WAISMAN, MARINA

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Giorgio Lombardi Con Marina Waisman mi sono incontrato poche volte ma sono state sufficienti per imprimere ai nostri rapporti una dimensíone intensa. affettuosa e non legata al tempo e alla distanza. Quando, a intervalli di anni, ci incontravamo, in Europa o in America, subito riprendeva un dialogo sulle cose dell'architettura e della cittá, sugli amici, sulla vita quotidiana, sulla música. Marina mí donava, subito, I'essenza dell'America Latina: I'intensitá intellettuale ed emotiva strettamente unite nella stessa persona, inscindibili. Specialmente sua era, invece, la capacita di trascinare e di entusiasmare chi la circondava neI fare, nel produrre, nel partecipare ad iniziatíve di ricerca, di studi, di riflessioni critiche sull'architettura e la cittá, che non erano impedíte dalle difficoltá materiali che in America LatiD~ piú che altrove, rendono dura la vita a quanti si dedicano alla storia e alla critica. Nella sua formazione intellettuale la componente critico filosofica europea. e in particolare italiana, da Croce ad Argan, era sólida e riconoscibile, eppure tutta trasformata da uno sguardo diverso, autonomo, orgoglioso della propria collocazione culturale e in grado di misurarsi al piú alto livello con le linee piú acute del pensiero contemporaneo sull' architettura. . Marina Waisman, come Manfredo T~ lascia alle spalle una pesante ereditá: non solo l'assenza, incolmabile, del suo pensiero critico. Lascia orfana una scuola di pensiero ~ un gruppo di lavoro che deve resistere e continuare la "ricerca paziente" che leí aveva iniziato.


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