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Lombardia nord-ovest n. 1 anno LXXXIX Rivista semestrale della Camera di Commercio Industria Artigianato e Agricoltura di Varese Direttore responsabile Mauro Temperelli Redazione Antonio Franzi, Rosa Pandini, Elena Botter Traduzione Nexo Corporation S.r.l . Progetto grafico Fulvia Vallini Impaginazione Fulvia Vallinii Direzione redazione e amministrazione piazza Monte Grappa, 5 - 21100 - Varese tel. +39 0332 295321 - fax +39 0332 282158 e-mail: comunicazione@va.camcom.it L’accettazione degli articoli dipende dal giudizio insindacabile della direzione. Gli scritti firmati o siglati rispecchiando soltanto il pensiero dell’autore, non impegnano né la direzione nè l’editore. Non è consentita la riproduzione degli articoli senza autorizzazione. I manoscritti, le pubblicazioni e le richieste a titolo di cambio devono essere indirizzate alla redazione. I manoscritti, anche se non pubblicati non vengono restituiti.
Registrazione del tribunale di Varese N° 260 del 31 ottobre 1973 Stampa F.lli Crespi Industria Grafica srl 21012 Cassano Magnago (Va) Editore © Camera di Commercio Industria, Artigianato e Agricoltura di Varese Unione Stampa Periodica Italiana
Fiume Ticino / Ticino River - Ph. Paolo Trovò
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VARESE SPORT TOURISM EXPERIENCE
Editoriale di Renato Scapolan e Mauro Temperelli Vela Veleggiare tra monti e borghi, affascinati dal Lago Maggiore di Linda Terziroli Equitazione Alla scoperta del bello che ci circonda. Passeggiando a cavallo di Chicco Colombo Volo a vela Librarsi in volo, cullati dalle Alpi di Linda Terziroli Cicloturismo In bicicletta con Filippa Lagerb채ck, tra l'azzurro dei laghi e il Monte Rosa di Francesca Amendola Golf Tutto il bello del golf nella Terra dei Laghi di Marco Dal Fior Escursionismo In escursione sulle Prealpi: la bellezza ci rende liberi di Piero Macchi
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Sede Camera di Commercio di Varese / Varese Chamber of Commerce - Ph. Marco Guariglia
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VARESE SPORT TOURISM EXPERIENCE
Editoriale Varese e il suo territorio: quale migliore scelta per una vacanza all’insegna del turismo sportivo? O per organizzare eventi sportivi in un ambiente ideale e così vicino ai principali nodi aeroportuali e ferroviari del Nord Italia? Voluta dalla Camera di Commercio e realizzata dalla sua azienda speciale Promovarese, nasce la “Varese Sport Commission”. Di che cosa si tratta? È un’iniziativa per fare dello sport e, più in generale, dell’attività all’aperto un veicolo per attrarre nuovi flussi turistici. Turismo “attivo” nelle sue più ampie accezioni, grazie a caratteristiche geografiche e ambientali di assoluto rilievo. Ma non solo. Impianti sportivi, infrastrutture, capacità organizzative e tutti quei servizi necessari per una vacanza attiva con famiglia o amici o per chi deve organizzare eventi e gare di livello agonistico o amatoriale. Il tutto a contatto con un patrimonio artistico-culturale che fa del territorio varesino - con il Lago Maggiore punto di riferimento internazionale - un vero e proprio “parco naturale” di grande rilievo. Località che, oltre a essere “belle”, si sanno ben proporre per soddisfare le molteplici e sempre più nuove “esigenze” dei “turisti sportivi” avendone un vantaggio in termini non solo quantitativi, di arrivi e presenze, ma anche di capacità di spesa, di fidelizzazione e, più in generale, di “reputation”. A chi ci rivolgiamo quindi? Non solo alle tante “federazioni sportive” che organizzano tornei e competizioni e che cercano location nuove per campionati o tornei e competizioni agonistiche di livello nazionale o internazionale. C’è tutto un mondo intorno: basti pensare che non esiste praticamente associazione, ordine professionale, media e grande azienda, confederazione o università che non abbia al suo interno espressioni organizzate di sportivi praticanti di tutte le età. Persone che si allenano, si confrontano, si sfidano e che si ritrovano nelle più belle località d’Italia e del mondo in gare e tornei “amatoriali”, spesso accompagnati da parenti e amici. Esperienze che diventano, a loro volta, motivo di “ritorno” per successivi momenti di vacanza e sport: un vero e proprio circolo virtuoso, estremamente interessante per gli operatori del settore e, più in generale, del sistema dell’accoglienza. La Varese Sport Commission dovrà fare dell’attrattività di questo tipo di turismo e di eventi sportivi la propria mission, promuovendo le bellezze ambientali del territorio, gli impianti più adatti, specifici servizi e prodotti integrati, valorizzando e integrando al meglio capacità organizzative di accoglienza e tradizioni sportive già mostrate in passato in eventi di assoluto rilievo. Proponendo candidature, attirando stampa specializzata, coinvolgendo attraverso i social influencer e testimonial, andando a fiere specializzate, ma anche mettendo a rete gli operatori del settore, coordinando i calendari, supportando gli organizzatori dei vari eventi. Visto l’amore dei varesini per il proprio territorio e la passione che tanti di loro hanno praticando i più vari tipi di sport siamo certi che la Varese Sport Commission potrà diventare un “bene comune”, un soggetto nel quale riconoscersi ed essere “parte attiva”, dando il proprio contributo di relazioni, competenze, conoscenze per attrarre eventi e flussi turistico-sportivi sul territorio. Con l’obiettivo che tutto questo possa generare ricadute economiche e occupazionali e, più in generale, migliorare la qualità della vita sul nostro territorio.
Renato Scapolan
Mauro Temperelli
Presidente della Camera di Commercio di Varese / President of the Varese Chamber of Commerce
Segretario Generale della Camera di Commercio di Varese / Secretary General of the Varese Chamber of Commerce
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Varese and its territory: what better place for a sportsbased holiday? Or what better place in which to organise sports events within a perfect setting and so near to the main airport and railway centres within the north of Italy? Requested by the Chamber of Commerce and created by its special Promovarese company, we present the “Varese Sport Commission�. What is it? It is an initiative promoting sport and more generally, outdoor activities, a means to attract new flows of tourism. "Active" tourism in its widest sense, thanks to the pivotal geographical and environmental features. However, this is not all. Sports establishments, infrastructures, the organisational abilities and all the services necessary for activity holidays with family or friends or for those looking to organise competitive or amateur tournaments.
Porto / harbour - Laveno Mombello - Ph. Marco Guariglia
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All this alongside an artistic-cultural heritage which forms part of the Varese territory - with Lake Maggiore as an international reference point - a genuine and important "nature park". Locations which in addition to being "beautiful", are able to satisfy the multiple and constantly novel "requirements" of "sports tourists", which are important not just in terms of numbers, arrivals and presence, but also in terms of spending power, loyalty and more generally, "reputation". Who are our services catered to then? Not just the many "sports federations" which organise tournaments and competitions and which look for new locations to hold national or international championships or competitive tournaments and events. There is a whole other world: just think, practically every business organisation, medium and large-sized company,
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confederation and university has, internally, events organised by sportspersons of all ages. Those training, those competing, those challenging themselves and whom find themselves in the most beautiful locations in Italy and in the world, taking part in "amateur" competitions and tournaments, often accompanied by parents and friends. Experiences which, in turn, become reasons why people "return" on holiday and for the sports: a genuine virtuous circle, extremely advantageous for sector players and, more generally, the hospitality industry. The Varese Sport Commission must make the appeal of this type of tourism and sports events its mission, promoting the environmental beauty of the territory, the most suitable associations, the specific services and integrated products, promoting and including them as best as possible to form part of the hospitality and sports traditions already proven
in the past with significant events held. Putting forward candidates, attracting specialist publications, ensuring involvement via social influencers and testimonials, attending specialist trade fairs, whilst also setting up networks for sector players, coordinating schedules, supporting the organisers of various events. Having seen the love the people of Varese have for their territory and the passion with which they carry out the most varied types of sport, we are certain that the Varese Sport Commission can become a "public good", something which people can relate to and within which, play an "active role", contributing in terms of relationships, knowledge in order to attract tourism-sports events and flows to the territory. All this with the objective that it can generate economic and employment opportunities and, generally, improve the quality of life across this territory.
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Niente al mondo può essere paragonato al fascino di queste giornate trascorse al lago… nei boschi di castagni così verdi, che sembrano immergere i loro rami nell’acqua… Stendhal
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Vela Sailing
Nothing in the world can compare to the fascination of these ardent days of summer spent on the lakes… in the chestnut woods, so green they seem to have immersed their boughs in the water… Lago Maggiore / Lake Maggiore
Stendhal 9
Porto / harbour - Laveno Mombello
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Veleggiare tra monti e borghi, affascinati dal Lago Maggiore di Linda Terziroli
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«Il lago è come se ti parlasse. Ti manda segnali che ti fanno capire ciò che sta per accadere», accadere», Paola Ferrario*, instancabile e bellissima velista, i capelli lunghi e scuri legati in una coda alta sfidano i venti, fermati da quel suo sguardo sicuro e coraggioso, quello di una mamma che ha vinto molte tempeste. «Molla gli ormeggi. Issa la randa» mi dice, con quel linguaggio tutto speciale che sa di nodi di nave e che sembra una lingua da cospiratori. Cerco di eseguire i comandi con l’impegno e la precisione necessari. È una bella giornata d’estate, sul Maggiore. C’è il vento di Tramontana da Nord. L’acqua è calda. Le vele sono gonfie e il lago è uno specchio d’acqua increspato, le onde si rompono sulla barca e gli schizzi freschi in faccia ti fanno rinascere, la calura estiva è d'un tratto lontanissima. È quando le vele si gonfiano d’aria che l’adrenalina sale, il vento ti accarezza il volto e la barca prende velocità. Osservi la cornice ben definita del “tuo campo di gara” e scegli la strategia per sfruttare al meglio quello che la natura ti offre. «Viaggio in barca a vela nel Lago Maggiore - mi dice Paola - e mi accorgo che si tratta di un'esperienza unica per il paesaggio, per la sfida nella guida, per la riscoperta dei ritmi della natura». Mollare gli ormeggi da uno dei porticcioli vuol dire andare alla scoperta di una vita lontana dalla frenesia quotidiana e verso qualcosa di sconosciuto da ricordare la sera nel diario delle cose belle. La meraviglia di Santa Caterina del Sasso, l’impagabile vista del golfo di Caldè e la maestosità della Rocca di Angera. Da un altro punto di vista. Certo, perché veleggiare tra le acque del Verbano vuol dire soprattutto affinare i propri sensi. La vista, in primis. La nuvola sopra il Mottarone può indicare l’arrivo dell’Inverna, il vento da Sud d’estate. Se sei su una piccola “deriva” allora, con la forza delle onde «…puoi anche “scuffiare” che è un piacere»,, come dice Paola, ti ribalti e sei in acqua. piacere»
Le sue spiegazioni sono semplici e chiare, tra storia e fisica. Vedere, osservare, scrutare. Non solo, la vista entra in gioco soprattutto alla sera: è lei che, facendoci scorgere la luce brillante sul pelo d’acqua ci avverte quanto sia il vento a nostra disposizione, così che si sappia come andare a prenderlo. Bisogna imparare a conoscere i segnali. Veleggiare sul Lago Maggiore, però, significa anche affinare il nostro olfatto. La bussola olfattiva che non ti fa perdere la rotta. A che serve chiedo a Paola… «La notte, quando il vento lascia spazio alla brezza che scende dai canaloni e di volta in volta prende il nome dei paesi posizionati sulla riva, cogliere il profumo del pane che sta producendo l’artigiano vuol dire capire che ci si sta avvicinando a Laveno, dove c’è una panetteria proprio sulla piazza che dà sul lago. Il vento ci lancia il messaggio e tocca a noi velisti coglierlo». Ogni paesino poi ha il suo vento: «Le montine che provengono da terra dalla montagna o dalle valli hanno il nome del paese da cui provengono: c’è la Colmegnina e poi l’Intragnola, la Maccagnina…. ». Per navigare a vele spiegate, meglio sfruttare il canalone Maccagno, Pino e Tronzano. E poi veleggiare da Caldè a Laveno, Intra e fino a Belgirate. La mattina il vento è buono tra Colmegna e Luino, come pure a Ispra. È insomma il vento che ci deve guidare nella scelta dei nostri itinerari, giorno dopo giorno. Impossibile non innamorarsi. Certo, è una bella mattina estiva col vento di Tramontana, il cielo terso e l’acqua calda sono irresistibili. E sì sì, nel lago come nella vita, mollare gli ormeggi! e poi… issare la randa, con le vele che si gonfiano… e via di bolina zigzagando per rincorrere il vento risalendo da Laveno a Porto Valtravaglia. Le parole non sono poi così misteriose. Qualche istante per una planata e magari un tuffo con qualche bracciata. La giornata scorre veloce: è tempo di ormeggiare per fermarci e gustarci un piatto da leccarsi i baffi nella stessa Laveno o magari a
* Direttore sportivo e istruttore di vela - Sports director and sailing instructor - Top Vela Lago Maggiore
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Vista dell'eremo di Santa Caterina del Sasso dal Lago Maggiore / View of Hermitage of Santa Caterina del Sasso from Lake Maggiore
Luino o a Castelveccana. Paola ci indica con la mano dove potremmo ormeggiare... L’Inverna sta arrivando: ora si tratta di… lascare la randa e immergerci di nuovo nella magnificenza di quell’autentico parco naturale che è l’area del Lago Maggiore. Viriamo verso le Isole Borromee, un passaggio e quindi lo spettacolo di Santa Caterina del Sasso, stupefacente al tramonto di una giornata di sole, quando i raggi creano colori affascinanti andando a sbattere contro la roccia e gli edifici dell’Eremo. «Un aperitivo?» ci domanda Paola…Sì, è possibile anche questo veleggiando in barca sul Maggiore. Ora è tempo di tornare a Laveno: la giornata in ogni caso non è finita. Domani magari faremo un’escursione sui sentieri di montagna per cogliere il senso della natura prealpina.
