Rapporto finale CGF 2020
Autori:
Stefan Aegerter
Istituto Svizzero di Polizia
André Etter Polizia cantonale Vaud
Philipp Hochstrasser
Anojen Kanagasingam
Istituto Svizzero di Polizia
Istituto Svizzero di Polizia
5 - Verifica del raggiungimento degli obiettivi, osservazioni, insegnamenti e conseguenze 21 6 - Raccomandazioni................................................................................................
Prefazione
Come membro della Conferenza delle direttrici e dei direttori dei dipartimenti cantonali di giustizia e polizia (CDDGP) e del Consiglio di fondazione dell’Istituto Svizzero di Polizia (ISP), nel 2016 ho avuto l’onore e il piacere di partecipare all’avvio del Concetto generale di formazione 2020 (CGF 2020).
L’idea di fondo era modernizzare in modo sostanziale la formazione di base e continua della polizia in Svizzera e adattarla ai requisiti posti dalla complessità sempre maggiore del panorama della sicurezza. Le riflessioni di carattere politico a supporto di questa idea prendevano piede dall’esigenza di offrire alle forze di polizia una formazione di base orientata alla pratica e alle competenze, per metterle in grado di rispondere alle sfide di oggi e alle loro evoluzioni di domani.
Il progetto aveva l’obiettivo di portare la durata della formazione di base per la polizia da uno a due anni, affinché i futuri agenti avessero maggiori opportunità di mettere in pratica le nozioni acquisite e di rafforzare le proprie competenze operative. Di pari passo è seguita l’introduzione di una nuova concezione dell’esame, improntata ai requisiti effettivi della pratica professionale. Questa riforma, arricchita da un concetto di mentoring nazionale, rappresenta un passaggio significativo nell’ottica di migliorare la qualità della formazione di base e la capacità operativa degli agenti di polizia.
Il mio ringraziamento è rivolto, in particolare, all’ISP e al suo direttore, Stefan Aegerter, per la gestione attenta e precisa del progetto. Il CGF 2020 ha raggiunto gli esiti sperati grazie a instancabile dedizione, impegno e competenza, consentendo di definire una formazione di base in grado di rispondere ai requisiti attuali, senza perdere di vista le esigenze specifiche dei diversi corpi di polizia svizzeri.
Oggi, a distanza di qualche anno dal suo avvio, possiamo guardare indietro a quella che è stata una storia di successo. Il CGF 2020 è ormai una pietra miliare della formazione di base e continua per la polizia. L’orientamento alle competenze e l’importanza attribuita alla pratica si sono dimostrate due scelte vincenti che devono essere portate avanti.
È fondamentale proseguire su questa strada continuando ad aggiornare la formazione dei quadri e degli specialisti in questo senso. È nostra responsabilità garantire che le forze di polizia, ad ogni livello, siano sempre preparate a svolgere al meglio un compito di grande responsabilità come quello di proteggere la popolazione.
Rinnovo il mio ringraziamento a tutti coloro che hanno partecipato: il vostro impegno è un grande contributo alla sicurezza e al bene della nostra società.
Alain Ribaux
Consigliere di Stato al Cantone di Neuchâtel, co-presidente CDDGP
Abstract / Management summary
Essendo stato il vicedirettore del progetto CGF 2020 vorrei ricollegarmi alla prefazione per offrire una sintesi dei principali aspetti legati allo sviluppo e alla realizzazione di questo progetto innovativo. L’iniziativa politica avviata nel 2016 e mirata a dare alla formazione di base della polizia in Svizzera un fondamento nuovo, orientato alla pratica e alle competenze, ha richiesto grande impegno e perseveranza da parte di tutte le persone coinvolte. In un’epoca segnata da sfide complesse, abbiamo deciso di avventurarci in una strada lunga e non sempre semplice da percorrere, una strada che abbiamo percorso con successo, senza mai perdere di vista l’obiettivo di garantire ai nostri agenti di polizia la migliore formazione di base possibile.
Scetticismo e resistenze iniziali sono normali in un progetto di riforma di questa portata che interessa l’intero Paese, e il CGF non ha fatto eccezione. A fronte delle differenze tra i corpi di polizia cantonali e comunali e delle strutture federali, abbiamo dovuto trovare una modalità che ci consentisse di rispettare l’individualità e l’indipendenza di ciascun corpo, garantendo, al contempo, una formazione di base unitaria e standardizzata. Attraverso un dialogo costruttivo e un’attenzione costante a non perdere di vista il valore aggiunto generale, siamo riusciti a creare un sistema unitario, facendo del federalismo, senza limitazioni, il nostro punto di forza.
Tuttavia, senza la collaborazione e l’impegno di tutti i corpi di polizia coinvolti e di chi ha partecipato ai vari sottoprogetti, il successo ottenuto non sarebbe stato possibileè per questo che rivolgo a tutti loro il mio più sentito ringraziamento: pronti a percorrere strade nuove con grande flessibilità e perseveranza, anche nei momenti difficili, senza mai abbandonare il percorso intrapreso, hanno contribuito in modo sostanziale a fare del CGF 2020 la storia di successo che è oggi.
Vorrei ricordare, in particolare, il lavoro svolto dai singoli gruppi che hanno portato avanti i sottoprogetti e l’apporto del comitato di monitoraggio della direzione di progetto, un’attività instancabile volta a sviluppare e adattare concetti, formati d’esame e strumenti di formazione. La loro competenza tecnica e la loro capacità di trovare soluzioni condivise sono una testimonianza esemplare dello spirito che ha animato l’intero progetto. Grazie al loro lavoro siamo riusciti a garantire e ad accrescere l’orientamento alla pratica e la qualità della formazione di base.
Il CGF 2020 ha contribuito in modo decisivo allo sviluppo della formazione di base della polizia in Svizzera. I riscontri positivi ricevuti nei primi anni e il netto miglioramento della capacità operativa dei nostri agenti sono la dimostrazione che la strada intrapresa è quella giusta. Continuiamo quindi a percorrerla insieme e contribuiamo attivamente a dare forma alla formazione del futuro per le polizie svizzere.
