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Piazze storiche della citta

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Mosaico di sguardi

Mosaico di sguardi

“Piazze storiche della città” è un progetto promosso da Art Bonus e il comune di Firenze che vede coinvolte Piazza Duomo, Piazza Signoria, Piazza S. Spirito, Piazza S. Croce, Piazza SS. Annunziata, Piazza Santa Maria Novella: le più belle piazze del centro storico fiorentino che sono le anime della città. Questo progetto parte in successione all’annuncio del sindaco Nardella, il 3 luglio 2018, che insieme alla giunta comunale ha previsto l’installazione di 58 nuove telecamere per le piazze del centro storico. “Cinquantotto nuove telecamere per la sicurezza e il controllo di sei piazze monumentali di Firenze. Arrivano nell’ambito dell’attuazione del progetto di videosorveglianza messo a punto Comune di Firenze, Fondazione CR Firenze, Canon Italia e Prefettura di Firenze, che ha coordinato l’operazione attraverso il Comitato Provinciale per l’Ordine e la Sicurezza Pubblica.” L’obiettivo del sindaco, dichiara poi, è “Proseguire nel piano per installarne 750”. Il progetto “Piazze storiche della città” ha come scopo quello di usare questa ordinanza per cercare di recuperare la qualità di questi spazi urbani attraverso il potenziamento delle telecamere cittadine già presenti nelle 6 piazze principali di Firenze, necessarie per un controllo visivo ancora più puntuale da parte delle sale operative, ai fini di una migliore viabilità sulle strade e/o per motivi di Ordine Pubblico, le renderebbe più sicure e quindi più godibili.

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Se George Orwell potesse commentare quanto appena raccontato, cosa direbbe? Puntare mille occhi controllanti sulle piazze pubbliche è davvero l’unico modo che abbiamo di riqualificare e “recuperare la qualità” degli spazi cittadini?

CALEIDOSCOPIO

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Apparecchio ottico costituito da due specchi piani disposti ad angolo, chiusi entro un cilindro e paralleli al suo asse. In una delle due basi del cilindro c’è un foro al quale si porta l’occhio dell’osservatore; l’altra base è costituita da due dischi di vetro tra i quali vengono messi pezzetti di vetro colorati.

SINTONIZZAZIONE TRA I COSMI

Nuove linee di comunicazione

“Le dinamiche emergenti possono distruggere l’ordine esistente. I microbi che danno vita a malattie sconosciute possono velocemente indurre una trasformazione delle strategie politiche dominanti, dei sistemi economici e delle pratiche agricole. Le emergenze però possono anche confluire in speranze collettive”. -Eben Kirskey

Il ragno si adegua, distrugge e ricostruisce continuamente la sua ragnatela in risposta ai mutevoli segnali nel suo ambiente. Facendo ciò i ragni danno vita a piccoli universi, delle reti che possono essere considerate come un’estensione dei sistemi sensoriali e cognitivi del ragno. Formate da complesse reti intrecciate sospese nell’aria, le architetture che costituiscono le ragnatele provengono da incontri tra diverse specie di ragno da quelle più solitarie a quelle sociali e semi-sociali. In questi complessi sistemi ragni diversi di specie diverse si intrecciano nello stesso spazio, creando un ponte tra le architetture delle reciproche ragnatele in cui ognuna racconta una storia di relazioni ibride.

Questi diversi tipi di seta e di ragnatele che si incontrano sfidando la gravità appaiono come galassie fluttuanti che si connettono favorendo la nascita di nuovi mondi sensoriali e linee di comunicazione. Da queste interrelazioni emerge uno spazio in cui le moltitudini si agglomerano diventando comunità: una condizione di immersione fisica in un ambiente in cui si materializzano storie di convivenza tra umani e altre specie; è un modo di sintonizzarsi verso nuovi modi di convivenza. Tomás Saraceno ha articolato un metodo per raccontare le storie dal punto di vista delle ragnatele.

