitori che, al tennis “Castaldo” di Casoria si esibivano in tornei sociali di singolare (mio padre) e doppi misti (mio padre e mia madre) particolarmente, per me, appassionanti ed istruttivi. Erano forti, veramente forti, specie in doppio dove hanno vinto anche qualche trofeo. Ho avuto la fortuna di avere dei genitori che mi hanno educato alla pratica sportiva, visto che da ragazzo avevo il privilegio, insieme a mio fratello, di giocare a tennis (frequentavo il corso agonistico alla “Castaldo” di Casoria e poi alla disciolta “Dambruss” vincendo anche qualche torneo juniores Under 12 o 14) ma anche, seppur con minori risultati, di nuotare, sciare, pattinare, fare arti marziali, giocare a basket etc. All’età di 14 anni, pur avendo avuto discreti risultati nel tennis agonistico juniores, mio padre, giustamente, mi fece smettere di partecipare a tornei e corsi, pur consentendomi sempre di fare sport ma non a livello agonistico, perché frequentavo il liceo classico alla “mitica” sezione “B” del Liceo “G. Garibaldi” di Napoli, all’epoca assortita da veri e propri “genietti” che solevano tradurre dal greco al latino “all’impronta” e con i quali dovevo “confrontarmi” ogni giorno sul difficile terreno dei banchi di scuola. Ho, ovviamente, trasmesso la mia malattia sportiva a mio figlio Vincenzo, portandolo anche lui alla “Castaldo”, cioè sugli stessi campi dove ho imparato a giocare a tennis guardando i miei genitori e poi frequentando i primi corsi agonistici, dal grande maestro ed ex atleta agonista Pino Ferrara, figlio di Giovanni (maestro dei miei genitori). Vincenzo gioca bene, dicono, di sicuro meglio del papà, tanto che già a 9 anni era tra i primi dieci bimbi under 10 della Campania (alla luce delle classifiche pubblicate sul sito della Federazione Campana di tennis), già finalista e semifinalista di molti tornei juniores under 10. Non so cosa farà da grande, ma di certo pare non voglia fare il giudice ! Lo sport è una delle migliori soluzioni, unitamente alla istruzione e alla formazione morale e religiosa, che una società civile deve avere per combattere la devianza a livello giovanile. A Casoria, purtroppo, basta vedere la fine che ha fatto lo Stadio San Mauro, dove pure mi portava mio padre a vedere i “viola” del Casoria, per capire da che parte è andata la politica e la società, e da che parte sono andati i giovani…

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POLITICA

«OPPOSIZIONE seria e costruttiva ma senza sconti» Parla il Consigliere Regionale del PDL Gennaro Nocera. di Giuseppe Storti I veleni della campagna elettorale sembrano essere sfumati. Almeno nell’ufficialità. Incontriamo il Consigliere regionale del Pdl il casoriano Gennaro Nocera per fare il punto della situazione politica a pochi giorni dall’insediamento della Giunta Carfora. Il centrodestra già si è mosso in sede locale con un manifesto affisso in città, invitando il Sindaco Carfora a mettere in campo iniziative idonee a risolvere la grave emergenza rifiuti che investe Casoria, ed a approntare gli opportuni adempimenti per consentire la riapertura delle scuole cittadine, risolvendo le carenze delle strutture scolastiche in termini di sicurezza e di agibilità funzionale. Intanto a livello nazionale il partito di Berlusconi ha in essere un cambiamento epocale che per la prima volta nella sua storia determinerà l’assunzione della carica di segretario politico del deputato siciliano Angelino Alfano, attualmente Ministro della Giustizia, e da piu’ parti indicato come il vero erede di Silvio Berlusconi. Nel nostro partito- afferma Nocera- è in atto un profondo cambiamento che noi auspichiamo ed abbiamo chiesto. Con la segreteria politica nazionale di Alfano si determinerà un effetto a catena che servirà ad incidere positivamente anche in Campania. Lo stesso senatore Nespoli con il nostro pieno appoggio si è dichiarato disponibile ad un profondo rinnovamento dei quadri dirigenziali del partito qui in Campania,

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partendo proprio dall’analisi del dato elettorale. Ma questo cambiamento ha bisogno soprattutto di una necessaria riforma elettorale. I parlamentari devono tornare ad essere espressione dei territori a cui devono rendere conto del proprio impegno e della propria azione politica. Solo chi conosce e opera per il proprio collegio, puo’ capire ed interagire con la comunità di appartenenza. Ad esempio- continua Nocera- come consigliere regionale sto seguendo l’iter politico amministrativo del Presidio ospedaliero casoriano. Presto sarà completata la procedura per l’attivazione del pronto soccorso sanitario e l’attivazione del reparto di Ortopedia. Casoria e i cittadini casoriani devono poter usufruire sul proprio territorio di prestazioni sanitarie di una struttura di eccellenza come è quella gestita dai Padri Camilliani. Così come sono intervenuto a piu’ riprese per una soluzione positiva della vertenza dei lavoratori della Jacorossi. Così come ho intrapreso ogni iniziativa utile a far sì che si impedisse la costruzione della centrale a biomasse nel Comune di Casalnuovo che è molto vicino a Casoria. Inoltre, e ci tengo a sottolinearlo: ho chiesto alla dirigenza dell’Alenia di poter visionare il piano industriale della azienda, per impedire eventuali delocalizzazione o riduzioni di attività delle sedi aziendali sul nostro territorio. A breve sarà possibile far decollare l’Hospice di Casavatore per i malati terminali, che da quattro anni attende di essere aperta. Una importante struttura che va a vantaggio della sanità dell’area a Nord di Napoli.

