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FALL / WINTER 2014 - 15
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MARTIN WESTON
SWINGING LONDON
Era il 1962 quando nelle radio impazzava ‘Love me do’ dei Beatles e Londra veniva travolta da un’ondata di entusiasmo incontrollato per la vita mondana. Ottimismo, edonismo, voglia di distinguersi dalla generazione precedente, alternanza spasmodica di mode e tendenze. Questi gli ingredienti di un decennio che, con merito, è passato alla storia come ‘Favoloso’. Dalla rivoluzionaria minigonna lanciata dalla stilista Mary Quant e indossata per la prima volta da Twiggy - modella la cui longilinea fisicità divenne il canone estetico a cui ispirarsi - alle attrici Julie Christie e Jane Birkin, vere pop icon, passando per la celebre Carnaby Street, nuovo centro nevralgico del cambiamento ed emblema di una decade che, in riferimento alla capitale britannica, viene ricordata come ‘Swinging London’. Fu proprio il settimanale americano Time, il 15 aprile 1966, a descrivere, per la prima volta in un articolo, Londra come «la città che fluttua», riuscendo a rendere perfettamente la portata del fenomeno. Si trattava di una società incline al dondolio delle mode, diretta a seguire alla lettera le tendenze lanciate dagli idoli che comparivano sulle copertine patinate delle riviste inglesi, contribuendo allo sviluppo di quel fenomeno nato poco più di trent’anni prima col nome di divismo e affermatosi tra i giovani londinesi.
Non a caso è la new generation, per un verso madre del fenomeno culturale sessantottino, che divora i trend del momento anche se a dettare le regole di stile sono gli idoli musicali. Da un lato il look innovativo ma rassicurante dei quattro baronetti di Liverpool – Paul McCartney, John Lennon, George Harrison, Ringo Starr –, con il taglio bob dei loro capelli, gli stivaletti Chelsea (ribattezzati ‘Beatles’ proprio in loro onore), i completi giacca-pantalone con tanto di cravattino sottile; dall’altro l’abbigliamento eccentrico e provocatorio dei Rolling Stones capitanati da Mick Jagger e Keith Richards: pantaloni stretti e maglie attillate, camice trasparenti, capelli lasciati lunghi e disordinati, erano questi gli ingredienti di un look che destava scalpore e affascinava ragazzi e ragazze dall’animo ribelle. Un periodo di rinascita, di consapevolezza, di estremo vitalismo che la cinepresa di Michelangelo Antonioni ha magistralmente catturato in Blow Up, il capolavoro cinematografico vincitore nel 1967 della Palma d’Oro al Festival di Cannes. Una veritiera rappresentazione, una fotografia (restando in tema con il film) reale della Swinging London: Antonioni colloca la sua pellicola in uno spaccato sociale dalle tinte ben definite, lasciando ai posteri i fotogrammi di un’epoca il cui gusto ha fatto storia.
It was back in 1962 when the radio boosted ‘Love Me Do’ by the Beatles and London was swept by a wave of uncontrolled enthusiasm for worldly life. Optimism, hedonism, the desire to stand out from the previous generation, spasmodic alternation of fashions and trends: the ingredients of a decade that is deservedly known in history as ‘Fabulous’. From the revolutionary miniskirt launched by designer Mary Quant and worn for the first time by Twiggy - model whose long-limbed physicality turned into the inspiring aesthetic canon - to actresses Julie Christie and Jane Birkin, true pop icons, along the famous Carnaby Street, new nerve centre of change and the emblem of a decade in the British capital recalled as ‘Swinging London’… It was the American weekly Time magazine that first described London in an article as “the city that floats” on April 15, 1966, perfectly conveying the extent of the phenomenon. Society there was prone to swinging fashions, and strictly followed the trends launched by idols that appeared on the glossy covers of British magazines, thus contributing to the development of a phenomenon born thirty years before under the established name of stardom among young Londoners.
