HI-FIGUIDE DIFFUSORI dinamici atipici
chario ACADEMY SOVRAN
HI-FIGUIDE TEST DI FRANCESCO S. PICCIONE
Minimum Standard© Approved HI-FIGUIDE Award©, Prodotto dell’anno HI-FIGUIDE Gold©, The Component State of the Art Stato dell’Arte del Senso del Ritmo
DATA PUBBLICAZIONE: HI-FIGUIDE n. 15, Ottobre 2008
HI-FIGUIDE - GUIDA ITALIANA ALL’ALTA FEDELTA’ ESOTERICA ED HIGH-END INTERNAZIONALE
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HI-FIGUIDE TEST
FOTO I Chario Academy Sovran in un’altra sala della redazione, che presto adibiremo a sala di ascolto. Notare la loro perfetta integrazione come oggetti di arredamento.
Costruttore e distributore: Chario Loudspeakers S.A.S. Via Bergamo 44 - 23807 Merate (LC). Tel. 039.92.75.370 Web: www.chario.com Mail: chario@chario.it Prezzo: Euro 11.690.00 la coppia CARATTERISTICHE DICHIARATE DAL COSTRUTTORE Tipo: da pavimento. Carico a bassa frequenza: accoppiamento isobarico in reflex. Potenza massima applicabile: 180 W average power/4 ohm in monoamplificazione - 2x120 W average power su 4 ohm in biamplificazione. Configurazione: 3 vie a posizionamento rovesciato. Sensibilità: 90 dB SPL in ambiente normalizzato ad un metro con 2,83 V con pink noise L/R decorrelato. Risposta in bassa frequenza: 35 Hz -3 dB rispetto al riferimento C4 (ovvero il Do centrale del pianoforte a 261.13 Hz). Impedenza: 4 ohm (minimo 3 ohm) ±36°. Frequenza di incrocio: 100-1180 Hz. Tweeter: cupola da 32 mm in Silversoft e motore in Polyring. Mid-Woofer: da 165 mm in Rohacell con motore in Polyring e disegno della membrana Full Apex. Subwoofer: 2x200 mm in cellulosa e motore in Polyring. Dimensioni (LxAxP): 240x1220x440 mm. Peso: 47 kg cadauno.
LE GRANDI PROVE DI HI-FIGUIDE I RIFERIMENTI ASSOLUTI! DIFFUSORI DINAMICI ATIPICI CHARIO ACADEMY SOVRAN L’EVOLUZIONE DEL SUONO ELETTROSTATICO… DI FRANCESCO S. PICCIONE Minimum Standard© Approved HI-FIGUIDE Award©, Prodotto dell’anno HI-FIGUIDE Gold©, The Component State of the Art Stato dell’Arte del Senso del Ritmo E’ possibile migliorare un diffusore come le Chario Constellation Ursa Major, riducendo al contempo le dimensioni ed il numero delle vie? Sì, a patto però che vengano rispettate determinate condizioni, tutte di origine tecnica. Francesco S. Piccione ci guida nella descrizione di questo diffusore, sia dal punto di vista tecnico che di ascolto, facendocelo scoprire come l’ingegnere Chario, Mario Marcello Murace - molto noto nel settore in tutto il mondo, nonché ricercatore anche nel campo della psicoacustica - lo ha progettato dopo anni di studi teorici ed elaborazioni matematiche. Con qualche scoperta ad opera del nostro direttore. Difatti si scopre che…
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PREMESSA L’origine del test dei diffusori che si riveleranno degli autentici fuoriclasse è da ricercare nella mia prova dei Constellation Ursa Major. Carlo Vicenzetto, cofondatore Chario e responsabile per le pubbliche relazioni, è rimasto talmente impressionato dalla qualità della recensione che mi ha telefonato per congratularsi con me. Non posso riferire la nostra conversazione piena di suoi apprezzamenti che mi accusereste di “gonfiare” l’argomento, tirando acqua al mio mulino… In realtà non lo faccio anche per rispetto agli altri recensori di Ursa Major. Fatto sta che nel corso della lunga chiacchierata telefonica (circa 1 ora...), gli chiedo espressamente se era possibile avere in prova le nuovissime Sovran. Il sig. Vicenzetto non se l’è fatto ripetere una seconda volta: “Appena mi ritorna una coppia dalla Germania, sottoposta a test da un'altra rivista tedesca, gliele mando!”. “Data la sua precedente ottima recensione, le invierò la coppia n. 1 e 2, quelle realizzate subito dopo il prototipo!”. Lusingato da tanto apprezzamento e considerazione, gli dico che allora i diffusori saranno provati nella mia sala di ascolto e confrontati con il mio sistema… Sempre telefonicamente gli indico dove andare per vedere la scheda del mio impianto presente nel web. Appena ci arriva, il sig. Vicenzetto esclama: “&%$$!1!%&???%& certo che non possono reggere il confronto con quei diffusori…”. . Risposi che io ne ero il progettista… Risponde: “Ah ecco perché la recensione degli Ursa era….”. “Le mando gli Academy Sovran appena arrivano. Quando li vuole tenere?”. Rispondo: “Fino a Novembre?”. “Perfetto!”. Sino a quel momento, chiunque avesse visto il mio sistema, si era sempre tirato indietro, evidentemente impaurito della pessima figura che avrebbe fatto il suo prodotto. Vicenzetto, invece no! Ha confidato nella mia professionalità di recensore e senza battere ciglio ha acconsentito alla “lunga” prova. Solo questo fatto la dice lunga, molto lunga, sulla qualità di Chario Loudspeakers come costruttore di diffusori. La forza delle idee, i decenni di studi ed elaborazioni teoriche e pratiche, la qualità della progettazione e realizzazione dei diffusori, pongono la Chario in grado di affrontare con sicurezza un qualsiasi test, compreso i celeberrimi e durissimi nostri test. La Chario però possiede questo status non da ieri, ma da diversi anni. Gli audiofili italiani e qualche negoziante hi-end, per esterofilia la snobbano e fanno malissimo, come vedrete nel corso della recensione. Come accaduto per gli Ursa Major, noterete che nel prosieguo della lettura, questi splendidi diffusori ci riserveranno delle gradite sorprese. Ma mentre gli Ursa li conoscevo da un decennio, i Sovran non li conoscevo affatto…
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4/5 aziende esistenti al mondo che fanno diffusori seri, progettati e realizzati con strumenti di precisione e non a casaccio. Si tratta infine, di una azienda che esporta in tutto il mondo, dove in molti paesi colloca le sue filiali… In trentatré anni di attività, Chario è diventata una Azienda vera, dove il made in Italy non è una illusione ma una realtà Concreta. LA DESCRIZIONE DEI SOVRAN I diffusori oggetto del nostro test, i Sovran, sono il secondo modello a partire dall’alto della prestigiosa serie Academy, subito dopo i Serendipity (presto in prova) prima di Sonnet, minidiffusori che concretizzano gli sforzi di Chario in questo settore e di cui dichiarano seriamente – anche contro loro stessi, considerata la falsità delle dichiarazioni tecniche espresse dal 99% dei costruttori di minidiffusori – caratteristiche tecniche in linea con le loro dimensioni. I Sovran mettono chiaramente in risalto la capacità industriale e di altissimo artigianato che ormai Chario ha raggiunto. Qualità che evidenzieremo nel proseguo di questo articolo. I diffusori sono arrivati a Giugno nella redazione di Siracusa, con 4 imballi a prova d’urto. Questa soluzione è eccezionale poiché facilita notevolmente il trasporto, oltre ad incrementare le prestazioni sonore… I Sovran sono i modelli nn. 1 e 2, come promesso da Carlo Vicenzetto e che in precedenza sono stati testati da una nota rivista audio tedesca. Ogni diffusore è racchiuso in una pesante e resistente stoffa che protegge dalla polvere e da eventuali graffi accidentali che potrebbero subire nel corso delle operazioni di imballaggio e disimballaggio. I mobili dei sub, sono decisamente pesanti, per cui occorre procedere all’apertura della scatola nella parte superiore, successivo capovolgimento e sfilamento dello stesso a liberare il diffusore. Si evita così lo sforzo di doverlo tirare fuori. Mi ha aiutato in tutte queste operazioni il prof. Cotzia. A corredo dei diffusori vi sono, oltre l’elegante libretto delle istruzioni, i piedini di gomma smorzante posti tra il sub ed il satellite, i cavi di collegamento tra questi due, le griglie parapolvere dei satelliti ed altra stoffa molto elegante che serve per coprire l’intero diffusore quando non lo utilizzate. Per cui le stoffe sono diverse: le 4 per il trasporto e le due eleganti di copertura in caso di mancato utilizzo dei diffusori. I Sovran presentano 6 morsetti placcati oro 24 K di ottima fattura, che consentono il collegamento in bi-wiring o bi-amping. Il mobile dei bassi è corredato di piedini di gomma di ottimissima qualità, regolabili per pareggiare eventuali ondulazioni del pavimento. Benedetta Chario! Per quanto pesano i sub, trovarseli con i piedini già inseriti, evita pesanti urti del mobile contro il pavimento.
