Vanity Fair Design

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Supplemento a Vanity Fair n. 41 vanityfair.it VANITY FAIR DESIGN OTTOBRE 202 2 DESIGN Voglia di fuggire in campagna, di prime o seconde case immerse nel verde, arredate mescolando antico e contemporaneo. Per vivere un sogno (anche restando in città) Supplemento al n. 41 - Ottobre 2022 ESCAPE

MILANO

Dietro ai portoni, nascoste tra i cortili e i giardini della città meneghina, ci sono CASE CHE RACCONTANO STORIE .

Sono tutte in un libro che ci svela il gusto dei milanesi doc

VALERIA

GUIDO TARONI

PREGO, ACCOMODATEVI Sopra, la cucina della creativa Uberta Zambeletti, fondatrice e proprietaria del concept store Wait and See Accanto, la casa dell’architetto Piero Castellini Baldissera: «C’è un’esuberanza che associo a mio padre», dice Nicolò Castellini Baldissera, autore del nuovo libro Inside Milan
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Milano, si sa, è una città introversa, di quelle che ti conquistano se ti dai il tempo di conoscerla, se la guardi per un po’, la frequenti, vedi quello che fa. Magari negli ultimi anni è diventata anche un po’ più sfacciata, con quei suoi nuovi palazzi alti e quell’aria internazionale post-Expo, ma appena arrivi no, non ti toglie il fiato, finché non apri uno dei suoi portoni e la scopri. Le facciate delle case non sempre sono all’altezza della bellezza che si trova al loro interno, tra giardini segreti e scalinate in stile Liberty. E quando poi si entra in quegli appartamenti, si scoprono storie di grandi famiglie dai gusti sofisticati: gli arredamenti raccontano di viaggi lontani, di arte preziosa e di ricordi di una vita. È appena uscito un libro che si intitola Inside Milan (Vendome Press) e che ci fa entrare in quelle case, mostrandoci chi le abita, svelandoci camere da letto, cucine, studi, bagni e stanze private. Lo fa da vicino: gli autori, Guido Taroni per le foto e Nicolò Castellini Baldissera per i testi, appartengono a quelle dinastie che hanno fatto la storia della città. Ed è Nicolò, interior designer, pronipote del grande architetto Piero Portaluppi, a raccontarci, in questa memorabile raccolta di foto, gruppi di famiglie in un interno.

Il libro è dedicato al grande fotografo Giovanni Gastel: c’è un legame tra lui e queste case che avete scelto?

«C’è uno stretto legame di amicizia tra le nostre famiglie: io e suo

nipote Guido abbiamo deciso di dedicargli questo libro come omaggio al suo amore per Milano». C’è un filo rosso estetico tra queste case milanesi?

Un elemento costante?

«Paradossalmente il filo rosso è proprio la costante diversità di stile e di luoghi, messa volutamente in risalto in questa nostra pubblicazione. Ogni casa ha la sua identità, creata da chi la abita». Qual è il particolare di casa sua che le piace di più?

«Il colore. E sono affezionato ad alcuni pezzi che ho creato per Casa Tosca, la mia linea di mobili prodotta tra Milano e Tangeri».

C’è una casa, tra quelle che avete descritto, che le è rimasta nel cuore per un dettaglio?

«Sono tanti e tutti speciali. Mi viene in mente la porta laccata rossa e oro di Fornasetti, un pezzo vintage, a casa di Guido Taroni. Mi piace per il suo colore acceso e per la sua storia di recupero».

Un pezzo di design che secondo lei manca a casa sua e che desidererebbe tanto?

«La lampada Mano progettata da Pietro Chiesa, nel 1932, per FontanaArte».

Nelle case che avete fotografato ci sono anche importanti opere d’arte: qual è l’opera dei suoi sogni? Quale quella per cui sarebbe disposto a fare follie?

«Ho visto opere stupende in tutte le case, io farei follie per la collezione di marmi antichi di mio padre. Era quella del mio bisnonno».

Parliamo della città.

Una zona di Milano che le piace particolarmente?

«Porta Venezia perché si affaccia sui giardini e a Milano il verde è prezioso. Questa è anche la zona dove c’è il maggior numero di edifici del mio bisnonno, l’architetto Piero Portaluppi. Si vedono passeggiando tra corso Venezia, piazza Oberdan e via Jan». Un locale di Milano che bisognerebbe conoscere? Oltre al ristorante Santa Lucia che cita nell’introduzione del suo libro.

«La Latteria di Arturo e Maria Maggi, in via San Marco: è il mio posto preferito per eccellenza.

Poi vado volentieri da Toyoshu, il sushi bar degli Atellani, in corso Magenta, gestito magistralmente dal grande Roby».

Il pregio migliore e il difetto peggiore di  questa città?

«Mi piace la sua dimensione di piccola metropoli, facile da vivere. Il difetto? I muri imbrattati dei  palazzi storici...».

Se non fosse Milano, lei dove andrebbe a vivere?

«A Tangeri, per la sua luce speciale, per i suoi bellissimi giardini segreti spesso disegnati da architetti famosi come Umberto Pasti, e per il suo fantastico cosmopolitismo. Ultimamente sta attraversando una specie di renaissance che attira creativi da tutto il mondo».

LA COPERTINA

Inside Milan di Nicolò Castellini Baldissera, con le fotografie di Guido Taroni, è il nuovissimo libro pubblicato da Vendome Press.

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CASA PER CASA

A destra, un ritratto di Nicolò Castellini Baldissera

Qui sotto, la casa di Idarica Gazzoni, pittrice e fondatrice del marchio di tessuti Arjumand’s World e, accanto, la camera dell’interior designer Enrica Stabile Saibene In basso, il bagno dell’appartamento di Carlo Alberto Beretta, general brand manager di Tod’s, e Jacopo Venturini, amministratore delegato di Valentino. In fondo a destra, un angolo della casa di J.J. Martin, fondatrice del brand La DoubleJ.

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