Ringrazio di cuore tutti per l’impegno profuso, per l’apertura e per la risolutezza messa in campo affinché questo progetto potesse ritenersi un successo.
Stefan Aegerter
Direttore ISP e vicedirettore del progetto CGF 2020
1 – Introduzione
1.1 Obiettivo del progetto
La Conferenza dei comandanti e delle comandanti delle polizie cantonali svizzere (CCPCS) e la Conferenza delle direttrici e dei direttori dei dipartimenti cantonali di giustizia e polizia (CDDGP) si sono prefissate l’obiettivo di portare avanti lo sviluppo e l’aggiornamento della formazione di base e continua della polizia. L’intento è garantire che la formazione di base sia in grado di rispondere ai requisiti attuali in termini di competenze e orientamento alla pratica.
1.2 Evoluzione storica della formazione di base di polizia in Svizzera
La formazione di base di polizia ha riflettuto a lungo l’impianto federale, concentrandosi sulle esigenze e sulle richieste specifiche delle diverse organizzazioni di polizia. Le scuole impostate su base concordataria consentivano ai diversi corpi di polizia di definire individualmente la propria formazione.
Un punto di svolta è stato il primo Concetto generale di formazione (CGF) avviato nel 2003 da Karin Keller-Sutter, allora a capo del Dipartimento della giustizia del Cantone di San Gallo. Nel 2006 sono stati svolti i primi esami di professione e sono stati conferiti gli attestati professionali federali dall’allora Ufficio federale della formazione professionale e della tecnologia (UFFT).
Circa dieci anni più tardi, il CGF 2020 ha portato a una revisione totale della formazione di base e continua per la polizia, conclusa con l’entrata in vigore del nuovo regolamento d’esame il 1° gennaio 2021. Al centro della riforma, il prolungamento della formazione di base da uno a due anni, che ha rappresentato un passaggio significativo nel panorama formativo della polizia.
1.3 Collocazione della professione di polizia nel contesto svizzero della formazione
Nel sistema formativo svizzero, la formazione di base degli agenti di polizia è una classica seconda formazione che si fonda sulle competenze generali acquisite nel livello secondario II e rientra nel livello terziario B (formazione professionale superiore). Il nuovo orientamento della formazione di base di polizia non influisce minimamente su questa collocazione.
L’«accademizzazione» della formazione di base di polizia, uno dei principali timori, non è in antitesi rispetto all’idea alla base del CGF 2020 né al punto di vista della Segreteria di Stato per la formazione, la ricerca e l’innovazione (SEFRI). Secondo la SEFRI, in-
fatti, la formazione professionale superiore prevede una combinazione di lezioni e pratica professionale, garantisce il sistema duale anche nel livello terziario e promuove un apprendimento applicativo, la rapida messa in pratica delle nuove conoscenze acquisite e un elevato tasso di innovazione. L’esperienza maturata ha dimostrato che questo timore era infondato.
Fig. 1: Sistema formativo svizzero (SEFRI, 2019)
1.4 Organizzazione e struttura della nuova formazione di base di polizia
Questa formazione di base, della durata di due anni in tutto, prevede che il primo anno di corso si svolga presso una delle seguenti sette scuole di polizia nel quadro dei rispettivi concordati:
Svizzera romanda (CLCPC)
Accademia di polizia di Savatan
Centro interregionale di formazione di polizia CIFPol (2 sedi: scuola di Colombier, NE; scuola di Granges-Paccot, FR)
Svizzera tedesca
Scuola di polizia intercantonale Hitzkirch (ZPK e PKNW)
Scuola di polizia di Zurigo (ZHPS)
Scuola di polizia Svizzera orientale (Ostpol)
Scuola di polizia bernese di Ittigen (Polizia cantonale Berna)
Ticino
Centro di Formazione della Polizia Giubiasco (CFP) (incl. aspiranti italofoni provenienti dal Cantone dei Grigioni)
La prima fase della formazione presso le scuole di polizia si conclude con l’esame preliminare armonizzato per tutta la Svizzera (esame della capacità operativa).
Nel secondo anno (formazione pratica), gli agenti in formazione mettono in pratica quanto appreso nei rispettivi corpi di appartenenza. In questo contesto, il Piano di formazione di polizia (PFP) definisce il quadro della formazione di base conforme al CGF 2020. Al termine della seconda fase si svolge l’esame principale, che consente di conseguire l'attestato professionale federale.
Organo responsabile in questo ambito è l’«Organizzazione del mondo del lavoro della polizia» (oml polizia), che, composta da un esponente della Conferenza dei comandanti e delle comandanti delle polizie cantonali svizzere (CCPCS), della Società dei Capi di Polizia delle Città Svizzere (SCPCS), della Federazione Svizzera dei Funzionari di Polizia (FSFP) e dell’Istituto Svizzero di Polizia (ISP), incarica la commissione d’esame nazionale di svolgere esami armonizzati.
Gli esami sono suddivisi in cinque circondari (Svizzera romanda, Concordato di polizia della Svizzera nordoccidentale e centrale, Regione di Zurigo, Svizzera orientale, Ticino), che, attraverso le proprie commissioni circondariali, organizzano gli esami preliminari e principali. I presidenti dei circondari siedono all’interno della commissione d’esame nazionale insieme a un esponente di CCPCS, SCPCS, FSFP, polizia militare e polizia dei trasporti FFS. La commissione è presieduta dal direttore dell’ISP.
2 - CGF 2020 – Informazioni sul progetto
2.1 Situazione iniziale
In occasione dell’assemblea primaverile tenutasi il 9 aprile 2015, su richiesta della Commissione per la formazione della polizia (ComPol), la CDDGP ha approvato l’ulteriore sviluppo del CGF, con il coinvolgimento di concordati, scuole di polizia e altre organizzazioni, come la CCPCS e la FSFP, nonché l’analisi dettagliata dei campi operativi individuati. Rimanendo aperti a qualunque esito, tra cui quello del mantenimento dello status quo, i lavori dovevano essere improntati a mettere in luce i pro e i contro di ogni alternativa.
