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Gli scenari di Sviluppo Industriale dei prossimi 20 anni
CONSORZIO PER LO SVILUPPO INDUSTRIALE FROSINONE
50+20 PENSARE IL FUTURO
Pensare il Futuro. È da questa ambiziosa sfida che si è partiti per ripensare il futuro del nostro Ente in una logica, che tenti di recuperare lo spirito del tempo di chi, 50 anni or sono, ebbe l’intuizione di costituire il Consorzio Industriale.
La celebrazione del 50° della costituzione dell’Ente è stata, quindi, l’occasione per portare a compimento e sintesi, d’intesa ed unitamente al Consiglio di Amministrazione, ai Soci ed agli stake holders locali, l’esperienza maturata in questi anni di lavoro caratterizzati da un contesto di difficoltà e crisi economica.
Ripensare il ruolo e la stessa funzione del Consorzio, un Ente che, come significato dalle oltre 1.000 imprese insediate negli agglomerati di Frosinone, Anagni, Ceprano e Sora-Isola Liri e da alcune delle opere più significative del nostro territorio realizzate e, spesso, ancora gestite dal Consorzio, è ed è stato motore e fulcro del processo di sviluppo e di industrializzazione della intera provincia.
Partendo da questi presupposti si è voluto procedere alla definizione delle linee strategiche nel medio periodo del Consorzio quale forma di “intelligenza” territoriale, centro di competenze di alto livello per il
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CONSORZIO PER LO SVILUPPO INDUSTRIALE FROSINONE
50+20 PENSARE IL FUTURO
rafforzamento della attrattività del nostro contesto geografico per le imprese e le persone, hub territoriale attrattore degli investimenti, sviluppatore di un eco-sistema produttivo aperto con infrastrutture e servizi di seconda generazione, attore e motore nelle politiche di sviluppo territoriali. Ed è in questa logica che si è voluto pensare anche alla ipotesi di riqualificare il rapporto tra Agglomerati Industriali come configurato dal vigente Piano Territoriale Regolatore del Consorzio, alla luce dei profondi cambiamenti culturali, sociali, di assetto del territorio e del sistema produttivo stesso intervenuti dall’epoca della fondazione del Consorzio a oggi. Riqualificazione che deve essere riconoscibile in quanto attrattiva e che tenga conto delle esigenze ambientali, urbanistiche e produttive avendo a modello le aree produttive ecologicamente attrezzate ed ambientalmente sostenibili. In questo contesto deve essere, quindi, inquadrato lo scenario di sviluppo dell’area ex Videocolor, da simbolo della crisi a modello di un nuovo paesaggio produttivo, azione concreta, dimostratore, che testimonia la tendenza e l’effettiva volontà di ricostruire un rapporto fertile tra le attività produttive e il contesto che le ospita, archetipo della nuova missione e visione del nostro Consorzio e, ambiziosamente, del nostro territorio. Arnaldo Zeppieri
Presidente Consorzio per lo Sviluppo Industriale Frosinone
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GLI SCENARI DI SVILUPPO INDUSTRIALE DEI PROSSIMI 20 ANNI Con il contributo di: MATTEO CAROLI È professore ordinario di gestione delle imprese internazionali presso l’università Luiss Guido Carli. Ha collaborato con numerosi organi di governo e istituzioni nazionali, regionali e locali alla realizzazione di progetti di marketing territoriale e piani di sviluppo strategico. Su queste tematiche è autore di numerose pubblicazioni tra le quali il testo “marketing territoriale: strategie per la competitività sostenibile del territorio” pubblicato con Franco Angeli nel 2006 e giunto alla sesta ristampa.
FRANCESCO KARRER Francesco Karrer nato a Roma il 30/01/1942, è stato Professore ordinario di urbanistica presso l’Università “Sapienza” di Roma. Svolge ricerche ed attività di consulenza, pianificazione e progettazione ambientale, territoriale – urbanistico e di settore (attività produttive, trasporti/urbanistica, etc.). In campo professionale ha collaborato e collabora con molteplici enti pubblici centrali e locali e con le maggiori società di ingegneria italiane. Ha presieduto la Commissione che ha predisposto il cosiddetto «Decreto Karrer», (Dlgs n. 117/1987). Ha lavorato a numerosi piani territoriali ed urbanistici in Italia ed all’estero. E’ stato coordinatore / progettisti dei piani territoriali provinciali di Belluno e Padova, di Brindisi e Taranto dopo aver coordinato il PUT dell’Umbria, i piani regolatori dei comuni di Lumezzane, Brescia, Foggia, Ponzano Veneto, Recanati, Reggio Calabria, Vibo Valentia ed al PATI dell’a.m. di Padova ed alla città di El – Obeid (Nord Kordofan, Sudan). E’ stato anche impegnato nella predisposizione di alcuni piani strategici (Barletta, Belluno, Cagliari, Foggia, Nuoro, Matera). É autore di numerose pubblicazioni scientifiche in Italia ed all’estero.
ANDREAS KIPAR Si è laureato in Architettura del Paesaggio ad Essen in Germania, e nel 1994 ha conseguito la laurea con lode in Architettura presso il Politecnico di Milano. Opera a livello professionale nel campo della pianificazione e progettazione paesaggistica, del verde storico e del recupero ambientale sia in Italia che all’estero. Dal 1985 esercita la libera professione in Italia e in Germania. E’ fondatore, con il dott. Giovanni Sala, della Società LAND, Landscape Architecture Nature Development, con sede a Milano, Roma, Cagliari e Duisburg. Ha svolto attività didattica in diverse sedi universitarie in Italia ed all’estero; attualmente è professore al Politecnico di Milano dove insegna Public Space Design.
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PROF. MATTEO CAROLI
LINEE STRATEGICHE
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PROF.MATTEO CAROLI
LE NUOVE FUNZIONI DEI CONSORZI INDUSTRIALI
I Consorzi industriali orientano la loro azione in funzione di tre obiettivi strategici:
I consorzi rappresentano un “hub” primario della rete di attori economici e istituzionali del contesto geografico di cui sono parte.
• Migliorare progressivamente le condizioni di contesto rilevanti per la competitività delle imprese, in particolare sul fronte dell’innovatività e della proiezione internazionale
I Consorzi Industriali aggregano e diffondono competenze specialistiche da cui derivano servizi rilevanti per lo sviluppo competitivo delle imprese locali e iniziative per il rafforzamento della competitività del loro territorio.