LA CHARIO LOUDSPEAKERS La Chario Loudspeakers è la maggiore azienda italiana, che da 33 anni progetta e realizza sistemi di altoparlanti di elevata qualità per impiego domestico. Questa utilizza soluzioni tecniche rigorose in unione con la disciplina psicoacustica e con una esaustiva quanto finissima messa a punto in sede di ascolto ad opera del progettista Mario Murace, persona dal talento indiscusso. La fabbrica non è piccola di dimensioni ed utilizza macchinari all’avanguardia. Inoltre è in grado di progettare i trasduttori secondo le specifiche richieste in fase di progetto e di qualità all’avanguardia, come vedremo per i Sovran. La capacità produttiva, unita alla costanza qualitativa della stessa, è tipica delle grandi aziende e non di certi noti costruttori cantinari, molto osannati da certa stampa, che progettano e realizzano solo ad orecchio… fatto che per qualsiasi componente audio è deleterio. Ciò permette la realizzazione di prodotti di alta qualità, le cui specifiche tecniche corrispondono, una volta tanto, a quelle dichiarati nelle brochures. Tale fatto è indice di serietà, progettuale e commerciale, e pone Chario nella ristretta cerchia delle
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La struttura costruttiva dei Sovran ricalca lo stereotipo tanto caro a Chario da diverso tempo: quello della separazione fisica tra il mobile destinato alla riproduzione delle basse frequenze al di sotto dei 100 Hz e quello della gamma medio-alta. Ogni Sovran è, quindi, costituito da un satellite e da un subwoofer, formanti un unico diffusore a 3 vie, dotato di 4 trasduttori, che vedremo essere realizzati in alta tecnologia. Questa separazione fisica permette una costruzione specifica dei due mobili, i quali non risentiranno delle reciproche interferenze generate da vibrazioni e risonanze, in particolare quelle che il sub trasmetterebbe al satellite. Contrariamente ad alcuni costruttori di scuola americana, dove i due mobili costituiscono due entità indipendenti, nei diffusori Chario Sovran i due mobili si incastrano tra loro tramite l’interposizione di 4 piedini di gomma particolarmente smorzante di loro progettazione, in modo da eliminare o attenuare fortemente le vibrazioni generate dal mobile sottostante. Anche i piedini in dotazione posti tra il diffusore ed il pavimento, sono parecchio smorzanti e regolabili in modo da eliminare qualsiasi ondulazione del pavimento. Lo spostamento del diffusore non può avvenire a spinta, ma
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HI-FIGUIDE - GUIDA ITALIANA ALL’ALTA FEDELTA’ ESOTERICA ED HIGH-END INTERNAZIONALE ondeggiando; oppure, togliete il satellite e, prendendo in braccio il sub, lo portate fino a dove dovete collocarlo. Guardando attentamente la forma dei Sovran, si notano anche altri espedienti tesi a minimizzare le vibrazioni e risonanze indotte. Nella progettazione di un diffusore che aspiri ad ottenere prestazioni hi-end, occorre che il mobile non possieda tutte le pareti parallele, per evitare il sicuro innesco di perniciose risonanze interne. Oltre alla struttura interna realizzata con numerosi rinforzi interni perimetrali, si nota che i diffusori hanno una forma irregolare. Ne esce fuori un disegno unico al mondo: rarissimamente ho visto un diffusori hi-end così ben realizzato e rifinito, la cui struttura costruttiva è dichiaratamente volta al contrasto feroce alle vibrazioni e risonanze. In questo modo si evita che le vibrazioni generate dagli altoparlanti, ritornino contro di questi con una certa energia (feedback acustico), alterando il movimento delle membrane, sporcando il segnale audio. L’effetto estetico di questo diffusore è straordinario. Non solo la finitura da mobile di lusso! Poiché sono state adottate delle specifiche soluzioni tecniche tese a limitare le dimensioni del diffusore rispetto agli Ursa, questi sono alti 120 cm, accrescendo a dismisura il loro inserimento anche in ambienti piccoli. L’estetica unita alle dimensioni contenute, hanno permesso un notevole innalzamento del fattore di accettazione muliebre o femminile (WAF). Ho appurato che le donne li trovano di una bellezza sconcertante: “Che carini e che belli”, le loro tipiche reazioni. Una volta tanto la tecnica è stata messa al servizio del WAF. Il mobile superiore o satellite, ospita 1 tweeter ed 1 midwoofer. I due trasduttori, contrariamente all’uso comune, sono montati alla rovescia, con il tweeter posto alla base del cabinet ed il mid-woofer sopra. Questa particolare configurazione dei trasduttori, in accordo con il filtro dedicato, serve a detta del costruttore a contribuire ad evitare i difetti presenti nella emissione sonora dei tradizionali diffusori dinamici, rendendola più naturale nel timbro e nella spazialità. Il mid-woofer ha il diametro di 16,5 cm ed è un oggetto dalla fattura straordinaria, motivo per cui insieme al tweeter, permette la riduzione di una via dei Sovran rispetto agli Ursa Major. Basta dargli uno sguardo per accorgersi della costruzione unica della membrana in Rohacell che termina al centro con una bobina dal diametro di piccole dimensioni e priva di cupoletta parapolvere. Tutti questi accorgimenti sono tesi al raggiungimento di leggerezza, smorzamento e controllo della membrana, responsabili dell’ottima risposta ai transienti, basso rumore indotto e qualità del suono di questo trasduttore. La sospensione in gomma consente notevoli escursioni all’equipaggio mobile a tutto vantaggio della macrodinamica. Il suo utilizzo, contrariamente al foam, contribuisce all’idea di eternità che gli acquirenti richiedono per i diffusori hi-end, destinati ad operare per decenni. Nel gruppo magnetico risiede uno dei punti di forza ed avanguardia tecnologica di questo diffusore. Questo è composto, anziché da un unico blocco, da una serie di magneti al neodimio disposti in cerchio, dall’altissima potenza magnetica, ma anche elevato costo. Tale fatto contribuisce all’innalzamento della sensibilità ed efficienza, nonché all’elevatissimo controllo della membrana vibrante, situazione importantissima trattandosi di un trasduttore a cono. L’utilizzo del neodimio è un altro fattore di atipicità di questo diffusore che contribuisce fortemente alla generazione di un suono ricchissimo di armonici e dalla finezza di grana di rara qualità. Contrariamente agli Ursa Major, il volume di carico del satellite dei Sovran è atipico. Non in cassa chiusa, ma un sistema aperiodico particolare. L’ingegnere Murace, uno dei pochi che si occupano anche di psicoacustica, sottolinea che “il satellite non deve emettere
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potenza sotto i 100 Hz. Per cui il condotto reflex originario dei diffusori Academy Sonnet è stato degenerato fino a costituire un sistema aperiodico. Ciò consente di scaricare la pressione dentro il cabinet e contemporaneamente di sfruttare l’incremento infinito della resistenza di perdita per abbattere al meglio le risonanze del volume di carico posteriore. L’uscita reflex ha un livello di 25 decibel inferiore a quella anteriore, quindi non interferente”. Si è attuato, secondo la mia modesta ed attenta analisi, un… dipolo sovrasmorzato… Avete capito bene. I Sovran adottano una soluzione tra le più raffinate, utilizzata da pochissimi costruttori. In pratica nel satellite posteriormente trovate un foro di sezione rettangolare e generose dimensioni, chiuso da una spugna. Non si tratta di un tradizionale bass-reflex, dove ascoltando dovreste udire i bassi generati dalla frequenza di accordo. Invece, è possibile ascoltare anche le voci, pur attenuate di 25 dB. In questo modo viene migliorata notevolmente la risposta ai transienti, paragonabile a quella dei diffusori a dipolo, ma fortemente attenuata per evitarne gli inconvenienti tipici dei sistemi a dipolo. Di fatto questo mid-woofer è chiamato ad emettere frequenze superiori ai 100 Hz, con una qualità paragonabile a quella dei migliori sistemi a dipolo, ma senza incorrere in difficili collocazioni in ambiente. All’interno, troviamo un ampio uso di pannelli di materiale fonoassorbente in poliestere, disposti in modo adeguato, in grado di abbattere qualsiasi forma di vibrazioni, risonanze ed onde stazionarie nocive. Questo fatto, unito alla conformazione del mobile, realizzato in modo strutturalmente ineccepibile, incide sulla qualità sonora particolare che questi diffusori donano alla riproduzione. Una soluzione tecnica atipica ed anticonvenzionale che approvo in pieno. Nemmeno il tweeter sfugge al suo essere atipico. E’ uno stupendo componente a cupola quasi piatta da 32 mm (!) di diametro, in seta trattata con alluminio. Rispetto al tweeter degli Ursa Major, si tratta indubbiamente di una evidente evoluzione tecnologica, in quanto la banda utile di emissione è maggiore, specialmente oltre i 10.000 Hz, pur possedendo una maggiore tenuta in potenza. Nel motore un’altra caratteristica. Questo è realizzato con un unico blocco magnetico al neodimio, che permette un deciso incremento del fattore di forza rispetto alla configurazione magnetica tradizionale, incrementando così anche i valori di sensibilità, efficienza e risposta ai transienti. La piattezza della cupola, contribuisce inoltre, a massimizzare il controllo del movimento con assenza quasi totale dei fenomeni di break-up. La frequenza di incrocio con il mid-woofer è sintomo di una superiore qualità dei componenti: questa è situata a 1.180 Hz (!). Si tratta di un valore considerevolmente basso e riscontrabile solo nei migliori diffusori, soprattutto planari a più vie. E’ questa una delle ragioni della qualità “elettrostatica” del suono dei Sovran. Il mobile del subwoofer ha la forma trapezoidale dal notevole peso. La base inferiore è composta da una lastra lignea fissata tramite distanziali al corpo del mobile, in modo da creare una fessura, da cui “escono” le basse frequenze. Tale fessura è oscurata alla vista da una tela di notevole robustezza ed ottima qualità. La ragione della diminuzione dell’ingombro rispetto al mobile degli Ursa Major, sta nell’adozione della configurazione in push-pull dei due trasduttori da 20 cm di diametro. In pratica gli altoparlanti sono avvitati tra loro, faccia contro faccia ed inseriti nel mobile in verticale, da cui escono tramite il gruppo magnetico di uno dei due. Il funzionamento in push-pull consiste nel fatto che quando la membrana di uno si muove in avanti, l’altra si muove in senso opposto: da qui la definizione spingi-tira (push-pull). Questa configurazione permette diverse peculiarità positive. La prima e più evidente è la possibilità a parità di andamento della risposta verso le basse frequenze, di dimezzare il volume interno del mobile. Di fatto i Sovran possiedono una cubatura del mobile dei bassi, minore rispetto agli Ursa Major. In secondo luogo, i due trasduttori costituiscono un unico trasduttore
