La campagna toscana 06 2017

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Giornale di Coldiretti Toscana Anno XX n.6/2017 Novembre-Dicembre

OK A STREET FOOD, BONUS VERDE E SGRAVI PER GIOVANI AVVERSITA’ La nuova legge di Bilancio 2018

Vendita diretta estesa ai cibi pronti, agevolazioni per i giovani e fondi per i settori. “Storico via libera allo street food contadino dal campo alla tavola nella manovra 2018”. Lo ha reso noto il presidente della Coldiretti Roberto Moncalvo nel commentare “positivamente la manovra che contiene importanti misure per il settore agricolo, dalla decontribuzione per giovani agricoltori, al bonus verde fino alla sterilizzazione delle aliquote Iva”. Per la prima volta gli agricoltori potranno vendere direttamente i propri prodotti anche derivati da processi di manipolazione o trasformazione e pronti per il consumo, dalla polenta fritta veneta alle olive all’ascolana, dalle panelle siciliane ai peperoni cruschi lucani, dagli arrosticini abruzzesi ai frullati della salute direttamente dal produttore al consumatore, anche in forma itinerante. Una opportunità importante per i consumatori con 1 italiano su 2 (50%) che ha mangiato cibo da strada nell’ultimo anno in tutte le sue forme secondo l’indagine Coldiretti/Ixe’. Ora sarà finalmente possibile farlo acquistando direttamente a chilometri zero dagli agricoltori e dagli allevatori a garanzia della genuinità e della qualità ma anche del rispetto degli ingredienti e della vera tradizione enogastronomica Made in Italy. Una opportunità importante per il 2018 anno del cibo italiano nel mondo per qualificare l’offerta delle città minacciata dalla banalizzazione e dall’omologazione ma anche per difendere l’identità alimentare nazionale che rischia di sparire dalle strade e dalla piazze invase dal kebab al sushi, dalla frutta fuori stagione come le caldarroste congelate disponibili durante tutto l’anno. Valorizzare l’identità culturale dei centri storici è importante per gli abitanti ma anche per i tanti turisti italia-

ni e stranieri che quando arrivano nelle città si aspettano di mangiare prodotti della tradizione locale che sono la vera forza della vacanza Made in Italy, conquistata con la distintività, la biodiversità e il legame con il territorio. BONUS VERDE PER IL FLOROVIVAISMO Il cibo da strada contadino non è l’unica novità. Nella manovra, infatti è contenuto anche il “Bonus verde” ossia la detrazione ai fini Irpef del 36% delle spese per lavori di “sistemazione a verde” di aree scoperte private di edifici esistenti, unità immobiliari, pertinenze o recinzioni, impianti di irrigazione e realizzazione pozzi nonché per la realizzazione di coperture a verde e di giardini pensili. Il bonus si applica nel limite massimo di spesa di 5.000 euro per interventi sulle singole unità immobiliari e sulle parti esterne condominiali. “Una battaglia vinta dalla Coldiretti che aiuta l’economia ed il lavoro in un settore determinate del Made in Italy come il florovivaismo ma che è anche importante per abbellire le città e per ridurre lo smog” ha sottolineato il presidente della Coldiretti Roberto Moncalvo. Un ettaro di piante elimina circa 20 chili di polveri e smog in un anno secondo la Coldiretti. GLI SGRAVI PER I GIOVANI AGRICOLTORI Per i giovani agricoltori under 40 è stato anche riconfermato l’esonero triennale dal pagamento dei contributi previdenziali e una riduzione contributiva nel limite del 66% per il successivo anno e del 50% per l’ulteriore anno. Una misura per sostenere la crescente domanda di giovani che vogliono fare impresa in agricoltura in Italia che può contare su 53.475 imprese agricole condotte da under 35 con un aumento record del 9,3% nel terzo trimestre del 2017 rispetto allo scorso anno