• Favorire l’integrazione delle risorse e competenze esistenti nel territorio e la loro connessione con risorse complementari collocate altrove
Agevolano l’accesso delle imprese alle fonti di risorse (in particolare, a quelle immateriali) rilevanti; un accesso che risulterebbe molto più complesso o, addirittura di fatto non possibile, per la singola impresa, in particolare se di piccole o piccolissime dimensioni.
• Rendere il proprio contesto geografico particolarmente attrattivo per investimenti produttivi e per il capitale umano qualificato
In sintesi, i Consorzi Industriali svolgono quattro funzioni fondamentali: • Realizzatore e gestore di infrastrutture di «seconda generazione»
Per raggiungere questi obiettivi, i consorzi industriali smettono di essere semplicemente “amministratore di condominio” o “venditore” di spazi, più o meno attrezzati, per divenire:
“intelligenza” territoriale: centro di competenze di alto livello per il rafforzamento della attrattività del proprio contesto geografico per le imprese e le persone
• Attuatore di azioni di marketing territoriale • Sviluppatore di un «eco-sistema» produttivo aperto • Promotore di grandi progetti di innovazione del sistema produttivo locale
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PROF.MATTEO CAROLI
LA NUOVA FASE DEI CONSORZI INDUSTRIALI
Realizzatore e gestore di infrastrutture “di seconda generazione” I Consorzi Industriali si occupano di sviluppare nell’area che gestiscono le “infrastrutture di seconda generazione”: le infrastrutture che riducono l’impatto ambientale delle attività produttive (uso efficiente dell’energia e dell’acqua; ottimale smaltimento dei rifiuti industriali; ottimizzazione della logistica); le infrastrutture di comunicazione che permettono l’integrazione delle persone e delle imprese nelle reti nazionali e internazionali; le infrastrutture per l’innovazione tecnologica. Attuatore del marketing territoriale I Consorzi Industriali stimolano la predisposizione del piano di marketing territoriale per la valorizzazione dell’area geografica su cui gravitano e delle attività produttive realizzate al suo interno. Essi sono naturalmente protagonisti della concreta attuazione delle parti di tale piano, inerenti l’attrazione di investimenti produttivi e di risorse. Nella loro qualità di organismi stabili, espressione delle istituzioni pubbliche e delle forze economiche private locali, i Consorzi Industriali hanno le caratteristiche essenziali per progettare i programmi di sviluppo produttivo delle aree locali e coordinarne la concreta implementazione. Sviluppatore di un «eco-sistema» aperto I Consorzi Industriali favoriscono lo sviluppo positivo di un eco-sistema dove l’integrazione tra attori diversi favorisce il loro mutuo sviluppo sostenibile. L’affermarsi di un eco-sistema è conseguenza ma anche causa del progressivo radicamento delle imprese locali nel proprio contesto geografico, dello sviluppo del loro capitale relazionale, della maturazione di progetti competitivi via via più ambiziosi. I Consorzi Industriali sono anche in grado di agire affinché gli attori del proprio eco-sistema si colleghino efficacemente con quelli di altri contesti, garantendo così che nell’area consortile si sviluppi un sistema produttivo “aperto”, in cui cioè le imprese sono fortemente radicate nel proprio contesto di appartenenza ma sanno allo stesso tempo “connettersi” con le eccellenze nella propria filiera presenti nello scenario internazionale. Promozione di progetti di innovazione industriale I Consorzi Industriali possono essere promotori della realizzazione nel territorio di grandi progetti di innovazione, coordinando il coinvolgimento delle imprese e delle istituzioni locali e gli eventuali apporti di soggetti esterni. Particolarmente rilevante in questo senso l’avvio di incubatori e di “acceleratori” di start-up innovative, e l’attivazione di poli di ricerca attraverso il diretto coinvolgimento delle istituzioni, grandi imprese, università e altre strutture scientifiche, piccole aziende.
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LA VISION
Il Consorzio per lo Sviluppo Industriale Frosinone costituisce una delle migliori aree di insediamento produttivo nell’Italia centrale e un agente dello sviluppo economico sostenibile del sistema territoriale cui appartiene
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LE LINEE STRATEGICHE
LE SFIDE CRUCIALI
Il Consorzio per lo Sviluppo Industriale Frosinone è pienamente
Sul primo piano, il Consorzio deve creare nella propria area fattori
coinvolto nella sfida per il recupero di attrattività del proprio
attraverso i quali le imprese locali possano sviluppare un
territorio e delle imprese che ne fanno parte.
differenziale positivo di competitività.
L’ultimo decennio è stato caratterizzato in molte parti d’Italia, da un generale peggioramento delle «condizioni di contesto» in cui le
In secondo luogo, il Consorzio deve attivare progetti e iniziative per
aziende si sono trovate ad operare. Ne è derivato, per un verso una
migliorare
severa perdita di competitività di queste ultime, per l’altro una
territorio di Frosinone.
le
determinanti
la
complessiva
attrattività
del
de-localizzazione di molte attività produttive verso l’estero e specularmente, la forte riduzione degli investimenti internazionali
Favorire la competitività delle imprese
in Italia.
I fattori che determinano la competitività di un’impresa sono Per vincere questa sfida, sono necessarie politiche e innovazioni
ovviamente
numerosi;
in
parte
sono
legati
alle
normative di livello anzitutto nazionale. Molto dipende anche dalle
organizzative dell’azienda e del business in cui opera.
specificità
azioni attuate a livello locale, come dimostrano le notevoli differenze di competitività esistenti (e in questi anni, aumentate) tra
A livello generale, hanno rilevanza primaria: la produttività
le diverse aree geografiche del Paese.
dell’impresa, il suo grado di innovatività e la capacità di internazionalizzazione.
Il ruolo cruciale del Consorzio per lo Sviluppo Industriale Frosinone
Il Consorzio deve, quindi, sviluppare un’offerta che favorisca il
nella sfida per l’attrattività si esplica sul piano delle imprese e su
raggiungimento da parte delle imprese di livelli di eccellenza su
quello del territorio.
queste tre determinanti.
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LE LINEE STRATEGICHE
LE SFIDE CRUCIALI
Migliorare l’attrattività complessiva dell’area del Frusinate
Essere attore di sviluppo sostenibile L’attrazione e lo sviluppo di attività produttive deve essere funzionale a rafforzare le condizioni che determinano lo sviluppo sostenibile del territorio ove esse si manifestano.