È stato portato avanti un lavoro di progetto integrale con rappresentanti dei comandanti e delle comandanti delle polizie cantonali e comunali, di fedpol, della FSFP, della polizia dei trasporti FFS, della polizia militare e dell’ISP. Per soddisfare i requisiti relativi alla pratica, sono state condotte analisi sistematiche delle attività operative nonché verifiche degli esami di professione (EP) federali e degli esami professionali superiori (EPS) per il conseguimento dei titoli federali. Ectaveo AG è stata incaricata di seguire e sviluppare il progetto. Su queste basi, forti della verifica della coerenza condotta dalla SEFRI, è stato elaborato uno studio preliminare allo scopo di sviluppare il futuro sistema di formazione professionale per la polizia
Lo studio ha messo in luce i seguenti campi d’azione:
pratica operativa professionale: al momento dell’esame, l’esperienza pratica maturata non è sufficiente;
attenzione incentrata sulla verifica nozionistica: non vengono verificate le competenze operative professionali ma le conoscenze o le materie di impostazione scolastica;
assenza di sistematicità nello sviluppo e nello svolgimento dell’esame da parte delle commissioni circondariali: lo svolgimento e l’assicurazione della qualità degli esami federali non devono dipendere dalla singola scuola (= riorganizzazione e/o costituzione di una nuova commissione d’esame).
Il sistema completo della «Formazione di base di polizia (EP)» è stato approvato il 26 ottobre 2017 dalla CCPCS e il 17 novembre 2017 dalla CDDGP, dando così il via al piano di attuazione. Sulla base delle decisioni prese, le condizioni quadro erano le seguenti:
la formazione di base deve avere una durata di due anni, di cui il primo è di competenza della scuola di polizia e il secondo (pratico) del corpo di polizia;
il prolungamento della formazione persegue in particolare l’intento di rafforzare l’acquisizione delle competenze operative;
lo stage (seconda fase della formazione, anno pratico) deve poter essere svolto presso il corpo di polizia di riferimento;
i requisiti di ammissione alla professione rimangono invariati.
2.2 Condizioni quadro
L’intero progetto e i sottoprogetti che ne fanno parte sono regolati dalle condizioni quadro riportate di seguito.
Profilo di competenze: il profilo di competenze degli agenti di polizia generalisti rappresenta il riferimento principale per la formazione e l’esame. Esso si basa sulla pratica professionale degli agenti di polizia generalisti e stabilisce il livello che deve essere raggiunto dopo due anni di formazione per ottenere il titolo e che viene verificato nell’esame di professione. L’esame di professione è strutturato in modo da rispecchiare le differenze dei campi di attività dei diversi corpi di polizia.
Piano di formazione di polizia (PFP): il PFP deve continuare a rappresentare uno strumento di orientamento nazionale interno al settore per l’anno di formazione nelle scuole e, pertanto, viene rielaborato tenendo in considerazione il profilo di competenze, in stretta collaborazione tra i responsabili di formazione dei corpi e i direttori delle scuole di polizia. Il PFP definisce i campi di competenze operative per tutte le scuole e le rispettive competenze specifiche e stabilisce dei riferimenti temporali per i contenuti della formazione. Le scuole restano libere di scegliere i metodi didattici.
Materiale didattico: nella prima fase della formazione è ancora previsto l’uso del materiale didattico dell’ISP, armonizzato per tutta la Svizzera. In seguito alla riforma, l’ISP, insieme ai responsabili della formazione e alle scuole di polizia, individua i materiali che necessitano di adeguamenti e/o revisioni (parola chiave: «materiale didattico digitale»).
Formazione pratica: la formazione pratica (seconda fase) prevede l’utilizzo degli stessi strumenti in tutta la Svizzera. A svilupparli sono i responsabili della formazione dei vari corpi di polizia. Sull’integrazione degli stessi strumenti nella prima fase della formazione decidono i circondari. Gli strumenti da utilizzare e le attestazioni che gli agenti devono presentare per la seconda fase della formazione devono essere in linea con le condizioni quadro dell’esame di professione.
Esame preliminare (esame della capacità operativa): al termine della prima fase della formazione, l’esame preliminare valuta la capacità operativa degli agenti di polizia. I requisiti sono gli stessi in tutta la Svizzera. Superare l’esame preliminare è la condizione sine qua non per l'ammissione all’anno di formazione pratica e all’esame di professione finale.
Esame principale (esame di professione): l’esame di professione viene svolto con gli stessi strumenti in tutta la Svizzera e si basa sulle esperienze pratiche maturate individualmente nella seconda fase della formazione. Il livello professionale richiesto è definito nel profilo di competenze, mentre gli strumenti d’esame vengono proposti dai
responsabili della formazione (che conoscono la pratica) e sottoposti all’approvazione della commissione d’esame.
2.3 Struttura e organizzazione del progetto
A partire dall’idea di fondo e dalle condizioni quadro che ne sono scaturite, per il progetto generale CGF 2020 è stata definita la seguente struttura/organizzazione:
Direzione operativa di progetto
Comitato di monitoraggio della direzione di progetto
Sottoprogetto 1: profili di competenze
Sottoprogetto 2: assistenti di sicurezza pubblica
Sottoprogetto 3: concetto pratico
Sottoprogetto 4: esame di professione
Sottoprogetto 5: concetto didattico
Sottoprogetto 6: esame professionale superiore 1
Sottoprogetto 7: esame professionale superiore 2 Il presente rapporto si concentra, in particolare, sul sottoprogetto 4 (esame di professione).
2.4 Finanziamento
In base all’incarico ricevuto dalla CDDGP e alle offerte provenienti dai principali fornitori, per il budget del progetto CGF 2020 sono stati inizialmente preventivati 500 000 franchi.