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HI-FIGUIDE - GUIDA ITALIANA ALL’ALTA FEDELTA’ ESOTERICA ED HIGH-END INTERNAZIONALE dal diametro virtuale di circa 30 cm, dalla cedevolezza dimezzata e massa doppia, situazione che unita al parallelo delle bobine, porta a non mutare in peggio il valore di sensibilità. Inoltre, il push-pull contribuisce a linearizzare le non linearità asimmetriche della membrana vibrante, innalzandone il controllo. Si tratta quindi, di una configurazione particolare di accordo delle basse frequenze ed anche piuttosto complessa, artefice delle ottime prestazioni di questi diffusori, con i quali è possibile udire frequenze inferiori ai 30 Hz, non in flat, ma almeno ci sono… L’utilizzo di 2 woofers da 20 cm collegati in parallelo per l’emissione delle basse frequenze, serve per ridurre gli ingombri esterni, ma allo stesso tempo per cercare di riprodurre le basse frequenze con l’utilizzo di trasduttori dalle parti vibranti più leggere, in modo da migliorarne la velocità di risposta ai transienti, a tutto vantaggio del contrasto e del dettaglio della gamma bassa. Ciò unito con l’impiego della configurazione in push-pull realizza un motivo di atipicità. Chario da questo punto di vista è in vantaggio rispetto a tanti altri “blasonatissimi” costruttori che realizzano i diffusori con tecnica tradizionale. Come affermato per gli Ursa Major, l’utilizzo di due woofers non porta alla somma diretta dei rispettivi diametri, ma ad una misura intermedia con prestazioni superiori rispetto alla configurazione singola. Difatti la Chario, seriamente ed onestamente, dichiara per questo diffusore, un’estensione alle basse frequenze di –3 dB a 35 Hz (come negli Ursa Major…), valore del tutto veritiero, visto le dimensioni dei woofers in gioco e confermato in sede di ascolto. Pertanto, per la riproduzione delle frequenze bassissime (sotto i 40 Hz e fino ai 16 Hz), per chi lo desiderasse, si dovrebbe ricorrere all’ausilio di una coppia di subwoofers attivi. All’ascolto però, contrariamente agli Ursa Major, vedremo che vi saranno delle sorprese interessanti, in virtù anche del fatto che questi woofers possiedono la struttura magnetica al neodimio… Il mobile del subwoofer è sviluppato in profondità ed anche se la forma è trapezoidale, si evince chiaramente che il volume di lavoro dei due trasduttori, nonostante la loro configurazione in push-pull, è elevato. Per evitare l’insorgere di onde stazionarie e di risonanze interne, il mobile, è stato reso rigido anche al suo interno, tramite rinforzi anulari, sistemati ad apposite distanze tra loro. La parte superiore interna del mobile è riempita con del materiale assorbente a strati sovrapposti, ma non compressi. L’accordo reflex è esclusiva Chario; denominato NRS 2pi è dotato di un condotto a sezione variabile che si restringe verso il centro, per evitare fastidiosi soffi. E’ interamente realizzato in legno di notevole spessore con macchinari a controllo digitale. La sensibilità dichiarata è pari a 90 dB SPL per 2 diffusori riportata ad 1 metro (angolo solido 4pi). Questa diversa procedura di misurazione è dovuta al fatto che la Chario, da anni, misura la sensibilità dei suoi diffusori all’interno di un locale acusticamente trattato (sala IEC), simulante una sala di ascolto. Tale dato di sensibilità è risultato corrispondente al vero, poiché il diffusore suona forte già con la manopola del volume posta alle classiche ore 9. Inoltre questi diffusori riescono, agevolmente, ad emettere picchi dinamici decisamente superiori ai 100 dB, rendendoli di fatto tra i pochi diffusori audiophile dalla dinamica medioalta, adatti anche per la riproduzione delle grandi orchestre sinfoniche. Le frequenze di incrocio dichiarate sono di 100 e 1.180 Hz. I progetti Chario sono caratterizzati da atipicità ed anticonformismo, come si evince dai valori delle frequenze di incrocio. In pratica, nello sviluppo dei diffusori, si privilegiano anche le prestazioni sonore all’interno dell’ambiente domestico. Ciò significa che occorre sviluppare i diffusori in modo che la linearità della risposta non sia solo in asse, come solitamente preferiscono i costruttori, ma anche dalle posizioni angolari. Pertan-
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to più che frequenze di incrocio o di transizione, si tratta di frequenze di sovrapposizione. Ciò significa che alcune porzioni della banda audio, sono riprodotte da due o più trasduttori contemporaneamente. Tale fatto, che potrebbe far storcere il naso ai tecnici puristi, nella realtà funziona egregiamente, se si ha l’accortezza di evitare le interazioni di fase acustica tra i diversi trasduttori. Queste particolarità si ricollegano ad ulteriori caratteristiche racchiuse nel progetto Sovran, che contribuiscono anch’esse alla creazione del suono che andremo a descrivere. In Sovran vi sono racchiusi anni di esperienze nella psicoacustica e progettazione dei diffusori secondo concetti fisici concreti, dell’ingegnere Mario Murace. Anche da questo punto di vista, Chario è all’avanguardia poiché la maggioranza dei diffusori esistenti in commercio sono progettati senza alcuna base scientifica, spesso addirittura solo ad orecchio, dove il parametro importante è, se esiste, la linearità della risposta in frequenza in asse. Chario invece, progetta i diffusori pensando che devono essere inseriti in un ambiente di ascolto dalle dimensioni e problematiche diverse da quelli di una camera anecoica, con una doppia attenzione: da un lato alle prestazioni tecniche; dall’altro, alle prestazioni sonore. Le ricerche svolte da studiosi come Manfred Schroeder ed Yoichi Arido sono state prese a riferimento per sviluppare un sistema di emissione che fosse insensibile alle frequenze critiche dei normali ambienti domestici, comprese tra i 150 ed i 300 Hz ("frequenza di Schroeder"). E’ a queste frequenze che l’ambiente “importuna” maggiormente la qualità sonora dei diffusori e su questa base si sono svolti gli studi decennali di Chario. Su Sovran sono stati applicati il frutto di questi studi che permettono al diffusore di emettere come se fosse una unica sorgente sonora, dove il campo diretto ed il campo riverberato sono attentamente considerati. Ne consegue una superiore flessibilità dei Sovran nell’inserimento nell’ambiente di ascolto, dove possono essere sistemati in due posizioni differenti, secondo le preferenze dell’utilizzatore: 1. posizionamento distanziato tra loro, con i diffusori decisamente ruotati verso il punto di ascolto o più avanti; 2. posizionamento più stretto o ravvicinato, ma con i diffusori praticamente paralleli alla parete posteriore. Dalle nostre prove abbiamo visto che la loro flessibilità è inaspettatamente superiore, poiché abbiamo preferito il secondo posizionamento con una piccola rotazione verso il punto di ascolto. Il fatto di considerare anche l’emissione diversa da quella in asse, quindi quelle decentrate, non solo semplifica il posizionamento dei diffusori nell’ambiente, ma permette ascolti decentrati senza incorrere in vistose perdite e buchi nella scena sonora. Anzi, durante il test di ascolto, si è potuto notare come la potenza acustica (efficienza) fosse presente in tutto lo spettro riprodotto, contribuendo all’emissione di un suono, praticamente sconosciuto nel settore dei diffusori dinamici, più vicino al suono planare, senza averne i difetti. Inoltre, l’elevata potenza acustica costante in tutto lo spettro di frequenze emesse, in asse e fuori asse, tipico dei sistemi a più vie, permette a questi diffusori prestazioni dinamiche incredibili. Se non fosse stato per il fonometro presente in sala di ascolto, non ci saremmo nemmeno accorti dei repentini picchi dinamici che i diffusori emettevano, tanta bassa è la loro distorsione. Tante volte sono stati superati i 100 dB, come testimoniano le foto, ma un giorno abbiamo raggiunto la ragguardevole pressione di picco di 108,7 dB, valore più da mega diffusore a tromba che non da diffusori delle dimensioni delle Sovran. Per quanto riguarda il crossover, anche questo contribuisce in modo determinante al progetto Sovran. Si tratta infatti, di filtri crossover impieganti più componenti, non come quelli realizzati dai costruttori di diffusori scadenti, con due soli elementi, una induttanza ed un condensatore. La complessità di questo non inficia affatto sulla qualità del suono, togliendo frequenze ed informazioni. Anzi, la progettazione dei
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HI-FIGUIDE - GUIDA ITALIANA ALL’ALTA FEDELTA’ ESOTERICA ED HIGH-END INTERNAZIONALE filtri è realizzata in modo tale da migliorare le prestazioni dei singoli altoparlanti, mettendoli nelle condizioni di lavorare al meglio, anche tra di loro. Ne nasce un crossover dalla complessità mirata, in grado di rendere i diffusori, persino “facili” da pilotare o da gestire nei rapporti con gli amplificatori. Tutti i diffusori Chario, anche i Sovran, non sono difficili da pilotare e non richiedono un esborso economico superlativo per l’acquisto di amplificatori adatti per farli suonare al massimo delle loro possibilità. Gli audiofili sono convinti che più i diffusori sono difficili da pilotare, meglio suonano. Non è così! Quando un diffusore “difficile” funziona solo con un amplificatore XYZ da 20.000 euro e 500 watt, cosa credete che sia? …. Inoltre i Sovran non richiedono tanti watt, ma devono essere puliti. Ed anche se li collegate ad amplificatori economici, suoneranno dignitosamente, regalandovi piaceri di ascolto immediati, in attesa di racimolare la somma necessaria per l’acquisto di un nuovo e migliore amplificatore. Ne parleremo più avanti. Infine, ogni diffusore pesa 47 Kg. Ci sarebbe ancora altro da dire, come ad esempio la distanza calcolata tra il mid-woofer ed il sub, o altre caratteristiche, ma ritengo quanto detto sufficiente per farvi comprendere la particolarità e l’avanzamento tecnologico che i Sovran racchiudono. Finalmente, dopo anni di stasi e di regresso, forse anche i diffusori stanno cominciando a evolversi in meglio. CONDIZIONI DEL TEST I diffusori sono stati forniti dalla stessa Chario Loudspeakers, che ringraziamo a nome di tutti noi e dei nostri lettori, per la fiducia accordataci. Tengo a sottolineare che non è nostra politica effettuare recensioni mirate a pagamento, come succede talvolta. Pochi sanno che certuni per realizzare una recensione pretendono somme maggiori in rapporto alla sottolineatura (cosiddetto occhiolino o sorriso) di alcune (o molte) caratteristiche, magari inesistenti. La nostra politica è quella che i servizi aggiuntivi, non la recensione, vanno remunerati. Di fatto, secondo me una rivista dura maggiormente e migliora il suo prestigio, in misura direttamente proporzionale alla qualità ed aderenza delle recensioni alle effettive prestazioni degli apparecchi provati. A causa della nostra innovativa organizzazione rispetto a quella tradizionale delle altre riviste. Per cui non occorre essere remunerati per fare recensioni…. o per continuare ad esistere. I distributori invece, se vogliono continuare ad esistere, sono costretti a vedere recensiti i loro prodotti… I diffusori sono pervenuti nella sede della redazione il mese di Giugno (quel giorno c’erano 40 gradi...) e sono stati sottoposti a torture elettromeccaniche, in modo da accelerare il rodaggio e la loro migliore funzionalità. Questi, provenienti dalla redazione di una nota rivista audio tedesca, sono gli esemplari nn. 1 e 2 ed avevano solo 30 ore di funzionamento. Al momento dell’uscita di questo numero, di ore ne hanno fatto circa 200, soprattutto con segnali tesi a rodarle. Interessanti le loro prestazioni con segnali di bassissima frequenza, dove la loro struttura si è comportata in modo eccezionale, minimizzando le feroci vibrazioni generate da segnali a 30, 40, 50 e 60 Hz. Perfetto il loro comportamento con lo sweep smagnetizzante del brano 7 del CD della XLO. L’andamento è costante e molto definito nelle ondulazioni, sino alle altissime frequenze udibili. Un boato, per la dimensione dei diffusori, accompagna il suono dell’altro segnale smagnetizzante contenuto nel n. 8 del CD prima richiamato. Si tratta di un impulso a 40 Hz che tende a scemare nel corso del minuto: il primo istante è quello più pericoloso e i diffusori a volume normale di ascolto, non hanno fatto una piega. Dopo un breve ascolto in un’altra sala della redazione da 42 metri quadrati (a proposito: la nostra potenzialità è di 4 sale, 2 tutte oltre i 30 m …), dove pensiamo di allestire un nuovo impianto di riferimento da accostare al mio attuale, i diffusori so-