Un’area industriale non potrà mai essere una sede dove è conveniente localizzare attività produttive se non è inserita in un’area geografica attrattiva per le imprese e per il capitale umano di cui questa necessita. Del resto, molte determinanti delle condizioni di contesto che incidono sulla competitività di un’azienda non riguardano strettamente l’area industriale, manifestandosi a livelli territoriali più ampi.
La qualità dello sviluppo dipende essenzialmente dalla natura delle imprese, della modalità con cui esse svolgono le loro attività produttive, nonché dal modo in cui si integrano con le altre componenti del sistema territoriale. Il Consorzio ha un ruolo essenziale poiché può orientare la propria offerta territoriale verso determinati target di imprese; può predisporre nelle sue aree le condizioni infrastrutturali che rendono ottimale l’impatto ambientale delle attività produttive; può, infine, attivare i meccanismi che stimolano la collaborazione tra le imprese e tra queste e gli altri attori locali, favorendone così il progressivo radicamento nel territorio.
Il Consorzio industriale non può, quindi, preoccuparsi solo della convenienza della specifica area che ha in gestione; deve intervenire attivamente anche nelle misure utili a rafforzare l’attrattività dell’intero territorio di Frosinone.
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PROF.MATTEO CAROLI
LE LINEE STRATEGICHE
Le linee strategiche indicano le azioni da attuare nel medio-lungo termine per dare concretezza alla «vision» e vincere le sfide competitive.
Area di insediamento produttivo eccellente
1.
Attrazione e radicamento investimenti produttivi
2.
Servizi alle imprese
3.
Eccellenza ambientale
Agente dello sviluppo economico sostenibile di Frosinone
4.
Grandi progetti territoriali
5.
Diffusione dell’innovazione
6.
Sviluppo dei clusters produttivi
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LE LINEE STRATEGICHE
AREA DI INSEDIAMENTO PRODUTTIVO ECCELLENTE
1. L’attrazione e radicamento investimenti produttivi
OBIETTIVO Predisporre un’offerta localizzativa in grado di attrarre nel territorio nuove imprese nazionali e internazionali e rafforzare la presenza di quelle già insediate; attivare le iniziative per la promozione di tale offerta.
PRINCIPALI ATTIVITÀ • Elaborazione di un’offerta territoriale attrattiva per i potenziali investitori target • Attivazione di iniziative per la semplificazione normativa e burocratica, anche in collaborazione con altri organismi istituzionali e in raccordo con l’azione del governo regionale e nazionale • Attivazione di un programma di accompagnamento dei potenziali investitori sul territorio nelle diverse fasi del processo decisionale e realizzativo • Coordinamento con gli organismi regionali e nazionali competenti per la comunicazione e promozione dell’offerta territoriale • Individuazione e attivazione dei possibili canali distributivi dell’offerta territoriale
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LE LINEE STRATEGICHE
AREA DI INSEDIAMENTO PRODUTTIVO ECCELLENTE
2. Servizi alle imprese
OBIETTIVO Predisporre un’offerta qualificata di servizi finalizzata a rafforzare la competitività delle imprese localizzate nel consorzio, con specifico riferimento a innovazione, internazionalizzazione, integrazione a rete, qualificazione del capitale umano, efficienza.
PRINCIPALI ATTIVITÀ • Attivazione di servizi specificatamente rivolti a: - favorire la collaborazione tra imprese e centri di ricerca e innovazione - sostenere l’espansione delle imprese nei mercati esteri - stimolare le imprese a partecipare a reti d’impresa • Predisposizione di un progetto per l’ottimizzazione della mobilità interna alle aree del consorzio • Predisposizione di un programma di alta formazione basato sull’utilizzazione delle tecnologie digitali (formazione a distanza) • Attuazione di progetti per risolvere specifiche problematiche segnalate dalle imprese operanti nel consorzio
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LE LINEE STRATEGICHE
AREA DI INSEDIAMENTO PRODUTTIVO ECCELLENTE
3. Eccellenza ambientale
OBIETTIVO Rendere l’area consortile un’eccellenza ambientale sia sul piano paesaggistico che nel senso di essere una «area produttiva ecologicamente attrezzata», attuando contemporaneamente le misure affinché questa eccellenza sia un fattore di competitività per le imprese insediate.
PRINCIPALI ATTIVITÀ • Analisi delle best practices in Italia e all’estero • Costruzione di un piano per la gestione del processo verso la status di APEA • Elaborazione di un progetto di marketing per la valorizzazione dello status di APEA ai fini della competitività dell’area e delle sue imprese • Definizione e attuazione degli interventi per il miglioramento paesaggistico nelle zone di competenza del consorzio, anche attraverso azioni di «ricucitura del territorio» • Integrazione degli interventi per il miglioramento paesaggistico dell’area consortile con quelli analoghi previsti per tutto il territorio di Frosinone
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LE LINEE STRATEGICHE
AGENTE PER LO SVILUPPO ECONOMICO SOSTENIBILE
Agente dello sviluppo economico sostenibile del Frusinate
Attua iniziative volte a rafforzare la rappresentatività dell’area di Frosinone a livello regionale e nazionale
Sviluppa l’eco-sistema economico di Frosinone, essendone parte integrante
Consorzio - agente dello sviluppo
Fornisce asset e competenze per l’attuazione efficiente dei progetti per l’attrattività del territorio
Genera idee di sviluppo e le traduce in progettualità concrete, anche attraverso la collaborazione con altri attori istituzionali
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LE LINEE STRATEGICHE
AGENTE PER LO SVILUPPO ECONOMICO SOSTENIBILE
4. Grandi progetti territoriali
OBIETTIVO Predisporre, anche insieme agli altri attori istituzionali del territorio, grandi progetti per il rafforzamento competitivo di Frosinone, e contribuire alla loro migliore attuazione.
PRINCIPALI ATTIVITÀ • Studiare opportunità progettuale e relativo processo attuativo nei seguenti ambiti - Aree «brownfield» - Area precedentemente vincolata per realizzazione aeroporto-interporto - Realizzazione nuova stazione ferroviaria • Partecipazione al progetto «Frosinone Smart Province”
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LE LINEE STRATEGICHE
AGENTE PER LO SVILUPPO ECONOMICO SOSTENIBILE
5. Diffusione dell’innovazione
6. Clusters produttivi
OBIETTIVO
OBIETTIVO
Rafforzare le strutture e i servizi per l’innovazione all’interno del Consorzio e proporre ad attori istituzionali, imprese, enti di ricerca iniziative strategiche per aumentare il livello e la
Promuovere lo sviluppo dei principali clusters produttivi esistenti nelle aree di competenza del Consorzio, anche attraverso progetti con altri territori e rafforzarne l’immagine a
diffusione dell’innovazione del Frusinate.
livello nazionale e internazionale.
