Il Patriota Cosmico Omelie per Birrerie con Terzine per Cantine
Centro Missionario Francescano & Editrice Guerrino Leardini laperlapreziosa@libero.it
Introduzione breve... Tantissimi amici, per l’esattezza due, mi hanno suggerito: «Ma perché non la smetti di copiare i libri degli altri e non scrivi qualcosa di tuo!? La fantasia ce l’hai! Tirala fuori!» Se la presunta fantasia esiste, essa giace sotterrata sotto cumuli di pigrizia che, naturalmente, non ho alcuna voglia di rimuovere. Ho pensato ad ogni modo di far finta di dare ascolto al loro consiglio e di cimentarmi in questa operetta sul vino e sulla birra. Naturalmente continuerò a fare come al solito: a copiare a destra e a manca, razziando da autori di genio (quasi sempre da Chesterton!) pensieri bell’e pronti, che hanno già allargato i sorrisi e aguzzato i pensieri di tanti, o almeno i miei. Vi chiedo però di non dire niente ai miei due amici, e per cortesia, nemmeno alla case editrici
Francesco uno degli di quest sprec
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o Vintrici ispiratori ta carta cata
che pubblicano i miei amati autori: non credo infatti che, con i proventi di questo piccolo libro, riuscirei a pagarmi un avvocato. È pure vero che per molti di questi pensieri sarei disposto a vivere qualche giorno in gattabuia, ma se la cosa si può evitare, evitiamola pure! Dimenticavo di presentarmi: sono un frate francescano marchigiano; vivo, mentre sto scrivendo, sotto il pontificato di papa Francesco, che ha raccomandato ai suoi pastori di avere “l’odore delle pecore”. Se posso scegliermi un profumo a piacere, scelgo quello delle birrerie e delle cantine!
Confesso che ero astemio Come sant’Agostino, bisogna sempre iniziare da una confessione... E allora, confesso che ero astemio! Confesso di aver iniziato a bere birra solo per amore di una ragazza molto carina. Lei beveva 5
per dimenticare giorni storti, e io mi sforzavo inutilmente di aiutarla (ci vuole ben Altro Spirito per vincere certe cose). Confesso di aver iniziato a bere vino solo per amore di un bellissimo Dio. Mi disse un giorno fra Mauro: “Se devi diventare sacerdote devi dire Messa; se devi dire Messa devi imparare a bere il vino!”. Di fronte a questo ragionamento limpidissimo, ho iniziato ad assaggiare il vinello genuino dei colli piacentini che aveva portato da casa. Non ho più smesso. Però mi sono posto davanti una misura: non voglio diventare un intellettuale... alla III media mi fermo sempre! E se devo guidare, anche alla I.
Cronaca di una predica fallimentare La mia prima omelia, la notte di Natale a Mogliano, non fu tra le più riuscite. Iniziai 6
commentando la lettura dove san Paolo invita a vivere in questo mondo «con sobrietà e con pietà». La parola “sobrietà” mi fece subito venire in mente la frase di Chesterton: Bisogna ringraziare Dio per la birra e il borgogna non bevendone troppo. Allora iniziai a predicare: «Come scriveva un autore inglese “Bisogna ringraziare Dio per la Bibbia e per il borgogna non bevendone troppo”... scusate non era la Bibbia, ma la birra...». È stato un disastro, ma sostituire la birra con la Bibbia, dopotutto, come lapsus freudiano, non è niente male per un frate! Ma ora basta parlare di me. Scusate, non lo farò più... Ora spazio ai giganti! 7
Ricordati che sei ancora vivo! Non nego che debbano esserci i preti per rammentare agli uomini che un giorno dovranno morire. Dico soltanto che, in certe epoche strane, è necessaria un’altra specie di preti, chiamati poeti, per ricordare agli uomini che ancora non sono morti. Il regalo di me stesso Da bambino avevo appeso alla sponda del mio letto una calza vuota, che al mattino si trasformò in una calza piena. Non avevo fatto nulla per produrre le cose che la riempivano. Non ero nemmeno stato buono: lungi da me! E la spiegazione era che un certo essere che tutti chiamavano ‘Santa Claus’ era benevolmente disposto verso di me... Una determinata agenzia benevola mi aveva dato quei giocattoli per niente. 8
Eccolo il Cheste
l grande erton!
