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ATTUALITÀ: Shortage e rincaro dei prezzi delle materie prime
SHORTAGE E RINCARO PREZZI MATERIE PRIME: GLI EFFETTI SULLA MECCANICA ITALIANA
Una tempesta perfetta che rischia di mettere in ginocchio le imprese di tutti i settori produttivi, come dimostra il succedersi degli allarmi lanciati da Confindustria e dalle varie associazioni di categoria. Tra queste Anima, che in un recente webinar ha provato a fare un primo punto sugli effetti sulla meccanica italiana.
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Le ricadute sui costi industriali e, in generale, sulla competitività della produzione del fortissimo aumento dei costi delle materie prime e dalla marcata diminuzione della reperibilità dei materiali stanno già cominciando a manifestarsi, ma è trasversale a tutta l’industria manufatturiera una forte preoccupazione accentuata anche dall’oggettiva difficoltà a fare previsioni sull’evoluzione di queste dinamiche nel breve e nel medio periodo. Contribuisce a rendere ancora più incerto lo scenario anche il fatto che, come rileva nell’ultimo rapporto di previsione sull’economica italiana il Centro Studi di Confindustria, molti settori industriali italiani potrebbero trovarsi già quest’anno a fronteggiare una pressione al ri-
basso sui margini delle imprese che potrebbero trovarsi impossibilitate o quasi a scaricare a valle i rincari significativi subiti nell’acquisto di materie prime a causa della domanda privata interna ancora scarsa o della situazione di oggettiva difficoltà in cui si trovano alcuni comparti economici. Tra i settori che rischiano di essere letteralmente messi in ginocchio, la meccanica italiana. A usare questa espressione e a lanciare l’allarme è Anima Confindustria, che lo scorso 20 aprile ha dedicato al tema il webinar “Oscillazione dei prezzi delle materie prime e impatto sulle produzioni indu-
striali” proprio con l’obiettivo di offrire un quadro delle cause della crisi e dei possibili scenari futuri per il mercato delle materie prime. “Stiamo subendo”, ha affermato aprendo i lavori Pietro Almici, vicepresidente di Anima Confindustria. “notevolissimi rincari delle materie prime: dall’acciaio, ai metalli non ferrosi, alla plastica ed altri materiali chimici, con prezzi che variano di giorno in giorno, unitamente alla scarsità di offerta. Questa situazione sta creando grande incertezza e difficoltà nelle aziende manifatturiere. Come associazione di rappresentanza della meccanica non possiamo che rimarcare la grande preoccupazione per l’aumento dei prezzi iniziato già da ottobre scorso, che si è particolarmente acuito in questi primi mesi dell’anno”. Durante il webinar Achille Fornasini, professore di Analisi tecnica dei mercati finanziari presso l’Università degli Studi di Brescia e Alberto Xodo, VP Sales del London Metal Exchange hanno offerto un quadro delle cause della crisi e dei possibili scenari futuri per il mercato delle materie prime. I dati elaborati dall’Ufficio Studi Anima in collaborazione con Fornasini sono frutto di un sondaggio che ha coinvolto le 30 associazioni che fanno parte della federazione e descrivono un settore che sta attraversando una fase di profondo squilibrio che vede una forte crescita della domanda e un’offerta che non riesce o appare comunque in difficoltà nel farvi fronte.
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Così si è arrivati a questa tempesta perfetta
Sono diversi i fattori che concatenandosi hanno contribuito a determinare l’andamento dei prezzi e anche la loro scarsa disponibilità fino a determinare una situazione che molti osservatori descrivono come una tempesta perfetta. Quando a inizio del Q2 del 2020 la pandemia si estende dalla Cina al resto del mondo, a causa della chiusura generalizzata la domanda di trasferimento precipita determinando un crollo
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1 - Oscillazione dei prezzi delle materie prime e impatto sulla produzione industriale
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dei prezzi del petrolio. Contemporaneamente, le straordinarie dotazioni finanziarie immesse dalla Cina nella propria economia non solo favoriscono la ripresa, ma consentono anche di accumulare scorte strategiche di materie prime basilari come petrolio, minerali in ferro, polpa di cellulosa, polimeri, metalli non ferrosi e pannelli di legno. A questo si aggiunge il successivo indebolimento del dollaro, che ha contribuito a rendere ancor più convenienti gli acquisti di materie prime. Quando nel Q3 del 2020 cominciano le riaperture in tutto il mondo, la domanda di commodity, che aveva già cominciato a muoversi con gli acquisti della Cina, aumenta ulteriormente e i prezzi cominciano a mettersi nella traiettoria rialzista che ancora oggi si osserva. In tutto questo, ha sottolineato Fornasini, l’Europa è stata penalizzata da un’incertezza diffusa che ha rallentato in modo significativo le scorte e che è dovuta a diversi fattori: - l’andamento della pandemia con il succedersi di ondate - la Plastic Tax, che nelle plastiche ha messo in difficoltà chi provava ad approvvigionarsi - le clausole di salvaguardia europee che riguardano sia i ferrosi sia l’acciaio e hanno rappresentato un impedimento alla ricostituzione consistente dei magazzini. Tanto che da più parti si auspica che vengano attenuate (il 30 giugno 2021 scade il sistema delle salvaguardie per 26 prodotti si-
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derurgici) in modo da favorire una maggiore fluidità degli acquisti dei materiali di base. Il Q4 del 2020 si caratterizza per un’accelerazione straordinaria al rialzo di tutte le materie prime. Un’impennata a cui ha contribuito anche la speculazione finanziaria che, dopo averle abbandonate per tanto tempo, ha per così dire riscoperto le materie prime a seguito dell’annuncio della disponibilità dei vaccini, dell’avvento del Recovery Fund a sostegno della ripresa europea e della grande iniezione di liquidità a supporto della ripresa degli Usa confermata anche dal neo presidente Biden. Il Q1 del 2021 vede un miglioramento delle prospettive con la produzione industriale in netto recupero nelle economie avanzate. La criticità è che nella plastica, nel legno e nell’acciaio l’offerta non riesce a far fronte a una domanda in crescita esponenziale. Un disequilibrio che è diretta conseguenza anche del vuoto storico dovuto alle chiusure degli impianti e ai blocchi delle attività estrattive in Paesi del Sud America come il Brasile duramente colpiti dalla pandemia. Ad aggiungere complessità a complessità contribuisce anche l’incremento delle vischiosità logistiche determinato dal rallentamento nelle attività di porti e Hub conseguente ai controlli anti Covid, la mancanza di container che non hanno potuto essere movimentati in modo programmato e il conseguente incremento dei costi di trasporto che sono andati ad aggravare i prezzi della movimentazione delle merci. Le previsioni per il prossimo futuro di Fornasini sono di una ripresa economica generalizzata anche se il problema continuerà ad essere il profondo disequilibrio dovuto all’aumento dei prezzi e alla straordinaria contrazione dell’offerta.