Siccità ed alluvione

secondo una analisi della Coldiretti. COMPENSAZIONI IVA PER GLI ALLEVATORI Per gli allevatori è stato previsto l’innalzamento delle percentuali di compensazione IVA sulle cessioni di animali vivi della specie bovina e suina in misura rispettivamente non superiore al 7,7% e all’8% per ciascun anno nel 2018, 2019 e 2020. Inoltre, per la realizzazione di interventi urgenti diretti a fronteggiare le emergenze nel settore avicolo, è stato istituito un Fondo per l’emergenza avicola, con una dotazione di 15 milioni di euro per l’anno 2018 e 5 milioni di euro per l’anno 2019. UN FONDO PER AGRUMI, XYLELLA E AVIARIA

Ma vanno segnalati anche l’Istituzione di un Fondo in favore del settore agrumicolo e delle imprese agrumicole, finalizzato ad incentivare l'aggregazione e la competitività delle produzioni e gli interventi a sostegno delle imprese colpite da Xylella fastidiosa e risorse da destinare per il reimpianto di piante non sensibili al batterio Xylella. STOP ALL’AUMENTO DELL’IVA Infine è determinante nella manovra la sterilizzazione degli aumenti Iva e

accise che interessa anche beni di prima necessità come carne, pesce, yogurt, uova, riso, miele e zucchero con aliquota al 10% e il vino e la birra al 22% che rappresentano componenti importanti nei consumi delle famiglie. L’aumento dell’Iva sarebbe stato un duro colpo per la spesa delle famiglie italiane in alimenti e bevande che nel 2017 dopo cinque anni di valori negativi ha invertito la tendenza ed ha fatto segnare un incoraggiante aumento dell’1,3% nei primi nove mesi del 2017 rispetto allo stesso periodo del 2016 secondo elaborazioni Coldiretti su dati Ismea. INDENNITÀ PER LA PESCA Viene poi estesa al 2018 l’indennità giornaliera di 30 euro per i lavoratori della pesca marittima, compresi i soci lavoratori delle cooperative della piccola pesca, nel periodo di sospensione per misure di fermo pesca, nel limite di 40 giorni in corso d'anno, con uno stanziamento di 5 milioni annui. Mentre è stata integrata con 12 milioni di euro la dotazione finanziaria del Programma nazionale triennale della pesca e dell'acquacoltura 2017-2019.

La richiesta di riconoscimento di "eccezionale avversità atmosferica" a seguito della grave siccità legata alla mancanza di precipitazioni e alle temperature elevate riscontrate nel periodo giugno-ottobre 2017 e all’episodio alluvionale che ha colpito l’area livornese il 9-10 settembre, è stata approvata dalla giunta regionale su proposta dell'assessore all'agricoltura Marco Remaschi. La richiesta sarà inoltrata al ministero delle Politiche agricole e forestali con l'obiettivo di sollecitare l'attivazione, prevista dalla legge, del Fondo nazionale di solidarietà per le aziende che abbiano subito danni almeno pari ad un 30% della produzione lorda vendibile calcolata sulla base delle produzioni dell’ultimo triennio. L’andamento climatico del 2017 è stato del tutto anomalo e lo si può classificare tra i primi posti dei più caldi e siccitosi da oltre 200 anni. Si stimano oltre 400 milioni di perdite che interessano tutti i settori. I numeri sono impietosi, crollata la produzione di cereali del 40%, con punte del 70% per il mais; foraggi, ortaggi, pomodoro da industria e frutta segnano perdite intorno al 50%, come anche l’apicoltura, non stanno meglio vite ed olivo con danni dal 20 al 40% e pure l’allevamento sia bovino che ovino segna un -10%. La grande sete si è portata via anche fiori e piante in vaso per un 20%. La siccità ha colpito tutta la regione, in modo particolare la fascia costiera dove non è piovuto per oltre tre mesi con i livelli di falda inferiori al livello della fascia di riferimento. Anche il livello termico ha registrato uno scarto relativo di +1,1 °C rispetto alla temperatura media nel confronto con il periodo climatico precedente e tale surplus termico registrato è stato in prevalenza determinato dal maggior aumento delle temperature massime, passate dai 21,9 °C ai 22,9 °C. Il deficit di pioggia dell’estate 2017, rispetto ai valori del precedente trentennio medio analizzato sulla quasi totalità del territorio regionale è dell’ordine del 50%, corrispondenti a 50-60 mm di pioggia in meno.