Da qui nasce lo sviluppo di una metodologia computazionale in grado di estrarre dati digitali dalle scansioni della ragnatela. Questo processo ha permesso a Saraceno e al suo team di studio di assemblare informazioni 3D da 110 coppie di diapositive stereoscopiche della rete catturate dal processo di scansione. Attraverso un processo chiamato proiezione ortografica questi dati sono stati compressi in due dimensioni, creando una mappa di linee nere che si intersecano con ciascuna linea e ogni punto assegnato un numero univoco, poiché come il ragno/ragnatela, una mappa non è statica o fissa, ma aperta ed emergente. Interessante notare che le collezioni museologiche solitamente tendono a focalizzarsi sul ragno in isolamento della sua tela, piuttosto che tracciare le architetture materiali che collegano il ragno al mondo e che raccontano storie diverse sull’evoluzione e l’adattamento. In risposta a ciò, e in collaborazione con persone e istituzioni, l’artista Tomás Saraceno sta costruendo invece l’unico archivio esistente di ragnatele tridimensionali articolato a partire dalle relazioni tra le varie unità. Come afferma una studiosa del team Saraceno “La produzione processuale e modellata di ragnatele ibride presso lo Studio Tomás Saraceno ispira il pensiero sulla simbiosi che coinvolge uomo e animali, sulla collaborazione tra moltitudini di creature e su uno spettro di incontri sociali e semi-sociali tra diversi specie.”

immagini a scansione tridimensionale prodotte dalla tecnica Spider Web Scan originariamente sviluppata da Studio Tomas Saraceno.

Angoli di vita

I racconti celati in ogni strada

Associamo spesso la vista di una città vuota a film di fantascienza, come quelli sulla fine del mondo o l’arrivo di zombie e mostri sconosciuti che si appropriano di questa. Eppure scene di questo tipo ora sono diventate realtà, dove le città in lockdown sono caratterizzate da strade vuote, mezzi pubblici desolati, poche auto e un silenzio surreale. Mentre noi ci siamo ritirati nelle nostre abitazioni per contenere la pandemia, a riempire gli spazi urbani arrivano le più disparate specie di animali, sembra quasi che la natura si voglia riappropriare di ciò che gli appartiene. Ogni luogo però porta con sé delle storie, amori nati, risate, cuori infranti, attimi fuggenti, tutto ciò è racchiuso in un brillante progetto di una giovane ragazza intitolato “posti con storie”: Il progetto è frutto di un’ispirazione nata lungo una passeggiata serale per la città di Pinerolo. Durante il cammino l’artista, che rimane in anonimato, nota come per le vie della città ci siano tanti piccoli angoli stupendi, colmi di storie, in cui le persone si ritrovano da sole o in compagnia. Infondo ognuno di noi vive e percepisce un luogo in modo unico e personale, lasciandosi trasportare da sensazioni e ricordi che questo può suscitare. Il progetto si è poi evoluto grazie alla pagina social creata, con l’intento di coinvolgere tutte quelle persone che vivono la città ed hanno un proprio posto del cuore, e che hanno voglia di condividerlo con altri, raccontando le loro storie uniche. Il concept è quello di far scoprire attraverso fotografie e brevi storie, di chi vuole condividerle, determinati posti. Svelando le proprie esperienze significative, che rendono magico un determinato luogo. Un po’ una posta del cuore ma di angoli nascosti nelle città. La pagina social si rivolge a persone giovani, curiose e anche romantiche, che desiderano conoscere piccole storie altrui.

“Un luogo non è mai solo “quel” luogo: quel luogo siamo un po’ anche noi. In qualche modo, senza saperlo, ce lo portavamo dentro e un giorno, per caso, ci siamo arrivati”. Antonio Tabucchi

Nonostante abbia vissuto in quel paesino per quasi 20 anni della mia vita, quella mattina decisi di fare il “turista”. Ormai, saranno quasi 7 anni che non vivo più in Sicilia. Volevo girare i posti che da bambino mi affascinavano ma crescendo iniziavano a diventare troppo stretti. Così stretti che mi spinsero ad andare via: una scelta forzata ma inevitabile. Quella mattina come se fosse la prima volta ritornò la meraviglia. La storia, i paesini dai vicoli a volte strettissimi, i colori, la malinconia di una bellezza “grezza” e i profumi veri che non sanno di metropoli. Adesso che sono cresciuto mi accorgo di quanto la Sicilia sia una delle regioni più affascinanti d’Italia. Purtroppo adesso capisco che non erano i posti in sé ma chi li viveva a starmi stretti.

Quando sei adolescente vorresti evadere dalla tua realtà, qualunque essa sia, perché ti senti stretto e tutto quello che hai attorno non è mai abbastanza. Sono nata e cresciuta a Pinerolo, una cittadina della provincia di Torino.Ho fatto le mie esperienze all’estero per diversi mesi: sono stata in grandi metropoli perdendomi per le strade e vivendo esperienze che hanno contribuito alla mia voglia di conoscere il mondo. Ma il tornare in questa piccola città e trovare ogni volta gli stessi amici, le vie di sempre (di cui ancora ora, dopo 25 anni, non so il nome), vedere il profilo delle montagne, la luce giusta al momento del caffè nel mio bar preferito, ti rende consapevole di alcuni dettagli che hai sempre dato per scontati nella tua vita. È bello avere un posto dove sentirsi sempre a casa.

