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MERCATO FERRAMENTA

n I DETTAGLIANTI DI FERRAMENTA

Nel caso dei dettaglianti di ferramenta è possibile effettuare un’analisi più approfondita a seconda della fascia di fatturato di appartenenza. In generale, si può rilevare che la dimensione operativa media dei rivenditori del sud diverge significativamente da quella nazionale, sia in termini di estensione e metratura che in termini di numero di occupati. In particolare, i rivenditori con un giro d’affari annuo inferiore a 150 mila euro la superficie si aggira intorno ai 118 metri quadri e il numero degli addetti è pari a 2 unità. Nel caso dei dettaglianti con un fatturato annuo compreso fra 150 e 200 mila euro, la superficie dell’attività è di 258 metri quadri e il numero degli occupati è di

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3 unità. I punti vendita con un giro d’affari superiore a 200 mila euro annui hanno una superficie media pari a 525 metri quadri e 4 addetti. In seguito a tali risultanze, appare evidente ancora una volta quanto estensione del punto vendita e fatturato siano estremamente collegati. Tale fenomeno traspare anche dalla superficie media per addetto. Nella fascia di fatturato al di sotto dei 150 mila euro annui il numero di metri quadri per addetto è 80 mq. Nel caso dei rivenditori con un giro d’affari compreso fra 150 e 200 mila euro annui i metri quadri per addetto sono 122, mentre per quelli con un fatturato superiore a 200 mila euro annui i metri quadri per addetto sono 158.

DEI DETTAGLIANTI

n NOTA METODOLOGICA

L’analisi dei principali dati di mercato si basa su un’indagine campionaria svolta su 150 operatori commerciali (dettaglianti di ferramenta, rivenditori di giardinaggio, grossisti, GDS, garden center e vivai) specializzati nella distribuzione e vendita di articoli ed attrezzature per il bricolage e il giardinaggio. Le interviste sono avvenute nel periodo febbraio 2020 – giugno 2021 ed hanno coinvolto gli operatori inseriti negli Osservatori Regionali e nelle rubriche “La parola al rivenditore”. In proposito, è stato possibile effettuare un maggiore approfon- dimento delle risultanze dell’analisi nel caso dei dettaglianti di ferramenta, distinguendo tre fasce di fatturato. In tutti gli altri casi il giro d’affari non è stato preso in considerazione non tanto perché risulta essere un dato sensibile, quanto per il fatto di essere onnicomprensivo. Il dato delle vendite di un grossista, ad esempio, può riguardare il fatturato realizzato in un contesto territoriale più ampio di quello di riferimento, oltre che naturalmente di articoli non specificatamente di ferramenta.

Calabria

Lo scenario di base pag. 84

Il sistema imprenditoriale pag. 86

I grossisti pag. 89

Lo scenario dei rivenditori pag. 92

La GDS pag. 95

L’OSSERVATORIO PERMANENTE incentra la propria analisi sull’osservazione del tessuto imprenditoriale e distributivo regionale, con una particolare attenzione alle nuove tendenze, all’andamento dei fatturati, ai problemi e alle possibili soluzioni, ad eccellenza, armonia e creazione di valore aggiunto. Fonte privilegiata resta la voce diretta delle aziende a fondamento del settore, distinguendo fra imprese produttrici, distributive e commerciali, dettaglianti, grossisti e GDS. L’obiettivo è offrire una fotografia rappresentativa di tutta la filiera.

Aree Territoriali Principali Tendenze Evolutive

Puglia

Incremento dell’attività produttiva e dell’export, Crescita del settore edilizio, Stabilità dei consumi interni

Bari - Bat Aumento del settore manifatturiero

Brindisi Leggero incremento dell’attività produttiva

Foggia Stabilità del comparto manifatturiero

Lecce Stazionarietà del settore produttivo

Taranto Aumento del comparto manifatturiero

Basilicata Rallentamento della crescita nel comparto produttivo e delle esportazioni, Incremento dell’attività edilizia Frenata della domanda interna

