Agata de gotici 3

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Per Connie

Chris Riddell Agata De Gotici e il segreto del lupo Traduzione di Pico Floridi © 2016 Editrice Il Castoro Srl viale Andrea Doria 7 20124, Milano www.castoro-on-line.it info@castoro-on-line.it Pubblicato per la prima volta con il titolo Goth Girl and the Wuthering Fright da Macmillan Children’s Books una divisione di Macmillan Publishers Limited © 2015 Chris Riddell ISBN 978-88-6966-137-2 Finito di stampare nel mese di ottobre 2016 presso Grafiche Tintoretto Srl - Castrette di Villorba (TV)


e il segreto del lupo

CHRI S RIDDELL

QUESTO LIBRO CONTIENE DELLE NOTE DENTATE SCRITTE DALLA MACCHINA ANALITICA INVENTATA DA CHARLES BABBANO



Capitolo Uno gata De Gotici era seduta in una delle poltrone alate della biblioteca del Palazzo di Gorgonza coi Grilli e stava leggendo l’ultimo libro di suo padre. Sorrise fra sé e sé, girando la pagina. Sugli scaffali che foderavano le pareti della biblioteca erano allineati innumerevoli volumi rilegati in pelle. Ogni libreria aveva una scala con le ruote in ottone per poter raggiungere i ripiani più alti. In cima agli ultimi scaffali occhieggiavano dei busti di imperatori romani dalle curiose acconciature. Ricci e boccoli risplendevano ai bagliori del camino. Ma Agata non notava nulla, era completamente assorbita dalla lettura. Agata era figlia unica di Lord De Gotici, il più famoso poeta ciclista inglese. Lui era a Londra per una conferenza e per farsi sistemare i capelli al salone di bellezza letterario Ciuffi e Scarabocchi – ma sarebbe tornato in tempo per Natale. 1




Il Natale a Palazzo di Gorgonza coi Grilli era tradizionalmente un periodo tranquillo. Le campane della chiesetta di Sant’Ilda di Gorgonza senza Grilli suonavano e i pastori locali si riunivano per l’antica cerimonia della lavanda dei calzini, mentre gli abitanti si scambiavano in dono calzette riempite di piccole arance e pezzi di carbone. Agata voleva finire il libro del padre prima che lui tornasse. Era una storia avvincente, scritta in versi, Il pellegrinaggio del giovane Aroldo, sui viaggi di una giovane capra. Agata era appena arrivata al punto in cui Aroldo scala le Alpi per piluccare 4



il muschio di montagna, quando udì il cigolio di piccole ruote di ottone. Alzando lo sguardo dal libro, vide una scala che scorreva fra Adriano Peloso e Augusto Grandiorecchie. Una piccola scimmietta con un cappellino ancora più piccolo si reggeva alla scala con una mano e con l’altra la manovrava. Mentre Agata la osservava, la scimmia arrestò la scala e scelse con cura un libro dallo scaffale più alto. Poi spinse la scala in fondo alla libreria, zampettò giù dai pioli e uscì in fretta dalla stanza. Che strano, pensò Agata. Stava per rimettere a posto Il pellegrinaggio del giovane 6


Aroldo, quando colse un movimento con la coda dell’occhio. Agata sbirciò dalla sua poltrona alata. Una seconda scimmietta stava spingendo una seconda scala lungo la libreria proprio dietro a lei. Agata rimase a guardare, mentre la scimmia, che teneva sotto il braccio una mappa dell’Irlanda in tre volumi, si arrestò, sistemò attentamente i tre libroni sullo scaffale e scivolò giù dalla scala, saltellando fuori dalla biblioteca. Sempre più strano, pensò Agata, e si rimise a leggere. C’era un’illustrazione di Aroldo che conversava 7


con una capra di montagna dalle corna ricurve. Sorrise – era proprio il genere di libro che preferiva. Dopotutto, pensò, che senso ha un libro senza figure o dialoghi? Era una cosa che le aveva fatto notare una delle sue governanti, Agata non si ricordava quale.* Agata aveva avuto sette governanti‌

* Era stata Giovanna Eyre, la terza governante di Agata, che lo aveva sentito dire da un suo precedente allievo di nome Carletto Carroll mentre questi disegnava un fumetto sul margine del suo libro di matematica, e lei amava ripeterlo come se fosse stata un’idea sua.

