Frank Einstein

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CMYK

Frank Einstein, inventore e piccolo genio, grazie alla potenza di un fulmine è riuscito a dare vita a due robot, Clink e Clank. I due non sono i partner di laboratorio ideali, ma l’intelligentissimo Clink e l’affettuoso Clank aiutano Frank nella costruzione del suo motore ad antimateria. Con la loro geniale invenzione vinceranno certamente il Premio Midville per la Scienza... a meno che l’arcinemico di Frank, T. Edison, non decida di mettersi in mezzo proprio ora! VERA SCIENZA

+ FOLLE AVVENTURA

= DIVERTIMENTO ASSICURATO!

“Non ho mai pensato che la scienza potesse essere così divertente, fino a quando ho letto Frank Einstein. Farà sbellicare dalle risate i ragazzi!”

—Jeff Kinney, Diario di una schiappa “I ragazzi adoreranno Frank Einstein.”

—Eoin Colfer, Artemis Fowl “Caro Frank Einstein, puoi inventare la macchina del tempo e mandare il tuo libro all’epoca in cui ero un ragazzo? Mandami anche uno skateboard volante. —Tommy”

—Tom Angleberger, la mia vita con yoda

€ 13,50

015-3

966ISBN 978-88-6

www.castoro-on-line.it

53 9 788869 6601


Frammento di materia: particella 166-167

«M

ATERIA!», esclama FRANK EINSTEIN, inventore e piccolo GENIO.

«Ogni cosa, animata o inanimata che sia, è fatta di materia. È questo

il nocciolo della questione.» «Fantastico», commenta il suo fidato amico Watson, acquattato alle sue spalle. «E la materia ci aiuterà a uscire da questa gabbia?» Frank Einstein applica come al solito il metodo scientifico che gli ha insegnato nonno Al. Così pensa: Punto primo: OSSERVAZIONE. Cosa nota intorno a sé? Luci rosse che lampeggiano due volte al secondo. Un suono assordante che rimbomba sul pavimento della

fabbrica. Sbarre della gabbia: metallo chiaro, leggere, ultraresistenti.


Due sagome meccaniche contro il muro di mattoni. Due vaghe figure incravattate sulla piattaforma. Un fascio sottile di luce bianca disegna una linea incandescente sul muro di mattoni, sciogliendolo al suo passaggio, con una traiettoria che nel giro di ventotto secondi incrocerà la posizione di Einstein e Watson. Ad alta voce, Frank passa al secondo punto: IPOTESI, e inizia a elencare: «Luci lampeggianti e sirene: probabilmente un allarme». «Sbarre: presumibilmente in titanio e infrangibili.» «Quei due contro il muro in fondo potrebbero aiutarci.» «Quei due sulla piattaforma invece no.» «Ora ci restano tredici secondi prima che ogni atomo, elemento, molecola e particella di materia di cui siamo fatti esploda in una nuvola di cenere, calore e fumo.» «Ma perché ti do sempre retta?», si chiede Watson allontanandosi più che può dal fascio di luce incandescente che avanza sfrigolando sui mattoni. Frank Einstein sfodera un sorriso. «Punto terzo: inizio dell’ESPERIMENTO...»



e il MOTORE AD ANTIMATERIA



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E

SATTAMENTE 48 ORE/2 ROTAZIONI DELLA TERRA PRIMA…

Notte. Buio pesto. Flash!

Un lampo accecante fende il buio e illumina il lucernario. Frank Einstein alza gli occhi e comincia a contare a

voce alta: «Milleeuno. Milleedue. Milleetre. Milleequattro. Milleecinque…». Crac booom! Con la vibrazione della sua onda sonora, il tuono fa tremare i vecchi infissi di ferro dell’officina-laboratorio di Frank. “Il suono viaggia nell’aria alla velocità di 1700 metri ogni cinque secondi… È a 1700 metri da qui”, pensa Frank, cal7



colando la differenza fra la velocità quasi istantanea della luce e quella molto più lenta del suono. “In perfetto orario.” «Sei sicuro che funzionerà?», chiede Watson, infilando i guanti di gomma gialli per proteggersi le mani. «Perché mi sembra una vera pazzia, amico mio.» «È tutto perfetto», risponde Frank. «Primo: i miei sono partiti per un altro dei loro viaggi estremi. Secondo: nonno Al mi fa usare il garage come laboratorio insieme a tutta la ferraglia del suo negozio. Terzo: possiamo sfruttare questo fulmine per supercaricare il mio SmartRobot, animarlo e vincere il concorso scientifico di Midville.» Fulmini e saette. Rombi di tuono. «Con il premio di centomila dollari, nonno Al potrà pagare tutti i suoi debiti e lo SmartRobot ci aiuterà a inventare tutto quello che vogliamo.» Frank fissa l’ultimo filo di rame al cervello del suo SmartRobot. «Cosa potrebbe andare storto?» «Be’, ti ricordi quando abbiamo costruito le macchine da corsa…», prova a obiettare Watson. Frank allunga la mano aperta come un chirurgo in sala

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operatoria e ordina al suo assistente: «Interruttore aspirapolvere!». «… e hai montato un motore a reazione su un passeggino…», continua Watson passandogli l’interruttore. «Unità Gps!» «… e hai deciso che avrebbe “consumato meno” senza i freni.» «Scatola cranica!», ordina Frank, imperterrito. «Porto ancora la cicatrice…» «Scatola cranica!» Watson scruta il banco da lavoro coperto di pezzi e pezzettini di vent’anni di riparazioni meccaniche, elettriche e idrauliche. Prende un affare metallico con due fessure. «Vuoi dire questo coso che sembra un tostapane?» Altro lampo. Frank guarda il lucernario e comincia a contare. «Milleeuno, millee…» Boom! «Meno di un chilometro. Sììì! Scatola cranica. Veloce!»