Matera Stazionarietà del settore produttivo

Potenza Leggero aumento del comparto manifatturiero

Calabria Rallentamento dell’aumento dell’attività produttiva, sostenuto dall’export, Ripresa del comparto edilizio Stazionarietà dei consumi interni

Catanzaro Stabilità del settore manifatturiero

Cosenza Stabilità del comparto produttivo

Crotone Stazionarietà dell’attività manifatturiera

Reggio Calabria Leggero aumento del settore produttivo

Vibo Valentia Lieve incremento del comparto manifatturiero

Fonti: Banca d’Italia, Confindustria Emilia - Romagna, CCIAA, InfoCamere, Intesa San Paolo, Unioncamere Emilia - Romagna

Scenario economico

Nei primi nove mesi del 2022 in Puglia l’economia ha continuato a crescere intensamente, completando il recupero dei livelli produttivi persi a causa della pandemia. Se nel primo semestre del 2022 la crescita è stata del 5,6% rispetto allo stesso periodo dello scorso anno, in lieve rallentamento rispetto all’intero 2021, nel terzo trimestre la crescita si stima una ulteriore decelerazione, soprattutto a causa dell’incremento dell’inflazione e dei costi di produzione. Nei primi nove mesi del 2022 la crescita ha riguardato tutti i principali settori di attività economica. Secondo Bankitalia il settore industriale ha registrato un ulteriore aumento delle vendite interne ed estere, nonostante le difficoltà connesse con l’aumento dei costi degli input energetici e le perduranti tensioni nelle catene di approvvigionamento, manifestatesi attraverso aumenti nei costi di produzione e ritardi o indisponibilità nelle forniture. Le aspettative risentono però dell’acuirsi nei mesi estivi dei rincari dell’energia e prospettano un rallentamento delle vendite nel prossimo semestre e un calo degli investimenti nel 2023, nonostante la spinta attesa dagli incentivi previsti nel Piano nazionale di ripresa e resilienza (PNRR). La crescita è proseguita anche nel settore delle costruzioni, trainata soprattutto dall’edilizia privata, che ha continuato a beneficiare degli incentivi fiscali per la riqualificazio- ne degli edifici. L’aumento dell’attività si è accompagnato a un incremento delle transazioni e dei prezzi delle abitazioni. Alla dinamica positiva del settore ha contribuito anche il comparto delle opere pubbliche. La crescita del settore dei servizi ha beneficiato dell’andamento positivo del turismo. Le imprese prevedono un aumento della redditività per l’anno in corso, nonostante i rialzi dei costi di produzione. L’incremento dell’operatività si è accompagnato a un aumento del fabbisogno finanziario soprattutto per il sostegno del capitale circolante, soddisfatto con il ricorso alla liquidità disponibile e al finanziamento bancario. Nel primo semestre del 2022 l’aumento della domanda di credito delle imprese ha favorito l’ulteriore crescita dei prestiti bancari, soprattutto per le imprese di maggiori dimensioni e per quelle del manifatturiero. L’andamento congiunturale ha inciso positivamente sul mercato del lavoro. Nel primo semestre del 2022 il numero di occupati è cresciuto in tutti i principali settori ed è aumentata la partecipazione al mercato del lavoro. Parallelamente si sono ridotte la disoccupazione e il ricorso alla Cassa integrazione guadagni. I consumi delle famiglie, nonostante il miglioramento del quadro occupazionale, sono previsti in rallentamento nel 2022, risentendo dell’aumento dell’inflazione. La dinamica del credito al consumo si è tuttavia raffor- zata. Il favorevole andamento del mercato immobiliare nella prima parte del 2022 si è associato a un aumento dei mutui per l’acquisto di abitazioni. Nel complesso il credito bancario ha continuato a crescere nel primo semestre dell’anno trainato dall’aumento della domanda di imprese e famiglie, nonostante il rialzo dei tassi di interesse a medio-lungo termine. L’aumento è proseguito anche nei mesi estivi. Le banche prevedono tuttavia un rallentamento dell’erogazione di credito alle imprese nella parte finale del 2022 per effetto di un indebolimento della domanda e di una maggiore selettività nella valutazione delle richieste di finanziamento; la crescita dei prestiti alle famiglie dovrebbe rimanere invariata. Il positivo andamento congiunturale si è associato nel primo semestre del 2022 a un lieve ulteriore miglioramento degli indicatori sulla qualità del credito. I depositi bancari hanno rallentato, anche per effetto del maggior utilizzo da parte delle imprese della liquidità disponibile per il sostegno dell’operatività corrente.