Io ci credo ancora. Ho semplicemente esteso l’idea. Allora chiedevo solo chi metteva i giocattoli nella calza, ora mi chiedo chi mette la calza accanto al letto, e il letto nella stanza, e la stanza nella casa, e la casa nel pianeta, e il grande pianeta nel vuoto. Una volta mi limitavo a ringraziare Babbo Natale per qualche biscotto. Ora, lo ringrazio per le stelle e le facce in strada, e il vino e il grande mare. Una volta pensavo fosse sorprendente trovare un regalo così grande da entrare solo per metà nella calza. Ora sono felice e stupito ogni mattina di trovare un regalo così grande che ci vogliono due calze per tenerlo, e buona parte ne rimane fuori! È il grande e assurdo regalo di me stesso, e all’origine di esso vi è un Babbo Natale che me l’ha dato in un fantastico momento di buona volontà. (Chesterton, Lettera a The Tablet of London)
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Cominciamo dal Paradiso Terrestre Spero sappiate che nei quattro fiumi dell’Eden scorrevano latte, acqua, vino e birra. Le acque gassate comparvero sulla terra solo dopo la caduta dell’uomo. (Chesterton)
Capite quanti danni ha fatto il peccato? Vedete dove nasce il dramma della Pepsipsicofantacola!? Per Chesterton il peccato originale è un fatto evidente come le patate: basta osservare la gente per strada o guardarsi allo specchio la mattina! Gilbert ci dice poi una cosa bellissima: che la dottrina del peccato originale è la base di ogni ottimismo: con essa finalmente sappiamo perché, a volte, facciamo schifo. Ma, grazie a Dio, siamo liberi con la Confessione di tornare come bambini, di riacquistare l’innocenza perduta... A proposito di libertà, leggete i prossimi brani... 10
L’unico animale ribelle: l’uomo La cosa sorprendente non è come l’uomo assomigli alle bestie, ma quanto ne differisca. La scimmia, pur avendo le mani, con esse non fa quasi nulla: non gioca a dadi e non suona la chitarra. Gli elefanti non costruiscono templi di avorio, nemmeno in stile rococò; i cammelli non dipingono nemmeno dei brutti quadri, benché forniti in abbondanza del materiale per fabbricare molti pennelli di pelo di cammello. Chi ha trovato mai un formicaio decorato di statue di formiche celebri? No, l’abisso fra l’uomo e le altre creature può avere una spiegazione naturale, ma è un abisso. Si parla di animali selvaggi, ma l’uomo è l’unico animale selvaggio. È l’uomo che ha rotto i freni. Gli altri sono animali sottomessi, che seguono la rude rispettabilità della specie. Tutti gli altri sono animali domestici; l’uomo solo è sempre ribelle, sia come depravato sia come monaco. È proprio dove la biologia si ferma che incomincia la religione. 11
La libertà di stringere la mano a Dio La potenza cristiana è come un gigante che in un impeto di strana generosità si sia tagliato la mano destra perchè questa possa liberamente consentire di stringergli l’altra. Tutte le filosofie moderne sono catene che uniscono e legano; il Cristianesimo è una spada che separa e mette in libertà. Perchè un uomo possa amare Dio è necessario che ci sia non soltanto un Dio da essere amato, ma anche un uomo che liberamente lo ami. Uno strano animale Nessun animale ha mai inventato qualcosa di brutto come l’ubriachezza, ma neppure qualcosa di bello come la birra.
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La libertà di bere
La grande democrazia americana ha dichiarato che bere vino è malsano; che il vino in cui Cristo trasformò l’acqua di Cana è un veleno da proibire per sempre (Nostro Signore ha trasformato l’acqua in vino, non in birra allo zenzero!). Il Parlamento inglese, famoso per l’arte del compromesso, ha stabilito che il vino non è un veleno alle 14,55 del pomeriggio, ma diventa veleno alle 15,05. Se si dicesse questo a un italiano qualsiasi, direbbe solo: «Che peccato che persino il cervello forte del Duce abbia ceduto». A questo punto vi chiedo di ricordare l’antico principio sulla libertà: l’uomo libero ha la proprietà di se stesso: può danneggiarsi con il bere o rovinarsi al tavolo da gioco. Se lo fa, è sicuramente un dannato stupido e potrebbe perfino diventare un’anima dannata. Ma se non può farlo, non è un uomo libero, non più di un cane. (Chesterton, Radio Chesterton) 13
Le due seti dell’uomo vivo Di fronte a pallidi intellettuali curvi su di sé a interrogarsi: «Essere o non essere?», un uomo membruto con rasserenante tuono di voce risponde: «Essere!» e abbandona il pugno massiccio sul tavolo d’una osteria londinese. Questo bel tipo è Chesterton. Nessuna meraviglia che si trovi all’osteria: se l’uomo è assetato d’infinito, è anche, l’uomo reale e intero s’intende, assetato di birra. E l’una e l’altra sete, ciascuna nel suo grado e nel suo ordine, fanno parte di quella realtà concreta che è l’uomo vivo. (Card. Giovanni Colombo)
La stessa sete sentiva l’autore dei Salmi migliaia di anni fa: «O Dio, tu sei il mio Dio, all’aurora ti cerco, di te ha sete l’anima mia, a te anela la mia carne, come terra deserta, arida, senz’acqua». 14
Fatti per la felicità Per i cattolici è dogma fondamentale di fede che ogni essere umano, senza eccezione alcuna, viene particolarmente fatto e aguzzato come freccia lucente allo scopo di colpire nel centro della Beatitudine. (Chesterton, La Chiesa viva)
Il Paradiso è una questione di mira. Non per nulla san Giuseppe da Copertino, a chi vedeva in peccato mortale, diceva: «Vatti a confessare e drizza lo balestro! Tu non stai mirando verso il vero amore, verso Dio!»
