«Hominem mortuum in urbe neve sepelito neve urito»
Il «cimitero dei poveri» a Termini
XII TABULAE
Le OSSA della STAZIONE DI
M ANOLA PALES
NESSUNA SCOPERTA ARCHEOLOGICA può indurre lo stupore, la curiosità e l interessamento della pubblica opinione come il ritrovamento di antiche e dimenticate sepolture; quali siano i motivi psicologici che presiedono a tali sentimenti non sta a noi dirlo. Certo è che tutte le notizie riguardanti il ritrovamento di tombe o di resti umani hanno sempre finito col trovare, ieri come oggi, una larga eco nei media, specialmente se tali scoperte avvengono all interno di una città come Roma, mai come in questo momento viva perché proiettata verso il Giubileo del 2000. Pur comprendendo le ragioni dell interesse e della curiosità, spesso veri e propri motori e stimolanti della ricerca e della conoscenza scientifica, non ci riesce di capire quelle dello stupore: «l umanità - diceva A. Comte1 - è fatta più di morti che di vivi» , e ciò valga in particolar modo per quelle città che come Roma vantano una continuità di vita millenaria. Nel gennaio del corrente anno ha destato un certo clamore il ritrovamento di una notevole quantità di ossa umane durante uno scavo effettuato nell ambito delle opere giubilari di risanamento ed adeguamento funzionale della Stazione Termini. La scoperta è avvenuta in un locale sotterraneo posto all angolo col viadotto Cappellini, circa 8 m al di sotto dell attuale piano di calpestio di Via Giolitti entro un cavo rettangolare di circa 20 m2, profondo 2, realizzato per l impianto di un montacarichi. Le ossa sono venute alla luce sin dalle prime battute dello scavo, ma la segnalazione del ritrovamento è avvenuta a lavori avanzati e non nell immediatezza della scoperta, per cui al nostro arrivo abbiamo trovato una situazione molto compromessa, che risulta dalla documentazione fotografica prodotta. Giunti sul posto per un primo sopralluogo, ci si è trovati di fronte a uno spettacolo impres-
E
OBERDAN MENGHI
sionante: le ossa, presenti in gran quantità, si potevano intravedere immediatamente sotto le strutture di fondazione e sottofondazione dei locali della Stazione, risultando addirittura inglobate nelle gettate in calcestruzzo dei pilastri e delle travature di collegamento degli stessi. Ciò costituisce la prova evidente che un primo ritrovamento di esse doveva essersi già verificato in occasione dei lavori di edificazione della Stazione, che alcune fotografie mostrano nel 19382 in stato molto avanzato sul lato di via Giolitti. La vicenda ha visto addirittura l intervento giudiziario della Magistratura che ha posto il cantiere sotto sequestro allo scopo di fare chiarezza sulla natura del ritrovamento e nominato degli esperti per procedere alle perizie ed ai necessari accertamenti del caso.
LUOGO DEL RITROVAMENTO