PRINCIPALI ATTIVITÀ
PRINCIPALI ATTIVITÀ
• Predisporre e attuare un progetto strategico per l’innovazione delle imprese insediate nelle aree del Consorzio
• Creazione di gruppi di lavoro specializzati per cluster finalizzato ad individuare e attuare misure funzionali al loro sviluppo nell’ambito di ciascuna delle precedenti linee strategiche
- Avvio di un polo tecnologico nell’area del Consorzio
• Predisposizione insieme alle imprese dei clusters di azioni di comunicazione finalizzate a posizionare il Frusinate come area di
• Elaborare con gli organismi competenti a livello regionale e nazionale iniziative di respiro strategico per l’innovazione
eccellenza
- Incubatore e acceleratore di start-up ad alta innovazione • Predisporre e attuare un progetto strategico per la collaborazione tra piccole e medie imprese e centri di ricerca e innovazione
• Predisposizione e realizzazione di un progetto “sostenibilità” dell’insieme di imprese di determinati cluster produttivi
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LE LINEE STRATEGICHE
MODELLO ORGANIZZATIVO
L’attuazione efficace delle linee strategiche dipende dall’efficacia dell’organizzazione del Consorzio sul piano della sua struttura, delle competenze e delle risorse disponibili.
È essenziale che la struttura organizzativa rimanga «snella» e relativamente flessibile. È altrettanto rilevante che l’organizzazione del Consorzio possa contare su elevate competenze specialistiche, attraverso sia il potenziamento delle professionalità interne, che il consolidamento di collaborazioni di medio – lungo termine con soggetti esterni altamente qualificati.
I comportamenti organizzativi del Consorzio devono avere
un
orientamento non solo tecnico ma anche culturale, basato su quattro principi:
– «far accadere le cose» (project management) – collaborazione – integrazione di risorse e competenze – lavorare per il lungo termine
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PROF. ARCH. FRANCESCO KARRER
IL TERRITORIO DELLA PRODUZIONE NELLA NUOVA CITTÀ DEL FRUSINATE
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ASPETTI GENERALI
Il Consorzio ASI di Frosinone nacque quando l’urbanistica per le attività produttive - artigianali e industriali soprattutto, poteva contare su: • incentivi all’occupazione; • incentivi alla localizzazione; • incentivi ai settori produttivi. Spesso i tre incentivi erano cumulabili. E a questi si potevano aggiungere quelli per i territori sfavoriti: poteva accadere - in qualche caso è realmente accaduto - che per 1 che metteva l’investitore privato, 180 era l’incentivazione pubblica! Oggi è tutto cambiato, per molte ragioni: non ultima quella che gli incentivi, per logica della CE/UE, possono essere elargiti solo indirettamente. Ambiente e territorio sono gli unici terminali di questa residua possibilità di incentivazione. Da ciò la loro centralità (e strategicità) nelle politiche di sviluppo delle attività produttive. Incentivi alla localizzazione ed ai “contesti” sono stati gestiti dai Consorzi per le Aree di Sviluppo Industriale e dai Nuclei industriali. Questi hanno accumulato competenze e capacità. Anche se negli ultimi anni tutto ciò è venuto un po’ meno. I «luoghi» dell’incentivazione erano gli «agglomerati» industriali. Le «reti» erano il complemento, interno ed esterno agli agglomerati. La differenza tra ASI e NI stava soprattutto nel numero degli agglomerati che potevano essere programmati. Soltanto uno nel caso dei NI, più di uno nel caso delle ASI. Ciò rifletteva il diverso coinvolgimento del territorio e dei soggetti/attori dello sviluppo locale. ASI e NI, e quindi i Piani regolatori Territoriali (PRT) – strumenti preordinati rispetto ai piani regolatori comunali (PRG) - potevano godere di una finanza propria (!), della possibilità di espropriare e riassegnare i suoli espropriati gravandoli del valore delle urbanizzazioni: a volte vere intelaiature territoriali. Questo modello ha avuto successo, almeno nella fase iniziale e
intermedia della vita di questo particolare «attore» dello sviluppo dei territori. I Consorzi, in più di un caso, non sono stati solo interlocutori delle pianificazioni e programmazioni generali, ma veri e propri «leader» nella costruzione degli assetti del territorio. Le crisi che purtroppo sono intervenute, in misura non omogenea, sono dipese da questi fattori: difficoltà dei settori merceologici presenti negli agglomerati, la cattiva gestione e il venir meno degli incentivi, le capacità intrinseche dei singoli «attori», i rapporti con i territori di contesto. Ecco un punto significativo anche per la eventuale loro rivisitazione, ovviamente in un contesto istituzionale–organizzativo modificato notevolmente rispetto a quello della fine degli anni 1950, all’epoca cioè della legge istitutiva (legge del 29 luglio 1957, n°634, art. 21), e, soprattutto, in via di ulteriore modificazione, anche se non ancora univoco è l’assetto che questo potrà avere: riforma degli enti intermedi e, più in generale, destino della intercomunalità.
Fig. 1 - Inquadramento
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GLI AGGLOMERATI INDUSTRIALI
NELL’EVOLUZIONE DEI SISTEMI LOCALI DEL LAVORO (SLL) DEL FRUSINATE Il SSL di Frosinone Molto utili per la comprensione del rapporto territorio/attività produttive sono i sistemi locali del lavoro (SLL) che «fotografano» gli spostamenti per lavoro e quindi l’attrazione/attrattività di alcune polarità. Vengono elaborati dall’ISTAT sulla base dei dati censuari. I SLL del Frusinate sono due: Frosinone e Sora. Nella tabella che segue sono indicati i dati di sintesi del SLL di Frosinone dal 1981 al 2001.
Comuni nel 2001 (perimetro verde): Alatri, Amaseno, Anagni, Arnara, Boville Ernica, Castro dei Volsci, Ceccano, Ceprano, Collepardo, Falvaterra, Ferentino, Frosinone, Fumone, Giuliano di Roma, Guarcino, Monte San Giovanni Campano, Morolo, Pastena, Patrica, Piglio, Pofi, Ripi, Sgurgola, Strangolagalli, Supino, Torrice, Vallecorsa, Veroli, Vico nel Lazio, Villa Santo Stefano.
