Urbanistica e aree produttive in Lombardia

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Urbanistica e industria in Lombardia Franco Sacchi (Direttore Centro Studi PIM)

Il rinnovo della cittĂ industriale Politecnico di Milano, Polo di Mantova, Salone Mantegnesco, 24 maggio 2012 http://www.pim.mi.it.


Che cos’è il PIM Il Centro Studi PIM (Programmazione intercomunale dell’area Metropolitana) è un'Associazione volontaria di Enti locali dell'area milanese. Il PIM svolge attività di supporto operativo e tecnico-scientifico nei confronti dei Comuni associati, della Provincia di Milano e di altri soggetti pubblici, realizzando studi piani e progetti in materia di pianificazioneprogrammazione territoriale, infrastrutturale, ambientale e in tema di sviluppo socio-economico locale.


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Le riflessioni seguenti scaturiscono da uno studio PIM del 2011: “Luoghi urbani e spazio metropolitano”. Esso indaga le modalità con le quali il sistema insediativo dell'area metropolitana milanese si è modificato in relazione alle diverse funzioni urbane. Vengono raccontati i luoghi dell'abitare, dell'economiaproduzione e dei servizi.

Introduzione


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I territori piÚ dinamici sono quelli compresi nell’arco ovestsud-nord-est del capoluogo regionale, insieme a quelli della fascia pedemontana verso est

Nuove geografie tra conferme e‌


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Dilatazione di scala e rimodulazione di intensità dello sviluppo • crescono le seconde corone metropolitane e le aree di frangia provinciali e, più in generale, le province della regione urbana milanese • sono stabili e/o flettono i “centri maturi” (non solo le città grandi e medie, ma anche i centri comprensoriali), i comuni della prima corona metropolitana e alcuni territori a “macchie di leopardo” del nord-nord ovest I nuovi caratteri della regione urbana milanese: • per un verso, spazio conurbato relativamente concluso e compatto di dimensioni tendenzialmente sub-provinciali • per un altro, regione urbana di dimensioni sempre più estese, ormai tendenzialmente ultra-provinciali, discontinua al proprio interno, caratterizzata da una molteplicità di ambienti, assetti insediativi e forme di sviluppo economico-sociale

…novità


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Alcuni dati, elaborati a partire dall’Archivio Statistico delle Unità Locali delle Imprese Attive (ISTAT, ASIA – UL, 2008), possono fornire un primo quadro di riferimento. Nelle province di Milano e di Monza e della Brianza sono attive 399.512 unità locali. Gli addetti che vi lavorano sono rispettivamente 3.756.491 e 1.744.967.

Il sistema insediativo delle attività economiche


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Gli ultimi due decenni vedono grandi trasformazioni anche per quanto riguarda le attività economiche: - diminuiscono gli addetti all’industria, crescono quelli ai servizi e al commercio; - molte attività lasciano i territori o si riorganizzano in essi, altre vi si insediano.

Il sistema insediativo delle attività economiche


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Indice di occupazione industriale 2001-2008 (elaborazioni PIM su dati ASIA/UL 窶的STAT)


Le previsioni di insediamenti industriali si collocano in quelle aree del sistema metropolitano che, nell’ultimo decennio, hanno rafforzato o innovato la loro vocazione produttiva [ambiti orientale ed nord-est Ticino].

2011 : Sistema insediativo delle attivitĂ economiche


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Siamo di fronte a una diversa divisione territoriale del lavoro, conseguente alle forme di flessibilizzazione del mercato del lavoro, alle nuove forme di lavoro autonomo, alle nuove tecnologie informatiche che ampliano i legami economici ed organizzativi e annullano la divisione rigida tra luoghi del lavoro e della residenza, portando ad una maggiore frammistione di tempi e spazi.

Il sistema insediativo delle attivitĂ economiche


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Gerarchie territoriali in discussione La tradizionale relazione casa-lavoro sembra essere meno marcata e l’intero sistema della produzione, cosÏ come quello della residenza o dei servizi, si ricompongono secondo mix spesso poco compatibili con gli strumenti urbanistici tradizionali. Nuove polarità , nuovi flussi di merci e di persone, nuove funzioni metropolitane che si aggiungono o sostituiscono alle precedenti; e soprattutto nuove configurazioni spaziali attraverso cui tali funzioni si intrecciano, si depositano nei territori, li plasmano e ne sono a loro volta e condizionate.

Il sistema insediativo delle attivitĂ economiche


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I luoghi della produzione: - Grandi comparti industriali unitari - Grandi aree industriali composte da piccole e medi lotti - Piccole e medie aree industriali poste ai margini dei nuclei urbani -Tipologia casa capannone e il produttivo frammisto alla residenza

Leggere l’evoluzione: le famiglie insediative


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I luoghi della produzione: grandi comparti nord ovest Milano)

industriali unitari (area Alfa Romeo –


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Grandi comparti industriali unitari Nell’area milanese questa tipologia produttiva è oggi praticamente scomparsa. Negli ultimi vent’anni, la grande industria ha collocato parte della sua produzione in modo diffuso, ha decentrato tali funzioni all’estero e in parte è stata sostituita da nuove attività e forme produttive. Laddove ancora esiste, si assiste ad un rilancio dell’attività produttiva attraverso la costituzione di “condomini produttivi” o di “parchi produttivi” (es: area Italtel a Settimo Milanese, area Alcatel a Vimercate).

