Anno XVII N.20 - Marzo 2013 Euro 6,00
eletti italiani europei di Erman Dovis, Gianni Dozzi, Danilo Sarra, Alfonso Venafro1
A dispetto del quadro apparentemente confuso, ben chiara è la situazione che si vuole determinare: impedire qualsiasi maggioranza dando vigore e forza alla strategia monopolista volta a fomentare il caos istituzionale in atto da tempo e a distruggere le istanze democratiche come quelle provinciali. Perseguire queste politiche è il senso del ritorno del gangster monopolista Berlusconi, al di là dei contrasti tra Wall Street e Maastricht. L’attuale modo di produzione capitalistico, di tipo monopolista, vede poche oligarchie dirigere interi settori dell’economia, manovrando incessantemente per assumere il diretto controllo di ogni aspetto della vita. Alcuni monopoli privati hanno un peso economico cosi grande da superare la produzione di intere nazioni, hanno fatturati di quattro o cinque volte superiori al prodotto interno lordo di paesi come Portogallo e Ungheria. Nell’attuale fase monopolista, questi poteri sono alla base di regimi reazionari contro la classe operaia, le masse popolari e la stessa piccola, media e grande borghesia. Tuttavia non possiamo dire che per il grande monopolismo imperialista le cose stiano andando bene.
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Monti e Berlusconi hanno perso molti voti rispetto alle precedenti tornate elettorali. Le forze democratiche e socialiste (Pd, Psi e Sel) sono state sfrondate e incoraggiate verso una lotta di cambiamento. Le forze comuniste e d’avanguardia, raccolte nella coalizione Rivoluzione Civile, hanno ottenuto pochi risultati, dovuti a divisioni, appannamento di identità e scarsa organicità di classe e continentale, di visione e di lotta. Occorre una seria valutazione di queste esperienze. L’imprevisto successo elettorale di M5S mostra come esista nel paese una ferma volontà nell’opporsi alla violenza monopolista che si manifesta attraverso licenziamenti, povertà, dismissioni industriali e guerre. L’urlo di protesta uscito dalle urne, sottolinea l’emergere dello scontro di classe sempre più frontale tra le grandi famiglie monopoliste mondiali e la classe operaia, le masse popolari e democratiche, riecheggiando il dualismo del potere2 dell’Aprile 1917. Il Fronte democratico diretto dalla classe operaia guidata dai comunisti, può oggi contare sul largo tessuto istituzionale progressista (Primavera di Melfi) e su un vasto retroterra
Giovani Operai e Studenti di M5S, Pdci e Sel.
F RONTE C O S TITU Z IONALE ITALIANO EUROPEO