Not by chance, the new generation - mother of 1968’s cultural phenomenon - devours the trends of the time, though musical idols set the rules of style. On one hand, the innovative yet reassuring look of the four barons of Liverpool - Paul McCartney, John Lennon, George Harrison, Ringo Starr - with their bob cut hair, Chelsea boots (renamed ‘Beatles’ in their own honour), full suits and thin tie; on the other, the eccentric and provocative attire of the Rolling Stones headed by Mick Jagger and Keith Richards - tight pants and sweaters, transparent shirts, long, straight and messy hair - these were the ingredients for a look that uproared and fascinated rebellious youngsters. It was a period of rebirth, awareness and extreme vitalism that Michelangelo Antonioni masterfully captured in Blow Up, the masterpiece movie, winner of the Palme d’Or at the Cannes Film Festival in 1967. Through a truthful representation and authentic picture of Swinging London, Antonioni set his film in a well-defined social context, leaving to posterity the frames of an era whose taste has made history.
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THE ART OF COLORS
Città poliedrica e multiculturale, Londra conserva ancora oggi un fascino del tutto speciale. Non ci si stanca dei suoi ritmi di vita così ordinatamente caotici, dell’imponenza di Tower Bridge, della moltitudine dei mercatini vintage, dei locali dove la musica dal vivo è sempre una garanzia, dei teatri che hanno visto esibirsi drammaturghi come Shakespeare o Milton e che oggi propongono musical di successo. Non ci si stanca di salire a bordo del London Eye e di godersi lo skyline della City da 135 metri di altezza, di fare shopping a Covent Garden, di immergersi nella folla a Piccadilly Circus, di attraversare il Tamigi a bordo di un battello, di assaporare la magia di quartieri iconici come Notting Hill, di abbandonarsi a lunghe passeggiate in uno dei tanti parchi cittadini, di vedere i bus rossi a due livelli o gli iconici taxi neri. Non ci si stanca nemmeno del rituale tè pomeridiano, della Famiglia Reale, del suo clima umido, della foschia che di notte la avvolge in un abbraccio romantico, dell’allure che da sempre la colloca in una dimensione atemporale, sospesa tra presente, passato e futuro. Di Londra non ci si stanca mai e lo aveva capito anche il celebre intellettuale inglese Samuel Johnson che nel Settecento scriveva: “Quando un uomo è stanco di Londra, è stanco della vita, perché a Londra si trova tutto ciò che la vita può offrire”.
Multifaceted and multicultural, London City still treasures a truly special charm. One is never tired of its orderly chaotic pace, its awe-inspiring Tower Bridge, its numerous vintage markets, its premises where live music is always on, its theaters that have staged playwrights like Shakespeare or Milton and now show successful musicals. One is never tired of riding on the London Eye and enjoying the skyline of the City from a 135-metre height, nor of going shopping in Covent Garden or diving into the crowd at Piccadilly Circus… and again crossing the Thames by boat, enjoying the magic iconic neighborhoods like Notting Hill, or taking a long walk through one of the many city parks, glancing at red double-decker buses or at the iconic black cabs. One is never tired of the typical Royal Family afternoon tea either, nor of its damp weather, the haze that envelops the night in a romantic embrace, the allure that always sets it in a timeless dimension, aloft past, present and future. London never tires, as famous British scholar Samuel Johnson was aware of in the eighteenth century when he wrote: “When a man is tired of London, he is tired of life, for there is in London all that life can afford”.
