rima regnarono i Visconti e gli Sforza. Poi i francesi e gli spagnoli; dopo gli austriaci. Infine la libertà dal giogo straniero, i Savoia e la Repubblica. A Milano la storia ha lasciato tracce indelebili: nelle architetture, nei giardini nascosti. Ma anche nei suoi interni più belli, nelle case che appartengono oggi agli eredi di famiglie come i Crespi, i Beccaria e i Trivulzio, per citarne alcune, oppure ai nomi di spicco dell’arte e del design, dell’architettura e della moda, della musica e degli affari. Alle loro dimore “preziose” è dedicato Inside Milan (Vendome Press), nato dall’incontro tra Nicolò Castellini Baldissera, pronipote dell’architetto Piero Portaluppi, e il fotogra fo Guido Taroni, nipote di Giovanni Gastel a cui dedica il libro. L’opera ci racconta una Milano un po’ segreta, ma piena di entusia smo e di creatività. Ogni personaggio che gli autori incontrano - e sono più di 40 nel libro - ha saputo creare dentro le quattro mura della sua dimora un piccolo universo, mixando tradizione e inno vazione. Il vecchio e il nuovo, per esempio, si fondono perfettamen te nella casa di Carlo Clavarino e di sua moglie Isabelle: nel sog giorno, un Anish Kapoor colorato affianca un comò Luigi XV.
PL’uso dei colori scuri fa risaltare le opere d’arte, mentre le audaci strisce dell’ingresso s’ispirano alle esperienze optical, con un effet to seducente ed elegante. Lapo Elkann, in pieno centro, ha scelto un attico che sembra una barca a vela e una terrazza che l’avvolge tutto. E l’ha reso pulsante con la sua passione per il collezionismo. Lo studio dell’artista Luca Pignatelli è invece un loft che sorge all’ultimo piano di un’ex fabbrica meccanica vicino alla Fondazione Prada: sono le sue dimensioni a permettergli di movimentare le sue immense tele. Uno spazio contemporaneo con dimensione nostal gica è, invece, la casa di Emiliano Salci, cofounder di Dimorestudio. Si chiama L’isola Felice il nido di Luca Vitali, gallerista, e Luisa Vanzo, graphic designer, nel quartiere dei giornalisti, là dove una volta c’era una scuola di danza. L’architetto Hannes Peer vive nel lo studio che fu di Emilio Tadini, la cui pop art intellettuale ha ispirato alcuni colori. Per finire, ci sono le case dei due autori: Nicolò, con il suo appartamento chiamato “Lo Squallidone”, che è natu ralmente tutt’altro. E lo studio di Guido, un rifugio inondato di luce che gioca con trasparenze e prospettive.
Hannes Peer e Philippe Rinaudo nello studio che fu di Emilio Tadini. Abbinamenti creativi: la casa di Emiliano Salci.