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no stati inseriti nell’ambiente principale, dove si trovano i Reference System. I Sovran sono stati collegati alla stessa catena che li alimenta, ovviamente senza utilizzare il crossover elettronico. I finali a cui sono stati collegati sono gli Aloia: in calce troverete la scheda completa dell’impianto. Per il collegamento di questi diffusori ho appositamente realizzato dei nuovi cavi di potenza, che hanno richiesto una settimana intensiva di lavoro. Sono in monowiring, anche se i Sovran permettono il collegamento in bi-wiring o bi-amping, essendo dotati di 6 morsetti di elevata fattura placcati in oro. Tutto l’impianto è smorzato per l’ottenimento delle migliori prestazioni sonore, in particolare in caso di pressioni acustiche superiori ai 106 dB. I diffusori sono stati sistemati alla fine nella posizione che vedete nella foto: davanti ai pannelli dei medio-alti, non molto distanziati tra loro ed orientati verso il punto di ascolto. Tenete conto che l’ambiente è di grandi dimensioni; per cui non fatevi ingannare dalla loro vicinanza. Sono state provate diverse posizioni, sempre attorno a quella definitiva e tutte andavano bene. Per cui l’ultima posizione non è quella che ha dato maggiori soddisfazioni, ma semplicemente l’ultimo tentativo tra i tanti…. I diffusori sono stati testati dapprima come vengono venduti, ossia con il satellite incastrato nei suoi 4 supporti di gomma ed il sub con i suoi splendidi piedini smorzanti di appoggio. Successivamente li abbiamo sistemati su tre punti di appoggio, per verificare la nostra teoria dei tre punti smorzati; a seguito dei risultati sonori così sono stati testati. Da questo punto di vista il fatto che i Sovran siano composti da due mobili separati, ci permette di verificare l’andamento delle prestazioni con i diversi sistemi di smorzamento. Quasi nessun costruttore permette questa possibilità, che a nostro avviso consente di ottenere un incremento delle prestazioni sonore di un buon 40%, rispetto alle prestazioni standard offerte dal costruttore. Tutto ciò nonostante i diffusori siano costruiti in modo incredibile, con profusione di materiale di elevata qualità e costruzione tesa a soffocare qualsiasi forma di vibrazioni e risonanze. Ho segnalato la necessità di posizionare i diffusori su tre punti di appoggio al progettista, ingegnere Murace, il quale ha accolto il suggerimento, promettendo di verificare con opportuna strumentazione le differenti sollecitazioni meccaniche. L’ambiente di ascolto lo conoscete bene ed è descritto sul numero 8 di HFG. Si tratta di un ambiente realizzato appositamente per questa funzione, le cui dimensioni sono di 35 metri quadrati; dimensioni importanti che mettono in evidenza eventuali limiti dinamici dei diffusori. I diffusori sono stati testati aventi come riferimento immediato il suono del Reference System, in particolare la gamma alta ed il soundstage. L’altro riferimento è di casa Chario e sono stati i Constellation Ursa Major presenti in un altro nostro impianto e provati sul n. 12 di HFG. E’ in preparazione un’altra recensione con l’altro nostro riferimento: ESB 7/06. I diffusori confrontabili, invece, non sono facili da trovare. I Sovran sono diffusori atipici e confrontarli solo in base al prezzo di acquisto è sbagliato. Ad esempio non possono essere confrontati con gli equivalenti di costo Pro Ac o B&W per il semplice motivo che i Sovran sono costruiti diversamente e migliori, sia nei materiali che nel progetto. Se si tiene conto della loro conformazione con mobili separati per i medio-alti e le basse frequenze, occorrerebbe confrontarli con i Wilson Audio Watt+Puppy, i Genesis V, e altri diffusori realizzati con due mobili separati formanti un unico sistema. Se invece, teniamo conto della frequenza di incrocio del tweeter, caratteristica legata alle prestazioni sonore, allora il confronto dovrebbe essere fatto con i diffusori a tre vie planari Magneplanar MG 3.6 R, con gli elettrostatici a larga banda Quad ESL 63… e con tutti gli altri pochissimi diffusori con i tweeter tagliati a 1.000 Hz!
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I CD, in prevalenza, ed i SACD adoperati sono quelli che utilizzo solitamente per i miei test di ascolto e sono in larga misura di altissima qualità tecnica, in modo da mettere i diffusori nelle condizioni di esprimersi al massimo delle loro possibilità. Sono stati tutti trattati con il procedimento HFG The Transparent, descritto nel n. 12 di HFG. IL TEST DI ASCOLTO Quando ci sedemmo nella poltrona, io ed il prof. Cotzia che è stato quasi sempre presente agli ascolti, psicologicamente non avevamo una buona impressione alla vista dei nanerottoli Sovran posti davanti agli imperiosi Reference System. Ma appena i diffusori iniziarono a suonare, sistemati inizialmente su 4 punti di appoggio, ci guardammo stupiti: un suono gigante invase la nostra sala di ascolto. Non il gigantismo espresso dal Reference System, che costano 15 volte di più dei Sovran, ma tanto basta da lasciare stupiti in rapporto alle dimensioni. Sin dal primo ascolto emerse la caratteristica principale dei Sovran, quella di ricreare un elevato senso di ambienza che esula le dimensioni della sala di ascolto. Dopo qualche ora di ascolto ci rendemmo conto che occorreva effettuare un bel periodo di rodaggio, per sfruttare meglio ciò che i diffusori a quel punto promettevano di dare. Per cui le impressioni di ascolto che seguiranno verteranno sugli ascolti recenti, con i diffusori prossimi alle 200 ore di funzionamento, rispetto agli iniziali 30; inoltre, sono stati sistemati su tre punti di appoggio, forieri di prestazioni sonore palesemente migliori, soprattutto rispetto al totale abbattimento delle microrisonanze residue presenti con i diffusori poggiati su 4 punti. Nulla di particolare, ma durante i nostri test chiediamo e pretendiamo il meglio dagli apparecchi sottoposti alla nostra analisi. Sin dai primi ascolti viene confermato il valore di sensibilità dichiarata dal costruttore. Con la manopola del volume tra le classiche ore 9 e 10, fonometro alla mano, abbiamo raggiunto facilmente picchi di pressione acustica indistorta superiori ai 100 dB. Con il CD di Jacques Loussier, “Baroque favorite” edito dalla Telarc, con il brano 3 nella sua parte finale, abbiamo raggiunto senza accorgercene, valori di pressione acustica importanti, come quello di 108,7 dB. Si tratta di un valore ragguardevole che viene facilmente raggiunto da sistemi decisamente più grandi dei Sovran e spesso caricati a tromba. Stupisce inoltre, il fatto che questa freschezza dinamica non è accompagnata, come solitamente accade, da fatica di ascolto o nervosismo indotto nell’ascoltatore (stati di ansia e di inquietudine). Tutto scorre naturalmente e se non fosse stato per il fonometro, non avremmo mai pensato a simili valori nei picchi dinamici. Ecco quindi la seconda particolarità che, pur non attirando tanto l’attenzione dell’ascoltatore, possiedono questi diffusori: la freschezza e capacità dinamica, segno tangibile di ottima qualità sonora. Accertato il valore di sensibilità, nonché la dinamica che questo sistema è in grado di restituire, possiamo dire con certezza che si tratta di uno fra i pochi diffusori audiophile oriented (vi ricordo che spesso i diffusori audiophile sono delle vere e proprie schifezze improponibili, con suono spento e lento come le lumache, in modo da non dare fastidio agli audiofili schizofrenici…), in grado di soddisfare questi fondamentali parametri oggettivi. Ciò permette a questi diffusori, come vedremo in seguito, di trovarsi perfettamente a loro agio anche durante l’emissione dei grossi pieni orchestrali di musica sinfonica, situazione che da qualche decennio, da quando si sono perduti molti concetti tecnici relativi alla progettazione dei diffusori, è appannaggio solo dei sistemi di dimensioni decisamente maggiori dei Sovran, parecchi indicati nel nostro Standard Minimo. Il bilanciamento timbrico che offrono questi diffusori è straordinario.
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Il livello di emissione delle tre zone principali, bassi, medi ed alti, è perfettamente bilanciato, senza privilegi di sorta. Questo permette di ascoltare le voci e gli strumenti musicali in modo molto credibile, come in sistemi di maggiori dimensioni. Devo prendere atto che il bilanciamento timbrico è molto simile a quello degli Ursa Major, appartenenti alla Serie Constellation. Per cui è possibile parlare di Sound Chario, ossia l’esistenza di un suono che accomuna i diversi modelli Chario, con miglioramenti qualitativi in rapporto al costo dei diffusori. La percezione sonora dell’ascolto di questi diffusori è quella di un suono ben sostenuto nella zona del calore, mai affaticante, coniugata ad una trasparenza da diffusore planare, grazie all’utilizzo del nuovo tweeter, tagliato a 1.180 Hz. Ma si va oltre, come vedremo nell’analisi dei dischi. Questa trasparenza è coniugata da una ricchezza armonica che spesso i planari non possiedono. Non si tratta di iperdettaglio, ma la capacità di introspezione del segnale presente ai suoi morsetti di ingresso; ciò grazie anche all’utilizzo dei magneti al neodimio, non sfocia mai in finzione e fatica di ascolto. C’è poco da fare: i Sovran ci sorprenderanno… Infatti, devo ammettere di essermi divertito a testare questi diffusori. Mi incuriosivano i lati nascosti del loro progetto: innanzitutto la loro capacità di emissione delle basse frequenze a 360° e l’emissione posteriore, pur fortemente attenuata, della gamma media…; dall’altro, è stato molto piacevole in virtù di prestazioni sonore molto veritiere, ricche di armonici, che mi hanno evitato sofferenze prolungate, durante i diversi test di ascolto. Difficile per me ascoltare un sistema non all’altezza del Reference System. Il suono del pianoforte è sempre stato straordinario. Ciò non vuol dire che i Sovran non facessero notare le cattive dalle buone registrazioni: anzi… Solo che l’impostazione timbrica dei diffusori è talmente naturale che pur con le diverse tipologie di registrazione, il pianoforte è sempre stato un… pianoforte. Si tratta di uno degli strumenti più difficili da riprodurre. Io l’ho suonato per parecchi anni e devo dire che, d’accordo anche il prof. Cotzia (anzi è lui che me l’ha fatto notare), è sempre stato veritiero e piacevole. Lo si nota ad esempio, nel brano 1, “Moderato” del CD Ferruccio Busoni, “24 preludi”, incisione Velut Luna del 2005, che utilizzo spesso per le mie prove di ascolto. Si tratta di uno stupendo piano, corposo, trasparente, dove è possibile udire distintamente i colpi dei martelletti, ma accompagnati da una musicalità encomiabile. L’emissione e naturale e ricca di armonici, coniugata ad una grana sonora finissima. Indubbiamente, dal punto di vista timbrico, una prestazione migliore degli Ursa Major che vi ricordo costano la metà, per cui onore a quest’ultimi! Con Chopin, suonato da Alberto Boischio del CD Sicut Sol, possiamo saggiare con il brano 1 le doti dinamiche del pianoforte. Il crescendo della pressione acustica è restituito in modo talmente naturale da farlo passare inosservato: incredibile! Si tratta di un fortissimo che molti impianti induriscono durante l’esecuzione, segno dei raggiunti limiti dinamici. Gli Academy Sovran mostrano di potere appartenere alla serie prestigiosa Academy della Chario, restituendo il tutto in modo perfetto. Vi ricordo che questa prestazione si ottiene, dopo un bel periodo di massaggio dei diffusori e, soprattutto, con il posizionamento su tre punti di appoggio. Diversamente, qualche durezza ed impuntatura dovute alla mancanza di sovrasmorzamento, e quindi di scarico delle vibrazioni e di scioltezza dei componenti, sarà inevitabile. Con la Viola da Gamba del CD Tobias Hume, “The first part of ayres”, suonato da Bruno Re, etichetta Velut Luna, registrato nel 2005, i Sovran mostrano di essere dei diffusori atipici. Il timbro di questo particolare strumento c’è tutto, molto simile ai diffusori planari. La veridicità, la trasparenza ed il microdettaglio del suono delle corde della Viola da Gamba, sono ai massimi livelli. Però, contrariamente ai planari, il bilanciamento timbrico è nettamente più veritiero, complice l’emissione corretta delle basse frequenze, che giustamente ne arricchiscono il timbro, donando il giusto calore che questo strumento possiede.