Il progressivo adeguamento del progetto in corso d’opera ha portato i costi effettivi a 1 713 087 franchi.
Tali costi sono suddivisi come segue:
1 278 356
%
339 495
95 236
1 713 087
Fatta eccezione per la traduzione, il cui costo è stato addebitato dal Servizio linguistico dell’ISP, il lavoro svolto dall’ISP e dal personale messo a disposizione a titolo gratuito dai corpi di polizia non è incluso nei costi indicati sopra.
Il progetto CGF 2020 è stato finanziato come segue:
CHF 1 321 087 CHF 322 000 CHF 70 000 CHF 1 713 087
% 18,8 %
Coprendo il 77,1 percento dei costi, l’ISP ha contribuito in modo sostanziale alla realizzazione del progetto CGF 2020.
3 - CGF 2020 – Risultati del progetto
In seguito alla decisione delle autorità politico-strategiche, tra le quali la CCPCS e la CDDGP, di portare la formazione di base a due anni, di cui uno presso le scuole di polizia e uno di formazione pratica (stage) presso i corpi di polizia, la direzione operativa di progetto è stata incaricata di verificare i concetti, gli strumenti e i documenti di base in uso, di adeguarli o svilupparli nuovamente, nonché di elaborare l’ulteriore documentazione necessaria. L’intento a monte consiste, ora come allora, nel fare in modo che il prolungamento della formazione favorisca in primo luogo il rafforzamento delle competenze operative, e di conseguenza la qualità, a vantaggio dell’attività pratica e non della trasmissione di (ulteriori) conoscenze nozionistiche.
Segue l’illustrazione dei singoli prodotti/risultati.
3.1 Piano di formazione di polizia (PFP)
Le autorità politico-strategiche, tra le quali la CCPCS e la CDDGP, hanno deciso di prolungare la formazione di base a due anni: uno presso le scuole e uno presso i corpi di polizia. La direzione operativa di progetto è stata incaricata di verificare i concetti, gli strumenti e i documenti esistenti, nonché di adeguarli e svilupparli ulteriormente. L’obiettivo era rafforzare le competenze operative e la qualità sul piano dell’attività pratica piuttosto che concentrarsi unicamente su ulteriori aspetti nozionistici.
Il Piano di formazione di polizia (PFP), partendo dal Programma quadro d’insegnamento 2014, introduce aspetti fondamentali della professione, ma rispecchia anche i recenti sviluppi scientifici nel campo della metodologia e della didattica. Il PFP si basa sulla legge sulla formazione professionale (LFPr), sull’ordinanza sulla formazione professionale (OFPr) e sul regolamento per l’esame di professione di agente di polizia. Il documento è stato elaborato in stretta collaborazione con i concordati di polizia, la polizia militare, la polizia dei trasporti FFS e le scuole di polizia, per essere poi approvato, in sostituzione del precedente Programma d’insegnamento, il 14 giugno 2019. Il PFP stabilisce un quadro ben definito, in base al CGF 2020, per la formazione di base degli agenti e ne costituisce uno strumento di orientamento a livello nazionale.
Il PFP è un documento dell’organo responsabile, sviluppato per le organizzazioni di polizia svizzere, che contiene i principi della formazione di base e fornisce un quadro comune per i programmi d’insegnamento delle scuole di polizia e per il piano di formazione di base e continua delle organizzazioni. Il PFP rappresenta uno strumento fondamentale per erogare una formazione moderna e uniforme a tutti gli agenti di polizia a livello nazionale, fornisce una panoramica della struttura e degli obiettivi della formazione a chi decide di accostarsi alla professione e rafforza l’identificazione con il profilo professionale di «agente di polizia».
Il PFP garantisce il controllo, l’assicurazione della qualità e l’ulteriore sviluppo della formazione di polizia, ma costituisce anche uno strumento attuativo rilevante ai fini di radicare l’orientamento alle competenze nel sistema di formazione. Questo documento, che instaura trasparenza nei confronti del pubblico, rappresenta un orientamento nel campo della formazione, garantendo anche margini di manovra per processi di apprendimento creativi.
Il PFP fornisce un quadro vincolante in base al quale, nei due anni di formazione, le scuole si concentrano sulla trasmissione delle competenze e i corpi di polizia sul consolidamento del know-how pratico. Il PFP stabilisce i contenuti e gli standard della formazione nel rispetto dell’autonomia delle scuole e dei corpi sul piano attuativo. Nel promuovere lo scambio a livello nazionale per ottimizzare le pratiche di formazione, il PFP offre un’interpretazione armonizzata dei valori e delle norme della professione.
3.2 Suddivisione in due fasi di formazione
La formazione di base ha una durata di due anni ed è suddivisa in due fasi.
3.2.1 Fase di formazione 1 (scuola di polizia)
La prima fase della formazione prevede circa 1200 lezioni svolte in presenza, sottoforma di studio autonomo o attraverso altri metodi. Questa fase comprende inoltre formazioni e stage specifici di ciascun corpo per un totale di 9-15 settimane, l’esame della capacità operativa (una settimana) e il diritto a 4-5 settimane di vacanza. La formazione si basa sul profilo di qualificazione di agente di polizia.
Le attività si svolgono prevalentemente al di fuori dell’aula (p. es. terreni di esercitazione, dojo, poligoni di tiro e installazioni sportive) e hanno un’impostazione pratica, orientata alle competenze e all’acquisizione di una base solida per l’attività professionale a lungo termine, fondata su conoscenza, capacità, atteggiamento e predisposizione all’apprendimento permanente. L’accostamento di metodi diversi consente ai formatori di essere flessibili nell’insegnamento, a beneficio della qualità della formazione e delle modalità didattiche individuali.
