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Pamphlet, documenti, storie REVERSE
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PRETESTO 1 f a pagina 230
“ Vedi, Raffaele, le tue sembravano denunce esagerate. In verità erano errate per difetto... Con la P2 sono arrivati in via Solferino i soldi della mafia e anche uomini espressione di quel mondo.” Giovanni Spadolini, direttore del «Corriere» dal 1968 al 1972 e poi presidente del Consiglio e parlamentare, a Raffaele Fiengo.
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PRETESTO 2
f a pagina 47
“ Non ho nessuna intenzione di essere venduto come il cuoco della villa.” Alberto Arbasino, scrittore e, negli anni Settanta, collaboratore del «Corriere della Sera», in occasione di una delle tante trattative di acquisto del quotidiano.
f a pagina 64
“ È compito della libera stampa esercitare su tali gruppi (gli uomini di eccessivo potere) il controllo della nazione, pubblicando tutte le informazioni, anche quelle più scabrose, con obiettività e con coraggio.” Piero Ottone, direttore del «Corriere» dal 1972 al 1977, 29 maggio 1973.
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f a pagina 112
“ Gli italiani vogliono consapevolmente sapere quale sia stato il vero ruolo del Sifar. Gli italiani vogliono consapevolmente sapere quale sia stato il vero ruolo del Sid. Gli italiani vogliono consapevolmente sapere quale sia stato il vero ruolo della Cia. Gli italiani vogliono consapevolmente sapere fino a che punto la mafia abbia partecipato alle decisioni del governo di Roma o collaborato con esso. Gli italiani vogliono consapevolmente sapere quale sia la realtà dei cosiddetti ‘golpe’ fascisti. Gli italiani vogliono consapevolmente sapere da quali menti e in quale sede sia stato varato il progetto della ‘strategia della tensione’ (prima anticomunista e poi antifascista, indifferentemente). Gli italiani vogliono consapevolmente sapere chi ha creato il caso Valpreda. Gli italiani vogliono consapevolmente sapere chi sono gli esecutori materiali e i mandanti, connazionali, delle stragi di Milano, di Brescia, di Bologna.” Pier Paolo Pasolini, Perché un processo, «Corriere della Sera», 28 settembre 1975. Il testo di Pasolini rimase quaranta giorni nel cassetto di Piero Ottone.
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PRETESTO 3
f a pagina 79
“ La Rizzoli Spa si impegna a nominare il responsabile del settore economico del ‘Corriere della Sera’ in persona che sia gradita a Montedison.” Convenzione siglata da Angelo Rizzoli, documento agli atti della Commissione parlamentare di inchiesta sulla P2.
f a pagina 212, 214
“ Questo che mi accingo a scrivere è il ‘pezzo’ più penoso della mia carriera... Non si può chiedere a tutti un comportamento leale, ma si deve pretendere un atteggiamento decente.” Enzo Biagi, La fatica di scrivere, «Corriere della Sera», 28 maggio 1981, dopo la scoperta che anche il direttore Di Bella era nell’elenco della P2.
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f a pagina 253
“ La garanzia dell’indipendenza del ‘Corriere della Sera’ sono io!” Cesare Romiti in risposta alle richieste del Comitato di redazione.
f a pagina 312
“ Nell’azienda giornalistica italiana il marketing è spesso più forte del giornalismo.”
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© Chiarelettere editore srl Soci: Gruppo editoriale Mauri Spagnol S.p.A. Lorenzo Fazio (direttore editoriale) Sandro Parenzo Guido Roberto Vitale (con Paolonia Immobiliare S.p.A.) Sede: via Guerrazzi 9, 20145 Milano isbn
978-88-6190-873-4
Prima edizione: novembre 2016 www.chiarelettere.it / interviste / libri in uscita
blog
rfiengo@gmail.com account twitter: #rfiengo40 Raffaele Fiengo ringrazia i colleghi del Centro di documentazione del «Corriere della Sera» per il loro prezioso contributo.