Studio e vivo a Venezia da quattro anni. Da una settimana e più cerco disperatamente di trovare un momento per poter andare in libreria e oggi sembrava proprio il giorno giusto ma, a causa del mio perenne ritardo, vengo respinta all’ingresso. Non sapendo cosa fare, ormai lontana da casa, mi dirigo d’impulso verso Piazza San Marco: di tanto in tanto mi capita di andarci senza un apparente motivo. La maestosità della basilica mi lascia continuamente senza fiato. Arrivando noto i soliti turisti che accovacciati vicino alle pozzanghere cercano di fotografare il riflesso della basilica sull’acqua. Che buffi! Mi avvio verso casa con una sensazione di malessere a cui inizialmente non riesco a dare una spiegazione. Poi realizzo che tra un mese lascerò Venezia ed ammirare tutto il suo splendore mi sarà impossibile. Torno indietro a scattare nuove foto: ne ho mille di foto di Piazza San Marco ma sembrano non bastare mai.

Lo scorso anno mi è capitata l’opportunità di fare un viaggio in Cina. Erano gli ultimi giorni della mia trasferta e la bellezza di questa cultura mi ha fatto riflettere su molti aspetti della nostra preziosa vita. Ero in aeroporto e stavo aspettando il volo di ritorno: seduto su una poltroncina, scrivevo sul mio diario tutte le emozioni che stavo provando, le mille sensazioni che questo mondo mi stava lasciando. Una delle cose che più mi piace fare durante i miei viaggi è osservare. Osservo attentamente ogni dettaglio per abbracciare a fondo la nuova cultura.In questo mese mi sono stupito, commosso, stancato, innamorato e goduto a pieno tutta l’esperienza. Seduto sulla poltroncina, sfogliavo il mio diario, ripensavo a tutti i bei momenti trascorsi in quei trenta giorni: dalla vista più alta del grattacielo di Shanghai da cui, guardando in basso, mi venivano le vertigini, alla magnifica fatica nel percorrere la Muraglia Cinese; a Pechino e allo stupore che mi aveva invaso appena avevo messo piede in quella metropoli; aver visto a Wenzhou gli alberi più antichi della Cina e aver assaggiato tanti piatti piccanti! Oggi sono a casa, un anno esatto dopo quel viaggio: ho in mano l’album con le foto. Continuo a sfogliarlo avanti e indietro cercando di riportarmi in Cina! Mi commuovo spesso a guardare gli album delle foto, soprattutto quelli che contengono certe fotografie che ricordano che mi hanno cambiato.

Studio e abito a Milano da due anni ma ogni volta che posso torno a Torino per vedere i miei amici. Ero stata invitata a cena da Giacomo nella sua nuova casa da studente a Torino. Durante il pomeriggio, invece di andare a fare aperitivo, siamo andati a fare due passi. Abbiamo trascorso il tempo a chiaccherare e a passeggiare per le stradine del parco vicino casa sua. L’aria era fresca e faceva cadere le foglie dagli alberi. Finalmente eravamo riusciti a trovare un momento per stare insieme e passeggiando abbiamo perso il senso del tempo. Si era fatto tardi e per tornare a casa abbiamo percorso la passeggiata a bordo fiume. Il sole era tramontato e le prime luci dei lampioni cominciavano a illuminare la città. Torino è bellissima, è casa, è amici. Tornarci è sempre bello, è come se ogni volta avessi la possibilità di stupirmi di luoghi già visti. Adoro tornare e passare questi momenti di spensierata felicità: un buon amico e un bel parco. A volte serve poco.

Rivoli. Ci abita F, il mio moroso e prima di conoscere lui non avevo mai avuto modo di passeggiare per le viuzze di questa bella città. La via è nel centro storico ed è quella che porta alla piazzetta in cui abita F. Adoro fermarmi a contemplarla: quando arrivò la sera a trovare F, parcheggio la macchina in una via trasversale, cammino fino al centro di questa stradina e mi volto a seguire le luci dei lampioni per guardare il più lontano possibile. L’aria che sale è sempre fresca e in primavera, a volte, profuma di gelsomino. Intorno a me il silenzio e rimango immobile per qualche istante a godermi quel momento di crescente felicità. Poi mi giro e alzo lo sguardo. Sono felice, sto per vedere F. La luce della sua camera è accesa e contenta ed emozionata mi sbrigo a prendere il telefono in borsa: “sono sotto, aprimi”.

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