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Si preferisce la bicicletta? Siamo nel regno delle due ruote: a due passi c’è Cittiglio, casa del primo “campionissimo” del ciclismo Alfredo Binda. Ci sono però anche i percorsi nel verde delle vallate prealpine dove, ogni anno, si sfidano gli atleti protagonisti di una classica del ciclismo: la Tre Valli Varesine. La sera non c’è il faro come al mare, ma un suggestivo brillare di luci là dove c’è più vento e uno specchio liscio con il riflesso dei profili luminosi dei paesi là dove, invece, c’è poca aria. Il Lago Maggiore, rispetto al veleggiare sul mare, propone tante chicche da vedere da un punto di vista tutto particolare. Il giardino botanico a Cerro, quello di villa Polidora dove i colori delle piante cambiano secondo le stagioni regalando quadri sempre diversi e affascinanti. Poi ci sono le fornaci a Ispra e Santa Caterina del Sasso che ogni volta propone luci
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e colori diversi che incantano. Tornando in barca a Laveno, lo sguardo si spalanca sulla natura del borgo, sale lungo il filo della funivia tra il verde della montagna e fino al blu del cielo verso cui si lanciano impavidi gli amanti del parapendio colorando con i loro teli il “soffitto” sopra il Maggiore. C’è poi il fascino delle ville sulla sponda di Caldè, Porto Valtravaglia, Germignaga e Luino, la cittadina di Piero Chiara in cui il lago si veste di cultura fin dentro alle viuzze di borghi ricchi di storie di provincia. Veleggiare e veleggiare ancora, soprattutto imparare: sfidare le proprie paure. Silenzio e pazienza. Succede qualcosa di magico. Ci si dimentica del cellulare e si pensa solo a far andare avanti la barca. Navigare ti riporta alle cose semplici. Devi guardare, osservare, fare attenzione a tutto quello
che c’è intorno e così hai la possibilità di scoprire ricca la nostra sponda del Lago Maggiore. Serve concentrazione, devi scrutare i venti, devi capire, e soprattutto aspettare. Impari a gustare l’arte della pazienza. Condurre la barca significa regolare le vele, prendere il timone e stare in silenzio. Ti riappropri del silenzio e hai il tempo per pensare. Ed è proprio il tempo a volare, arrivi a fine giornata che è già ora di rientrare e dici “che peccato!”. Paola ci sorride, ce l'abbiamo fatta, nonostante tutto. «Scarica lo strallo di coda!» mi indica Paola, a voce alta. La giornata è finita. L’ultimo comando segna la conclusione di un’avventura unica. Eseguo l'ultimo comando, e poi siamo sulla terraferma, un ultimo sguardo al lago ed ecco un'altra barca prendere il largo. Veleggiando dolcemente.
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Lago Maggiore / Lake Maggiore
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Sailing between mountains and fishing villages, on the fascinating Lake Maggiore «It’s as though the lake is speaking to you. It gives you signals to let you know what’s about to happen», says Paola Ferrario, tireless and beautiful sailor whose long, dark hair tied in a high pony tail challenges the winds, stopped in their tracks by that sure, courageous gaze of a mother who has weathered many storms. «Cast off. Hoist the mainsail», she says to me, in that very specific language that knows about sailing knots and sounds like a cryptic code. I attempt to follow her orders with the diligence and precision required. It is a beautiful summer day on Lake Maggiore. The north wind is blowing. The water is warm. The sails are taut and the lake is a rippled mirror of water. The waves are breaking against the boat, the cool spray on my face makes me feel reborn, and the heat of summer suddenly seems far away. As the sails fill with air, you feel a rush of adrenaline; the wind caresses your face and the boat picks up speed. You observe the well-marked outline of “your race course” and choose the best strategy to take advantage of what nature has to offer. The cloud above the Mottarone mountain may herald the arrival of the summer Inverna, the afternoon wind from the south. If you are on a short “keel” then, due to the power of the waves, «…you could “capsize”, which is a pleasure», as Paola says (i.e. tip over and end up in the water). I am aboard a sailing boat on Lake Maggiore; a unique experience, I realise, due to the scenery, the challenge of sailing and the opportunity to rediscover nature’s rhythms. To cast off from one of these marinas is to set out in discovery of a life far from the daily hustle and bustle, on an unknown adventure to be recorded in the evening in a journal of wonderful things: the beauty of the Santa Caterina del Sasso monastery, the unequalled view of the bay of Caldè and the majesty of the Rocca di Angera castle. All from a different perspective, of course, because sailing on the waters of Lake Maggiore (AKA Verbano) undoubtedly heightens the senses. The sight, first and foremost; that glance we cast at the cloud running across the summit of the Mottarone, understanding that the southerly afternoon wind may be about to replace the northerly morning one. Paola's explanations are simple and clear, a combination of history and physics: seeing, observing and examining. The sight is also of particular importance in the evening. Indeed, by enabling us to spot the light shining on the water’s surface, it lets us know that the wind is there for us if we know how to use it. You have to learn to read the signals. Sailing on Lake Maggiore
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also heightens the sense of smell; the olfactory compass that stops you from going off course. I ask Paola how it helps... «At night, the wind gives way to a breeze which comes down from the hills, through the gorges and, from time to time, takes the name of the towns situated on the shore. Picking up the scent of baking bread tells you that you’re approaching Laveno where there’s a bakery right in the square that opens onto the lake. The wind sends us the message
Castelveccana. Paola points her finger to a possible mooring place... The south wind is coming: now we must slacken the mainsail and, once again, immerse ourselves in the magnificent nature of the Lake Maggiore area. We change course for the Borromean Islands, some sailing, and then the impressive view of the Santa Caterina del Sasso monastery which is sensational as the sun sets on a
with its enchanting changing colours. Returning to Laveno by boat, the gaze opens up on the nature of the village and rises along the line of the cable car between the green of the mountain and the blue of the sky, into which paragliding enthusiasts launch themselves, decorating the “ceiling" above Lake Maggiore with their sails. Not to mention the charm of the villas on the shore of Caldè, Porto Valtravaglia, Germignaga and Luino, and the little town
and it's up to us sailors to receive it.» Each little town has its own wind: «Breezes originating from mountain or valley ground are named after the towns they come from: there's the "Colmegnina” (from Colmegna), the "Intragnola” (from Intra), the “Maccagnina” (from Maccagno)... ». In order to sail with all sails up, she explains, it is best to take advantage of those from the gorges of Maccagno, Pino
sunny day, its rays painting the rock and the building itself in enchanting colours. «Aperitivo, anyone?», asks Paola…Yes, you can even enjoy a pre-dinner drink while sailing on Lake Maggiore. Now it is time to return to Laveno: the day is over, in any case. Tomorrow, perhaps a hike along the mountain paths to get closer to the nature of the Prealps. If you prefer a bike, you are in the right place:
of Piero Chiara which lends a dash of culture to the lake with its narrow streets and lanes steeped in local history. Sailing time and again, you learn, above all, to face your fears. Silence and patience. Something magical happens: You forget about your mobile phone and think only about sailing the boat onward. Sailing brings you back to the simpler things. You have to look, observe and pay attention
and Tronzano, as well as from Caldè to Laveno and Intra and as far as Belgirate. In the morning, the wind is good between Colmegna and Luino as well as Ispra. For this reason, we must use the wind to guide us in planning our itinerary each day. It is impossible not to fall in love:
close by is Cittiglio, home of the first cycling “champion of champions”, Alfredo Binda. And there are also the tracks in the green Prealpine valleys where, each year, athletes compete in a classic cycling event: the Tre Valli Varesine race. In the evening, unlike on the sea, there is no
to everything around you and, in so doing, you rediscover the richness of Lake Maggiore’s shores. It takes concentration; you have to scrutinise the winds, understand and, most of all, wait. You learn the virtue of patience. When sailing a boat, you have to adjust the sails, take the
it is a beautiful summer’s morning with the north wind blowing, and the clear sky and warm water are irresistible. We cast off literally and metaphorically - then hoist the mainsail. The sails fill and we are off, close to the wind, zigzagging to catch it, from Laveno up to Porto Valtravaglia. The words are not so mysterious after all. A few moments of planning and, possibly, a plunge and a quick swim. The day passes quickly and it is time to moor up and stop to enjoy a finger-licking dish in Laveno itself of perhaps in Luino or
lighthouse, just a picturesque twinkling of lights where there is more wind and, where the air is calmer, a smooth mirror reflecting the lights of the little towns. Sailing on Lake Maggiore, unlike on the sea, offers many viewpoints and many delights to be seen from a unique perspective. There is the botanic garden in Cerro, at Villa Polidora, where the colours of the plants change with the seasons, creating fascinating effects that are different each time. Then there are the kilns in Ispra and the Santa Caterina del Sasso monastery
helm and sit in silence. You rediscover silence and have time to think. And time truly flies: suddenly, the day is ending and it is already time to go back, and you think, “what a pity!”. Paola smiles: we did it, in spite of everything. «Loosen the backstay!», Paola instructs me, loudly. The day is over. This final order signals the end of a unique adventure. I carry out the order and then we are on terra firma. I cast one last look at the lake, and there is another boat, sailing gently along.
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Approdi e porti sul Lago Maggiore per ormeggiare la barca a vela a chiglia Vivere il lago dal lago trasformando un viaggio in qualcosa di meraviglioso abbinandolo al buon cibo, alla natura, allo sport o semplicemente a un po’ di riflessione e relax.
Moorings and harbours on Lake Maggiore where you can berth your sailing boat with a keel Experience the Lake and transform a journey into something wonderful by combining it with good food, nature, sport or simply a little reflection and relaxation.
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Alto lto lago / Upper Lake
Luino:
PINO L.M.
NO ZA ON O E TR LAGGIOR G MA
porto comunale e pontile pubblico con sosta temporanea /
municipal harbour and public jetty with temporary mooring Colmegna: porticciolo comunale / municipal marina Maccagno: porto comunale / municipal harbour
VEDDASCA CURIGLIA CON MONTEVIASCO
MACCAGNO
AGRA DUMENZA
Medio lago / Mid lake
LUINO
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LAGO DI
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BRINZIO
SALTRIO
CASTELLO CABIAGLIO
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CASCIAGO
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VARESE
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MALNATE
CAZZAGO BRABBIA
BODIO L.
ARSAGO SEPRIO
GOLASECCA
TRADATE
OGGIONA CON S.STEFANO
CAVARIA CON PREMEZZO
VENEGONO SUPERIORE VENEGONO INFERIORE
PRIO
CARNAGO
GORNATE OLONA
CASTELSE
IERAGO CON ORAGO
BESNATE
CASTIGLIONE OLONA
CARONNO VARESINO
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BIZ
VERGIATE
SESTO C.
CASTRONNO
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MORNAGO
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VARANO
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B. MERCALLO
VEDANO OLONA
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COMABBIO
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GAVIRATE
ARCISATE
LUVINATE
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BESOZZO
BARASSO
SANGIANO
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PORTO CERESIO
CARAVATE
MONVALLE
RANCO
CUASSO AL MONTE VALGANNA
CUVIO
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Basso lago / Lower lake
BEDERO VALCUVIA
L VA
CUVEGLIO
GEMONIO LEGGIUNO
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MASCIAGO PRIMO
IO
/ public mooring jetties
Brezzo di Bedero: pontile pubblico / public jetty Porto Valtravaglia: porto comunale / municipal harbour
MARZIO
FERRERA DI VARESE
NC
CASALZUIGNO
CITTIGLIO
LAVENO M.
PONTE TRESA
CUNARDO
CASSANO VALCUVIA
DUNO
pontili pubblici per ormeggio
Angera, Ranco: pontile pubblico / public jetty Ispra: pontili pubblici / public jetties Reno di Leggiuno: porticciolo / marina
SE
HIR
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RC
O SAG . BRISLTRAV VA
CASTELVECCANA
services, assistance and moorings
CADEGLIATE VICONAGO
IMPIAN
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PORTO VALTRAVAGLIA
MONTEGRINO VALTRAVAGLIA
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porto vecchio, pontile pubblico, Porto Labieno con servizi, assistenza e ormeggi / old harbour, pubic jetty, Porto Labieno with
LUGA NO
CREMEGNAGA
BREZZO DI BEDERO
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Caldè:
jetty with possibility of temporary mooring
E IAT O GL S C CU BIA FA
Laveno:
GERMIGNAGA
BRUS
Cerro di Laveno: pontile con possibilità di ormeggio temporaneo /
CAIRATE
SOMMA LOMBARDO CASORATE SEMPIONE
GALLARATE
CASSANO MAGNAGO
FAGNANO OLONA
GORLA MAGGIORE
SOLBIATE OLONA
GORLA MINORE
CISLAGO
CARDANO AL CAMPO GERENZANO OLGIATE OLONA
VIZZOLA TICINO
MARNATE
SAMARATE FERRO BUSTO ARSIZIO
S CA
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SARONNO UBOLDO CARONNO PERTUSELLA ORIGGIO
ASSITENZA E RIFORNIMENTO ASSISTENCE AND REFUELLING
Cantiere / shipyard Cantiere / shipyard Cantiere / shipyard Cantiere / shipyard Cantiere / shipyard Cantiere / shipyard Cantiere / shipyard
LONATE POZZOLO
Brovelli Angera Piccaluga Lisanza Lavazza Brebbia Costantini Reno Albertoli Castelveccana Tana Luino Punta Molino Porto Valtravaglia
Lago Maggiore / Lake Maggiore
Molti locali, alberghi e ristoranti in riva al lago hanno l'accesso diretto dall'acqua riservato ai clienti
Many establishments, hotels and restaurants on the lake shore have direct access from the water for customers
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consigli Paola Ferrario e Tiziano Nava Local Skipper e Sailing Coach
Itinerari in barca a vela sul Lago Maggiore Mete classiche da raggiungere con l’imbarcazione e che meritano di essere ricordate in un diario di bordo. Non in tutti i luoghi è possibile attraccare con la vostra imbarcazione ma la sola vista dal lago è spettacolare. Per pianificare al meglio l'escursione in barca a vela è bene ricordare che la mattina solitamente sul lago c'è il vento da Nord, Tramontana che nasce verso le 7 per poi calare alle 12 e nel pomeriggio dopo la pausa pranzo nasce l’Inverna, vento da Sud, che accompagna i velisti anche fino al tardo pomeriggio. Per sfruttare al meglio tutte le opportunità offerte dal Lago Maggiore è possibile affidarsi a local skipper che conoscono tutti i segreti per gli ormeggi e le vie migliori per le escursioni a terra.
Sailing boat trips on Lake Maggiore Classic destinations to be visited by boat which deserve to be recorded in a ship’s journal. It is not always possible to moor your boat, but the views from the lake alone are spectacular. To best plan your sailing trip, remember that the northerly Tramontana wind usually blows on the lake in the morning, getting up at around 7 and dropping at 12 while, in the afternoon, after lunch, the southerly Inverna wind gets up, accompanying sailors until late into the afternoon. To take full advantage of all that Lake Maggiore has to offer, it is possible to use the services of a local skipper who knows all the secrets about the best moorings and inland excursions.
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ANGERA Rocca Borromeo di Angera, uno dei castelli più belli e meglio conservati della Lombardia, all'interno si trova anche il Museo della Bambola. Rocca Borromeo di Angera, one of the Lombardy region’s most beautiful and best-preserved castles, also housing the doll museum.
