Recenti scoperte a Roma
«Scrivere equivale a processare noi stessi» IBSEN
PORTICUS MINUCIA? DI
A
M ANOLA PALES
giudizio del geografo Strabone (fine I sec. a.C.), il Campo Marzio si poteva considerare una vera e propria città nella città, tanti erano gli edifici insigni e maestosi che lo arricchirono a partire dall età augustea. Fra questi vogliamo ricordarne alcuni come il teatro di Pompeo (inaugurato nel 55 a.C.) e quello, più modesto, di Balbo (nel 13 a.C.) con i relativi portici annessi post scaenam, il mausoleo e l orologio-calendario di Augusto, le terme e lo stagnum di Agrippa,
E
O BERDAN MENGHI
lo Stadium (Piazza Navona) e l Odeion di Domiziano, le Terme Neroniane-Alessandrine (le prime ad essere concepite sul modello, poi ampiamente affermatosi, dello schema assiale), il Templum divi Hadriani (Piazza di Pietra) ed il Pantheon. Nel 1996 l ENEL ha realizzato un importante elettrodotto il cui tracciato ha letteralmente tagliato in due l Urbe per raccordarsi, nella tratta finale del percorso, al nodo elettrico di Astalli, situato nella centralissima Via delle Botteghe Oscure all incrocio con Via d Aracoeli. Durante i lavori di scavo propedeutici alla posa dei cavi, che hanno pertanto interessato l area centrale del Campo Marzio, sono venute alla luce le strutture d interesse archeologico di cui s intende fornire qui breve anticipazione. Per il suo carattere di monumentalità il Campo Marzio ha fornito agli specialisti stimoli molteplici per notevoli ricostruzioni del tessuto antico della città, al punto da poter affermare oggi che non esiste altra zona dell Urbe che, pur essendo stata così poco scavata, sia da un punto di vista topografico meglio conosciuta. Strumento principe di questo paziente ed affascinante lavoro di ricostruzione a tavolino, cui concorrono in maniera fondamentale i riferimenti a luoghi e monumenti anche incidentalmente contenuti nei testi degli autori antichi, è senza dubbio la Forma Urbis severiana, la monumentale pianta di Roma antica realizzata al tempo di Settimio Severo e Caracalla (inizio III sec. d.C.), affissa presso una delle aule del Tempio della Pace (attuale chiesa dei Ss. Cosma e Damiano). La mappa, incisa in scala 1:240 su lastre marmoree tessute su file alternativamente disposte nel senso della lunghezza e della larghezza, misurava circa m 13 x 18 (± m2 234) e derivava da un accurato rilievo topografico della città: trascurabili