3.2.2 Fase di formazione 2 (anno pratico)
La seconda fase della formazione inizia dopo aver superato l’esame preliminare (esame della capacità operativa [ECO]), dura circa un anno e si svolge nei rispettivi corpi di appartenenza. I corpi si occupano della pianificazione e della realizzazione di questa fase, i cui contenuti si basano sul profilo di qualificazione di agente di polizia Referenti di pratica e mentori supportano le persone in formazione nell’elaborazione degli strumenti pratici.
In seguito all’introduzione individuale all’interno del corpo di appartenenza, l’apprendimento è mirato all’acquisizione e al consolidamento del know-how pratico. Gli strumenti pratici forniscono un orientamento e affiancano il processo di apprendimento. Tutti i progressi vengono riportati all’interno di una relazione sul portfolio scritta che rispecchia il know-how acquisito e la capacità di riflessione, e che costituirà poi la base per il colloquio previsto dall’esame di professione (EP) federale.
3.3 Esame preliminare (esame della capacità operativa)
L’esame della capacità operativa (ECO) viene svolto secondo indicazioni valide in tutto il territorio svizzero e rappresenta il requisito per l’ammissione all’esame di professione federale, che si svolge dopo l’anno pratico. L’ECO è simile all’esame che veniva proposto nella formazione di un anno e mira ad accertare la capacità operativa degli agenti di polizia dopo il primo anno di formazione. L’ECO attesta che siano state acquisite le nozioni tecniche necessarie insieme alle capacità richieste e che le persone in formazione sappiano riflettere sui valori e sulle norme del lavoro di polizia.
3.3.1 Le quattro parti che compongono l’esame preliminare
L’esame preliminare si compone di quattro parti. La sua struttura è concepita in modo da rispecchiare e testare le competenze come descritte nel profilo alla base della formazione.
3.3.1.1 Parte d’esame 1 – Diritto di polizia applicato e interconnesso (scritta)
Questa parte d’esame tratta principalmente i seguenti argomenti:
Codice penale;
Codice di procedura penale;
legge federale sulla circolazione stradale;
diritti umani ed etica professionale.
Possono inoltre essere oggetto di esame anche le seguenti basi legali:
legge federale sugli stupefacenti e sulle sostanze psicotrope;
legge federale sugli stranieri e la loro integrazione.
L’esame prevede l’applicazione di tre metodi diversi orientati alle competenze.
3.3.1.2 Parte d’esame 2 – Gestione di una denuncia (orale)
Questa parte d’esame si focalizza sulla procedura da seguire durante la gestione di una denuncia, ma si concentra anche sui valori di carattere sociale, psicologico ed etico del lavoro di polizia. Attraverso un gioco di ruolo viene simulata una denuncia; seguono poi le riflessioni di ogni candidato. Prima del colloquio professionale, i candidati devono illustrare quanto appreso e i periti d’esame pongono loro delle domande di approfondimento. Sono disponibili scenari validi per tutto il territorio nazionale, che vengono resi noti solo all’inizio dell’esame.
3.3.1.3 Parti d’esame 3 e 4 – Pratica di polizia 1 e 2 (pratica)
Per ogni coppia di candidati vengono estratti due scenari tra i quattro selezionati (polizia di sicurezza, polizia stradale, polizia giudiziaria). I candidati vengono a conoscenza dello scenario che è stato loro assegnato solo all’inizio dell’esame. Vengono simulati tutti gli scenari. I candidati di ogni coppia possono scegliere quale ruolo svolgere.
3.4 I tre strumenti pratici
La seconda fase della formazione approfondisce le conoscenze e le capacità acquisite attraverso la gestione di casi concreti. Supportati da referenti di pratica e mentori, gli agenti in formazione realizzano un portfolio che costituisce la base di riferimento per l’esame principale (esame di professione). I casi concreti corrispondono ai requisiti del corpo di polizia di appartenenza. I due anni di formazione di base si concludono con una relazione sul portfolio e un colloquio con i periti durante l’esame principale.
3.4.1 Missione pratica
Durante la formazione degli agenti presso il corpo di polizia, l’accento è posto sull’acquisizione del know-how pratico. Gli agenti in formazione svolgono almeno due missioni pratiche che richiedono loro di affrontare compiti fondamentali del normale lavoro di polizia e di riflettere sul proprio operato. Ogni missione prevede lo svolgimento di un’azione pratica che deve essere poi documentata in forma scritta con relativa riflessione. Gli agenti in formazione applicano le proprie competenze operative nel lavoro quotidiano e riflettono su di esse sulla base dei modelli indicati per le missioni pratiche.
3.4.2 Schema competenze
Lo schema competenze è uno strumento di autovalutazione delle competenze personali degli agenti in formazione, basato sul profilo di qualificazione. Per ogni campo di competenze operative trattato nelle missioni pratiche viene creato uno schema competenze. Non si tratta di una prova d’esame, ma di una valutazione sincera delle proprie competenze.
Oltre all’autovalutazione, è prevista una valutazione da parte di terzi, che possono essere mentori, referenti di pratica o colleghi. I risultati dell’autovalutazione e della valutazione da parte di terzi costituiscono un riferimento per redigere la relazione sul portfolio.
3.4.3 Verifica dell’idoneità al lavoro
Oltre alle loro capacità e abilità, sono importanti anche gli atteggiamenti e i comportamenti degli agenti di polizia. La verifica dell’idoneità al lavoro mette in luce tali aspetti, portando gli agenti in formazione a interrogarsi sul proprio atteggiamento e sulla propria motivazione. Questa verifica viene condotta attraverso un questionario che mostra la posizione dell’agente in formazione su delle scale con due estremi. Non esistono risposte «giuste» o «sbagliate». La verifica dell’idoneità al lavoro viene condotta verso la fine della seconda fase della formazione, prima di redigere la relazione sul portfolio, nella quale confluirà, senza che i suoi risultati siano poi oggetto di valutazione diretta. La verifica dell’idoneità al lavoro, insieme allo schema competenze e alle missioni pratiche, è uno dei tre riferimenti per la relazione sul portfolio. I referenti di pratica e i mentori non sono direttamente coinvolti nella redazione, ma possono offrire supporto in fase di valutazione dei risultati.