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2017: PLV AGRICOLA IN CALO MA LARGO A GIOVANI E DONNE TOSCANA

6 - NOVEMBRE-DICEMBRE 2017

Consiglio Direttivo di fine anno con la presenza dell’Assessore all’agricoltura Marco Remaschi

“Si chiude un anno drammatico segnato da siccità, alluvione ed incendi con danni per oltre 400milioni”. E’ questo il giudizio di sintesi di Coldiretti Toscana sul 2017. Un anno drammatico per le campagne toscane segnate da eventi calamitosi che hanno inciso pesantemente sulle produzioni. Secondo le stime dell’organizzazione la plv agricola quest’anno si fermerà a 2milioni e 350mila euro con un calo del 9,6% rispetto al 2016 che fu anch’esso un anno di crisi. Ma intanto continuano ad essere oltre la percentuale media nazionale aziende giovani ed in rosa. Riuniti a Firenze gli Stati Generali di Coldiretti Toscana con l’Assessore Marco Remaschi hanno tracciato il quadro di sintesi dell’annata trascorsa e rilanciato proposte e progetti per il futuro. La siccità ha segnato la Toscana ed ha lasciato ferite profonde, stimate dalla Regione in 428milioni di euro, colpendo in modo pesante un po’ tutti i settori ed in particolare seminativi, ortofrutta, miele ma anche vino ed olio. Il settore che porta il segno positivo è quello floro-vivaistico che, sebbene stabile nelle produzioni, ha visto un forte rialzo dell’attività commerciale con un +10%. Altro settore che segna un +8% nel 2017 è l’agriturismo cresciuto in termini di imprese e di recettività confermandosi leader nazionale con 4530 strutture, un quarto di quelle presenti a livello nazionale. Nel complesso il valore della produzione agricola regionale nel 2017 dovrebbe attestarsi intorno ai 2.350 milioni di euro, con un calo del 9.6% rispetto ai 2.600 milioni di euro del 2016 che fu già un anno di flessione. La composizione della PLV Agricola vede al vertice il floro-vivaismo con oltre 30% e 760 milioni di euro, unico settore ad avere il segno positivo, seguito dagli allevamenti al 22% con 540 milioni di euro, poi i seminativi al 16% con 380 milioni di euro, che hanno subito un vero e proprio tracollo. Discorso a parte merita il settore vitivinicolo che seppure ha subito una perdita nelle uve raccolte del 36% la plv è scesa solo del 12% perché le quotazioni hanno subito rialzi significativi per

tamente economico, il valore aggiunto a valle della filiera diviene straordinario, se si pensa al solo valore di esportazioni come quella vinicola con cui si superano i 900 milioni di euro, e che l’export regionale presenta una significativa quota agro-alimenatare di oltre 2000milioni di euro pari al 23% del totale delle esportazioni regionali”. Il 2018 vedrà Coldiretti impegnata

le diverse denominazioni dal 20% fino anche al 40%. Con una grande richiesta di export che sale di 5 punti percentuali. 15% con 390 milioni di euro. Le proiezioni per l’olio restano intorno al meno 4% con contributo in termini di plv di 100 milioni di euro Sul versante occupazionale a fronte di un leggero calo in termine di operai agricoli assunti, si ha un incremento delle aziende agricole iscritte ad Inps. Significativo resta l’apporto delle donne che vede alla guida di circa il 40% delle imprese autonome. Pure significativa la presenza di titolari under 40 che salgono al 16.5% delle imprese agricole “Nonostante quest’annata drammatica possiamo segnare alcuni risultati raggiunti. Segnali di nuove opportunità vengono dalle norme introdotte sulla origine obbligatoria in etichetta per latte e derivati, per la pasta e presto per il pomodoro – ha detto Tulio Marcelli, presidente di Coldiretti Toscana – Dal 19 Aprile 2017 è in vigore l’obbligo di indicare l’origine in etichetta per il latte UHT ed i prodotti lattiero-caseari. Il prossimo 17 Febbraio 2018 scatta l’obbligo dell’indicazione dell’origine in etichetta del grano utilizzato per la pasta, e siamo in attesa della pubblicazione del decreto sul

