Social project

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“Due cuori e una provetta” - J. Gordon


INDICE

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Analisi e ricerca del tema da analizzare, ricollegabile all’aspetto social ed alla quotidianità.

Migliorare e, in qualche modo, risolvere la disforia incontrata nell’analisi.

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Pianificazione e analisi della struttura dei costi/ricavi per sviluppare l’idea di progetto.

Ricollegare alla realtà la traccia progettuale, sviluppando i vari aspetti logistici, burocratici e relativi all’ambito social.

Sunto finale, che sintetizza gli aspetti analitici e le considerazioni emerse dallo sviluppo dell’idea.

dove? contesto progettuale

cosa? business canvas

come? sviluppo progetto

perchè? problema sociale

quando? conclusioni


dove? contesto progettuale

D

urante l’estate la formica lavorava duramente, mettendosi da parte le provviste per l’inverno. Invece la cicala non faceva altro che cantare tutto il giorno. Poi arrivò l’inverno e la formica ebbe di cui nutrirsi, dato che durante l’estate aveva accumulato molto cibo. La cicala cominciò a sentire i morsi della fame, perciò andò dalla formica a chiederle se potesse darle qualcosa da mangiare. La formica le disse: «Io ho lavorato duramente per ottenere questo; e tu, invece, che cosa hai fatto durante l’estate?» «Ho cantato» rispose la cicala. La formica allora esclamò: «E allora adesso balla!»...

Circa la metà del cibo prodotto nel mondo - due miliardi di tonnellate - non viene consumato e finisce nella spazzatura senza essere riciclato.

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STORYBOARD La vita all’interno del supermercato può considerarsi per certi versi un piccolo ecosistema all’interno del quale più attori e situazioni vengono ad incrociarsi tessendo una rete tra servizio e consumatore, con valori che oggi puntano alla fidelizzazione e prezzi d’attacco che catturano il consumatore con offerte e prezzi che a volte, hanno quasi dell’incredibile. Nel fumetto accanto viene riassunta la vita quotidiana all’interno di un qualsiasi supermercato tra fornitori e addetti ai lavori, tra consumatori e negozianti.


perche? problema sociale

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Da piccoli ci ripetevano spesso di mangiare le verdure, di mangiare questo o quello, di comprare una determinata marca che aiutava a fortificare le ossa o chissà che altro, fino a quando prontamente, o forse neppure troppo, venivano smentite le tanto acclamate, quanto inesistenti proprietà benefiche, o la grande convenienza di quel prodotto. Certo, perché spesso si parla di cibo, ma solitamente lo si fa in maniera troppo superficiale e negligente fino a quando grandi allarmi ci impediscono persino di uscire di casa, di mangiare l’insalata coltivata nell’orto del nonno, di usare il basilico del balcone o addirittura respirare l’aria. Con il disastro di Cernobyl, ad esempio, avevamo paura di tutto, con la mucca pazza i consumo di bistecche,

carni e anche latte era drasticamente crollato anche grazie ad allarmismi nati da un’informazione spesso qualunquista e di parte, poco attenta a descrivere la realtà. E non è necessario andare così indietro nel tempo per scontrarsi con qualche stranezza o poca affidabilità in campo gastronomico. Anche i più

affidabili brand cosiddetti Bio, sono passati sotto la lente dei controlli, spesso richiamati per prezzi spropositati poco giustificati, o per provenienze dei prodotti del tutto incerte. Numerosi gli articoli di giornale, anche in questo ultimo periodo, titolano di disastri alimentari dalla poca affidabilità e serietà.

Carne di

ndalo a sc lo : a e Ik e tt e lp o p cavallo, tracce nelle Paesi nel

ndita in 25 ve ti n u p i a d i rs o sc i giorn Le polpette ritirate nei i dna equino nei test effettuati sulle carni d mondo: trovato tracce

Nuovo scandalo all’Ikea: colibatt eri nelle torte, ritirate da 23 Pa e s i Il colosso sv

edese dei mobili, gi à scosso dopo la sc operta di carne di ca servite dai suoi risto vallo nelle polpette ranti, ha reso noto di aver ordinato a di Chokladkrokant. cembre il ritiro di 1.8 00 Taarta

lini o i g a f i a tr o p o t era un n a t u a v : o i r t r a a t nt e m topo è sta francese. i l n u a i d i l o n i a r Scand contaminata dal cadavlela grande distribuzione La scatola rrefour, il gigante de a prodotto C

Mozzarelle blu e chi paga sono gli allevatori

Ennesimo scandalo alimentare, ma i produttori dovrebbero attrezzarsi per chiedere i danni

Veleno nell’in s

alata impor ta

L’agenzia Dp a scrive che il commerciante Francoforte h tedesco all’in a ritirato tutte grosso Oezde le insalate de mir di l produttore « Ortofrutticola La Trasparen za».