A proposito di precisione... La mia mira nel colpire le bocce non è mai stata così precisa come quella nell’afferrare la birra! (Chesterton, Radio Chesterton)
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Il segreto della gioia Per il pagano le piccole cose sono dolci come i piccoli ruscelli di montagna, ma le grandi cose sono amare come il mare. Quando il pagano guarda all’essenza del cosmo, resta agghiacciato. Dietro gli dèi che sono dispotici, siede il fato che è mortifero... Per il cristiano la gioia è qualcosa di infinito e la tristezza qualcosa di raro e di piccolo... La gioia, modesta pubblicità del pagano, è il gigantesco segreto del cristiano. (Chesterton, Ortodossia)
Una festa di nozze senza fine «L’acqua vide il suo Dio e arrossì». Così ha descritto poeticamente Gibran il miracolo di Cana. Un particolare interessante del racconto è quello del maestro di tavola (il sommelier dell’epoca) che dice a Gesù: «Tutti servono all’inizio il vino buono, e quando la gente è brilla servono il meno buono. Tu invece hai tenuto in serbo il vino buono 16
sino ad ora». Gesù non rifila ciofeche. Il vino del miracolo, oltre ad essere abbondante, è migliore dei migliori! Questo “segno” avviene durante uno sposalizio... Lì gli innamorati parlano dell’immortalità del loro amore, e i cinici li deridono: ma gli innamorati hanno ragione! Devono però sommergere la loro unione in Dio e ricordarsi di invitare sempre alle loro nozze Colui che sa moltiplicare all’infinito il vino e la gioia.
Il paradiso è qui Signore, facci ricordare che il tuo primo miracolo, a Cana, lo facesti per aiutare gli uomini a far festa. Facci ricordare che chi ama gli uomini, ama anche la loro gioia, perché senza gioia non si può vivere... Fammi comprendere, Signore, che il Paradiso è qui, nascosto dentro di me. Se voglio, comincerà a brillare veramente e durerà tutta la vita. (Dostoevskij, I fratelli Karamazov)
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Teologia del bere sano
Secondo alcuni si dovrebbe bere il vino solo come medicina. Su questo punto dissentisco con particolare ferocia. L’unico modo veramente pericoloso e immorale di bere il vino è quello di berlo come medicina. La regola sensata nella questione si presenta come un paradosso: Bevete perché siete felici, ma mai perché siete infelici. Non bevete mai quando, senza l’alcol, vi sentite derelitti, o sarete come il bevitore di gin dalla faccia grigiastra nel suo tugurio; ma bevete quando, anche senza alcol, sareste felici, e sarete come il ridente contadino italiano. Non bevete mai perché ne sentite il bisogno, perché è un modo razionale di bere, e la via per la morte e per l’inferno. Bevete perché non ne sentite il bisogno, perché questa è la maniera irrazionale di bere e l’antica salute del mondo. Da più di trent’anni, l’ombra di Omar Khayam si è distesa sopra la letteratura inglese... Qualcuno ha definito Omar «il triste, lieto 18
Viv non viva b. Fra
vere, acchiare! assati
vecchio persiano». Triste, lo è; lieto, no davvero. Omar è stato, per la letizia, un nemico peggiore dei puritani. Le libagioni di vino di Omar Khayam sono riprovevoli, non in quanto libagioni di vino. Sono riprovevoli, e assai riprovevoli, in quanto libagioni terapeutiche. Sono le libagioni di un uomo che beve perché non è felice. Il suo è il vino che esclude l’universo, non il vino che lo rivela. Non è il modo di bere poetico, che è gioioso e istintivo; è il modo di bere razionale, che è prosaico come un investimento, insipido come una dose di camomilla. La vera obiezione, che un cristiano versato nella filosofia muoverebbe contro la religione di Omar, non è che egli non assegni alcun posto a Dio, ma che gli assegni un posto eccessivo. Egli ignora il libero arbitrio che costituisce il valore e la dignità dell’anima. Non nega l’esistenza di Dio, ma nega l’esistenza dell’uomo. È la religione desolata del carpe diem di Oscar Wilde; ma la religione del carpe diem non è la religione di 19
persone felici, bensì di persone molto infelici. La grande gioia non coglie i boccioli di rosa finché può; i suoi occhi sono fissati sulla rosa immortale che Dante poté vedere. La grande gioia ha in sé il senso dell’immortalità. La causa per cui si leva la bandiera può essere sciocca o effimera; l’amore può essere un’infatuazione giovanile e durare una settimana. Ma il patriota pensa la bandiera come eterna; l’amante pensa il suo amore come qualcosa che non può finire. Questi momenti sono colmi di eternità; questi momenti sono gioiosi perché non sembrano momentanei. L’uomo non può amare le cose mortali. Può solo amare cose immortali per un istante. Le emozioni umane non sono mai dure e mai simili alle gemme; sono sempre pericolose, come le fiamme. C’è solo un modo per cui le nostre passioni possono diventare dure e simili alle gemme, vale a dire, diventando fredde come gemme. Non possiamo neppure godere appieno di un pas‑de‑quatre a un 20
Omar K filosof bere t
Khayam fo del triste