CURIGLIA CON MONTEVIASCO MACCAGNO
ISPRA Sass Cavalaz - le Fornaci: da non perdere la passeggiata dell’Amore che segue la costa.
LUINO
VIA CASTELLO CABIAGLIO
NO DI LUGA LAGO
O PORTO CERESIO
VALGANNA
BESANO
BRINZIO
SALTRIO
MA GG IO RE
IMPIAN BRUS
CUASSO AL MONTE
CU
CUVEGLIO
BRENTA
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LAVENO La "Portofino" del lago merita di essere visitata in particolare la parte vecchia con i suoi lavatoi e scorci tra i vicoli. La Funivia che porta in cima al Sasso del Ferro dove si domina il lago e nelle giornate limpide ci regala una vista spettacolare permettendoci di vedere anche Milano.
CLIVIO
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These pearls of Lake Maggiore are well worth circumnavigating under sail during windier periods or under motor when there is no wind.
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LEGGIUNO Eremo Santa Caterina del Sasso costruito a picco sulla roccia, regala sempre panorami e colori mozzafiato in particolare al tramonto.
ISOLE BORROMEE Le perle del lago Maggiore sono sicuramente da circumnavigare a vela nei periodi più ventosi o a motore in assenza di vento.
CREMEGNAGA
BREZZO DI BEDERO
LEGGIUNO
The Santa Caterina del Sasso monastery, built on overhanging rocks, always offers breath-taking views and colours, especially at sundown.
DUMENZA
GERMIGNAGA
The Sabbie D'oro where you can drop anchor and enjoy a swim.
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AGRA
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BREBBIA Alle Sabbie D’oro è possibile mettersi all'ancora fare il bagno.
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Sass Cavalaz - le Fornaci: the passeggiata dell'amore (walk of love) along the shore is a must.
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VEDDASCA
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The “Portofino” of the lake, it is worth visiting, particularly the old part with its old wash houses and picturesque lanes. The cable car up to the top of the Sasso del Ferro which overlooks the whole lake and, on clear days, affords spectacular views as far as Milan.
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CASTELVECCANA La Rocca che ricorda il Pan di Zucchero (Brasile). Its Rocca, which is reminiscent of Sugarloaf Mountain in Brasil.
CASTELLI DI CANNERO meta di tanti velisti. These islets are a very popular destination for sailors.
COLMEGNA E MACCAGNO Il mitico Canalone dove la Tramontana e l’Inverna, venti del Lago Maggiore, soffiano più forte. The legendary gorge where the north and south winds of Lake Maggiore blow strongest.
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VARESE SPORT TOURISM EXPERIENCE
Santuario di Santa Caterina del Sasso / Hermitage of Santa Caterina del Sasso - Leggiuno
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Ofelia e Girometta, due cavalli per condurci in luoghi speciali e assaporare le sensazioni che questi mondi suscitano dentro di noi: la nostra voglia di incamminarci alla scoperta di nuovi percorsi e di nuovi modi di approcciarci al territorio circostante si traduce in un rapporto speciale con il bello che possiamo ammirare.
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VARESE SPORT TOURISM EXPERIENCE
Equitazione Riding
Ofelia and Girometta, two horses to take us to special places in which to soak up the sensations which these worlds bring out in us: our desire to take to the road in discovery of new byways and approaches to the area around us translates into a special relationship with the beauty it takes us through. 27
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Alla scoperta del bello che ci circonda. Passeggiando a cavallo di Chicco Colombo*
* artista e ippofilo / artist and horse lower
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VARESE SPORT TOURISM EXPERIENCE
Lago Maggiore dalle alture di Maccagno / Lake Maggiore from Maccagno hills
La scuderia racchiude un'atmosfera inconfondibile, è l'odore dei cavalli e il loro sguardo che ti segue quando ti avvicini. D'estate o d'inverno, il profumo del fieno, dell'avena, del cuoio dei finimenti e poi, soprattutto, la loro presenza che suscita una sensazione di serena vitalità. Spazzolo il loro mantello con un movimento che è come una carezza dolce e decisa, piego la gamba che il cavallo mi porge docilmente, pulisco uno per uno gli zoccoli dalla terra, prendo dal baule le copertine, controllo con attenzione l'imboccatura, quindi metto le selle, allaccio le bisacce e mi preparo a montare per iniziare la cavalcata. E i cavalli, pazienti, lì ad aspettarmi, oggi come ieri, con un'espressione familiare negli occhi, da cui immediatamente colgo il loro entusiasmo. Prima di salire, li accarezzo sul muso e loro annusano la mia mano. Sono Ofelia e Girometta, le mie preferite, cavalle alpine, nate qui, 17 e 14 anni fa. La folta criniera Ofelia, un carattere mite e Girometta, il mantello biondo, serena e tranquilla. È l'alba, il cielo, oggi azzurrissimo, è nitido e solo poche nubi leggere lo attraversano. Con Ofelia e Girometta ho cavalcato sul monte Rosa, sul Monviso, le conosco da quando sono nate, sono un po' come fossero le mie figlie, e loro lo sanno. Ho preparato il caffè, un po' assonnati e un po' eccitati, facciamo colazione prima di partire, io e Betty. È presto, nelle bisacce c'è il nostro pranzo e l'acqua che non può mancare perché i chilometri saranno almeno trenta e le ore in sella minimo cinque. Con i miei compagni di viaggio do uno sguardo al percorso tracciato, lo riguardo attentamente per soppesare le soste di ristoro per loro, i nostri Haflingher biondi con criniera bianca e la vocazione naturale ad essere cavalli da montagna. “Racconti al passo” è il nostro progetto a cavallo che, unendo le nostre due passioni, ci ha portato a viaggiare in sella, con tappe inframmezzate da momenti di narrazione per il pubblico, in quell’incredibile scrigno di bellezza offerto dalla natura. Un territorio arricchito da un’ippovia di ben 160 chilometri, con segnaletica e strutture accoglienti per viaggiatori e cavalli, che parte da Caldè, sulle rive del Maggiore, per inerpicarsi tra i boschi e finire al di là della frontiera in territorio elvetico sul Monte Lema. Abbiamo costruito un tour di 12 tappe, 10 nell’Alto Varesotto e Campo dei Fiori: Caldè, Valcuvia, Valceresio, Veddasca, Valdumentina fino a Nasca, Monte Lema. Da Dumenza a Trezzino girando da Astano, passando dalla Svizzera, questo oggi il tragitto, penso tra me e me. Il mio cavallo sembra saperlo già, come per telepatia. Partiamo al passo, finalmente. L'inizio è poetico, dolce, emozionante. Viaggiamo così, incontro ai paesaggi da un punto di vista insolito, i nostri fuori pista, li chiamo. Il Maggiore visto dalla Forcora, scendendo verso il lago Delio, si aprono nuovi
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orizzonti. Una cattedrale nel bosco, mi appare così, improvvisamente, e mi lascia senza fiato: un bosco di faggi così perfettamente dritti, come guglie di una cattedrale naturale, la luce li attraversa, ferendo il mio sguardo come in una chiesa, suscitando in me un rispetto quasi sacro. E' la potenza della natura, amplificata dall'essere in sella ad un cavallo. E i faggi lì a fissarmi, grigi e solenni, uno vicino all'altro come soldati schierati, impettiti, mi aprono la strada. La luce che filtra rende la situazione così lirica che non puoi fare a meno di fermarti a contemplarla. Per salire ad Agra percorriamo la strada del giro del sole. A cavallo ti imbatti nelle radici, nelle quali i cavalli possono inciampare, belle, tortuose, esposte dalla pianta attraversano la strada, ti costringono alla destrezza, lo sguardo a terra, lontano ma vicino. Chiacchieriamo un po', nella strada piena di radici pesanti. La storia di questi sentieri è scritta dalle radici che incontravano i carri che portavano i primi turisti, ma anche i cavalli che oggi tornano a ripercorrerli. Incontriamo l’alpe Fontana a Dumenza: un punto panoramico sul lago Maggiore, uno scorcio che sembra rubato. Sento il brusio monotono di una motosega da lontano, la pace rotta dal proprietario di una baita stupefatto al vedere due cavalli. Ci racconta antiche storie dell’alpe, del vino, ci regala un pezzo di formaggio, mentre si fa pomeriggio e vivi cose che non avresti trovato in nessun libro. I cavalli si dissetano e arriviamo tra i Mulini di Piero. Qui ricostruiamo la vicenda del ratto delle donne di Biegno, leggenda da cui deriva la nascita di Monteviasco, rifugio di malfattori sfuggiti alla giustizia. Quando passeggi a cavallo, oltre a paesaggi, storie e curiosità, incontri oggetti che potrebbero costituire un museo nomade, le cose dimenticate dal tempo: un falcetto abbandonato, appeso all’albero, un sasso, un oggetto di legno per lavorare il burro, per incidere le pelli, bastoni in una borsa, che alla sera diventano personaggi dei nostri racconti e utilizzati quasi come burattini che parlano. Siamo a Masciago, dove ci sono cascate suggestive, non un getto solo d’acqua casta, ma scorgiamo il profilo di un bacino di raccolta dell'acqua. Mentre le mie belle compagne si godono il meritato fresco ristoro, penso alla fortunata alchimia che si crea con i nostri cavalli. In questi territori prealpini, dove un cavallo è il solo mezzo per entrare nella natura, con la giusta andatura, quella del passo. Una sorta di innamoramento. Durante il percorso, si parla ai cavalli con la voce, con le mani, una carezza sulla groppa per gratificarlo bene, lo abbracci, è sudato, affaticato. «Dai «Dai che ce la facciamo», facciamo», gli sussurro.
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Un linguaggio che dalla parola si allarga alla gestualità. Si sviluppa sugli aiuti del cavaliere che stringe le redini per affrontare una salita importante. Le redini di precisione per evitare un grosso sasso, per andare su un sentierino, scovare una via insieme. Non è un viaggio senza ostacoli, anche se è un compagno di famiglia, il cavallo. Un’avventura può capitare e improvvisamente ti trovi di fronte ad un albero caduto, spezzato dal fulmine di un temporale d'estate. Ma c’è intesa fra noi, si supera ogni difficoltà, insieme. Affetto e rispetto, il cavallo è pronto a ricevere il bene e comprendere le tue risposte. L'andatura è morbida, il suo collo ondeggia e la criniera si muove accarezzata dal vento. Mi faccio largo tra i rami che a volte sono più frondosi, e vedo da lontano il torrente Giona, ne sento il potente vocione. Mi ricorda un nostro spettacolo teatrale con il pubblico e l’acqua che risuona, lanciando i sassi, un concerto intorno alla riva, con uno spartito volubile, tempi e modi dettati da sassi grandi e piccoli. Contempliamo i paesaggi, siamo arrivati sul pianoro della Forcora. Abbiamo a lungo giocato con i cavalli che delimitavano gli spazi, suonato con i bambini un concerto attraverso il battito di mani sull'abbeveratoio. Tirarsi fuori da tutto e trovare la semplicità del viaggiare con un compagno con cui hai costruito un legame di fiducia, affetto, reciproca stima, con il quale anche senza parole, nasce un’emozione che vive con lui, un linguaggio fatto di sintonia, come quando si ferma se c’è qualcosa di bello, un cerbiatto o un capriolo, e sembra suggerirti all'orecchio: «guarda! «guarda!». ». Un cavallo ha antenne diverse dalle tue, una sensibilità particolare: passi nel bosco, anche quando è buio e lui sa come guidarti.
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Lago di Varese / Lake Varese - Ph. Giorgio Lotti
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Discovering the beauty around us. Horse trekking
The atmosphere of a stables is unique with its scent of horses and the way they watch you as you approach them. In both summer and winter the aroma of hay, oats, the leather of their harnesses and, above all, the horses themselves imbue us with the serene vitality they transmit. I brush their coats with a movement which is like a gentle but decisive caress, bend the legs that they docilely stretch out to me and brush the soil off their hooves one at a time, take the blankets out of the trunk, check the bit carefully and then put the saddle on, tie on the saddlebags and get ready to get on to start my ride. And the horses
Switzerland - this is today's route, I muse. My horse seems already to know, as if by telepathy. We set off at a trot, finally. The start is poetic, gentle, moving. We travel on like this meeting landscapes which are in some way unusual, our off route, we call them. Lake Maggiore seen from Forcora, descending towards Lake Delio and new horizons open up. A cathedral in the forest - that's how it looks to me - appearing suddenly and taking my breath away: a forest of perfectly straight beech trees like the spires of a natural cathedral with dappled sunlight as penetrating as that of a church and provoking the same
wait patiently there for me just as they did yesterday with a familiar expression in their eyes which shows their enthusiasm. Before I get on I stroke their faces and they sniff my hands. They are Ofelia and Girometta, my favourites, Alpine horses born here 17 and 14 years ago - Ofelia's lush mane and mild character and Girometta's blond coat, serene and easy going personality. It's dawn and the sky is deep blue and clear with just a few light clouds flitting across it. I have ridden across Mount Rosa and Monviso with Ofelia and Girometta and I've known them since they were born. It's a little like a father daughter relationship and they know it. I've made some coffee and, a little sleepy and a little excited, Betty and I have breakfast before setting off. It's early and the saddlebags are packed with our lunch and the water we need because the journey is at least 30 kilometres and five hours in the saddle. I have a look at the route with my travel companions, checking it carefully to weigh up the rest breaks for them, our blond Haflingers with their white manes with their natural vocation as mountain horses. Racconti al Passo is the name of our horse riding project, one which brings together our two passions and takes us travelling on horseback with stages punctuated by moments in which we tell our story to the public in that incredible treasure trove of beauty which nature offers us. The area has a bridle path which is a good 160 kilometres long with waysigns and accommodation for travellers and their horses starting from Caldè, on the banks of Lake Maggiore, before winding through forests via the Swiss border to Mount Lema. We have put together a 12 stage tour, 10 in Alto Varesotto and Campo dei Fiori: Caldè, Valcuvia, Valceresio, Veddasca, Valdumentina to Nasca, Mount Lema. From Dumenza to Trezzino passing by Astano and through
quasi sacred respect. It is the power of nature amplified by being in the saddle, on horseback. And the beech trees there staring back at me, grey and solemn, one next to the other like ranked upright soldiers opening the way to me. The light filtering through makes for such a lyrical scenario that there is nothing to do but stop to contemplate it. To continue uphill to Agra we take the trip around the sun route. On horseback you come across roots which horses can trip on, exquisite, tortuous, across the road forcing us into dexterity, our eyes on the ground, far off but close by. We chat a little in the path full of large roots. The history of these byways is written in the roots encountered by the carts carrying the area's first visitors and also the horses returning today to these paths. We meet the Fontana Alps at Dumenza, a panoramic point on Lake Maggiore, a stolen view. I can hear the buzzing of a distant chainsaw, the peace broken by a mountain hut owner left speechless by the sight of two horses. He tells us ancient Alpine tales, plies us with wine, offers us a bit of cheese while the afternoon wears on and we experience things no book can tell you of. The horses quench their thirst and we reach Mulini di Piero. Here we retrace the story of the rape of the women of Biegno, the legend which is the origin of the birth of Monteviasco, the refuge of some bandits fleeing justice. On horseback here, as well as landscape, history and tall tales, you come across objects which could be a nomadic museum, things lost in the mists of time: an abandoned sickle hanging from a tree, a stone, wooden objects for butter making, for cutting skins, sticks in a bag, all objects which peopled the stories we told that night used almost as talking puppets.
