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IL MENSILE PER GLI UOMINI CHE AMANO LA VITA - NUMERO 261 - NOVEMBRE 2021
20 Anni
E L E G A N Z A , G A R B O E C O RT E S I A S O N O I C O N N O TAT I D I U N G E N T L E M A N
NUMERO SPECIALE
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idee per l ’abitare
I L SE NS O D EL C OLO R E È QUELLO DELLA VITA. DA SCOPRIRE NEI LAVORI, E NELLE PAROLE, DELL’ECLETTICO INTERIOR DESIGNER NICOLÒ CASTELLINI BALDISSERA DI ILARIA DE BARTOLOMEIS FOTO DI GUIDO TARONI
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«U
NA CASA NON È MAI FINITA. È una dimensione in continua evoluzione», racconta Nicolò Castellini Baldissera, interior designer dallo spirito eclettico, raffinato gentiluomo e discendente di grandi protagonisti della cultura italiana, come Giacomo Puccini e l’architetto Piero Portaluppi. «Fin da piccolo ho respirato il genio del bisnonno Piero, la sua sensibilità decorativa e la capacità di accostare i materiali in maniera unica, ironica e spiritosa. Quel suo giocare con i marmi per creare pattern inaspettati ha influenzato il mio modo di intendere gli interni: mischio oggetti apparentemente in contrasto fra di loro, provenienti da mondi diversi; metto insieme dettagli, vibrazioni, colori; esploro, sperimento e
A sinistra, Nicolò Castellini Baldissera, interior designer e fondatore del marchio Casa Tosca, ritratto nel giardino della sua casa di Tangeri, in Marocco. Sopra, nella loggia, il trono da baby maharaja, dono del padre, l’architetto Piero Castellini, è stato trasformato in daybed. Le stampe del ’700 sono della bisnonna, Lia Portaluppi.
poi, a un certo punto, in questo apparente caos, trovo una nuova armonia». Nella sua mente c’è creatività, intuizione e una straordinaria capacità di rompere gli schemi per definire regole nuove. Nei suoi lavori emerge una stratificazione di esperienze vissute a Milano, Parigi, Londra e Tangeri, dove ha comprato casa e vi trascorre molti mesi all’anno. Ogni suo progetto è un crocevia di culture, che trova nel colore il linguaggio espressivo. «Il colore è vita: è ciò che rende visibili le emozioni. Amo le sfumature dell’acqua, dei giardini, dei paesaggi italiani, per questo non uso mai il bianco o il nero. Combino tonalità contrastanti o gioco con le righe, la mia passione: creo accostamenti inaspettati fra le pareti e i rivestimenti tessili».
BELLA COME UN FIORE Lampada Belle de Jour di Foscarini in tessuto elastico.
TONI VIBRANTI Centrotavola Sialk di Hermès in rame smaltato.
M’AFRIQUE Tavolini Banjooli di Moroso in acciaio e fili di polietilene.
GIARDINO PERSIANO Paravento Nuage di India Mahdavi in rattan.
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IN&OUTDOOR Sedie e tavolo Milà di Magis, anche per esterni.
VINTAGE Radiofonografo di Brionvega con bluetooth e wi-fi.
ICONA DEL FUTURO Soriana di Cassina con imbottitura ecocompatibile.
OPTICAL Piastrelle Cementiles di Bisazza in cemento.
GRAFFITO Tappeto Venus in lana himalayana di CC-Tapis.
SLIDING DOORS Sistema di pareti mobili Soho di Rimadesio, in vetro e alluminio.
INTARSI Cabinet Klaatu di A&A in legno e paglia a intarsio.
Ricreare uno stile eclettico ed emozionale co n og g et t i u n i ci
SAFARI Lampadario Giraffe in Love di Qeeboo. ARTE VETRARIA Si chiama Fazzoletto il vaso di Venini in vetro soffiato artigianalmente.
SECONDA PELLE Divano Stiletto di Versace Home in pelle.
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SPECCHIO DELLA COSTA Specchio rotondo Coast di Fernando Mastrangelo.
COFFEE TABLE Tavolino Ishi in vetro e legno di De Padova. PATTERN SU LEGNO Panca Marquetry Magnificence di Patternity a intarsio.
RIFLESSI Specchiera ovale Anemonia di Natuzzi in metallo.
I tessuti e le stampe s o n o s p e s s o fo n t e d ’ i s p i ra z i o n e
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COME UN KIMONO Cabinet Meisen di Alpi in legno con decoro ispirato alla tessitura Ikat.
RIVISITATO Divano Mah Jong di Roche Bobois con tessuto Kenzo.
ESOTICA Carta da parati Passiflora, Esotismi di Mi-Sha.
COME UN TRONO Poltroncina Catilina di Azucena in metallo e pelle Serapian.
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A SOSPENSIONE Lampada Wagasa di GTV in tessuto e paglia di Vienna.
AVVOLGENTE Poltrone Harbour di B&B Italia rivestite in tessuto.
LE ICONE DEL DESIGN I dieci pezzi cult che non possono mancare in una casa
GIOCO DI CONTRASTI Cemento e resina per il tavolino Golia di Draga & Aurel.
Arco. Disegnata da Achille & Pier Giacomo Castiglioni nel 1962 per Flos.
Carlton. Il mobile divisorio di Ettore Sottsass per Memphis Milano.
Up. La poltrona con poggiapiedi di Gaetano Pesce del 1969 per B&B Italia.
Cobra. La lampada racchiusa in una sfera di Martinelli Luce.
Atollo. By Vico Magistretti per Oluce, è l’archetipo della lampada da tavolo.
Louis Ghost. La sedia iconica di Kartell disegnata da Philippe Starck.
