Geek girl - Modella fuori posto

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La geek è tornata! Holly Smale è una giovane autrice inglese per ragazzi. Goffa, un po’ timida e decisamente geek, è stata scoperta da un’agenzia per modelle quando aveva quindici anni. Ha continuato a inciampare e cadere sulle passerelle per un paio di anni, per poi laurearsi in letteratura, viaggiare molto e realizzare il suo vero sogno: scrivere. Con ottimi risultati: oggi Holly è un’autrice e blogger molto apprezzata e il suo romanzo d’esordio Geek Girl è diventato una serie bestseller pluripremiata.

MODELLA FUORI POSTO

Harriet sa un sacco di cose.

Tutto è cambiato nella vita di Harriet Manners: la trasformazione da geek a top model è completa. Ha una grazia impeccabile, uno stuolo di fan adoranti e un ragazzo perfetto… oppure no? Beh, NO! Primo: Harriet è una vera geek, felice di esserlo. Ed è un’inguaribile imbranata. Secondo: i compagni di scuola la odiano forse anche più di prima. Terzo: Nick, il ragazzo dei suoi sogni, l’ha lasciata! E ora che anche la sua migliore amica sta partendo, l’estate si prospetta disastrosa. Ma Harriet non ha fatto i conti con Yuka, dispotica regina della moda, che la arruola per un servizio fotografico speciale e segretissimo a Tokyo. Cosa potrà combinare dall’altra parte del mondo? E ci sarà anche Nick?

Sa che un bruco è dotato di 4000 muscoli. Sa che gli esseri umani formulano 70.000 pensieri al giorno. Sa che una persona mangia in media 1 tonnellata di cibo all’anno. E sì, sa anche di essere una vera GEEK. MODELLA

Ma non sa nulla di nulla su un argomento fondamentale: i ragazzi! E ora che si prospetta una nuova, terrificante avventura da modella in Giappone, darebbe qualsiasi cosa per capire cosa fare. Qualcuno può prestarle un manuale di istruzioni? € 15,50 ISBN 978-88-8033-908-3

9 788880 339083

www.castoro-on-line.it

HOLLY SMALE

FUORI POSTO

HOLLY

SMALE

Immagini © Shutterstock.com Design © HarperCollinsPublishers Ltd 2013


Per mia sorella, Tara. “Perché non c’è amica pari a una sorella, nella buona e nella cattiva sorte.”

Geek Girl. Modella fuori posto di Holly Smale Traduzione di Francesca Capelli © 2015 Editrice Il Castoro Srl viale Abruzzi 72, 20131 Milano www.castoro-on-line.it info@castoro-on-line.it Pubblicato per la prima volta nel 2013 da HarperCollinsPublishers Ltd Con il titolo Geek Girl: Model Misfit Per il testo originale © Holly Smale 2013 Tradotto su licenza di HarperCollinsPublishers Ltd. Per la traduzione © Il Castoro 2015

ISBN 978-88-8033-908-3


HOLLY

SMALE



Modello (sost. masch.) 1 Termine di riferimento ritenuto valido come esemplare o prototipo e degno d’imitazione. 2 Cosa o persona assunta come soggetto per un ritratto. 3 Prototipo, tipo. 4 Riproduzione in scala ridotta di un oggetto a scopo di studio. 5 Schema teorico scelto come rappresentativo di una classe di fenomeni (es.: modello economico). 6 Articolo di abbigliamento realizzato su disegno originale, di solito presentato a una sfilata. Modello (femm. modella) 1 Persona che per professione posa per artisti (pittori, scultori). 2 Persona che per professione indossa capi d’abbigliamento per fotografie o per sfilate di moda. In funzione di aggettivo (inv.) Persona degna di essere ammirata, esempio da imitare perchÊ perfetto nel suo genere. origine: dal latino modulus, diminutivo di modus: forma piccola di un’opera da farsi in grande.