Infine nella nuova legge di sistema sul Turismo regionale sono intenzionato far inserire norme specifiche sul turismo religioso di cui possano giovarsi città come Casoria che presentano una ricca tradizione di luoghi religiosi come santuari, conventi, chiese. Questo è il lavoro e l’azione politica che va chiesta ai rappresentanti politici dei territori. In quest’ottica anche i parlamentari nazionali devono tornare a rappresentare il collegio di pertinenza, portando in parlamento le istanze e le problematiche delle comunità locali. Tornando alle questione locali abbiamo chiesto al consigliere Nocera una sua valutazione politica sulla neonata Giunta Carfora. Ecco la risposta. “Mi sembra una giunta enigmatica. Ci sono elementi giovani, che si affacciano per la prima volta nella gestione di settori strategici e delicati per la vita dell’Ente locale. Il giudizio ovviamente non attiene alla persona ma ci saremmo aspettati elementi con esperienza adatta ad un contesto di una città martoriata dal degrado. Poi ci sono vecchi e noti volponi della politica locale degli anni bui del centro- sinistra. Comunque la nostra sarà un’opposizione costruttiva. Se l’amministrazione Carfora metterà in essere provvedimenti utili ad invertire la grave situazione locale valuteremo senza pregiudizi. Intanto prendiamo atto del perbenismo predicato dal Sindaco,e dalla sua squadra. li attendiamo pero’ alla prova dei fatti. Sulla gravissima emergenza rifiuti, riteniamo che vada affrontata in maniera energica. La priorità è togliere i rifiuti dalle strade. Occorre provvedere al piu’ presto all’individuazione di un sito di trasferenza come avviene in tante città anche della provincia di Napoli, che infatti pur nell’emergenza sono pulite. Poi efficienti isole ecologiche. L’implementazione della differenziata va bene. Ma pensare che si possa risolvere il problema solo con la differenziata è sbagliato. Le altissime temperature di questi giorni non consentono di avere rifiuti in strada, con grave rischio per la salute dei cittadini. Anche in questo caso siamo disponibili come rappresentanti del territorio a collaborare con le nostre proposte e le nostre considerazioni.”

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AT T U A L I TÀ

Una nuova stella nel firmamento degli artisti: CARLO VANNINI Ex studente casoriano del liceo “Gandhi”. di Margherita de Rosa I cultori del teatro di casa nostra conoscono, senza dubbio, Carlo Vannini, autentico talento artistico, reduce del successo riscosso dal musical “ C’era una volta…Scugnizzi”, che l’ha visto trionfale protagonista nei mesi scorsi. Di questi giorni è l’ampio consenso raccolto dalla performance del nostro Carlo in “Scatti”, lo spettacolo di Pippo Cangiano, nato con l’intento di sottolineare i tratti peculiari della vita di quei giovani che hanno come obiettivo principale della propria esistenza il calcare le scene, respirando la polvere delle tavole di un palcoscenico. L’autore ha voluto, con tale

Consensi per lo spettacolo “Nun è cosa” della compagnia teatrale “Ombre di luce” di Salvatore Giacometti Sabato 25 giugno V.S., presso la Sala Teatro S.M.S. “Ludovico da Casoria” in Via Pio XII, alle ore 19,00 la Compagnia Teatrale “Ombre di Luce” ha tenuto una eccellente performance con lo spettacolo “NUN è COSA” di Ludovico Silvestri coaudivato alla regia da Tonia Giacometti, le coreografie di Emiliana Cresci e le musiche di Andrea Amoroso. La Compagnia Teatrale “Ombre di Luce”, è un laboratorio di integrazione per giovani disabili dell’AIAS affiancati, oltre oltre che dai volontari, anche da un gruppo di giovani liceali del “Ghandi” guidati da anni alla loro passione per l’arte del teatro dal bravissimo Prof. Silvestri. Quest’ultimo è un gruppo che si rigenera annual-

progetto, fare in modo da riempire quel vuoto che, inevitabilmente, pervade i loro giorni nel momento in cui chiudono il corso di formazione artistica all’interno di accademie e laboratori. Pippo Cangiano ha dunque ideato il modo per colmare questo “vuoto” raccogliendo intorno a sé questi giovani talenti, che, sotto la sua esperta guida, si impegnano nelle prove di spettacoli, potremmo dire, di “transizione”, di aggancio tra un provino e l’altro, cosicché i tempi di attesa non passino in una sterile attesa, che potrebbe affievolire gli entusiasmi, entusiasmi che, invece, mediante tale stratagemma, trovano una valida ragion d’essere e di crescere. “Scatti” è dunque il risultato di tale, ingegnosa, trovata: uno spettacolo fresco ed originale, di cui Carlo Vannini è stato brillante protagonista, non deludendo, come sempre, le aspettative di quanti, da sempre, credono in

lui, conoscendone la bravura e la versatilità. In scena al teatro Arcas, insieme ai suoi compagni di avventura, Carlo ha messo in luce le sue più spiccate qualità artistiche, all’interno di una esibizione, tagliata su misura delle sue potenzialità, sempre più raffinate ed eclettiche. Nello specifico, infatti, il nostro giovane talento ha mostrato tutta la sua bravura non nella sola recitazione ma anche nel canto, completamento eccezionale della sua poliedricità. “Scatti” ha rappresentato, dunque, ancora un banco di prova per Carlo Vannini, un esame superato con eccellenza di risultati, a dimostrazione del fatto che quella promessa di un giorno non lontano, quando poco più che adolescente si esibiva quale giovane attore di belle speranze negli spettacoli allestiti nel liceo Gandhi, ebbene, quella stella nascente sta ora splendendo di luce propria nel firmamento della notorietà.