LC4. Le Corbusier, Jeanneret e Perriand firmano la chaise longue di Cassina.
Reale. Omaggio a Carlo Mollino, il tavolo di Zanotta.
Vanity Fair. Emblema stesso di Poltrona Frau, la seduta è prodotta dal 1930.
Tour. Declinazione del Tavolo con Ruote di Gae Aulenti per FontanaArte.
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MINIMAL Scrittoio Earl of wood di Kartell in legno.
ALLO SPECCHIO Rotondo con cornice e cinghia in cuoio, Drop di Poliform.
INTARSIATO Archway, tavolo in legno di betulla e mogano di Fratelli Boffi.
Illustrazioni di Ilaria Santini
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Interiors
RINA SC ERE I N C A MPA GNA GLI ARCHITETTI MARCO BONELLI E MARIJANA RADOVIC HANNO TRASFORMATO UN ANTICO BORGO DEL CHIANTI IN UN RIF UGIO INTIMO E INFORMALE DI ILARIA DE BARTOLOMEIS FOTO DI LORENZO PENNATI
«S
ONO SICURO che se vivessi in campagna per sei mesi diventerei un tipo così semplice, che nessuno si accorgerebbe più di me», scriveva Oscar Wilde. La vita in campagna rappresenta, infatti, una delle rare condizioni in cui l’uomo riesce a rallentare, ad apprezzare la genuinità delle cose, a riconnettersi con se stesso, liberandosi da ogni tipo di sovrastruttura. Ed è proprio in questa dimensione di semplicità esistenziale, in cui il dolce far nulla e il perseguire le proprie passioni prendono il sopravvento, che la campagna si presenta come la destinazione perfetta del gentleman. Ecco perché regalarsi una casa nella natura è qualcosa di impagabile. Così ha fatto Marco Bonelli che, con la moglie Marijana Radovic, ha fondato a Milano lo studio di architettura e design M2Atelier, specializzato nella progettazione di collezioni d’arredo, di superyacht, di residenze di lusso, di spazi come quello dell’esclusivo club newyorkese The Core di cui stanno curando la nuova sede di Milano. Circa vent’anni fa, l’architetto, che allora viveva a New York, ha comprato un piccolo borgo nel Chianti in totale stato di abbandono, con l’idea di dar forma a un luogo speciale in cui rifugiarsi. «Adoro la campagna, se fosse per me trascorrerei tutta l’estate qui. Questa casa è immersa in un bosco, un po’ isolata dal mondo: rappresenta la condizione ideale per rigenerarmi, per trascorrere del tempo di qualità
Marco Bonelli e Marijana Radovic, architetti e designer, hanno fondato lo studio M2Atelier. Nella pagina accanto, l’antica torre risalente all’anno Mille che fa parte della loro casa di campagna a Gaiole in Chianti.
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Giovanni Malgarini
con Marijana e i nostri bambini Carlo e Norah. Tanto per cominciare, raggiungere questa dimora è un viaggio, ed è in questo lento avvicinarsi che, ogni volta, inizio a gustare quella meravigliosa sensazione di tempo sospeso che mi aspetterà nel Chianti», racconta Marco Bonelli. Anche la ristrutturazione del borgo ha implicato una buona dose di pazienza e di perseveranza: è stato un percorso graduale verso ciò che è oggi. Il complesso era composto da una piccola torre d’avvistamento risalente all’anno Mille, da una chiesetta del ’600, con annessa la casa Sopra, nel living, due pannelli a smalto di Paolo De Poli, provenienti da un transatlantico che l’artista aveva decorato con Gio Ponti. Qui a destra, le scale in legno; la piscina dalla forma stretta e lunga; una delle camere da letto.
del parroco, e da una porcilaia. «Abbiamo iniziato dalla messa in sicurezza di questi antichi edifici e poi, passo dopo passo, abbiamo riunito i corpi nel totale rispetto della struttura originaria e del paesaggio. All’esterno non abbiamo toccato nemmeno una pietra e nel giardino abbiamo ricostruito alcuni muretti a secco con antiche tecniche locali. All’interno, abbiamo voluto mantenere quell’atmosfera semplice tipica delle case di campagna: abbiamo reinterpretato l’esistente valorizzando l’identità e la storia del manufatto», continua Bonelli.
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Con l’idea di mescolare tradizione locale e comfort contemporaneo, gli architetti hanno rifinito i pavimenti con quei mattoni sottili tradizionalmente utilizzati per i muri o per gli archetti dei caminetti; le travi dei soffitti in legno di castagno sono state restaurate e trattate a cera, invece che a olio, per avere un bel effetto materico e un colore caldo, ma contemporaneo; le superfici della cucina sono state realizzate in rovere spazzolato e i piani d’appoggio sono in cemento rifinito con un impasto di resina e polvere di pietra locale.
«Ricalcando le proporzioni originarie degli ambienti, abbiamo creato un progetto d’interni movimentato, fatto di spazi intimi e accoglienti che ci permettono di ospitare gli amici e offrire loro una certa privacy. Ogni finitura è stata curata nel dettaglio, così da avere eleganti ambienti informali. La vita in questa casa, infatti, è fluida e rilassata: il tavolo della colazione resta imbandito fino al pranzo, che alle volte è a metà pomeriggio, e un aperitivo può sfociare in una grigliata senza soluzione di continuità. Questo è il nostro modo di vivere la campagna». Sopra, la cucina dal design contemporaneo riprende i colori caldi delle travi in legno di castagno e del pavimento in cotto. Qui a sinistra, uno dei bagni con il lavabo in pietra e lo studio ricavato in un soppalco allestito nell’ex chiesetta.