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Mustonate - Varese
We are in Masciago with its evocative waterfalls, not simply a jet of chaste water but a water collection basin. While my beautiful companions enjoy a well deserved cool rest I think of the happy
into the encouragement of the rider pulling on the reins for a long climb. Precision reins to avoid a large stone, on a narrow footpath, discovering a way together. It's not an obstacle free journey however
alchemy we forge with our horses in these Alpine foothills where horses are simply the means for getting into the natural world at the right pace, the trot. It's like falling in love. Over the route you talk to your horse with your voice, your hands, rubbing its back to spoil it a little, a hug, a caress. Your trusty companion is sweaty, tired. ÂŤGo on, we can do itÂť, you whisper. It's a language which begins with words and develops into gestures,
much horses are a member of the family. Accidents can happen and you suddenly find yourself faced with a fallen tree knocked down by a summer storm. But we're on the same wavelength and everything can be got over, together. Affection and respect, horses are ready to make the best of it and understand your responses. The pace is fluid, their necks undulate and their manes are caressed
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by the breeze. I push through the branches which are sometimes leafier, see the Giona stream from afar and hear its powerful voice. It reminds me of a theatre performance with the spectators and the thundering water pushing at the stones, a concert around its banks with a noisy script, rhythm and style dictated by stones both large and small. We contemplate the landscape now that we have arrived at the Forcora plateau. We've played games with the horses, marking out the space for some time, played concerts with children by clapping our hands on the drinking trough.
Getting away from it all and discovering the simplicity of travelling with a companion you've built up a relationship of trust, affection and mutual respect with, with whom your bond is wordless, a language made up of harmony like when you stop to look at something beautiful - a fawn or a chamois - and it's almost as if you hear: ÂŤlook!Âť. Horses have different antennae from yours, a special sensitivity, footsteps in the woods and know how to guide you safely through even when it's dark.
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consigli Trekking a cavallo Horse trekking TREKKING DI UNA GIORNATA ONE DAY TREKS
TREKKING DI DUE O PIÙ GIORNI TWO OR MORE DAY TREKS
Escursione al Sacro Monte di Varese Trip to Varese's Sacro Monte 7 ore-hours Varese - Parco del Campo dei Fiori
Varese - Pradecolo 3 giorni-days Itinerario-itinerary: Ghirla - Luino - Pradecolo
Patrimonio dell'Umanità, la via sacra offre anche splendidi panorami su città, colline e laghi. UNESCO heritage site, the via sacra offers splendid views over towns, hills and lakes.
Escursione nell’oasi naturalistica della Palude Brabbia Trip to the Palude Brabbia nature reserve 8 ore-hours Varese - Lago di Varese - Galliate Lombardo - Bodio Lomnago - Inarzo Riserva naturale regionale che ospita oltre 120 specie di uccelli e che cambia aspetto con l'arrivo di ogni nuova stagione. Regional nature reserve hosting over 120 species of birds which change appearance with each new season.
"Ecco il prato" è la traduzione del nome dell'alpe da cui si gode una vista meravigliosa sul Lago Maggiore e la catena del Monte Rosa. "Here's the meadow" - this is the translation of the name of the mountain which gives us such wonderful views over Lake Maggiore and the Mt. Rosa massif.
Varese - Mesenzana 2 giorni-days Itinerario-itinerary: Varese - Mesenzana Paese medievale che vanta una lunga storia, ai piedi del monte San Martino nella Val Travaglia interna. Medieval town with a long history, at the foot of Mt. San Martino in the midst of the Travaglia valley.
Varese - Bereguardo 3 giorni-days Itinerario-itinerary: Casorate Sempione, Bereguardo Bereguardo, dal francese «Bel-Regard» (“Bello Sguardo”), è un borgo di origine medievale situato sulla riva sinistra del fiume Ticino, in provincia di Pavia noto per il suo Castello Visconteo. Bereguardo, from French 'bel-regard' (beautiful view), is a medieval town on the left bank of River Ticino in Pavia province and famous for its Visconti era castle.
Varese - Angera 2 giorni-days Itinerario-itinerary: Varese - Angera Borgo reso unico dalla sua Rocca, maestosa fortezza che si sporge a picco sul Lago Maggiore. A hamlet made unique by its Rocca, a majestic fortress overhanging Lake Maggiore.
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VARESE SPORT TOURISM EXPERIENCE
Ippovie Horse trails
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Luino
Varese
Gallarate
Saronno
Busto Arsizio
MALPENSA Milano
LINATE
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Chi va per i cieli con l’aliante ogni volta rientra arricchito di entusiasmi e sensazioni che le parole, le confidenze, nemmeno quelle rivolte a chi condivide le stesse esperienze, riescono a rappresentare compiutamente. Solo le foto, le immagini hanno il potere di far capire a chi non conosce il volo a vela e soprattutto ai giovani la grandiosità di questo sport che regala momenti magici come il sorvolo delle Alpi con i loro panorami mozzafiato o gli incontri con le aquile‌
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Volo a vela Gliding
Lago di Varese / Lake Varese
Every time those who take to the skies in a glider return, they are brimming with enthusiasm and emotions which words, familiarity, not even that shared by those who have lived the same experience, are able to fully describe. Only photos, images have the power to enable us, those who are not familiar with gliding and primarily, youngsters, the magnificence of this sport which bestows magical moments, for example flying over the Alps with the breathtaking views or coming faceto-face with eagles... 41
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Librarsi in volo, cullati dalle Alpi di Linda Terziroli
«Seguimi Seguimi». ». La voce di Antonio, nitidamente, risuona dentro la piccola cabina del suo aliante. A volte basta una semplice parola a far breccia nel cuore. Anche pronunciata, e ascoltata, via radio, ad alta quota, sopra i cieli di Rieti. E uno sguardo, un sorriso, misto di audacia e fiducia. E quell’attrazione irrazionale, e inequivocabile, che chiamiamo amore. La giornata è stupenda, è il caldo agosto 1978, il cielo, turchese, attraversato da una competizione di alianti. Margherita Acquaderni, Margot per gli amici, figlia di un pilota, ardimentosa ventenne, indossa una tuta azzurra e una bandana dello stesso colore. È la sua divisa portafortuna, quando affronta il volo. E questa è la sua prima gara. Ha preso il brevetto di volo a Ferrara solo qualche settimana prima. Vento da Ovest, piccole nuvolette, come baffetti bianchi, trapuntano il cielo, rendono il volo indimenticabile. Margherita ha il numero 57, Antonio il 53. Antonio le suggerisce una diversa rotta da intraprendere, in volo. È solo un consiglio, i due piloti non si conoscono ancora, ma Margherita decide di fidarsi. È il destino di due vite che si intrecciano in volo, prima ancora che sulla terra. E Margherita razionale, attenta, concentrata, segue Antonio non solo nei cieli ma, lei che è nata a Bologna, inizia a frequentare colui che diventerà suo marito, a Varese. E a Varese, per quegli straordinari incontri che tramano le nostre vite, Margherita conosce Adele, una aviatrice, l’Aviatrice, tra i pionieri della disciplina, che diventerà la sua seconda mamma, compagna di voli, record, sfide impossibili. Adele Orsi, una donna eccezionale, protagonista indiscussa del volo a vela in Italia, sempre dietro le quinte e sempre pronta a volare, scrupolosa e sorridente, la prima a salire a bordo dell’aliante e l’ultima ad atterrare, moglie di Giorgio Orsi, entrambi animati da una passione indomita per il volo che insieme realizzano, costruendo il campo di volo, l’Aereoclub,
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a Calcinate. Lei che, dal cielo, in volo aveva visto un lembo di terra di suo padre e ha pensato che quello era il posto giusto, per decollare, per sognare. Adele è una leggenda, anche per Margot. E Adele e Margherita diventano amiche inseparabili. È Adele, donna strepitosa, che di mattina alle cinque, alza la cornetta e chiama Margherita: «Oggi Oggi proviamo un record, stamattina vorrei volare a Varese, vieni!». vieni! ». E Margherita non si tira mai indietro, da una sfida all’altra, da una trasvolata all’altra, accarezzando con lo sguardo le multiformi distese del territorio prealpino. «Donna «Donna forte, di poche parole, schiva, ma premurosa con gli altri, abituata ai gesti, non alle parole, Adele assolutamente non amava sentirsi dire grazie grazie». ». Insieme ai sogni di Adele e Giorgio, prende forma la pista di volo a Calcinate e il volo a vela viene conosciuto in tutto il mondo, frequentato da Anna Reich, astronauti, piloti e campioni di ogni provenienza. Volare diventa indispensabile, linfa e gioia, per Margherita, come respirare, fondamentale per vivere. «La «La mia t-shirt con le ali» ali» mi dice, accarezzando la capotte della piccola cabina del suo aliante, mentre rivela: «ho «ho rischiato persino di chiamarmi Aliantina, quando sono nata». nata». Un po’ come Liala, battezzata da D’Annunzio, anche se Margherita non ha nel nome le ali, ma nel cuore e negli occhi. I piloti si radunano in clubhouse, il cielo è terso, è il momento di studiare l’immensa cartina dell’Italia settentrionale, con i monti in rilievo, lì appesa, attorno a cui tutti si confrontano vivacemente. L’atmosfera del centro è speciale, sempre attraversata da emozioni trepidanti. Margherita, con un gesto familiare, apre le porte dell’hangar e davanti ai miei occhi colmi di stupore, vedo la casa delle libellule, straordinariamente grandi e bianche, gli alianti. Un pizzico di paura sempre in tasca, come diceva Walter Vergani e il sacro rispetto della natura. Non osare mai troppo, il cielo in cui decolli non è mai lo stesso, è un foglio sempre bianco da pennellare, con passione e dedizione. Oggi Margherita accompagna un’amica in un biposto, occorre essere concentrati, mi dice, i pensieri e i problemi ancorati a terra. Il decollo in aria dell’aliante è legato all’aereo a motore, da un cavo di traino. Da terra sembra un filo di seta. Quando si stacca al Campo dei Fiori, il vento in faccia, le radiazioni del sole fanno sì che l’aria salga più di quanto non scenda l’aliante. Il filo si stacca, come il cordone ombelicale, ed è una sensazione di libertà estrema, il pilota di fronte a se stesso, senza veli. Il ronzio del motore dell’aereo si allontana, nelle orecchie senti solo il fruscio, amico, meraviglioso, dell’aria sulle ali. Ogni volo è unico, imprevedibile, stupendo, perché ogni giorno
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Lago di Varese / Lake Varese
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è diverso, irripetibile e vento e sole, elementi indispensabili, scrivono sempre nuovi copioni, che i piloti cercano, con pazienza e cura, di studiare e interpretare. Non puoi mettere la freccia e accostare, il bello del volo è questa libertà creativa in cui devi dosare la capacità, interpretando se il cielo è alla tua altezza. Vedo l’aliante sopra il Sacro Monte, Margot mi diceva di conoscere a memoria le cappelle, una per una, e poi la Martica, il Monte Generoso, questo il percorso verso Est. Chissà quale sarà il loro viaggio di oggi: verso nord i Sette Termini, il Lema, il Tamaro, oppure a Ovest, il Monte Nudo, da dove partono i parapendii, il Mottarone, volando sopra il Maggiore, arrivando al Monte Zeda a Piancavallo. L’obiettivo di un pilota di volo a vela è fare tanti chilometri, viaggiare, conoscere nuovi scenari, arrivare sempre più in là, con una velocità di crociera da 120 a 250 km orari. Fino alle Alpi, se possibile, sempre cullando il sogno di nuovi record, mille chilometri e più, picchiando, cabrando, rollando. Ed ecco le Dolomiti, che Margherita descrive, commuovendosi, come una cattedrale naturale. La pedaliera fa andare il timone direzionale, le mani sulla cloche, le montagne che vedi avvicinarsi, come il Monte Rosa, che da corona si trasforma in un grande catino, dai colori straordinari e una maestà che suscita quasi soggezione. La suggestione dei colori e degli scenari è meravigliosa, i boschi, i laghi, le montagne e poi gli uccelli, i compagni di viaggio. E le aquile che, regine incontrastate dei cieli, sanno difendere i loro piccoli. «Ci «Ci sono aquile che a lungo ci accompagnano nel volo, sono veramente dei nostri, altre che ci considerano intrusi da tenere d’occhio, ma sono più che giustificate: infatti succede quando hanno i piccoli da difendere». difendere». Guardo in cielo e vedo l’aliante di Margherita, si sta preparando alla discesa. Prima di atterrare un giro sopra l’acqua del lago di Varese, gli aereofreni che escono lentamente dalle ali e il carrello retrattile, dolcemente l’aliante si appoggia a terra. La sensazione è di grande gioia, è il ritorno a casa, appagati da un viaggio, anche se piccolo, perché ogni volo è una conquista. Qualcosa tra l’esplorazione e l’invenzione, un viaggio di audacia e intelletto. E di prudenza e rispetto delle regole, come l’alpinismo, in cui disciplina e rigore si uniscono alla capacità di domare le proprie forze. Solo così la testa fra le nuvole non sarà distrazione, ma la passione e il coraggio di leggerle e solcarle. Con profondo amore. Perché, come diceva Leonardo, “una “una volta che avrete imparato a volare, camminerete sulla terra guardando il cielo perché è là che siete stati ed è là che vorrete tornare”. tornare ”.