pomodoro per l’indicazione obbligatoria su conserve, sughi e derivati – continua Marcelli – che vanno nella direzione di tutelare il vero Made in Italy”. “Diverse sono, comunque, le questioni aperte su cui Coldiretti sta lavorando, come l’insostenibile situazione dei danni arrecati dalla fauna selvatica e dai predatori. sottolinea Antonio De Concilio Direttore di Coldiretti Toscana – Sono problematiche che trovano ulteriore esasperazione anche perché le aspettative sulla ripresa dalla crisi che ha duramente colpito l’Europa e l’Italia negli ultimi anni, sono rimaste parzialmente disattese anche nel 2017. Così come le altre economie regionali, anche quella toscana continua a risentire degli effetti della recessione”. La situazione congiunturale nel settore agricolo presenta una condizione di difficoltà. “Nonostante ciò, l’agricoltura resta un settore di punta dell’economia regionale – continua De Concilio - svolgendo funzioni di ordine economico, ma anche ambientale e sociale, garantendo un presidio costante sul territorio e la salvaguardia ambientale, ostacolando la disgregazione delle comunità rurali e favorendo la coesione sociale. Anche sul piano stret-

nell’espansione del progetto di Campagna Amica, una rete di vendita diretta che nella sola Toscana ha toccato il tetto dei 390.000 acquisti da parte dei cittadini, presso i 75 mercati presenti sul territorio regionale. In pratica un toscano su dieci ha fatto almeno una volta la spesa nei mercato targati Coldiretti che sviluppano un giro di affari 11milioni e 700mila euro.

I SETTORI FLOROVIVAISMO In Toscana risultano censite circa 3.600 aziende florovivaistiche che operano su una superficie di 7.500 ettari ripartiti tra vivaismo (6.500 ha) e floricoltura (1.000 ha). Rappresentano il 3,4% delle aziende agricole totali, solo lo 0.9% della Sau toscana, ma contribuiscono per circa il 30% al valore della produzione agricola regionale. Nel 2017 la produzione è stata stabile con un leggero calo della floricoltura. Forte incremento delle vendite rispetto al 2016 con +10%. VITI-VINICOLO Le superfici vitate nella Toscana sono oltre 58mila ettari con una produzione di circa 3milioni e 500mila quintali di uve che vengono trasformati in 2milioni e 800mila ettolitri di vino. Quest’anno la produzione di vino si ferma introno a 1milione e 700mila ettolitri. La Toscana rappresenta il 6.3% del vino italiano attestandosi come sesta regione per produzione. Oltre il 70% dei vini è venduto sui mercati esteri (export 900 milioni di euro). In pratica una bottiglia su cinque di vino italiano bevuta oltre confine, viene dalla Toscana. Produzione di uva 2017 -36%. ALLEVAMENTO BOVINO Gli allevamenti bovini in Toscana si confermano fortemente orientati alla produzione della carne. Risultano censiti 88.800 capi bovini. Sono circa 3000 le aziende agricole orientate alla produzione di carne e poco più di 200 quelle che producono latte. Tra i capi macellati la percentuale dei capi nati e allevati in Toscana è pari al 40%. Tralasciando i capi che sono introdotti per la sola macellazione (circa il 18%, quasi tutti di provenienza francese), una percentuale rilevante (circa il 42%), è rappresentata da capi macellati dopo l'ingrasso in aziende toscane. In Toscana si assiste ad un progressivo decremento delle aziende che producono latte bovino, ad oggi sono 211 stalle con 11.799 vacche da latte ed una produzione di 580.000 q.li di latte. Quest’anno si è registrata una minore produzione di latte a causa della siccità ed un aumento dei costi di produzione. ALLEVAMENTO OVINO Sono 1.100 le aziende ovicaprine che contribuiscono alla produzione dei 550mila quintali di latte regionale, che in gran parte viene conferito ai caseifici e in minima parte viene lavorato direttamente dall’allevatore. GRANO DURO E TENERO La superficie investita a grano è scesa a 80.000 ettari dei quali 57.000 a grano duro e 23.000 a tenero. Sono circa 7.500 le imprese agricole interessate. Quest’anno la produzione è crollata del 40% fermandosi a 2,2 milioni di quintali. Gli ettari seminati a grano sono diminuiti del 26%. OLIVICOLTURA L'oliveto toscano copre 91.500 ettari (l’11% della superficie agricola regionale) con 48mila aziende agricole che caratterizzano fortemente il paesaggio. Mediamente vengono prodotti circa 170mila quintali di olio. Quest’anno la produzione è molto diversificata con un calo medio del 30% attestandosi intorno a 120 mila quintali di olio. Le rese particolarmente elevate hanno compensato in parte il calo produttivo.