3.5 Esame principale (esame di professione)
L’obiettivo della seconda fase della formazione è sviluppare competenze operative, stabilire delle routine e consolidare la comprensione dei ruoli. Gli strumenti redatti nel corso dell’anno pratico (portfolio) vengono raggruppati in una relazione sul portfolio, redatta secondo indicazioni unitarie e approfondita nel corso del colloquio professionale. Il portfolio comprende tutti gli strumenti pratici trattati nella seconda fase della formazione e costituisce la base di riferimento per redigere la relazione sul portfolio da presentare all’esame di professione.
Al termine del secondo anno, nell’ambito dell’esame di professione si valutano l’esperienza pratica nonché le conoscenze specialistiche, le abilità, i valori e la capacità di riflessione, ma, basandosi sul profilo delle competenze, si verifica anche la competenza operativa dei singoli agenti.
3.5.1 Le due parti d’esame
L’esame principale è suddiviso in due parti.
3.5.1.1 Parte d’esame 5 – Relazione sul portfolio (scritta)
Durante l’anno pratico, i candidati lavorano con diversi strumenti: schema competenze, verifica dell’idoneità al lavoro e missione pratica. Sulla base di questi strumenti redigono poi una relazione sul portfolio composta dai seguenti capitoli:
Il mio anno pratico
Esperienze e sviluppo durante l’anno pratico
Punti forti e potenziale di sviluppo
Comparazione tra le verifiche dell’idoneità al lavoro
Collaborazione e comportamento all’interno della squadra, gestione di sé
Il mio ruolo e il mio rapporto con il corpo di polizia
3.5.1.2 Parte d’esame 6 – Colloquio professionale (orale)
In questa parte d’esame, i team di periti conducono un colloquio professionale con i candidati. Durante detto colloquio, i candidati devono dare prova della propria capacità di argomentazione e di riflessione nonché delle proprie competenze specialistiche.
4 - Retrospettiva sui primi anni operativi
La pandemia e le misure correlate hanno ritardato l’attuazione del CGF 2020, rimandata al 1° gennaio 2021 con l’entrata in vigore del nuovo regolamento d’esame. Nel 2021 l’attenzione era rivolta, in particolare, all’esame preliminare (esame della capacità operativa), che nei contenuti era molto simile al vecchio esame di professione. Nel 2022, per la prima volta, sono stati organizzati gli esami principali in tutti e cinque i circondari d’esame, con un carico amministrativo maggiore per le segreterie d’esame e per il Centro di coordinamento «oml polizia».
Il Centro di coordinamento si è occupato anche della concezione, dell’organizzazione e dello svolgimento di tutti i corsi di formazione di base e continua degli attori coinvolti. Gli anni 2021 e 2022 hanno rappresentato una fase «pilota» per l’attuazione e l’analisi delle novità introdotte. Sulla base dei riscontri ricevuti, nel 2023 sono state apportate modifiche ed è stato organizzato uno scambio di esperienze a livello nazionale destinato ai seguenti gruppi target:
periti dell’esame preliminare;
periti dell’esame principale;
mentori;
stato maggiore nazionale dei periti dell’esame preliminare;
stato maggiore nazionale dei periti dell’esame principale;
stato maggiore nazionale dei mentori.
Lo scambio di esperienze era mirato a consentire il confronto, tra i vari attori coinvolti nel sistema, su tematiche trasversali a livello di lingua, concordati e circondari d’esame, per poi fornire alla commissione d’esame riscontri basati sull’esperienza. Il capitolo 4.2 offre una sintesi di questi riscontri.
Dal momento che non tutte le persone formate e certificate hanno potuto partecipare agli scambi e che quindi non è emerso un quadro completo, la commissione d’esame ha deciso di sottoporre ai gruppi target un sondaggio online. I risultati ottenuti costituiscono la base per la redazione del rapporto finale e sono riassunti nel capitolo 4.3.
4.1 Concetto formazione di base e continua
Il concetto di formazione sviluppato nel quadro del CGF 2020 ha un impianto modulare con parti in presenza e da remoto.
Per ciascun ruolo, in particolare per i mentori e i periti, è stata realizzata una formazione specifica.
La flessibilità di questo sistema modulare ha consentito di implementare i vari corsi nel periodo di piena pandemia, erogando tutti i moduli a distanza.
4.1.1 Periti dell’esame preliminare
La formazione dei periti dell’esame preliminare si compone di tre fasi. La prima dura mezza giornata e si tiene a distanza; il suo scopo è introdurre il concetto del CGF 2020 e analizzare il ruolo del perito. La seconda fase è costituita da un modulo di e-learning su Konvink da svolgere nell’arco di un mese, che illustra i dettagli dell’esame preliminare e le griglie di valutazione delle competenze. La fase 3a è una giornata in presenza dedicata al controllo della soggettività e alla valutazione delle attività pratiche. La fase 3b, inizialmente rappresentata da una giornata di simulazione d’esame, è stata ridotta dapprima a una mezza giornata, per essere poi inserita nel corso dedicato ai quadri.
4.1.2 Mentori
Nel quadro del CGF 2020, i mentori supportano gli agenti in formazione nel secondo anno, in particolare per quanto attiene alla creazione del portfolio personale e alla redazione della relazione sul portfolio. I mentori spiegano il proprio ruolo, stabiliscono obiettivi di apprendimento e supervisionano sulla corretta attuazione delle misure adottate, ottimizzandole per consentirne un utilizzo mirato.
I mentori organizzano colloqui nell’arco dell’anno e un colloquio finale dedicato alla valutazione delle competenze acquisite sulla base degli strumenti pratici a disposizione. Essi forniscono un riscontro sulle competenze sociali e personali e condividono le informazioni rilevanti con gli altri attori.