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Schieramento di alianti, sullo sfondo la catena del Monte Rosa / Deployment of gliders, on the background the chain mountains of Monte Rosa
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Soar cradled by the Alps "Follow me". Antonio's voice can clearly be heard in the small cabin of his glider. Sometimes, just one word is all that is needed to find a way into my heart. Even where it is spoken and listened to, via radio, flying high above the skies of Rieti. And a look, a smile smacking of courage and trust. It is this irrational and unmistakable attraction which they call love. It is a splendid day, the hot August of 1978, the sky is turquoise and there is a gliding competition. Margherita Acquaderni, Margot to her friends, the daughter of a pilot, a nervy twenty-something year old, is wearing blue overalls and a matching colour bandana. It is her lucky outfit when flying. This is her first competition. She was only awarded her flying licence from Ferrara a few weeks beforehand. Western winds, small clouds that resemble white moustaches are littered across the sky, making the flight unforgettable. Margherita is donning number 57 and Antonio number 53. Antonio suggests taking a different flight path. It is only a recommendation, the two pilots do not even know each other yet, however Margherita decides to trust him. It is their destiny to meet whilst flying even before they have met on terra firma. The rational, careful, focused Margherita follows Antonio not just in the skies but frequently makes the journey from her native city of Bologna to Varese to meet him, he who would later become her husband. It is here in Varese, with the occasion of these extraordinary meetings that our lives cross path, Margherita meets Adele, an airwoman, in fact, the airwoman, a pioneer of the discipline, who would become her second mother, her ally when flying, breaking records, tackling impossible challenges. Adele Orsi, an exceptional woman, indisputable protagonist of gliding in Italy, who always remains behind the scenes and is always ready to fly, conscientious and cheerful, the first to hop onboard the glider and the last to land, wife of Giorgio Orsi, who both share a wild passion for flying and who together established the airfield, Aereoclub, in Calcinate. From the sky, she saw a strip of land belonging to her father and decided that this was the right spot to land, to dream. Adele is a legend, even to Margot. Adele and Margherita would become inseparable friends. It is Adele, a sensational woman, who gives Margherita a bell at five in the morning: "Shall we try and set a record today, I want to fly to Varese this morning, come with me!". Margherita never turns her down, from one challenge to the next, one fly-over to the next, taking in the various view that lay ahead, those of the Pre-Alps territory. "A strong woman of few words, timid, but caring towards others, demonstrates herself with actions rather than words, Adele really did not like to be thanked".
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Fulfilling the dreams of Adele and Giorgio, the Calcinate airfield is established and Voloavela becomes known worldwide, frequented by Anna Reich, astronauts, pilots and champions from all areas of the globe. For Margherita flying becomes a life-blood, a source of joy, just like breathing, essential to live. "My t-shirt with wings" she tells me, embracing the small roof of her glider whilst she reveals: "I was almost named Aliantina (little wing) when I was born". A bit like Liala, baptised by Annunzio, even if Margherita does not have wings in her name, she surely does in her heart and eyes. The pilots gather in the clubhouse, the sky is clear and now is the time to study the detailed, hanging map of northern Italy, with the
I can see the glider over the Sacred Mountain, Margot told me she knew the chapels by memory, every single one and then there was Monte Martica, Monte Generoso heading east. Who knows what direction they will take today: northwards towards Sette Termini, Monte Lema, Monte Tamaro or west, to Monte Nudo, from where paragliders begin their journeys, Mottarone, flying over Maggiore, to arrive at Monte Zeda in Piancavallo. The aim of a gliding pilot is to cover many kilometres, to discover new settings, to go that bit further each time, with a cruising speed in the range of 120 to 250 km per hour. Right up to the Alps, where possible, always looking to break new records, thousand of kilometres and more, all whilst diving, completing nose ups, rolling. Here we have the Dolomites which Margherita describes
mountain which appear in relief, around which everybody busily meets. The atmosphere in the sky is special, anxiety seems to reign. Margherita, confidently opens the hangar doors and, in my eyes, becomes filled with amazement, I can see the dragonfly house, extraordinarily large and white, its the glider. As Walter Vergani stated, always feel a little fear and uphold complete respect for nature. Never take too many risks, the sky in which you take off is never the same, it is a blank piece of paper on which you draw, with passion and dedication. Today, Margherita is accompanying a friend in a two-seater, they must be focused she tells me and leave any thoughts and problems on the ground. A motorised plane supports the take-off of the
as moving just like a natural cathedral. The pedalboard manages the rudder, hands on the joystick, the mountains drawing nearer, for example Monte Rosa, which transforms from a crown into a large dome, boasting extraordinary colours and splendour which leaves you almost jittery. The hints of colour and settings are marvellous, the woodland, the lakes, the mountains and the birds, the flight companions. The eagles, undisputed kings of the sky are able to defend their young. "There are eagles which accompany us the entire duration of the journey, they are one of us even if they see us as threats to keep an eye on, however they are perfectly justified: sometimes, they have their young to protect". I look up at the sky and see Margherita's glider, she is preparing to
glider attached via a tow rope. From the ground, it looks like a silk thread. Upon leaving behind the Campo dei Fiori Regional Park, with onfacing winds, the sun's radiation make the air enough so the glider does not fall. When the rope detaches, like an umbilical cord, there is a powerful
land. Before landing, she tours around the waters of Lake Varese, the air brakes are slowly released from the wings and the retractable landing gear, the glider slowly lands. A feeling of great joy, the feeling of returning home, satisfied with the journey, even if brief, because every flight is an achievement. A mixture of exploration and invention, a
feeling of freedom, the pilot is out there on their own, wingless. The buzz of the engine becomes further away, it is only possible to hear rustling, the marvellous friendly sound of the air on the wings. Every flight is unique, unpredictable, wonderful, as every day is different, different in terms of wind and sun, essential components, which always come together in diverse ways which pilots study and interpret patiently and carefully. It is never a case of indicating and pulling over, the beauty of flying is the creative liberty it offers where you must use your skills, judging the sky correctly.
journey demonstrating courage and intellect. Least forgetting vigilance and compliance with rules, just like mountaineering, where discipline and strictness fuse with the ability to control your own strength. It is only in this way that you do not become distracted when your head is in the clouds, instead you have the passion and courage to read and cut through these clouds. With deep love. In the words of Leonardo, "once you have learned to fly, when walking on the ground, you look up at the sky where you once were and where you wish to return".
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consigli
In volo In flight Varese dal cielo - Varese from the sky 25 minuti - minutes Varese - Parco del Campo dei Fiori L’occasione di ammirare, immersi nel vento, il territorio della provincia di Varese, dove l’azzurro dei corsi d’acqua si intersica con il verde delle vallate prealpine e dei parchi che arricchiscono la città giardino. A chance to look at the beautiful land of Varese and the province, enjoying the mixture of the blue of the lakes and the green of the valleys from a bird’s – eye perspective.
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Sopra il Campo dei Fiori - Over the Campo dei Fiori Regional Park 40 minuti - minutes Lago di Varese - Campo dei fiori - Sacro Monte - Lago Ceresio - Lago Maggiore Una visione che si allarga a tutto il territorio del Verbano e oltre, raggiungendo con lo sguardo gran parte della catena alpina dove domina la maestosità del Monte Rosa. A spectacular view over the whole land of Verbano and beyond, till the alps and the breathtaking Mount Rosa.
Aero Club Adele Orsi Lungolago di Calcinate, 45, 21100 Varese VA +39 0332 310073 www.acao.it
Aero Club Adele Orsi - Varese
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In bicicletta con Filippa Lagerbäck*, tra l’azzurro dei laghi e il Monte Rosa di Francesca Amendola
* Ambasciatrice Varese Sport Commission, conduttrice televisiva e modella / ambassador of Varese Sport Commission, TV presenter and model
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Cicloturismo Biking
Filippa Lagerb채ck - Lago di Varese / Lake Varese
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«Per Per me la bici è il mezzo di trasporto del futuro ed è perfetta per il turismo. Qui è bellissimo poter pedalare con una pista ciclabile così: vedi i boschi e il lago, è anche molto ombreggiato per cui si sta bene anche d'estate. È poi un giro davvero adatto a tutti. Mi piace tantissimo il tratto prima di arrivare a Gavirate: esci dal bosco, il panorama ti si apre davanti agli occhi, quindi vedi le montagne, è molto suggestivo. C'è il tratto dove puoi scendere verso il pontile, lì si fanno foto fantastiche, e c'è quel pezzo in cui pedali proprio al bordo del lago, hai proprio tutta l'acqua al tuo fianco. È un tesoro incredibile. Avere i laghi così vicini è una ricchezza grandissima da poter sfruttare in tutti i modi possibili. C'è una richiesta di cicloturismo pazzesca in tutto il mondo e qua c'è qualsiasi cosa». cosa». Filippa Lagerbäck, conduttrice televisiva e sostenitrice green, racconta la sua passione. E ricorda quella puntata di In bici con Filippa (su Bike Channel, Sky canale 214), girato sulla pista ciclabile del lago di Varese, in cui mostra tutto quello che si può fare nei dintorni, in bici e senza. «Siamo Siamo stati qui due giorni per registrare la puntata, abbiamo fatto il percorso con delle piccole fermate per dare qualche consiglio su cosa fare durante il giro. Siamo partiti dalla città, da villa Recalcati, per poi scendere giù al lago e percorrere la pista ciclabile in senso orario. Ricordo il passaggio a Mustonate, diventato per me un must assoluto, e l'inizio del percorso dalla Schiranna. Come facciamo a ogni puntata scendiamo dalla bici per tutte le attività che ci sono da fare, come visitare la coltivazione di mirtilli al Gaggio o il giro in barca per vedere l'isolino Virginia. Ho preso anche una lezione di canottaggio da un istruttore di Gavirate. Soltanto per mancanza di tempo non ho volato sul lago col Volo a Vela all'Aeroclub di Calcinate, però ho fatto un po' di pratica a terra e ho capito che giro meraviglioso sia». sia». Non è un'estate caldissima, ma proprio in quei giorni di giugno la temperatura tocca i 37 gradi. Girano in tre, soltanto due cameraman e lei, che conduce e racconta con la curiosità di chi viaggia in posti nuovi. E senza trucco. «Verso Verso sera avevamo altre riprese da fare, mi guardo al volo in uno specchietto e mi vedo stravolta, ma non c'è staff al seguito quindi si va avanti! Il bello è che in quel programma è proprio vero tutto, non c'è tempo per la finzione. Sulla ciclabile non si può andare né in moto né su mezzi elettrici, che in genere su alcuni tratti usiamo per riprese veloci. Eravamo un po' in difficoltà, nonostante avessimo con noi un entourage di circa venti persone che ci ha voluto accompagnare. Quindi vedevo i due cameraman su una sola bicicletta, uno pedalava e
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l'altro riprendeva, senza andare molto veloce… insomma ce l'abbiamo fatta. Non vedo prima il posto che andiamo a visitare, quindi le mie espressioni ed emozioni le trasmetto dal vivo così come vengono. Vedere un paesaggio dalla sella della bici non è come vederlo dal finestrino di una macchina. Sei immerso nella natura, nei profumi, negli odori, nell'incontrare persone, gli sguardi. È così che ho scoperto anche la città. Milano ho iniziato ad amarla in bicicletta, potevo fare percorsi secondari o attraversare un parco anziché restare in coda al semaforo. Il centro di Varese è delizioso in bici e appena fuori c'è il parco Campo dei Fiori con bellissime passeggiate. Uno dei miei percorsi preferiti è proprio dall'Osservatorio di Campo dei Fiori fino al Forte di Orino, anche quello è un giro che possono fare tutti, d'inverno credo che sia ancora più suggestivo, è bellissimo. Anche il Chiostro di Voltorre è da vedere. E presto andremo a Monate e poi al lago Maggiore, è come un mare coi monti, una meraviglia, e ho già visitato l'Eremo di Santa Caterina del Sasso che mi è piaciuto da morire. Quando arrivi a Varese, si vede subito il Monte Rosa in lontananza e ogni volta lo ammiro. Tutte le sere al tramonto è uno spettacolo, d'inverno mi piace ancora di più. Forse è quando cresci che senti dentro di te che della bellezza della natura non se ne ha mai abbastanza. Io allora vado in giro e abbraccio gli alberi...». alberi...». Le brillano gli occhi mentre descrive i percorsi del territorio varesino che ha scoperto finora. Per Filippa Lagerbäck, svedese ma da anni in Italia, la bici è libertà, natura, gioia. «Ho Ho sempre pedalato, fin da quando ero piccola, la bici è un po' il simbolo della mia libertà: era un mezzo, il mio primo mezzo, con cui potevo spostarmi velocemente e andare con gli amici a fare il bagno al lago. Si lanciava la sfida a chi faceva il primo bagno dell'anno. Una volta l'ho fatto il primo di maggio, c'era ancora il ghiaccio. A Stoccolma c'è anche il mare che però si riscalda molto più lentamente, perciò è il lago il nostro punto di riferimento. Con una bicicletta sei indipendente, scopri totalmente un altro modo di vedere le cose, sei più felice. E se proprio non diluvia si va lo stesso. Ricordo un episodio in Svezia, in bici con mio papà, io incinta al quarto mese, all'improvviso viene giù una pioggia pesante. Non era acqua ma proprio ghiaccio. Chiedevo se non fosse il caso di tornare indietro, ma lui "Che dici! Siamo vichinghi noi, vai avanti!". Ecco, questa è un po' la nostra filosofia...». filosofia... ».
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Filippa Lagerb채ck - Lago di Varese / Lake Varese
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Filippa Lagerbäck sostiene e incentiva l'uso della bici come mezzo di trasporto, più che per sport proprio per la sua sostenibilità. Non si definisce un'integralista della bici, ma trova che sia una passione che si possa sfruttare anche nel quotidiano. Scrive un libro (Io pedalo e tu?, Gribaudo, 2013) e Sky la contatta per il progetto su Bike Channel. «Il Il mio impegno è poter dire a tutti guardate che si può fare. Se io che lavoro nel campo della televisione e della moda mi sposto sempre in bicicletta, anche voi potete farlo. E guardate che uso anche la macchina, non sono ipocrita e non penso si debba mai essere troppo radicali nelle scelte. Bike Channel ora è anche in Inghilterra, quindi saranno trasmesse le puntate già girate in Italia con questi itinerari cicloturistici che per gli stranieri hanno sempre un appeal pazzesco. Ecco perché dico che la bici è fonte di turismo e di divertimento per tutti». tutti». Uno stile di vita un po' più green è possibile ed è piacevole. «Io Io mi sono fatta prendere da questa passione. Qui è veramente pieno di ciclisti e trovo così bello che ci siano tanti gruppi, donne, uomini, di tutte le età, che pedalano e dopo si fermano al bar, è uno stile di vita. Non avrei mai pensato di mettermi la tuta da bici col pannolone e mettermi in sella, davvero per me era impensabile. Però mai dire mai, anche se avevo un'idea romantica della bicicletta, con la gonna, il cestino di vimini, il picnic... e pensare invece che io col pannolone da ciclista ho intervistato chiunque! E ho scelto il lago di Varese anche per uno speciale giro in bici con me, messo in palio da un’associazione per una raccolta fondi per ragazzi autistici: ho fatto venire qui il vincitore con il figlio ed è stato straordinario. Loro sono rimasti affascinati dal posto, inoltre in bicicletta ti conosci subito di più, nasce una simpatia, fai qualcosa insieme, ti aiuta a rompere il ghiaccio, sei subito alla pari, e se fai un po' di fatica la condividi». condividi».
