Cent'anni di fraternità

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Pamphlet, documenti, storie REVERSE


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Š Chiarelettere editore srl Soci: Gruppo Editoriale Mauri Spagnol S.p.A. Lorenzo Fazio (direttore editoriale) Sandro Parenzo Guido Roberto Vitale (con Paolonia Immobiliare S.p.A.) Sede: Via Guerrazzi, 9 - Milano isbn 978-88-6190-474-3 Prima edizione: novembre 2013 www.chiarelettere.it blog / interviste / libri in uscita


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Arturo Paoli

Cent’anni di fraternità a cura di Silvia Pettiti

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Arturo Paoli (Lucca, 30 novembre 1912), sacerdote, Piccolo fratello del Vangelo, è Giusto tra le nazioni, per avere salvato la vita a molti ebrei perseguitati dal nazifascismo, rischiando la propria. Ordinato a Lucca, nel 1949 diviene vice-assistente nazionale della Gioventù cattolica e si trasferisce a Roma. Nel 1954, a causa di divergenze con la gerarchia, viene allontanato e incaricato di fare il cappellano in una nave di emigranti italiani in Argentina, dove incontra un religioso dei Piccoli fratelli e decide di entrare nella congregazione. Dopo il noviziato nel deserto di Algeria, nel 1957 viene inviato in Sardegna, tra i minatori, per fondare una Fraternità. Ma non è ben visto da una parte delle autorità vaticane e gli viene suggerito di lasciare l’Italia. Nel 1960, a 48 anni, lascia l’Italia in modo pressoché definitivo, per farvi ritorno stabilmente soltanto nel 2005. La prima tappa della sua vita in America Latina è l’Argentina, a Fortín Olmos, con i boscaioli. Incontra la povertà, le disuguaglianze sociali e le privazioni umane, e questi diventano i temi della sua predicazione. Finisce nell’elenco dei condannati a morte dal regime. Si salva in Venezuela, senza poter fare ritorno in Argentina. Dal 1974 risiede in Venezuela, prima a Bojò, poi a Monte Carmelo e infine a Caracas. Viene invitato in tutto il continente a tenere conferenze, scrive libri e saggi. Partecipa ai movimenti nati dalla Teologia della liberazione. Nel 1985 si trasferisce in Brasile, prima a São Leopoldo poi a Foz do Iguaçu. Diventa animatore di progetti sociali e di promozione umana. Dal 2006 vive a Lucca, presso la chiesa di San Martino in Vignale, dove prosegue tuttora la sua missione di testimonianza e predicazione. Tra i suoi ultimi libri ricordiamo La pazienza del nulla, con introduzione di Luigi Zoja, pubblicato da Chiarelettere nel 2012.


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Sommario

cen t  a n n i di frat ern i t 

Prima di cominciare Dalla parte dei poveri Il Patto delle catacombe

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Prima parte A causa nostra 19 Il martirio del vescovo Angelelli 33 Che cosa significa essere poveri 53 L’alternativa 66 Mio fratello Domingo 80

Seconda parte Occorre coraggio, molto coraggio Chiesa del culto o della liberazione? Gesù, uomo per gli altri

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Vivere lieto in un mondo triste In conclusione

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Postfazione di Adolfo PĂŠrez Esquivel Arturo Paoli, un anticonformista resistente

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Riferimenti bibliografici

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Prima di cominciare


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Dalla parte dei poveri

Il 16 novembre 1965, poco prima della fine del Concilio Vaticano II, quaranta vescovi di diversi continenti si riunirono presso le catacombe di Domitilla, vicino a Roma, per celebrare l’eucarestia e sottoscrivere un voto con il quale si impegnavano a mettere i poveri al centro del loro operato e a condurre essi stessi una vita nella maggiore povertà possibile. Agirono con grande riservatezza e discrezione, convinti che un rinnovamento nella Chiesa potesse iniziare soltanto con un cambiamento della loro condotta personale. I vescovi consegnarono il «patto» – che venne denominato «Patto delle catacombe» e che riportiamo qui nella sua versione integrale – al cardinale di Bologna Giuseppe Lercaro, uno dei moderatori più influenti del Concilio, perché giungesse nelle mani di papa Paolo VI. Il 24 giugno 2013 una copia del Patto delle catacombe è nuovamente giunta a un altro


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Cent’anni di fraternità

papa, consegnata da Adolfo Pérez Esquivel (premio Nobel per la Pace e autore della postfazione a questo libro) a Francesco. Hélder Câmara e Manuel Larraín, due dei firmatari del Patto, ottennero una promessa da Paolo VI: quella di convocare l’assemblea generale dell’episcopato latinoamericano affinché le decisioni del Concilio divenissero fruttuose nel loro continente. La conferenza si tenne a Medellín, in Colombia, dal 26 agosto al 7 settembre 1968, e fu aperta da Paolo VI in un piccolo paese poco distante da Bogotà, San José de Mosquera, davanti a 200.000 campesinos, che ascoltarono la prima omelia pronunciata da un papa in terra latinoamericana. Il suo discorso anticipò il capovolgimento di prospettiva cui giungeranno i vescovi riuniti a Medellín: i poveri non possono più essere concepiti come oggetto di carità o assistenza, ma devono diventare soggetto della storia di salvezza annunciata nei Vangeli, rivelazione del Cristo sofferente che ancora cammina sulle strade del mondo. Uno degli aspetti che più caratterizzarono questa assemblea fu il clima di grande libertà e confronto tra vescovi e laici, uomini e donne, religiosi e osservatori cristiani non cattolici. I lavori si conclusero con alcune importanti affermazioni: la denuncia delle gravi ingiustizie del continente, l’esigenza di povertà


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Dalla parte dei poveri

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della Chiesa, di evangelizzazione degli oppressi, di revisione delle strutture ecclesiali. La Chiesa assunse come compito universale quello di «incoraggiare e favorire tutti gli sforzi del popolo per creare e sviluppare le proprie organizzazioni di base, per la rivendicazione e il consolidamento dei propri diritti e per la ricerca di una vera giustizia». Medellín sancì l’idea che la liberazione degli oppressi e dei poveri dovesse essere intesa non soltanto in senso escatologico, ma anche politico, economico e culturale. Alla conferenza parteciparono alcuni di quei vescovi e teologi che negli anni seguenti elaborarono e diedero vita alla Teologia della liberazione: Leonardo Boff, Gustavo Gutiérrez, dom Hélder Câmara, Camilo Torres. Arturo Paoli li conobbe, li frequentò, ne condivise idee e progetti durante i quarantacinque anni della sua vita in terra americana, dove approdò nel 1960 dopo le conflittuali vicende che lo allontanarono dai vertici dell’Azione cattolica romana e l’incontro con i Piccoli fratelli di Charles de Foucauld, il gruppo religioso cui aderì. Paoli pubblicò nel 1969 Dialogo della liberazione, che il peruviano Gustavo Gutiérrez cita nel libro fondativo della nuova teologia latinoamericana, diffusasi nel continente attraverso le comunità di base, esperienze pastorali ispirate al cammino biblico dell’esodo e della liberazione del popolo di Dio dalla schiavitù d’Egitto.



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