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IL FUTURO DELL’ALIMENTAZIONE E DELL’AGRICOLTURA 6 - NOVEMBRE-DICEMBRE 2017

TOSCANA

Lo stato dell’arte - Pagina a cura del Settore Autorità di Gestione del PSR FEASR della Regione Toscana

La comunicazione della Commissione per una politica comune flessibile, equa e sostenibile

Mercoledì 29 novembre 2017 la Commissione europea ha reso disponibile la Comunicazione (2017) 713 su “Il futuro dell'alimentazione e dell'agricoltura – per una politica agricola comune flessibile, equa e sostenibile”. La Comunicazione scaturisce dai risultati della consultazione pubblica che la Commissione ha avviato dal 2 febbraio al 2 maggio 2017 e rappresenta il documento ufficiale contenente gli orientamenti comunitari sulla PAC post 2020, dal quale prenderà avvio il dibattito che porterà alla Riforma PAC e ai nuovi Regolamenti. Le nuove sfide della PAC saranno: investimenti e innovazione, incremento dell’occupazione, bioeconomia ed economia circolare, economia digitale, nuove tecnologie, lotta al cambiamento climatico, migrazioni, benessere animale e cibo sicuro. Ecco gli obiettivi principali: · Sfruttare la ricerca e l'innovazione per collegare le conoscenze alle colture; · Promuovere un settore agricolo intelligente e resiliente; · Il sostegno di un reddito adeguato per aiutare gli agricoltori a vivere del loro lavoro; · Investire per migliorare il premio di mercato degli agricoltori;

· Gestione dei rischi di volatilità dei prezzi e contrasto alla pressione sui redditi; · Rafforzare la protezione ambientale e l'azione per il clima e contribuire alla realizzazione degli obiettivi dell'UE in materia di ambiente e clima; · Rafforzare il tessuto socioeconomico delle zone rurali; · Crescita e posti di lavoro nelle zone rurali; · Attrarre nuovi agricoltori per un ricambio generazionale; · Rispondere alle preoccupazioni dei cittadini per quanto concerne la produzione agricola sostenibile, compresa la salute, l'aligli mentazione, sprechi alimentari e il benessere degli animali. Ma l’elemento maggiormente rilevante della nuova politica comunitaria è rappresentato dall’approccio: la Pac post 2020 sarà più intelligente, moderna e sostenibile e soprattutto rappresenterà un esempio di semplificazione, attraverso un nuovo modello volto ai risultati concreti e al monitoraggio dei progressi, dove gli Stati membri e le regioni avranno un maggiore grado di sussidiarietà. Questo rappresenta un importante

