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Š Chiarelettere editore srl Soci: Gruppo editoriale Mauri Spagnol S.p.A. Lorenzo Fazio (direttore editoriale) Sandro Parenzo Guido Roberto Vitale (con Paolonia Immobiliare S.p.A.) Sede: via Guerrazzi 9, 20145 Milano isbn 978-88-6190-688-4 Prima edizione: settembre 2015 www.chiarelettere.it blog / interviste / libri in uscita
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Eleonora Mazzoni
Gli ipocriti
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Sommario
gli ipocriti Prima parte. Io vi spio
3
Seconda parte. Dio ti sgama
129
Terza parte. Per sempre
233
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gli ipocriti
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Prima parte
Io vi spio
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Flavia ovvero il cappuccino
«Ieri ho scoperto che l’amore infelice è il nostro unico modo di amare.» «Nostro di chi?» «Di noi occidentali.» «Di tutti?» «Perlomeno dal XII secolo a oggi.» «Sei sicura, Flavia?» «Il mio professore di letteratura italiana dice che l’amore appagato non ha storia. Il nostro modello è la passione perennemente insoddisfatta.» Il porco non perde tempo e l’acchiappa per i fianchi. Ha la faccia rossa per l’eccitazione. «Allora non mi sono spiegata» dice lei ridendo. «Amore insoddisfatto», e lo abbraccia. «Che ricerca gli ostacoli», e gli lecca l’orecchio. Ore 7.47, Flavia: un metro e settanta circa, gonna corta nera, stivaletti neri dal tacco basso e calzettoni sempre neri fin sopra al ginocchio, montatura degli occhiali a occhio di gatto, bocca carnosa, coda di capelli castani che finiscono in punte bionde e sfrangiate. Rilassata. Sicura di sé. Davvero bella. Si butta sulla parte sgombra del divano. Nello studio regna il solito orrido casino: tazzine usate sul pianoforte, mozzico-
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Gli ipocriti
ni di sigaro sparsi ovunque, carte, libri, giornali in attesa di qualcuno che li sistemi. La puzza non si sente ma c’è. Flavia accavalla le gambe. Sfregando sul cuoio del divano, la pelle delle sue cosce fa il rumore di una scoreggia. «A febbraio sono stato invitato a Parigi per un festival» dice lui. «Se mi accompagni ti porto alla brasserie Lipp. Non vedremo Hemingway ma fanno un’ottima mi-cuit au chocolat.» «Mangi troppo cioccolato. Ti si carieranno i denti.» «Sì, amore mio.» «Non me l’hai mai detto.» «Ti dispiace che ti chiami così?» «Mi spaventa.» «Stai serena. Il mio amore non ti farà del male.» Squilla il telefono. L’animale risponde, ascolta senza fare commenti, alla fine dice solo: «Arrivo prima possibile» e butta giù. «Che palle. È la redazione.» Ma gli basta guardarla e per l’arrapamento gli si deformano tutti i lineamenti. Anche la distanza tra gli occhi si dilata. Sembra che scivolino accanto alle orecchie. «Comunque l’amore è una nostra invenzione» continua Flavia togliendosi le mutandine. «Il mio professore è convinto che Tristano e Isotta non si amassero. Chiusi nel loro narcisismo, non riuscivano neppure a vedersi.» «Non si amavano neppure Giulietta e Romeo, Dante e Beatrice, il grande Gatsby e Daisy?» «No. E neppure Rossella O’Hara e Rhett. È terribile, capisci?» Lui fa sì con la testa, la osserva sbottonarsi la camicetta e manda a farsi fottere sia il «prima» che il «possibile».