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Filippa Lagerb채ck - Eremo di Santa Caterina del Sasso / Hermitage of Santa Caterina del Sasso - Leggiuno
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On a bicycle with Filippa Lagerbäck, etween the blue lakes and the Monte Rosa «I believe bikes are the transport of the future, and they are perfect for tourism. It is wonderful to be able to ride, here, along a surfaced cycle track such as this: you see the woods and the lake, and it’s also very shady so it’s pleasant even in summer. What’s more, the circuit is suitable for everyone. I love the stretch before you get to Gavirate: you come out of the wood and a very picturesque view of the mountains opens up before your eyes. There’s a section where you ride downhill towards the landing stage and another where you cycle along the very edge of the lake with the water right beside you. It is an incredible gem. Having the lakes so close is a real privilege to be enjoyed in every possible way. Bicycle tourism is in huge demand all over the world, and this place has everything». Filippa Lagerbäck, TV presenter and friend to the environment, talks about her passion, and remembers that episode of In bici con Filippa (On a bike with Filippa), shown on the Italian Sky 214 Bike Channel, filmed on the Lake Varese cycle track, in which she shows viewers everything there is to do in the surrounding area, on or off a bike. «We were here for two days to shoot the episode, and we did the whole route with a few short stops to give tips on things do during the ride. We started in the city, at Villa Recalcati, and then rode down to the lake and followed the track clockwise. I remember the ride to the small village of Mustonate, now an absolute must for me, and the start of the ride from the Schiranna district of Varese. As in every episode, we dismounted to try all available activities, such as visiting the bilberry crops at the Gaggio farm or taking a boat trip to see the little island of Virginia. I also had a rowing lesson with an instructor from Gavirate. Unfortunately, I didn’t have time to go gliding with the Calcinate Aeroclub and fly over the lake but I had a little try on the ground and could see how amazing it must be». The summer of 2014 was not particularly hot but, in that period of June, temperatures reached 37 degrees. You ride as a team of three: two cameramen and yourself, presenting and describing with the curiosity of one travelling to new places and without artifice. «Towards the evening we had more shooting to do. I looked in a little mirror and saw that I looked a mess, but I had no staff behind me so on I went! The nice thing about that programme is that everything
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is completely genuine; no time for pretence. No motorbikes or even electric vehicles, which we usually use for quick takes on some sections, are allowed on the cycle track. We had some difficulty, despite having an entourage of about twenty people who wanted to accompany us, including the police chief. So I had two cameramen sharing a bicycle, one pedalling and the other shooting, not going very fast… but we did it. I don’t see the places we’re going to visit beforehand, so my expressions and emotions are all filmed “live”. Seeing scenery from the saddle of a bike is very different to seeing it from a car window. You immerse yourself in nature and the scents and smells, and meet people face to face. That’s also how I explored the city. I first fell in love with Milan on a bicycle; I could take minor roads or cut through parks rather than queuing at traffic lights. The centre of Varese is delightful by bike, and just outside it is the Campo dei Fiori Park with stunning walks.
back but he said, “What? We’re Vikings, keep going!”. That kind of sums up our philosophy…». Filippa Lagerbäck supports and promotes the use of a bike as a means of transport, rather than simply for sport, due to its sustainability. While she does not describe herself as a fundamentalist when it comes to bikes, she believes it is a passion that can also be enjoyed in everyday life. She has written a book, called Io pedalo e tu? (I Pedal, and You?), Gribaudo, 2013, and Sky is has contacted her about the project on the Bike Channel. «My mission is to be able to say to everybody, “look, you can do it. If I, who work in television and fashion, always get around on my bicycle then so can you. And yes, I use a car as well: I’m not a hypocrite and I don’t think we should ever be too radical in our choices. The Bike Channel is now in the UK, too, and will be showing the episodes filmed in Italy on these tourist cycle routes which always
One of my favourite routes is from the Campo dei Fiori Observatory to the Fort of Orino, which is another circuit than everyone can do. It is very beautiful, and I find it even more picturesque in winter. The Cloister of Voltorre is also worth seeing. Soon, we are going to Monate and then to Lake Maggiore, which is like a sea in the mountains – amazing – and I have already visited the Hermitage of Santa Caterina del Sasso, which I adored. As soon as you arrive in Varese, you can see the Monte Rosa mountain in the distance, and I always admire it. The sunset is spectacular every evening, and I like it even better in winter. Perhaps it’s when you grow up that you feel, deep down, that you can never get enough of the beauty of nature. So I go out exploring and hug the trees…»
have incredible appeal for foreigners. I believe, therefore, that cycling has great potential for tourism and enjoyment for everyone. Some organisation and new support structures are needed, but Varese already has everything and its cycle track is truly fantastic. Of course, I’d also like take a dip in the refreshing, beautiful lake, and it breaks my heart that it’s not yet safe to swim in it. I’m convinced that we can rise to this challenge and make a change. I’m not a politician, just a person who has chosen to spend time in this area due to its great beauty and all it has to offer. The lake is very special and needs constant care and maintenance». A slightly greener lifestyle is feasible and also enjoyable. «I’ve fallen in love with this idea. This place is absolutely full of
Her eyes sparkle as she describes the routes she has discovered so far in the Varese area. For Filippa Lagerbäck, a Swede who has spent many years in Italy, a bike means freedom, nature and joy. «I have always cycled, since I was little. For me, a bike sort of symbolises freedom: it was a way (the first for me) of getting around quickly and going swimming in the lake with my friends. It was always a contest to see who would take the first dip of the year. Once, I swam on the first of May, when there was still ice. In Stockholm there’s the sea as well, although that takes much longer to warm up, so the lake is our point of reference. On a bicycle you’re independent, you discover a whole new way of seeing things, and you’re happier. And, provided that it is not pouring, you just go. I remember one time in Sweden, cycling with my dad, when I was four months pregnant, and the heavens suddenly opened. It wasn’t water; it was literally ice. I asked if we should turn
cyclists, and I really like that there are so many groups - women and men of all ages – who go cycling and then stop at a café for a drink. It’s a lifestyle. I would never have imagined myself putting on padded cycling shorts and getting astride a bike; it simply wasn’t me. Never say never, though: I used to have a romantic idea of riding off for a picnic on a bicycle with a wicker basket, wearing a skirt … and yet I have interviewed all kinds of people wearing padded shorts! I also chose Lake Varese for a special bike ride, put on by a fundraising organisation for autistic kids: I brought the winner here with his son to ride with me, and it was amazing. They were enchanted with the place, and cycling is also a great way to get to know each other and build a bond by doing something together; it helps to break the ice and puts you on an equal footing and, if it’s hard work then you’re in it together».
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consigli
Itinerari cicloamatoriali Amateur cycle routes
Lago di Lugano - Lake Lugano km 78 Varese - Porto Ceresio - Ponte Tresa - Morcote - Capolago - Porto Ceresio Varese Lago Maggiore - Lake Maggiore
Varese - Sesto Calende - Verbania - Locarno - Luino - Varese
km 181
4 Laghi - 4 lakes
km 108 Varese - Inarzo - Corgeno - Cadrezzate - Ispra - Laveno - Gavirate - Schiranna - Varese
Lago di Varese - Lake Varese
km 33 Varese - Schiranna - Capolago - Biandronno - Bardello - Gavirate - Groppello - Calcinate - Schiranna - Varese
Cuvignone
km 74 Varese - Gavirate - Cittiglio - Vararo - Pizzo di Cuvignone - Arcumeggia Casalzuigno - Cuvio - Brinzio - Mondonico - Ganna - Varese
Sette Termini
Varese - Brinzio - Grantola - Sette Termini - Ponte Tresa - Varese
km 81
Ceresio - Valganna
km 76 Varese - Porto Ceresio - Brusimpiano - Marchirolo - Ghirla - Marzio - Alpe Tedesco - Viggi첫 - Varese
Veddasca
km 127 Varese - Ponte Tresa - Luino - Maccagno - Indemini - Vira - Luino - Mesenzana - Cunardo - Varese
Malcantone
km 96 Varese - Ponte Tresa - Cademario - Sessa - Dumenza - Luino - Varese
Porlezza - Si Sighignola - Lago di Lugano km 125
Varese - Ponte Tresa - Lugano - Porlezza - Sighignola - Capolago - Mendrisio - Varese
San Michele
km 80 Varese - Ponte Tresa - Luino - Porto Valtravaglia - San Michele - Brissago Valtravaglia - Mesenzana - Cuvio - Brinzio - Varese
Pista Ciclabile sul Ticino - Ticino river Cycle track km 97 Varese - Vergiate - Somma Lombardo - Porto della Torre - Ciclabile del Ticino - Turbigo - Vergiate - Varese
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Gavirate
Bardello
Biandronno
Luino Varese
gi
or
e
LAGO DI VARESE
La
go
M
ag
VARIANTE CENTRO STORICO
COLLEGAMENTO CON LA PISTA CICLOPEDONALE DEL LAGO DI COMABBIO.
Cazzago Brabbia Bodio Lomnago
Ternate
Azzate
Varano Borghi
San Sepolcro
Varese
Buguggiate Galliate Lombardo
Comabbio
LAGO DI COMABBIO
Gaggio
Corgeno
Gallarate
Saronno
Busto Arsizio
MALPENSA Milano
LINATE Pista ciclabile - Lago di Varese
Il Lago di Varese è uno dei patrimoni naturali e paesaggistici più preziosi della provincia. Per valorizzare questo splendido ambiente è stata completata la realizzazione di una pista ciclabile con fondo in calcestruzzo e asfalto che circonda tutto il perimetro dello specchio d’acqua e che rappresenta uno dei più lunghi percorsi ciclabili d’Europa. Sono percorribili 27 km che si snodano tra boschi e prati, consentendo a ciclisti e podisti di ammirare il lago da ogni prospettiva. Il percorso parte da Varese Schiranna e costeggia tra l’altro la riserva naturale di Biandronno. È accessibile anche a disabili, bambini ed anziani, essendo prevalentemente in piano, ed è percorribile sia a piedi sia con le biciclette. Lake Varese Cycle Track
Lake Varese is one of the province’s most cherished natural and scenic treasures. To promote enjoyment of this beautiful
setting, a concrete and tarmac-surfaced cycle track has been created around the entire circumference of the lake and constituting one of Europe’s longest cycle routes. 27 km of the track wind through woods and meadows, allowing cyclists and those on foot to admire the lake from every perspective. The route begins in the Schiranna district of Varese and passes beauty spots including the Biandronno nature reserve.It is also accessible to the disabled, children and the elderly, being predominantly flat, and can be enjoyed both on foot and by bicycle. Pista ciclabile - Lago di Comabbio
La pista ciclabile del lago di Comabbio è lunga una decina di chilometri. Partendo da Ternate in prossimità del lido, la pista si snoda prendendo la destra verso Comabbio, mentre prendendo la sinistra verso Varano Borghi dopo 2 km si incontra
il bivio per la pista di collegamento con il lago di Varese. Il percorso regala incantevoli scorci di paesaggio, immersi in un’ambiente naturale originale, interessante la scelta costruttiva di una pedana in legno lunga 500 m che permette di pedalare sospesi sull’acqua. Lake Comabbio Cycle Track
The Lake Comabbio cycle track is about ten kilometres long. The track starts in Ternate, near the lido, and winds along. If you bear right, it takes you towards Comabbio while the track to the left leads to Varanno Borghi, meeting the junction with the connecting track to Lake Varese after 2 km. This route offers enchanting views of the landscape, immersed in an original natural setting, and the considerate construction of a 500m-long wooden platform allows cyclists to ride suspended over the water.