cambiamento di scala nell’attuazione della Pac: la politica e le sue implicazioni reali saranno più vicine a chi le implementa sul campo, con maggiore autonomia per le regioni. Ogni paese svilupperà il proprio piano strategico, approvato dalla Commissione, precisando come intende raggiungere gli obiettivi comuni, mentre Bruxelles avrà il compito di monitorare i progressi e di verificare che i finanziamenti producano risultati concreti, anziché concentrarsi sulla sorveglianza regolamentare. Un approccio innovativo dunque che tuttavia era già stato avviato con il Regolamento Omnibus. L’Omnibus, aggiornando il quadro concordato nel 2013 al fine di avvicinarsi maggiormente ai reali bisogni dell’attuale programmazione, accompagnerà la Pac fino al 2020. Con la sua entrata in vigore prevista per gennaio 2018, rappresenterà un importante avvio di questo percorso. Tutti elementi che sono emersi anche dalla Conferenza regionale dell’agricoltura e dello sviluppo rurale toscana che si è tenuta a Lucca il 5 e 6 aprile scorsi, anche alla presenza del Commissario Phil Hogan. Proprio dai risultati della Conferenza, la Regione Toscana ha prodotto un documento “Un primo contributo della Regione Toscana per la discussio-

ne in corso sulla PAC post 2020”, con il quale ha partecipato alla consultazione pubblica, cercando di essere parte della discussione e dando il proprio contributo. Il documento recita così “La proposta della Regione Toscana trova maggiore riscontro con la terza delle cinque opzioni presentate dalla Commissione per alimentare il dibattito sul futuro sulla PAC ovvero quella relativa alla “Programmazione

della PAC in funzione dei bisogni”. Con questa opzione le regioni avrebbero la possibilità di programmare la propria politica agricola in base alle reali esigenze individuate, nell’ottica di un processo di una “regionalizzazione intelligente”. Dunque una posizione del tutto in linea con la nuova impostazione data alla Pac, dove una maggiore sussidiarietà consentirà di operare secondo le reali esigenze territoriali.

PER INFORMAZIONI SUI BANDI PSR TOSCANA http://www.regione.toscana.it/psr-2014-2020/bandi


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CETA: SALGONO I COMUNI CONTRO PREDAZIONI: IMPEGNI PRECISI TOSCANA

In Toscana oltre 80 Comuni hanno già deliberato ed altrettanti pronti a farlo Continua la mobilitazione: pressing di Coldiretti

Contro un accordo sbagliato e pericoloso per l’Italia è in atto una vera rivolta popolare che ha vistio Coldiretti protagonista su tutto il territorio nazionale dove hanno già espresso contrarietà 14 regioni, 18 province, 2400 comuni e 90 Consorzi di tutela delle produzioni a denominazione di origine. Anche in Toscana la risposta degli enti locali contro l’accordo UE-Canada non ha tardato nel farsi sentire, oltre 80 Comuni hanno già deliberato ed altrettanti si apprestano a farlo in tempi brevi (l’elenco dei comuni sul sito www.toscana.coldiretti.it). E’ quanto afferma il presidente di Coldiretti Toscana Tulio Marcelli sottolineando come si è creata un’opposizione trasversale fatta tra diverse organizzazioni come Coldiretti, Cgil, Arci, Adusbef, Movimento Consumatori, Legambiente, Greenpeace, Slow Food International, Federconsumatori, Acli Terra e Fair Watch. “Per la prima volta nella storia l’Unione Europea legittima – denuncia il leader di Coldiretti in Toscana – in un trattato internazionale la pirateria alimentare a danno dei prodotti Made in Italy piu’prestigiosi, accordando esplicitamente il via libera alle imitazioni che sfruttano i nomi delle tipicità nazionali, tra le quali anche quelle toscane come il