ballo benefico, se non crediamo che le stelle stiano danzando alla stessa musica. Nessuno può essere veramente ilare, se non l’uomo serio. «Il vino - dice la Sacra Scrittura - allieta il cuore dell’uomo», ma solo dell’uomo che ha un cuore. Solo lo spirituale può avere il morale alle stelle. Alla fin fine, un uomo non può godere di nulla, se non della religione. Omar si dà al piacere perché la vita non è gioiosa: «Bevi - dice - poiché non sai donde vieni né perché. Bevi, perché le stelle sono crudeli e il mondo è vano come una trottola. Bevi, perché non c’è nulla degno di fiducia, nulla degno di lotta». Così si leva offrendoci la coppa nella sua mano. E sull’eccelso altare del cristianesimo si leva un’altra figura, nella cui mano è un’altra coppa di vino. «Bevete - dice - perché l’intero mondo è rosso come questo vino, per il vermiglio dell’amore e della collera divina. Bevete, perché le trombe chiamano alla battaglia e questo è il bicchiere della staffa. Bevete, per 21
questo mio sangue del Nuovo Testamento che è sparso per voi. Bevete, perché io so donde venite e perché. Bevete, perché io so quando ve ne andrete e dove». Il Vino che ridesta Il mistico non desidera alcuna droga, ma vuol bere quel vino che ridesta i morti, ed è per sua natura diverso da tutti gli oppiacei. Contro la globalizzazione del gusto L’industrialismo si vanta del prodotto unico: gli uomini della Giamaica o del Giappone possono bere lo stesso pessimo whisky. Ma il vino, questo dono degli dei, può variare da valle a valle, può essere mille specie di vini senza mai ricordare il sapore del whisky. Il doppio errore L’ubriacone e l’astemio commettono lo stesso errore: considerano il vino una droga e non una bevanda. 22
Domatori di idee
Il pensatore si muove tra le idee come un domatore in una gabbia di leoni. A chi non ha idee, la prima idea che troverà andrà alla testa come il vino ad un astemio. Noè: una vita senza compromessi Noè diceva spesso a sua moglie durante il diluvio: «Non m’importa dove va l’acqua, purché non vada nel vino» (brani di G.K. Chesterton)
Il Cristianesimo è Chianti forte
Il cristianesimo è come un vino di 14 gradi. Bevuto, c’è chi lo regge e chi no. E allora cerchiamo di rafforzare gli stomaci. Ma certi furbi vinaiucci cristianucci scrivono Chianti sull’etichetta e poi fanno capire agli astemi che nel fiasco c’è soltanto dell’acqua tinta. (Domenico Giuliotti)
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La sorpresa Il popolo vuole la sorpresa. Voi dite che possono sempre trovare il maiale vicino al trogolo e la birra nei barili. Ma se un bel giorno trovassero un maiale nel barile e potessero bere birra dal trogolo… ecco, penserebbero di essere in una fiaba. Troppo depresso È normale che uno si soffermi sul lato oscuro delle cose brutte. Ma quando un uomo vede solo il lato triste dei fiori, delle vacanze o del vino, allora è davvero depresso. L’oppio è l’oppio dei popoli Marx chiamerebbe la fede l’oppio dei popoli: io la chiamerei piuttosto il vino dei popoli. Il letterato (Huxley), che da sempre è più logico del logico, ci fa comprendere che è l’oppio la religione dei popoli. 24
Birre danno i
e che numeri
Birra e Psicanalisi È ormai certo che tutte le azioni umane derivano dalla Birra; il primo vagito non è se non un grido di desiderio, desiderio di Birra. L’azione successiva del neonato è il bere. In fondo al diletto che prova succhiando il latte è il desiderio della Birra. Questo è l’istinto principale. Gli istinti secondari si possono trovare nell’amore per i turaccioli che saltano, nella simpatia per il colore giallo-bruno, per le sostanze schiumose come il sapone. Il bimbo chiama suo padre papà - è il rumore del turacciolo che salta - e sua madre mamma, per riprodurre il rumore di un liquido versato in un bicchiere. Sappiamo che perfino i bimbi in tenerissima età sognano la Birra, che anzi non possono sognare altro...! 25
Imparare a de-gustare L’antico artista serviva il Signore, mentre l’artista moderno serve i signori. L’artista antico riusciva a suscitare l’impressione che i colori fossero davvero qualcosa di significativo e prezioso, come i gioielli. Questo è il compito impegnativo che sta di fronte agli educatori: essi devono insegnare alla gente a degustare i colori come fossero liquori. Hanno il difficile compito di trasformare degli ubriaconi in degustatori. Se il XX secolo riuscirà a portare a termine questo compito, sarà almeno alla pari con il XII secolo. La misura del bere Un uomo dovrebbe mantenersi sobrio quel tanto che gli permetta di riuscire a lodare il vino. (brani di G.K. Chesterton) 26
Bukow
Cristianesimo e felicità Per divertirsi non basta volerlo. Un bambolotto da quattro soldi può far la felicità di un piccino, mentre un ragazzo più grandicello sbadiglierà davanti a un giocattolo costosissimo. Perché? Perché ha perduto lo spirito dell’infanzia. Ebbene, la Chiesa è stata incaricata dal buon Dio di mantenere nel mondo questo spirito d’infanzia, questa freschezza. La Chiesa dispone della gioia, di tutta la parte della gioia riservata a questo triste mondo. Quel che avete fatto contro di essa, l’avete fatto contro la gioia. A che vi servirebbe fabbricare la vita stessa, se avete perduto il senso della vita?... Ho perso l’infanzia e non la potrò riacquistare che attraverso la santità. (Georges Bernanos) La birra è la prova che Dio ci ama e vuole che siamo felici.
wski chi?