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LONDON OLD CASTLES
A pochi chilometri di distanza dalla dimora della Regina Elisabetta II e della sua famiglia, sorge la residenza estiva prediletta di molti reali inglesi, Kensington Palace. Re Edoardo VII chiamava questo Palazzo “aunt-heap” (il formicaio della zia), perché accoglieva numerosi membri della Royal Family. Molti sovrani risiedono ancora nei cottages dietro la bellissima orangerie e anche il principe di Galles Carlo e sua moglie Diana vissero qui. Ma Kensington Palace è da qualche tempo molto paparazzato a causa dei nuovi arrivati: il duca di Cambridge William –primogenito dell’indimenticata Lady Diana e di Carlo d’Inghilterra- e sua moglie Catherine “Kate” Middleton hanno deciso di far crescere qui il loro piccolo George. Spostandosi sulle rive del Tamigi, nei giardini botanici di Kew Gardens, si trova invece il Kew Palace. Nato come dimora privata di un ricco mercante, diventò successivamente residenza del folle Re Giorgio III e della Regina Carlotta. Le stanze, in stile georgiano, passano da esplosioni di colori a toni molto cupi. Famoso è il Cottage di Queen Charlotte, costruito per la regina come rifugio campestre. Patrimonio dell’UNESCO, trasformata da Enrico III nella principale residenza reale, la White Tower è una delle fortezze più famose del mondo. Per gli appassionati, cinque secoli di armature dei re d’Inghilterra sono esposti nella mostra Fit for a King. Passeggiando invece lungo la Whitehall, troviamo un capolavoro dell’architetto Inigo Jones, la Banqueting House. Amante delle feste, Re Giacomo I Stuart la commissionò per cerimonie e spettacoli di corte. Ancora oggi è considerato uno dei migliori prodotti del Classicismo inglese. Meno conosciuto, ma tra i più affascinanti, è infine l’Hampton Court Palace, nel distretto di Richmond. Sessanta acri di giardini pieni di fontane e fiori e la magnifica Chapel Royal di Enrico VIII. Impossibile mancare al pranzo medievale in costume nelle enormi Tudor Kitchens, dove si preparava da mangiare per oltre seicento persone e non sentirsi i veri sovrani di questa sontuosa corte.
A few kilometres away from the residence of Queen Elizabeth II and her family, rises the favourite summer residence of many British royal guests: Kensington Palace. King Edward VII used to call it “aunt-heap”, as it welcomed numerous members of the Royal Family. A number of rulers still reside in the cottages behind the beautiful orangery, where even Prince of Wales Charles and his wife Diana had lived. Yet, Kensington Palace has been a paparazzi-crowded location because of newcomers: the Duke of Cambridge William -eldest son of unforgettable Princess Diana and Prince Charles of England - and his wife Catherine “Kate” Middleton have decided to bring up little George there. Moving along the banks of the Thames, surrounded by the botanical gardens of Kew Gardens, Kew Palace appears. Formerly a private residence of a wealthy merchant, it later became the residence of mad King George III and Queen Charlotte. The Georgian style chambers range from bright to very dark colours. Famous is Queen Charlotte’s Cottage, built for the queen as a rustic lodge. UNESCO heritage site, transformed by Henry III as the main royal residence, White Tower is one of the world’s most famous fortresses. For all fans, five centuries of British royal armours are on display in the exhibition Fit for a King. Strolling along Whitehall, one can spot architect Inigo Jones’ masterpiece: the Banqueting House. Party lover King James I Stuart commissioned it to welcome ceremonies and court performances. Even today, it is considered one of the best products of British Classicism. Less known, yet among the most fascinating venues, is Hampton Court Palace located in the borough of Richmond. Sixty acres of gardens, including fountains and flowers, surround the magnificent Chapel Royal of Henry VIII. One simply cannot miss a medieval banquet within the huge Tudor Kitchens, where meals were once prepared for over six hundred people, and feel the true ruler of such sumptuous court.