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HI-FIGUIDE - GUIDA ITALIANA ALL’ALTA FEDELTA’ ESOTERICA ED HIGH-END INTERNAZIONALE Rispetto agli Ursa Major indubbiamente assistiamo ad un maggiore controllo, trasparenza, microdettaglio. Rispetto ai planari in genere, assistiamo al miglioramento della trasparenza, poiché accompagnata da una quantità incredibile di microarmonici, coniugato ad un bilanciamento timbrico nettamente più credibile. Siamo a livelli di Quad ESL 63, Martin Logan CLS, Magneplanar 3.6 R, solo che rispetto a questi diffusori otteniamo un bilanciamento timbrico ancora più naturale; i sistemi appena citati, possono ottenerlo solamente con l’aggiunta di una coppia di subwoofer, come rimarcato da Giacomo Pischedda nel n. 10 di HFG, nel corso del test delle Maggie 2.5 R. Indubbiamente i Sovran sono all’altezza di certi miti… L’ascolto della chitarra del CD Artisti Vari, “Musica per una o due chitarre”, della Opus 3, stupisce non poco. Si sentono perfettamente gli sfrigolii delle dita sulle corde ed il variare delle note è sempre fluido; il senso del ritmo è incredibile, condito ad una pastosità della gamma bassa che dona veridicità e corpo alla chitarra. Con l’ascolto dell’organo nel CD Artisti Vari, “Musica romantica per organo” della Sicut Sol andiamo sul pesante. Si tratta di una splendida incisione, che viene valorizzata solamente da sistemi hi-end in grado di riprodurre la banda compresa tra i 16 ed i 32.000 Hz. Il brano 11, di E. Bossi, “Canto della Sera”, è impietoso per questo test. I Sovran, come in precedenza gli Ursa Major, restituiscono un organo maestoso e commovente, anche se per ovvie ragioni fisiche, in certi momenti, non riescono a restituire in modo immanente le note continue sotto i 30 Hz. Ciò nonostante si ode distintamente il soffio del mantice dell’organo, donando veridicità all’ascolto. Si spiega così il nostro stupore nell’ascoltare tutti i brani precedenti. I Sovran rendono l’ascolto completo e godibile, perché nonostante le loro dimensioni non certo paragonabili ad altri sistemi dinamici, come ad esempio i Serendipity, sono stati progettati in modo da restituire tutto il segnale audio presente nella registrazione. Nulla di paragonabile alla prestazione di certi diffusori che sembra che la musica finisca a 50 Hz! Ecco spiegato il bellissimo bilanciamento timbrico e la veridicità delle prestazioni sonore. Il fatto di fare udire ciò che è contenuto alla frequenze più basse, automaticamente dà voce e corpo a tutti gli strumenti, nonostante i 16 Hz siano un po’ scarsini. I lettori di HFG sanno a cosa mi riferisco: il timbro degli strumenti musicali è tanto più veritiero, tanto più estesa è la risposta in frequenza dei diffusori, soprattutto verso le bassissime frequenze. Ancora una volta l’ingegnere Mario Murace ha centrato l’obiettivo di ottenere un bilanciamento timbrico credibile, in un diffusore di dimensioni non ragguardevoli; addirittura, il suo capolavoro l’ha ottenuto diminuendo la cubatura ed il numero di vie rispetto agli Ursa, al contempo migliorando il loro suono…. L’ascolto della musica sinfonica conferma che siamo in presenza di diffusori di elevatissima qualità. Da un ventennio a questa parte sono spuntati come funghi diffusori che sono stati espressamente progettati per non riprodurre la musica sinfonica. Mi piace vedere la questione in questi termini per evitare di utilizzare parole decisamente offensive, non solo verso moltissimi costruttori di patacche ma soprattutto nei confronti dei direttori e recensori di altre riviste. Non mi posso ancora dimenticare negli anni ’90, nel corso di una mostra a Ragusa, quell’audiofilo che batteva il piede mentre ascoltava da un minidiffusore B&W, “Pini di Roma” di Ottorino Respighi: mancava metà degli orchestrali, compreso l’organo, e forse lui non lo sapeva. Con il CD Artisti Vari, “HiFi Spectacular, volume 2”, della Reference Recording, saggio i Sovran con diversi brani sinfonici, iniziando dal 2, “I pini della via Appia”. I Sovran ruggiscono come leoni senza scomporsi minimamente. Il brano viene interamente restituito, senza dimenticare o tralasciare qualche dettaglio o strumento musicale. Certo non con l’immanenza della gamma bassa di diffusori nettamente più grandi, ma in modo talmente completo e godibile, da soddisfare la stragran-
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de maggioranza degli audiofili. L’ascolto dei successivi brani di questo CD, mette in evidenza un fatto inquietante: i Sovran non hanno paura di nulla! Tale fatto si nota anche passando all’ascolto del CD di Camille Saint-Saens, “Symphony n. 3 Organ”, etichetta Dorian. Come per gli Ursa sono partito con il IV movimento “Maestoso”, che per i classici diffusori dinamici e per molti planari, più che maestoso è collassante. Gli Academy Sovran lasciano senza fiato, sfoderando sin dalle prime battute la loro classe esoterica, senza scomporsi minimamente nemmeno durante i pieni orchestrali. Il senso del ritmo è decisamente allo Stato dell’Arte, paragonabile a quello dei migliori sistemi di diffusione del suono mai realizzati. Qui il divario con gli Ursa decisamente aumenta. Una prestazione difficilmente riscontrabile in altri diffusori, se non dal costo triplo, ciò nonostante la prima ottava, per forza di cose, è restituita più attenuata di come dovrebbe essere, ma c’è! La spazialità, la trasparenza e gli armonici sono presenti a vagonate. La stanza si riempie di musica, facendo intravedere la posizione di tutti gli strumentisti, anche quelli che si trovano in fondo alla sala da concerto, non quella mia di ascolto. Fantastico, mai sentito nulla di simile da un nanerottolo di 120 cm di altezza. Tutti gli strumenti possiedono una luce ed un’anima propria, come se ognuno di loro facesse a gara per farsi notare meglio, ma è tutto amalgamato, tutto proviene da un’unica sorgente sonora, che sappiano essere composta da una coppia di diffusori posti a circa tre metri da noi. I pieni orchestrali caratterizzati da ripetuti colpi di timpano o di gran cassa, sono restituiti imperiosi e spaventosi, esattamente come voleva l’autore, quando redisse l’opera. Il secondo Movimento è stato l’inno all’essenza della musica. Non ho parole per descrivere una situazione difficilmente ottenibile con diffusori di questo costo. E’ un chiaro sintomo che i diffusori costano meno di quello che sanno dare e la catena con cui sono collegati li mette perfettamente in grado di esprimere le loro massime prestazioni. Provate ad ascoltare il pizzicato dei contrabbassi, che si ergono dal nulla ed invadono la sala di ascolto, ad una distanza superiore ai limiti fisici della stessa. Stato dell’arte. A questo punto ho pensato che nel prosieguo dell’ascolto non mi sarei dovuto stupirmi più di tanto: l’effetto sorpresa era svanito. Macché! Passando alla musica barocca e rinascimentale, con le “Quattro Stagioni” di Vivaldi, l’ascolto del brano 6 “Presto” dell’”Estate”, sia del disco della Divox Antiqua, sia quello della Velut Luna, mi hanno fatto fare un balzo dalla poltrona. Questo brano è un ottimo test per la risposta ai transienti, poiché gli strumentisti suonano alla massima velocità di esecuzione umanamente possibile, senza che abbiano ingurgitato sostanze dopanti. All’ascolto il suono mi sembra familiare, tanto familiare che ho subito intuito che si trattava di un avvenimento storico. La velocità di esecuzione, il senso del ritmo e la risposta ai transienti espressi dai Sovran sono direttamente paragonabili a quelli espressi dal mio sistema di diffusione del suono, senza scollamenti ed esitazioni. Il taglio a 1.180 Hz del tweeter dei Sovran (i miei sono tagliati a 900 Hz) è l’artefice delle notevoli prestazioni nella risposta ai transienti: solo un piccolo trasduttore o un trasduttore planare di altissima qualità sono in grado di restituire simili prestazioni. Dal punto di vista timbrico nulla da eccepire: tutti gli strumenti ad arco mantengono le loro caratteristiche timbriche come ormai Sovran ci ha abituato, differenziando agevolmente le due tipologie di registrazioni. Stato dell’arte. A questo punto mi prende la curiosità e decido di passare ad ascoltare il mio “impero” ossia buona parte delle mie cantanti preferite, che scherzosamente ed affettuosamente definisco “femmine canterine”. Decido per una maggiore completezza e coerenza di effettuare la recensione degli stessi brani utilizzati con gli Ursa Major, in modo che possiate farvi un’idea su come suonano questi diffusori.