Prosciutto o il Pecorino. La svendita dei marchi storici del Made in Italy agroalimentare non è solo un danno sul mercato canadese ma – sottolinea la Marcelli – è soprattutto un pericoloso precedente nei negoziati con altri Paesi anche emergenti che sono autorizzati cosi a chiedere le stesse concessioni”. “Sebbene l’accordo autorizzi l’accesso al mercato canadese di 171 prodotti ad indicazione geografica dell’UE tra cui figurano 41 nomi italiani (rispetto alle 289 denominazioni Made in Italy registrate), queste dovranno coesistere con i marchi canadesi registrati. Ad esempio, il nostro Prosciutto Toscano – sottolinea Antonio De Concilio, direttore di Coldiretti Toscana - potrà entrare nel mercato canadese con il suo nome ma sarà venduto assieme ai prodotti d’imitazione canadese. Come del resto il vino Chianti made in Italy che dovrà stare fianco a fianco al Chianti Made in Canada. L’accordo mette a rischio anche le scelte UE ed italiane su OGM e, indirettamente, carne ormonizzata. Non siamo contrari ai trattati – continua De Concilio - ma occorre che in questi sia riservata alle produzioni agroalimentari una particolare attenzione che ne tuteli la distintività e possa garantirne la salubrità, la protezione dell’ambien-

te e la libertà di scelta dei consumatori. Inoltre, il Ceta non elimina l’ambiguità con cui vengono trattate le indicazioni geografiche italiane su quei mercati - precisa il direttore di Coldiretti Toscana – al contrario interviene a vantaggio di quel 90% dei formaggi di tipo italiano consumati in Canada di produzione locale. Poi ci preoccupa in modo particolare la situazione del grano duro italiano , che rischia ulteriori penalizzazioni perché con il Ceta si favorisce l’azzeramento strutturale dei dazi e si aumenta il contingente importato in Italia dal Canada, dove peraltro viene fatto un uso intensivo di glifosate nella fase di pre-raccolta, vietato in Italia perché fortemente sospettato di essere cancerogeno. Sono questi i motivi che ci hanno imposto di avviare una campagna di sensibilizzazione dell’opinione pubblica e dei decisori. E’per questo che abbiamo chiesto il massimo grado di riflessione a tutti i livelli istituzionali ed abbiamo apprezzato la sensibilità dimostrata da quelle istituzioni che hanno accolto pienamente le motivazioni e le posizioni di Coldiretti e degli altri partner della coalizione, cogliendo così l’enorme delicatezza di questa materia per cittadini, imprenditori agricoli e l’intera filiera dell’autentico made in ”.

COME IL NATALE ENTRA NELLA NOSTRA VITA La riflessione di don Gabriele Gerini Oggi Gesù nasce ed entra nella nostra vita. Eppure il Natale ci appare anche lontano e gli auguri che ci scambiamo non sono una cosa nuova. E’ il rischio che corriamo ogni anno. Questa è la riscoperta che dobbiamo fare: Gesù viene oggi, in ogni momento della nostra vita, del nostro cammino e della nostra storia. Ci ricorda il Card. Martini: “Il Bambino vuole nascere nella vita interiore di ogni uomo, vuole rinascere nella storia della nostra città e dell’umanità; tale nascita diventerà il fatto più importante di tutta la vita. Oggi Gesù bussa alla porta e chiede un posto nella nostra esistenza. Bussa con il suo amore…”: Parole importanti che illuminano i tempi difficili, complessi ed anche tristi che stiamo vivendo. Pensando ai proble-

mi che deve affrontare il mondo agricolo, pensando alla siccità (non

dimenticando, però, l’alluvione) che ha colpito le nostre campagne cau-

sando danni enormi, non ci stanchiamo di dire che Gesù viene oggi, nasce per riportare la vita e la speranza. Viene oggi nella nostra bella Toscana, viene nelle nostre federazioni Coldiretti, nella terra dei nostri coltivatori e delle loro famiglie. Un ricordo particolare in questi gironi per i poveri e i nuovi poveri (vicini e lontani). Pensiamo poi a tutti coloro che sono in cerca di un lavoro. Non dimentichiamoci poi degli immigrati, migranti e rifugiati. La Coldiretti si apra ogni giorno di più all’accoglienza, alla solidarietà ed all’inclusione. Nel mistero del Natale auguro ogni bene e pace. Buone feste natalizie! d. Gabriele Gerini Consigliere ecclesiastico di Coldiretti Toscana