mente ed ha prodotto diversi artisti, uno su tutti Francesco Cicchella, che stà attenendo un gran successo da cantante, imitatore e cabarettista Mentre per i giovani disabili che presentano due volte all’anno il loro lavoro che li impegna quotidianamente, avendo il loro momento di aggregazione e di socializzazione presso il Centro Socio Educativo dell’AIAS. Questo C.S.E. è un progetto che ha avuto il via nei primi anni novanta, sostenuto economicamente con la legge 104/92 dalle Politiche Sociali della Regione Campania cui l’AIAS presentava il progetto annualmente che veniva finanziato. Subentrata la legge 328/2000, cui passava le competenze delle Politiche Sociali agli Uffici di Piano degli Ambiti Territoriali; l’Ambito NA6 (Casoria, Casavatore e Arzano) all’AIAS per tale attività non ha pagato più una lira (pardon un EURO) eppure la Regione Campania per il Centro Socio Educativo esistente in Casoria, nel finanziamento economico, almeno i primi anni, nei piani finanziati ha sempre incluso tale spesa, mai rendicontata dall’Ambito NA6, presumibilmente girando

tale spesa su altri capitoli e conseguentemente, si suppone non più finanziato dalla Regione. Quindi non si è trattato solo di mancanza di risorse economiche, ma anche e soprattutto di mancanza di cultura e poca volontà politica. Questo è stato detto alla platea in sala che ha visto tra i presenti il neo Sindaco Dott. Enzo Carfora, il Vicesindaco Sergio D’Anna, l’Assessore Pasquale Tignola e l’Assessore alle Politiche Sociali Prof.ssa Luisa Marro che ha preso atto di questo e tanti altri problemi del Sociale che possono essere risolti, con l’impegno della politica e la sensibilità della nuova amministrazione Che sia nata una nuova stagione per il sociale a Casoria? È questa la speranza della nostra comunità cittadina e dell’AIAS.

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CASORIA NELLA STORIA

SAN MAURO, festa d’estate L’arrivo a Casoria delle reliquie, tra leggenda popolare e riscontri storici. di Giuseppe Pesce Quella di luglio, per i vecchi casoriani è la festa dell’estate: ricorda il leggendario arrivo in città delle reliquie del santo protettore. La tradizione vuole infatti che le reliquie di San Mauro siano giunte a Casoria in modo eccezionale, se non miracoloso: il cavallo di un “capitano francese” si sarebbe fermato davanti alla chiesa senza volerne più sapere di ripartire, fino a quando il militare consegnò al parroco una reliquia che portava con sé. Quando sarebbe avvenuto questo episodio? Nella sua guida alla chiesa di San Mauro (1996), Carmine Genovese parla addirittura del periodo angioino, riprendendo un’ipotesi di Arcangelo Paone della fine dell’Ottocento (1893). In realtà, il primo a parlare di questa tradizione fu il preposito Mattia D’Anna in un libretto del 1828 pubblicato a spese del canonico Valentino Rossi e intitolato “Breve esercizio di devozione verso il glorioso santo delle grazie, taumaturgo

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dunque, ma “il” Capitano Francese), o magari uno dei suoi ufficiali, a lasciare quella reliquia a Casoria? Chissà. Certo, a leggere le cronache dell’epoca, in quei mesi c’era un gran viavai di condottieri che assediavano le mura della città di Napoli, le cui porte erano ovviamente sbarrate. E dunque, per forza di cose, gli eserciti dovettero appoggiarsi a Casoria, che era il centro abitato più vicino. Il campo militare fu installato a Poggioreale, e mai scelta fu più infelice, perché col caldo, a metà di luglio i miasmi delle paludi decimarono l’esercito. Lo stesso Laude’ miracoli, apostoli de’ benedettini San Mauro trec morì, il 12 di agosto, e centinaia di soldati Abate, principale padrone e protettore della terra furono sepolti a metà strada tra Poggioreale e di Casoria in diocesi di Napoli”. D’Anna colloca Arpino, nella cosiddetta “Grotta degli Sporprecisamente l’arrivo delle reliquie «quasi tre se- tiglioni”, in una località che prese il nome di coli in dietro (...) come raccontasi per tradizione da “Monte Lotrecco”. essa popolazione di Casoria». Una “voce di po- Ma questa è un’altra storia. Torniamo a San polo”, insomma; che non tiene conto del fatto Mauro. Nello stesso libretto del 1828, infatti, che ai primi del Cinquecento Casoria era sotto Mattia D’Anna dice che la festa della seconda la dominazione spagnola, e i francesi se n’erano domenica di luglio fu istituita a Casoria solo andati da più di mezzo secolo. Ma a rileggerla nel 1803, con l’autorizzazione di papa Pio VII, con attenzione, la storia riserva sempre qualche anche se ufficializzava «la invecchiata tradiziosorpresa. Esattamenne di più secoli dalla propria te tre secoli prima di sperienza comprovata». Nel quando scrive Mattia libretto, inoltre, viene pubD’Anna, infatti, negli blicata per la prima volta a anni 1527-28, ci fu Napoli un “Esercizio di deuna spedizione franvozione”, che è in pratica la cese a Napoli, guidacosiddetta “Novena” di San ta direttamente dal Mauro (tuttora recitata in capo dell’esercito, il preparazione alla festa), che maresciallo di Francia scopriamo essere stata “imOdet De Foix conte di portata” da San Mauro CaLautrec. Nella Storia stelverde, vicino Palermo, d’Italia del Guicciardove era stata pubblicata dini è documentato per la prima volta nel 1748. con certezza il suo Anche nel paese siciliano, arrivo a Casoria, il 21 dove la tradizione è ancora aprile 1528. Possibile molto viva, si svolge infatti che sia stato proprio Una rara stampa “popolare” dei primi una doppia festa del santo: lui (non un qualsia- dell’Ottocento raffigurante la traslazione il 15 gennaio e la prima dosi capitano francese, delle reliquie di San Mauro a Casoria. menica di luglio.