(Benjamin Franklin)
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Pensieri sparsi Conoscono poco le donne gli uomini che ne hanno godute molte. Non sono i beoni i migliori giudici del vino. (Ugo Bernasconi)
Mio padre era conosciuto come l’ubriacone della città. Voglio dire, nella maggioranza dei casi non è così terribile, ma noi abitavamo a New York! (Henny Youngman)
Mio fratello era per la bottiglia quello che Louis Armstrong è stato per la tromba. (Hanif Kureishi)
Una bottiglia di birra è arrivata galleggiando sul mare. Dentro c’era un foglio con scritto: “Chiunque trovi questa bottiglia la troverà senza birra dentro” (James Leisly & Charles Green)
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Conoscere i luoghi, vicini o lontani, non vale la pena, non è che teoria; saper dove meglio si spini la birra, è pratica vera, è geografia. (Johann Wolfgang Goethe)
Chiunque sopporti la vista del bicchiere vuoto di un altro uomo, è una carogna. (Michael Curtin)
Il vino migliore è il più vecchio, l’acqua migliore è la più nuova. (William Blake)
Contrariamente ai costruttori di automobili, il vignaiolo resta in balia della natura. Siccome è lei ad avere l’ultima parola, la prima lezione da trarre è quella dell’umiltà. (Henri Plouïdy)
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Il vino è un liquido vivente. Il suo ciclo di vita comprende
giovinezza, maturità, vecchiaia e morte. Se non trattato con ragionevole rispetto, si ammala e muore. (Julia Child)
Meno internet, più cabernet (in un bar del Trentino)
Il vino è la luce del sole tenuta insieme dall’acqua. Il Sole, e tutti i pianeti che gravitano intorno a lui, si prende il tempo di maturare un grappolo di uva, come se non avesse niente di più importante… (Galileo Galilei)
Vuoi annegare i tuoi dispiaceri nell’alcol? Attenzione, sanno nuotare. (Yves Mirande)
Viaggio in Italia conoscendo solo due parole: vino e sigaro. (Gilbert Keith Chesterton)
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Chi non dà trop
Benede
Troppo vino o troppo poco: se non gliene date, non può trovare la verità; se gliene date troppo, neppure. (Blaise Pascal)
Si è sapienti quando si beve bene: chi non sa bere, non sa nulla. (Nicolas Boileau)
Siamo tutti mortali fino al primo bacio e al secondo bicchiere di vino. (Eduardo Hughes Galeano)
Ma che ebbrezza può dare il più famoso vino, se a riceverlo dentro non c’è almeno l’ombra stanca di un sogno? (Corrado Govoni)
Una bottiglia di vino contiene più filosofia che tutti i libri del mondo.
n dà Dio ppo poco.
(Louis Pasteur)
etto XVI
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Sempre pronto a una nuova idea e ad un antico vino. (Bertold Brecht)
Mettere dell’acqua nel vino è coniare falsa moneta. (Michel Bouvier)
Il vino, cioè la parte intellettuale del pasto. (Alexandre Dumas)
La parte difficile dell’essere un barista è capire chi è ubriaco e chi è semplicemente stupido. (Richard Braunstein)
- Terroristi, Sam. Hanno preso il mio stomaco. Stanno chiedendo birra. (Cheers Norm Peterson)
Il vino spara fulmini e barbariche orazioni che fan sentire il gusto delle alte perfezioni. (Paolo Conte)
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Vino e lingua lunga Il vino scioglie la lingua, svela i segreti che non sapevi nemmeno di conoscere (J. Harris) Alle volte, si sa, quando il vino è giù, è lui che parla (A. Manzoni) Quando il vino entra, strane cose escono (F. Schiller) Entra il vino, esce il segreto (Talmud) I veri intenditori non bevono vino. Degustano segreti (S. Dalì) Birra e fraternità I primi frati in Inghilterra, al momento della conversazione e della bevanda, sedevano attorno al fuoco. Talvolta vi appendevano una pentola con posatura di birra e ne bevevano tutti, l’uno dopo l’altro, attingendo con l’unica tazza e dicendo ciascuno qualche parola di edificazione. Poi si beveva con gioia... ognuno era felice di strappare fraternamente al vicino la tazza per bere. (Cronaca di fra Tommaso da Eccleston, A. D. 1258)
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Ganzi birreschi A Vladimir e a Bondy e a me piaceva tanto la birra che, appena portarono al tavolo il primo boccale, tutti e tre facemmo inorridire l’intera birreria, raccoglievamo la schiuma con le mani, ce la spalmavamo sulla faccia e ci mettevamo la schiuma nei capelli come ebrei che si bagnano le pejess con l’acqua zuccherata, alla seconda birra facemmo il bis di spalmamento di schiuma, per cui eravamo lucidi di birra e il profumo si poteva sentire a un miglio di distanza. Soprattutto, però, era (quell’esibizione spassosa) l’espressione della passione per la birra e della passione della giovinezza, che sprizzavamo da tutti i pori. Eravamo dei ganzi birreschi. (Bohumil Hrabal, Un tenero barbaro)
La schiuma è l’allegria della birra. (Ramón Gómez de la Serna)
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La prima sorsata È l’unica che conta. Le altre, sempre più insignificanti, danno solo un appesantimento tiepido, un’abbondanza sprecata. L’ultima, forse, riacquista, con la delusione di finire, una parvenza di potere... Ma la prima sorsata! La beviamo subito, con un’avidità falsamente istintiva. Con tutto un rituale di circospezione e di attesa, vorremmo dominare il miracolo appena avvenuto e già svanito. Ci piacerebbe conservare il segreto dell’oro puro e racchiuderlo in formule. Invece, davanti al tavolino, l’alchimista geloso salva solo le apparenze e beve sempre più birra con sempre meno gioia. E’ un piacere amaro: si beve per dimenticare la prima sorsata. (Philippe Delerm, La prima sorsata di birra...)