Nei primi nove mesi del 2022 in Basilicata il recupero dell’economia è proseguito, anche se con intensità inferiore rispetto all’anno precedente. Sul rallentamento ha inciso l’aumento dell’inflazione e dei costi di produzione che si era manifestato già nel 2021. Nei primi tre trimestri del 2022 l’attività industriale ha registrato una dinamica nel complesso positiva, benché meno accentuata rispetto all’anno prima. Il comparto degli autoveicoli ha continuato a risentire delle difficoltà negli approvvigionamenti, che si sono riflesse in un calo delle vendite interne ed estere. Le tensioni sulle catene di fornitura si sono palesate anche nelle imprese di altri comparti, che hanno segnalato diffusi aumenti dei prezzi di materie prime e semilavorati e una frequente indisponibilità di alcuni input produttivi. I rincari dei beni energetici hanno di contro sostenuto il valore della produzione dell’industria estrattiva, particolarmente rilevante in regione. Gli investimenti delle imprese industriali sono cresciuti più di quanto dalle stesse previsto a inizio 2022 e potranno in prospettiva trarre beneficio dagli incentivi del Piano nazionale di ripresa e resilienza (PNRR). L’attività si è incrementata ulteriormente anche nel settore delle costruzioni: in presenza di un significativo aumento dei costi di produzione, il settore ha continuato a essere sostenuto dalle agevolazioni fiscali per la riqualificazione del patrimonio edilizio e dall’attività nel comparto delle opere pubbliche. La ripresa si è confermata pure nel settore terziario, in particolare nel turismo: nei primi otto mesi del 2022 le presenze sono cresciute intensamente, soprattutto nella componente estera, ma rimangono inferiori rispetto al periodo pre-pandemico. Gli aumenti dei costi di produzione hanno inciso sulla redditività delle imprese e hanno arrestato la crescita della liquidità, molto intensa nello scorso biennio. La dinamica dei prestiti bancari è rimasta moderatamente espansiva nei primi mesi del 2022, sospinta dai finanziamenti destinati all’operatività corrente. La domanda di credito da parte delle imprese potrebbe tuttavia risentire dell’aumento del costo dei finanziamenti. La crescita dell’attività ha avuto conseguenze modeste sull’occupazione, che è risultata sostanzialmente stabile nei primi mesi del 2022 dopo la ripresa del 2021; l’andamento è stato sostenuto dall’occupazione alle dipendenze, mentre quella autonoma ha continuato a contrarsi. Anche la dinamica delle assunzioni nei primi otto mesi del 2022 è stata meno marcata nel confronto con l’anno precedente, soprattutto nei mesi estivi, quando sono emersi segnali di ulteriore rallentamento. Nel 2022 è ancora diminuito il ricorso agli strumenti di integrazione salariale, con la rilevante eccezione del comparto dei mezzi di trasporto; le ore autorizzate rimangono, tuttavia, di molto superiori rispetto ai livelli precedenti la pandemia. Per i consumi delle famiglie, dopo la forte crescita del 2021, nel 2022 è previsto un rallentamento, dovuto, oltre che alla debolezza della dinamica occupazionale, all’incremento dell’inflazione. Gli aumenti dei prezzi, registrati dalla seconda metà del 2021 e intensificatisi dopo l’invasione russa dell’Ucraina, penalizzano soprattutto i nuclei familiari meno abbienti che destinano a questi beni una quota maggiore della propria spesa. Le conseguenze dei rincari sui bilanci familiari sono state mitigate dalle misure introdotte dal Governo a partire dal 2021; a queste dovrebbe affiancarsi un rilevante contributo della Regione per ridurre la spesa delle famiglie relativa al gas, finanziato attraverso le compensazioni ambientali relative alle attività estrattive. L’andamento dei finanziamenti alle famiglie si è rafforzato, sostenuto dall’accelerazione del credito al consumo e dei mutui, che hanno beneficiato dell’aumento delle transazioni immobiliari. Nel complesso nei primi otto mesi del 2022 i prestiti bancari al settore privato non finanziario sono cresciuti con un’intensità di poco superiore a quella di fine 2021. La qualità del credito, che rimane elevata nel confronto storico, ha mostrato alcuni segnali di peggioramento nella prima metà del 2022 tra le imprese, mentre ha continuato a migliorare lievemente tra le famiglie.