il giornale di Casoria • Domenica 3 luglio 2011


L ' I N T E R V I S TA

Nozze d’argento con la scuola

Intervista alla Dirigente Gerarda Durante, da cinque lustri al timone della Scuola “S. Mauro”. di Giovanna Bocchetti

Da venticinque anni è a capo del I Circolo didattico di Casoria, la scuola “storica” della nostra città, attualmente in ristrutturazione. La Dirigente scolastica Gerarda Durante ha dedicato tutta la sua carriera alla Scuola “S. Mauro” ed è particolarmente impegnata, in questo periodo, a condurre, da bravo capitano, la sua nave fuori dalle secche, di nuovo verso il mare aperto. Un personaggio assai noto ai Casoriani, molti dei quali non sanno che la Prof.ssa Durante, in realtà, è originaria di Gesualdo (AV). Quali vicende l’hanno portata dalla natia Gesualdo a Casoria? Si è trattato di un caso o di una scelta meditata? Lasciai il paese di origine per seguire mio marito che lavorava a Napoli. Come tanti altri cittadini casoriani acquisiti scegliemmo questa città perché i prezzi delle case, in quei primi anni settanta, erano più accessibili rispetto a quelli della città di Napoli. E’ stato difficile, per Lei, passare da una realtà tranquilla, lontana dalle cronache, a quella tumultuosa e caotica della provincia partenopea? Al contrario. Sin dagli inizi degli studi universitari, a Napoli, mi colpì moltissimo la vivacità delle strade e delle piazze, la folla chiassosa e ridente. Ero molto incuriosita da ogni aspetto della vita metropolitana. In quegli anni si vivevano gli effetti della contestazione studentesca di cui condividevo gli ideali e, anche se le mie origini “paesane” mi impedivano una partecipazione attiva ai movimenti studenteschi, vivevo, comunque, quel clima di grande euforia che prefigurava un futuro di pari opportunità e di eguaglianza sociale. Inoltre Casoria a quei tempi era più vivibile, il traffico non era caotico ed i palazzi nuovi che erano sorti in via Pio XII ed in Via Principe di Piemonte pullulavano di giovani coppie di diversa provenienza. Un ambiente eterogeneo affollato da tanti bambini. Quale ritiene sia stato il problema più grande con cui, nella sua qualità di Dirigente Scolastica, si è dovuta confrontare? Lo scollamento e la mancanza di sinergia tra le istituzioni che, a diverso titolo, si occupano di minori e la difficoltà di ottenere quanto ad essi è dovuto. E’ questo il problema più grave che impedisce alle scuole del meridione di svolgere al meglio la propria azione educativa. E’ una lotta

quotidiana che personalmente svolgo con grande caparbietà ed un po’ di rimpianto delle mie iniziali esperienze nel ruolo direttivo in provincia di Firenze dove la collaborazione tra scuola, comune ed ASL era continua ed efficace. A Barberino di Mugello (FI) bastava che una richiesta fosse ben motivata per ottenere provvedimenti ed interventi anche di natura sostanziale come quando, nel volgere di pochi mesi, costruirono un refettorio per consentire il prolungamento delle attività didattiche. Allo stesso modo era il Comune che premeva per assicurare fin dal primo giorno di scuola la refezione scolastica agli alunni di scuola materna, elementare e media; così come era l’Asl a garantire la costante presenza delle professionalità necessarie per la elaborazione e la verifica del piano educativo individualizzato a favore dei bambini diversamente abili. La stessa manutenzione ordinaria delle strutture scolastiche era continua. Quando mi sono trasferita al 4° Circolo di Casoria e, successivamente, alla scuola San Mauro, avevo alle spalle questa esperienza e non mi capacitavo di trovarmi di fronte ad una realtà tanto diversa, non riuscivo ad accettare che nella stessa nazione, con le stesse risorse economiche assegnate alle scuole ed alle Regioni, esistessero situazioni tanto diverse. Ho, allora, intrapreso una lotta che dura tuttora con un unico scopo: dare ai nostri bambini quello che avevano ed hanno i bambini di Firenze; cercare di sopperire alle tante carenze strutturali e di servizi con la professionalità di tutti gli operatori scolastici e soprattutto dei docenti che si aggiornano costantemente per migliorare l’offerta formativa. Tra i Dirigenti scolastici di Casoria, Lei è molto nota ed apprezzata non solo dagli “addetti ai lavori” ma anche dalle famiglie. Per quali motivi, secondo Lei? Se è vero quanto lei cortesemente afferma credo che ciò dipenda dall’essere diventata la più anziana tra i capi d’Istituto presenti sul territorio. Dirigo il 1° Circolo Didattico da ben 25 anni. Ci sono oggi a Casoria giovani e bravi Dirigenti che potrebbero ricevere gli stessi attestati di stima se operassero per tanti anni nel medesimo contesto. Consiglierebbe ai giovani di intraprendere la Sua professione? Oggi il ruolo è profondamente cambiato. Io ho sempre voluto essere una “Direttrice didattica” ed era l’aspetto “didattico” che più mi interessava. Infatti sono sempre rimasta nella scuola primaria pur avendo i requisiti professionali per dirigere altri ordini di scuola. Del mio lavoro mi interessava e mi interessa tuttora soprattutto il ruolo di guida nell’elaborazione del progetto pedagogico; mi interessa il contatto con gli alunni e la possibilità di verificare i risultati. Osservare i piccoli di tre anni quando arrivano incerti e timorosi per la prima volta a scuola, vederli crescere nel corso degli anni