Una buona birra può essere giudicata con un solo sorso, ma è meglio essere assolutamente sicuri... (Proverbio boemo)
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Pensieri spersi La botte è l’unico carcere che rende migliori chi ci sta dentro. (Cesare Marchi)
L’Amore inespresso è come il vino tenuto nella bottiglia: non placa la sete. (George Herbert)
Io berrò il latte quando le mucche mangeranno l’uva. (Henri de Toulouse-Lautrec)
Perché un vino possa essere lodato, deve accontentare quattro sensi: la vista, col suo colore; l’odorato col profumo; il gusto col sapore; e l’udito con la sua reputazione. (Erasmo da Rotterdam)
Mi troverete intento a bere rum come un marinaio nei bassifondi, mi troverete a bere birra come un bavarese, mi troverete a bere gin nella più bassa specie di osteria, perché sono un rigido vegetariano. (Gilbert Keith Chesterton)
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Corso ma di Home dall’Am (inizio e fin
attuttino ebrewing mericano ne lezione)
Una birra vuota è un’opportunità per un’altra birra. (Peter Cogan)
L’appetito per la birra è stata la forza trainante che ha portato l’umanità nomade alla vita del villaggio: ha portato alla coltivazione permanente e all’agricoltura. (Alan Eames)
Quando Matusalem sentì dire: “Chi beve birra campa cent’anni”, domandò: “Ma che è, veleno?” (Anonimo)
«Per fare il pane e per maturare l’uva ci vogliono nove mesi», disse il padre. «Nove mesi?», disse la madre. Ci vuole lo stesso tempo per fare un uomo. (Ignazio Silone)
Chi s’ubriaca malamente, in tre maniere offende: nuoce al corpo, all’anima ed il vino perde. (Bonvesin della Riva) 37
Chiunque può bere birra, ma ci vuole intelligenza per godersi la birra. (Stephen Beaumont)
Porta il fulmine imbottigliato, un bicchiere pulito e un cavatappi. (Charles Dickens)
Benché l’uomo sia già composto per il novanta per cento di acqua, gli astemi non ne hanno ancora abbastanza. (John H. Bangs)
Una vita senza amici è come un viaggio senza osterie. (Democrito)
L’alcol non mantiene le promesse. Uno beve per dimenticare la propria moglie, poi torna a casa e la vede doppia. (Henning Venske)
La fermentazione: una scoperta più grande del fuoco. (David Rains Wallace)
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Due cose un uomo non può nascondere: che è ubriaco e che è innamorato. (Antifonte)
Mi piace la birra. Talvolta bevo birra per festeggiare un evento importante come la caduta del comunismo o il fatto che il frigorifero sta funzionando ancora. (Dave Barry)
Nelle lingue europee l’orologio ha tanti nomi, così come il pane. L’unica che ci unisce curiosamente è la parola vino, perché ci unisce la cultura cristiana: il vino serve per la messa, dall’Occidente alla Russia. Quindi l’Europa è una comunità fondata sul vino. (Philippe Daverio)
Il vino eleva l’anima e i pensieri, e le inquietudini si allontanano dal cuore dell’uomo. (Pindaro)
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A trincar senza misura... A trincar senza misura, molto tempo non si dura. Ne affogano più nei bicchieri, che nel mare. Ne uccide più Bacco che Marte (Proverbi popolari) Prima tu prendi un drink, poi il drink ne prende un altro, e infine il drink prende te (F. S. Fitzgerald) Lavoro fino alla birra (S. King) Un bel mattino seppellivano l’assessore Kirìll Yavilovon, morto per due malanni tanto diffusi nella nostra patria: una cattiva moglie e l’alcolismo. (Anton Cechov)
I Francesi la mattina di buonora escono ubriachi dalle cantine con gli occhi rossi e annebbiati, e chiedono a fra Bartolomeo di metterci acqua benedetta. E lui gli risponde: «Alla larga! Mettete l’acqua nei vini, e non dentro gli occhi!» (Cronaca di fra Salimbene da Parma, A. D. 1287) 40
Santa B d’Irla
Un lago di birra per il mio Signore Vorrei un grande lago della birra migliore per il Re dei Re. Vorrei una tavola di cibi ghiotti per la famiglia del cielo. Che la birra sia distillata dai frutti della fede, e il cibo sia l’amore che perdona. Vorrei accogliere i poveri e i malati al mio banchetto, perché essi sono figli di Dio e sua gioia. Che i poveri siedano con Gesù nel posto più alto, e i malati ballino con gli angeli. Dio benedica la nostra razza umana. Dio benedica il nostro cibo e le nostre bevande, Abbraccia, o Dio, ogni casa. (Preghiera di s. Brigida d’Irlanda)
La vendita di birra cattiva è un crimine contro l’amore cristiano.