ta dall’Italia

...Se invece la formica avesse fatto accomodare la cicala nella sua tana e le avesse offerto del cibo? E la cicala avrebbe dovuto fidarsi della formica? Di mangiare quel cibo che avrebbe dovuto spartire con lei? Sappiamo veramente tutto sul cibo che mangiamo? Sul cibo che compriamo? Sul cibo che paghiamo? Se la formica fosse stata disonesta cosa sarebbe successo alla cicala?...


cosa? business canvas

key partners

key resources

Gli attori chiave partecipano all’attività: azienda che sviluppa il servizio residenti del quartiere, vicini di casa, a stretto contatto con l’azienda ideatrice.

L’azienda offre una struttura chiusa adibita a magazzino e luogo di scambio tra i residenti del quartiere, sede del locale; inoltre vengono offerte delle attrezzature per la conservazione della merce successivamente portata dai fruitori del servizio.

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key activities

value propositions

Baratto di beni: si tratta di una distribuzione basata sulla democrazia, lo scambio di beni di prima necessità e non, con un rapporto quasi familiare. I prodotti vengono “venduti” ed esposti nel locale.

Trasparenza, genuinità, freschezza, tracciabilità del prodotto, riconoscibilità e affidabilità che vanno a contrapporsi con l’offerta ormai erosa della grande distribuzione soggetta a frequenti scandali alimentari, poca affidabilità e poca cura del cliente, oltre al risparmio dei denaro grazie al baratto e alla fiducia nei prodotti e l’interscambio e la relazione culturale tra le persone del quartiere.


regulation

customer relationship Consumer to consumer: le relazioni tra i clienti si basano sullo scambio di prodotti a chilometri zero; ogni cliente partecipante deve pagare una quota minima di iscrizione che servirà a coprire le spese di manutenzione del magazzino con circa 10/20€ al mese.

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Ogni cliente per aderire all’iniziativa deve pagare una quota minima di iscrizione di circa 10/20€, al mese che servirà per coprire le varie spese di manutenzione del magazzino/locale.Con questa quota ogni cliente può depositare gli alimenti, preparati autonomamente e i

prodotti coltivati privatamente, nella dispensa o nel frigo del locale. Per garantire la qualità e la sicurezza l’azienda preleva dei campioni dei prodotti esposti, e ne assicura la freschezza e qualità ponendovi il bollino con il proprio marchio. Per tutelare la salute dei consumatori, ogni offerente lascerà una lista degli ingredienti insieme al prodotto da lui preparato, in seguito controllata dall’azienda. La tipica routine dello spazio di condivisione prevede l’ingresso del cliente che sottopone la merce/ beni (attrezzi, utensili...) all’addetto ai controlli; questo, dopo averne accertato l’affidabilità,

QUARTIERE

CANONE MENSILE

STIPENDIO PERSONALE

SPESE FISSE

GUADAGNO

FONDO AZIENDALE

PICCOLO

15€

700€

100€

700€

70€

MEDIO

12€

1400€

200€

800€

80€

GRANDE

10€

2100€

200€

700€

70€

deposita i prodotti negli appositi spazi. Tutto ciò che arriva viene registrato su un opportuno registro delle entrate e quindi certificato. Successivamente il cliente potrà beneficiare di altri prodotti offerti da altre persone in pari quantità a ciò che ha consegnato all’entrata. Nello specifico se vengono depositati 2 kg di patate il cliente potrà prelevare fino a 2 kg di alimenti di vario genere. Inoltre all’interno del locale vi è uno spazio adibito allo scambio e alla condivisione di beni di consumo diretto quali trapani, aspirapolvere, ferro da stiro e altri elettrodomestici. In caso di imprevisti come la

rottura di un elettrodomestico, una parte della quota guadagnata dalle adesioni servirà per coprire le spese. L’abbonamento consiste in quote mensili che variano con un rapporto direttamente proporzionale alla popolosità del quartiere: un quartiere abitato da 100 famiglie dovrà pagare una quota mensile di 15€ garantendo così la copertura delle spese fisse e un ammontare sufficiente per le eventuali spese variabili o imprevisti.

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L’abbonamento consente di aderire all’iniziativa e di scambiare la quantità di prodotti alla pari con quelli depositati.

deliver

exchange

customer segments Valori che, grazie all’attività ideata andiamo a fornire, ad esempio: ridurre gli sprechi, mangiare cibo sano, ritorno alle origini, risparmio, scambio culturale, prodotti pronti, prodotti a chilometri zero creare occupazione.