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WORK IN THE THE CITY CITY
La City o “ Square Mile” (il Miglio Quadrato), chiamata così per la sua estensione di 2,9 chilometri quadri, è stata quasi completamente ricostruita dopo il grande incendio di Londra del 1666. Rinata dalle ceneri, nel IX secolo, con Guglielmo “il conquistatore” che fece di questa area un’entità autonoma, governata dalla Corporation of London, dotandola di un proprio corpo di polizia e un proprio sindaco. Il colosso finanziario della City vanta oggi più di cinquecento banche straniere e, posizionato per rilevanza internazionale subito dopo New York, ha il mercato dei cambi più grande del mondo. Ogni mattina trecentoventimila persone corrono per le sue strade affollate recandosi nei propri uffici. Ciò che colpisce è l’insieme di imponenti grattacieli, simboli di un’architettura moderna e d’avanguardia. Svetta su tutti il 30 St. Mary Axe di Norman Foster -sede della più grande compagnia assicuratrice del mondo, la Swiss Re- conosciuto anche col nome di Gherkin “cetriolo” per la sua forma. Famosa poi è The Bank of England fondata nel 1694 da Guglielmo III. La Banca, chiamata “The Old Lady”, si trova nell’antico edificio di Threadneedle street e la sua piazza, considerata la più bella della City, congiunge otto strade. Ma Square Mile non è solo sinonimo di edifici bancari e grandi società finanziarie. Oltre alla celebre St. Paul Cathedral vi sono numerose e bellissime chiese come St. Helen’s del 1210 o St. Stephen Walbrook e St.Benet, capolavori di Christopher Wren. E ancora St.Mary Woolnoth, di Nicholas Hawksmoor, citata nel romanzo “Terra desolata” dello scrittore T. S. Eliot e l’unica rimasta indenne dopo i disastri della Seconda Guerra Mondiale. Gli appassionati di Shakespeare in love, film per il quale Gwyneth Paltrow ha ricevuto l’Oscar come “Miglior attrice protagonista”,
trovano qui la
chiesa St. Bartholomew-the-Great, presente in molte scene di questa pellicola diretta nel 1998 da John Madden. La City, però, conserva anche un cuore artistico che ha il suo fulcro nel Barbican Center, unico complesso residenziale costruito negli anni Settanta, pieno di teatri, cinema, biblioteche e sale-concerti. Non resta quindi che fermarsi sul Waterloo Bridge per ammirare l’intero nucleo originario della moderna Londra.
Known as The City or “Square Mile” for its extension over 2.9 square kilometres, it was almost entirely rebuilt after the Great Fire of London in 1666. Leader of its birth, in the ninth century, William “the Conqueror” made this an independent area governed by the Corporation of London, providing it with its own police department and mayor. The City’s financial behemoth now boasts more than five hundred foreign banks and, ranked right after New York in terms of international value, it represents the largest exchange market worldwide. Every morning, three hundred and twenty thousand people rush along its crowded streets heading to their offices. What is most striking is the set of towering skyscrapers, symbols of modern avant-garde architecture. It towers over Norman Foster’s 30 St. Mary Axe – where the world’s largest insurance company, Swiss Re, is located – also known as Gherkin “cucumber” because of its shape. Indeed, it is also famous for The Bank of England, founded in 1694 by William III. The Bank, known as “The Old Lady”, is located in the old building on Threadneedle Street, and its square, considered the City’s most beautiful one, joins eight streets. But Square Mile is much more than just bank buildings and large financial companies. As well as the famous St. Paul’s Cathedral, there are many wonderful churches such as St. Helen’s (1210) or St. Stephen Walbrook’s and St. Benet’s, Christopher Wren’s masterpieces. And still, St. Mary Woolnoth’s, by Nicholas Hawksmoor, mentioned in the novel “The Waste Land” by T. S. Eliot is the only one left unscathed following the disasters of the Second World War. Here, fans of Shakespeare in Love - thanks to which Gwyneth Paltrow won an Oscar for “Best Actress in a Leading Role” - can visit the Church of St. Bartholomew-the-Great, seen in numerous scenes of the movie directed by John Madden in 1998. Yet, The City also treasures an artistic heart that pivots on its Barbican Centre, the only residential complex built in the Seventies, which offers a great number of theatres, cinemas, libraries and concert-halls. One shall finally stop on Waterloo Bridge to admire the whole original nucleus of modern London.