Brigida anda
(Statuti Comune di Augsburg Law, XIII secolo) 41
La parola ai santi Che vita è quella di chi è privo di vino? (Bibbia) Dal sudore dell’uomo e dall’amore di Dio, la birra è entrata nel mondo (s. Arnoldo di Metz) Tutte le parole dei Vangeli sono vino ottimo. Perciò il Signore convertì l’acqua in un vino nuovo con cui inebriare quelle nozze. Il vino di questa vite è sempre dolce, le sue parole senza falsità (s. Bruno) Gli uomini sono come il vino. Alcuni diventano aceto, i migliori invecchiano bene (s. Giovanni XXIII) Oh questi predicatori! Vi proibiscono ogni gioia, ogni cibo, ogni sorriso; vi vogliono tutto il giorno in chiesa, sempre a digiuno. Ah! Traditori dell’umanità! Nutriti di ogni gioia, ma della gioia del peccato non usarne (s. Francesco di Sales) Nostro Signore non ha trovato materia più solenne del vino per trasformare il suo sangue (K. Huysmann) Anch’io sono una vigna, e i miei frutti saranno raccolti per il torchio. E come vino nuovo sarò tenuto in botti eterne (Gibran) Maria, l’uomo beve 42
Ven. G Barolo
Giulia Cobert
il proprio odio come un buon vino, e più odia e più si sente ebbro, e più si sente ebbro più abbandona le rive della tua giovinezza (A. Merini) Non c’è fiume che uguagli il rosso fiume dell’uomo, il buon vino (GKC) Non c’è festa senza vino: immaginatevi di finire le nozze di Cana bevendo del tè (papa Francesco) La buona birra è la base della vera temperanza (Daily Express) Mangiare i tortellini con la prospettiva della vita eterna rende migliori anche i tortellini, più che mangiarli con la prospettiva di finire nel nulla (card. Biffi) Il vino riscalda il corpo, ma la Parola di Dio riscalda la mente (Isacco di Ninive) Vi chiamo ciocote (ubriacone) perché dovete inebriarvi dall’amore divino presente nell’Eucaristia (s. Giuseppe Cottolengo) Dopo che si è gustato il vino della dolcezza dello Spirito di Dio, perde sapore ogni carne (fra Salimbene) Ho sempre creduto che il paradiso abbia la mia birra preferita al rubinetto (R. Wheatley) Prediche corte, tagliatelle lunghe (card. Caffarra) 43
Cose simili in un’osteria...
L’osteria è il luogo in cui ogni uomo è padrone e ogni uomo è ospite. Anche se sono state degradate al rango di negozio di droghe, dovremmo comunque considerare ogni osteria come un tempio. Quando ci imbattiamo in una qualche ubriachezza rumorosa - o peggio, in una ubriachezza tranquilla e dignitosa - dovremmo parlarne come di uomini che si azzuffano in chiesa. “Che degli uomini arrivino a fare cose simili!” dovremmo dire, e poi, con un’incrinatura nella voce e un tono rauco e sommesso, “in un’osteria!”. (Chesterton)
Essere se stessi, non ladri di se stessi Quel che è anormale nel tossicomane non è il fatto che egli usi un veleno, ma che fugga la propria personalità, come un ladro scappa dall’appartamento che ha appena svaligiato (Bernanos) Non desiderare affatto di non essere ciò che sei, ma desidera di essere molto bene ciò che sei (s. Francesco di Sales) 44
Falsi e veri nutrimenti Un bambino non trae il suo nutrimento succhiandosi il pollice, né un adulto lo trova nella sua anima, negando la sua dipendenza da Dio. Credo che il dire grazie sia la forma più alta di intelligenza. (Chesterton) Per finire in bellezza, parliamo di Bellezza Dio è in noi e questa presenza ci rende sensibili al bello. (Delacoix)
«Io dichiaro - strillò Stepan Trofimovic col massimo furore - che Shakespeare e Raffaello stanno più in alto del socialismo, più in alto della chimica. Sapete che senza l’inglese l’umanità può ancora vivere, può vivere senza la scienza, può vivere senza pane, ma soltanto senza la bellezza non potrebbe vivere?» «Non c’è nulla di più bello, di più profondo, più simpatico, più ragionevole, più virile e più perfetto di Cristo. Non soltanto non c’è, ma addirittura, con geloso amore, mi dico che non ci può essere». (Dostoevskij) 45