DATI DI SINTESI DEL SISTEMA LOCALE DEL LAVORO FROSINONE SLL FROSINONE n. Comuni
1981
1991
2001
26
35
30
Popolazione residente
210.795
259.382
249.362
Adetti alle Unità Locali
57.871
72.334
74.501
1.170,51
1.542,73
1.292,44
180
168
193
Superficie kmq Densità insediativa (ab/km)
Comuni nel 1981 (perimetro blu): Alatri, Amaseno, Anagni, Arnara, Boville Ernica, Castro dei Volsci, Ceccano, Collepardo, Ferentino, Frosinone, Fumone, Giuliano di Roma, Guarcino, Morolo, Patrica, Piglio, Pofi, Ripi, Serrone, Sgurgola, Supino, Torrice, Vallecorsa, Veroli, Vico nel Lazio, Villa Santo Stefano. Comuni nel 1991 (perimetro rosso): Alatri, Amaseno, Anagni, Arnara, Boville Ernica, Castro dei Volsci, Ceccano, Ceprano, Collepardo, Falvaterra, Ferentino, Filettino, Frosinone, Fumone, Giuliano di Roma, Guarcino, Monte San Giovanni Campano, Morolo, Paliano, Pastena, Patrica, Pico, Piglio, Pofi, Ripi, Serrone, Sgurgola, Strangolagalli, Supino, Torrice, Trevi nel Lazio, Vallecorsa, Veroli, Vico nel Lazio, Villa Santo Stefano.
Fig. 2 - Variazione dei comuni nella SLL Frosinone - Elab. su ultimi dati ufficiali Istat al 2001
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GLI AGGLOMERATI INDUSTRIALI
NELL’EVOLUZIONE DEI SISTEMI LOCALI DEL LAVORO (SLL) DEL FRUSINATE
Il SSL di Sora Nella tabella che segue sono indicati i dati di sintesi del SLL di Sora. DATI DI SINTESI DEL SISTEMA LOCALE DEL LAVORO FROSINONE SLL SORA n. Comuni
1981
1991
2001
14
11
12
Popolazione residente
78.309
63.155
66.543
Adetti alle Unità Locali
17.260
15.555
16.362
Superficie kmq
420,67
340,89
370,14
186
185
180
Densità abitativa (ab/kmq) Fonte: Elab. su dati Istat
Comuni nel 1981 (perimetro blu): Alvito, Arpino, Broccostella, Campoli Appennino, Castelliri, Fontana Liri, Fontechiari, Isola del Liri, Monte San Giovanni Campano, Pescosolido, Posta Fibreno, Santopadre, Sora, Vicalvi. Comuni nel 1991 (perimetro rosso): Arpino, Broccostella, Campoli Appennino, Castelliri, Fontechiari, Isola del Liri, Pescosolido, Posta Fibreno, Sora, Vicalvi, Balsorano (Aq). Comuni nel 2001 (perimetro verde): Arpino, Broccostella, Campoli Appennino, Castelliri, Fontana Liri, Fontechiari, Isola del Liri, Pescosolido, Posta Fibreno, Santopadre, Sora, Balsorano (Aq).
Fig. 3 - Variazione dei comuni nella SLL Sora - Elab. su ultimi dati ufficiali Istat al 2001
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GLI AGGLOMERATI INDUSTRIALI
NELL’EVOLUZIONE DEI SISTEMI LOCALI DEL LAVORO (SLL) DEL FRUSINATE
Indicatori dei SLL di Sora e Frosinone Nella tabella che segue sono riportati i principali indicatori dei sistemi locali del lavoro (SLL) di Frosinone e Sora. Popolazione accessibile media in ‘30
Variazioni di percentuale della popolazione residente nelle SLL ANNI
SLL FROSINONE
SLL SORA
ANNI
1871 - 1921
42,19%
29,13%
1951
101.203
1921 - 1951
21,14%
20,76%
1971
101.014
95.505
1951 - 1961
-2,59%
-8,82%
2001
118.781
103.446
1961 - 1971
-0,95%
-1,81%
2008
121.874
109.439
1971 - 1981
9,37%
3,43%
1981 - 1991
4,44%
1,68%
1991 - 2001
2,58%
-1,33%
50%
120.000
40%
100.000
30%
80.000
20%
60.000
10%
40.000
0%
20.000
-10%
SLL FROSINONE
SLL SORA 109.439
0 1871-1921
1921-1951
1951-1961
1961-1971
1971-1981
1981-1991 SLL Frosinone
1991-2001
1951
SLL Sora
1971
2001
2008 SLL Frosinone
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SLL Sora
GLI AGGLOMERATI INDUSTRIALI
NELL’EVOLUZIONE DEI SISTEMI LOCALI DEL LAVORO (SLL) DEL FRUSINATE
Gli spostamenti Residenza / Lavoro Nella tavole che seguono, sono rappresentati geograficamente i dati sull’accessibilità e le variazioni di accessibilità della popolazione residente dei SLL di Frosinone e Sora. (Fonte: Min. Politiche Agr. - Atlante nazionale del territorio rurale).
Fig. 4 - access. della pop. al 2010 – Tempo 30’
Fig. 5 – Diff. di access. della pop. 1951-2001 – tempo 30’
Fig. 7 – Diff. di access. della pop. 2001-2010 – tempo 30’
Fig. 6 - Diff. di access. della pop. 1991-2001 – Tempo 30’
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GLI AGGLOMERATI INDUSTRIALI E LA POPOLAZIONE NEI COMUNI
DELL’ AREA DI SVILUPPO INDUSTRIALE (ASI) La situazione del rapporto tra agglomerati industriali e popolazione residente nei comuni dell’ASI, al momento della nascita dell’Area di sviluppo industriale e negli anni più recenti è rappresentata nelle figure seguenti.
Fig. 8 - Popolazione al 1951
Fig. 9 - Popolazione al 1961
Fig. 10 - Popolazione al 1991
Fig. 11 - Popolazione al 2011
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GLI AGGLOMERATI INDUSTRIALI E LA POPOLAZIONE NEI COMUNI
DELL’ AREA DI SVILUPPO INDUSTRIALE (ASI)
Evoluzione del Territorio Urbanizzato Per la migliore comprensione del rapporto può essere utile rileggere l’insediamento della popolazione nei centri abitati.