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HI-FIGUIDE - GUIDA ITALIANA ALL’ALTA FEDELTA’ ESOTERICA ED HIGH-END INTERNAZIONALE Inizio con Rebecca Bakken, soprattutto per saggiare il contrabbasso registrato in modo poderoso nel brano 2 “Say goodbye to what is gone” del CD “The art of how to fail” della Emarcy del 2003. Il contrabbasso è molto presente e controllato. Si tratta di una ottima prestazione, ma che sarebbe rovinata con l’utilizzo del subwoofer, semplicemente perché il suono del contrabbasso è già particolarmente abbondante nella registrazione. Ottimo il suono delle corde, rugose e trasparenti, superiori a quelle restituite con gli Ursa, pur mantenendo la stessa pressione acustica. La voce della Bakken è perfetta, veritiera, non arrotondata nelle sue asprezze, presenti in questa registrazione. Passando a Tierney Sutton della Telarc, si entra nel mondo dell’altissima qualità della registrazione. Gli Academy Sovran non si lasciano sfuggire l’occasione per urlare ad alta voce che adesso sono loro il nuovo riferimento “elettrostatico”, facendo un po’ di pernacchie agli ESL 63. Il brano 1 “Just squeeze me” del CD “Blue in Green”, lo utilizzo spesso per regolare le basse frequenze nei sistemi dotati di subwoofer e per verificare il controllo delle risonanze dei diffusori e dell’ambiente. In questo brano il contrabbasso è molto morbido ma potente, per cui è facile mandare in crisi i diffusori, i quali spesso si impuntano, sputacchiando il basso di qua e di là, soprattutto indurendolo. I Sovran mostrano un controllo decisamente superiore degli Ursa Major, anche se nemmeno loro scherzavano; si tratta di un controllo assoluto, coniugato a ricchezza di armonici, fraseggio e morbidezza al tempo stesso. Straordinario! Questa registrazione è un capolavoro della Telarc, dotato di suoni morbidi, profondi e suggestivi, conditi con una spazialità encomiabile ed una voce che più che veritiera è riproposta. I Sovran si comportano egregiamente sfoderando una voce assolutamente priva di risonanze, nonostante al contempo emettano frequenze basse e potenti. Il bilanciamento timbrico rivela ancora una volta la sua perfezione e, diciamola tutta, potremmo persino fare a meno del subwoofer. L’ascolto del brano 11 “Just you, just me” proietta questi diffusori nell’olimpo dei migliori componenti che mente umana abbia mai concepito, migliorando notevolmente le prestazioni già notevoli, espresse dagli Ursa. Il fraseggio tra la batteria, i piatti e la voce è restituito in modo ancora più credibile e naturale: se non lo avessero migliorato mi sarei preoccupato non poco... Nelle prestazioni del tweeter l’incremento superiore di prestazioni, che restituisce piatti vividissimi e presenti, con una risposta ai transienti entusiasmante. La riproduzione spaziale è quella che Sovran ci ha ormai abituato e di cui spesso non ce ne rendiamo conto, tanto è la naturalezza di emissione: in questo caso, una piccola sala da concerto in casa propria. Anche la gamma bassa è straordinaria per controllo e morbidezza, nettamente migliore degli Ursa. Con il CD Diane Schuur & Maynard Ferguson, “Swing for Schuur” della Concord Records, intendo saggiare la tenuta in potenza della gamma medioalta. Grazie alla sua notevole dose di energia e di dinamica in tutto lo spettro di frequenze, in particolare in gamma medioalta, è in grado di fare andare in crisi sistemi che possiedono seri limiti dinamici. Dal primo ascolto, rimaniamo ancora una volta stupiti. E’ chiaro che siamo in presenza di un diffusore elettrostatico e siamo stufi di essere presi in giro dai Sovran che si presentano come diffusori dinamici. Difatti, sottoposti ad interrogatorio con la luce della lampada sparata sul tweeter, dopo 48 ore si sono arresi ed hanno confessato che Murace li ha travestite da diffusori dinamici per fare un dispetto… ai recensori! Nel brano 3 “Deep purple” la voce della Schuur è perfetta in tutte le sue caratteristiche che la rendono inconfondibile. Nel pieno orchestrale, si assiste all’inno dei fiati in pompa magna, pur senza che insorgano fastidiosi acuti trapananti e fatica di ascolto. La distorsione di questo diffusore è decisamente bassa, addirittura alla pressione acustica raggiunta nel corso di questi lunghi ascolti, inesistente. Ascoltando le altre cantanti, tra cui Sara K. e Diana Krall, si ha la certezza che le voci si dimostrano essere uno dei punti di
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forza dei Sovran, fatto importantissimo: se le voci sono credibili, tutto il resto è come fare una passeggiata. Lo sostengo da anni. Quella della Sutton ad esempio, è precisa, con sibilanti controllatissime e veritiera, più vicina al mio sistema che agli Ursa. Passando al jazz strumentale, la prima cosa che ho voluto testare sono stati i contrabbassi. Non contrabbassi qualsiasi, ma quelli ripresi da Telarc nel CD Artisti Vari, “Super Bass”, concerto dal vivo magistralmente eseguito da tre grandi Maestri del contrabbasso quali sono Brown, Clayton e Mc Bride. Questo CD è un test infernale per qualsiasi diffusore. Spesso nemmeno lo utilizzo, perché inutile aspettarsi una bella figura da certi sistemi. Avendo gli Ursa Major in precedenza fatto una bella figura, era interessante verificare se i Sovran, date le dimensioni più piccole, potessero esprimere le stesse prestazioni grazie all’impiego del push-pull. Devo dire, nonostante conoscessi bene dal punto di vista tecnico l’implementazione del push-pull, che ero partito non dico scettico, ma con la speranza che potessero fare almeno bene come gli Ursa. Mi sono accorto in questo frangente che stavo tifando per loro: vi accorgerete quando li sentirete (mi raccomando ben rodati…), che gli Academy Sovran si fanno amare dal primo ascolto. Messo il CD nel Denon DCD 2000 AE, seleziono il brano 5 “Who cares?”. Ray Brown in questo brano fa vedere di cosa è capace un contrabbasso dotato di un puntale particolare, quando viene tirata la corda più lunga, fin quasi a romperla, per poi lasciarla andare. Se trovate questo CD vi consiglio di ascoltarlo la prima volta a volume “bassino”. Decido di partire con il volume regolato come se stessero suonando i miei diffusori. Molto bello l’inizio, con la batteria discretamente sostenuta, ma ritmata. Tra 0.11 e 0.12 tre colpi di pizzicato di contrabbasso a bassissima frequenza: bene, non come quando si parte dai 16 Hz, ma i bassi sono ottimamente modulati, puliti, netti, potenti quanto basta. Rispetto agli Ursa i Sovran mostrano un controllo decisamente maggiore ed una maggiore freschezza nella risposta ai transienti. Considerate che sono pilotate in questo momento dall’Aloia ST 140, che in gamma bassa difficilmente viene superato. La musica prosegue molto nitida e ritmata, con spunti dinamici e basse frequenze che, al livello in cui eravamo, i Sovran potevano anche “esplodere”, come ad esempio durante il notevole impatto dinamico tra 2.48 e 2.56 e tra 3.20 e 3.32. Indubbiamente gli Ursa ed i Sovran si somigliano nella discesa verso le basse frequenze: entrambe sono dichiarate a 35 Hz a meno 3 dB. Ma i Sovran mostrano un controllo straordinario ed un impatto migliore. I woofer utilizzati sono da 20 cm anziché da 17 e la configurazione in push-pull li aiuta non poco negli altri parametri. Per giunta sono di dimensioni minori… Dal punto di vista tecnico l’obiettivo è stato centrato e viene dimostrato come sia nella teoria come nella pratica, grazie all’adozione del push-pull, è possibile diminuire la cubatura del mobile a parità di frequenza di taglio delle basse frequenze. Anche il tipo di accordo reflex utilizzato a sezione variabile, contribuisce non poco alle prestazioni finali. Nulla a che vedere con la semplice riduzione della cubatura, accordo in reflex e wooferetto da 15 cm ed in ogni caso con tutti quei sistemi progettati ad orecchio. Qui si tratta di una evidente evoluzione tecnologica. Ciò non vuol dire che i Sovran abbiano tutti i bassi! Le leggi della fisica si fanno sentire. Un parallelo con le ESB 7/06 fanno notare che il basso con loro scende maggiormente. Si tratta però di un altro progetto: cassa chiusa di notevole cubatura con woofer da 32 cm. Ciò permette a parità di frequenza di taglio, un roll-off meno attenuato rispetto al reflex (12 dB rispetto ai 18 dB per ottava) che consente di udire ancora meglio le frequenze più basse. Nella sostanza, tutti e tre i diffusori – Sovran, Ursa Major ed ESB 7/06 – per ottenere le prestazioni pure di classe hi-end, hanno bisogno dell’ausilio del subwoofer. Tra i tre i Sovran però, suonano in modo tale che “volendo” se ne potrebbe fare a meno.
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HI-FIGUIDE - GUIDA ITALIANA ALL’ALTA FEDELTA’ ESOTERICA ED HIGH-END INTERNAZIONALE Continuando l’ascolto, voglio verificare la dinamica e la trasparenza dei diffusori ancora con il jazz strumentale. In apertura vi avevo già accennato al CD di Jaques Loussier, “Baroque favorites”, della Telarc. Questo contiene alcuni brani che mettono in crisi molti diffusori a causa della notevole energia della gamma bassa. In particolare il brano 2 (Handel: Sarabande and variations from suite n. 11. Variation n. 2) è una bestia nera per tantissimi componenti audio, non solo per i diffusori. Nelle battute iniziali vi sono contrabbasso e grancassa che suonano all’unisono ad un livello molto elevato. Fare una sorta di impasto per torte è facilissimo e più di una volta ho sentito dire, a giustificazione, che la registrazione non è ben riuscita. I Sovran riescono a migliorare ulteriormente la già ottima prestazione degli Ursa Major, restituendo il brano in modo incantevole, ritmato, potente e contrastato. Si nota maggiormente l’aria attorno al suono degli strumenti, tipica dei diffusori hi-end. Notare come tutti gli strumenti siano perfettamente amalgamati tra loro nonostante i picchi orchestrali. Da questo punto di vista i Sovran ci hanno stupito per la facilità con cui hanno raggiunto notevoli picchi dinamici. A più riprese ed in diverse occasioni, con pressioni acustiche medie differenti, i picchi dinamici hanno superato agevolmente la soglia dei 103 dB, in particolare al termine del brano 3. Se non fosse stato per il fonometro acceso, non ci saremmo mai accorti dell’elevato valore di pressione acustica, tanto bassa è la loro distorsione ed elevato il punto in cui cominciano ad indurirsi. Persino a 108,7 dB di picco non abbiamo notato tracce di indurimento o qualsiasi traccia che facesse supporre il raggiungimento del limite dinamico. Ovviamente, tengo a ribadirlo, con il diffusore posizionato su tre punti di appoggio, che sui suoi classici 4 punti la situazione si modifica un poco; in più, in un ambiente di 35 metri quadrati. Eccezionale! Con gli strumenti a percussione che interessano la gamma alta ed altissima, passo adesso a verificare le prestazioni dei diffusori nella gamma medioalta. Voglio soprattutto verificare, quanto sinora era stato ben restituito, ossia se questo nuovissimo tweeter da 32 mm di diametro, fosse in grado di emettere frequenze altissime. Un diffusore che aspiri alla classe hi-end, deve essere in grado di superare i 22.000 Hz, o perlomeno non avere limitazioni in banda udibile. Il CD adatto allo scopo è quello solitamente utilizzato di Marilyn Mazur, “Elixir”, della ECM, che recentemente ha ottenuto l’HI-FIGUIDE Gold 2007. Il brano 15 è perfetto per testare la risposta ai transienti dei diffusori su tutto lo spettro di frequenze e l’impatto dinamico in gamma bassa. Il brano inizia con dei suoni percussivi di strumenti come campanellini a stilo e piatti di varia natura. I Sovran rispondono meglio degli Ursa, restituendo i suoni impulsivi con elevati armonici ed altrettanto buona coda sonora. In effetti, molti diffusori planari, specialmente quelli a larga banda, tendono a troncare la coda sonora, a causa dell’eccessivo peso della membrana vibrante. Tante volte da questo punto di vista, i diffusori dinamici dotati di ottimi tweeter sono impareggiabili, come alcuni modelli Avalon. I Sovran mostrano tutta la loro classe di diffusori hi-end e sono convinto che questo parametro migliorerà decisamente superate le 500 ore di utilizzo. Da notare anche il suono delle campane, molto realistiche ed interminabili nel loro lento decadimento sonoro, caratterizzate da un timbro pieno e corposo. Indubbiamente questi diffusori non offrono il fianco a nessun genere di critica. Nello stesso brano è contenuta anche una sequenza di bassi, molto efficace per testare la dinamica e la presenza della gamma bassa. I colpi prodotti da queste grandi percussioni, arrivano improvvisamente ed inaspettatamente, dopo avere sentito piccoli strumenti a percussione in metallo. Anche gli Academy Sovran rendono giustizia a questo formidabile effetto sonoro, udibile solo con diffusori da pavimento di grossa stazza (con i planari ad esempio è appena accennato). Un effetto decisamente realistico, condito con un’ampia dose di spazialità veramente encomiabile. Ovviamente, come per gli Ursa, per ottenere il massimo dell’effetto contenuto nella registrazione, l’aiutino del subwoofer sarebbe gradito per il raggiungimento di prestazioni sonore realmente complete.