Quello che vogliono tutti Nero: La paura più grossa dell’ubriacone non è quella di morire per colpa dell’alcol: è restare a corto di alcol prima che gli succeda... Ma se dai un bicchiere pieno a un ubriacone e intanto gli dici che non è quello che vuole davvero, secondo te lui che cosa ti risponde? Bianco: Penso di potermelo immaginare... Nero: Certo. Eppure non è quello che vuole davvero. Perché quello che vuole davvero non lo può avere. Oppure è convinto che non lo può avere. E quindi si ingozza di quello che non vuole davvero. Bianco: E invece cos’è che l’ubriacone vuole davvero? Nero: Vuole quello che vogliono tutti. Bianco: E cioè? Nero: Essere amato da Dio. (Cormac McCarthy, Sunset Limited)
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Colpo di scena: anche l’acqua può essere buona L’autore del Piccolo Principe, Antoine de Saint Exupery, subì un guasto all’aereo ai margini del Sahara. Sperimentò insieme al compagno di volo quale morte atroce è il morire di sete. «Non credevo di essere così prigioniero delle fonti. Si crede che l’uomo sia libero... Non si vede la corda che lo lega al pozzo; ho un cuore arido incapace di formare le lacrime. Il mio esofago è duro e dolorante». Poi avviene il miracolo: una carovana di tuareg si accorge di loro e viene in soccorso «Un arabo appare, di profilo, sulla duna. Ha abbozzato un quarto di giro, che già cambia il mondo. Col semplice atto di girare lo sguardo, egli crea la vita. Ha posato sulle nostre spalle delle mani da arcangelo... Beviamo, bocconi, con la testa nel catino, come vitelli. Tuffiamo l’intero viso nell’acqua... L’acqua! Non hai sapore, nè colore, né 47
aroma, non ti si può definire. Non sei necessaria alla vita: sei la vita stessa. Sei la massima ricchezza che esista al mondo, e sei anche la più delicata, tu così pura nel ventre della terra. Si può morire a due passi da un lago d’acqua salata. Tu non accetti la mescolanza, tu non tolleri l’alterazione. Ma diffondi in noi una felicità infinitamente semplice. Quanto a te che ci salvi, non ricorderò mai il tuo volto. Sei l’Uomo, e mi appari col volto di tutti gli uomini insieme. Non ci hai nemmeno guardati in faccia e ci hai già riconosciuti. Sei il fratello beneamato. E, a mia volta, ti riconoscerò in tutti gli uomini. Non ho più un solo nemico al mondo». Signore, dammi quest’acqua viva, perché non abbia più sete (Gv 4, 15)
Appuntamento finale
Non berrò più del frutto della vite, fino al giorno in cui lo berrò nuovo, nel regno di Dio (Mt 26, 29) 48
Trasformiamo Vino e Birra in Acqua! Dopo aver detto cose sciocche o belle sul vino e sulla birra, ci piacerebbe fare qualcosa di buono per chi manca anche di acqua. Alcuni frati abruzzesi hanno fondato una missione in Burkina Faso, uno dei paesi africani più poveri d’acqua... Vorremmo aiutare loro e le altre missioni francescane in Zambia e Ghana a costruire pozzi nei villaggi più bisognosi. Per scavare un pozzo occorrono 8.000 € Ecco la semplice idea che vogliamo lanciare... Sarebbe bello se una birreria o una ditta, un Comune o degli amici, degli sposi per il loro matrimonio, organizzassero una raccolta di fondi per scavare un pozzo in Africa. Il pozzo sarà chiamato con il nome della cantina, del birrificio, del Comune, della fabbrica o della famiglia che ha finanziato il progetto. Paolo Vallesi, che ha raccolto aiuti per un pozzo in Burkina Faso, ha raccontato: «La felicità era nascosta a settanta metri di 49
profondità. E quando l’acqua si è proiettata verso il cielo disegnando un arcobaleno, l’intero villaggio ha iniziato la danza della beatitudine. Ho visto bambini che ridendo e alzando le mani al cielo saltavano tra gli zampilli. E quelle immagini saranno per sempre dentro di me». OMFR – O.N.L.U.S. Opere Missionarie Francescane Viale Regina Margherita 148 - 65123 Pescara email: missioneburkina@gmail.com Per le offerte: C.C. Postale: 11681657 intestato a: Opere Missionarie Francescane C.C.Bancario: 002533 – Banca Nazionale del Lavoro -Pescara intestato a: Provincia d’Abruzzo OFM Conv. - Missioni
IBAN: IT26K 01005 15499 000000002533 causale: Un pozzo per l’Africa
Per donare il 5 x 1000: CF 00186390688 Referente: fra Fabrizio De Lellis - tel. 338 3323449 Collaboratori: fra Roberto Brunelli - tel. 333 4165150
fra Massimiliano Di Carlo - tel. 334 8566610