Continua il forte pressing e lo stato di mobilitazione di Coldiretti Toscana sulla vicenda dei danni arrecati alle aziende agricole dai predatori - lupo, cani vaganti ed ibridi di lupo - con attacchi registrati in ogni angolo della regione, con razzie quotidiane, greggi dimezzate e danni alle stelle. E’trascorso oltre un anno da quando Coldiretti, per denunciare il disagio degli allevatori, è scesa in Piazza Duomo a Firenze anche con i cinghiali, al grido di #riprendiamocilterritorio. Di recente un nuovo vertice con Remaschi. “Abbiamo denunciato da mesi – ha detto, durante l’incontro, Tulio Marcelli, presidente di Coldiretti regionale - in molte aree della Toscana una situazione di emergenza legata alle predazioni. Basti pensare che per il triennio 2014-2016 sono state presentate domande di indennizzo, riferite a 1.348 attacchi di predatori agli animali allevati, per un danno che supera i 3 milioni di euro. Numeri che parlano da soli e che non dicono tutto della situazione reale perché molti allevatori rinunciano addirittura a richiedere i rimborsi. Attacchi non solo di lupi ma anche di individui ibridi e di cani domestici inselvatichiti. Per salvare i nostri allevamenti non possiamo pensare di recintare tutta la regione – conclude Marcelli –“. La Toscana, si legge nel documento presentato dai leader di Coldiretti all’Assessore, ospita un patrimonio di lupi significativo (nel 2015 è stata rilevata nel territorio toscano la presenza di 109 branchi per complessivi 600 lupi – ultimo dato ufficiale disponibile) e che la presenza della specie può rappresentare un elemento fondamentale di valorizzazione della biodiversità a condizione che sia circoscritta in habitat idonei ed in un numero di soggetti limitato, ed in molte aree si ravvisa una situazione di emergenza legata anche alla presenza di individui ibridi e di cani domestici inselvatichiti che rischiano, altresì, di compromettere la caratterizzazione genetica del lupo stesso. Precise le sollecitazioni e le richieste d’impegno che Coldiretti Toscana ha raccolto nel citato documento: - garantire la puntuale e corretta quantificazione e liquidazione dei danni a seguito degli attacchi avvenuti nell’anno 2016 e precedenti, già oggetto di domande presentate dagli allevatori; - applicare il regime di indennizzo tenuto conto della recente decisione della Commissione europea e della necessità di risarcire le aziende dell’intero danno subito: per la perdita degli animali predati, per la riduzione delle produzioni causate dagli attacchi agli allevamenti e per le spese sostenute per lo smaltimento delle carcasse degli animali uccisi dai predatori; - procedere all’immediata realizzazione di piani di contenimento e controllo di cani vaganti e ibridi lupo/cane attraverso la collaborazione con i diversi Corpi di polizia e con il coinvolgimento delle Prefetture, in considerazione dei rischi per la stessa sicurezza dei cittadini; - mettere a punto e realizzare un programma finalizzato al sostegno del settore della pastorizia che, anche per i problemi legati alla predazione, è interessato da una preoccupante crisi, con numerose aziende costrette a cessare le attività di allevamento, soprattutto nelle aree marginali; - finanziare programmi di ricerca finalizzati a mettere a punto nuovi strumenti di prevenzione degli attacchi e di controllo dei predatori; -ad attivarsi per ottenere dal Ministero dell’Ambiente risorse finanziarie, con cui integrare quelle regionali, al fine di coprire l’intero onere derivante dagli interventi richiesti; - a continuare a rendersi parte attiva nei confronti del Governo e delle altre Regioni perché venga adottato il Piano di conservazione e gestione del lupo, con l’immediata applicazione di tutte le misure in esso originariamente previste e finalizzate a preservare la specie evitando che questa confligga con attività di allevamento ed in generale con insediamenti umani, attraverso un riequilibrio della presenza del predatore sui diversi territori.


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