Fig. 14 - Aree urbanizzate ad oggi
Fig. 12 - Crescita delle aree urbanizzate dal 1950 ad oggi
Come si vede il popolamento non aveva ancora interessato la pianura. L’urbanizzazione era abbastanza compatta.
Fig. 13 - Aree urbanizzate ante 1950
Ad oggi qual è la situazione? Si vede come l’urbanizzazione abbia invaso la pianura, si sia “sgretolato” il sistema delle concentrazioni, e come lo “sprawl” abbia vinto. Ma di che natura è questa «invasione»? Di che qualità sono le relazioni tra insediamento urbano e produttivo? Quali le trame di questa relazione? È tutto negativo? Molto se si guarda all’occupazione di suolo. Meno se si guarda alla potenzialità: i bacini di manodopera si sono ampliati, le “distanze” si sono ridotte, la popolazione giovane è più prossima alle opportunità di lavoro. L’ambiente urbano più dinamico….
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GLI AGGLOMERATI INDUSTRIALI E LA POPOLAZIONE NEI COMUNI
DELL’ AREA DI SVILUPPO INDUSTRIALE (ASI)
LA CITTÀ DIFFUSA Siamo quindi arrivati alla situazione che è la città diffusa ad “ospitare” la produzione, ma questa condizione non deve essere subita, deve essere vissuta attivamente.
Va, quindi ripianificata, non può essere un risultato casuale della crescita.
Eccola rivisitare
la
chiave la
città
del
problema:
diffusa
senza
ideologismi di sorta. Accettarla, ripianificarla dall’interno: densificare, riqualificare, riconnettere, etc.
Fig. 15 – Urbanizzato dell’area del frusinate al 2011
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DAGLI AGGLOMERATI INDUSTRIALI ALLE AREE PER INSEDIAMENTI PRODUTTIVI NELLA CITTÀ DIFFUSA PROGETTO DEL «NUOVO CUORE TERRITORIALE» Prendere atto del cambiamento dell’urbanizzazione, governarlo per mezzo di una nuova pianificazione integrata tra territorio, città e attività produttive, è la strada maestra.
L’urbanizzazione diffusa quindi, non solo come patologia, ma come risorsa da valorizzare per sviluppare le sue potenzialità: nuove centralità, nuove opportunità.
Tra queste, senz’altro il grande «quadrangolo» costituito dalla rete infrastrutturale primaria: autostrada A1, Via Casilina, Via dei Monti Lepini, Ferentino-Sora (SR214), e la strada urbana via Fabi (asse centrale del sistema).
Fig. 16 – il «nuovo cuore territoriale del frusinate»
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DAGLI AGGLOMERATI INDUSTRIALI ALLE AREE PER
INSEDIAMENTI PRODUTTIVI NELLA CITTÀ DIFFUSA
Rete che disegna un nuovo cuore del territorio, integra gli agglomerati industriali, la città di pianura e i nuovi poli d’attrazione. Per formare nel complesso un nuovo grande «parco d’attività».
Fig. 17 – Schema del nuovo parco d’attività del Frusinate
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ESEMPI DI NUOVE FORME DI INSEDIAMENTO DELLE ATTIVITA’ PRODUTTIVE ESEMPI PER LA NUOVA STAZIONE DI FROSINONE
Fig. 18 – Localizzazione dell’ambito d’intervento
Fig. 19 – Area nuova stazione nell’ipotesi di Master Plan dell’aeroporto
• Nuova stazione Reggio Emilia AV Mediopadana
• Nuova stazione di Lille
La stazione servirà l'AV ed è composta da 19 moduli, ciascuno della lungh. di 25,4 m, costituiti da una successione di 25 portali di acciaio sfalsati e distanziati tra loro di circa un metro.
La riorganizzazione del nodo urbano di Lille con l’occasione dell’attraversamento del TGV.
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ESEMPI DI NUOVE FORME DI
INSEDIAMENTO DELLE ATTIVITA’ PRODUTTIVE
• Sophia Antipolis E’ un parco tecnologico sito tra le città di Nizza e Cannes. I 2.300 ha di terreno ospitano aree tematiche dedicate all’istruzione, alla ricerca, alle biotecnologie, ai computer, all’elettronica e alle reti di comunicazione, intervallate da ampi spazi verdi, business park e aree ricreative.
Solo di recente in Italia compaiono queste tipologie insediative, tra le quali: • Tecnoparco Lago Maggiore Il progetto del Tecnoparco nasce da un'idea della Comunità Europea e della Regione Piemonte con una precisa finalità: promuovere lo sviluppo imprenditoriale per mezzo della innovazione delle tecnologie, dei processi e dell'organizzazione. Tecnoparco si configura oggi come il primo Parco Tecnologico del Nord Italia per l'innovazione e lo sviluppo. La scelta di un progettista di chiara fama, quale Aldo Rossi, segna la volontà di investire su un'immagine forte, per una tipologia di insediamento industriale consolidata in altre realtà, ma nuova in questo contesto.
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ESEMPI DI NUOVE FORME DI
INSEDIAMENTO DELLE ATTIVITA’ PRODUTTIVE
• Il Kilometro Rosso Il Parco Scientifico Tecnologico Kilometro Rosso, che si trova lungo l’autostrada A4 alle porte di Bergamo, è un contesto d’eccellenza che ospita aziende, centri di ricerca, laboratori, attività di produzione hightech e servizi all’innovazione.
• Genova 2021, città della tecnologia Progettato dall’architetto Mario Bellini e ribattezzato la Silicon Valley Italiana, il Parco Tecnologico e Scientifico degli Erzelli sorgerà su una spianata di oltre 400.000 mq situata nei pressi dell’aeroporto di Genova. Il parco è attrezzato su un’area di circa 100 mila mq oltre a 200.000 mq di zone verdi con aree dedicate allo sport ed al tempo libero. Vi trovano sede la Facoltà di Ingegneria e relativi laboratori: 84.400 mq; Centri di ricerca ed aziende high tech: 208.300 mq. Uso residenziale: 104.000 mq, 12.050 spazi commerciali, servizi e attrezzature ricettive.