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Amo concludere i miei test con la musica Pop, in modo da verificare il comportamento dei diffusori con un genere che solitamente è ben restituito con diffusori monitor. I Sovran hanno dimostrato di restituire ottimamente i grandi complessi sinfonici, stupendo non poco gli ascoltatori intervenuti in ascolti programmati, proprio a causa del trabocchetto delle dimensioni non certo elevate; trabocchetto che vi ho ampiamente spiegato dal punto di vista tecnico. Per cui dovrebbero cavarsela più che bene con questo genere, la cui escursione dinamica è certamente inferiore alla sinfonica o a certi brani jazz, ma presenta una emissione acustica ed un impatto costante a medio-alto livello. Inizio con la mia preferita, Britney Spears, CD “oops!… I did it again”, della Jive. In particolare il brano n. 9, “Where are you now”, lo utilizzo per controllare l’emissione delle basse frequenze e per la verifica di certi esperimenti esoterici…. Pensate che il pieno orchestrale di questo brano è semplicemente perfetto, ma spesso nel corso di ascolti effettuati in altri impianti è accompagnato da una certa dose di indurimento del suono, segno di chiare limitazioni dinamiche. I Sovran fanno nettamente sentire sin dalle prime battute il suono della grancassa, imperioso e potente: sembra di ascoltare diffusori notevolmente più grandi, che ormai posso dire a ragione che è una delle impronte che Chario dona ai suoi diffusori. La voce della Spears è calda e molto naturale, veritiera. Ottima. Il pieno orchestrale è perfetto. Stupisce maggiormente l’impatto dinamico presente nel brano n. 8, decisamente infernale, più da rock che da pop: in questo caso i diffusori si comportano in modo inaspettato, senza impuntature, veloci, contrastati. Non è prestazione comune, non paragonabile a quella dei grossi monitor JBL, ma per un ascolto domestico di alta qualità, indubbiamente un sicuro riferimento. Per maggiori approfondimenti, vi consiglio di leggere il “Riflessioni Audio” presente in questo stesso numero. Nella musica pop spesso si eccede con l’introduzione dell’eco nella voce, generando artificiosità. Ultimamente ho scovato un CD dove la voce della cantante è ben ripresa e registrata, a dispetto di tutte le previsioni. E che voce! Si tratta di Anna Tatangelo, nel suo ultimo lavoro “Mai dire mai”, edito dalla GGD. Il brano di riferimento è il numero 4, “Lo so che finirà”, una tragedia ben interpretata…. Come scritto nella prova degli Ursa, si tratta inoltre, di un brano ottimamente registrato. Mi sono divertito a riascoltare sempre questo brano, man mano che procedeva il rodaggio. Ricordo al primo ascolto che la voce era affetta da un bel po’ di risonanze: se fossi stato un recensore come gli altri, non me ne sarei accorto o accorgendomene, avrei detto che i diffusori andavano male… L’esperienza mi ha lasciato indifferente nei confronti di una prestazione non riuscita: era il primo giorno con diffusori appena montati. Questo fatto però mi ha disturbato non poco, pensando a ciò che altri potessero sentire in occasione di mostre audio, come ad esempio al Top Audio, o in negozio con diffusori nuovissimi. Per cui da un lato c’è questa recensione; dall’altro l’audiofilo che magari ascolta i diffusori nuovi in negozio… Mi sono tranquillizzato, relativamente, quando ho pensato al fatto che la maggior parte delle occasioni in cui ho partecipato alla mostra, gli audiofili si sono mostrati particolarmente distratti o talmente superesperti da non capire un’acca! Per farla breve, l’evoluzione della qualità della voce della Tatangelo nel corso dei mesi è stata drammatica. Ad un certo punto, specialmente con i diffusori posizionati su tre punti, da affetta da qualche risonanza che era all’inizio si è trasformata in fatata… La differenza sonora tra i tre e 4 punti di appoggio, risiede proprio in questi piccoli particolari: suono magico e fatato su tre punti; ottimo suono su quattro… L’incidenza del rodaggio e la qualità dello stesso, ha contribuito fortemente sulle prestazioni finali. Perfettamente messi a punto, i Sovran aumentano l’aria contenuta nel brano rispetto agli Ursa Major: tutto si fa etereo, impalpabile; la Tatangelo viene ricreata nella sala di ascolto con un effetto oleografico e… purtroppo alla sue spalle
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HI-FIGUIDE - GUIDA ITALIANA ALL’ALTA FEDELTA’ ESOTERICA ED HIGH-END INTERNAZIONALE intravediamo Gigi… Viene nuovamente ricreato nella mia sala di ascolto un piccolo teatro, dove la Tatangelo recita con la giusta dose di disperazione. La voce è talmente veritiera e naturale che sembra quasi riproposta, più che riprodotta! Ad impianto ben caldo, è possibile notare la sensualità e l’eroticità della voce, molto simile a quella emessa dai miei diffusori. La sensazione di dinamica è ottima; il basso sostiene con il giusto peso la musica e si amalgama con questa. L’armonica, presente in certi momenti, è perfettamente restituita, con elevato senso della realtà. Da questo punto di vista, complice la qualità non eccelsa della registrazione, la prestazione dei Sovran non si discosta molto da quella degli Ursa, segno che anche questi sono ben realizzati, il cui limite può essere soprattutto individuato in una minore risoluzione, trasparenza e controllo delle basse frequenze. Per concludere l’ascolto del genere Pop, passo a Laura Pausini. Nel CD “The best of…”, della CGD East Western, si trova un brano che utilizzo da anni per il controllo dell’impatto dinamico e del sostegno della gamma bassa al brano musicale. In particolare questo brano è accompagnato da una grande vibrazione dell’aria, che giunge sino al punto di ascolto. Questa vibrazione è generata da numerosi strumenti che emettono note verso la parte bassa. Se non c’è, vuol dire che la gamma bassa è arretrata o insufficiente rispetto a quella media ed alta ed il pathos di cui è ricco questo brano scompare, rendendolo simile a come lo si ascolta alla TV, in auto o da coloro che possiedono impianti terminati con minidiffusori. Si tratta della traccia 11, “In assenza di te”. Anche i Sovran, come gli Chario Ursa Major, riescono a restituire questo pathos, accompagnando una Pausini vivida e naturale, ancora infantile. I pieni orchestrali sono ben riprodotti, senza tentennamenti o sbavature, dimostrando definitivamente che si tratta di diffusori di alto livello qualitativo. Ciò che migliora sono i microparticolari, la quantità di armonici e una drastica riduzione di piccole ed innocue risonanze, che rende l’ascolto maggiormente godibile e coinvolgente. Due note sull’ascolto con il SACD. I Sovran hanno dimostrato di potere restituire anche i segnali audio di maggiore ampiezza e dinamica, contenuti nel SACD, rendendo palese la differenza tra il suono del digitale a normale risoluzione e quello ad alta risoluzione. Una situazione in cui spesso tantissimi diffusori non riescono nemmeno a cogliere l’essenza. Tutti i dischi ascoltati sono stati restituiti esattamente come sono registrati, in modo convincente e con un maggiore senso di realismo. Le voci sono migliori rispetto a quelle ascoltate in CD, con assenza ancora maggiore di microrisonanze, che sembravano non esistere… La trasparenza migliora tanto che tutti gli strumenti acquistano un maggiore senso di veridicità. L’estensione in gamma altissima aumenta decisamente; questo è un fatto importante che contribuisce indubbiamente alla collocazione di questi diffusori nell’olimpo dell’hi-end e nel segmento dello Stato dell’Arte nella classe di appartenenza. Grandiosi! Infine, vi ho accennato in certe occasioni della spazialità. Questi diffusori restituiscono ciò che è registrato. Per cui, se la registrazione ha un effetto monitor (ossia con strumenti ripresi in modo ravvicinato), i diffusori proietteranno in avanti il suono con dovizia di particolari, ma con un grande senso di ambienza. Se invece, si tratta di registrazioni dove l’ambienza della sala in cui è stato registrato l’evento è un parametro richiesto e ricercato, i diffusori vi proietteranno in quella sala da concerto. In tutti i casi, i diffusori hanno sempre fatto in modo di dilatare le dimensioni fisiche della sala di ascolto. Rispetto agli Ursa migliorano decisamente questo parametro. Sin dal primo istante, i diffusori emettono un grande suono, svincolato dalla loro emissione, tanto grande che qualcuno degli ascoltatori ha pensato seriamente che fossero accesi i miei Reference System. Ciò a dimostrazione della loro corretta progettazione, che tiene conto anche della risposta fuori asse. Pensate che
