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Presentazione

Paolo Nucci Professore Ordinario di Oftalmologia Università Statale di Milano

Ho aderito con piacere a questa iniziativa della Fondazione One Sight Essilor Luxottica, nata nel segno della continuità della ventennale collaborazione della Fondazione Salmoiraghi

Viganò con la categoria dei medici oculisti. Il progetto è di fornire, mediante questi brevi video, delle “pillole” di saggezza ed informazione; e più precisamente divulgare. Per noi medici, infatti, è fondamentale fare divulgazione sulla salute, perchè un paziente informato si cura meglio. L’argomento principale saranno gli errori refrattivi in età pediatrica. Cioè miopia, astigmatismo, ipermetropia.

Il contenuto di questo paper è stato realizzato anche in versione audiovideo da consultare tramite il QR code.

La differenza tra decimi o diottrie?

Facciamo un pò di chiarezza su questi due termini, che generano sempre un po’ di confusione. Quando parliamo di decimi intendiamo quante righe un paziente riesce a leggere, delle dieci che gli presentiamo sulla tabella ortottica. Di conseguenza, avere dieci decimi di vista vuol dire riuscire a leggere tutta la tabella, mentre averne soltanto un decimo o due decimi significa possedere una capacità visiva molto ridotta.

Le diottrie invece sono la misura della potenza di una lente: quanto più questa lente fa convergere le immagini, tante più diottrie possiede. E quindi, più sono le diottrie, maggiore è il difetto visivo.

Ma attenzione: tra decimi e diottrie non c’è una corrispondenza diretta. Perchè, per esempio, un paziente ipermetrope con un difetto in diottrie elevato in realtà potrebbe comunque ancora vedere bene, mentre un miope a cui manca magari anche soltanto una diottria, potrebbe invece vedere solo pochi decimi. Quindi queste due misure non rappresentano la stessa cosa: i decimi indicano il potere, la capacità visiva; le diottrie invece indicano il tipo di lente necessaria al paziente per risolvere il suo difetto refrattivo.

Il mio bambino deve portare sempre l’occhiale oppure può riposarsi

og ni tanto?

L’occhiale non lo fa stancare? Davvero è necessario che lo indossi dalla mattina fino alla sera?”. Sono domande che i genitori fanno spesso. La risposta è: l’occhiale prescritto va portato sempre.

Quando l’oculista decide che il difetto refrattivo deve essere compensato è bene che tale compensazione sia continuativa, per tutta la giornata. Questo dev’essere ben chiaro. Purtroppo se noi abbiamo dubbi e facciamo capire al bambino che si può o si deve cambiare l’occhiale ogni tanto, che può toglierlo e rimetterlo quando vuole, gli diamo indicazioni sbagliate e contraddittorie. Mentre invece ha bisogno di direttive chiare e corrette, di indicazione precise.

L’atteggiamento lassista del genitore o quello della nonna che arriva e gli suggerisce di togliere l’occhiale per riposare l’occhi, non sono giustificati e non fanno nemmeno il bene del bambino.

Insomma: l’occhiale, quando è prescritto, deve essere indossato tutta la giornata.

È veramente necessario prescrivere gli occhiali a bambini con meno di un a nn o?

Prescrivere gli occhiali così precocemente ha senso soltanto nei rari casi in cui c’è una grande differenza di visus tra un occhio e l’altro, oppure quando il difetto è davvero rilevante. Infatti sotto l’anno di vita in genere il bambino miope non fa molto caso al suo difetto, perchè tutto ciò che lo circonda, tutto il suo mondo, è molto vicino. E i miopi da vicino non hanno problemi. Quindi questo difetto, di solito, non gli provoca fastidi. E non danno grandi problemi nemmeno gli altri due possibili difetti di refrazione, l’ipermetropia e l’astigmatismo, perchè non causano mai un minus visivo davvero rilevante.

Per questo tendiamo a evitare l’uso di lenti nei bambini ancora piccoli, intendo con meno di un anno o due di vita. Ma non è l’unico motivo per cui a quell’età evitiamo di prescrivere occhiali: bisogna anche sapere che nei primi tre anni di vita l’organismo cambia e si trasforma di continuo. Il complesso sistema refrattivo dell’occhio si evolve, si modifica. Quindi fidarsi di una misurazione del potere refrattivo fatta così precocemente è obiettivamente un po’ esagerato.

A mio parere, insomma, l’occhiale non va prescritto ai bambini molto piccoli, tranne in casi particolari.

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