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ed assistere alle manifestazioni finali delle classi quinte in cui disinvolti e sicuri utilizzano i diversi mezzi espressivi, verbali, coreutici, musicali, è un’esperienza umana e professionale impagabile. Oggi il ruolo di capo d’Istituto ha decisamente “virato” verso il “management”e lascia poco spazio alla didattica. Al Dirigente Scolastico sono state trasferite molte funzioni già svolte dagli Uffici Scolastici Provinciali e la vantata autonomia delle scuole che non contempla un’effettiva autonomia economica, ad esempio per quanto concerne le strutture scolastiche e la sicurezza delle stesse, ha comportato, invece, un aumento a dismisura delle responsabilità sottraendo tempo alle scelte pedagogiche, metodologiche e didattiche. Tuttavia l’attività di Capo d’Istituto rimane pur sempre un lavoro bello e gratificante che consiglierei a tutti quei docenti che svolgono il proprio ruolo non soltanto con adeguata professionalità ma soprattutto con dedizione e amore verso gli alunni di qualsiasi età. Nonostante le innegabili difficoltà in cui si trova attualmente la scuola pubblica, in che modo il 1° Circolo di Casoria si propone di rimanere un punto di riferimento nella formazione dei piccoli casoriani? Le difficoltà della scuola pubblica sono soprattutto le difficoltà della scuola del meridione come evidenziano i rapporti internazionali sulla valutazione dei sistemi scolastici, i risultati dell’INVALSI e gli stessi fondi, PON o POR, che l’Europa stanzia per elevare i livelli d’istruzione degli alunni nelle regioni del Sud Italia. Sono difficoltà di una scuola inserita in un contesto che non funziona. Sempre in quei primi anni vissuti a Firenze ho avuto modo di constatare che la preparazione dei docenti e dei Capi d’Istituto provenienti dal sud non aveva nulla da invidiare ai locali: inseriti in un contesto positivo assicuravano ottimi risultati. Quanto al 1° Circolo il mio desiderio più forte è che conservi nel tempo quei valori che sono alla base delle sua identità: il rispetto dei minori e dei loro diritti, la consapevolezza di essere al servizio dei cittadini, l’interazione e la sinergia tra le diverse componenti della comunità scolastica, l’impegno costante nella elaborazione di un progetto pedagogico che, non trascurando quanto della tradizione rimane valido, si confronta con le innovazioni del sistema e con l’evoluzione dei saperi al fine di realizzare la migliore offerta formativa. Il problema che vorrebbe eliminare per i suoi alunni, con uno schiocco delle dita? Non ho alcun dubbio: vorrei che fin da domani ci ritrovassimo tutti, alunni, docenti, genitori, nella nostra scuola San Mauro con le sue aule luminose, i suoi laboratori, le palestre, le aiuole e gli ampi spazi esterni. Avevamo tanto e non ne eravamo consapevoli! Quali possibilità ci sono, secondo Lei, di vedere riconsegnata ai casoriani la scuola San Mauro entro i primi mesi del 2012? Secondo le ultime ufficiose notizie la scuola dovrebbe essere riconsegnata non prima dei mesi di giugno, luglio 2012. Speriamo che i membri del nuovo governo di questa città facciano rispettare tali scadenze e che abbia fine al più presto l’estremo disagio in cui versa la nostra comunità scolastica.

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ARPINO

EMERGENZA RIFIUTI:

incubo perenne di noi cittadini Incontro-dibattito organizzato presso il Circolo PD-Arpino di Casoria in merito alla scottante questione dei rifiuti. di Sara Mottola Lunedì 27 giugno, ore 18:30, presso la sede del PD Arpino di Casoria, è stato organizzato un incontro per discutere dell’emergenza rifiuti e, quindi, della situazione igienico-ambientale del territorio di Arpino. Vi hanno partecipato il neo-sindaco, dottor Vincenzo Carfora, l’assessore all’ambiente e personale, Pasquale Tignola, il consigliere comunale del PD Giovanni Marigliano e l’assessore all’urbanistica Giovanni Gagliardi. Il dibattito è stato molto acceso ed interessante in quanto tutti hanno avuto la possibilità di prendere la parola, un incontro ravvicinato tra l’amministrazione, impegnata energicamente a risolvere l’emergenza, divenuta un vero e proprio incubo per gli abitanti di Casoria-Arpino e i cittadini con i loro problemi, bisogni, necessità, inquietudini, insoddisfazioni. Il primo ad inter-