Watson allunga a Frank la testatostapane. Frank avvita il pezzo, adagia lo SmartRobot in un carretto rosso arrugginito che è imbracato con una corda, agganciato a una carrucola e collegato al motorino che fa aprire la porta del garage. Indietreggia e lancia un’ultima occhiata alla sua opera. «Un robot che sarà in grado di pensare, imparare e diventare sempre più intelligente. Ora basta solo che l’energia di questo fulmine lo porti in vita.» Frank schiaccia il pulsante per aprire il garage. Ummmmmm. Il motore ronza. La corda si tende. Il lucernario si apre e lo SmartRobot viene sollevato fino al tetto del garage sul vecchio carretto/tavolo operatorio di Frank. «Sììì!», esclama Frank Einstein scoppiando in una risata fragorosa. Con i capelli scompigliati e il camice sollevato da un’improvvisa folata di vento, Frank afferra il forchettone da barbecue per trasmettere energia allo SmartRobot nel preciso istante in cui verrà colpito dal fulmine. «Pronto, Watson?», grida. Watson si stringe gli occhiali di protezione e alza il 11



pollice in segno di conferma, anche se sta facendo no con la testa. Si alza un vento fortissimo. Il tavolo operatorio si solleva verso il cielo carico di fulmini. Frank conta: «Uno! Due…». Poi, all’improvviso, bzzzzz! La luce del garage trema… vacilla... poi nel laboratorio cala il buio. Frank sente Watson gridare: «Oh, no!». Il motorino ormai scarico della porta del garage fa allentare l’imbragatura del carretto, che precipita a terra con un terribile schianto metallico! Flash! Buum! Il lampo e il tuono esplodono nello stesso preciso istante sopra le loro teste. La scarica azzurra di elettricità che avrebbe dovuto animare lo SmartRobot crepita lungo il parafulmine, percorre innocua il cavo di sicurezza e si disperde a terra. Nella luce stroboscopica del temporale, Frank e Watson colgono le scene seguenti: - lo SmartRobot che viene sbalzato fuori dal carretto 13


- la testa-tostapane dello SmartRobot che vola via da una parte - il corpo-aspirapolvere dello SmartRobot che vola via dall’altra. Poi, buio totale. Rumble… rumble… romba il tuono sempre più lontano. «Frank?», chiama qualcuno dalla porta della cucina. «Ragazzi, tutto bene?» Illuminato dalla candela che ha in mano, nonno Al fa capolino nel laboratorio di Frank. «Cos’è successo?», chiede Watson. «Bei guanti», dice nonno Al. «Credo si tratti di un blackout. Anche se è solo a casa nostra.» Il cono di luce gialla della candela del nonno illumina quel che resta dello SmartRobot di Frank. «E quello cos’è?» «Oh, niente, una cosa a cui sto lavorando per il premio scientifico del fine settimana», dice Frank. «Non si è rotto, spero.» «Giusto un po’», risponde Frank per non fare preoccupare il nonno. Poi raccoglie la testa e il corpo esanime dello SmartRo14



bot e li ripone delicatamente sul tavolo. «Lo sistemerò domattina.» Watson si sfila i guanti di gomma, accarezza la testa-tostapane staccata e si mette lo zaino in spalla. «Un robot in grado di imparare resta comunque un’idea grandiosa.» Frank raccoglie il foglio pieno di disegni di cervelli-robot e di atomi, lo appallottola e lo lancia sul banco da lavoro insieme ai vari pezzi di ferraglia. Poi annuisce. «Grazie, Watson. Ci vediamo domani.» Frank Einstein esce dal laboratorio con il nonno… … e quando entrano in cucina sentono rimbombare l’ultimo tuono.

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2

L

A CALMA REGNA SUL LABORATORIO DI FRANK EINSTEIN.

La tempesta è passata. Frank sta dormendo. Tutto tace nella città di Midville. È una notte limpida. Il fascio di luce argentea

di una luna quasi piena brilla in cielo e si specchia sulle

finestre arrugginite. Il chiaro di luna rischiara la testa-tostapane dello SmartRobot e i suoi circuiti scoperti che giacciono sopra il mucchio di comandi di videogiochi, orologi fermi, tastiere elettroniche, una griglia per hamburger, un frullatore, il motore di un aeromodellino, attrezzi per addominali, tubi di alluminio, un telecomando Tv, magneti, batterie, lucchetti, vecchie lime, amplificatori, un bidone aspira17


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Frank Einstein, inventore e piccolo genio, grazie alla potenza di un fulmine è riuscito a dare vita a due robot, Clink e Clank. I due non sono i partner di laboratorio ideali, ma l’intelligentissimo Clink e l’affettuoso Clank aiutano Frank nella costruzione del suo motore ad antimateria. Con la loro geniale invenzione vinceranno certamente il Premio Midville per la Scienza... a meno che l’arcinemico di Frank, T. Edison, non decida di mettersi in mezzo proprio ora! VERA SCIENZA

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“Non ho mai pensato che la scienza potesse essere così divertente, fino a quando ho letto Frank Einstein. Farà sbellicare dalle risate i ragazzi!”

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