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Agata voltò la pagina e continuò a leggere. 9


Il pellegrinaggio del giovane Aroldo

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alle orrende balze di nebbia bagnate

Alle valli profonde di paludi inondate, Aroldo il suo pellegrinaggio compiette Fermandosi solo per merende e cenette. «Bèe!» profferì e belando procedeva Perché solo questa favella conosceva…

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Proprio in quel momento, una terza scimmietta passò davanti ad Agata, abbracciando un libro grande quasi quanto lei. Sul dorso, a lettere dorate, vi era il titolo: Catalogo del disturbo della quiete pubblica, di Charles Babbano. Quando la scimmietta capì che la stava guardando, si fermò imbarazzata. Poi mise una mano nella tasca del panciotto e ne estrasse una minuscola tazzina, che allungò verso Agata con un leggero tremore. «Mi dispiace terribilmente», disse Agata con garbo, «ma non ho nulla da darti». La scimmia fece spallucce, rimise via la tazzina e si toccò il cappello prima di andarsene con il libro elegantemente in equilibrio sulla testa. 12


La scimmia giunse alla porta e scivolò fuori. «Sempre più strano!», esclamò Agata, mettendo giù il suo libro. Attraversò la biblioteca e stava per seguire la scimmietta, quando guardò fuori dalla finestra ed ebbe un sussulto. Il cielo invernale era grigio scuro e nevicava 13


a larghe falde. I grandi fiocchi danzavano e volteggiavano prima di posarsi, ricoprendo con un tappeto candido i tetti e i giardini del Palazzo di Gorgonza coi Grilli. In lontananza, la sagoma elegante del Padiglione Sbadiglione sembrava appannata, mentre la superficie del Laghetto della Carpa molto schiva era completamente ghiacciata. Il Parco dei cervi volanti era tutto bianco e la Fontana Ornamentale Decorativa era inghiottita dalla neve. Agata schiacciò il naso contro il vetro della finestra e osservò l’inverno scendere sulla sua casa. Era uno spettacolo magnifico. Avrebbe passato il pomeriggio a guardare la neve fioccare, se una delle scimmie non fosse tornata dopo qualche minuto. Quando la vide, la scimmia si tolse educatamente il cappello. Poi salì su una delle scale a pioli, scelse un libro sulla compilazione dei codici segreti, e uscì dalla biblioteca. Questa volta Agata la seguì. La scimmia attraversò vari salotti… 14


Agata raccolse una rivista che la scimmia aveva fatto cadere per sbaglio da uno dei tavolinetti. 15


PERIODICO DEI PARRUCCHIERI LETTERARI E DI VITA SPORTIVA

AVV ISI LA SCUOLA DI RUGBY ANNUNCIA L’AVVENTO DI UN NUOVO SPORT

‘IL WRESTLING IN CAMPO FANGOSO DETTAGLI A PAG xxxiii

IL SALONE DI BELLEZZA

LETTERARIO CIUFFI E SCARABOCCHI

ARRUOLA

GATTI

PETTINATORI PER LE LETTURE

PUBBLICHE MENSILI DETTAGLI A PAG xxi

LORD DE GOTICI OSPITERÀ IL CONCORSO LETTERARIO DI

IL

DI GORGONZA COI GRILLI INGRESSO SOLO SU INVITO - DETTAGLI A PAG xii

NOTO

SCRITTORE

CAV.

CHRIS

PRIESTLEY

PORTA

IL CIUFFO ALLA CAMBRIDGE NEL RITRATTO CON IL SUO SCHNAUZER ‘ZIO MONTAGUE’ DETTAGLI A PAG viii

IN QUESTO NUMERO –

ADDESTRAMENTO ALLA PIPÌ E COME APPUNTIRE LE PENNE

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«E così ha visto l’annuncio, signorina», disse una voce asmatica, secca e polverosa come il gesso. Agata si voltò e vide Maltraversi fermo sulla porta. Davanti a lui erano due barboncini giganti, uno bianco e uno nero, che tiravano i guinzagli.

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«Suo padre ha avuto l’idea del Concorso letterario di bellezza canina quando gli ho riferito i progressi nell’addestramento di Bella e Sebastiano…» Il guardiacaccia degli interni (che era anche il maggiordomo degli esterni) sorrise. La sua lunga faccia grigia si ricoprì di mille rughe e le sue labbra si aprirono rivelando delle zanne giallastre del colore del tè. Accarezzò il morbido pompon sul capo dei due animali. Agata non amava Maltraversi. Il guardiacaccia aveva l’abitudine di strisciare per il palazzo origliando alle porte e spiando dai buchi delle serrature, e Agata rabbrividiva ogni volta che lo incontrava. Ma da quando Lord De Gotici gli aveva dato i barboncini, Maltraversi era un altro uomo. Era sempre strano, ma adesso sorrideva molto e quando portava i cani nelle loro passeggiate negli interni fischiettava addirittura delle canzoncine. Agata guardò la rubrica degli avvisi sulla copertina del periodico. 18


«Un concorso canino?», disse. «Fantastico, vero, signorina?», ansimò allegramente Maltraversi. Tirò i guinzagli. «Venite, tesori! Abbiamo molto da fare.» Il guardiacaccia degli interni e maggiordomo degli esterni si avviò verso le cantine sotto il Palazzo di Gorgonza coi Grilli, dove era il canile dei barboncini. Agata si avvicinò alla porta dove era sparita la scimmia e bussò. Era la porta del Salone Cinese. «Avanti», esclamò una voce che sembrava preoccupata.

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