venire è stato il sindaco Carfora, il quale rammentando che la gran parte delle responsabilità di questa forte crisi sono da ricercarsi nell’operato di Regione e Provincia, ribadisce la necessità di impegnarsi nella raccolta differenziata e trovare una discarica in cui sversare i rifiuti. Allo stato attuale la raccolta differenziata è al 40%, ragione per cui il sindaco auspica che alla fine di luglio essa possa coprire l’intera Arpino. Poi la parola è stata data ai cittadini, i quali hanno avuto la possibilità di esprimere le loro perplessità, opinioni, consigli in merito. Una signora ha addirittura scritto e letto una lettera al sindaco Carfora, nella quale esorta a far rispettare gli orari dei depositi dei sacchetti, ad imporre multe a volontà ai trasgressori con il benefico effetto di rimpinguare le casse del Comune, ad avere più vigilanza, più controlli e, per concludere, a coinvolgere i cittadini restii a fare la raccolta differenziata, togliendo i cassonetti dalle strade. L’auspicio è che si possa fare di Casoria, una Portici bis, modello indiscutibilmente virtuoso per tutti gli altri comuni. Poi è la volta dell’assessore Pasquale Tignola, il quale ribadisce la necessità di fare la raccolta differenziata, che è un problema trasversale a tutti, cittadini ed amministrazione, sottolineando l’importanza del confronto continuo e diretto con i cittadini, in quanto solo lavorando in maniera coesa e sinergi-

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ca si possono trovare congiuntamente gli strumenti per risolvere questa emergenza. L’assessore conclude il suo discorso rivolgendo apprezzamenti ai molti cittadini arpinesi presenti all’incontro, in quanto la loro presenza è indice di una ferma volontà di cambiare realmente le cose. Ancora, segue l’intervento dell’assessore all’urbanistica Giovanni Gagliardi. Queste le sue parole : “Questo territorio ha visto troppi vetri rotti, si è rotto tutto quanto, noi dobbiamo programmare la rinascita del nostro territorio. Se non facciamo riferimento ai consiglieri da voi eletti, di certo non possiamo invertire la rotta”. A conclusione dell’intero dibattito, prende la parola il consigliere comunale Giovanni Marigliano, il quale dice : “Stasera stiamo sancendo un patto, vogliamo invertire la tendenza, vogliamo un metodo di lavoro, un metodo di come bisogna governare la città. Noi dobbiamo chiedere al sindaco ed ai suoi assessori di partire immediatamente con la differenziata ad Arpino. Poi occorre rivedersi a settembre e fare il punto della situazione. Questa è la vera informazione, i momenti di incontro con i cittadini sono momenti di vera informazione”. Se l’obbiettivo ultimo dell’incontro era quello di creare un collegamento diretto, proficuo ed efficace tra classe dirigente e cittadini arpinesi, possiamo con sicurezza asserire che esso è stato abbondantemente raggiunto.

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L’ I N T E R V E N T O

RECUPERO EDILIZIO,

esportare il “Progetto Sirena” Dal centro storico di Napoli alle periferie, questa “buona pratica” arriverà anche in provincia? dell’Arch. Fortuna De Rosa Il progetto. La società S.I.RE.NA. (Società consortile mista per le Iniziative di REcupero di NApoli) è nata alla fine degli anni ‘90 da un’idea dell’Amministrazione Comunale e dell’Associazione dei Costruttori Edili Napoletani. Obiettivo: creare un programma per incentivare il recupero delle parti comuni degli edifici privati del centro storico della città di Napoli, attraverso contributi pubblici a fondo perduto. Un meccanismo di collaborazione virtuosa tra pubblico e privato, in cui il Comune non solo concede incentivi economici, ma mette in campo anche azioni strategiche necessarie ad attrarre gli investimenti privati, e soprattutto definisce regole di progetto e controllo dei cantieri. I primi bandi. Nei primi sei anni (2002-08), il Progetto Sirena ha pubblicato due bandi, finanziando 1.032 cantieri, per un intervento totale di oltre 240 milioni di euro tra investimenti pubblici (64 mln) e privati, con una rilevante ricaduta occupazionale di grande importanza per l’economia locale. Questi eccezionali risultati sono valsi al progetto un prestigioso riconoscimento a livello mondiale nel 2004: la qualifica di “Good Practice” al Dubai International Award for Best Practices to Improve the living Environment.

Sirena oggi. Attualmente è in fase di realizzazione il III bando pubblico (avviato a luglio 2008), che prevede uno stanziamento di contributi di circa 16 milioni e 600mila euro, e conta già 571 domande presentate. La novità più rilevante è che l’area di intervento è stata estesa anche alle periferie ed a altre aree della città di particolare interesse, a dimostrazione dell’efficacia dei risultati ottenuti per il centro storico. Come funziona. I contributi a fondo perduto erogati dal Comune di Napoli (finanziati in parte anche dalla Regione Campania) coprono ad oggi fino al 37% dei costi, per lavori e spese tecniche. Il contributo base concedibile è del 30%, ma dal III Bando vengono aggiunti contributi premiali fino a un massimo del 7% per quanti a saldo dimostreranno di aver eseguito particolari opere (consolidamento e miglioramento strutturale, riqualificazione energetica, abbattimento barriere architettoniche, eliminazione superfetazioni ecc.); un ulteriore 3% è concesso ai condomini che predispongono il “Libretto di Manutenzione” del fabbricato, che riassume lo stato di fatto dell’immobile e indica le attività manutentive da eseguire in un ventennio. Il progetto Sirena, dunque, non punta solo ad una riqualificazione fisica degli edifici, ma anche a diffondere una nuova cultura della manutenzione urbana, quale strumento per migliorare contestualmente l’aspetto e la sicurezza degli edifici, e di conseguenza le condizioni ambientali; considerando il patrimonio edilizio una ricchezza e una risorsa per la città. Abbiamo chiesto al direttore generale della società S.I.RE.NA., l’architetto Bernardino Stangherlin, qual è la filosofia del progetto. I criteri etici che guidano le attività di Sirena sono innanzitutto una gestione semplice e partecipata del processo edilizio; la trasparenza del processo di reclutamento delle imprese che eseguono i lavori e la legalità dei cantieri, sia per garantire il rispetto delle norme di sicurezza nel corso dei lavori che per evitare infiltrazioni della criminalità organizzata. Sulla base di questi primi nove anni di esperienza, sono state individuate anche delle azioni da implementare per attenuare alcune criticità riscontrate. Riguardano soprattutto lo snellimento delle procedure di erogazione dei contributi a fondo perduto ai cittadini; con l’estensione di Sirena a quartieri periferici meno abbienti, diventa inoltre di fondamentale importanza anche coadiuvare i cittadini nel reperire i fondi per finanziare la parte di intervento di loro competenza (65-60% del totale, in media circa 170mila euro per edificio). L’allargamento di Sirena dal centro storico