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PROPOSTE PER LA RIVISITAZIONE DEL PIANO REGOLATORE TERRITORIALE (PRT) In questa nuova prospettiva territoriale, il Consorzio deve ridisegnare il suo layout complessivo. Ovviamente anche quello di una più ampia porzione di territorio dovrà essere rivisitata. La dimensione della quale dovrà essere conforme a quanto il nuovo assetto istituzionale – organizzativa e la nuova programmazione territoriale decideranno che dovrà essere. I quattro agglomerati, nell’ambito della complessa rivisitazione del PRT, potrebbero avere una caratterizzazione prevalente che, tentativamente, potrebbe vedere Anagni come sorta di “polo” della ricerca e della tecnologia chimico-farmaceutica; Frosinone, come vero e proprio “parco d’attività”(alias area per insediamenti produttivi) integrato nella «città diffusa» ed elemento qualificante di questa; Sora, nel campo della filiera del legno e della esposizione dei prodotti del territorio; Ceprano, come “area industriale ecologicamente attrezzata”. Tutti gli agglomerati industriali potrebbero svolgere la funzione di “distretti” prioritari per quanto riguarda la trasformazione del sistema insediativo del frusinate, in una vera e propria “smart city territoriale”. La rivisitazione del PRT alla luce dei principi della nuova pianificazione basati sulla sussidiarietà, la partecipazione, oltre che sulla sostenibilità/resilienza, etc., potrebbe essere oggetto anche dell’applicazione del nuovo strumento dell’ITI - Investimento Territoriale Integrato indicato dalla programmazione comunitaria 2014 - 2020, come il più adatto a coniugare il coinvolgimento del “locale” nelle politiche nazionali, generali e di settore.
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PROPOSTE PER LA RIVISITAZIONE DEL
PIANO REGOLATORE TERRITORIALE (PRT)
Fig. 20 – Nuovo layout del territorio dell’ASI
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Consorzio per lo Sviluppo Industriale Frosinone
ARCH. ANDREAS KIPAR
SCENARI DI SVILUPPO PER L’AREA EX VIDEOCOLOR
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VERSO LA GREEN LANDSCAPE ECONOMY
UN NUOVO MODELLO DI SVILUPPO
I PRINCIPI
Oggi ci troviamo di fronte a un forte dilemma: come rilanciare l’economia e, allo stesso tempo, salvaguardare il fragile
NO al consumo di suolo SI alla rigenerazione urbana
equilibrio ambientale? La risposta può essere un nuovo approccio alla sostenibilità, nella quale il paesaggio (elemento di forte identità soprattutto in Italia) possa
NO alla dispersione insediativa SI alla infrastrutturazione territoriale
giocare un ruolo di primaria importanza. Il paesaggio, perduta la sua connotazione ornamentale-passiva che una logica compensativa gli attribuiva, diventa un elemento centrale nelle nuove politiche di
NO alla settorializzazione SI alla sinergia tra infrastruttura e ambiente
sviluppo, alla ricerca di un rinnovato rapporto con il nostro territorio. L’obiettivo è elaborare strategie di intervento che mirano alla valorizzazione delle risorse esistenti e all’attivazione di sinergie tra le diverse azioni progettuali, con l’obiettivo di migliorare l’efficienza, l’operatività e l’economicità dell’intero processo. Stop war on nature! Let’s work with it!
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IL MASTERPLAN DELLA VALLE DEL SACCO
IL PARCO LINEARE
Il masterplan della Valle del Sacco è un progetto nato grazie alla
Sulla base delle analisi effettuate e delle criticità riscontrate, il territorio
partecipazione del gruppo LAND, coordinato da Andreas Kipar, nel
della valle del Sacco è stato suddiviso in 10 cellule, da Colleferro a
laboratorio FondaMenti (Istituzioni, Industria, Imprese, Associazioni,
Ceprano, che racchiudono ambiti omogenei di paesaggio e che
Università), promosso da Fondazione Kambo nel 2010, con il quale si è
rappresentano unità minime di attuazione del masterplan, all’interno
cercato di favorire la realizzazione di un network territoriale nell’area del
delle quali gli attori locali possono fare sistema per realizzare progetti
Frusinate per far emergere posizioni condivise su temi strategici per la
condivisi.
crescita del territorio. Il primo risultato di questo laboratorio è un
La Valle del Sacco, in questo senso, diventa un vero e proprio
Masterplan che, nell’ottica di una visione sistemica aspira a fare da cornice
laboratorio dove sperimentare approcci innovativi di pianificazione e
a uno sviluppo sostenibile per il prossimo decennio dove il paesaggio
attuazione
rappresenti la vera infrastruttura entro cui collocare in modo coerente ed
applicando un modello che, per la sua flessibilità, può essere replicato in
armonioso tutte le politiche di sviluppo.
tutta la Provincia di Frosinone.
di
progetti
di
valorizzazione
paesisitico-ambientale,
La finalità principale rimane quella di assecondare le vocazioni del Un progetto che ambisce a portare la Provincia di Frosinone al di là dei
territorio, partendo dalle radici storico-culturali e facendo riemergere le
propri confini.
tracce del paesaggio alla ricerca di una nuova identità per la Valle del Sacco capace di cogliere le sfide della contemporaneità.
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IL CASO STUDIO
LA CELLULA DI ANAGNI
Nella ‘cellula’ di Anagni sono presenti oltre 150 aziende. Anagni è uno dei poli industriali più importanti del Consorzio di Frosinone. La crisi e le emergenze ambientali spingono a interrogarsi sulle prospettive di questa importante parte del territorio che per molto tempo è stato il traino di economie e di innovazione e che oggi ha la necessità di aprirsi verso nuovi modelli che ne possano rilanciare il ruolo e l’identità.
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IL LABORATORIO APPLICATIVO
L’AREA EX VIDEOCOLOR
La vicenda di quest‘area industriale nasce negli anni Sessanta con la produzione di cinescopi per televisori a colori. Nel 1971 la società viene ceduta alla Thomson, che la trasforma in una joint-venture con la RCA, rinominata in Videocolor S.p.A., divenendo una delle più importanti realtà dell’industria componentistica elettronica nazionale. L’impresa contava circa 2.000 dipendenti, e fino al 1977, anno in cui partono le trasmissioni televisive a colori in Italia, il 95% dei cinescopi prodotti viene esportato all’estero. Il periodo di massimo successo della Videocolor sono gli anni 1990-2000, quando produce annualmente 4 milioni di cinescopi l’anno e impiega 2.500 lavoratori. Nel 2005 la Thomson cede la Videocolor alla Videocon, multinazionale indiana produttrice di elettrodomestici. Seguono anni di difficile gestione economica dell’azienda che verte verso una instabilità sempre più forte. Il 26 giugno 2012 viene dichiarato ufficialmente, dalla Camera di commercio di Frosinone, il fallimento del sito.