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HOTEL’S SOUL
LONDON HOTELLERIE
Città all’avanguardia in Europa, Londra non è solo un’affascinante metropoli in cui vivere ma anche la location perfetta in cui soggiornare. Il merito è soprattutto della storica ed eccellente hotellerie la cui tradizione affonda le radici nella metà dell’Ottocento quando, sul fianco della linea ferroviaria londinese, iniziano a sorgere i primi alberghi: il Midland Grand Hotel a St. Pancras, attuale Hilton Hotel, e il Great Eastern Hotel a Liverpool Street, ora Andaz. Fu durante il periodo Vittoriano, però, che si registra il vero e proprio boom. Nel 1865 è la volta del Langham Hotel, seguito dal Savoy nel 1889, primo albergo ad avere l`ensuite bagno in ogni stanza. Nel 1898 apre Claridge mentre nel 1906 aprì le porte il rinomato Ritz. Un altro periodo di sviluppo per gli alberghi a Londra fu quello tra le due guerre mondiali, quando i visitatori, soprattutto americani, aumentarono. Il Grosvenor House Hotel e il Dorchester furono i due alberghi più famosi costruiti in quel periodo. Dopo la Seconda Guerra Mondiale fu The London Hilton in Park Lane, un edificio molto alto sovrastante l`Hyde Park il più grande hotel che sorse nella capitale inglese. A metà anni novanta fu aperto il primo albergo cinque stelle a sud del Tamigi, the Marriott County Hall Hotel, e i primi due nell`est di Londra, the Four Seasons Canary Wharf e the Marriott West India Quay. Per chi invece adesso volesse una sosta a cinque stelle in città ci sarebbe solo l’imbarazzo della scelta: dal 45 Park Lane che è in grado di garantire un soggiorno lussuoso e rilassante al vicino Dorchester, semplicemente un’icona tra gli hotel in città. Centralissimo in una delle zone più esclusive, a due passi da Hyde Park, c’è invece il Mandarin Oriental dallo stile imperiale che rispecchia buon gusto e tradizione, mentre a Park Lane troviamo il Four Season, dal design chic in grado di soddisfare anche i turisti più esigenti grazie ai numerosi servizi offerti. Non c’è luogo migliore di Londra, la città dell’iconica Regina Elisabetta II, per abbandonarsi a un soggiorno d’eccellenza per una vacanza da veri aristocratici.
At the forefront in Europe, London is not just a fascinating city to live in, but the perfect location to visit. This is mainly thanks to the historical and excellent hotellerie business whose tradition is rooted in the mid-nineteenth century when, along the railway line in London, top hotels first blossomed: formerly Midland Grand Hotel at St. Pancras, now Hilton Hotel, and the Great Eastern Hotel in Liverpool Street, now Andaz. It was during the Victorian Age, however, that a real boom took place. In 1865, Langham Hotel opened its doors, followed by Savoy in 1889, the first hotel to have en-suite bathrooms in each room. In 1898, Claridge opened, while in 1906 the renowned Ritz opened its doors. Another fruitful period for hotels in London was recorded between the two world wars, when the number of visitors mostly Americans - increased. The Grosvenor House Hotel and the Dorchester were the two most famous hotels to be built at the time. After World War II, it was The London Hilton’s turn on Park Lane, a very tall building overlooking Hyde Park - the largest hotel ever built in the British capital. In the mid-nineties the first five star hotel opened south of River Thames, the Marriott County Hall Hotel, and the first two in East London, the Four Seasons Canary Wharf and the Marriott West India Quay. For those who now wish to stay at a five star hotel in town, there’s a wide range of choice. 45 Park Lane can ensure a luxurious and relaxing stay close to Dorchester, indeed an icon amongst hotels in the city. Centrally located in one of the most exclusive districts, a stone’s throw from Hyde Park, is the Mandarin Oriental, with its imperial style reflecting good taste and tradition, while the Four Seasons in Park Lane offers a chic design that will satisfy even the most demanding tourists thanks to the many services offered. There is no better place than London, the city of iconic Queen Elizabeth II, to indulge in a top-notch holiday as real aristocrats would.
