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I QUADERNI DEL VOLONTARIATO UN VIAGGIO NEL MONDO DEL SOCIALE PER COMUNICARE IL BENE

I valori positivi, le buone notizie, il bene che opera nel mondo ha bisogno di chi abbia il coraggio di aprire gli occhi per vederlo, le orecchie e il cuore per imparare a sentirlo e aiutare gli altri a riconoscerlo. Il bene va diffuso ed è necessario che i comportamenti ispirati a quei valori siano raccontati.

Ci sono tanti modi per raccontare l’impegno e la cittadinanza attiva. Anche chi opera nel volontariato e nell’associazionismo è ormai pienamente consapevole della potenza e della varietà dei mezzi di comunicazione che il nuovo sistema dei media propone. Il Cesvol ha in un certo senso aderito ai nuovi linguaggi del web ma non ha mai dimenticato quelle modalità di trasmissione della conoscenza e dell’informazione che sembrano comunque aver retto all’urto dei nuovi media. Tra queste la scrittura e, per riflesso, la lettura dei libri di carta. Scrivere un libro per un autore è come un atto di generosa donazione di contenuti. Leggerlo è una risposta al proprio bisogno di vivere il mondo attraverso l’anima, le parole, i segni di un altro. Intraprendendo la lettura di un libro, il lettore comincia una nuova avventura con se stesso, dove il libro viene ospitato nel proprio vissuto quotidiano, viene accolto in spazi privati, sul comodino accanto al letto, per diventare un amico prezioso che, lontano dal fracasso del quotidiano, sussurra all’orecchio parole cariche di significati e di valore. Ad un libro ci si affeziona. Con il tempo diventa come un maglione che indossavamo in stagioni passate e del quale cerchiamo di privarcene più tardi possibile. Diventa come altri grandi segni che provengono dal passato recente o più antico, per consegnarci insegnamenti e visioni. Quelle visioni che i cari autori di questa collana hanno voluto donare al lettore affinché sapesse di loro, delle vite che hanno incrociato, dei sorrisi cui non hanno saputo rinunciare. Gli autori di questi testi, e di tutti quelli che dal 2006 hanno contribuito ad arricchire la Biblioteca del Cesvol, hanno fatto una scelta coraggiosa perché hanno pensato di testimoniare la propria esperienza, al di là di qualsiasi tipo di conformismo e disillusione Il Cesvol propone la Collana dei Quaderni del Volontariato per contribuire alla diffusione e valorizzazione della cittadinanza attiva e dei suoi protagonisti attraverso la pubblicazione di storie, racconti e quant’altro consenta a quel mondo di emergere e di rappresentarsi, con consapevolezza, al popolo dei lettori e degli appassionati. Un modo di trasmettere saperi e conoscenza così antico e consolidato nel passato dall’apparire, oggi, estremamente innovativo.

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Salvatore Fabrizio

Cesvol Umbria

L’arte del vetro

(I libri della Specola)

“I primi frammenti di vetro di cui si hanno tracce sono stati rinvenuti nel Medio Oriente, in Siria per l’esattezza, e risalgono probabilmente al quinto millennio avanti Cristo. Si tratta di piccole perle colorate. Questo ritrovamento è doppiamente importante perché testimonia non solo l’avvenuta scoperta del procedimento costruttivo di un manufatto utilissimo alla vita dell’uomo, ma anche del cambiamento rivoluzionario che una parte dell’umanità aveva avviato, dando vita ai primi insediamenti stanziali.[…] Il vetro soffiato trovò la sua massima fortuna intorno al XII sec. a Venezia, dove abili artigiani cominciarono ad aprire botteghe nell’isola, universalmente nota per questo, di Murano. “ […] *

Dal 1200 a Piegaro si produce vetro. Utili riflessioni per la conoscenza dei risvolti storici sulle Vetrerie di Piegaro sono forniti da ricercatori che hanno lasciato lodevoli memorie.

FERDINANDO CORGNA, nella prefazione a “Le Vetrerie di Piegaro dal 1250 al 1941” scrive: - “Quando, anche quest’anno, dopo dieci mesi di lontananza, sono tornato al mio paese mi è occorsa una visione tanto gradita quanto inattesa. Accanto alla ciminiera del Vecchio Fornacino di vetri, ne sorgeva una nuova più alta e robusta”. - “Dai maestri ai soffiatori agli addetti ai forni, dai vetturali a coloro che procurano il combustibile, dai fanciulli alle donne, una buona metà di essa trova impiego diretto nella fabbrica.” […]

ROSA BAROVIER MENTASTI – Nel volume “Il vetro veneziano” pubblicato nel 1982 si legge una citazione circa il flusso tra Murano e Piegaro di antichi maestri vetrai, desunta dalle notizie di articoli pubblicati e raccolti in volume da Luigi Zecchin, che ha scritto su Venezia e su Altare. “Nel

XIV secolo singoli vetrai si trasferirono nell’isola di Murano da Treviso, da Mestre, da Vicenza, da Ravenna, da Pavia, da Piegaro, centro umbro di tradizioni vetrarie.

SENOFONTE PISTELLI, ha scritto poesie e libri di storia su Piegaro e la Vetreria. In “Storia di Piegaro e delle sue Vetrerie” ricostruisce i tratti salienti dalla sudditanza di Piegaro a Roma imperiale, fino all’Alto Medioevo.

“Verso il 1293 – scrive - ad opera di maestranze venete, giunte nel nostro Paese dopo che la Serenissima Repubblica di Venezia aveva bandito le fornaci della città ordinando il trasferimento a Murano, ebbe inizio la lavorazione del vetro, che tanta fama doveva recare al castello. ” […]

LUGLIO 2006 – Senofonte Pistelli e Piepaolo Mariani pubblicano “Piegaro, cent’anni fra cronaca e storia”.