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alle periferie costituisce il primo passo verso una più ampia “esportazione” di questo modello. Ma a partire dall’esperienza napoletana, quali sono, secondo il direttore, i criteri fondamentali per una diffusione del progetto in altri Comuni? Innanzitutto, bisogna verificare qual è il reale fabbisogno qualitativo/quantitativo di riqualificazione urgente del patrimonio edilizio nell’intero territorio comunale, o in alcune aree predeterminate. Queste aree di importanza strategica possono essere individuate considerandone il valore storico architettonico, oppure il livello di degrado (sia edilizio che socioeconomico). Oppure considerare aree in cui vi siano particolari propensioni o agevolazioni ad intervenire: disponibilità degli abitanti, particolare interesse di commercianti o imprenditori alla riqualificazione dell’ambiente urbano, e dunque disponibilità a contribuire all’attuazione. È importante definire i finanziamenti pubblici disponibili da spendere nell’arco di tre/ quattro anni; verificare disponibilità di indebitamento dell’Amministrazione e verificare della possibilità di reperimento finanziamenti esterni da fonti locali (FAS, POR Campania ecc.) o statali. E poi bisogna avviare una prima analisi per la definizione dei soggetti gestori o compartecipanti del progetto Sirena. In questo processo, la società S.I.RE.NA. potrebbe supportare le amministrazioni comunali interessate, nell’individuazione delle aree e nell’elaborazione delle proposte operative e gestionali; definendo misure per sostenere la partecipazione dei diversi utenti, fino a garantire assistenza nella cantierizzazione dei progetti esecutivi e nella gestione degli interventi. Alla base della buona riuscita del modello Sirena vi è insomma un forte meccanismo partecipativo e di assunzione di responsabilità, sia della Pubblica Amministrazione che dei privati. Sta a chi ci governa, ma anche a noi cittadini, dunque, dimostrare di essere capaci di trarre insegnamento dall’esperienza di Napoli e di saperne cogliere le potenzialità anche per Casoria.

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RUBRICA MEDICA

LE VACCINAZIONI Si? No? Quali? E’ nato un bimbo! Quanti dubbi! Quarta parte.

A cura del Dr. Liberatore Graziano Pediatra L’attuale legislazione italiana sui vaccini distingue le vaccinazioni pediatriche in “obbligatorie” e “raccomandate” e ciò può creare confusione, inducendo un genitore a considerare necessarie, efficaci e più sicure quelle obbligatorie e superflue e meno sicure quelle raccomandate. Non è assolutamente così!!! Le vaccinazioni disponibili sono tutte raccomandate, ognuna con le proprie indicazioni!!! L’obbligo vaccinale è nato nel secolo scorso, quando si sono resi via via disponibili i vaccini contro malattie (come il vaiolo, la poliomielite, la difterite e il tetano) che mietevano migliaia di vittime nella popolazione. Poiché era necessario vaccinare il più alto numero possibile di persone in poco tempo e i mezzi di comunicazione allora disponibili erano alla portata di pochi, l’unico modo per raggiungere l’obiettivo era quello di rendere la vaccinazione obbligatoria per legge. La strategia ha avuto successo: il vaiolo è scomparso dalla faccia della terra dal 1977 (infatti

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la vaccinazione non si fa più) e, in Italia, non abbiamo più casi di poliomielite e di difterite e i casi di tetano sono diventati molto rari. Negli ultimi decenni la ricerca ha messo a punto vaccini sicuri ed efficaci contro altre malattie, come la pertosse, il morbillo, la rosolia, la parotite e le infezioni da microbi che possano dare, tra le atre cose, delle meningiti (pneumococco, Haemophilus Influentiae tipo b e Meningococco C). Essi non sono diventati obbligatori semplicemente perché nella società odierna, dove le fonti di informazione sono tante, rapide ed efficaci, l’obbligo vaccinale non ha più senso. E’ più logico che i bambini si vaccinino perché i genitori ne hanno compreso l’importanza, piuttosto che perché vi ci siano stati costretti. In quest’ottica, è verosimile che l’obbligo vaccinale prima o poi scompaia, perché ormai anacronistico, come è già accaduto in alcune regioni come il Piemonte e il Veneto. Ad aumentare la confusione e la preoccupazione dei genitori contribuisce il fatto che i media danno enorme enfasi ai rarissimi casi in cui un vaccino determina un effetto collaterale grave, ma non sottolineano con la stessa forza i milioni di casi di malattia evitati grazie alle vaccinazioni. In alcuni casi i media hanno anche contribuito a diffondere delle autentiche