1 M

i chiamo Harriet Manners e sono una modella. Lo so perché: 1. È lunedì mattina e indosso un tutù d’oro, una giacca d’oro, scarpette da ballo d’oro e orecchini d’oro. La mia faccia è dipinta d’oro e intorno alla mia testa si avvolge un filo d’oro. Questo non è il mio tipico abbigliamento del lunedì. 2. Ho una guardia del corpo. Gli orecchini costano così tanto che, subito dopo essere andata in bagno, un tizio grande e grosso mi controlla le orecchie per verificare che non mi siano caduti nel tubo di scarico. 3. Per due ore non mi è permesso sorridere.

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4. Ogni volta che mangio un pezzetto di brioche per tenermi su, tutti stanno con il fiato sospeso come se mi fossi chinata a dare una leccatina al pavimento. 5. Ho una macchina fotografica puntata addosso e un uomo dietro di essa che continua a dire: «Qui, modella», e scatta. Ci sarebbero anche altri indizi – ho un’espressione leggermente imbronciata e faccio piccoli movimenti ogni due secondi circa, come un robot – ma non sono così significativi. In fondo anche mio padre si mette a ballare nello stesso modo, quando vede in Tv una pubblicità di automobili. Comunque la vera ragione per cui so di essere una modella è: 6. Sono diventata una creatura fatta di grazia, eleganza e stile. Sul serio, sono cresciuta molto dall’ultima volta in cui mi avete visto. Mi sono sviluppata. Sono sbocciata. Non in senso letterale. Ho esattamente le stesse misure e la stessa taglia di sei mesi fa e dei sei mesi precedenti. È chiaro che la pubertà ha deciso di scegliermi per ultima – come la capitana della squadra di basket, del resto – man mano che esaurisce le curve femminili.

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Chiarisco: parlavo per metafora. Quello che è successo è che mi sono svegliata una mattina e ZACCHETE! La moda e io siamo diventate un tutt’uno. Lavoriamo insieme, ci diamo una mano a vicenda. Come il coccodrillo e il piviere egiziano, quell’uccellino che gli entra in bocca e gli pulisce i denti dai resti di cibo. Certo, il loro rapporto è molto meno igienico e glamour. E voglio essere onesta fino in fondo con voi. Sono cambiata. La geek è scomparsa e al suo posto c’è una persona molto glamour. Popolare. Cool. Una Harriet Manners nuova di zecca.

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2 B

ene. Il bello di essere totalmente in sinergia con il mondo della moda è che così le foto risultano raffinate e bene a fuoco. «Allora, modella», dice Aiden, il fotografo, «a cosa stiamo pensando?». (Capite cosa intendo? A cosa stiamo pensando: la moda e io condividiamo lo stesso cervello.) «Stiamo pensando a qualcosa di misterioso», rispondo. «A qualcosa di enigmatico. Imperscrutabile.» «E perché stiamo pensando a questo?» «Perché è scritto sulla scatola del profumo.» «Esatto. Sto pensando a Greta Garbo e Betty Grable, a Audrey Hepburn e Rita Hayworth, a Lauren Bacall e Brigitte Bardot, ma sarebbe ancora meglio se tu pensassi ai concorrenti di un reality show e facessi il contrario.» «Capito», dico, mentre mi sposto leggermente dal punto del pavimento in cui sono seduta e muovo il piede in modo che la pianta punti verso di me. Mi chino verso di essa con