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Raffaele Fiengo
Il cuore del potere
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Sommario
Introduzione di Alexander Stille XV Il «Corriere» e la lotta politica in Italia XV – La crisi più acuta XVIII
i l cuo re del p ot e r e Questo libro
5
Giornalisti senza giornalismo 5 – Il luogo del potere 7
Prima parte Gli anni del Sessantotto. Falsi e censure
13
1969. Alla Terza pagina nei giorni bui di piazza Fontana 13 – La notizia scomparsa sulle borse per le bombe vendute a Padova 14 – 1970. Gioia Tauro non era un incidente 16 – 1972. «Il Mondo della Scuola», pagina settimanale chiusa per non far uscire un articolo 17 – Dal falso Cassola e dal Te Deum per l’alluvione di Firenze al falso Sharansky di Ostellino 18
La tempesta. La cacciata di Spadolini e l’arrivo di Ottone 21 Il primo sciopero. La caduta degli dei 21 – Il potere ai giornalisti 26 – Il primo editoriale di Ottone (15 marzo 1972) 31 – Un vero limite al diritto di proprietà dei giornali 32 – La nomina del direttore e i diritti della redazione 35 – La Società dei redattori. Una tempesta che contagia tutti i giornali 38 – La proprietà e il valore del «Corriere» 43 – Agnelli e la minaccia della Montedison 46 – Una visione anglosassone 49 – La sconfitta di Cefis e la libertà dei giornalisti 52 – La Magna Charta di Giulia Maria Crespi 57 – La libertà secondo Ottone 62
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Tra rivoluzione e restaurazione. Addio Crespi
67
Il divorzio e un nuovo patto tra editore, giornalisti e sindacati 67 – L’uscita di Montanelli e il ritorno a casa vent’anni dopo 71 – 1974. La notte delle scalpellature 72 – Entra in scena Rizzoli (con Montedison), addio Crespi 78 – Il verbale di conciliazione Siniscalchi del 23 luglio 1974 83 – Come sono avvenute le modifiche striscianti nella proprietà 89 – Un «Corriere» non trasparente. Il potere del Banco Ambrosiano 95 – Di chi è il «Corriere»? 100
Un nuovo modo di fare il giornale. Il caso Pasolini
103
La morte di Feltrinelli 103 – La bistecca in prima pagina 105 – Il caso Pasolini 107 – 1973. L’inchiesta di Giampaolo Pansa sui padroni delle città 114
La P2 in redazione
117
Segnali preoccupanti 117 – Il caso Alfa Romeo. Complotto di Di Bella o errore degli operai? 121 – Come cambia l’informazione 126 – La cacciata di Gianluigi Melega da «L’Europeo» 130 – Censura su un articolo del meridionalista Giovanni Russo 131 – I rapporti con l’Argentina della dittatura militare 132 – Le mani sugli Esteri. Le pressioni aumentano 136 – Negli Stati Uniti: via da Milano 138 – Tutti dentro lo Scenario 143 – 10 aprile 1978: incomincia la collaborazione di Silvio Berlusconi al «Corriere» 146 – I sette editoriali dal linguaggio estraneo a via Solferino 147 – Gli articoli firmati C.S. 149 – Le dimissioni di un giornalista dell’Economia per un articolo tagliato 154 – L’appoggio a Torrisi e l’influenza di Trecca 155 – La famosa intervista di Costanzo a Gelli: già titolata, con sommario e foto 158 – Torrisi «in visita ufficiale» a Madrid durante il tentato golpe 163 – Il terremoto dell’Irpinia e l’esaltazione pilotata dei militari 166 – Il caso D’Urso e i tentativi di oscurare le notizie. Alleanza di fatto P2-Br 172 – Maurizio Costanzo propone la sospensione delle garanzie costituzionali 175
Un alone nero sul «Corriere». La direzione Di Bella
180
Oscure manovre 180 – L’uscita di Calvesi e la sua sostituzione con Testori 186 – Il privato in prima pagina. Morire d’amore 188 – La cultura di Milano si rivolta per il caso Courir 189 – Il disegno di far andar via dal «Corriere» Ugo Stille 191 – Gli appelli al voto dei giornalisti e la visita imbarazzata di Enrico Berlinguer 194 – 20 maggio 1981: la lista P2 dei 963 iscritti non è più segreta 196 – Gli elenchi illeggibili 199
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Dopo la P2. La tormentata direzione di Alberto Cavallari 211 «Assolutamente impubblicabile» la rubrica di Enzo Biagi 211 – Di Bella accetta di «rimanere lontano dal giornale per un congruo periodo di tempo» 218 – 9 giugno 1981: «non validità» di candidature-blitz da parte di Rizzoli e Tassan Din. Il caso Ronchey 221 – La notte in cui ho sognato che nevicava merda 227 – L’amministrazione controllata. L’elenco dei giornalisti esistenti. Più sessanta fantasmi 236 – Uno strano incontro con Bettino Craxi 238 – Scritto con obbligo di riserbo il rapporto per la Commissione P2 243 – Il miraggio di un giornalismo tutelato ma con gerarchia leggera 247