MAGGIO 2007 - Gabriella Munaretto e Antonio Batinti, ci lasciano ampia documentazione con “Parole di vetro, arte e tradizione a Piegaro dal XIII sec.”

IMPORTANTI TESI DI LAUREA: - Silvia Bacchi, anno accademico 1989/1990, relatore il Prof. Alberto Melelli.

- Michele Broccoletti, relatore Prof.ssa Cristina Galassi, anno accademico 2005/2006.

Scrive Michele Broccoletti: IL MUSEO DEL VETRO DI PIEGARO. “Nell’autunno del 2004, in occasione della Sagra paesana, mi è capitato di recarmi a Piegaro. Passeggiando per le stradine del paese, un’insegna, che recitava: “Visitate il Museo del vetro aperto tutte le sere”, ha attirato la mia attenzione, spingendomi verso l’ingresso del Museo. Ad accogliere i visitatori vi erano due signori anziani, che si sono rivelati essere due ex operai, dell’ex vetreria. La Vetreria di Piegaro, come tutte le fabbriche, aveva una precisa organizzazione, che nel corso degli anni si è modificata ed evoluta, in relazione ad alcuni fattori, quali i cambi di proprietà e di gestione e l’introduzione di nuovi macchinari e nuovi sistemi di lavoro.[…] Per la ricostruzione della storia della vetreria e del ciclo produttivo della stessa, sono state utili le referenze dei due ex operai, Aldo Moretti e Pierpaolo Mariani. Mariani è un collezionista che ha donato al Museo la sua collezione di oggetti di vetro, e mentre spiegava ai visitatori le fasi di produzione degli oggetti in vetro, mi ha anche messo a disposizione il suo archivio fotografico. “

Pensando Al Museo

Di fronte all’ipotesi di smantellamento della Vetreria di Piegaro per farne appartamenti, sorge spontaneo un concerto di interventi sulla stampa e sul Bollettino del Comune di Piegaro. Il clamore suscitato dalla raccolta dei fossili curata da Luigi Boldrini a Pietrafitta, contagia, e si fa strada l’idea di salvare damigiane, fiaschi e mura antiche di Piegaro. Si avanzano proposte per la tutela dei reperti e conservazione della memoria storica; si concretizza l’idea del Museo del Vetro. La ricerca di memorie e reperti è stato impegnativo ma infine proficuo.

Immaginare, fantasticare, rimuginare un tema divenuto familiare; ho nella mente l’animato centro storico di Piegaro dell’epoca, la fisionomia dei compagni di combriccola. C’è chi ha fatto esperienze di lavoro nelle aziende artigiane, le falegnamerie, i fabbri, i muratori, i calzolai, passaggi quasi obbligati, per i ragazzi. Mentre la rivestizione dei fiaschi sarà prerogativa di molte donne. Terminato l’Avviamento agrario a Tavernelle, richiedo il libretto di lavoro e inizio il periodo dell’apprendistato nella Vetreria Misciatelli. Non sono più a spasso, o meglio, come si diceva una volta, a bighellone.

È il turno di notte. Sento dei movimenti provenire dalla cucina. Mamma Cecilia è dispiaciuta di svegliarmi a notte fonda, ma allo stesso tempo soddisfatta per essermi trovato un lavoro. Mi incammino per Via del Passeggio deserta, lo chalet, il tratto di strada con le panchine, il cancello del Rocolo con le mura invalicabili. A destra la sagoma maestosa del Monte Arale e l’aperta campagna, fino al piazzale dove le donne prelevano e riconsegnano i fiaschi da rivestire. Infine l’assordante rombo del forno all’apertura della sgangherata porta che va alla scaletta di mattoni, con la ringhiera di stecche andate. Dal pianerottolo si ha la visione completa della piazza, l’imboccatura del forno e le figure dei vetrai armeggiare attorno alla macchina semiautomatica. A tratti sento lo sferragliare del carico della tempera. Talvolta insieme ai fiaschi, nella tempera scorrono oggetti di non comune fattura, soffiati a bocca: un vasetto, un levaolio, un’ampollina, un tritasale, o una fiasca portaghiaccio. Così seguitano ad incantare i vetrai con quel che sanno dell’antica arte del vetro.

Certe notti a tratti non sento più né i rumori né le voci dei compagni; si impara a sognare ad occhi aperti, non esiste quasi più la tempera né la lavagna dove si segna la produzione. Si rischia di essere rapiti da un vortice che induce al torpore, facendo cocci per terra dei fiaschi appena soffiati.

Articoli Di Giornali E Documenti

Nel 1988 le Amministrazioni comunali di Panicale e Piegaro, attraverso una lettera alle famiglie del territorio, annunciano l’avvenuta Convenzione con ENEL. In essa si dice -.” La realizzazione della Centrale e del Progetto Integrato Pietrafitta può rappresentare un valido esempio di come sia possibile coniugare lo sviluppo tecnologico con la salvaguardia e la valorizzazione del territorio e dell’ambiente”.[…] L’ ENEL realizzerà inoltre, un Centro di Informazione con annessa sezione museale per la valorizzazione ed esposizione al pubblico dei reperti fossili trovati durante lo scavo della miniera”.

1989 - l’amministrazione comunale di Piegaro acquista l’intero complesso dell’antica vetreria con l’intento di recuperare non solo l’esistente per preservarlo dalla rovina del tempo, ma di ridargli una vita propria [….]

La volontà dell’amministrazione comunale non è soltanto la creazione di un bel contenitore nel quale esporre le opere vetrarie prodotte nel passato, ma è anche il tentativo di far nascere una nuova economia, dare un forte impulso all’artigianato artistico e nuove occasioni al turismo locale.”

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