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grazia. Qualcosa di misterioso. Afferro un angolo della giacca e lo sollevo appena, come se fosse l’ala di una farfalla, mentre cambio l’angolatura del viso verso il basso. Enigmatico. Inarco la schiena e protendo un braccio, in modo da guardare la piega interna del mio gomito. Imperscrutabile. «Ci siamo.» Aiden solleva gli occhi dalla macchina fotografica. «Modella, Yuka Ito aveva ragione. C’è qualcosa di strano nelle tue pose, ma funziona. Molto spigoloso. Molto fashion.» Che vi dicevo? Io e la moda: un corpo e un’anima. «Adesso punta il gomito nell’altra direzione, per favore.» Il fotografo si accovaccia, regola il diaframma e alza di nuovo lo sguardo: «Verso la macchina». Per tutti i frollini al burro. «Hai notato?», dico senza muovermi. «Enigmatico, misterioso, imperscrutabile. Sono tautologici. Yuka potrebbe limitarsi a uno e guadagnare un sacco di spazio sulla scatola.» «Tu limitati a muovere il braccio.» «Mmmh, mi chiedo se abbia preso in considerazione “ermetico”. Deriva da Ermete Trismegisto e la sua dottrina filosofica. Mi sembra adatto per un profumo, cosa dici?» Aiden si stringe il setto nasale tra due dita. «Giusto. Che ne dici di mostrarmi la suola della scarpa? Dovremmo cercare di farla entrare a contrasto nell’inquadratura.» Mi schiarisco la gola mentre la mia mente gira a mille. «Ehm… Ma l’Arabia Saudita, la Cina, la Thailandia? È considerato scortese mostrare le suole delle scarpe laggiù…» Mi guardo intorno, ormai sono in panico. «Non vogliamo

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certo alienarci le loro simpatie, vero?» Agito le braccia in un gesto ampio e persuasivo. E qualcosa sulla mia manica cattura lo sguardo di Aiden. Oh, no. No, no, no. «E quella roba cos’è?», chiede, mentre si alza e si avvicina a me. Raspo nel tentativo di alzarmi da terra, ma i miei piedi sono impigliati nell’enorme tutù. Il fotografo mi afferra il braccio e stacca un piccolo adesivo dorato dalla parte interna del gomito della giacca. «Che cos’è questo?» «Mmmh?», dico, mentre deglutisco e cerco di fare gli occhi più tondi possibile. Aiden guarda meglio. «F = M x A?», legge lentamente. Poi ne stacca altri tre dalla fodera interna della giacca. «V = I x R? Ec = ½ x M x V2? P = M x G?» Prima che riesca a muovermi, mi sfila la scarpa dal piede, la gira e tira via un adesivo dal tacco. Un altro dall’interno del mio gomito e quattro dalle pieghe interne del tutù. Aidan sbatte gli occhi un paio di volte, mentre io fisso il pavimento e cerco di diventare piccolissima. «Harriet», dice con voce lenta e incredula. «Harriet Manners, stai studiando matematica a metà del mio servizio fotografico?» Scuoto la testa e guardo nel vuoto, dietro l’orecchio sinistro del fotografo. Avete presente il coccodrillo e l’uccellino? Credo che uno dei due stia per essere mangiato. «No», rispondo con un filo di voce. Perché a) è fisica, b) l’ho fatto per tutto il tempo.

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3 O

k, potrei avere forzato un po’ la realtà. Un po’ tanto, va bene. Non sono cambiata. Anzi, sono forse ancora più geek di prima, perché: 1. La materia grigia nel mio cervello ogni giorno sviluppa nuove connessioni. 2. So ancora più cose di prima. 3. Sono sotto esami, dunque le mie facoltà cognitive a breve termine sono sottoposte a un intenso sforzo. Non ho nemmeno tutta quella grazia, eleganza e stile che vi dicevo, ma credo che a questa conclusione ci siate già arrivati da soli. «Non ci posso credere», borbotta Aiden, mentre revisiona le immagini e io mi infilo dietro una tenda in fondo alla stanza per cambiarmi e mettermi la divisa della scuola.

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«Mi dispiace, signor Thomas», gli urlo. «Sul serio, non volevo mancare di rispetto a lei e al coccodr… Ehm, all’industria della moda. Le foto almeno vanno bene?» «Non è questo il punto. Sai quante altre modelle volevano il lavoro?» Forse. L’ultima volta che sono stata a Infinity Models, due di loro mi hanno chiuso in un armadio e mi hanno fatto perdere un casting importantissimo. Ho dovuto aspettare che arrivasse l’uomo delle pulizie e mi liberasse. «Mi dispiace, ma oggi è il giorno del mio esame per il certificato di istruzione secondaria, il GCSE», cerco di spiegargli, mentre mi sfilo l’ingombrante tutù e sbatto un gomito contro il muro nell’intento. «Alle due di questo pomeriggio, il sistema scolastico del Regno Unito decreterà se ho qualche possibilità di diventare una fisica da Nobel. Il mio futuro dipende da questa giornata.» Mi metto il maglioncino della divisa scolastica, che naturalmente resta impigliato nel filo dorato ancora avvolto intorno alla mia testa. Segue un momento di silenzio, mentre saltello nel cosiddetto spogliatoio con il maglioncino sulla faccia e le braccia che si agitano nell’aria come le orecchie di un coniglio sovraeccitato. «Mmmh», mormora Aiden mentre scorre le immagini. «È ovvio che sei un genio destinato al Nobel.» «Il GCSE in fisica non è sulla consapevolezza dello spazio in senso letterale», sbuffo, mentre mi afferro la testa e contemporaneamente spiaccico un ginocchio contro il muro. «È sulla consapevolezza dello spazio in senso concettuale.