Il giornalismo in cerca di se stesso
252
Cesare Romiti: «Il garante dell’indipendenza del “Corriere” sono io» 252 – Caso Telecom: quattrocentomila copie buttate nella notte 253 – Ma la vera chiave del giornalismo è l’indipendenza. La soluzione proposta da Luigi Einaudi 256 – Berlusconi e le pressioni politiche 261 – I rapporti con i poteri forti: «Ricordatevi del penny di Mary Poppins» 264 – Ligresti tenuto a fatica fuori dalla porta 269 – Ferruccio de Bortoli alle prese con le «missive del potere politico» 271 – Traslochi (Romiti), palazzi storici e cinque scalini 277 – 29 maggio 2003. Ferruccio de Bortoli costretto a lasciare via Solferino 278 – «Basta Berlusconi!» Così la storica radio pubblica di New York 280
Seconda parte Altre censure
295
Il caso de «L’Osservatore Romano» 295 – Agente segreto o giornalista? 297 – Chi blocca la verità? Due casi di censura 299 – Quando la mafia comanda 302
Il giornale come campo di forze
306
La pubblicità e il difficile equilibrio con i giornalisti 306 – Come è nata l’«informazione di confine» 310 – La sconfitta di Babbo Natale 312 – Il caso dei coloranti nell’alimentazione 313 – Due pagine per Luna Rossa, vento o non vento 314
Le tre fondamenta di un giornale: la carta, l’edicola, le radici
318
La parola «press» è dura a morire 318 – L’importanza delle radici. «Salvate l’archivio storico!» Non ve ne pentirete 322 – La qualità e il mercato. Il mielismo, un referendum e l’abiura nel nome di Galileo Galilei 327
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Il giornalismo che non c’è
335
Un soprattitolo rifiutato con garbo a Cortona 335 – La mancata «Biografia di una Camera». Per boicottaggio? 336 – Un vero Freedom of Information Act l’Italia lo vuole davvero? 338 – «The Wall», muro che vogliono abbattere al «New York Times». E anche al «Corriere» 346 – La rivoluzione della pubblicità nativa. La «comunicazione» uccide il «giornalismo» 348 – Il caso Expo 350 – Lettera riservata con risposta: cambia in silenzio la figura del direttore 352 – Codicillo 357
I documenti L’autonomia dei giornali e dei giornalisti. Dallo Statuto dei giornalisti alla Dichiarazione d’indipendenza
361
Lo Statuto del giornalista (aprile del 1974) 361 – Un «cordone sanitario» organizzato dagli editori 365 – Dalla Carta dei lettori (2000) alla Dichiarazione d’indipendenza (2003) 367 – La parte scomparsa 369
Come cambia l’informazione 1976-1979. Contributo di Ugo Stille
371
Lo scandalo P2. La censura a Di Bella. Il testo dell’Ordine dei giornalisti
375
Romiti presidente Rcs. Il documento dei giornalisti. 21 giugno 1998
381
L’indipendenza del «Corriere». Il documento dei giornalisti. 8 settembre 2002
383
Passeggiata d’addio al «Corriere». La lettera di Corrado Stajano
386
Mancato appello pubblico ai lettori. Dopo le dimissioni di De Bortoli. Giugno 2003
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Introduzione di Alexander Stille
Il «Corriere» e la lotta politica in Italia Il primo quotidiano nazionale, il grande giornale della cosiddetta «borghesia illuminata», il «Corriere della Sera», è stato il teatro centrale della lotta per il potere in Italia per quasi tutta la storia del paese. Il suo appoggio alla causa dell’intervento nella Prima guerra mondiale – ospitando tra l’altro le arringhe di Gabriele D’Annunzio («Viva Trento e Trieste, viva la guerra!») – è stato un fattore importante nella decisione di prendere parte al conflitto. L’opposizione del giornale e del suo leggendario direttore Luigi Albertini al fascismo rappresentò uno degli ultimi seri ostacoli al consolidamento del potere di Benito Mussolini. Così i proprietari – i membri della famiglia Crespi – nel 1925, per non rischiare rappresaglie pericolose da parte del regime, dovettero rimuovere Albertini. È stato così anche durante i quarant’anni della carriera di Raffaele Fiengo che va dalla fine degli anni Sessanta fino a poco tempo fa, negli anni Duemila. Redattore e soprattutto capo, per molti anni, del sindacato dei giornalisti del «Corriere», Fiengo è stato un osservatore privilegiato e un protagonista di molte lotte. I proprietari amano fare dichiarazioni circa la loro fedeltà ai principi della libera stampa, come questa del 1972: «Gli editori [...], consapevoli che il giornale è un servizio pubblico, riaffermano il loro assoluto rispetto dei principi di libertà e indi-
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