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LONDON BY NIGHT
Sarà per le atmosfere fumé che la avvolgono, sarà per la leggera foschia esalata dalle acque placide del Tamigi, certo è che Londra, di notte, assume un fascino ineguagliabile. Al calar del sole le luci al neon diventano protagoniste e l’umidità che avvolge la città ne accende ancor più i colori. Il caos mattutino metropolitano, al tramonto, cede il posto ad un vivace bien vivre notturno. C’è chi attende il crepuscolo per godersi una piccola crociera sul celebre fiume che attraversa la capitale inglese e chi ne approfitta per visitare uno dei tanti locali di tendenza che, dal cocktail di aperitivo alla cena, costellano il centro urbano. Gli appassionati d’arte potranno trascorrere le ore serali nelle molte gallerie d’arte, importanti vetrine per noti creativi o giovani promettenti. Gli amanti della musica non hanno che l’imbarazzo della scelta: la terra dei Beatles e dei Rolling Stones, infatti, continua a dare grande spazio a cantanti e musicisti e, passeggiando tra le sue strade, non sarà difficile farsi conquistare dalle note di un complesso jazz o dalle melodie di un più moderno britpop. I più romantici non potranno non abbandonarsi ad un lungo giro sul “London Eye”, la famosa ruota panoramica alta 135 metri che, come un occhio indiscreto, osserva le vite dei londinesi e di notte offre una suggestiva vista mozzafiato sulla città illuminata, di una bellezza che emoziona. Ma Londra, si sa, è anche la patria del musical e basta recarsi nel West End, zona a ovest del fiume Tamigi, per ritrovarsi immersi in quella che – non a caso – viene definita “Theatreland” in quanto qui si concentrano il maggior numero di teatri. La programmazione mette di fronte a scelte difficili visto che le offerte sono sempre di eccelso spessore: da “I Miserabili” a “Il fantasma dell’Opera”, passando per “Mamma Mia”, spettacolo che sta riscuotendo enorme successo di pubblico e critica. Comunque la si coniughi, ovunque si decida di andare, Londra offre sempre il meglio di sé. Cosmopolita, moderna ma dolcemente aristocratica, questa città avvolta dal fascino della notte, incanta e non si lascia dimenticare.
Perhaps for its smoky wrapped atmospheres, or for the faint mist exhaled by the placid waters of the Thames, London by night doubtlessly holds unique charm. At sunset, its neon lights win the stage, and the humidity surrounding the city further lights up its colours. The metropolitan morning chaos gives way to a lively bien vivre by night at sunset. Some await twilight to enjoy a short cruise on the famous river that runs through the British capital, while some take the opportunity to visit one of the trendy clubs scattered in the city centre, from cocktails to dinner. Art lovers will be able to spend the evening hours in the many art galleries that serve as important showcases for wellknown creative or promising youngsters. Music lovers have lots to choose from: the land of the Beatles and the Rolling Stones, indeed, continues to spin singers and musicians, and, strolling through its streets, it is not difficult to be conquered by the notes of a jazz band or by the melodies of a more modern britpop. Those who are romantic cannot help but enjoy a long ride on the “London Eye”, the famous 135-meter high Ferris wheel that observes the lives of Londoners like a prying eye, and offers a breathtaking view of the picturesque city illuminated by night, leaving them breathless. But London is of course also the home of musicals; one can go to the West End, west of the River Thames, to be immersed in what is - not surprisingly defined as “Theatreland”, including the highest number of theatres. Schedules offer a wide range of choice because of state-of-the-art shows: from “Les Miserables” to “The Phantom of the Opera” and “Mamma Mia”, highly appreciated by audiences and critics. No matter how you wish to live London, no matter where you go, it always offers the very best. Cosmopolitan, modern, yet gently aristocratic, the city wrapped with charm by night enchants and simply cannot be forgotten.
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