L’andamento dei prezzi di alcune materie prime
Le dinamiche fin qui descritte hanno riguardato in modo trasversale tutte le materie prime. Al riguardo può essere illuminante l’analisi dell’andamento del CRB Index (indice dei prezzi dei futures su materie prime). La slide 2 - Oscillazione dei prezzi delle materie prime e
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5 - Andamento del prezzo del petrolio 4 - Oscillazione dei prezzi delle materie prime e impatto sulle produzioni industriali
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impatto sulle produzioni industriali - CRB Index mostrata da Fornasini mostra infatti che nei primi tre mesi del 2020 il prezzo delle materie prime perde circa il 40% e successivamente per effetto della ripresa della domanda di cui si è già parlato appare in recupero del 47,3% entro il dicembre 2020 e di un ulteriore 16.5% nei primi mesi del 2021. Al riguardo, è interessante notare (Slide 3 - Confronto andamento prezzo materie prime e andamento del dollaro) come nel movimento delle materie prime vi sia un andamento inversamente correlato all’andamento del dollaro, che, come mostra il Dollar Index in un primo momento aumenta del 5% perché
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è visto come moneta rifugio, in seguito si ribassa per effetto dell’azzeramento dei tassi di interesse fino ad arrivare nel Q1 del 2021 a un apprezzamento del 3,4%. Il confronto con l’andamento del prezzo delle materie prime evidenzia come il calo del dollaro contribuisca a favore l’evoluzione rialzistica delle materie prime. La slide 4 - Oscillazione dei prezzi delle materie prime e impatto sulle produzioni industriali offre alcune prime indicazioni sull’andamento di alcune materie prime che impattano più da vicino il mondo della meccanica. In particolare, il grafico evidenzia che: - il costo dell’energia (petrolio, carbone termico e gas) nel primo trimestre del 2020 fa registrare un crollo del -60,5% e a marzo di quest’anno ha totalizzato un recupero del +172% a marzo 2021 - il costo dei metalli flette del -15% nel Q1 del 2020 e recupera il +68% a marzo 2021. Merita un discorso a parte il petrolio, che dopo essere crollato nel Q1 del 2020 (- 68%) è successivamente risalito molto rapidamente (+203%). Il movimento rialzista del petrolio, ha osservato Fornasini, traina al rialzo il costo unico dell’elettricità che alla fine del 2020 appare aumentato del +112% e da inizio anno ha fatto registrare un ulteriore incremento del +60%. In prospettiva, le previsioni sono che il prezzo del petrolio dovrebbe assestarsi tra i 60 e i 75 dollari al barile. A preoccupare particolarmente il mondo della meccanica italiana, però, sono anche i prezzi di alluminio e prodotti piani di acciaio. In questo momento, ha osservato Fornasini, per quanto riguarda l’alluminio si assiste a una fase in cui i compratori, temendo di trovarsi sprovvisti, tendono ad acquistarne in eccesso e questo influenza inevitabilmente l’andamento dei prezzi. La Slide 6 – Evoluzione stock alluminio mostra una certa disponibilità del materiale, anche se è notevolmente inferiore ai picchi del 2014. Ci sono molte ragioni per ritenere che il rame sia destinato ad aumentare ulteriormente di prezzo e. A fronte di una carenza di offerta, la domanda continuerà ad essere trainata dalla transizione energetica. L’analisi degli stock evidenzia una diminuzione delle disponibilità. Dopo la flessione del 22,4% di inizio 2020 si è avuto un recupero del 64,4% entro fine anno a cui è seguito un ulteriore incremento del 19%. In prospettiva le previsioni sono che il rame potrebbe raggiungere il massimo storico già nei prossimi mesi. Non solo, alcuni analisti si spingono a sostenere che questo metallo potrebbe essere all’inizio di un nuovo superciclo. In conclusione del suon intervento, Fornasini ha offerto un quadro della situazione in Italia rispetto ai prodotti piani d’acciaio. Alla flessione del -10% dei primi mesi del 2020 è seguito un incremento del +69% a dicembre 2020 e di un ulteriore + 40% a marzo del 2021.
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6 - Evoluzione stock alluminio 8 - Andamento dei prodotti piani d’acciaio in Italia
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