“bufale” come quella che attribuiva ai vaccini la responsabilità di provocare casi di autismo. La verità è che gli effetti collaterali gravi dei vaccini sono molto rari mentre le malattie che si riescono a prevenire con i vaccini sono comuni e, spesso, molto pericolose. Perciò, l’invito che rivolgo ai genitori è quello di affrontare le vaccinazioni dei propri figli con serenità e di farli vaccinare per tutto ciò che il loro pediatra gli consiglia. Inoltre, se avessero dei dubbi, l’invito è quello di non tenerseli per sé, ma di parlarne con il proprio pediatra di fiducia che saprà consigliare ciò che è meglio per la salute del proprio bambino.

il giornale di Casoria • Domenica 3 luglio 2011


U LT I M A PA G I N A

Riceviamo e volentieri pubblichiamo.

STOP AI LAVORI della Centrale a Biomasse

Vittoria del Comitato, del Codacons Casoria e di tutti i cittadini di Casoria. del Codacons Casoria

Sono cominciati il 3 dicembre 2010 i lavori per la costruzione dell’ impianto per la produzione di energia elettrica a ciclo combinato da 8.7 MW alimentato da biomasse (Fonte lettera Arin n. 0032462 del 29/12/2010). Prima di questa data, che mostra l’incapacità della politica di assicurare una adeguata qualità della vita ai cittadini, i casoriani, preoccupati per la costruzione di un impianto del genere vicino al centro abitato, hanno lanciato un accorato grido di dolore e preoccupazione immediatamente raccolto dal Codacons Casoria. La nostra associazione di consumatori ha posto in essere una serie di iniziative al fine di sensibilizzare tutti, anche le istituzioni pubbliche in merito al grave pericolo incombente sul territorio casoriano. Una di queste si è concretata nell’organizzazione di un apposito convegno, conche ha posto il focus sulle pro-

blematiche e sulle azioni da realizzare per favorire le energie cosiddette “rinnovabili” e “sostenibili”. Sapiente e dotto relatore è stato il prof. Stefano Montanari, noto esperto di fama internazionale in materia, ha presentato l’incontro il Vice Presidente del Codacons Enrico Marchetti; al convegno, tenutosi all’Hotel Futura, hanno partecipato più di 400 interessatissimi cittadini casoriani. Martedi 28 giugno 2011, mediante il social network “facebook”, che ha unito nella lotta contro le paure le preoccupazioni dei casoriani nel gruppo “Tutti i casoriani che dicono “NO” alla centrale elettrica a biomasse”, dopo una costante pressione civile esercitata in questi mesi presso le istituzioni preposte in materia, il Codacons, insieme ai cittadini (comitato “basta veleni no alla centrale biomassa a Casoria o altrove”) promotori della “battaglia”, ha emesso il seguente comunicato: Il Codacons di Casoria e’ lieto di informarvi di una vittoria importante: la centrale della biomassa alla cittadella di Casoria non verrà mai messa in funzione. Sono stati bloccati i lavori grazie all’impegno profuso da chi come noi si e’ battuto per la tutela del cittadino. Oggi si e’ tenuto l’’incontro tra l’Arin ed il Comune di Casoria. Il comitato “basta veleni no alla centrale biomassa a Casoria o altrove” costituitosi durante una ma-

Il noleggio...e non ci pensi piu’

nifestazione pacifica organizzata dal Codacons di Casoria ha raggiunto lo scopo: partecipazione e trasparenza per il bene comune. Che ogni cittadino si prenda la sua soddisfazione per aver partecipato con solidarieta’ alle iniziative promosse dal Codacons prima che qualcuno tenti di attribuirsene il merito. Complimenti popolo di Casoria uniti stiamo facendo passi da giganti. Dal mese di settembre u.s., a Casoria e in tante parti d’Italia, con l’apice raggiunto nella giornata dei referendum del 12 e 13 giugno, la cosiddetta società civile si sta prendendo alcune rivincite. Essa era stata assai bistrattata dalla “casta”, sia di destra che di sinistra. I partiti, anzi la partitocrazia, avevano invaso tutto lo scibile umanamente invadibile. Casoria la società civile si è unita e ha prodotto un ottimo risultato sul quale si deve lavorare, perché la centrale non è ancora abbattuta del tutto, perché questa esperienza deve insegnare a tutti ( a chi ha partecipato e a chi no) che noi siamo i guardiani dei nostri diritti e dei nostri doveri e dobbiamo vigilare e restare uniti affinché i nostri rappresentanti siano la nostra longa manus e non diventino come sono (non tutti per fortuna): i parassiti del nostro lavoro.

Anno 1 - Numero 10 Domenica 3 luglio 2011 Questo numero è stato chiuso in redazione mercoledì 29 giugno 2011. ilgiornaledicasoria@libero.it Tel. 081 7588818 - 3358270557 Inserto di Napolincasa News Aut. Tribunale di Napoli n. 0062 del 30/09/2005 Editore: Carlo De Vita Via S. Di Giacomo, 6/8 - 80026 Casoria (NA) casadevita@libero.it Direttore responsabile: Giuseppe Storti

. s.r.l

Via S. Di Giacomo, 10-12 80026 Casoria (Na) Tel. 081 19576025 Fax 081 19545662

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il giornale di Casoria • Domenica 3 luglio 2011

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