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Il golf è un gioco che non può essere vinto, ma soltanto giocato. Così io gioco, e continuo a giocare. Gioco per i momenti che devono ancora venire, cercando il mio posto in campo. Hardy Graves - La leggenda di Bagger Vance
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Golf Golf
Golf is a game which cannot be won, only played. This is how I play and will continue to play. I play for future moments, looking to find my very place in the game. Golf Club Varese - Luvinate - Ph. Varese Press
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Tutto il bello del golf, nella Terra dei Laghi di Marco Dal Fior*
*Presidente Associazione Italiana Giornalisti Golfisti / Chairman of the Italian Association for Golf Reporters
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Panorama Golf Varese - Ph. Varese Press
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«Ma Ma cosa ci trovi di bello nel golf?». golf?». La domanda arriva in genere tra il caffè e l’ammazzacaffé, quando le difese si sono ormai abbassate, complici l’iperattività dei succhi gastrici e i generosi brindisi rimbalzati da un capo all’altro dell’allegra tavolata. In effetti è sempre difficile codificare un’infatuazione. «Mi «Mi vuoi bene? Perché mi vuoi bene?» bene?» chiedeva lei con occhi languidi mentre attraversavamo la nostra giovinezza. E già allora non sapevo bene cosa rispondere. «Ti «Ti voglio bene e basta», basta», tagliavo corto. Aggiungendo poi - gli studi classici e la logica razionale erano di grande aiuto in questi casi - che se l’uomo sapesse smontare i meccanismi dell’amore, saprebbe anche alla fine riprodurlo. E così lo svuoterebbe, riducendolo a una reazione chimica. Cosa che toglierebbe senso e poesia alla vita. In effetti non so dire esattamente cosa ci sia di così coinvolgente nel golf. Forse i luoghi dove si pratica, le mille sfumature di verde che ti abbracciano e sono capaci di sedurti molto più di quelle del grigio. E poi il silenzio dei fairways fairways,, merce rara al giorno d’oggi, con i timpani sotto pressione dalla mattina alla sera per lavoro, caos del traffico, telefonini e cuffiette. O forse il fascino è tutto racchiuso in quel movimento di pochi secondi nel quale devi riuscire a concatenare i gesti in una certa sequenza per vedere schizzar via la pallina verso la buca, seguirla con lo sguardo nel cielo, udire il tonfo lontano dell’atterraggio in green e pregustare il gorgoglìo con il quale verrà inghiottita dalla buca dopo un facile putt. Mi consola sapere che non sono il solo a subire questo fascino, se è vero che ogni anno in tutto il mondo ci sono la bellezza di 70 milioni di golfisti e che di questi, uno su quattro parte per una vacanza con la sua bella sacca al seguito. E non sono turisti da poco: in media si fermano in albergo sette giorni contro i tre o quattro dei vacanzieri che non rincorrono una pallina bianca tra una buca e l’altra. Non solo: sempre secondo la statistica, i golfisti spendono tre volte più degli altri e - attenzione - non per pagarsi i servizi dei campi da golf. Solo il 7% della spesa è riconducibile in qualche modo al mondo che ruota intorno ai green (ingressi, noleggio dell’attrezzatura, eccetera). La parte del leone la fanno l’alloggio (29 per cento) e i trasporti (25%), seguiti da cibo (21%), divertimenti (9%) e shopping (5%). Tradotto in cifre, questo mulinare di ferri, legni e palline produce nel mondo un giro d’affari di 30 miliardi di euro. In Europa a beneficiarne in misura maggiore è la Spagna, che di questa torta si è accaparrata una fetta da 4,2 miliardi di euro. Merito del clima, certo, ma anche della politica turistica che in questi anni ha trasformato larghe zone del Paese in una specie di Eldorado golfistica. A cominciare dall’Andalusia, dove 132 percorsi ospitano ogni anno 2 milioni di giri di golf, tre
quarti dei quali effettuati da stranieri. La Scozia, che pure di questo gioco è ritenuta la capitale, si ferma a un giro d’affari di 319 milioni di euro. Gli oltre 500 percorsi scozzesi pagano un dazio pesante al clima, ma ciò non impedisce all’Old Course di St. Andrews, probabilmente le diciotto buche più famose del mondo, di staccare ogni anno 44mila ingressi giornalieri (i golfisti li chiamano green fee), in pratica 120 persone al giorno pronte a sborsare anche 180 euro per poter provare l’ebbrezza di calcare i fairways che hanno fatto la storia di questo sport. Anche in Italia il golf produce un fatturato considerevole. Una ricerca commissionata qualche anno fa dalla Federgolf alla Protiviti aveva quantificato in 350 milioni di euro il giro d’affari legato ai green. Soldi usciti dalle tasche dei giocatori nostrani (sono un po’ meno di 100.000, con una leggera flessione nell’ultimo periodo dopo anni di costante crescita) e dei turisti stranieri che, attratti dal clima e dall’universo cultural-eno-gastronomico, scelgono località della Penisola per dare libero sfogo alla loro voglia di swing. L’offerta, d’altra parte, è di tutto rispetto: oltre 180 campi regolamentari da 9 a 36 buche, una quarantina di impianti promozionali da 3 a 9 buche, più di 100 campi pratica dove è possibile imparare e perfezionare il gesto tecnico a costi molto contenuti. Anche da queste parti ce n’è per tutti i gusti. Il Panorama di Varese, nove buche praticamente in città, ogni anno sforna centinaia di nuovi adepti. Merito dell’approccio molto semplice e informale. Niente a che vedere con l’immagine ormai ingiallita dello sport d’élite, costoso e con la puzza sotto il naso. Con 85 euro chi vuole imparare ha a disposizione tre lezioni da mezz’ora con il maestro, un mese di frequenza libera e gratuita al campo pratica e montagne di palline per forgiare lo swing swing,, ossia il movimento base. Una giornata di sci costa molto di più, ma nessuno si sogna di catalogare cristiania e serpentine tra le attività aristocratiche. Il campo - 9 buche par 66 - è piuttosto delicato. La potenza qui non serve: meglio usare il fosforo e la precisione per domarlo. Sui pendii che da Luvinate scendono verso il lago, da 82 anni il Golf Club Varese rappresenta una specie di tesi di laurea per i giocatori di ogni livello. Su quei green hanno insegnato leggende del golf italiano - il mitico Lillo Angelini su tutti - e hanno tirato i primi colpi intere generazioni di campioni. Il percorso mette a dura prova la tecnica e i polmoni, con i suoi saliscendi e la ricca vegetazione a delimitare ogni buca. Poi arrivi sul tee di partenza della 10, vedi ai tuoi piedi il Lago di Varese, l’isolino Virginia, il Monte Rosa sullo sfondo e restare concentrato solo sulla palla è quasi impossibile. Per fortuna è una buca facile: Gannon, Blandford e Baldovino Dassù, che hanno messo mano al progetto, non hanno voluto infierire.
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E terminate le 18 buche, un’altra meraviglia: il vecchio monastero benedettino di Sant’Antonino, che a partire dal XII secolo accoglieva i pellegrini, ora è diventato una confortevole club house, scenografia indimenticabile dove anche pagare la birra dopo una sconfitta in green diventa quasi un piacere. A Travedona Monate il Golf dei Laghi da ventitré anni stuzzica le capacità dei golfisti di ogni livello. Disegnato tra il lago di Monate e il Maggiore, è un riuscito compendio di buche dalle caratteristiche diverse: 6 nel piano, per far divertire i giocatori potenti; altre 6 nel bosco, per avvantaggiare quelli precisi; le ultime 6, infine, su e giù dalla collina, per testare il fisico e le capacità di adattamento alle ondulazioni. Anche qui la club house è originale: è stata ricavata ristrutturando le antiche scuderie dei Visconti che da queste parti a Villa la Motta, proprio sopra gli attuali green, avevano un’antica residenza. Il Circolo è a impronta sportiva, lontano dai cliché dei club esclusivi, e con una buona rappresentanza di giovani giocatori, a renderlo vivace e dinamico. A Solbiate Olona il Golf Club Le Robinie porta la prestigiosa firma di Jack Nicklaus, una delle figure leggendarie del golf anni Sessanta e Settanta. Lo chiamavano l’Orso d’Oro e ha tuttora un record difficilmente eguagliabile: 18 vittorie nei tornei più prestigiosi del mondo (i cosiddetti majors). Tiger Woods, che lo insegue con 14 centri, sembrava destinato a soffiargli il primato, ma negli ultimi tempi numerose traversie ne hanno rallentato parecchio la rincorsa. Federico Brambilla, vulcanico presidente del Circolo, ogni giorno ne inventa una per avvicinare a prezzi contenuti nuovi giocatori al golf. Può contare su un percorso che, se non ha i panorami alpini e lacustri di quelli del nord della provincia, è sempre molto ben tenuto e regala sensazioni incantevoli dal tee di partenza fino al green. A patto, ovviamente, di non farsi sgambettare dagli enormi bunker (depressioni riempite di sabbia), dai laghi e dai laghetti che Nicklaus ha sparso lungo le buche per mettere un po’ di pepe alla sfida tra il campo e il giocatore. Ma è difficile spiegare le sottili differenze tra un percorso e l’altro, gli intriganti confronti che ogni buca ti lancia, la sensazione di piacere quasi fisico che evoca ogni colpo riuscito. «Di Di bello nel golf ci trovo tutto» tutto» è, alla fine, la risposta piuttosto sbrigativa. Ma poi, siccome la felicità è vera soltanto se condivisa, dopo il sorso di limoncello provi a lanciare l’amo: «Perché «Perché domani non vieni a provare anche tu? Così lo capisci da solo solo». ».
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The beauty of golf, in the Land of Lakes "What's good about golf?" The question is put forward after drinking coffee and before beginning on the after-meal brandy, when guards are down, gastric juices are working away and the generous round of drinks have made their way down the happy table of people. It is always difficult to reason a passion. "Do you love me?" "Why do you love me?" she would ask with lingering eyes during our days of youth. Even at the time, I did not know what to answer. "I love you and that's enough", keeping it short. I would then add - classical studies and rational logic were of great help during such cases - if man was able to take part the components of love, he would then be able to reproduce them. In this way, I took them apart, reducing it to a chemical reaction. An element which would remove sense and poetry from life. In actual fact, I do not really know what is so inviting about golf. Perhaps the locations where we play, the
thud when it lands on the golf course and anticipating the gurgling when the ball is sucked into the hole following an easy putt. It comforts me knowing that I am not the only one to experience this, if it really is true that, every year, worldwide, there are 70 million golfers and that amongst these, one in four, sets off on a golfing holiday. They do not set off on short trips either: on average, they spend seven days in hotels compared to the three or four days holidaymakers without golf bags in tow, spend. What is more: according to statistics, golfers spend three times as much as others and - pay attention now - not just in terms of paying for golf-related services.
thousands of shades of green which encircle us and are able to seduce us where grey settings cannot. Then there is the silence of fairways, a rare asset in the present day, in a world where our eardrums are exposed to noise from morning to evening with work, the
Only 7% of spending is attributable to golf (entrance, equipment hire, etc.). Most of it is spent on accommodation (29%) and transportation (25%), followed by food (21%), entertainment (9%) and shopping (5%). In terms of figures, this multitude of iron, wood clubs and balls produces a global turnover of 30 billion Euros. Within Europe, Spain is the biggest beneficiary, which receives 4.2 billion Euros from this total. With its advantageous climate, as well as tourism policy which, over the past few years, has changed vast areas of the country into a type of golfing Eldorado. Beginning with Andalusia ,where 132 courses welcome 2 million golf games per year, three-quarters are completed by foreigners. Scotland, which is deemed capital of the game, boasts a turnover of 319 million Euros. Over 500 Scottish courses pay hefty customs duties per season, however this does not stop the Old Course of St. Andrews, probably the most famous 18-hole course in the world,
chaos of traffics, mobile phones and headphones. Perhaps the charm lies with those few seconds where you must try and concentrate on actions, carried out in a certain order so that the ball enters the hole, following it looking up at the sky, listening to the far-off
from permitting 44 thousand daily entries (golfers call them green fee), in practice 120 persons per day ready to spend even 180 Euros to be able to experience the thrill of following in the footsteps of those who made the history of this sport. Even in Italy, golf produces a considerable
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turnover. Research conducted a few years ago by Federgolf through to Protiviti estimated that revenue associated with golf greens accounted for 350 million Euros. Money from the pockets of local golfers (just under 100,000, with a slight decline following years of constant growth) and foreign tourists who, attracted to the climate and culture-eno-gastronomy sphere, select Italy to give free reign to their swing. Then again, the offer, is great: over 180 regulatory courses with 9 to 36 holes, about forty promotional facilities with 3 to 9 holes, over 100 playing courses where you can affordably learn and improve technique.
feet, is Lake Varese, the islet of Virginia, Monte Rosa in the backdrop; remaining focused on a ball is almost impossible. Luckily, it is an easy hole: Gannon, Blandford and Baldovino DassÚ, who created the design, did not wish to be pitiless. Upon completing the 18 holes, lies another wonder: the old monastery of Sant’Antonino, which, from the 12th Century, welcomed pilgrims and which is now a large club house, an unforgettable setting where something as simple as buying a beer, becomes a pleasurable experience even following a defeat on the green. In Travedona Monate, for twenty-three
These parts offer something for everybody. The Panorama of Varese, nine holes practically in the city, every year wins over hundreds of new fans. This is owing to the extremely simple and casual approach. It is nothing like the tinted image of an elite sport, expensive and snooty. At a cost of 85 Euros, those who wish to learn can take advantage of three half-hour lessons with a professional, a month of unlimited and free entrance to the playing course and access to hundreds of balls to improve their
years, the Golf dei Laghi has been providing golfers of all levels with an opportunity. Straddling Lake Monate and Lake Maggiore, it marks a successful collection of holes of various characteristics: 6 on flat land for the entertainment of strong players, 6 within woodland benefiting accurate players, and finally the last 6 on hills to test the fitness and ability to navigate windy stretches. Even the club house is unique: it was rebuilt and the ancient stables of the Viscounts were
swing, that is the basic movement. A day's skiing costs much more, and nobody would think of listing Christy and Serpentine as aristocratic activities. The course - 9 holes par 66 - is rather tactful. Power is not required: it is better to overcome it using endurance and accuracy. On the hills which span from Luvinate to the lake, for 82 years, the Golf Club Varese has represented a type of graduation thesis for players of all levels. Italian golf legends have taught on these very greens - the legendary Lillo Angelini above all - and generations of champions first played here. The course truly tests technique and fitness, with its number of number of rises and descents and the rich plantlife surrounding every hole. Upon arriving at the 10 tee area, lying at your
restructured; the aforementioned owned an ancient residence within these parts at Villa la Motta, overlooking this course. The Association is sports-based, a far cry from the clichĂŠs of the exclusive clubs, and which includes a good number of young players, making it lively and dynamic. Solbiate Olona boasts the Robinie Golf Club,, a masterpiece by Jack Nicklaus, a Club legendary golfer in the Sixties and Seventies They used to call him the Golden Bear and he maintains a record which presently remains unmatchable: 18 victories in the world's most prestigious tournaments (the so-called majors). Tiger Woods, in his footsteps with 14 centres, appeared destined to steal top spot, however, recently, numerous hardships slowed down the chase. Federico Brambilla, an active
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Chairman of the Association, comes up with novel pricing ideas daily to tempt new golf players to join. He focuses on the fact that although it does not boast the alpine and lake views like those to the north of the province, it is always well-maintained and provides magical sensations right from the tee to the actual course. Provided that, obviously you do not wrongfoot into the huge bunkers (holes filled with sand), the lakes and mini lakes which Nicklaus has littered amongst the holes to increase the difficulty of the challenge for players. It is however difficult to explain the subtle differences between one golf course and another, the fascinating challenges each hole presents, the enjoyable feeling, almost physical in nature, which each successful strike evokes. "I find everything about golf great", is, after all is said and done, the shortest response. Seeing as though happiness is only so when shared, after taking a sip of limoncello, attempt to bait the hook: "Why don't you give it a go tomorrow? Then you will understand".
