Š 2015 Chiarelettere editore srl
Pamphlet, documenti, storie REVERSE
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© Chiarelettere editore srl Soci: Gruppo Editoriale Mauri Spagnol S.p.A. Lorenzo Fazio (direttore editoriale) Sandro Parenzo Guido Roberto Vitale (con Paolonia Immobiliare S.p.A.) Sede: Via Guerrazzi, 9 - Milano isbn
978-88-6190-749-2
Prima edizione: settembre 2015 Published by arrangement with Berla & Griffini Rights Agency, Milano Titolo originale dell’opera: 1000 Peitschenhiebe. Weil ich sage, was ich denke! © by Ullstein Buchverlage GmbH, Berlin. Published in 2015 by Ullstein Verlag Traduzione e realizzazione a cura di helmstat • www.helmstat.eu Consulenza per la lingua e la cultura araba di Patrizia Zanelli, Università Ca’ Foscari, Venezia •
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Raif Badawi
1000 frustate per la libertĂ Presentazione e cura di Costantin Schreiber Con una testimonianza di Ensaf Haidar Un contributo di Riccardo Noury, Amnesty International Postfazione di Farian Sabahi
chiarelettere
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Raif Muhammad Badawi (Rā’if Muhammad Badawī, 1984) è un intellettuale e attivista web saudita. Nel 2008 ha dato vita a un forum online intitolato «I liberali sauditi», sul rapporto tra politica e religione nel suo paese. Il sito è stato chiuso dalle autorità. Badawi si trova in carcere dal 2012, e il 9 gennaio 2015 a Gedda, di fronte alla moschea di al-Jafali, gli sono state pubblicamente inferte 50 frustate. Dallo stesso 2012 la moglie Ensaf Haidar (Insāf Haydar) e i tre figli vivono in Canada, dove godono dello status di rifugiati per motivi umanitari. Constantin Schreiber (1979), laureato in Giurisprudenza, è giornalista. Parla correntemente l’arabo, e ha vissuto a Dubai dal 2006 all’inizio del 2009 come corrispondente di «Deutsche Welle». Quindi ha lavorato a Berlino come consulente del ministero degli Esteri per i progetti di comunicazione nel mondo arabo, e dal 2012 è moderatore e caposervizio di N-Tv. Inoltre è produttore e conduttore di un programma scientifico in lingua araba che va in onda su una delle principali emittenti tv egiziane. Farian Sabahi (1967), giornalista professionista, con un dottorato alla School of Oriental and African Studies di Londra, ha insegnato al Master in Human Rights and Genocide Studies dell’Università di Siena e scritto contributi per l’Atlante dei diritti umani e il Dizionario dei diritti umani (Utet 2007). È autrice del saggio Storia dell’Iran (Bruno Mondadori 2003), del reportage Un’estate a Teheran (Laterza 2007) e del libro-intervista Il mio esilio (Jouvence 2014) con l’iraniana Shirin Ebadi, premio Nobel per la pace 2003.
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Sommario
Una tortura insopportabile di Ensaf Haidar VII Perché Raif Badawi fa paura? di Riccardo Noury XI Presentazione di Constantin Schreiber XVII
1 000 f rus tat e per l a l i b e rt À Introduzione 3
Terrore, guerra e pace. Islam, sharia e politica Astronomia della sharia Sognando il Califfato L’anniversario dell’11 settembre
11 14 18
Vivi e lascia vivere. Liberalismo e società Pensa ciò che ti pare Vivi e lascia vivere Il liberalismo è contro la religione?
25 28 31
Mille e una notte a luci rosse. Sul rapporto tra uomini e donne La donna al fianco dell’uomo Che ogni borsista sia accompagnata da un uomo!
37 40
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Il «matrimonio per visita» e il «montone in prestito» 42 44 Il libro
Una cultura di morte. Politica mediorientale e Primavera araba Occorre una cultura di vita! La svolta Il più sacro dei santuari La Primavera araba tra opzione laica e il mito del modello bell’e pronto
51 55 58 61
Addendum Il regno della primavera siriana
69
Postfazione A caccia di blogger e di streghe di Farian Sabahi 85
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Una tortura insopportabile di Ensaf Haidar, moglie di Raif Badawi
Oggi milioni di persone nel mondo conoscono il nome di mio marito, Raif Badawi. Questa attenzione è confortante, ma il motivo che l’ha generata mi sconvolge. Raif è stato arrestato nel nostro paese, l’Arabia Saudita, esattamente tre anni fa, il 17 giugno 2012, solo per aver espresso le sue idee. Si è messo alla tastiera e ha iniziato a scrivere sul suo sito internet. Raif è una persona che ama la vita e adora la libertà, ed è per questo motivo che nei suoi confronti è stata pronunciata la più atroce delle sentenze. In carcere dal 2012, è stato condannato a 10 anni di prigione e ha già subìto, in pubblico, 50 delle 1000 frustate che, con un atto di incredibile crudeltà, gli sono state inflitte: troppo da sopportare, per qualsiasi persona al mondo. Da quando la Corte suprema dell’Arabia Saudita ha confermato la condanna [il 6 giugno 2015],
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1000 frustate per la libertà
senza possibilità di appello, Raif ha di fronte a sé ancora 19 sessioni di frustate, nonostante le sue cattive condizioni di salute. Tutto questo perché ha osato esprimere le sue opnioni. Quando ci siamo sposati, nel 2002, la nostra vita insieme era meravigliosa, libera e priva di preoccupazioni. Poi, alcuni anni dopo, Raif ha deciso di lanciare il suo primo sito, «I liberali sauditi». Da allora ho iniziato a temere per lui. Sapevo fin troppo bene che le istituzioni religiose in Arabia Saudita erano potenti, feroci e brutali. Il timore si è concretizzato nel 2007, quando Raif è stato convocato formalmente per la prima volta dai servizi di sicurezza. Da allora le cose si sono fatte difficili e sono peggiorate dopo il suo arresto del 2012 e la sentenza del 2014. Con profondo rincrescimento sono costretta a dire che la durissima e inumana sentenza contro Raif è un monito nei confronti di tutti coloro che osano sfidare l’estremismo religioso saudita. È stata uno choc da cui non riesco a riprendermi. Siamo piombati nell’inferno di una tortura insopportabile. Raif è sempre stato tutto per me e per i nostri bambini. È il padre di tre angeli e un grande marito. Non riuscirò mai a dire quanto ci manca. Da quando l’hanno imprigionato, abbiamo perso praticamente ogni cosa.