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EX VIDEOCOLOR
CULTURE/NATURE
Il tema delle aree dismesse e del loro recupero costituisce oggi un problema di rilevante interesse ed importanza per le evidenti ricadute di carattere economico e sociale nel territorio e rappresentano opportunità per attivare nuovi modelli di sviluppo sostenibile. L’area dell’ex Videocolor rappresenta un’occasione per proporre una strategia che trasformi l’area in oggetto in un laboratorio in grado di attivare un processo virtuoso negli ambiti industriali del Consorzio ASI Frosinone; un’applicazione concreta della strategia individuata nel Masterplan per la valorizzazione della Valle del Sacco. La lettura interpretativa del territorio di Anagni ha posto in evidenza come il sistema naturalistico, insieme alla morfologia dell’abitato che ridiscende dai colli verso la vallata, sia bruscamente interrotto dal sistema industriale “rigido” compreso tra le infrastrutture veloci dell’autostrada e delle linee ferroviarie. Il progetto prova quindi ad interrogarsi su come il paesaggio storico-naturale e il paesaggio industriale possano nell’area ex Videocolor ritrovare un dialogo e come il paesaggio possa diventare un fattore per innescare nuove forme di economia ecologicamente sostenibile.
Fig. Il sistema naturale “fluido” e il sistema industriale “rigido”
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EX VIDEOCOLOR
IL TRATTAMENTO DEI VOLUMI
Il progetto per l’ex Videocolor propone di intervenire sulle superfici
L’obiettivo è la creazione di un luogo attrattivo, anche attraverso
coperte (circa 7 ettari) attraverso alcune azioni che hanno l’obiettivo
nuovi spazi di qualità nei quali “natura” e “cultura industriale” si
di trasformare lo spazio industriale in spazio adatto ad accogliere un
incontrano. Un luogo piacevole dove lavorare, ma anche dove
mix funzionale che risponda più al modo di vivere e lavorare
trovare un’offerta diversificata di servizi. La “spaccatura” del
contemporaneo
artigianato,
volume principale tenta di innescare nuove relazioni con il
professioni creative, arte, ecc.). Le azioni sul costruito puntano alla
paesaggio circostante, aprendo la visuale verso l’abitato di Anagni
riduzione delle volumetrie, attuata selezionando i corpi di fabbrica da
e creando nuove relazioni con il contesto ambientale”.
(piccole
imprese,
commercio,
mantenere, e la frammentazione del corpo principale.
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EX VIDEOCOLOR
IL TRATTAMENTO DEGLI SPAZI ESTERNI
Il tema degli spazi esterni assume particolare rilevanza in quanto i vecchi
anche alla nuove forme di fitobonifica e alla produzione di biomasse
piazzali asfaltati e le aree contermini divengono il simbolo della
energetiche.
rigenerazione del suolo che, attraverso l’acqua e la vegetazione, torna a
L’area viene strutturata in diversi ambiti, come un vero e proprio
essere fertile e a “produrre”, trasformando l’area Videocolor in un vero e
patchwork di paesaggi.
proprio laboratorio di innovazione del paesaggio industriale, legato
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EX VIDEOCOLOR
LA NASCITA DI UN NUOVO PAESAGGIO PRODUTTIVO
L’ANELLO DI BIOMASSA: un anello alberato, un nuovo bordo permeabile al sistema ambientale- paesaggistico cinge i volumi riqualificati definendo un nuovo rapporto con l’esterno.
LE COLTURE AGROENERGETICHE: lo spazio tra i volumi viene ‘de-cementificato’.
Il
suolo
si
rigenera
e
diviene
luogo
Il concept
Il moderatore l’anello di biomassa
Il passpartout le colture energetiche
Il nucleo i nuovi spazi dell’incontro
di
sperimentazione anche attraverso nuove colture energetiche.
I NUOVI SPAZI DELL’INCONTRO: la frammentazione dei volumi crea nuove centralità attorno alle quali si distribuiscono spazi più piccoli in grado di accogliere le nuove forme del lavorare sul territorio. In particolare al centro dell’edificio principale è prevista la realizzazione di una nuova piazza come luogo di incontro e relazione per i fruitori e gli addetti degli spazi produttivi. Una vasca e un taglio d’acqua
LE SPALLE VERDI: il tassello Videocolor innesca una nuova relazione
accompagnano il visitatore dall’ingresso fino al centro del nuovo
con il paesaggio circostante anche ad una scala più ampia. Sono
complesso e da lì fino ad un’altra vasca che raccoglie le acque piovane
previsti interventi di riqualificazione del paesaggio circostante con
dei tetti degli edifici, da utilizzare anche a scopi di irrigazione.
interventi di forestazione e inserimento di siepi e filari agricoli.
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EX VIDEOCOLOR
LA NASCITA DI UN NUOVO PAESAGGIO PRODUTTIVO
Un anello alberato, un nuovo bordo permeabile al sistema paesaggistico
Lo spazio esterno tra i volumi viene ‘de-cementificato’. Il suolo si rigenera e produce colture energetiche
La ‘spaccatura’ dei volumi crea nuove centralità. Una piazza sulla quale si affacciano nuove forme del lavorare
Le spalle verdi: il paesaggio ritrova spazio
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EX VIDEOCOLOR
LA NASCITA DI UN NUOVO PAESAGGIO PRODUTTIVO
L’opportunità che oggi rappresenta l’ex Videocolor è quella di divenire un esempio concreto in grado di innescare un processo virtuoso nel territorio attraendo nuove intelligenze e nuove attività di qualità.
L’obiettivo è innescare un processo esteso di qualificazione che possa rendere nuovamente attrattivo il territorio verso nuove forme di economia ambientalmente sostenibile.
Fig. Stato di fatto
Un processo sicuramente ambizioso ma che può partire solo con azioni concrete, le uniche in grado di testimoniare l’inversione di tendenza e l’effettiva volontà di ricostruire un rapporto fertile tra le attività produttive e il territorio che le ospita.
Fig. Scenario di progetto
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Consorzio per lo Sviluppo Industriale Frosinone P.le De Matthaeis, 41 c/o Grattacielo Edera 03100 Frosinone (FR) Centralino: 0775.80051 Fax: 0775.800533 info@asifrosinone.it www.asifrosinone.it