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Golf Club Varese - Luvinate
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Panorama Golf via Belmonte - Varese +39 0332 330356 www.panoramagolf.it course: 9 holes/4.140 m, par 66
Golf Club Varese via Vittorio Veneto, 59 - Luvinate +39 0332 229302 www.golfclubvarese.it course: 18 holes/5.942 m, par 72
Golf dei Laghi via Trevisani, 926 - Trav Travedona edona Monate +39 0332 978101 www.golfdeilaghi.it course: 18 holes/6.294 m, par 73
Golf Club Le Robinie via per Busto Arsizio, 9 - Solbiate Olona +39 0331 329260 http://golf.lerobinie.com course: 18 holes/6.618m, par 72
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Distanza Km / distance km Altitudine / Altitude
5 da/ from Varese 50 da/ from Milano 350 m
Campo pratica / Playing course
Driving range
Putting green
Pitching green
Golf cars
Distanza Km / distance km Altitudine / Altitude
25 da/ from Varese 32 da/ from Milano 250 m
Campo pratica / Playing course
Driving range
Putting green
Pitching green
Golf cars
Distanza Km / distance km Altitudine / Altitude
20 da/ from Varese 50 da/ from Milano 300 m
Campo pratica / Playing course
Driving range
Putting green
Pitching green
Golf cars
Distanza Km / distance km Altitudine / Altitude
25 da/ from Varese 32 da/ from Milano 400 m
Campo pratica / Playing course
Driving range
Putting green
Pitching green
Golf cars
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Golf Club Varese
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golf club
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Golf Club Le Robinie
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FAGNANO OLONA
GORLA MAGGIORE
SOLBIATE OLONA
GORLA MINORE
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SAMARATE FERRO BUSTO ARSIZIO
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SARONNO UBOLDO CARONNO PERTUSELLA ORIGGIO
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Golf Club Varese - Luvinate
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I monti sono maestri muti e fanno discepoli silenziosi Johann Wolfgang Goethe
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Escursionismo Trekking
The mountains are mute masters who make for silent pupils Il Lago Maggiore dal Monte San Giorgio / The Lake Maggiore from Monte San Giorgio
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In escursione sulle Prealpi: la bellezza ci rende liberi di Pietro Macchi*
*Presidente CAI Varese / President of the Club Alpino Italiano, Varese
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Il mio primo ricordo della montagna? Avevo quattordici anni quando ho fatto la mia prima salita alpinistica, con Luigi Ossola, in Val Masino. Dovevo rimanere nel rifugio, ma Luigi, che mi aveva preso sotto la sua ala, mi portò con sé. Essere legato alla corda di un grande alpinista come lui è stato, per me ragazzino, fonte d’orgoglio e felicità, una felicità tanto più grande perché, in quel momento, del tutto inaspettata. Del resto sono, come si usa dire, “figlio d’arte”, mio padre Carlo - detto “Rouge” - era un alpinista, presidente del CAI Varese negli anni ’60 e direttore della nostra scuola d’alpinismo e sci alpinismo intitolata a “Remo e Renzo Minazzi”, fondata da Mario Bisaccia
negli anni ’50. Perciò appassionarmi alla montagna è stato semplice, per me come per i miei quattro fratelli. Per godere la montagna non è però necessario essere alpinisti o raggiungere pareti inviolate appannaggio dei più qualificati. Non c’è bisogno neppure di andare lontano. Per fare una bella escursione, all’aria aperta, anche le nostre splendide Prealpi offrono percorsi selvaggi, suggestivi, che vanno affrontati con consapevolezza e competenza; al Campo dei Fiori, come al Monte Lema, solo per citare due mete facilmente raggiungibili con un’escursione giornaliera da Varese per chi sceglie di soggiornarvi. La montagna è infatti bella, anzi
bellissima, ma è severa, anche fuori dalla porta di casa, d’estate come d’inverno, quando il manto nevoso rappresenta una variabile che può aumentarne i rischi. Si parte spesso al mattino presto in funzione delle mete da raggiungere. Per salire, ad esempio, al Monte Lema, a inizio del mese di giugno quando i prati della vetta sono in fioritura, si parte relativamente presto, intorno alle sette del mattino. L’itinerario va preparato e studiato attentamente sulla carta topografica, in anticipo il giorno prima, quando occorre anche preparare lo zaino. Appuntamento a Piazzale Foresio di Masnago, il punto di ritrovo per le
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escursioni del CAI di Varese. Ogni escursionista deve avere la propria dotazione personale completa: abbigliamento adeguato all’escursione, indumenti di ricambio e una giacca a vento, un maglioncino, le pedule, naturalmente, e i calzettoni. Un berretto non può mancare, nel mio caso è bianco di cotone, o di lana ad altitudini maggiori, e gli occhiali da sole. Nello zaino quanto necessario per sostenersi nel corso della giornata, panini, barrette energetiche, nel mio caso una mela e un pezzetto di grana; essenziali sono l’acqua e mezzo litro di tè ben zuccherato e poi biscotti secchi e qualche uvetta passa, necessari ingredienti per dare energia. Qualcuno, i più ghiotti, porta altre cose da gustare che contribuiscono a rendere ancora più piacevole una giornata di svago; immancabili per me i sottaceti, fatti in casa, una tradizione di famiglia; perché ognuno ha il suo piccolo tesoro con sé, da gustare e condividere. Ma nessuna “abbuffata”, bisogna mangiare poco e con frequenza. Nella tasca dello zaino la tessera CAI e un coltellino. È tempo di partire per il Monte Lema, in auto, verso la nostra prima meta: il Rifugio Campiglio in località Pradecolo, nel comune di Dumenza. Il percorso inizia in salita e non è dolce, attraversando una faggeta, alberi con una fisionomia inconfondibile: il tronco di colore chiaro cenere, il fusto compatto, il portamento alto, come se ne vedono al Campo dei Fiori. Camminare e parlare non è sempre facile, dipende dal fiato e dall’allenamento dell’escursionista; per un neofita è consigliabile il silenzio per non sprecare risorse. Usciamo dal bosco di faggi e ritroviamo un pendio prativo, sono i prati di pascolo che conducono sul crinale del Monte Lema, al confine fra Italia e Svizzera. Sul crinale il panorama d’ineguagliabile bellezza ci ripaga della piccola fatica che abbiamo fatto in salita. Siamo a cavallo fra Italia e Svizzera e il nostro sguardo abbraccia due laghi, il Maggiore e il Ceresio, il Lago di Lugano, ancora una mezzoretta di cammino e arriviamo proprio sulla cima del Monte Lema. Siamo a 1.621 metri di altezza e la vista è davvero impareggiabile: verso Nord le Alpi ticinesi e l’inizio della Val Leventina percorsa dal Ticino, più vicini il Monte Gradiccioli e il Monte Tamaro con l’Alpe Foppa, a Ovest la corona di cime del Monte Rosa; più lontane le Alpi vallesane e a nord quelle grigionesi mentre verso est l’inizio della Valtellina con le zone delle Valli Masino e Bregaglia. I laghi scintillano, con piccoli brillanti di luce, come grandi gemme luminose incastonate nella corolla delle montagne. Camminare in cresta è un’immersione nella natura, il sentiero non è più costeggiato da boschi di faggio, o castagno, con rari
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agrifogli e lo sguardo si apre in ogni direzione. È qui che, camminando, si può provare quella sensazione di libertà, perché sai di essere libero e senza costrizioni, sai di poter seguire la tua indole, pur entro chiare regole di comportamento dettate dalla necessità di non mettere a repentaglio la tua vita e quella degli altri. Conoscere la montagna significa infatti conoscere se stessi, avere l’opportunità di “diventare ciò che si è”, come diceva un filosofo, sentirsi parte di un ambiente naturale. Fare fatica e godere di panorami e paesaggi, in compagnia dei propri amici, avere accompagnato chi ne sa di meno e avergli insegnato qualcosa e infine avere imparato molto dalla montagna, che sa sempre dischiudere nuovi orizzonti. A me, a esempio, piace andare a cercare le fioriture dei prati, specialmente a primavera inoltrata, quando ancora l’estate non ha bussato alla porta, un interesse per la natura, per i boschi e i sentieri, che si affianca all’aspetto sportivo e alla ricerca di avventura, che compongono l’andar per monti. Non è possibile non innamorarsi della montagna e delle nostre Prealpi. Perché? Basta guardarsi intorno; io non mi stanco mai, ogni volta mi sorprendo a trovare angoli, che si presentano sotto una veste diversa. Basta un solo particolare per cambiare scenario: con la nebbia si possono vedere scorci di una bellezza straordinaria. Oppure il cielo azzurro, attraversato da poche nuvole in giornate percorse dal vento di favonio, l’acqua dei laghi, la maestosità delle montagne, tutto concorre a donarci sensazioni ed emozioni uniche. Ma è bene sempre rammentare che un’escursione in montagna si conclude quando hai chiuso, dietro di te, la porta di casa. Ci attende la discesa e il viaggio di rientro in auto, dobbiamo rispettare gli orari, far tutto in tempo utile, non improvvisare. Mi chiedete la macchina fotografica? Al collo non la porto mai, perché custodisco le immagini della montagna dentro di me e, se gli album con il tempo sbiadiscono, è tempo di ripartire per un’altra avventura. Scarponi ai piedi, zaino in spalla e nel cuore la gioia di scrivere una nuova emozione, fatta di pazienza e conoscenza, di fatica e di sudore, per gustare quella sensazione indescrivibile di libertà che solo la montagna ti sa regalare.
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Monteviasco - Ph. Maurizio Bonetti
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Hiking in the Prealps: let the beauty free you My earliest mountaineering memory? I was fourteen when I did my first alpine climb, with Luigi Ossola, in Val Masino. I was supposed to stay at the refuge but Luigi, who had taken me under his wing, took me with him. Being tied to the rope of a great climber like him was, for a me as a young boy, a source of pride and joy, and particular joy as it was completely unexpected at that time. Besides, it is in my blood: my father, Carlo - known as “Rouge” - was a mountaineer, president of the Club Alpino Italiano (CAI), Varese, in the ‘60s and director of our “Remo e Renzo Minazzi” school of mountaineering and ski mountaineering, founded by Mario Bisaccia in the '50s. It was, therefore, as easy for me to fall in love with the mountains as it was for my four brothers. However, you do not have to be a mountaineer or climb hitherto unconquered faces, the prerogative of the most highly skilled, in order to enjoy the mountains. Neither do you need to travel far. For a good hike in the open air, our beautiful Prealps offer wild, scenic routes which must be tackled with knowledge and competence, such as those to the Campo dei Fiori park and the Monte Lema mountain, to name but two destinations which can be easily reached on a one-day hike. The mountain terrain is beautiful - extremely beautiful, even - but harsh, as soon as you step outdoors, in summer as well as in winter when the snow covering is a variable that can increase the risks. The CAI’s objective is to teach the techniques and knowledge required in order to hike in the mountains with awareness and competence. This year, the CAI Varese is celebrating its 110th birthday, while the national institution celebrated its 150th in 2013, having been founded in 1863 on the initiative of Quintino
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Sella. My wish, as President of the Varese section, is to attract young people to hiking and mountaineering and to equip them with sufficient training to tackle the mountains only after correctly assessing the risks and with a gradual approach. Depending on the destination, it is often necessary to start out in the morning. To climb Monte Lema, for example, in early June when the peak’s meadows are in bloom, you need to leave relatively early, at around seven in the morning. The route must be planned and studied carefully on a topographic map the day before, when you must also pack your backpack. Meet in Piazzale Foresio in Masnago, the
Walking and talking at the same time can be difficult, depending on the lung-power and fitness of the hiker. For novices, silence is advisable in order to conserve resources. We emerge from the beech wood and find ourselves on a grassy slope. These are the grazing meadows leading to the crest of Monte Lema, on the border between Italy and Switzerland. On the crest, the small effort of the ascent is repaid by a panorama of unrivalled beauty. We have one foot in Italy and the other in Switzerland, and our gaze encompasses two lakes, Maggiore and Lugano (also known as Ceresio). Another half-hour’s walk and we will reach the summit of Monte Lema. We are at an altitude of 1,621 metres and the
meeting point for CAI Varese hikes. Each hiker must have his or her own full kit: suitable clothing for the hike, spare clothing and a windproof jacket, a light sweater, hiking shoes (of course) and knee-high socks. A hat is also a must (I use one made from white cotton or wool for higher altitudes), as are sunglasses. Your backpack must contain everything you need to sustain you throughout the day: sandwiches, energy bars and, in my case, an apple and a small piece of grana cheese. Other essentials are water and half a litre of sweet
view is truly incomparable. To our north lie the Ticino Alps and the start of Val Leventina, through which the Ticino river runs. Closer by are Monte Gradiccioli, Monte Tamaro and Alpe Foppa. To our west is the crown of summits of Monte Rosa. Further away are the Pennine Alps and, to the north, the Grison Alps. To our east is the start of Valtellina comprising the areas of Val Masino and Val Bregaglia. The lakes glitter with little sparkles of light, like great, shining jewels set in the crown of the
tea as well as dry biscuits and some raisins for energy. Some people, who particularly enjoy their food, bring other snacks to help make the day out even more enjoyable (for me, home-made pickles, a family tradition). Every hiker packs their own little treasures to enjoy and share, but no “pigging out”: you need to eat little and often. In the pocket of your backpack, bring your CAI membership card and a penknife. It is time to set off for Monte Lema, by car, towards our first destination: the Rifugio Campiglio near Pradecolo in the municipality of Dumenza. The path begins in ascent and it is not gentle, passing through a beech wood where the trees have an unmistakeable physiognomy - tall in stature with compact trunks the colour of pale ash - as seen in the Campo dei Fiori park.
mountains. To walk on the crest is to immerse yourself in nature. Here, the path is no longer bordered by beech or chestnut woods; there are only occasional hollies, and the eye can see in all directions. Walking here, you have a real sense of freedom; you know you are free and without constraints and that you can be true to your own nature within a clear set of regulations dictated by the need not to jeopardise your own life or those of other people. To get to know the mountains is to get to know yourself, have the opportunity to “become who you are” (as a philosopher once said) and feel that you are part of a natural environment. To exert yourself and enjoy views and scenery in the company of friends, to have accompanied people less familiar with them than yourself and taught them something and,
VARESE SPORT TOURISM EXPERIENCE
finally, to have learned a great deal about the mountains, which always have new horizons to unveil. I, personally, like going in search of meadow blooms, particularly in late spring when summer has not yet come calling, as I have an interest in the nature, woods and paths which, together with the sporting and adventure-seeking aspects of hiking, are part of the mountain-walking experience. It is impossible not to fall in love with the mountains and our Prealps. Why? Just look around you. I never get tired of it and I am continually surprised by corners which have a way of presenting themselves in different guises. A single detail can alter the landscape. Fog, for example, creates views of extraordinary beauty. Or the blue sky, seen on a clear day with the foehn wind blowing, together with the lake water and the majesty of the mountains, creates unique sensations and emotions. But is as well to keep in mind that a mountain hike is over when you are home with the door closed behind you. We still have the descent and the return journey by car ahead of us, and we must keep to our schedule and do everything in good time, leaving nothing to chance. A camera? I never wear one around my neck because I keep the images of the mountains inside me, and if the albums fade with time then it is time to set out on a new adventure. With hiking boots on my feet and a pack on my back, I have, in my heart, the joy of creating a new experience using patience, knowledge, exertion and sweat in order to feel that indescribable freedom that only the mountains can provide.
Monte San Giorgio - Ph. Maurizio Bonetti
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Lombardia N W
consigli
Trekking Via verde varesina The green routes 1. 2. 3. 4. 5. 6. 7. 8. 9. 10.
Porto Ceresio - Induno Olona Induno Olona - Santa Maria del Monte Santa Maria del Monte - Casalzuigno Casalzuigno - Vararo Vararo - Arcumeggia Arcumeggia - Muceno Muceno - Dumenza Dumenza - Curiglia con Monteviasco Curiglia con Monteviasco - Biegno Biegno - Maccagno
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Varianti al percorso 3V Variations to the 3V path Maccagno - Luino Monte Sette Termini - Porto Ceresio
Variante Variation 7 Monte Sette Termini - Diga di Creva Creva - Dumenza Brezzo di Bedero - Monte Sette Termini
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Monteviasco - Ph. Maurizio Bonetti
Monte Lema
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Fiume Ticino / Ticino River - Ph. Paolo Trovò
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Canottaggio sul Lago di Varese / Rowing on Lake Varese - Ph. Roberto Genuardi
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