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gli ascolti seduti fuori dal divano centrale, lateralmente dove si trova la porta, sono sempre godibili e nonostante l’elevata decentrazione, il soundstage rimane integro esattamente come si presenta ascoltando al centro, ma con le dovute modifiche dell’ascolto laterale. Questo fatto è una situazione fuori dal comune. Da questo punto di vista, ascoltarli con la musica lirica si è dimostrato uno spettacolo! Sappiamo che nelle registrazioni non esistono tanti parametri spaziali tanto decantati da molti audiofili e recensori, come ad esempio la dislocazione degli strumenti nello spazio tridimensionale. Spesso le registrazioni sono effettuate in modo decisamente diverso, con strumenti addirittura registrati in tempi e luoghi differenti. Ciò nonostante, gli Academy Sovran danno la bellissima quanto piacevole sensazione di trovarsi di fronte ad una esecuzione lirica live, dove i cantanti possono essere seguiti nei loro movimenti ed azioni…. CONCLUSIONI Molti lettori di HFG intervenuti al nostro Meeting hanno ascoltato questi diffusori con l’idea e la speranza che non andassero bene o che tutto sommato non valessero poi così tanto da doverli acquistare. Sarebbe piaciuto anche a me per voi lettori, affermare che se acquistate gli Ursa Major fate benissimo e risparmiate un bel gruzzoletto. Purtroppo non è così. Se è vero che spesso il settore hi-end è popolato da prodotti dal costo vergognosamente alto, è altrettanto vero che poche altre volte, “acquisti ciò che spendi”. Nel caso degli Academy Sovran la situazione è migliore! La capacità industriale che possiede la Chario Loudspeakers è diversa da quella di moltissimi costruttori di diffusori dalle dimensioni aziendali decisamente ridotte, pur possedendo un ottimo know-how. Questi diffusori costano decisamente poco in rapporto a quanto offre la concorrenza. Se non ci credete, prendete gli annuari ed i cataloghi e verificate voi stessi: controllate il prezzo, la manifattura, il peso, le dimensioni, il numero degli altoparlanti, la qualità degli stessi, la costruzione del mobile ed il progetto. Non fate gli allocchi pensando solo al suono che esprimono gli altri. Per potere valutare correttamente il suono di un diffusore non basta andare al Top Audio o in negozio: occorre esperienza e competenza tecnica. Mai poi, come nel settore dei diffusori, il suono è la diretta conseguenza del… diffusore. Pertanto posso candidamente affermare che a parità di prezzo i Sovran non hanno diretti concorrenti. Ad esempio non lo sono i B&W 802, né tanto meno i Pro Ac Response D80. Direi di osservare i concorrenti più costosi e valutare se il loro maggiore costo non sia semplicemente il frutto di elevati costi di gestione o di rincari vari. I Sovran sono a tutti gli effetti un riferimento. La qualità del progetto è di primissimo ordine. L’attento studio dei dettagli, le rilevazioni strumentali indispensabili per il corretto funzionamento dei diffusori e l’ottimizzazione del tutto in sede di ascolto, la tecnologia impiegata, hanno contribuito a creare un diffusore dalle qualità sonore ineccepibili. In tutti questi mesi gli Academy Sovran hanno dimostrato ottime doti di sensibilità e di dinamica, unite ad un tasso di distorsione realmente basso, fattori che incidono sulla qualità del suono e sulla loro flessibilità. Ad esempio è possibile amplificarli con pochi watt, potendoli così abbinarli ad amplificatori in Classe A dalla potenza minima di 30 watt, dal costo abbordabile rispetto ad altri di maggiore potenza. Se optate per la bi-amplificazione potete abbassare la potenza per l’amplificazione della gamma medio-alta. Durante tutto l’arco di utilizzo non hanno mai mostrato di volere più watt di quelli che gli abbiamo dato, soddisfacendo tutte le voglie di pressione acustica, ovviamente mai esagerata oltre ogni limite: giusta! Ma i Sovran sono un avanzamento tecnologico. Ciò non si realizzava da anni nel campo dei sistemi di diffusione del suono. Sono lieto che tale progetto sia stato realizzato
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HI-FIGUIDE - GUIDA ITALIANA ALL’ALTA FEDELTA’ ESOTERICA ED HIGH-END INTERNAZIONALE dalla Chario Loudspeakers, a dimostrazione che vi è un made in Italy che non è solo una facciata, ma il concreto connubio di idee, risorse umane e tecnologia. Il riuscire a ridurre leggermente gli ingombri ed a diminuire una via rispetto a quanto realizzato con gli Ursa Major, a distanza di 10 anni dalla loro nascita, senza perdere nulla sul campo, nemmeno un minuto ed insignificante particolare, anzi, migliorandone le prestazioni sonore, non è cosa da poco. Grazie alle sue doti dinamiche ed alla elevata banda passante, i diffusori mostrano di essere musicalmente flessibili. E’ possibile ascoltare parecchi generi musicali; anche la musica sinfonica che con le sue grandi masse orchestrali e picchi dinamici, dona piena soddisfazione. La magia che donano alla musica, permea tutti i generi musicali ascoltati. Si può godere di un ascolto completo della stragrande maggioranza dei brani, senza perdere di vista ciò che intendeva l’autore al momento della creazione del brano, in virtù anche di un ottimo bilanciamento timbrico. Vanno bene persino con la musica Pop! Se volete essere pignoli e pretendete da questi diffusori prestazioni hi-end di livello assoluto, ciò è possibile, non sostituendoli con un altro modello più costoso, ma semplicemente abbinandoli ad una coppia di subwoofer attivi di elevatissima qualità, come alcuni modelli della Velodyne con woofer da 18, 15 o 12 pollici. In questo modo usufruirete di un realismo maggiore nella emissione di strumenti di grandi dimensioni quali l’organo, il gong, il timpano, nonché nell’impatto delle grandi orchestre sinfoniche. I Sovran sanno affascinare comunque,
già così, con la loro magia sonora, classe e trasparenza, per cui spetta a voi decidere la soluzione che più si adatta alle vostre esigenze di audiofili. Contrariamente ad altri diffusori hi-end, non dovete ipotecare nulla per l’acquisto di chissà quale strano amplificatore. Li abbiamo ascoltati soprattutto con il vecchio quanto attuale Aloia ST 140… e i diffusori hanno suonato benissimo, migliorando il loro suono collegati con gli ST 13.01i. Potete quindi, se avete problemi di budget acquistarli ed ascoltarli con il vostro amplificatore integrato: i Sovran sono ottimi diffusori non oggetti chiamati a fare ogni tanto i diffusori solo se collegati con amplificatori da 20.000 euro… e sapranno restituire la vostra fiducia. In più, i Sovran piacciono alle donne! Possiedono un’estetica favolosa e non v’è stata donna che non abbia espresso i suoi mugolii di gioia vedendoli, dando dei catorci pacchiani ai miei diffusori…. Anche il loro collocamento ambientale non è stato difficile, e nemmeno diverso da quello effettuato con diffusori similari. A causa di dimensioni ancora più contenute rispetto agli Ursa, possono essere inseriti 2 in ambienti anche inferiori ai 20 m . Se non ci credete non è affar mio. Io la metterei in questi termini: l’evoluzione del suono elettrostatico…. Benvenuti, Sovran! Vi stavamo aspettando. Francesco S. Piccione
IMPIANTO UTILIZZATO PER IL TEST DELLE CHARIO ACADEMY SOVRAN Impianto di Francesco S. Piccione con sistema di diffusione del suono a 3 vie, in triamplificazione attiva, The Music Dream System Reference IV SORGENTE DIGITALI Lettore di CD/SACD: Denon DCD 2000 AE. PREAMPLIFICATORE Aloia PST 11.01i: a stato solido, a due telai separati con alimentazione induttiva ed assenza di controreazione negativa (Zero feedback). FINALI DI POTENZA Bartolomeo Aloia ST 140: 40 W a stato solido, dual mono, con 8 dB di controreazione negativa. Aloia ST 13.01i: 30 W a stato solido, a due telai separati con alimentazione induttiva. Zero Feedback di controreazione. CAVI DI COLLEGAMENTO The Music Dream ACCESSORI SMORZATORI DI VIBRAZIONI Tutti i componenti audio, elettroniche e diffusori, sono poggiati su tre punti, tramite un sistema di smorzamento particolare simile al HFG The Energy descritto in Laboratorio Esoterico. TAVOLINO PORTAELETTRONICHE The Music Dream Air Table: tavolino a tre pilastri a differente frequenza di risonanza e smorzamento, per una migliore e distribuita efficacia smorzante. Sistema di sostegno dei ripiani non risonante, saldati ai tre pilastri per la realizzazione di una rigida struttura di sostegno ai ripiani. Esclusivi ripiani di appoggio delle elettroniche, realizzati con materiali a differente effetto smorzante, disaccoppiati ad
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FOTO I Chario Academy Sovran nella nostra principale sala di ascolto, in compagnia dei mastodontici Reference System.
ELENCO DEI DISCHI UTILIZZATI PER IL TEST JAZZ STRUMENTALE Artisti Vari, “Super Bass”. Telarc. 1997. Bruce Dunlap, “About home”. Chesky Records. 1999. Jacques Loussier, “Baroque favorite”. Telarc. 2001. Marilyn Mazur, “Elixir”. ECM. 2008. Silvia Bolognesi Living Quartet, “Varii”. Reflexio. 2007 JAZZ VOCALE Rebecca Bakken, “The art of how to fail”. Emarcy. 2003 Diane Schuur & Maynard Ferguson, “Swing for Schuur”. Concord Records. 2001. Tierney Sutton, “Blue in Green”. Telarc. 2001. Sara K. “No cover”. Chesky Records. CLASSICA Camille Saint-Saens, “Symphony n. 3 Organ”. Dorian. 1998. Antonio Vivaldi, “Le quattro stagioni”. Divox Antiqua. 2004. Vivaldi & Piazzolla, “Le otto stagioni”. Velut Luna. STRUMENTI SOLISTI Artisti Vari, “Musica per una o due chitarre”. Opus 3. 2005. Artisti vari, “Musica romantica per organo”. Fabio Framba, organo. Sicut Sol. 2000. J. S. Bach, “Suites per violoncello solo, BWV 1007-1012”. Anner Bylsma, violoncello Stradivarius “Servals”. Sony. 1992 Ferruccio Busoni, “24 preludi”. Velut Luna. 2005. Tobias Hume, “The first part of ayres”. Bruno Re, viola da gamba. Velut Luna. 2005 POP Anna Tatangelo, “Mai dire mai”. GGD. 2007/08. Laura Pausini, “The best of…”. CGD East Western, 2001. Britney Spears, “oops!… I did it again”. Jive, 2000. SAMPLER Artisti Vari, “24 hours of love”. Chesky Records. Artisti Vari, “Test CD 4”. Opus 3. 2004. Artisti Vari, “Musica per una e due chitarre”. Opus 3. 2005. Artisti Vari, “XLO Test & Burn-in CD”. XLO Reference Recording. Artisti Vari, “Super test CD 8”. FIM. 2007. Artisti Vari, “HiFi Spectacular volume 2”. Reference Recording. 2008. ELENCO DEI SUPER AUDIO CD Dave’s True Story, “Unauthorized”. Chesky Records, 1999.
Diana Krall, “The Girl in the other room”. Verve.
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HI-FIGUIDE n. 15, Ottobre 2008. In copertina i diffusori Chario Academy Sovran. In questo numero la pubblicazione integrale di questo articolo, completo di foto. CAMPAGNA ABBONAMENTI 2008/09 9 numeri di HFG a € 39,90
EDITORE FRANCESCO S. PICCIONE HI-FIGUIDE, HI-FIGUIDE MUSIC, HICLASS GUIDE, VIDEOGUIDE Le nostre riviste di approfondimento sulla cultura della qualità. I migliori esperti, appassionati, recensori e tecnici, li troverete solo in queste testate. Per la migliore informazione possibile. HI-FIGUIDE, HI-FIGUIDE MUSIC, STANDARD MINIMO, HI-FIGUIDE AWARDS, HI-FIGUIDE GOLD sono proprietà di Francesco S. Piccione. HICLASS GUIDE, HICLASS AWARD & HICLASS GOLD sono proprietà di Francesco S. Piccione. VIDEOGUIDE è proprietà di Francesco S. Piccione. www.hi-figuide.com www.hiclassguide.com All Rights Reserved ® - Copyright © 2008 Qualsiasi forma di riproduzione della rivista senza consenso scritto dell’editore è un reato, punibile secondo le leggi a tutela del diritto di autore dello Stato Italiano e delle norme internazionali.
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