I luoghi della produzione


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Grandi comparti industriali unitari

Le grandi aree industriali dismesse sono oggi oggetto di progetti di trasformazione realizzati (es. area fiera Rho – Pero), in attuazione e/o in progetto (es. Santa Giulia) o in attesa di investimenti (es. Segrate, Pioltello, Arese). A differenza di due decenni fa, tali progetti non coinvolgono più il solo Comune di Milano, assieme a pochi comuni di prima corona, ma luoghi diversi della regione urbana che interessano generalmente più amministrazioni comunali. Queste grandi aree dismesse rappresentano un’opportunità unica. I luoghi della produzione


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I luoghi della produzione: grandi aree industriali composte da piccoli e medi lotti. (sud-est Milano)


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Grandi aree industriali composte da piccoli e medi lotti La pianificazione si è dovuta misurare, a partire dagli anni ‘60, con la realizzazione di aree produttive per piccole e medie imprese che in parte uscivano dai centri intermedi, oltre che da Milano. Alcune di queste aree sono state realizzate tramite PIP, che agiscono sulle aree individuate dai PRG come “industriali”. I PIP sono stati utilizzati dai Comuni come strumento di delocalizzazione delle imprese, provvedendo al dotazione di infrastrutture necessarie. In particolare, il territorio a sud di Milano è stato oggetto di tali forme insediative (es. aree industriali di San Giuliano Milanese, Assago – Pieve Emanuele, Cernusco sul Naviglio, Trezzano sul Naviglio, Melzo, Liscate).

I luoghi della produzione


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Grandi aree industriali composte da piccoli e medi lotti Oggi alcune di queste aree sono attraversate da processi di trasformazione interna. Sono subentrati magazzini, spesso accompagnati da attività di vendita all’ingrosso e al dettaglio, attività amministrative, servizi alle imprese e alle persone (es. palestre, scuole di danza, locali notturni, ecc.).

Tali trasformazioni, spesso poco governate e comunque foriere di rilevanti problemi, pongono oggi un insieme di questioni che i singoli comuni ed operatori difficilmente possono affrontare da soli.

I luoghi della produzione


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I luoghi della produzione: piccole e medie aree industriali poste ai margini dei nuclei urbani. (ovest Milano)


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Piccole e medie aree industriali poste ai margini dei nuclei urbani Nell’immagine precedente si evidenzia uno spazio metropolitano caratterizzato da una pluralità di comuni ciascuno dotato di almeno un’area industriale. A queste aree si devono aggiungere quelle interne al comune di Milano, nate lungo la ferrovia, che oggi sono attraversate da mutamenti specifici.

Frutto dell’azzonamento di PRG, tali aree molto raramente sono state pensate in un’ottica di integrazione intercomunale (una delle poche esperienze, portata avanti dal PIM, è stata quella dell’area comprensoriale di Gorgonzola / Pessano, che ha visto tra l’altro la localizzazione del Corriere della Sera).

I luoghi della produzione


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Piccole e medie aree industriali poste ai margini dei nuclei urbani Oggi queste aree sono percorse dalle trasformazioni richiamate nelle tipologie precedenti (magazzini, attività di vendita all’ingrosso e anche al dettaglio, uffici, servizi, ecc.); anche per esse sono in gioco sfide complesse che la pianificazione deve affrontare. Non sempre i Comuni ed i loro Uffici sono dotati di strumenti idonei per leggere le trasformazioni in atto e per interloquire con la varietà di soggetti che vi si localizzano.

I luoghi della produzione


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I luoghi della produzione: tipologia Casa - Capannone


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Tipologia casa – capannone e il produttivo frammisto alla residenza

Si tratta di attività frammiste alla funzione residenziale. Esiti di una storia lunga di utilizzo di ambienti lasciati liberi da altre funzioni o di tradizioni economiche locali. In alcuni territori della Brianza tale tipologia è stata recepita dai PRG attraverso le “Aree polifunzionali”.

I luoghi della produzione


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Aree miste produttive e residenza Sempre più queste situazioni frammiste denotano elementi di fragilità. Il loro recupero appare difficile, sia per la problematica compatibilità tra le diverse funzioni sia per il loro carattere molecolare. Forse sarebbe utile in tal senso sviluppare ragionamenti più organici anche in fase di realizzazione dei PGT.

Conclusioni


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Le aree industriali, frutto di previsioni PRG, sono oggi luoghi da ripensare

Il nuovo approccio portato dalla LR 12/05 permette una maggiore flessibilità , che però deve tenere conto della dimensione economica; la trasformazione di queste aree prevede infatti la partecipazione di molti proprietari con obiettivi, strategie e tempistiche differenti. I SUAP: verificare la corrispondenza tra intenzionalità del legislatore e concrete esperienze, cercando di migliorare le prassi concrete.

I luoghi della produzione


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Politiche per le localizzazioni produttive Le funzioni produttive oggi presenti nell’area metropolitana sono comunque ancora rilevanti, spesso riconosciute a livello globale e chiedono di essere maggiormente considerate dalle politiche, anche territoriali. Necessità di un riordino degli insediamenti produttivi, secondo logiche che superino quelle strettamente legate alla scala comunale, facendo i conti con le nuove polarità che vengono a crearsi all’interno di un territorio vasto interessato da grandi opere infrastrutturali (Tangenziale Est Esterna, Pedemontana, BreBeMi).

Conclusioni


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Politiche per le localizzazioni produttive Realizzazione di forme di aggregazione di impresa (polarità, condomini d’impresa, aree attrezzate) pensate per favorire l’innovazione e l’attrazione nei territori di altre imprese. Sperimentazioni sul modello delle Aree Produttive Ecologicamente Attrezzate (APEA).

Conclusioni


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