La formazione dei mentori si compone di quattro fasi: un e-learning su Konvink, una giornata di formazione a distanza, un modulo sui colloqui difficili e una giornata in presenza dedicata all’utilizzo degli strumenti pratici.
4.1.3 Referenti di pratica
I referenti di pratica, proprio come i mentori, inquadrano gli agenti in formazione all’interno del corpo di polizia: assegnano loro missioni pratiche, forniscono istruzioni «on the job» e, se necessario, effettuano simulazioni per formazioni specifiche. Si accertano che le missioni siano chiare, comprensibili e adatte al livello degli agenti in formazione, e forniscono un riscontro conclusivo dettagliato.
I referenti di pratica organizzano colloqui regolari per discutere dei progressi e adattare le misure di apprendimento e, in caso di comportamenti inappropriati o prestazioni insufficienti, informano tempestivamente i mentori. In occasione dei colloqui di valutazione, forniscono un riscontro sull’acquisizione delle competenze e, se necessario, coinvolgono il mentore.
I referenti di pratica forniscono consigli agli agenti in formazione su aspetti professionali, organizzativi e personali, sostenendoli a livello di percorso, missioni pratiche e
comportamento. La formazione dei referenti di pratica è più semplice e si limita a un e-learning, anche se alcune istituzioni propongono una formazione interna specifica.
4.1.4 Periti dell’esame principale
I periti dell’esame principale valutano la relazione sul portfolio per la prova scritta e conducono la prova orale partendo da questa base, utilizzando griglie di valutazione standard, valide a livello nazionale, al fine di garantire completezza e uniformità. La relazione sul portfolio viene redatta secondo un formato standard che ne facilita la correzione. Nella prova orale, che dura 45 minuti, il candidato tiene una presentazione di 10 minuti, al termine della quale i periti pongono delle domande, presentano un mini caso di studio specifico e chiedono chiarimenti sulla relazione.
La formazione dei periti dell’esame principale si compone di tre fasi. La prima dura mezza giornata e si tiene a distanza; il suo scopo è introdurre il concetto del CGF 2020 e preparare alla fase successiva, simile a quella prevista per i periti dell’esame preliminare. La seconda fase è costituita da un e-learning su PNFP, da svolgere nell’arco di un mese, che illustra i dettagli dell’esame principale, le prove e le griglie di valutazione basate sulle competenze. La terza fase è costituita da due giornate in presenza dedicate al controllo della soggettività e alla valutazione delle competenze. La prima giornata si concentra sulla valutazione delle relazioni sul portfolio attraverso attività individuali e di gruppo. La seconda giornata è dedicata alla prova orale, con simulazioni d’esame per formulare domande mirate e valutare le competenze dei periti, ma anche con filmati di presentazioni di relazioni precedenti.
4.2 Giornate di scambio di esperienze
(2023)
Tra agosto e ottobre 2023, il Centro di coordinamento «oml polizia» ha organizzato sei giornate di scambio: una piattaforma di confronto per parlare delle esperienze maturate dai vari attori coinvolti. Gli incontri si sono tenuti in parte online e in parte in presenza e hanno consentito ai partecipanti di confrontarsi sulle proprie esperienze e sui miglioramenti nella formazione e nei processi relativi agli esami.
Le giornate di scambio hanno ricevuto riscontri prevalentemente positivi, in particolare dai partecipanti della Svizzera romanda e ticinesi, mentre la partecipazione dalla Svizzera tedesca è stata più scarsa. Lo scambio era incentrato sulla formazione di base, sull’applicazione pratica, sugli strumenti utilizzati nonché sull’ulteriore sviluppo e ottimizzazione dei processi della formazione. In generale, è emerso il desiderio di uno scambio regolare con ritmo annuale; richiesta, questa, alla quale la commissione d’esame vorrebbe dare seguito a partire dal 2025.
I riscontri sulla nuova formazione di base di polizia sono stati positivi, perché il nuovo concetto presuppone riflessione e apprendimento permanente. Tuttavia, è stata mossa una critica sulla valutazione delle competenze tecniche, che ha perso importanza a favore della valutazione delle competenze sociali. Anche i corsi di formazione per mentori e periti d’esame sono stati valutati positivamente, in particolare per il loro formato ibrido; le fasi di formazione online, tuttavia, sono state percepite come eccessivamente
intense e dense di informazioni. Le lezioni in presenza sono considerate più adatte per formulazioni e simulazioni incentrate sulla pratica.
Tra le principali proposte migliorative rientrano l’ottimizzazione delle traduzioni e della trasmissione dei documenti, affinché mentori e referenti di pratica abbiano un ruolo uniforme e riconosciuto all’interno dei corpi di polizia. È emerso inoltre che si sono verificati problemi organizzativi e amministrativi, come per esempio nei processi di iscrizione e archiviazione, che necessitano di essere chiariti.
4.3 Sondaggio sul rapporto finale CGF 2020
Nei prossimi anni la commissione d’esame dovrà ulteriormente sviluppare il sistema d’esame al fine di garantirne un’impostazione sempre aggiornata e orientata alle competenze. Per tenere conto dei punti di vista di tutti gli attori coinvolti, ad aprile 2024 è stato somministrato un sondaggio a 4858 persone di diversi gruppi target, il che ha permesso di raccogliere 1290 risposte (26,55 %). I risultati principali sono illustrati di seguito.
Risultati relativi alla fase della formazione 1: scuola di polizia
Il concetto dell’esame preliminare è considerato, nel complesso, aggiornato, orientato alle competenze e sensato. La struttura dell’esame, con prove scritte, orali e pratiche, è ritenuta adeguata e l’orientamento alle competenze del CGF 2020 è molto apprezzato. Tuttavia, sarebbe utile rivolgere un’attenzione ancora maggiore allo sviluppo delle competenze e introdurre una valutazione differenziata per le varie parti d’esame. Dai riscontri si evince che, al fine di accrescere l’efficienza e l’efficacia degli esami, occorre potenziare la formazione e il coinvolgimento di tutti gli attori, in particolare dei direttori delle scuole. Sono emerse altresì la necessità di una comunicazione più chiara e di una documentazione migliore per garantire che le procedure siano uniformi.