Nella prima parte del 2022 in Calabria l’economia ha ancora beneficiato della fase di ripresa avviatasi dopo la crisi pandemica. Nel primo semestre dello scorso anno l’attività economica ha registrato un incremento del 4,5%, dopo il netto recupero già osservato nel 2021. Tuttavia, la crescita ha rallentato nel corso del 2022, risentendo progressivamente delle conseguenze economiche del conflitto russo-ucraino e dell’incertezza che ne deriva. Si è registrato un incremento del fatturato delle imprese nei primi nove mesi del 2022, in parte riconducibile all’aumento dei prezzi di vendita conseguente al rialzo dei costi di materie prime, energia e gas. Nel complesso, molte aziende hanno subito una riduzione dei margini di profitto; in pochi casi si è attuata una sospensione parziale dell’attività. Gli investimenti sono rimasti su livelli modesti. L’andamento congiunturale è risultato sostanzialmente simile tra i di- versi settori. La produzione industriale ha continuato a crescere grazie alla ripresa della domanda interna ed estera. Le costruzioni sono state sostenute soprattutto dalle misure di agevolazione fiscale relative al comparto dell’edilizia residenziale, seppur in parte frenate dall’incertezza normativa e dalle difficoltà di cessione del credito d’imposta. Il terziario ha tratto vantaggio dell’andamento favorevole del comparto turistico e dalla ripresa dei trasporti. Il mercato del lavoro ha mantenuto una tendenza positiva, soprattutto nella prima metà del 2022. Rispetto al 2021, è tuttavia calata l’occupazione autonoma e si è indebolita la creazione di nuove posizioni a tempo determinato, che potrebbe aver risentito più rapidamente delle esigenze di contenimento dei costi di produzione e del rallentamento della congiuntura economica. I consumi delle famiglie calabresi hanno beneficiato del miglioramento del mercato del lavoro e, più in generale, del graduale superamento dell’emergenza pandemica. L’incremento nel 2022 dovrebbe risultare tuttavia meno intenso rispetto all’anno precedente per effetto del rialzo dei prezzi. In confronto al resto del Paese, tale fattore potrebbe incidere maggiormente in regione a causa della presenza più diffusa di nuclei familiari meno abbienti, più colpiti dai rincari dei beni alimentari e dei prodotti energetici per via della composizione del loro paniere di spesa. Gli interventi governativi a favore delle famiglie hanno in parte limitato l’impatto dei rincari energetici sul potere d’acquisto, con particolare attenzione soprattutto ai nuclei familiari in condizioni di difficoltà economiche, interessati anche da un esteso ricorso al Reddito di cittadinanza. Nel primo semestre del 2022, la crescita dei prestiti bancari alla clientela privata si è leggermente rafforzata, soprattutto per il comparto delle famiglie. Il credito al consumo e i mutui abitativi sono aumentati, riflettendo rispettivamente l’incremento della spesa delle famiglie e l’andamento favorevole del mercato immobiliare. La rischiosità del credito è rimasta contenuta, mentre i tassi di interesse a medio-lungo termine hanno iniziato a risalire, a seguito della normalizzazione della politica monetaria. È proseguito il rallentamento dei depositi bancari delle famiglie e delle imprese; il valore di mercato dei titoli detenuti presso il sistema bancario si è ridotto, anche per effetto del calo dei prezzi delle attività finanziarie.

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