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13 collect costs Oltre ai costi relativi all’ordinaria manutenzione dello stabile, in caso di imprevisti come la rottura di elettrodomestici ed attrezzature utilizzate per lo svolgimento del servizio, viene utilizzata parte delle quote acquisite dalle iscrizioni. Ad esempio portando 10 chili di patate, si ha diritto ad un ticket che permete di scamiare i prodotti in egual misura a quelli consegnati. Non è necessrio esaurire il ticket in un’unica tranche, ma è possibile spendere il buono entro la fine della durata dell-abbonamento.


revenue Il ricavo è dato dalla quota abbonamenti direttamente proporzionale al numero di persone che entrano nel locale.

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channels Il canale distributivo principale ruota attorno al passaparola tra i “clienti” che acquistano e scambiano i prodotti; altra publicità nasce da affissioni pubblicitarie shopper dedicate al servizio.


come? sviluppo del progetto brand

grandma barter Così come nella marmellata preparata dalla nonna, affidabilità e bontà vengono richiamati nel logo di grandma barter, sinonimo di sicurezza e tradizione. Ben riconoscibile e appetitoso, il brand richiama ad un passato fatto di condivisione e reciproco supporto tra vicini.

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Anche l’advertising rispecchia la genuità del servizio offerto con particolare attenzione e cura alla comunicazione e sicurezza dei prodotti proposti.

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space Qui è rappresentata la postazione dove pesare i prodotti da acquistare: l’operatore aggiorna quasi in tempo reale il catalogo on line con la merce invendita.

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Il reparto di conservazione dei prodotti freschi è attrezzato con congelatori e frigoriferi in modo da garantire la qualità e la freschezza delle materie prime da acquistare.

map La pianta del locale risulta ampia e ariosa suddivisa in base ai prodotti esposti, sia che siano beni di prima necessità che attrezzi od oggettistica varia.

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reparto utensili Di particolare rilievo è il reparto di prodotti non deperibili, reparto sempre ben fornito e ricco di utensili, attrezzi ed oggetti che comunemente abbiamo in garage, in fondo alla credenza o che sostano da lungo tempo sullo scaffale in cantina. Condivisione è la parola chiave e facilità nel reperire anche il più piccolo oggetto; come avere un’officina di tutto rispetto a portata di mano, facile da consultare e contattare. Una volta terminato l’utilizzo dell’oggetto o attrezzo che sia, si può riportare l’attrezzo con la propria card/abbonamento.

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quando? conclusioni

Il ritorno alle origini, il guardare alla tradizione non deve risvegliare necessariamente nostalgia o smarrimento.

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Interpretare e rileggere i valori di un tempo, attualizzandoli è un modo intelligente ed una proposta efficace per risolvere le noie quotidiane, piccole o grandi che siano. Rispolverare e trattenere la tradizione, salda base di partenza, è certamente un piccolo plus in grado di garantire un buon successo per le idee proposte. Grandma burter non è solamente un servizio legato al cibo o allo scambio di oggetti, ma punta a riscoprire e forse ad instaurare il legame con il proprio vicino, con la persona della porta accanto, senza essere pretenzioso o forzato, ma semplice e diretto nella sua efficacia. Prima di voler cambiare il mondo,

dovremmo guardarci intorno senza gettare lo sguardo oltre la siepe, perché sono le piccole cose a fare la differenza, e il fatto di preoccuparci del nostro benessere non è un atteggiamento egoistico, ma una via per essere ben disposti a scoprire e riscoprire l’altro in maniera naturale e senza sovrastrutture, non solo uno scambio di oggetti, ma di oggetti che raccontano una storia, la nostra storia. Televisione, quotidiani e riviste testimoniano realmente quanto la conoscenza dell’altro sia superficiale e sterile e se per approfondirla si deve passare per lo scambio di un prodotto sano e affidabile tanto meglio. Il cibo che mangiamo in qualche modo ci rappresenta, ed essere certi della sua effettiva

bontà rassicura e non poco tutti noi. Sedersi a tavola ed assaporare la genuina fragranza della “pasta della nonna” è una cura anche per l’anima, perché alle volte perdere equilibrio è parte stessa del vivere una vita equilibrata.

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...“Sempre di corsa di qua e di là, sempre di fretta, sempre in ritardo … Non siamo la razza umana, ma razzi umani”… così comincia uno dei tanti film legati alla quotidianità, un monito che, in qualche modo, ci porta ad osservare la realtà facendo un passo indietro e cambiando angolazione. Non rimane altro che dare sfogo alla nostra creatività progettuale e cercare di trasformare la realtà in una piattaforma condivisa e condivisibile dove ognuno di noi può relazionarsi e trovare risposte alle proprie esigenze...

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Teamwork: C. Poletto - N. Toffanin - M. Canola - G. De Paoli Docente: A. Busato Corso: Marketing 2 A. A. 2012 - 2013


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