Le segreterie d’esame ritengono che le sfide centrali siano rappresentate dai cambiamenti sul piano della gestione organizzativa e della pianificazione. Per agevolare il passaggio ai nuovi sistemi tenendo conto del crescente numero di candidati, occorrono corsi di formazione continua e una migliore pianificazione.
Risultati relativi alla fase della formazione 2: anno pratico
Il concetto dell’esame principale è ritenuto in linea con la pratica professionale e utile, in particolare per quanto riguarda gli strumenti «missione pratica» e «schema competenze». Tuttavia, la «verifica dell’idoneità al lavoro» è ritenuta meno utile e andrebbe rivista. L’introduzione della seconda fase della formazione è considerata un valore aggiunto significativo perché, oltre a favorire lo sviluppo delle competenze, promuove l’applicazione pratica e l’approfondimento di quanto appreso. Allo stesso tempo, occorre però ridurre il carico amministrativo, potenziando le risorse necessarie per l’assistenza e rafforzando i processi di formazione flessibili. L’esame principale deve essere maggiormente orientato alla pratica per consentire una migliore verifica delle competenze operative e ridurre la necessità di recupero nei corsi di formazione dei corpi di polizia.
A ciò si aggiunge la richiesta di una migliore pianificazione delle date d’esame, per consentire di ripetere le prove all’interno di uno stesso circondario d’esame, e di introduzione di regole chiare sull’utilizzo degli strumenti tecnologici. Per evitare incongruenze, l’aggiornamento della documentazione in tutte le lingue ufficiali deve essere un processo continuo; inoltre, alle «verifiche dell’idoneità al lavoro» deve essere attribuito un peso diverso, a vantaggio dei contenuti pratici.
Conclusioni e raccomandazioni
Dai risultati emerge la necessità di ottimizzare l’intero sistema d’esame. Si raccomanda di intensificare ulteriormente l’orientamento alle competenze, affinare i sistemi
di valutazione e rendere più efficienti i processi d’esame. Il coinvolgimento di tutti gli attori, l’adeguamento degli strumenti di esame e una comunicazione più chiara sono fattori decisivi per garantire la qualità della formazione e degli esami sul lungo periodo.
5 - Verifica del raggiungimento degli obiettivi, osservazioni, insegnamenti e conseguenze
Il passaggio alla nuova formazione di base di polizia (CGF 2020), nel complesso, ha avuto un esito positivo. Gli obiettivi centrali della formazione orientata alle competenze e del rafforzamento della capacità operativa sono stati ampiamente raggiunti. Il modello strutturato su due anni, di cui il primo (teorico) presso una scuola di polizia e il secondo (pratico) presso un corpo, ha dimostrato di essere in linea con l’attività professionale. Il nuovo Piano di formazione di polizia (PFP) favorisce l’acquisizione delle competenze operative e accresce la qualità della formazione. Tuttavia, esiste anche qui un margine di ottimizzazione, in particolare per quanto concerne l’orientamento alla pratica dell’esame principale: quest’ultimo potrebbe infatti tenere in maggiore considerazione le competenze operative e ridurre la necessità di recupero. Occorrerebbe rivedere la distinzione tra competenze teoriche e pratiche all’interno dell’esame.
È emersa la necessità di rafforzare l’orientamento alle competenze, in particolare nella valutazione delle competenze tecniche, che non devono essere trascurate a favore di quelle sociali e delle capacità di riflessione. È necessario ottimizzare le griglie di valutazione e gli strumenti per riuscire a valutare ogni aspetto. Per garantire uniformità a livello di funzioni e circondari d’esame, occorre che la comunicazione sia chiara e continua e che i documenti d’esame siano mantenuti aggiornati in tutte le lingue ufficiali.
Mentori e periti d’esame devono seguire una formazione continua regolare e intrattenere uno scambio tra di loro: è fondamentale per riuscire a rispondere a nuovi requisiti e per favorire la standardizzazione. Si consiglia di accorpare le giornate di scambio di esperienze di tutti i ruoli e di tutte le funzioni, al fine di promuovere l’armonizzazione dei processi d’esame.
La combinazione di formati aperti e chiusi consente di valutare in modo completo le conoscenze e le capacità. L’utilizzo dell’intelligenza artificiale (IA) in sede d’esame deve avvenire in modo trasparente, attraverso dettagliate dichiarazioni d’autenticità e prevedendo regolari corsi di formazione sugli aspetti etici e giuridici. Di particolare rilievo, in questo contesto, sono l’indicazione corretta di contenuti generati mediante l’IA e la protezione dei dati personali.
Al fine di garantire che i requisiti d’esame siano rispettati, occorre svolgere regolari corsi di formazione in materia nonché sulla protezione dei dati e sul diritto d’autore. È necessario redigere linee guida con informazioni dettagliate sugli standard d’esame che fungano da riferimento.
6 - Raccomandazioni
Verifica delle competenze
IA generativa
Metodologia d’esame
Orientamento alle competenze nella formazione di base
I settori specialistici preposti devono verificare regolarmente che le competenze oggetto d’esame siano aggiornate.
Occorre analizzare le competenze relative all’utilizzo dell’IA generativa (LLM) nel loro insieme (formazione ed esame). I vari attori (aspiranti, personale docente, periti d’esame) devono essere formati in modo concertato.
Sarebbe utile sottoporre la metodologia adottata a verifiche regolari. L’utilizzo dell’IA generativa fa sì che le diverse parti d’esame abbiano un peso diverso.
Il concetto metodologico-didattico delle scuole di polizia deve promuovere con coerenza l’approccio orientato alle competenze, condiviso da tutti gli attori coinvolti. Questo permetterebbe di gettare le basi per un’impostazione comune anche nell’ambito della formazione di condotta e degli specialisti, anch’essa orientata alle competenze.