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Sono due cose diverse.» Il che è una fortuna, perché ora il filo intorno alla testa ha deciso di impigliarsi in qualsiasi cosa nel raggio di due metri. Nella mia borsa ho un dettagliato Piano-Per-Arrivare-A-Scuola-In-Tempo e da nessuna parte si menziona l’opzione Liberarmi-Da-Un-Anello-DaTenda. «Va tutto bene, Harriet», mi dico, senza smettere di ruotare su me stessa. «Hai ancora un’ora e undici minuti se vuoi andare a scuola in treno. O un’ora e sedici minuti in taxi. Un sacco di tempo.» «Ehm… lo sai che l’orologio appeso al muro è indietro, vero?» All’improvviso smetto di girare in cerchio. Ommioddio. OMMIODDIO. Ecco perché ci hanno fatto studiare il karma nell’ora di educazione religiosa. «No», pigolo, liberandomi con uno strattone dal filo, al prezzo di qualche capello strappato, un graffio sulla guancia, un anello da tenda e mezza divisa scolastica. «Molto indietro?» «Un’ora», dice Aiden. E in meno di un secondo vedo passarmi davanti agli occhi il mio Piano-Per-Arrivare-A-Scuola-In-Tempo e tutta la mia vita.

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La geek è tornata! Holly Smale è una giovane autrice inglese per ragazzi. Goffa, un po’ timida e decisamente geek, è stata scoperta da un’agenzia per modelle quando aveva quindici anni. Ha continuato a inciampare e cadere sulle passerelle per un paio di anni, per poi laurearsi in letteratura, viaggiare molto e realizzare il suo vero sogno: scrivere. Con ottimi risultati: oggi Holly è un’autrice e blogger molto apprezzata e il suo romanzo d’esordio Geek Girl è diventato una serie bestseller pluripremiata.

MODELLA FUORI POSTO

Harriet sa un sacco di cose.

Tutto è cambiato nella vita di Harriet Manners: la trasformazione da geek a top model è completa. Ha una grazia impeccabile, uno stuolo di fan adoranti e un ragazzo perfetto… oppure no? Beh, NO! Primo: Harriet è una vera geek, felice di esserlo. Ed è un’inguaribile imbranata. Secondo: i compagni di scuola la odiano forse anche più di prima. Terzo: Nick, il ragazzo dei suoi sogni, l’ha lasciata! E ora che anche la sua migliore amica sta partendo, l’estate si prospetta disastrosa. Ma Harriet non ha fatto i conti con Yuka, dispotica regina della moda, che la arruola per un servizio fotografico speciale e segretissimo a Tokyo. Cosa potrà combinare dall’altra parte del mondo? E ci sarà anche Nick?

Sa che un bruco è dotato di 4000 muscoli. Sa che gli esseri umani formulano 70.000 pensieri al giorno. Sa che una persona mangia in media 1 tonnellata di cibo all’anno. E sì, sa anche di essere una vera GEEK. MODELLA

Ma non sa nulla di nulla su un argomento fondamentale: i ragazzi! E ora che si prospetta una nuova, terrificante avventura da modella in Giappone, darebbe qualsiasi cosa per capire cosa fare. Qualcuno può prestarle un manuale di istruzioni? € 15,50 ISBN 978-88-8033-908-3

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